Numerazione: Titolo: Introduzione: ANDY ROCCHELLI Stories Descrizione: ANDY ROCCHELLI Stories inaugurazione 4 giugno 2015, ore 18 Spazio per le arti contemporanee del Broletto Piazza della Vittoria, Pavia La mostra prosegue fino al 5 luglio 2015 Andy Rocchelli: Stories, con questo titolo si inaugura giovedì 4 giugno 2015 (ore 18) nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia una mostra fotografica retrospettiva di Andy Rocchelli. L'esposizione, organizzata dal Settore Cultura del Comune di Pavia in collaborazione con la famiglia Rocchelli e il collettivo Cesura, propone in circa 100 cento scatti un percorso attraverso alcuni dei temi su cui il fotoreporter Rocchelli ha lavorato nella sua pur breve vita professionale. Già nella distribuzione delle immagini tra interno ed esterno si coglie un rimando al doppio registro tematico di questa mostra che allinea sequenze fotogiornalistiche - sulla rivoluzione ucraina, sulla primavera araba, sulle violazioni dei diritti umani in Kirghistan, sulla dolorosa realtà dei tagiki a Mosca o degli africani a Rosarno - a racconti di taglio squisitamente intimistico - la ricerca del sacro, la seduzione del successo effimero, la condizione femminile in Russia, la morsa della guerra sui civili. Dal 4 giugno lo Spazio delle Arti contemporanee del Broletto ospita una mostra sul lavoro di Andy Rocchelli. Sarà un'occasione per alzare lo sguardo sul mondo tramite lo straordinario lavoro di racconto del fotografo pavese, giustamente riconosciuto con la massima benemerenza cittadina. Il Comune di Pavia è orgoglioso di sostenere la realizzazione di un' esposizione di straordinaria rilevanza contenutistica e di grande valore civico: vogliamo che l'opera di Andy Rocchelli diventi patrimonio della città e in questo mese la offriamo alla visione e alla riflessione della cittadinanza. Ringrazio di cuore la famiglia Rocchelli e Cesura per la preziosa sollecitazione rivoltaci, che abbiamo accolto con l'intenzione di realizzare un evento che riteniamo qualificante per la programmazione culturale della città, dichiara Giacomo Galazzo, Assessore alla Cultura del Comune di Pavia. Due ritmi paralleli attraversano la ricerca fotografica di Rocchelli, a tratti emergendo in rari e potenti momenti di risonanza: da un lato, l'andamento lento, dell'analisi e della documentazione, dall'altro, l'incalzante cattura delle immagini, dentro l'evento e in velocità. Sensibilità personale e professionale lo guidano a condividere spesso le esperienze dei protagonisti delle sue foto (Ukraine Uprising, Springtime), ad ascoltarne e raccoglierne le testimonianze, poi a comporle in video, in parte visibili in una sala della stessa mostra. Il rapporto empatico sviluppato con i soggetti fotografati è il presupposto e insieme il filo rosso che accomuna scatti dedicati a volti e mondi tra loro lontani. Oltre che alla raffigurazione fotogiornalistica di un evento puntuale, Rocchelli tende alla narrazione, trae alla luce frammenti della realtà e vi ravvisa storie, nelle quali gli eventi e le situazioni si concentrano in sguardi e gesti, si specchiano in sfondi domestici o pubblici, anch'essi carichi di senso. Così i personaggi dei suoi scatti intrattengono tutti uno stretto rapporto con gli scenari nei quali sono ritratti: i tappeti dell'Europa orientale, le baracche in lamiera degli slums calabresi o tagiki sono parte integrante delle sue stories e riflettono le situazioni documentate quali «prove materiali di una scena del crimine» come Andy Rocchelli diceva a proposito del suo mestiere di fotografo-testimone ( intervento al Festival del Fotogiornalismo, Perugia, Maggio 2014). Un tema ricorrente nell'indagine di Rocchelli è la cronicizzazione di emergenze sociali che da fenomeno traumatico vengono "normalizzate" nel sistema dell'informazione: «Buona parte dei media ha accuratamente selezionato i contenuti da diffondere in base a criteri commerciali: la prima fase è stata quella sensazionalisticamente più vendibile, per passare poi ad una riproposizione ciclica estenuante delle stesse immagini, con l'inevitabile effetto della normalizzazione. Questa potrebbe prendere una piega pericolosissima assolutamente da scongiurare, dato che, a causa del processo di saturazione mediatica, in cui la rappresentazione degli eventi diviene la realtà stessa, gli spettatori si assuefanno ad una situazione che nella sua precarietà sta diventando in modo preoccupante stabile, permanente» (Andy Rocchelli, Terremoto in Abruzzo , 2009 ). Per raccontare fedelmente tali storie, Andy ha sempre sostenuto che il fotoreporter dovesse avvicinarsi per quanto possibile all'oggetto: Rocchelli è stato ucciso il 24 Maggio 2014, a Sloviansk (Ukr), con la macchina fotografica in mano; documentava le vicende del confine ucraino-russo e le condizioni dei civili intrappolati tra i due fronti. I suoi lavori sono poi stati rielaborati postumi dai colleghi del collettivo Cesura di cui Rocchelli era socio fondatore. In seguito alla sua morte diversi riconoscimenti nazionali e internazionali hanno reso omaggio ai suoi lavori: tra questi il prestigioso World Press Photo 2015 ha premiato la serie Russian Interiors con il 2nd Prize nella sezione Portraits: Series. L'archivio fotografico che Andy ha lasciato è un'ordinata antologia di lavori indipendenti e autoconclusivi, rimasti in gran parte estranei al circuito dell'informazione standardizzata e low cost, aliena dal seguire quanto accade a protagonisti lontani, impegnati in guerre dimenticate, celate o comunque appartenenti a cosmi troppo ingombranti per occupare più a lungo l'attimo di visibilità a loro concesso. La presente retrospettiva propone dunque una selezione di tali racconti, per lo più inediti, concernenti mondi sociali e geografici lontani tra loro: la loro giustapposizione evidenzia legami latenti e filoni di indagine non manifesti, primo fra tutti la relazione intercorsa tra l'individuo e il contesto sociale cui appartiene. Le storie vengono qui dipanate con andamento libero, perchè tale fu la struttura cellulare e organica che Andy diede alla sua ricerca. L'apparato descrittivo è inoltre stato limitato al minimo, nel rispetto della potenza comunicativa dell'immagine. «Sono convinto che la fotografia e, in particolar modo, quella di reportage debba possedere la capacità di parlare da sola, dialogando con l'utente in maniera autonoma con il solo ausilio dell'approfondimento geostorico e sociopolitico testuale, definito nella didascalia o caption »( Andy Rocchelli, Tesi di Laurea, Milano, 2008). BIOGRAFIA Andy Rocchelli, in seguito alla laurea in Visual Design conseguita presso il Politecnico di Milano, ha collaborato con l'agenzia fotografica Grazia Neri. Dopo aver lavorato come assistente nello studio di ALex Majoli, nel 2008 ha fondato, insieme ad altri 4 fotografi, Cesura, concepito come un collettivo forte ed indipendente, che potesse affrontare progetti fotografici senza compromessi commerciali. Nel 2009 ha raccontato le violazioni dei dirittti umani commessi in diverse repubbliche caucasiche e, un anno dopo, ha documentato il conflitto etnico in Kyrgyzstan. Con lo scoppio della primavera araba nel 2011, Andy si è recato in Tunisia e Libya. Le sue storie italiane narrano della criminalità organizzata in Calabria, della vocazione di giovani seminaristi e del fenomeno del velinismo. Le sue foto sono state pubblicate da Newsweek, LeMonde, Wall Street Journal, ForeignPolicy, Novaya Gazeta, Espresso, Zurich Zeitung, Kommersant e da altre testate nazionali e internazionali. Andy ha inoltre collaborato con varie ONG quali Human Rights Watch, Soleterre, DonneControLaViolenza. Andy è stato ucciso il 24 Maggio 2014 a Sloviansk, in Ucraina orientale, mentre documentava gli scontri tra separatisti filo-russi ed esercito regolare ucraino. Insieme a lui è stato assassinato anche il suo amico, guida e collega, il giornalista e attivista per i diritti umani russo, Andrey Mironov. Orari: da mercoledì a venerdì 17 - 20; sabato e domenica 10.30-12.30, 17-20 Ingresso libero Chiara Argenteri Ufficio stampa/Press office Associazione Pavia Città Internazionale dei Saperi tel. 0382.399424 338.1071862 E-mail: chiara.argenteri@comune.pv.it Inizio: 04/06/2015 Fine: 05/07/2015 Indirizzo: inaugurazione 4 giugno 2015, ore 18 Spazio per le arti contemporanee del Broletto Piazza della Vittoria, Pavia La mostra prosegue fino al 5 luglio 2015 Andy Rocchelli: Stories, con questo titolo si inaugura giovedì 4 giugno 2015 (ore 18) nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia una mostra fotografica retrospettiva di Andy Rocchelli. Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6154345172047803297 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 09/06/2015 18.14.23 Titolo: No Violence! La Bellezza contro la Brutalità Introduzione: Violenza sulle donne, violenza su bambini ma anche violenza nelle scuole, sono argomenti sempre più all’ordine del giorno.. L'associazione Kouros dedica una mostra a questo terribile problema al fine di denunciare e sensibilizzare la comunità e in particolar modo le giovani generazioni. Descrizione: La violenza: una forza bruta che avvelena il mondo sin dalle epoche più remote, una ferita aperta che si è trasformata in una vera e propria piaga soprattutto nella società attuale. Violenza sulle donne, violenza su bambini ma anche violenza nelle scuole, negli stadi sono argomenti sempre più all’ordine del giorno, notizie che apprendiamo di sfuggita e che il più delle volte evitiamo anche di commentare perché ormai entrate a far parte del nostro quotidiano. L’Associazione Kouros intende dedicare una breve mostra su questo terribile tema, ormai divenuto così attuale. Attraverso opere di pittura, scultura, fotografia, incisione e grafica, ognuno grida a suo modo il proprio “No alla Violenza”, a qualunque forma di violenza, praticata non soltanto ai danni di donne spesso innamorate dei loro carnefici, ma su qualsiasi essere umano!! Esporranno i seguenti artisti: Anna Nocera, Roberta Ferrari, Cesare Cassone, Lavinia Longhetto, Maruska Berti, Daniela De Simone. La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 10.30-12.00 /17.30-19.00 presso Sala Corte dell'angelo a Lucca Inizio: 29/06/2015 Fine: 08/07/2015 Indirizzo: via roma (di fronte OVS) Lucca centro storico Spazio: Associazione Kouros Lucca Area geografica: Centro Email: kouros.associazioneculturale@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Leonardo darà il benvenuto ai visitatori dell'Expo 2015 Introduzione: E’ ufficiale, sarà Leonardo da Vinci il testimonial artistico che accoglierà i visitatori dell’Expo 2015 il prossimo anno. E’ stato deciso infatti che il 15 aprile (data di nascita di Leonardo, anno 1452) del prossimo anno, pochi giorni prima dell’apertura ufficiale dell’Expo, si inaugurerà la più grande mostra mai allestita sul grande genio, lombardo d’adozione. Descrizione: E’ ufficiale, sarà Leonardo da Vinci il testimonial artistico che accoglierà i visitatori dell’Expo 2015 il prossimo anno. E’ stato deciso infatti che il 15 aprile (data di nascita di Leonardo, anno 1452) del prossimo anno, pochi giorni prima dell’apertura ufficiale dell’Expo, si inaugurerà la più grande mostra mai allestita sul grande genio, lombardo d’adozione. Il personaggio bene rappresenta il simbolo della poliedrica genialità italiana, come ha precisato Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, nel corso della presentazione a Palazzo Reale. Destinato, forse, a diventare, “Eroe dell’Expo”, come ha ipotizzato l’Assessore alla Cultura Del Corno. La Mostra che gli sarà dedicata proseguirà fino al 10 luglio 2015. Tra i temi centrali il disegno, fondamentale nell’opera di Leonardo. Il Sindaco Pisapia ha sottolineato l’importanza della mano nel tracciare il disegno, quasi, a precedere il pensiero, prima che esso si formi. E lo ha fatto citando una suggestione suggeritagli da un recente libro di Tullio Pericoli, intitolato proprio “Pensieri della mano”. Anche Giuseppe Sala, Commissario unico delegato del Governo per Expo, condivide l’ottimismo di chi ha puntato su questo “pezzo da novanta” della cultura italiana per tirare la volata all’esposizione universale. Anche se non ha potuto non rilevare come si renda necessaria una maggiore sensibilità di fronte al fenomeno del turismo nella nostra città, che va studiato in modo più attento anche dal punto di vista sociodemografico. Massimo Vitta Zelman, presidente di Skirà, ha anticipato la realizzazione di un grande catalogo sulla Mostra, coordinato da Pietro Marani e Maria Teresa Fiorio, curatori della mostra e massimi studiosi di Leonardo, che conterrà saggi scientifici inediti dei maggiori specialisti mondiali che analizzeranno i numerosi aspetti della personalità dell’artista. Le opere esposte arriveranno principalmente dalla Biblioteca Ambrosiana, ma contribuiranno anche altre prestigiose istituzioni, quali la Royal Library di Windsor, il British Museum, gli Uffizi di Firenze, il Metropolitan Museum di New York, la Biblioteca Reale di Torino, oltre al Museo della Scienza e della Tecnologia. Leonardo, però, non si vedrà solo a Palazzo Reale, ma anche alla Biblioteca Trivulziana del Castello Sforzesco, nella Sala delle Assi, attualmente in restauro, e nella Pinacoteca Ambrosiana. Senza dimenticare il Cenacolo che potrà essere ammirato, oltre che nella sua sede naturale (Refettorio del Convento di S. Maria delle Grazie), anche in una riproduzione video con pannelli e postazioni interattive. Della mostra su Leonardo avremo occasione di riparlarne. Per ora un assaggio delle 12 sezioni previste: Il Disegno come fondamento, Natura e scienza della pittura, Il paragone delle arti, Il paragone con gli antichi, Anatomia, fisiognomica e moti dell’animo, Invenzione e meccanica, Il sogno, Realtà e utopia, L’unità del sapere, De coelo et mundo: immagini del divino, La diffusione della fortuna: dai leonardeschi al trattato di pittura, Il mito. Non è una Mostra facile. Ci auguriamo che vengano attuate scelte di allestimento adeguate alle caratteristiche del personaggio. Se è giusto evitare di cadere in celebrazioni retoriche o mitografiche sarebbe altrettanto sbagliato ridurre Leonardo allo stereotipo, normalizzato ma riduttivo, del “genio multiforme”. Poco convincente pare a prima vista, la scelta del San Gerolamo come icona della mostra. Si può capire cosa l’abbia motivata: in primis, il pericolo di ricorrere a simboli troppo abusati, ma credo sia giusto anche non dimenticare il pubblico al quale dobbiamo far arrivare in modo più diretto ed efficace il nostro messaggio. Ugo Perugini Inizio: 15/04/2015 Fine: 19/07/2015 Indirizzo: Piazza del Duomo, 12 Milano Spazio: Palazzo Reale Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.4637 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Nirvana - Les étranges formes du plaisir Introduzione: "Nirvana. Les étranges formes du plaisir" è la prima collettiva svizzera di respiro internazionale dedicata alle forme di edonismo erotico nella creatività odierna, esplorando non solo il campo del design, ma anche quello della moda e dell’arte contemporanea; al contempo, Nirvana è il primo studio globale sull’influenza dell’erotismo nel design, nella moda e nell’arte. Audace, lussuriosa e misteriosa, l’esibizione presenta I lavori di circa 80 artisti e designers, per un totale di oltre 200 tra oggetti-feticcio ed installazioni. Descrizione: NIRVANA- LES ÉTRANGES FORMES DU PLAISIR @MUDAC Musée de Design et d’Art appliqués Contemporains - Losanna (CH) Dal 29 Ottobre 2014 al 26 Aprile 2015 Cura: Marco Costantini, Susanne Hilpert Stuber Alcuni degli 80 artisti esposti (in ordine alfabetico): Arte Contemporanea _ Milena Altini (IT) _ Nobuyoshi Araki (JP) _ Erwin Olaf (NL) _ Mustafa Sabbagh (IT) _ Markus Schinwald (AT) _ Mario Testino (IT) Design _ Matteo Cibic (IT) _ Zaha Hadid (UK-IRQ) _ Ugo La Pietra (IT) _ Marc Newson (AU) _ Karim Rashid (EG) _ Ettore Sottsass (IT) _ Matteo Thun (IT) _ Mark Woods (UK) Moda _ Givenchy (FR) _ Charlie Le Mindu (FR) _ Gianmarco Lorenzi (IT) _ Maison Martin Margiela (FR) _ Walter Van Beirendonck (BE) _ Betony Vernon (USA) "Nirvana. Les étranges formes du plaisir" è la prima collettiva svizzera di respiro internazionale dedicata alle forme di edonismo erotico nella creatività odierna, esplorando non solo il campo del design, ma anche quello della moda e dell’arte contemporanea; al contempo, Nirvana è il primo studio globale sull’influenza dell’erotismo nel design, nella moda e nell’arte. Audace, lussuriosa e misteriosa, l’esibizione presenta I lavori di circa 80 artisti e designers, per un totale di oltre 200 tra oggetti-feticcio ed installazioni. La mostra propone una selezione di lavori di designers contemporanei che attingono all’iconografia del piacere all’interno del loro operato, trovando ispirazione non solo nella letteratura erotica e fetish, ma anche in immagini, oggetti ed indumenti ai quali essi fanno costante riferimento. I visitatori avranno così modo di scoprire feticci finemente realizzati, spesso rari o inaccessibili ai più, fabbricati con materie prime usualmente associate al mondo dei beni di lusso - sia che si tratti di artigianato, che di arte contemporanea. La collettiva ci invita così ad un confronto con le nostre idee e percezioni sul piacere. Ci obbliga ad osservare in che modo le sue forme di espressione possano travalicare quella linea tesa tra privato e pubblico, quando esse sono materia di moda, di design o di arte. I designers ricoprono il corpo di indumenti attillati e di tessuti sensuali, decorandoli con accessori piacevoli tanto per l’estetica quanto per l’erotica, creando arredi dalle forme esplicite ed evocative, opere d’arte all’interno delle quali bellezza e perfezione sono contaminate (e potenziate) da un inconfondibile odore di zolfo. Nirvana ci dimostra che il desiderio sociale di piacere sensuale non accenna a diminuire, nell’era digitale all’interno della quale siamo chiamati a vivere. L’esibizione punta il riflettore su quelle particolari forme di design, di moda e di arte contemporanea che ci accompagnano in un processo di ineluttabile presa di coscienza: il suo scopo è quello di esaminare il nostro modo di rapportarci ad oggetti che incarnano la reificazione delle nostre percezioni inconsce sulla sessualità, e delle nostre nozioni intime sul piacere. All’interno della mostra, i tabù saranno sovvertiti mediante l’uso di forme e materiali inusitati, nonché attraverso una particolare attenzione a quei dettagli che rappresentano il terreno comune con ciò che l’industria della moda considera “haute couture”. Tanto artisti celebri, quanto giovani emergenti, gli uni di fianco agli altri, metteranno allo stesso modo in luce le loro differenti influenze, rendendo pubblico ciò che solitamente resta per eccellenza privato. E tutti loro ci obbligheranno ad interfacciarci con i nostri giudizi di valore sulle pratiche erotiche esibendo oggetti inaspettatamente di lusso, confezionati seguendo le regole dei più alti standard artigianali in materia di lavorazione della pelle, del vetro e dei metalli più preziosi. NIRVANA _ SCHEDA TECNICA Apertura al pubblico _ Martedì 28 Ottobre 2014 dalle 18.00 Giorni & Ore _ 29 Ottobre 2014 - 26 Aprile 2015 Martedì - Domenica 11.00-18.00 _ Festivi: aperto seguendo gli orari feriali (lunedì incluso) Durante le festività natalizie: 24 e 31.12.2014: 11.00-16.00 _ 25.12.2014 e 01.01.2015: chiuso Sede espositiva _ MUDAC - musée de design et d’arts appliqués contemporains _ Place de la Cathédrale 6 _ CH-1005 Lausanne _ www.mudac.ch Elenco degli Artisti _ Abdi Abdelkader, DZ - Milena Altini, IT - Nobuyoshi Araki, JP - Bina Baitel, FR - David Baskin, USA - Yves Béhar, CH - François Berthoud, CH - Barbara Bloom, USA - Antoine Boudin, FR - Pierre Charpin, FR - Petros Chrisostomou, UK - Matteo Cibic, IT - Matali Crasset, FR - Charlie Davidson, SE - Marc Dibeh, LB - Patrycja Domanska, PL - Éditions de Parfums Frédéric Malle, FR - Anika Engelbrecht, DE - Matthew Epler, USA - État Libre d’Orange, FR - Naomi Filmer, UK - Sylvie Fleury, CH - Björn Franke, DE - Rachel Freire, UK - Marie Garnier, FR - Christian Ghion, FR - Givenchy, FR - Heeley, FR - Roberto Greco, IT - Julian Hakes, UK - Zaha Hadid, UK-IRQ - Sophie Hanagarth, CH - Jaime Hayon, SP - Dejana Kabiljo, HR - Cary Kwok, HK - Masaya Kushino, JP - Ugo La Pietra, IT - Jacques Le Corre, FR - Lubin, FR - Charlie le Mindu, FR - Gianmarco Lorenzi, IT - Sarah Lucas, UK - Maison Martin Margiela, FR - Maître Parfumeur et Gantier, FR - Luc Mattenberger, CH - Gabriel Moginot, FR - Eelko Moorer, NL - Nasomatto, NL - Mark Newson, AU - Magdalene Odundo, KEN - Erwin Olaf, NL - Oriza L. Legrand, FR - Parfum d’Empire, FR - Parfumerie Générale, FR - Kate Peters, UK - Karim Rashid, EG - Mustafa Sabbagh, IT - Olivier Schawalder, CH - Markus Schinwald, AT - Ettore Sottsass, IT - Studio Job, BE & NL - Jean-Baptiste Sibertin Blanc, FR - Caro Suerkemper, DE - Gianluca Tamburini, IT - Noritaka Tatehana, JP - Mario Testino, IT - Matteo Thun, IT - Morgane Tschiember, FR - Walter Van Beirendonck, BE - Atelier Van Lieshout, BE - Lucas Van Vugt, NL - Nick Veasey, UK - Olivier Védrine, FR - Jean-Luc Verna, FR - Betony Vernon, USA - Vero Profumo, CH - Rein Vollenga, NL - Mark Woods, UK - Jeff Zimmermann, USA - Nika Zupanc, SI Catalogo _ Testi di Marco Costantini (curatore, storico dell’arte, Losanna), Susanna Kumschick (etnologa, vice-direttrice/curatrice, Gewerbemuseum, Winterthour), Denyse Beaulieu (giornalista, Parigi), Joel Vacheron (sociologo, Londra), e Luca Marchetti (semiologo, Ginevra/Parigi). Main Image _ Mustafa Sabbagh, Just in Black (2014) Fotografia a stampa lambda Dimensioni: 100 x 90 cm Immagine © Mustafa Sabbagh Inizio: 28/10/2014 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Place de la Cathédrale 6 - Lausanne Spazio: MUDAC - Musée de Design et d'Arts appliqués Contemporains Area geografica: Estero Email: press@mustafasabbagh.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 46.522093 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerità, autoproduzione Introduzione: La settima edizione del Triennale Design Museum focalizza la sua attenzione sul tema dell'autosufficienza produttiva, declinato e affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni trenta, gli anni settanta e gli anni zero. L’idea alla base è che il progettare negli anni delle crisi economiche sia una condizione particolarmente favorevole allo stimolo della creatività progettuale: le origini del design italiano negli anni trenta, anni in cui i nostri grandi progettisti hanno realizzato opere esemplari, i distretti produttivi (nati negli anni settanta in piccole aree geografiche tra patrimoni di sapere e di eccellenza, basati su tradizioni locali e disponibilità diretta di materie prime) per arrivare alle sperimentali forme di produzione dal basso e di autoproduzione. Descrizione: La settima edizione del Triennale Design Museum focalizza la sua attenzione sul tema dell'autosufficienza produttiva, declinato e affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni trenta, gli anni settanta e gli anni zero. L’idea alla base è che il progettare negli anni delle crisi economiche sia una condizione particolarmente favorevole allo stimolo della creatività progettuale: le origini del design italiano negli anni trenta, anni in cui i nostri grandi progettisti hanno realizzato opere esemplari, i distretti produttivi (nati negli anni settanta in piccole aree geografiche tra patrimoni di sapere e di eccellenza, basati su tradizioni locali e disponibilità diretta di materie prime) per arrivare alle sperimentali forme di produzione dal basso e di autoproduzione. In mostra, tra gli altri, lavori di: Enzo Mari, Andrea Branzi, Gio Ponti, Maurizio Cattelan, Fortunato Depero, Bruno Munari, Alessandro Mendini, Vittoriano Viganò, Paolo Ulian, Michele De Lucchi, Filippo Tommaso Marinetti, Marco Ferreri, Salvatore Ferragamo, Patricia Urquiola, Ettore Sottsass, Franco Raggi, Giulio Iacchetti, Caterina Crepax, Antonio Citterio. Direzione: Silvana Annicchiarico Cura scientifica: Beppe Finessi Progetto di allestimento: Philippe Nigro Progetto grafico: Italo Lupi Catalogo Corraini Edizioni Ufficio stampa e Comunicazione Damiano Gullì tel. 02 72434241 damiano.gulli@triennale.org SEC Relazioni Pubbliche e Istituzionali via Panfilo Castaldi 11, Milano, 02 6249991 Giulia Bertolini, bertolini@secrp.it, 333 7891567 Lara Visigalli, visigalli@secrp.it, 335 8348516 Inaugurazione giovedì 3 aprile 4 aprile 2014 – 22 febbraio 2015 Triennale di Milano viale Alemagna, 6 Milano Orari: 8 - 13 Aprile: 10.30 - 22.00 a seguire: martedi - domenica 10.30 – 20.30, giovedi 10.30 - 23.00 Ingresso: 8,00/6,50/5,50 euro Inizio: 04/03/2014 Fine: 22/02/2015 Indirizzo: Viale Alemagna, 6 Milano Spazio: Triennale Design Museum Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.47197 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Le quattro dame dei Pollaiolo Introduzione: Le quattro dame dei Pollaiolo riunite per la prima volta in una mostra straordinaria al Museo Poldi Pezzoli a Milano dal 7 novembre 2014 al 16 febbraio 2015 La mostra dedicata ai fratelli Pollaiolo, una delle più importanti mostre realizzate, con il sostegno di Fondazione Bracco, nella storia del Museo Poldi Pezzoli, vedrà riuniti e messi a confronto, per la prima volta nella loro storia, tutti i quattro bellissimi ritratti femminili riferibili alla mano di Antonio e di Piero del Pollaiolo, grazie ai prestiti straordinari della Gemäldegalerie di Berlino, del Metropolitan Museum of Art di New York e della Galleria degli Uffizi di Firenze. Descrizione: Le quattro dame dei Pollaiolo riunite per la prima volta in una mostra straordinaria al Museo Poldi Pezzoli a Milano dal 7 novembre 2014 al 16 febbraio 2015 La mostra dedicata ai fratelli Pollaiolo, una delle più importanti mostre realizzate, con il sostegno di Fondazione Bracco, nella storia del Museo Poldi Pezzoli, vedrà riuniti e messi a confronto, per la prima volta nella loro storia, tutti i quattro bellissimi ritratti femminili riferibili alla mano di Antonio e di Piero del Pollaiolo, grazie ai prestiti straordinari della Gemäldegalerie di Berlino, del Metropolitan Museum of Art di New York e della Galleria degli Uffizi di Firenze. Protagonista, con quelli delle altre tre signore, il celebre e affascinante Ritratto di dama, fra i maggiori capolavori della ritrattistica fiorentina della seconda metà del Quattrocento e assurto a simbolo stesso del museo milanese, che dal 25 luglio ritorna nella sua sede dopo la trasferta giapponese. L’esposizione presenterà inoltre una serie di dipinti, sculture, disegni, incisioni, oreficerie e ricami di grande qualità, a testimonianza dell’ampiezza e della complessità del talento di Antonio del Pollaiolo e della sua bottega. I temi dell’alto artigianato, dell’eccellenza del made in Italy e del femminile saranno il corollario dell’esposizione, che vuole appassionare un pubblico nazionale e internazionale anche in vista di Expo 2015. Il Museo coinvolgerà le istituzioni milanesi in un progetto comune, attraverso la creazione di percorsi declinati su temi condivisi come quello della bellezza e grazie alla determinante collaborazione con il Comune di Milano, che metterà a disposizione spazi della città per eventi speciali rivolti a tutto il pubblico. In questo progetto sono inoltre partner del Poldi Pezzoli: l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il Museo del Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra e il Museo Nazionale del Bargello di Firenze. Inizio: 11/07/2014 Fine: 16/02/2015 Indirizzo: Museo Poldi Pezzoli a Milano Spazio: Museo Poldi Pezzoli Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.468657 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 Introduzione: Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 17 settembre 2014 – 1 febbraio 2015 Palazzo Reale, Milano La mostra Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 che si aprirà il 17 settembre a Palazzo Reale di Milano è la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò il suo primo quadro, Le petit salon, fino alle ultime, monumentali opere degli anni ‘80 – che guideranno i visitatori lungo tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno generosamente collaborato. Descrizione: Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 17 settembre 2014 – 1 febbraio 2015 Palazzo Reale, Milano La mostra Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 che si aprirà il 17 settembre a Palazzo Reale di Milano è la più grande retrospettiva mai dedicata in Italia a Marc Chagall, con oltre 220 opere – prevalentemente dipinti, a partire dal 1908, data in cui Chagall realizzò il suo primo quadro, Le petit salon, fino alle ultime, monumentali opere degli anni ‘80 – che guideranno i visitatori lungo tutto il percorso artistico di Marc Chagall, accostando, spesso per la prima volta, opere ancora nelle collezioni degli eredi, e talvolta inedite, a capolavori provenienti dai maggiori musei del mondo, quali il MoMa, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo Nazionale Russo di S. Pietroburgo, il Centre Pompidou, oltre a 50 collezioni pubbliche e private che hanno generosamente collaborato. All’interno di un rigoroso e completo percorso cronologico, la mostra si articolerà in sezioni, partendo dalle opere degli esordi realizzate in Russia; durante il primo soggiorno francese, e il successivo rientro in Russia fino al 1921; con l’autobiografia scritta da Chagall al momento del suo definitivo abbandono della Russia, si aprirà il secondo periodo del suo esilio, prima in Francia e poi, negli anni ’40, in America dove vivrà anche la tragedia della morte dell’amatissima moglie Bella; con il rientro in Francia e la scelta definitiva di stabilirsi in Costa Azzurra Chagall ritroverà il suo linguaggio poetico più disteso, rasserenato dai colori e dall’atmosfera del Midi. La mostra Marc Chagall. Una retrospettiva 1908-1985 è promossa dal Comune di Milano-Cultura, è organizzata e prodotta da Palazzo Reale, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, Arthemisia Group e GAmm Giunti, è ideata da Claudia Zevi & Partners e curata da Claudia Zevi con la collaborazione di Meret Meyer. Il catalogo sarà pubblicato in coedizione da GAmm Giunti e 24 ORE CULTURA. Materiali stampa: http://bit.ly/V2FUXD Info e prenotazioni 02 54911; http://www.ticket.it/chagall Costo biglietto € 12,00 INGRESSO SINGOLO INTERO audioguida gratuita € 10,00 INGRESSO SINGOLO RIDOTTO audioguida gratuita Inizio: 17/09/2014 Fine: 02/01/2015 Indirizzo: Palazzo Reale, Milano Spazio: Palazzo Reale, Milano Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46313 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: HANS MEMLING Introduzione: 10 ottobre 2014 - 18 gennaio 2015 Scuderie del Quirinale, Roma A distanza di quasi 600 anni, il trittico del Giudizio Universale - l’opera più famosa di Memling, artista che seppe operare una sintesi armoniosa, complessa e sommamente originale delle conquiste dei grandi fondatori dell’arte fiamminga - toccherà il suolo italiano, per la prima volta, per essere esposta dal 10 ottobre alle Scuderie del Quirinale di Roma nella mostra “Hans Memling”, organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in con Arthemisia Group. Descrizione: HANS MEMLING a cura di Till-Holger Borchert 10 ottobre 2014 - 18 gennaio 2015 Scuderie del Quirinale, Roma A distanza di quasi 600 anni, il trittico del Giudizio Universale - l’opera più famosa di Memling, artista che seppe operare una sintesi armoniosa, complessa e sommamente originale delle conquiste dei grandi fondatori dell’arte fiamminga - toccherà il suolo italiano, per la prima volta, per essere esposta dal 10 ottobre alle Scuderie del Quirinale di Roma nella mostra “Hans Memling”, organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in con Arthemisia Group. Il progetto espositivo di Till-Holger Borchert, curatore del Memling Museum di Bruges, studioso di livello internazionale dell’arte fiamminga del XV secolo, da Van Eyck a Van der Weyden, riunisce una lunga serie di olii su tavola - che necessitano non solo di trasporti eccezionali, ma anche di essere preservate all'interno di speciali teche climatizzate e di cui è difficilissimo il prestito per mostre temporanee -, tra cui i capolavori assoluti di Memling, di raccolte pubbliche e private, e provenienti, tra gli altri, dal Groeninge Museum di Bruges, dalla Royal Collection di Londra, dal Museo del Louvre nonché dalla Frick Collection di New York, dalla National Gallery of Art di Washington, dal Metropolitan Museum di New York, dal Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona e dal Koninklijk Museum voor Schone Kunsten di Anversa. "Hans Memling" è la prima mostra interamente dedicata all'artista – incentrata su ogni aspetto della sua opera e della sua carriera, dalle pale d'altare ai trittici portatili, ai dipinti devozionali, oltre ai famosi ritratti, genere in cui Memling seppe perfezionare lo schema campito su uno sfondo di paesaggio, che ebbe vasta diffusione e un forte influsso anche sulle opere di numerosi artisti italiani del primo Cinquecento. Inizio: 10/10/2014 Fine: 18/01/2015 Indirizzo: Scuderie del Quirinale, Roma Spazio: Scuderie del Quirinale, Roma Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.898731 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: MARCO SCHIFANO Introduzione: MARCO SCHIFANO 1° ottobre 2014 - 16 gennaio 2015 Inaugurazione: mercoledì 1° ottobre, ore 18.30 Dal 1° ottobre 2014 al 16 gennaio 2015, lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano (Corso Monforte, 23) ospiterà la mostra di Marco Schifano (Roma, 1985). L’esposizione, presenterà 35 fotografie del giovane artista romano, caratterizzate da un’elevata precisione formale e da un notevole gusto compositivo. Descrizione: MARCO SCHIFANO 1° ottobre 2014 - 16 gennaio 2015 Inaugurazione: mercoledì 1° ottobre, ore 18.30 Dal 1° ottobre 2014 al 16 gennaio 2015, lo Studio Giangaleazzo Visconti di Milano (Corso Monforte, 23) ospiterà la mostra di Marco Schifano (Roma, 1985). L’esposizione, presenterà 35 fotografie del giovane artista romano, caratterizzate da un’elevata precisione formale e da un notevole gusto compositivo. Pur lavorando con gli strumenti fotografici - apparecchi che lo accompagnano fin dalla sua infanzia -, Schifano si muove seguendo una manualità antica, come un maestro rinascimentale o come un pittore fiammingo, ricostruendo con maniacale accuratezza le scene che saranno oggetto delle sue attenzioni. In bilico tra fotografia, montaggio filmico e pittura, queste immagini si accostano però anche al meccanismo della drammatizzazione teatrale e rappresentano sia la soggettività propria dell’artista, sia l’aspirazione all’oggettività dei singoli particolari. Come afferma il critico Gianluca Ranzi, nel suo testo in catalogo, “C’è un profondo senso dell’avventura che anima le opere di Marco Schifano. L’avventura consiste anche nella creazione di immagini che contrappongono la rapidità istantanea dello scatto al tempo lungo richiesto dalla complessa preparazione di ogni set, delle luci, delle piante rare, degli animali vivi che vi compaiono, anche amplificata dall’assenza pressoché totale di interventi di post-produzione digitale sugli scatti realizzati”. I soggetti comprendono animali, siano essi comuni (capre, oche, rane), o rari e feroci (leoni, armadilli, coccodrilli, avvoltoi) e vegetali (piante, fiori, frutta) che Schifano combina con oggetti inanimati come suppellettili, bicchieri in cristallo, argenterie, strumenti musicali, scranni neo-gotici, e molto altro, in una sorta di dialogo continuo che porta a interagire sullo stesso piano cose inanimate e soggetti viventi, in un sottile gioco tra realtà e finzione. “Schifano - sottolinea ancora Gianluca Ranzi - coinvolge lo spettatore in un’avventura estetica e conoscitiva che riguarda da una parte il manifestarsi inaspettato di una relazione tra i soggetti (di qualsiasi natura essi siano) e dall’altra la magia della prodigiosa resa fotografica delle textures, dei materiali e dei riflessi”. Con questo suo modo di operare, Marco Schifano si pone al di fuori del comune sentire artistico. Laddove si predilige la provocazione o l’elemento spettacolare e concettuale, lui risponde con immagini colte, costruite con un profondo senso della bellezza e della composizione. Accompagna la mostra un catalogo Edizioni Tip.Le.Co. Note biografiche Marco Schifano (1985) vive e lavora a Roma. Sin dall`infanzia i suoi “giocattoli” sono cineprese e macchine fotografiche, con le quali cresce sperimentando la propria capacità comunicativa. Si esercita nel “montaggio in macchina” per ottenere filmati dove fonde le sue ricerche sul senso e sul ritmo: tante ore di girato e un gran numero di scatti per arrivare a una propria rappresentazione estetica del mondo. La sua opera fotografica più recente si basa su una processualità complessa che prevede una lunga ricerca preliminare di elementi coordinati, assemblati e quindi ripresi per dare vita a iconografie altamente formalizzate. Lo still life è usato per rileggere la tradizione pittorica della natura morta, attraverso immagini che si collocano sulla soglia tra realtà e finzione. Milano, luglio 2014 MARCO SCHIFANO Milano, Studio Giangaleazzo Visconti (c.so Monforte 23) 1 ottobre – 16 gennaio 2015 Orari: da lunedì a venerdì, 11.00 - 13.00; 15.00 – 19.00. Ingresso libero Catalogo: Edizioni Tip.Le.Co. Info Studio Giangaleazzo Visconti Tel. 02.795251 info@studiovisconti.net www.studiovisconti.net Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche Marta Paini, tel. 02 36 755 700 marta.paini@clponline.it; www.clponline.it Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it Inizio: 10/01/2014 Fine: 16/01/2015 Indirizzo: Milano, Corso Monforte, 23 Spazio: Studio Giangaleazzo Visconti Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.467125 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: IL DUOMO DI SIENA RIAPRE LA SUA PORTA DEL CIELO Introduzione: IL DUOMO DI SIENA RIAPRE LA SUA PORTA DEL CIELO Dal 1° marzo 2014 al 6 gennaio 2015 Siena, Cattedrale Il Duomo di Siena riapre la sua “Porta del Cielo”. Dal primo marzo è possibile ammirare nuovamente la sommità dell’imponente fabbrica. Il percorso, aperto per la prima volta la scorsa primavera, ha permesso di accedere ad una serie di locali mai aperti al pubblico ed utilizzati solo dalle maestranze dirette dai grandi architetti che si sono avvicendati nei secoli. Descrizione: IL DUOMO DI SIENA RIAPRE LA SUA PORTA DEL CIELO Dal 1° marzo 2014 al 6 gennaio 2015 Siena, Cattedrale Il Duomo di Siena riapre la sua “Porta del Cielo”. Dal primo marzo è possibile ammirare nuovamente la sommità dell’imponente fabbrica. Il percorso, aperto per la prima volta la scorsa primavera, ha permesso di accedere ad una serie di locali mai aperti al pubblico ed utilizzati solo dalle maestranze dirette dai grandi architetti che si sono avvicendati nei secoli. Dopo la grande affluenza di pubblico italiano e straniero della passata stagione, il Rettore dell’Opera della Metropolitana, Mario Lorenzoni, ha promosso anche per l’anno in corso, l’apertura straordinaria della Porta del Cielo. Si accede al percorso attraverso la magnifica facciata, la quale è fiancheggiata da due imponenti torri terminanti con guglie di svariate forme che si proiettano verso l’alto. All’interno di queste si inseriscono scale a chiocciola, quasi segrete perché nascoste alla vista dei visitatori, che portano ai tetti del Duomo. Una volta giunti sopra le volte stellate della navata destra si inizia un itinerario riservato a piccoli gruppi, accompagnati da un’esperta guida, che riserva una serie di scoperte ed emozioni. Sarà infatti possibile camminare ‘sopra’ il sacro tempio e ammirare suggestive viste panoramiche ‘dentro’ e ‘fuori’ della cattedrale. Saranno aperte al visitatore le multicolori vetrate di Ulisse De Matteis con la rappresentazione degli Apostoli, dalle quali i turisti si affacceranno all’interno della cattedrale con la vista del pavimento, dei principali monumenti scultorei e dell’interno della cupola con il ‘Pantheon’ dei santi senesi, i quattro Patroni, santa Caterina e san Bernardino, i ‘giganti’ dorati che proteggono dall’alto la comunità dei fedeli. Si percorre dunque il ballatoio della cupola dal quale sarà possibile contemplare l’altar maggiore, la copia della vetrata di Duccio di Buoninsegna, con al centro la mandorla di Maria Assunta, e i capolavori scultorei. Dall’affaccio della navata sinistra è possibile ammirare uno splendido panorama sulla Basilica di S. Domenico, la Fortezze Medicea, l’intera cupola della cappella di S. Giovanni Battista, il paesaggio circostante fino alla Montagnola senese. Si entra infine dietro il prospetto della facciata nel terrazzino che si affaccia su Piazza del Duomo con la vista dello Spedale di S. Maria della Scala e si accede al ballatoio della controfacciata da dove si ha una vista generale sulla navata centrale e lo sguardo è accompagnato dal ritmo scandito dalle teste dei papi e degli Imperatori, attraverso le tarsie con i filosofi del mondo antico che proferiscono sentenze. La “porta del cielo” si apre dunque ai visitatori come salissero attraverso la scala apparsa in sogno a Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli angeli di Dio salivano e scendevano (Genesi 28,10-22). Nel sogno Dio promette a Giacobbe la terra sulla quale egli stava dormendo e un’immensa discendenza. Al suo risveglio Giacobbe esclama «Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo», verso utilizzato dalla liturgia nella messa della dedicazione delle cattedrali. Ma ‘porta del cielo’, secondo le litanie lauretane, è anche la Vergine, definizione che meglio esprime la potenza e la bontà di Maria, la quale come Madre di Cristo e dell'umanità, concorre alla nostra salvezza eterna in Cielo ove lei è ‘Regina assunta’. Il percorso “dall’alto” permetterà infatti di comprendere meglio la dedicazione del Duomo di Siena all’Assunzione della Madonna e il forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. L’Opera della Metropolitana ha inoltre istituito un nuovo biglietto integrato, OpaSiPass Plus che permette, oltre alla visita guidata della Porta del Cielo, l’accesso a tutte le altre sedi museali del Complesso monumentale del Duomo. L’iniziativa, fortemente voluta dall’Opera della Metropolitana di Siena, è organizzata da Opera – Civita Group. Inizio: 03/01/2014 Fine: 01/06/2015 Indirizzo: Siena, Cattedrale Spazio: Siena, Cattedrale Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.64719 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: LA MEMORIA FINALMENTE. ARTE IN POLONIA: 1989-2015 Introduzione: La Galleria civica di Modena inaugura il prossimo 21 marzo alle 18.00 "La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2015", mostra a cura di Marinella Paderni, prodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, realizzata in collaborazione con l'Istituto di Cultura Polacco di Roma e allestita alla Palazzina dei Giardini fino al 7 giugno 2015. Quattordici autori selezionati – sulla scorta di tre generazioni di artisti polacchi nati tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Ottanta – presentano fotografie, p Descrizione: LA MEMORIA FINALMENTE. ARTE IN POLONIA: 1989-2015 Galleria civica di Modena, Palazzina dei Giardini, 21 marzo-7 giugno 2015 La Galleria civica di Modena inaugura il prossimo 21 marzo alle 18.00 "La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2015", mostra a cura di Marinella Paderni, prodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, realizzata in collaborazione con l'Istituto di Cultura Polacco di Roma e allestita alla Palazzina dei Giardini fino al 7 giugno 2015. Quattordici autori selezionati – sulla scorta di tre generazioni di artisti polacchi nati tra la fine degli anni Cinquanta e la prima metà degli anni Ottanta – presentano fotografie, pittura, collage, performance, sculture, disegni, installazioni e video. Il percorso espositivo racconta il delicato passaggio tra passato e futuro vissuto dal Paese, mostra lo scarto tra radicate eredità culturali e l’invenzione di un’arte nuova, e rivela un tratto deciso e autonomo, piena espressione della Polonia post-socialista di oggi. La ricerca di un’identità nel presente, che rappresenti anche la promessa del futuro, è il leitmotiv della mostra: "La memoria finalmente", titolo di una poesia scritta da Wisława Szymborska, scrittrice polacca premio Nobel per la letteratura nel 1996. A 25 anni dall’indipendenza democratica, la Polonia è diventata la culla di un rinascimento culturale senza precedenti, humus di quelle istanze storiche che hanno plasmato l’Europa del secolo scorso, tra traumi, rimozioni e ricostruzioni. Divisa nel corso del XX secolo, tornata indipendente tra il 1919 e il 1939 e poi liberata con l’aiuto dell’Armata Rossa, la Polonia divenne un paese del blocco socialista sovietico. Storico e strategico crocevia tra Est e Ovest, è divenuta un osservatorio privilegiato dei fenomeni politici e culturali europei, coniugando, spesso suo malgrado, istanze e differenze dei due poli estremi del nostro continente. L’inizio dell’era post-socialista e l’ingresso del capitalismo hanno segnato un confine culturale tra passato e futuro. La libertà ritrovata ha rappresentato la promessa del futuro senza il pericolo di cadere nelle trappole della rimozione e della perdita di memoria. La scena artistica contemporanea ha contribuito in maniera incisiva a questo rinascimento culturale anche grazie a una riflessione critica attenta tanto al passato quanto al presente, capace di generare la consapevolezza necessaria per giungere alla costruzione di nuova identità. Critical Art e New Documentalists sono alcuni dei fenomeni artistici principali sorti tra gli anni Novanta e gli anni Duemila che si sono fatti carico di affrontare schiettamente il tema delicato della memoria, gli effetti del capitalismo e della globalizzazione impiantati su una storia di totalitarismi, l’essere e il divenire della società polacca. Gli artisti presenti in mostra: Paweł Althamer (1967), Mirosław Bałka (1958), Michał Budny (1976), Michał Grochowiak (1977), Nicolas Grospierre (1975), Paulina Ołowska (1976), Slavs and Tatars (Kasia Korczak, 1976 e Payam Sharifi, 1976), Monika Sosnowska (1972), Wilhelm Sasnal (1972), Aleksandra Waliszewska (1976), Ewa Axelrad (1984), Anna Molska (1983), Agnieska Polska (1985), Jakub Woynarowski (1982). Nella foto: Michał Grochowiak - dalla serie “Silence”, Untitled (Ola), 2007 mostra La memoria finalmente. Arte in Polonia: 1989-2015 sede Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande, Modena periodo 21 marzo-7 giugno 2015 organizzazione e produzione Galleria Civica di Modena Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con Istituto di Cultura Polacco di Roma inaugurazione sabato 21 marzo 18.00 preview per la stampa giovedì 19 marzo, ore 11.30 orari mercoledì-venerdì 10.30-13.00 e 16.00-19.30; sabato, domenica e festivi 10.30-19.30. Lunedì e martedì chiuso. ingresso gratuito ufficio stampa Clp Relazioni Pubbliche, Milano, Anna Defrancesco, tel. + 39 02 36755700, anna.defrancesco@clponline.it immagini e comunicati scaricabili www.clponline.it ufficio stampa Galleria civica di Modena, Cristiana Minelli tel. +39 059 2032883, galcivmo@comune.modena.it immagini e comunicati scaricabili nell'area giornalisti del sito della galleria informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932 www.galleriacivicadimodena.it Museo Associato AMACI Inizio: 21/03/2015 Fine: 07/06/2015 Indirizzo: Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103 Spazio: Galleria civica di Modena, Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.647321 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: LA COLLEZIONE DELLE ICONE RUSSE AGLI UFFIZI Introduzione: L’esposizione, nuovo appuntamento del ciclo ‘i mai visti’, propone 81 icone di proprietà delle Gallerie fiorentine, che costituiscono il più antico nucleo collezionistico d’immagini sacre russe esistente fuori dal mondo ortodosso. Descrizione: FIRENZE - GALLERIA DEGLI UFFIZI DAL 20 DICEMBRE 2014 AL 1° FEBBRAIO 2015 LA COLLEZIONE DELLE ICONE RUSSE AGLI UFFIZI L’esposizione, nuovo appuntamento del ciclo ‘i mai visti’, propone 81 icone di proprietà delle Gallerie fiorentine, che costituiscono il più antico nucleo collezionistico d’immagini sacre russe esistente fuori dal mondo ortodosso. Dal 20 dicembre 2014 al 1° febbraio 2015, la Sala delle Reali Poste del Museo fiorentino accoglie la mostra della “Collezione delle icone russe agli Uffizi”. La rassegna, promossa dall’Associazione Amici degli Uffizi e curata da Valentina Conticelli, Daniela Parenti della Direzione della Galleria e Vincenzo Gobbo, realizzata col contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è parte integrante del ciclo ‘i mai visti’, che ogni anno offre al pubblico l’opportunità di approfondire temi legati ad opere poco note delle sue collezioni. La mostra presenta 81 icone delle Gallerie fiorentine, costituenti il più antico nucleo collezionistico di icone russe esistente al di fuori del mondo ortodosso. I due esemplari più antichi, un’icona mariana e quella raffigurante la Decollazione del Battista, sono databili fra la fine del XVI secolo e l’inizio del XVII e conservano ancora la coperta d’argento, detta oklad, che le rendeva gradite al gusto principesco di casa Medici, trovando posto fin dal Seicento fra le suppellettili della cappella di Palazzo Pitti. Ad eccezione di pochi esemplari, tuttavia, la collezione giunse a Firenze in epoca lorenese ed è costituita per la maggior parte da icone databili alla prima metà del XVIII secolo; i caratteri stilistici che le accomunano sono tali da far supporre che possano essere state acquistate per piccoli gruppi in qualche bottega provinciale della Russia centrale. S’ignorano gli eventi che hanno portato questa raccolta a Firenze. Una scritta presente sul retro dell’icona con le Storie di Cristo porta a ipotizzare un legame con la chiesa ortodossa della Santissima Trinità di Livorno, eretta alla fine del sesto decennio del XVIII secolo con il favore del granduca Francesco Stefano di Lorena. Nell'ambito della strategia propagandistica messa in atto da Caterina di Russia durante la guerra con i Turchi (1768-1774), nel corso della quale la flotta russa soggiornò a Livorno, la zarina fece ricorso più volte a doni votivi, tributandoli anche alle comunità ortodosse d'occidente, ed è possibile che la collezione delle icone oggi agli Uffizi si origini in un episodio legato a questo particolare momento storico. “Sono grata agli Amici degli Uffizi e al personale della Direzione della Galleria – commenta il Soprintendente ad interim per il Polo Museale Fiorentino, Alessandra Marino – per la volontà di mantenere viva la tradizione dell’appuntamento espositivo di fine anno con ‘i mai visti’. Quest’anno i visitatori troveranno ad attenderli una serie di icone russe appartenenti alla Galleria e che, attraverso questa iniziativa, trova luogo e motivo per essere ammirata e apprezzata, a conferma del gusto collezionistico delle dinastie medicea e lorenese che ha attraversato i secoli ed è giunto sino a noi”. “Da qualche mese - ricorda Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi - è tornata agli Uffizi, dalla Galleria dell’Accademia, la collezione d’icone che intorno al 1782 era stata esposta da Luigi Lanzi e Giuseppe Pelli Bencivenni nel “Gabinetto di pitture antiche”, in una coabitazione con le tavole dei maestri operosi ai primordi dell’arte italiana che è emblematica d’una riscoperta critica per la quale è invalsa la formula di ‘fortuna dei primitivi’. L’esposizione riguarda un settore del patrimonio degli Uffizi ‘mai visto’ dai visitatori, ai quali sarà dato agio di conoscere una cultura antica e nuova”. “È davvero un piacere - afferma Maria Vittoria Rimbotti, Presidente degli Amici degli Uffizi - presentare alla città la nostra strenna natalizia. Da oltre un decennio l’Associazione che ho l’onore di presiedere, partecipa attivamente all’organizzazione della mostra del ciclo de ‘i mai visti’, che propone aspetti della collezione del Museo poco noti e raramente esposti. Quest’anno - prosegue Maria Vittoria Rimbotti - l’attenzione si è focalizzata sulla più antica collezione di icone russe esistenti fuori dal mondo ortodosso di proprietà della Galleria degli Uffizi, che testimoniano il raffinato gusto collezionistico fiorentino, iniziato già in ambito mediceo e proseguito con la casata lorenese, attento a forme di espressione artistica di grande ricercatezza, nate e sviluppate in paesi e culture solo apparentemente lontane da quelle italiane”. “Le icone russe - sottolinea Daniela Parenti - giunsero agli Uffizi da Palazzo Pitti nel corso della risistemazione della Galleria promossa da Pietro Leopoldo, che comportò lo spostamento di intere branche del collezionismo mediceo e il trasferimento di molti capolavori agli Uffizi dalle regge granducali. Le icone “greco-mosche” furono sistemate nel “Gabinetto di pitture antiche” come significative testimonianze della riscoperta delle antichità cristiane e della pittura delle origini, ed introducevano ai dipinti toscani a fondo oro come pure ai capisaldi del primo di Rinascimento di Angelico, Paolo Uccello, fino a Botticelli accanto a coppe paleocristiane, smalti e mosaici. Questo insolito, ma innovativo accostamento di opere “primitive” fu smantellato alla fine del XVIII per far posto a un diverso ordinamento e le icone russe furono relegate nella villa medicea di Castello, dove rimasero fino al XX secolo. Depositate quindi a Palazzo Pitti e poi alla Galleria dell’Accademia, tornano nuovamente agli Uffizi, in virtù degli spazi in accrescimento del progetto Nuovi Uffizi”. “L’esposizione - dichiara Vincenzo Gobbo - dell’interessante gruppo d'icone russe si suddivide in tre sezioni che raggruppano le tavole dipinte aventi per tema il Cristo, la Madre di Dio e le diverse figure di santi che animano il Credo ortodosso. Dal punto di vista artistico, le icone della collezione fiorentina costituiscono un insieme eterogeneo all'interno del quale si trovano immagini sacre caratterizzate da una discreta qualità nella resa iconografica, a cui s'alternano quelle in cui lo stile 'popolare' è evidenziato da tratti più semplici e ingenui”. Firenze, 19 dicembre 2014 LA COLLEZIONE DELLE ICONE RUSSE AGLI UFFIZI Firenze, Galleria degli Uffizi - Sala delle Reali Poste 20 dicembre 2014 - 1 febbraio 2015 Orari: da martedì a domenica, ore 10.00 - 17.00 Ingresso libero Informazioni: tel. (+39) 055 285610 - (+39) 055 2646456 info@amicidegliuffizi.it Catalogo: Sillabe, a cura di Valentina Conticelli, Vincenzo Gobbo e Daniela Parenti Visite guidate gratuite a cura degli assistenti alla fruizione e vigilanza della Galleria degli Uffizi A partire dal 7 gennaio 2015: mercoledì, ore 14.30 e 15.45; giovedì, 10.15 e 11.30 Laboratori didattici gratuiti su prenotazione, a cura di Cristina Bonavia, Serena Mannori, Ilenia Ulivi 27 dicembre 2014, 3-10-17-24 e 31 gennaio 2015, ore 10.30 Per prenotazioni: cristinabonavia@gmail.com Ufficio stampa degli Amici degli Uffizi CLP Relazioni Pubbliche, Marta Paini, tel. 02 36 755 700; marta.paini@clponline.it www.clponline.it Ufficio Comunicazione Opera Laboratori Fiorentini SpA – Civita Group Marco Ferri, cell. 335 7259518 - marcoferri.press@gmail.com Ufficio stampa per la Galleria degli Uffizi Francesca de Luca e Barbara Vaggelli Inizio: 20/12/2014 Fine: 01/02/2015 Indirizzo: FIRENZE - GALLERIA DEGLI UFFIZI Spazio: GALLERIA DEGLI UFFIZI Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.767786 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.clponline.it/mostre/la-collezione-delle-icone-russe-agli-uffizi Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: UTofFRAMES BERGAMASCHI, CALORI-MAILLARD, CUMIA, HELL, SPERA Introduzione: Dopo la “pittura espansa”, tema che ha rin-novato la formula del Premio Lissone 2014, è ora la volta delle opere “fuori cornice” di Agostino Bergamaschi (Milano, 1990), Calori&Maillard (Bologna, 1986 - Bourg La Reine, 1984), Stefano Cumia (Palermo, 1980), Silvia Hell (Bolzano, 1983), Stefano Spera (Monza, 1983). Descrizione: UTofFRAMES BERGAMASCHI, CALORI&MAILLARD, CUMIA, HELL, SPERA Museo d’Arte Contemporanea 13 dicembre 2014 - 15 febbraio 2015 Dopo la “pittura espansa”, tema che ha rin-novato la formula del Premio Lissone 2014, è ora la volta delle opere “fuori cornice” di Agostino Bergamaschi (Milano, 1990), Calori&Maillard (Bologna, 1986 - Bourg La Reine, 1984), Stefano Cumia (Palermo, 1980), Silvia Hell (Bolzano, 1983), Stefano Spera (Monza, 1983). Apprezzati dalla giuria del premio appena concluso, i cinque finalisti sono stati invitati a esporre nuovamente al museo di Lissone, dando così seguito alle loro ricerche individuali. Come recita il titolo dell’installazione di Agostino Bergamaschi, Un gesto originario è «un'azione infinitamente originata, un fascio di luce che diviene forma nello spazio e che vuole essere percepito sensibilmente in una nuova materia, in una superficie mutevole, leggera e visibile, ma allo stesso tempo pesante e percepibile». Una fotografia, che da terra viene spinta verso l'alto, ritrae il momento in cui dei pulviscoli di polvere attraversano un fascio luminoso; la luce si rifrange su di essi e illuminandoli dà vita a un vortice che sembra concentrarsi in un punto, come se ad attirarli fosse un'energia che li trasforma in materia. Viceversa, un elemento in marmo raccoglie questa energia e la attrae a sé per allungarsi nello spazio, fino a diventare leggero, quasi impercettibile. LAMPS #2 (SCP-trittico GBR) di Stefano Cumia è il risultato di una serie di azioni rituali che ribaltano e mettono in discussione l'ordine interno del “discorso sulla pittura”, riorganizzandone la sintassi. Il disegno si definisce a partire dalla traccia della struttura del telaio che affiora sulla tela ribaltata, diventando elemento portante che viene rei-terato con minime variazioni. La gamma cro-matica è limitata ai tre colori primari che si alternano in altrettante combinazioni, sia per quanto riguarda la posizione che occupano sulla superficie, sia per la scelta dei materiali connessi alle diverse fasi del lavoro. Le sculture di Silvia Hell sono parte di due progetti basati su un processo di codifica che intende far confluire in una forma estetica una gamma di valori multidimensionali. In A Form of History il focus è posto sulle complesse riconfigurazioni della fisionomia dell’Europa; i diversi diametri di ogni scultura corrispondono agli anni, dal 1861 al 2011, in cui il confine di uno stato è cambiato. In Cosa accade quando si dice: ‘ecco, ho un’idea’?, citazione di Deleuze tratta da Cos'è l'atto di creazione, vi è una corrispondenza tra titolo e forma. Il processo di sostituzione dal testo al volume si attua in due fasi, la prima è l’abc, cioè la traduzione delle lettere, per altezza e larghezza, in solidi; la seconda riguarda il si-gnificato dell’enunciato, rispetto al quale si delinea la scultura. Calori & Maillard, che al Premio Lissone avevano partecipato con una Chaise lounge costruita con semplici telai da pittura e tela dipinta, presentano ora una variante dello stesso ciclo: Study on painting n9 (Henri). «Henri», spiegano le artiste, «era un amico caro che ogni giorno guardava le montagne per riprodurle. Henri era un amico caro che ogni giorno seguiva l'andamento in borsa. Henri era un amico caro che stringeva sem-pre gli occhi per vedere il doppio delle cose. Henri si perdeva nel disegno del tappeto che diventava un mondo». Il tema indagato da Stefano Spera è il rapporto tra uomo-spazio-opera rispetto al concetto di reale/virtuale. Il vero protagonista di questi dipinti è lo spazio, che il world wide web distorce e altera; la pittura diventa quindi rideterminazione e appropriazione di immagini legate agli spazi museali. L’opera rappresenta una raccolta di esperienze frammentarie (con annesse distorsioni) attinte dalla rete che, come dice Jean Baudrillard, diventa il nostro terzo occhio, o forse un’altra dimensione tra il reale, il virtuale e l’immaginazione. Inizio: 13/12/2014 Fine: 15/02/2015 Indirizzo: Lissone, Museo d’Arte Contemporanea Spazio: Museo d’Arte Contemporanea Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.607419 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.clponline.it/mostre/out-frames-bergamaschi-calorimaillard-cumia-hell-spera Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: SHEPARD FAIREY - OBEY Introduzione: Dopo il grande successo della mostra di Andy Warhol, con oltre 45.000 visitatori, il PAN | Palazzo delle Arti di Napoli ospita dal 6 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015, Shepard Fairey, uno dei più celebrati street artist americani. Autore tra i più influenti della scena contemporanea, Shepard Fairey, meglio conosciuto con lo pseudonimo di OBEY Descrizione: SHEPARD FAIREY. #OBEY Napoli, Pan | Palazzo delle Arti Napoli - Palazzo Roccella (via dei Mille 60) Sabato 6 Dicembre 2014 - Sabato 28 Febbraio 2015 Testo Luigi De Magistris - Sindaco di Napoli Testo Gaetano Daniele - Assessore alla Cultura del Comune di Napoli Testo Colombia Barrosse - Console Generale degli Stati Uniti d’America, Napoli Testo Luca Giglio - Presidente di Password Onlus Testo Massimo Sgroi - Curatore della mostra Colophon mostra SHEPARD FAIREY #OBEY PAN | Palazzo delle Arti Napoli - Palazzo Roccella 6 dicembre 2014 - 28 febbraio 2015 www.obeynapoli.com Dopo il grande successo della mostra di Andy Warhol, con oltre 45.000 visitatori, il PAN | Palazzo delle Arti di Napoli ospita dal 6 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015, Shepard Fairey, uno dei più celebrati street artist americani. Autore tra i più influenti della scena contemporanea, Shepard Fairey, meglio conosciuto con lo pseudonimo di OBEY, ha accresciuto la sua fama grazie all’immagine stilizzata in quadricromia di Barack Obama sovrapposta ai termini Hope (speranza), Change (cambiamento), Progress (progresso), divenuta simbolo della campagna elettorale del futuro presidente degli Stati Uniti d’America nel 2008. Con questo ritratto, definito dal critico d’arte del New Yorker, Peter Schjeldahl, “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”, Obey ha dato vita a un’icona pop contemporanea così come Andy Warhol aveva fatto con Marilyn Monroe, Mao, la Campbell’s soup e altro. L’esposizione, curata da Massimo Sgroi, organizzata da Password Onlus, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, col patrocinio del Consolato degli Stati Uniti d’America a Napoli, con il supporto di Jaguar Land Rover e la collaborazione di Tudor, di Giglio Arte e dell’Associazione Spirale d’Idee, presenta per la prima volta in uno spazio museale italiano 90 opere, che raccontano l’evoluzione stilistica di Shepard Fairey, come la serie realizzata per la città di Venezia, Obama Manifest Hope, la monumentale tela, finora mai esposta, a cui si affiancano lavori provenienti da collezioni private. “Napoli - afferma Gaetano Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli - si conferma, ancora una volta con questa mostra, oltre che come luogo privilegiato di produzione artistica, anche come un grande attrattore a livello internazionale e sono particolarmente fiero che il Palazzo della Arti della nostra città, punto di riferimento cittadino dell'arte contemporanea, abbia ritrovato in questi mesi un ruolo di primissimo piano”. La rassegna consente al visitatore di confrontarsi su tematiche sociali sempre attuali, come la guerra, la repressione, la propaganda, il razzismo, la difesa dell’ambiente e il rapporto con la musica e le icone del nostro secolo. Il fine per Obey è di stimolare il fruitore a giungere a una propria interpretazione e riflettere sul senso di ciò che vede: “È un dialogo costante con l’osservatore; ciò che faccio è inviare uno stimolo e rispondere con un nuovo stimolo in base alla reazione ricevuta”. Catalogo Drago. Note biografiche Frank Shepard Fairey, conosciuto con lo pseudonimo di Obey è nato a Charleston, in South Carolina, il 15 febbraio 1970. Figlio di un medico e di un'agente immobiliare, Fairey cresce in South Carolina, compie studi artistici e nel 1988 si diploma all'Accademia d'arte. Nel 1989 idea e realizza l'iniziativa André the Giant Has a Posse; dissemina i muri della città con degli adesivi (stickers) che riproducono il volto del famoso lottatore di wrestling André the Giant; gli stessi sono stati poi replicati da altri artisti in altre città. Come lo stesso Fairey ebbe modo di spiegare, non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto; il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico e di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l'ambiente urbano. In quel momento, la poetica di Obey prende forma, concentrandosi sui temi cruciali della propaganda e del controllo sociale. Un’attenzione all’aspetto comunicativo dell’arte che l’artista metterà a frutto nella guerrilla marketing e, nel corso del conflitto tra gli Stati Uniti e l’Iraq, nel campo della politica, grazie alla realizzazione di una serie di manifesti di stampo pacifista. Ma l’iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Fairey è stato il manifesto Hope che riproduce il volto stilizzato di Barack Obama, diventato l'icona della campagna elettorale che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il manifesto apparve, sempre durante la campagna elettorale del 2008, con altre due scritte: "Change" e "Vote". Il comitato elettorale di Obama non ufficializzò mai la collaborazione con Fairey, probabilmente perché i manifesti venivano affissi illegalmente, come nella tradizione della street art, ma il presidente, una volta eletto, inviò una lettera all'artista, resa poi pubblica, in cui ringraziava Fairey per l'apporto creativo alla sua campagna, la lettera si chiude con queste parole: "Ho il privilegio di essere parte della tua opera d'arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno". Password Onlus è un’associazione culturale con sede a Milano, nata nel 2003 con l’obiettivo di progettare, realizzare e promuovere eventi culturali e mostre con alto valore artistico, ponendo particolare attenzione al periodo contemporaneo. Le radici dell’associazione sono caratterizzate dalla cura e dalla passione attraverso la quale si avvicina il pubblico ai linguaggi dell’arte contemporanea, non sempre di facile accesso e di immediata lettura. Secondo il presidente Luca Giglio, “il racconto dei contenuti dell’artista e dei suoi lavori nei musei e negli spazi pubblici, diventano la password per avvicinarsi e capire il mondo dell’arte ed il rapporto tra l’artista e il patrimonio artistico e architettonico di una città”. Napoli, 5 dicembre 2014 SHEPARD FAIREY #OBEY Napoli, Pan | Palazzo delle Arti Napoli - Palazzo Roccella (via dei Mille 60) Dal 6 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015 Orari: dal lunedì al sabato dalle ore 9.30 alle ore 19.30; domenica dalle ore 9.30 alle 14.30. Ingresso: € 8,00 intero; € 6,00 ridotto (ragazzi dai 6 ai 26 anni; over 60; insegnanti; giornalisti non accreditati con tesserino; forze dell’Ordine non in servizio; T.C.I.; titolari di apposite convenzioni); € 4,00 ridotto portatori di handicap; Gratuito per bambini fino a 5 anni, accompagnatore di disabile e giornalisti accreditati; Biglietto famiglia valido per 4 persone: € 20,00; Ridotto scuole € 4,50 (Min 15/ Max 25) con due accompagnatori gratuiti; Ridotto gruppi € 6,00 (Min 15/ Max 25) con un accompagnatore gratuito Informazioni: tel. 331 5257660 http://www.obeynapoli.com/ Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche Marta Paini, tel. 02 36 755 700 marta.paini@clponline.it www.clponline.it Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it Ufficio stampa Pan Domenico Annunziata Capo ufficio stampa Comune di Napoli Tel. 081 7954575 ufficio.stampa@comune.napoli.it Inizio: 06/12/2014 Fine: 28/02/2015 Indirizzo: Napoli - via dei Mille 60 Spazio: Palazzo delle Arti Napoli Area geografica: Sud Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: I TESORI DELLA FONDAZIONE BUCCELLATI Introduzione: La rassegna presenta una selezione di oltre cento opere, tra gioielli, lavori di oreficeria e di argenteria disegnati da Mario e Gianmaria Buccellati, tra cui la Coppa Florentia, prezioso omaggio di Gianmaria Buccellati alla città di Firenze che più di ogni altra ha saputo stimolare la sua creatività, attraverso i suoi tesori d’arte. Descrizione: La rassegna presenta una selezione di oltre cento opere, tra gioielli, lavori di oreficeria e di argenteria disegnati da Mario e Gianmaria Buccellati, tra cui la Coppa Florentia, prezioso omaggio di Gianmaria Buccellati alla città di Firenze che più di ogni altra ha saputo stimolare la sua creatività, attraverso i suoi tesori d’arte. Mario e Gianmaria Buccellati sono due tra i nomi più significativi del panorama orafo mondiale, eredi della illustre tradizione italiana, fiorita nel Rinascimento con Benvenuto Cellini, uno dei massimi artisti di ogni epoca. Fu proprio seguendo i canoni rinascimentali che Mario Buccellati, definito da Gabriele d’Annunzio, di cui fu amico e sodale, il ‘Principe degli orafi’, creava le sue opere, reinterpretandole in modo assolutamente personale, unico e facilmente riconoscibile. A lui, va assegnato il merito di aver fatto conoscere lo ‘stile Buccellati’ capace di diventare un mito dell’arte orafa, apprezzato dai membri delle case regnanti, da pontefici e uomini di cultura. La rassegna si apre con un omaggio a Mario Buccellati (Ancona, 1891 - Milano, 1965). Sono esposti alcuni tra i pezzi più preziosi ideati dal fondatore del marchio, come i bracciali, le spille o la tiara, lavorati a ‘tulle’ o a ‘nido d’ape’, vero segno distintivo di Casa Buccellati, in cui la finezza del traforo è esaltata dall’incastonatura dei brillanti e delle pietre preziose. Il suo legame di complicità con il Vate è testimoniato da un bracciale in argento ritorto decorato con cinque lapislazzuli, contenuto in un astuccio firmato personalmente da d’Annunzio, da una collana in oro giallo, decorata con un berillo e rubini, offerta a Eleonora Duse come gioiello “prezioso, ancorché bizzarro”, da indossare come “serto ombelicale” e da oggetti quali portagioie e portasigarette con incisi motti e immagini cari al poeta e un portapillole recante l’iscrizione di una delle espressioni preferite da d’Annunzio, “Io ho quel che ho donato”. Lo studio, le conoscenze tecniche e i segreti di lavorazione dell’argento antico, hanno portato Mario Buccellati a riprodurre fedelmente otto coppe del tesoro di Boscoreale, il sito archeologico vicino a Pompei, dove sorgeva la villa “della Pisanella”, sepolta dalla lava a seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Gli elementi che più colpiscono sono le decorazioni a rilievo, sbalzate dall’interno e rinvigorite martellandole dall’esterno. Il percorso allestito all’interno del museo fiorentino prosegue con la sezione dedicata a Gianmaria Buccellati (Milano, 1929), il cui talento precoce - disegnò il primo gioiello a dodici anni - fu incoraggiato dal padre per continuare la tradizione di famiglia. Come ha avuto modo di affermare lo stesso Gianmaria, “Mio padre non mi ha insegnato le tecniche di lavoro, come io non le ho insegnate a mio figlio. Quello che avviene è la trasmissione del pensiero, la visione, l’esperienza lavorativa e l’assorbimento della tradizione”. “Volevo ‘rubare’ - continua - i segreti di mio padre, così da poterli aggiungere ai miei e in questo modo acquisire un’identità differente dalla sua. Ognuno di noi procede con il proprio istinto, avendo però assimilato i principi e le tecniche della nostra storia”. Il luogo che accoglie i capolavori di Gianmaria Buccellati risulta particolarmente evocativo della sua vicenda personale. Fu proprio visitando, nel 1968, il Museo degli Argenti – dove sono conservati i celebri vasi in pietre dure di Lorenzo de Medici nonché i gioielli dell’Elettrice Palatina, oltre agli splendidi lavori di oreficeria del tesoro della famiglia Medici - che Gianmaria Buccellati colse l’ispirazione per cimentarsi nella realizzazione di opere che, pur rivaleggiando per ricchezza e splendore con quelle medicee, fossero espressione delle sue personali ricerche tecniche e formali. Fu così che nacquero gli Oggetti preziosi, come sono stati definiti dallo stesso Gianmaria, pezzi unici, quali coppe, vasi e scatole appartenenti alla sua collezione personale che lui stesso disegnò e realizzò. Sono manufatti che testimoniano il suo forte legame e il suo costante rapporto con la cultura rinascimentale, barocca e rococò italiana e del resto d’Europa. Tra questi spicca ‘La Coppa dell’Amore’ (1975), ispirata da un motivo rococò che, con l’eleganza delle forme femminili, sottolinea l’immagine più alta dello spirito dell’amore. I motivi a rouches decorano un bellissimo pezzo antico di diaspro rosso, mentre Venere e tre cupidi, eseguiti con la tecnica della cera persa, sembrano muoversi nell’acqua e nell’aria. Il rispetto che Mario, prima, e Gianmaria Buccellati, in seguito, avevano nutrito verso le tecniche rinascimentali e medicee è rappresentato, tra gli altri, da straordinari pezzi, come lo ‘Scrigno mediceo’, un prezioso manufatto di forma decagonale, primo oggetto pensato e realizzato da Gianmaria Buccellati per la sua collezione. Esso riprende i motivi d’ispirazione classica, dai volumi particolarmente originali, che si rifanno ai più celebrati canoni architettonici dell’epoca rinascimentale, al disegno decorativo che riprende i particolari delle formelle o lesene dei marmi o dei legni dell’epoca, fino ad arrivare ai colori essenziali dell’oro dell’acciaio e dei brillanti. Le decorazioni, in oro traforato e modellate con incisioni raffinatissime, sono riportate su lastra d’acciaio brunito color canna di fucile, a loro volta fissate all’interno di profili che segnano le forme della scatola. Tutti i profili sono modellati a foglie ricorrenti mentre, al centro del coperchio, un rosone incassato in brillanti, si equilibra con i brillanti nei piccoli rosoni che completano la decorazione delle formelle. Anche la purezza delle forme neoclassiche influenzò Gianmaria Buccellati. Ne è un esempio il ‘Cratere delle Muse’ (1981), una coppa di giada che celebra il mito delle nove divinità delle arti nella tradizione greca. Particolarmente intenso è il contrasto di colori tra il verde del blocco di giada e l’oro giallo e l’argento, tempestati con oltre 2000 zaffiri cabochon, della base e del bordo, sul quale sono incisi i nomi delle muse. Accompagna la mostra un catalogo Skira. Firenze, 1 dicembre 2014 I TESORI DELLA FONDAZIONE BUCCELLATI Da Mario a Gianmaria, 100 anni di storia dell’arte orafa Firenze, Palazzo Pitti - Museo degli Argenti (Piazza Pitti 1) 2 dicembre 2014 – 22 febbraio 2015 Orari: dalle 8:15 alle 16:30; chiuso il 1° e l'ultimo lunedì del mese, il chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio Ingresso: Intero: € 7,00 Ridotto: € 3,50 Il biglietto consente l'ingresso anche al Museo delle Porcellane, al Giardino di Boboli, al Museo del Costume e al Giardino Bardini. Catalogo Skira Info: tel. 055 294883 Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche | Marta Paini, tel. +39 02 36755700 | marta.paini@clponline.it | www.clponline.it Inizio: 02/12/2014 Fine: 22/02/2015 Indirizzo: Firenze, Palazzo Pitti - Museo degli Argenti (Piazza Pitti 1 Spazio: Firenze, Palazzo Pitti - Museo degli Argenti Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.764799 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: AMOS GITAI. Strade/Ways Introduzione: Una mostra/installazione creata dal grande regista israeliano per la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale di Milano che, con sue fotografie in grande formato, sequenze di suoi film, dispositivi sonori e visivi, indica i legami che uniscono culture, storie e persone nelle terre del medio e del lontano Oriente. Descrizione: MILANO - PALAZZO REALE - SALA DELLE CARIATIDI 2 DICEMBRE 2014 - 1 FEBBRAIO 2015 Una mostra/installazione creata dal grande regista israeliano per la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale di Milano che, con sue fotografie in grande formato, sequenze di suoi film, dispositivi sonori e visivi, indica i legami che uniscono culture, storie e persone nelle terre del medio e del lontano Oriente. Dal 2 dicembre 2014 al 1° febbraio 2015, Palazzo Reale a Milano ospita Strade/Ways, la mostra/installazione inedita del grande regista israeliano Amos Gitai, creata appositamente per la Sala delle Cariatidi. L’iniziativa è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale, GAmm Giunti e Centro Studi Moshe Tabibnia. Sequenze di film, fotografie, documenti, tappeti antichi e dispositivi visivi e sonori compongono l’opera che trae ispirazione da tre differenti percorsi. Il primo, è il film Lullaby to my father, dedicato alla vita di suo padre, l’architetto del Bauhaus Munio Weinraub che, costretto a fuggire dai nazisti, si trasferirà in Palestina e svolgerà un ruolo decisivo nella nascita dell’architettura israeliana; il secondo, è la conversazione tra Gitai e il grande fotografo milanese Gabriele Basilico, sulla fotografia, l’architettura, gli scenari del film Free Zone dedicato ad un luogo/non luogo che raggiunsero insieme; il terzo, che occupa l’intera sala delle Cariatidi, ricostruisce il processo che porta alla nascita di Carpet, il nuovo film del regista, le cui riprese non sono ancora iniziate. "Milano città mondo e capitale internazionale della cultura: questo il ruolo della città che da oggi è orgogliosa di ospitare in una delle sue sedi espositive più prestigiose, la Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, la significativa testimonianza del lavoro di un artista che ha contribuito a formare la sensibilità contemporanea su temi fondamentali della società globale, intrecciando Oriente e Occidente, passato e presente, tradizione e nuovi linguaggi", ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno. Il percorso espositivo prende avvio dal film Lullaby to my father che Gitai dedicò a suo padre, il famoso architetto, Munio Gitai Weinraub. Giunto a 18 anni al Bauhaus di Dessau, la straordinaria scuola diretta da Gropius, partecipa alla vita di quel luogo di studio e ricerca, dove incontra e lavora anche con Kandinsky e Mies van der Rohe, come testimoniano le corrispondenze venute alla luce durante la lavorazione del film. Nel giugno del 1933, dopo avere partecipato alla breve stagione del Bauhaus a Berlino, Munio viene condannato come “traditore del popolo tedesco” e costretto a emigrare in Svizzera per poi trasferirsi ad Haifa dove condusse la sua attività professionale, senza mai dimenticare gli insegnamenti e il rigore della scuola che lo aveva formato. Gabriele Basilico fissa in fotografia le molte costruzioni realizzate in Israele e al suo ricordo di uomo e di architetto si rivolge la poesia del figlio che dà il titolo al film. Free Zone è un road-movie che parla dell’incontro di tre donne, un’americana (Natalie Portman), un’israeliana (Hanna Lazslo) e una palestinese (Hiam Abbas), in quella zona franca, a est della Giordania, dove regna la pace senza alcuna barriera tra stati. Sono esposte alcune immagini tratte dal film, oltre a degli estratti della lunga conversazione tra Gitai e Gabriele Basilico, avvenuta durante il viaggio che i due avevano intrapreso proprio in quei luoghi, che abbraccia temi quali l’architettura, la fotografia e il cinema. La sezione di Free Zone introduce alla maestosa sala delle Cariatidi dove Gitai ha allestito un affascinante percorso di grandi fotografie, rarissimi tappeti, proiezioni e suoni intorno al tema del suo prossimo film, Carpet, la cui sceneggiatura inedita è pubblicata nel catalogo della mostra. La pellicola racconterà la storia a ritroso di un tappeto, dalla casa d’asta dove è stato battuto fino al luogo della sua produzione, attraverso immagini di luoghi, paesaggi, popoli e persone raccolte lungo tutto il viaggio. In questa ambientazione, coinvolgente ed emozionante, alcuni straordinari tappeti, scelti da Moshe Tabibnia nella sua collezione, segneranno i passaggi dei luoghi, delle culture, delle storie e dei popoli che vivono e viaggiano tra il Mediterraneo e l’Oriente. “Carpet - afferma Gitai - propone un viaggio in diversi territori e rappresenta al contempo un oggetto concreto, ossia un bellissimo tappeto, frutto di tradizioni e abilità artigianali secolari, ma anche una metafora delle relazioni che nel corso dei secoli sono state intessute tra i popoli orientali nonché tra Oriente e Occidente”. Al progetto di illuminazione della mostra ha contribuito Jean Kalman, impegnato in questi giorni a curare le luci del Fidelio, opera che aprirà la stagione scaligera. Le suggestioni suggeritegli dalla sala delle Cariatidi, le cui decorazioni sono state in parte distrutte durante la seconda guerra mondiale, hanno portato Gitai a utilizzare il soffitto come un ideale schermo da proiezione. Lo stesso regista afferma che “con le sue statue andate in parte perdute e i suoi specchi antichi, questa sala davvero magnifica emana un fascino particolare. Ed è proprio qui che ho deciso di installare le proiezioni. Non ho voluto degli schermi al plasma: per me era importante che gli estratti venissero proiettati non su degli schermi ma direttamente sul soffitto, di modo che gli spettatori possano prendere coscienza di questa sala e della sua storia. Lo schermo è costituito dall’edificio stesso. Il contesto è importante: ciò vale sia per i film che per le mostre. E con contesto intendo sia le condizioni materiali che lo sfondo socio-politico”. Accompagna la mostra un libro catalogo in tre separati volumi pubblicato - ciascuno dedicato ad una tappa della mostra - da GAmm Giunti in coedizione con Moshe Tabibnia Milano. Milano, 1 dicembre 2014 AMOS GITAI. Strade/Ways Milano, Palazzo Reale – Sala delle Cariatidi 2 dicembre 2014 - 1 febbraio 2015 Orari: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30. Ingressi: Biglietto intero Euro 6,00 - Ridotto Euro 4,00 - Biglietto speciale visitatori Chagall Euro 3,00 Catalogo: GAmm Giunti/Moshe Tabibnia in mostra € 30,00 Info: www.mostragitai.it - www.comune.milano.it/palazzoreale Uffici stampa CLP Relazioni Pubbliche Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700 anna.defrancesco@clponline.it; Ufficio stampa Comune di Milano Elena Conenna, tel. 02 88453314 elenamaria.conenna@comune.milano.it Inizio: 02/12/2014 Fine: 01/02/2015 Indirizzo: Milano, Palazzo Reale – Sala delle Cariatidi Spazio: Palazzo Reale – Sala delle Cariatidi Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: FORMA E DESIDERIO The Cal - Collezione Pirelli Introduzione: Dal 21 novembre 2014 al 22 febbraio 2015, Palazzo Reale a Milano ospita la mostra “Forma e Desiderio. The Cal - Collezione Pirelli” che presenta una selezione di circa 200 fotografie tratte dai Calendari Pirelli dalla nascita a oggi. L’esposizione - curata da Walter Guadagnini e Amedeo M. Turello, promossa dal Comune di Milano-Cultura con il patrocinio di Expo e organizzata e prodotta da Palazzo Reale e GAmm Giunti - nasce grazie al fondamentale contributo di Pirelli che, ai fini della selezione espositiva, ha messo a disposizione il suo archivio, con migliaia di fotografie dei più grandi fotografi mondiali. Descrizione: MILANO A PALAZZO REALE DAL 21 NOVEMBRE 2014 AL 22 FEBBRAIO 2015 FORMA E DESIDERIO The Cal - Collezione Pirelli Dal 21 novembre 2014 al 22 febbraio 2015, Palazzo Reale a Milano ospita la mostra “Forma e Desiderio. The Cal - Collezione Pirelli” che presenta una selezione di circa 200 fotografie tratte dai Calendari Pirelli dalla nascita a oggi. L’esposizione - curata da Walter Guadagnini e Amedeo M. Turello, promossa dal Comune di Milano-Cultura con il patrocinio di Expo e organizzata e prodotta da Palazzo Reale e GAmm Giunti - nasce grazie al fondamentale contributo di Pirelli che, ai fini della selezione espositiva, ha messo a disposizione il suo archivio, con migliaia di fotografie dei più grandi fotografi mondiali. Diventato in breve tempo un oggetto di culto, il Calendario da più di cinquant’anni interpreta i cambiamenti sociali e culturali e anticipa le tendenze delle nuove mode, attraverso l’occhio attento dei più celebrati autori contemporanei, da Herb Ritts a Richard Avedon, da Peter Lindberg a Bruce Weber, da Peter Beard a Steve McCurry, da Patrick Demarchelier a Steven Meisel. “Un progetto che restituisce la giusta dimensione artistica a una delle più importanti campagne di comunicazione degli ultimi cinquant’anni, che ha saputo entrare nell’immaginario di ciascuno di noi grazie al fascino senza tempo delle modelle e al talento dei fotografi che l’hanno realizzato”, ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno. “GAmm Giunti - afferma Filippo Zevi, consigliere delegato GAmm Giunti - è lieta di aver avviato la produzione della mostra ‘Forma e Desiderio’, che propone circa duecento immagini scattate dai più grandi fotografi degli ultimi cinquant'anni, per realizzare ogni anno l'edizione del Calendario Pirelli”. “GAmm Giunti - continua Filippo Zevi - conferma in questo modo la propria attenzione ai maestri della fotografia mondiale, sia come produttore che come partner privilegiato di iniziative dedicate a questa meravigliosa forma d’arte. In una stagione espositiva contraddistinta da grandi eventi, questa rassegna rappresenta per il pubblico milanese un’occasione imperdibile per ripercorrere quanto di meglio la fotografia ha saputo produrre in mezzo secolo di storia, e di entrare in contatto con un universo di enorme fascino ed eleganza formale”. “Tutti i grandi fotografi protagonisti del Calendario Pirelli - sostiene Walter Guadagnini - da Stern a Weber, da Avedon a Newton, da Testino a Sorrenti, da Ritts a Lindbergh e oltre, si confrontano con la storia, con le simbologie e le mitologie, con gli apparati scenografici e con le composizioni astratte, con la ricerca esplicita della seduzione – magari anche solo quella del luogo, non necessariamente quella del corpo – in un tempo sospeso, tra realtà e illusione, elementi tutti che ritornano con costanza ma con diversi pesi nelle singole scelte, e che danno però la cifra complessiva di una straordinaria avventura fotografica”. “Un’avventura - conclude Walter Guadagnini - che è ancora oggi ben lontana dall’aver esaurito la sua forza propulsiva, nonostante gli anni e gli incredibili mutamenti sociali, tecnici, culturali e di gusto attraverso i quali i passata, non solo indenne ma ogni volta rafforzata”. Secondo Amedeo M. Turello, “Da ormai più di cinquant’anni le immagini del Calendario Pirelli sono parte della nostra cultura poiché, come in pochi altri progetti in cui è protagonista la fotografia, sono testimoni di particolari cambiamenti, di nuove mode, di nuove idee e di tante invenzioni creative e tecniche. Oggi possiamo vedere con gli occhi dei più grandi fotografi come la realtà sia cambiata e come il modo di rappresentarla si è evoluto”. “L’intenzione di questa mostra - ricorda ancora Amedeo M. Turello - è, invece, di mettere da parte per un attimo l’ordine cronologico, il susseguirsi degli anni scanditi appunto dai calendari, di dimenticare i riferimenti temporali in un processo di rilettura critica in grado di proporre una nuova dialettica, fatta di relazioni, analogie, citazioni e contrasti fra le immagini”. Con un percorso narrativo che va oltre la scansione cronologica, tipica dei calendari in sé, la galleria di immagini di “Forma e Desiderio” propone un itinerario tematico, seguendo un processo che esplora e accosta relazioni, analogie, citazioni e contrasti fra le immagini di oltre mezzo secolo. L’esposizione si sviluppa attraverso cinque stanze, ognuna delle quali dedicata agli elementi che accumunano le foto contenute nello spazio: dalla seduzione alla provocazione, dal mito all’eleganza. La mostra si apre con la sezione L’incanto del mondo nella quale vengono presentate quelle fotografie che, almeno fino al 1972, venivano realizzate con l'intento di guidare lo spettatore attraverso due elementi fondamentali come il paesaggio e l’espressione delle modelle. I paesaggi sono quelli caratteristici della fuga verso i paradisi tropicali, oppure si tratta di interni, come nella serie di Sarah Moon, nei quali le protagoniste si abbandonano alla dimensione sognante avulsa dal tempo della reverie. Si tratta di atteggiamenti e luoghi che nell'immaginario collettivo trovano, in quegli anni, i loro corrispondenti nelle pagine di Love Story e nelle ambientazioni dei primi James Bond e che ritornano come rimandi nei cicli di John Claridge del 1993, di Herb Ritts del 1994, di Peter Lindbergh del 1996, di Bruce Weber del 2003 o di Mario Sorrenti del 2012. Una delle caratteristiche più ricorrenti nelle diverse annate è quella della citazione dotta, del d'aprés, ovvero di un rapporto non competitivo ma di rispetto verso alcuni dei monumenti della storia dell'arte del passato. Ne Il fotografo e la sua musa (sedotti dall’arte) si analizza l’omaggio a Leni Riefenstahl che Arthur Elgort le dedicò nel 1990, o quello di Clive Arrowsmith che l'anno successivo elaborò una sequenza di citazioni dei maestri dell’arte quali Delacroix, Velázquez, Rembrandt. Particolare è il caso di Annie Leibovitz che cita testualmente non solo i maestri della fotografia ma alcune precise immagini, al fine di trasformare le pagine del Calendario in una sorta di esercizio di gusto volutamente, e provocatoriamente, accademico. Accanto a queste fotografie si troveranno quelle originate da simboli, figure mitologiche, incarnazioni, in cui artisti quali Joyce Tenneson e Karl Lagerfeld fanno assumere alle modelle il ruolo delle muse greche delle arti. La sezione Lo sguardo indiscreto è incentrata sulle immagini caratterizzate da un misto di provocazione, gioco, trasgressione, che segnano un altro degli elementi caratterizzanti l'identità stessa del Calendario. Dal ‘1969’ di Harri Peccinotti, stampato sulla maglietta di una delle ragazze con un non involontario doppio senso, al numero ‘10’ attaccato allo slip di Terry Richardson, la sezione passerà in rassegna i lavori di Helmut Newton e del suo tipico linguaggio di matrice raffinatamente voyeurista, e dei più recenti e più ammiccanti Mario Testino, Bruce Weber, Patrick Demarchellier, tutti cantori di un erotismo che si dichiara nella sua essenza. Le modelle ritratte sono profondamente carnali, nelle quali provocazione e umorismo viaggiano di pari passo. Il Calendario Pirelli propone sin dall'inizio la presenza di immagini costruite sui principi del modernismo fotografico, in cui la visione fotografica del dettaglio, la trasformazione del mondo a seconda del punto di vista prescelto, la metamorfosi delle cose grazie all'inquadratura, sono elementi cruciali del linguaggio che, nel corso degli anni, hanno inciso anche nei generi e nelle professionalità. Ne La natura dell’artificio si potranno ammirare gli scatti di Brian Duffy, di Peter Knapp, fino a raggiungere i vertici nella ricostruzione del mondo per via di geometrie, ispirate dalle tracce del pneumatico sul corpo delle modelle, di Uwe Ommer; o ancora di Barry Lategan, o di Nick Knight, autore di una delle edizioni certo più anomale e sorprendenti, vocata alla sottolineatura di una sperimentazione linguistica che travalica il genere della composizione con figure per arrivare ai limiti della pura astrazione. La mostra si chiuderà idealmente con Il corpo in scena che rimarca come, nella storia del Calendario, la combinazione tra modella e ambiente ha assunto un ruolo centrale nella concezione della serie realizzata. È questo il caso di Norman Parkinson o di Bert Stern dove persone, luoghi, abiti diventano personaggio, palcoscenico, set cinematografico, costume, studio fotografico non più nascosto allo spettatore ma rivelato nella sua essenza di grande macchina di costruzione di una realtà parallela. Una concezione che si condensa nella sorprendente sequenza di Peter Lindbergh del 2002, dove la modella interpreta se stessa che interpreta il Calendario, in una totale e ricercata sovrapposizione di ruoli e di luoghi. In modo non meno eclatante, Peter Beard inscena un autentico viaggio nell’esotismo attraverso un gioco che sembra provocare lo spettatore e invitarlo e riflettere sul confine tra la realtà e le proprie proiezioni. Accompagna la mostra un catalogo GAmm Giunti, con i testi di Walter Guadagnini, Amedeo M. Turello e Alberto Barbera e le note biografiche dei 42 fotografi. Presentato per la prima volta nel 1964, il Calendario Pirelli giunge alla sua quarantaduesima edizione con l’anno 2015, realizzato da Steven Meisel. Fino a ora, la più importante mostra retrospettiva, allestita dall’architetto Gae Aulenti, si era tenuta nel 1997 a Milano (Palazzo Reale - Sala delle Cariatidi) e a Venezia (Palazzo Grassi), per poi partire per un tour mondiale che ha toccato alcune della principali capitali mondiali come Parigi, Berlino, Mosca, Buenos Aires e Tokyo. Milano, 14 novembre 2014 FORMA E DESIDERIO The Cal - Collezione Pirelli Milano, Palazzo Reale 21 novembre 2014 – 22 febbraio 2015 Orari: lunedì 14.30 – 19.30; martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30; giovedì e sabato 9.30 – 22.30. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura Ingresso: intero € 10,00; ridotto € 8,50; ridotto speciale € 5,00. Info e ticket online: www.mostrathecalpirelli.it www.comune.milano.it/palazzoreale Catalogo: GAmm Giunti Ufficio stampa mostra CLP Relazioni Pubbliche Marta Paini, tel. 02 36 755 700 - marta.paini@clponline.it Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it Ufficio stampa Comune di Milano Elena Conenna, tel. 02 884533 elenamaria.conenna@comune.milano.it Inizio: 21/11/2014 Fine: 22/02/2015 Indirizzo: Milano, Palazzo Reale Spazio: Palazzo Reale Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46313 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: I CAPOLAVORI DI LEONARDO DA VINCI DELLA BIBLIOTECA AMBROSIANA Introduzione: Ventisei fogli originali del Codex Atlanticus di Leonardo Da Vinci e 6 dipinti di scuola leonardesca provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano saranno gli assoluti e unici protagonisti della mostra Da Vinci: Shaping the Future, in programma dal 15 novembre 2014 al 17 maggio 2015, all’ArtScience Museum di Singapore Descrizione: DAL 15 NOVEMBRE 2014 AL 17 MAGGIO 2015 I CAPOLAVORI DI LEONARDO DA VINCI DELLA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO ALL’ARTSCIENCE MUSEUM DI SINGAPORE. 26 fogli originali del Codex Atlanticus e 6 dipinti di scuola leonardesca saranno protagonisti della mostra Da Vinci: Shaping the Future Ventisei fogli originali del Codex Atlanticus di Leonardo Da Vinci e 6 dipinti di scuola leonardesca provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano saranno gli assoluti e unici protagonisti della mostra Da Vinci: Shaping the Future, in programma dal 15 novembre 2014 al 17 maggio 2015, all’ArtScience Museum di Singapore, un’iniziativa realizzata grazie all’importante supporto della Fondazione Cardinale Federico Borromeo. Le opere del Genio del Rinascimento saranno esposte per la prima volta nel Sudest asiatico, rafforzando a livello internazionale la reputazione della Pinacoteca Ambrosiana di Milano, come uno dei musei di arte antica più importanti al mondo. Il percorso espositivo si focalizzerà sui cinque principali campi d’indagine di Leonardo: la matematica, le scienze naturali, la tecnologia, l’architettura e la musica. “Siamo molto felici di condividere con i visitatori dell’ArtScience Museum - ha affermato Monsignor Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana - alcune delle opere originali di Leonardo che provengono dalla nostra collezione e che viaggiano per la prima volta a Singapore. Questa rassegna, che riprende un’analoga iniziativa tenuta al Tokyo Metropolitan Art Museum nella primavera del 2013, consente di far conoscere anche nel Sudest asiatico la storia dell’Ambrosiana e la sua straordinaria importanza, sia come sede di ricerca accademica con le 8 Classi di Studi, sia come custode di capolavori assoluti delle arti figurative e della miniatura libraria”. “Sono certo - continua Monsignor Buzzi - che questa esposizione internazionale favorisca un più intenso scambio culturale fra l’Occidente e le civiltà dell’Asia, nel segno degli universali valori dell’arte e della scienza”. Il Codice Atlantico è la più ampia e stupefacente collezione di scritti e disegni di Leonardo da Vinci e abbraccia l'intera vita intellettuale dell'artista, per un periodo di oltre quarant’anni, dal 1478 al 1519. In esso si trovano i contributi dedicati alla meccanica, alla matematica, all’astronomia, alla botanica, alla geografia, alla anatomia e alla fisica. Tra le pagine più preziose esposte nel museo della Città Stato, vi sono quelle che racchiudono gli studi sulla dinamica del volo degli uccelli. Secoli prima della costruzione del primo aereo, Leonardo aveva ideato un ampio numero di dispositivi per consentire all’uomo di volare. All’ArteScience Museum sarà presentato il disegno dell’Ala meccanica, realizzato nel 1490 circa. Modellato sulle ali degli uccelli, questo progetto pone le basi del moderno aeroplano e testimonia la natura innovatrice di Leonardo e di pensatore che anticipava i tempi. Al museo di Singapore si potranno inoltre di ammirare alcuni capolavori di scuola leonardesca, che comprendono dipinti come San Giovanni Battista (1480-1524 ca.), L’adorazione di San Rocco (1520-1530 ca.), e Ritratto di dama (1490-1495 ca.). Accompagna la visita una sezione con le riproduzioni digitali delle restanti pagine del Codex Atlanticus e una serie di modelli delle sue invenzioni. Milano, novembre 2014 Ufficio stampa Biblioteca Ambrosiana CLP Relazioni Pubbliche Marta Paini, tel. 02 36 755 700 marta.paini@clponline.it; www.clponline.it Inizio: 15/11/2014 Fine: 17/05/2015 Indirizzo: ’ArtScience Museum , Singapore Spazio: Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 1.286274 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Walter Bonatti Fotografie dai grandi spazi Introduzione: Dal 13 novembre 2014 all’8 marzo 2015, Palazzo della Ragione Fotografia di Milano presenta la prima mostra, mai dedicata, a Walter Bonatti, uno dei più grandi fotografi italiani. Promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, a cura di Alessandra Mauro e Angelo Ponta ed in collaborazione con l’archivio Bonatti. Palazzo della Ragione, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla fotografia in Piazza dei Mercanti, a due passi da Piazza Duomo, dopo la mostra di Sebastião Salgado mette a fuoco la sua proposta espositiva e culturale con questa importante rassegna dedicata alla figura del grande esploratore e pensatore Walter Bonatti. Descrizione: Ho cercato di mettermi nei panni del primo uomo sulla terra, un uomo che guarda affascinato e attento il mondo intorno a lui per trarne una lezione di vita. Walter Bonatti Walter Bonatti Fotografie dai grandi spazi Palazzo della Ragione Fotografia Piazza dei Mercanti 1, Milano 13 novembre 2014 – 8 marzo 2015 Dal 13 novembre 2014 all’8 marzo 2015, Palazzo della Ragione Fotografia di Milano presenta la prima mostra, mai dedicata, a Walter Bonatti, uno dei più grandi fotografi italiani. Promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, a cura di Alessandra Mauro e Angelo Ponta ed in collaborazione con l’archivio Bonatti. Palazzo della Ragione, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla fotografia in Piazza dei Mercanti, a due passi da Piazza Duomo, dopo la mostra di Sebastião Salgado mette a fuoco la sua proposta espositiva e culturale con questa importante rassegna dedicata alla figura del grande esploratore e pensatore Walter Bonatti. L’esposizione dal titolo Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi, con l’ausilio di video, di documenti inediti e di un allestimento particolarmente coinvolgente, ripercorre il racconto visivo, le vicende esistenziali e le avventure dell’alpinista ed esploratore italiano. “Prosegue il nuovo corso di Palazzo della Ragione con una nuova mostra di fotografia dedicata ad un protagonista di questa arte e ai grandi spazi del nostro pianeta – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno -. Una mostra che conferma, seppure con una diversa sensibilità e una declinazione nuova rispetto alle mostre fotografiche di Salgado e di YannArtus Bertrand, appena concluse, la passione per la bellezza della natura e l’esigenza di una tutela sempre più necessaria e urgente, per un ritorno, ormai non più procrastinabile, a una relazione più rispettosa con il mondo che ci circonda”. La mostra partecipa a Milano Cuore d’Europa, il palinsesto culturale multidisciplinare dedicato alle figure e i movimenti che, con la propria storia e la propria produzione artistica, hanno contribuito a costruire la dimensione culturale dell'identità europea. Le immagini in mostra testimoniano oltre 30 anni di viaggi alla scoperta dei luoghi meno conosciuti e più impervi della Terra e raccontano una passione travolgente per l’avventura insieme alla straordinaria professionalità di un grande reporter. È difficile separare il ricordo di Walter Bonatti da quello delle sue fotografie. Ed è sorprendente scoprire quanto la sua figura e le sue imprese siano radicate nella memoria di un pubblico tanto differenziato per età e interessi. La persistente popolarità di Bonatti ha più di una spiegazione. Imparò a fotografare e a scrivere le proprie avventure con la stessa dedizione con cui si impadronì dei segreti della montagna: alpinista estremo, spesso solitario, ha conquistato l’ammirazione degli uomini e il cuore delle donne, affascinando nello stesso tempo l’immaginario dei più giovani. Il mestiere di fotografo per grandi riviste italiane, soprattutto per Epoca, lo portò a cercare di trasmettere la conoscenza di luoghi estremi del nostro pianeta. Al tempo stesso, non smise mai di battersi con forza per tramandare la vera storia, troppe volte nascosta, della conquista del K2 e del tradimento dei compagni di spedizione. Molte tra le sue folgoranti immagini sono grandiosi “autoritratti ambientati” e i paesaggi in cui si muove sono insieme luoghi di contemplazione di scoperta. Bonatti si pone davanti e dietro l’obiettivo: in un modo del tutto originale è in grado di rappresentare la sua fatica e la gioia per una scoperta, ma al tempo stesso sa cogliere le geometrie e le vastità degli orizzonti che va esplorando. Il talento per la narrazione, l’amore per le sfide estreme, l’interesse per la fotografia come possibilità di scoprire e testimoniare per sé e per gli altri. Una passione, e probabilmente anche un’esigenza, nata già negli anni dell'alpinismo (con i trionfi e le amarezze che li segnarono), con le foto scattate sulle pareti più difficili, e poi consolidata nel tempo, con i racconti d’imprese affascinanti e impossibili. Walter Bonatti nasce a Bergamo nel 1930. La sua grande passione per la montagna lo ha portato a condurre centinaia di imprese alpinistiche. Nel 1951 la sua prima grande impresa: con Luciano Chigo scala la parete est del GrandCapucin nel gruppo del Monte Bianco. Nel 1954 Bonatti è il più giovane partecipante alla spedizione capitanata da Ardito Desio, che porterà Achille Compagnoni e Lino Lacedelli sulla cima del K2. Nel 1955 scala in solitaria e per la prima volta assoluta il pilastro sud del Petit Dru, sempre nel massiccio del Monte Bianco. Fa parte delle guide di Courmayeur. Nell’inverno del 1965 scala in solitaria la parete nord del Cervino su una via fino ad allora inesplorata. È questa la sua ultima impresa di alpinismo estremo. Successivamente si dedicherà all’esplorazione e all’avventura come inviato del settimanale Epoca fino al 1979. A partire dagli anni ‘60 pubblica numerosi libri che narrano le sue imprese alpinistiche. Muore a Roma il 13 settembre 2011, all’età di 81 anni. Scheda tecnica mostra: Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi Titolo: Alessandra Mauro e Angelo Ponta Archivio Bonatti A cura di In collaborazione con 13 novembre 2014 – 8 marzo 2015 Date Palazzo della Ragione Fotografia Milano, Piazza Mercanti, 1 Sede Comune di Milano – Cultura Palazzo della Ragione Civita – Contrasto - GAmm Giunti Una mostra Milano Cuore D’Europa Un’iniziativa di martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 20.30 Giovedì e sabato 9.30 – 22.30 Chiuso lunedì Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura Orari Sabato 1° novembre: 9.30 – 22.30 Domenica 7 dicembre:9.30-19.30 Lunedì 8 dicembre:9.30 – 19.30 Mercoledì 24 dicembre:9.30 – 14.30 Giovedì 25 dicembre:14.30 – 18.30 Mercoledì 31 dicembre:9.30 – 14.30 Giovedì 1° gennaio 2015 : 14.30 – 22.30 Martedì 6 gennaio:9.30-19.30 Festività: T + 39 0243353535 www.palazzodellaragionefotografia.it Info mostra INTERO € 10,00 RIDOTTO € 8,50 per gruppi di almeno 15 persone, visitatori oltre i 65 anni, minori dai 15 ai 26 anni, disabili, soci Touring Club con tessera, possessori GIUNTI CARD, possessori CARTA CIVITA, possessori tessera AMICI DI FORMA, aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei” (Museo Poldi Pezzoli e Museo Teatrale alla Scala), militari, forze dell’ordine non in servizio, insegnanti, soci FAI;possessori di Museocard Musei Civici di Milano (annuale) RIDOTTO SPECIALE € 5,00 per minori dai 6 ai 14 anni, scuole, gruppi organizzati direttamente dal Touring Club, volontari del Servizio Civile operanti presso il Comune di Milano (previa esibizione del tesserino di identificazione), dipendenti Comunali (previa esibizione del badge), gruppi organizzati direttamente dal FAI, giornalisti iscritti all’albo (previa esibizione del tesserino) BIGLIETTO FAMIGLIA uno o due adulti € 8,50 a testa con minore/i dai 6 ai 14 anni € 5,00 a testa GRATUITO per minori di 6 anni, un accompagnatore per gruppo, due insegnanti accompagnatori per classe, un accompagnatore per disabile, un accompagnatore e una guida per ogni gruppo Touring Club, dipendenti della Soprintendenza ai Beni Architettonici, tesserati ICOM, guide turistiche abilitate, impiegati presso il Servizio Mostre di Palazzo Reale, membri della Commissione di Vigilanza e Vigili del Fuoco, soci AMACI, giornalisti accreditati da ufficio stampa. Ingresso comprensivo di audioguida Gruppi € 80,00 Scuole € 60,00 Lingua € 100,00 Visite guidate: Singoli: prenotazione consigliata. Gruppi e scuole: prenotazione obbligatoria, min. 15 – max. 30 persone Diritto di prenotazione € 1,50 per i biglietti: intero, ridotto, gruppi, scuole. Diritto di prenotazione € 1,00 per i biglietti: famiglia, ridotto speciale Modalità di accesso: stampa@palazzodellaragionefotografia.it Laura Bianconi - Contrasto 335 7854609 Marta Paini - GAmm Giunti 02 36755700 Ombretta Roverselli - Civita 02 43353527 Uffici Stampa elenamaria.conenna@comune.milano.it 02 88453314 Ufficio Stampa Comune di Milano Inizio: 13/11/2014 Fine: 08/03/2015 Indirizzo: Palazzo della Ragione Fotografia Milano, Piazza Mercanti, 1 Spazio: Palazzo della Ragione Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.464629 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: “OGGETTI MISTERIOSI” DI GIO PONTI Introduzione: Milano, 21 ottobre 2014 – Dal 29 ottobre 2014 al 31 marzo 2015, la Porta di Milano ospita la mostra Oggetti Misteriosi, curata da Salvatore Licitra, che presenta tre opere di Gio Ponti, l’installazione ‘Espressioni’ dello showroom Ideal Standard di Milano (1966), la “Cattedrale di Los Angeles” (1967), i Pavimenti per gli uffici della Salzburger Nachrichten di Salisburgo (1976). Descrizione: “OGGETTI MISTERIOSI” DI GIO PONTI IN MOSTRA ALL’AEROPORTO DI MILANO MALPENSA DAL 29 OTTOBRE 2014 AL 31 MARZO 2015 Tre opere di Gio Ponti, grande architetto e designer milanese, frutto della grande stagione creativa del dopoguerra italiano, accoglieranno i passeggeri del terminal 1 di Malpensa Milano, 21 ottobre 2014 – Dal 29 ottobre 2014 al 31 marzo 2015, la Porta di Milano ospita la mostra Oggetti Misteriosi, curata da Salvatore Licitra, che presenta tre opere di Gio Ponti, l’installazione ‘Espressioni’ dello showroom Ideal Standard di Milano (1966), la “Cattedrale di Los Angeles” (1967), i Pavimenti per gli uffici della Salzburger Nachrichten di Salisburgo (1976). La Porta di Milano dell’aeroporto di Milano Malpensa rafforza la propria identità di unicum nel panorama delle aerostazioni mondiali, come struttura funzionale di accesso all’aeroporto e come spazio espositivo di grande suggestione. Dopo il successo delle iniziative legate a due maestri dell’arte del Novecento, quali Fausto Melotti e Marino Marini, ecco il terzo appuntamento che vedrà protagonista Gio Ponti, una delle personalità più importanti e influenti dell’architettura e del design internazionale. L’iniziativa, promossa da SEA - Aeroporti di Milano in collaborazione con il Gio Ponti Archives, consolida così il progetto studiato da SEA di proporre l’aeroporto, crocevia di emozioni legate all’esperienza del viaggio, come sede ideale per dare voce alle espressioni artistiche nelle loro infinite forme e arricchire la già importante offerta culturale di Milano, proponendo iniziative d’arte a cadenza periodica. “Sono lieto di questa collaborazione tra SEA e Gio Ponti Archives - afferma Salvatore Licitra - anche perché sono certo che a Gio Ponti sarebbe piaciuto misurarsi con un’esposizione in uno spazio come la “Porta di Milano”, e sperimentare l’impatto con lo sguardo di viaggiatori che attraversano luoghi e tempi sospesi tra arrivo e partenza. Per questi luoghi di passaggio e di metamorfosi ho pensato di raccogliere tre “espressioni” (come Ponti le chiamava) davvero inusuali, dei punti speciali, che sembrano raccogliere ed unire temi differenti prefigurando un percorso che si svolgerà successivamente. Le metamorfosi suggerite da Ponti con questi Oggetti mi-steriosi - un pavimento che possa essere una pittura, un angelo che possa essere una chiesa, e tanti obelischi bianchi che contraddicono la loro tradi-zionale, solitaria, severa monumentalità - raccontano molto della sua libertà creativa. Una qualità che ha animato il suo lavoro fin dai primi anni, ma che dalla metà degli anni ’60 prende campo con opere dove la committenza, se c’è, diviene sempre più l’occasione per dar corpo e vita a progetti non più serrati tra necessità funzionali. I lavori presentati a Malpensa sono da considerarsi come degli spunti che nel tempo hanno portato alla creazione di capolavori come la Cattedrale di Taranto, il Museo di Denver, o la “Sedia di poco sedile”. Le opere esposte Installazione “Espressioni” nello showroom Ideal Standard, Milano, 1966 Ponti inaugura lo show room della Ideal Standard a Milano, riempiendolo completamente di bianchi obelischi di diverse altezze. Scrive Ponti: “L’obelisco insegna Architettura, è forse il simbolo stesso, e puro, dell’espressione dell’architettura, dalla quale parte un “cantare” quando le sue linee non si posano, non stanno soltanto ma sono “staticamente in moto”. Lo spazio era stato da lui progettato perché ospitasse libere espressioni di architetti, artisti, designer. Espressioni temporanee e sperimentali, pensate per una breve durata e per un luogo preciso, aperto al pubblico ed affacciato con vetrine sulla strada, creando uno spettacolo per i passanti. Cattedrale di Los Angeles, 1967 Scultura in acciaio inossidabile alta 4,20 metri e larga 2, composta da tre sottili lamine sovrapposte in forma di angelo, tagliate in modo da giocare con la luce. Presentata alla Galleria De Nieubourg a Milano, è un omaggio a Los Angeles dedicato “ai poeti, i bambini, i giovani puri e Ray e Charles (Eames) abituati ai miracoli” Una visione simbolica, che già racconta il capolavoro della Cattadrale di Ta-ranto del ’70. La sagoma esagonale del diamante, codice della teoria della “forma finita” che ispirava il lavoro di Ponti negli anni ’50, diviene un traforo in un’architettura sempre più smaterializzata, fatta di giochi di luci e superfici. Pavimenti per gli uffici della “Salzburger Nachrichten”, Salisburgo, 1976 Con la lucida, colorata e amatissima ceramica, Ponti compone uno straordinario pavimento trasformando una superfice tradizionalmente anonima nel vero protagonista dello spazio. Pavimenti (e soffitti) nel lavoro di Ponti sono sempre stati occasione per dar carattere, vigore e unità alla composizione degli spazi, ma in questo caso, dove l’architettura era inespressiva e non sua, il pavimento “ruba il palcoscenico” e diventa il vero, primo e unico protagonista. GIO PONTI. OGGETTI MISTERIOSI Aeroporto di Milano Malpensa, Porta di Milano (Terminal 1) 29 ottobre 2014 - 31 marzo 2015 Orari: dalle 8.00 alle 22.00 Ingresso libero Informazioni: tel. 02 232323 Uffici stampa CLP Relazioni Pubbliche Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700; anna.defrancesco@clponline.it www.clponline.it Ufficio stampa SEA Ufficio.stampa@seamilano.eu Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it GIO PONTI. Note biografiche (tratte dal sito www.gioponti.org) 1891 - Giovanni Ponti, detto Gio, nasce a Milano il 18 novembre 1891 da Enrico Ponti e Giovanna Rigone. 1913 - Dopo il liceo classico, nel 1913, si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, ma potrà laurearsi solo alla fine della prima guerra mondiale cui partecipa, nonostante la salute inizialmente cagionevole, in prima linea, riportandone alcune decorazioni sul campo e numerosi ritratti ad acquerello dei compagni d'armi. Durante la guerra visita le architetture di Palladio. Rientrato a Milano, si avvicinerà al gruppo dei "neoclassici milanesi". 1921 - Si laurea al Politecnico di Milano e sposa Giulia Vimercati. Avranno quattro figli: Lisa, Giovanna, Giulio e Letizia, e poi otto nipoti. 1923 - Collabora con la manifattura ceramica Richard-Ginori (fino al 1938) dando il via a un rinnovamento della produzione. Porcellane e maioliche, d'ispirazione classica, verranno presentate alla Prima Mostra Internazionale di Arti Decorative di Monza, nel 1923. Lì Ponti incontra il critico Ugo Ojetti, figura di riferimento per la sua formazione. 1925 - La palazzina di via Randaccio a Milano, la prima casa progettata da Ponti, e da lui anche abitata. 1927 - Apre il suo primo studio a Milano con l'architetto Emilio Lancia (1927-1933). La "conformazione classica", come egli stesso diceva, la passione per la pittura (avrebbe voluto essere pittore) e per le arti decorative costituiscono la matrice da cui si sviluppa il primo linguaggio pontiano. Centrale è un inedito approccio al tema dell'abitazione. Di questi anni la villa Bouilhet a Garches presso Parigi, in cui architettura, interni e decorazione si fondono. 1928 - Fonda, con Gianni Mazzocchi, la rivista "Domus'', che rappresenterà il suo strumento di elaborazione e diffusione delle nuove idee progettuali, in architettura, nel disegno di arredo e nelle arti decorative. Il concetto di italianità, unito a un avvicinamento alle teorie razionaliste, lo condurrà a concepire le prime ''Case tipiche" emblematicamente denominate"Domus''. Gio Ponti ammira il critico Edoardo Persico. 1930 - Prende avvio il suo coinvolgimento nelle Triennali di Milano (1930, 1933 - la "sua" Triennale -, 1936, 1940, 1951) 1931 - Inizia la collaborazione con la "Luigi Fontana" (dall'anno successivo "Fontana Arte" di cui assumerà la direzione artistica). 1933 - Termina, con la casa-torre Rasini in corso Venezia a Milano l'associazione professionale con Emilio Lancia. Fiorisce l'amicizia con il pittore Massimo Campigli. Si associa con Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini (1933-1945). Da questo sodalizio nasceranno importanti progetti e realizzazioni: edifici scolastici (Scuola di Matematica alla Città Universitaria di Roma, Facoltà di Lettere e Rettorato dell'Università di Padova), edifici per uffici (Palazzo Montecatini) ed edifici residenziali (Casa Marmont in via Gustavo Modena a Milano, Casa Laporte in via Brin a Milano e Villa Donegani a Bordighera). Alle grandi opere si affianca una vasta e proficua produzione nel campo dell'arredo, in cui si fondono funzionalità ed eleganza formale. 1936 - Diviene docente del corso di interni, arredamento e decorazione presso il Politecnico di Milano (dal 1936 al 1961) 1938 - Ponti conosce Bernard Rudofsky. Prende avvio una nuova fase progettuale, caratterizzata dal riferimento a un'ideale architettura mediterranea. 1941 - Ponti, abbandonata temporaneamente la direzione di "Domus”, crea per l'editore Garzanti la rivista "Stile", che dirigerà fino al 1947, portando avanti il suo programma di diffusione della cultura artistica e architettonica, per la formazione di un'inedita "cultura dell'abitare". In questi anni si verifica un progressivo allontanamento di Ponti dalla committenza pubblica ufficiale e un rinnovato interesse per le arti decorative (collaborazioni con Venini e De Poli), per la pittura e per la scenografia teatrale. Nell'immediato dopoguerra assistiamo da un lato a un forte coinvolgimento, teorico e pratico, sul tema della ricostruzione, dall'altro a un netto rinnovamento formale: il volume lascia il posto alla superficie, alla ricerca di luminosità e fluidità spaziale. 1952 - Nasce lo Studio Ponti, Fornaroli, Rosselli. 1954 - Ponti inventa il premio Compasso d'Oro e, nello stesso anno, è partecipe della nascita, per conto di Alberto Rosselli, socio e genero, della rivista "Stile Industria". La teoria della ''forma finita", punto cardine dell'opera di Ponti, coinvolge tutti i livelli della progettazione: dagli oggetti più minuti alle grandi architetture. La forma "a diamante" ne è il codice. Nel campo dell'arredo l'ideazione tocca un vertice con le "pareti organizzate": mobile autoilluminante, pannello-cruscotto, finestra arredata. Queste invenzioni troveranno una esemplare applicazione nelle ville dei primi anni Cinquanta: a Caracas, Villa Planchart e Villa Arreaza; a Teheran, Villa Nemazee. 1956 - Il capolavoro da tutti riconosciuto: il Grattacielo Pirelli a Milano. 1957 - Ponti pubblica "Amate l'Architettura". Progetta la casa di Via Dezza, adiacente allo studio, dove abiterà da allora in poi, in un appartamento espressione della sua “cultura dell'abitare”, delle sue passioni e dei suoi temi. 1964 - Gli edifici religiosi a Milano (la chiesa di San Francesco, 1964, e la chiesa di San Carlo Borromeo, 1966) rappresentano un'evidente tendenza alla smaterializzazione, anticipando alcune delle opere del decennio successivo. Negli anni Sessanta i viaggi di Ponti si spostano dall'America Latina all'Oriente: realizzerà gli edifici ministeriali di lslamabad in Pakistan, una villa per Daniel Koo a Hong Kong e alcune importanti facciate per grandi magazzini (a Singapore, a Hong Kong, a Eindhoven in Olanda). 1970 - A ottant'anni Gio Ponti realizza ancora opere memorabili quali la Concattedrale di Taranto (1970) ed il Denver Art Museum . L'architettura è ormai un foglio traforato. Dipinge su perspex, piega con l'argentiere Sabattini sottili lastre metalliche, pensa tessuti, pavimenti, facciate. Il colore predomina. 1979 - Muore a Milano, nella casa di via Dezza, il 16 settembre 1979. La Porta di Milano è un’opera architettonica che rappresenta la “dodicesima porta” di accesso alla città, realizzata dagli architetti Pierluigi Nicolin, Sonia Calzoni - che hanno firmato anche l’allestimento della mostra - Giuseppe Marinoni, Giuliana Di Gregorio, vincitori del concorso internazionale, promosso da SEA Aeroporti di Milano nel giugno 2009, con un progetto selezionato tra gli oltre 90 provenienti da tutto il mondo. Inizio: 29/10/2014 Fine: 31/03/2015 Indirizzo: AEROPORTO DI MILANO MALPENSA Spazio: AEROPORTO DI MILANO MALPENSA Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.630063 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: A OCCHI SPALANCATI. Capolavori dal Museo dello Impressionismo Russo di Mosca1# Introduzione: Eccezionalmente a Venezia, i 50 capolavori assoluti del futuro Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca. Unica “anteprima” internazionale del Museo che aprirà i battenti il prossimo autunno. “A occhi spalancati” è l’anticipazione, meglio l’anteprima di un nuovo grande museo di Mosca, quello dell'Impressionismo Russo che aprirà i battenti nella capitale russa nel prossimo autunno. Descrizione: A OCCHI SPALANCATI. Capolavori dal Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca Venezia, Palazzo Franchetti Dal 13 febbraio al 12 aprile 2015 Eccezionalmente a Venezia, i 50 capolavori assoluti del futuro Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca. Unica “anteprima” internazionale del Museo che aprirà i battenti il prossimo autunno. “A occhi spalancati” è l’anticipazione, meglio l’anteprima di un nuovo grande museo di Mosca, quello dell'Impressionismo Russo che aprirà i battenti nella capitale russa nel prossimo autunno. Per annunciare e far conoscere quello che è destinato ad essere uno dei “musei imperdibili” per ogni turista che si recherà a Mosca, la direzione della futura istituzione ha deciso di anticipare l’apertura al pubblico con due importanti preview: la prima si è svolta in Russia, nel Museo di Ivanovo, all'inizio dell'autunno scorso e ora è la volta di Venezia, unica tappa estera. Qui, dal 13 febbraio al 12 aprile, in Palazzo Franchetti, il pubblico italiano e internazionale potrà ammirare 50 capolavori del futuro museo moscovita, il meglio del meglio della sua imponente collezione d’arte. Un “biglietto da visita” estremamente raffinato, per annunciare una collezione di sicuro interesse internazionale. La rassegna veneziana è curata da Yulia Petrova, direttore del Museo dell'Impressionismo Russo, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) dell'Università Ca' Foscari e di una serie di prestigiose e apprezzate attività espositive che dal 2010 hanno diffuso in Italia alcuni essenziali aspetti dell'arte russa degli ultimi due secoli. È un’indicazione interessante dell'originale politica culturale e della speciale mission dell'istituzione moscovita: favorire, attraverso esposizioni temporanee, in Russia e all’estero, la conoscenza di una rilevante tendenza dell’arte russa, in particolare quella che caratterizza l'epoca tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, una fase ancora poco conosciuta, a parte alcuni grandi nomi, della vicenda artistica e del ruolo internazionale della moderna arte russa. Le 50 opere sono esposte in un percorso che accosta tra loro soggetti tematicamente contigui (il paesaggio, la scena urbana, la figura in un interno), con una dovuta ma non sempre vincolante attenzione alla cronologia. Il momento di maggior fioritura dell’Impressionismo in Russia è di qualche lustro successivo alla svolta dell'arte francese intervenuta tra settimo e ottavo decennio dell'Ottocento, e comprende soprattutto l'ultimo decennio del secolo e l’inizio di quello successivo. Ma questo non significa che possa essere considerato la variante provinciale di quello francese e nemmeno la sporadica scelta di maniera di qualche pittore. L’Impressionismo era già divenuto infatti il tempestivo punto di riferimento per l’opera di paesaggisti come Fedor Vasil’ev, aveva influenzato la ricerca di Polenov e di Repin, dopo un loro soggiorno in Francia e, grazie a questi maestri, era presto diventato oggetto di studio per gli studenti della Scuola di Pittura, Architettura e Scultura di Mosca, alcuni dei quali destinati - come Konstantin Juon, Petr Petrovičev e Stanislav Žukovskij, tutti presenti in mostra – a un ruolo di primaria importanza prima, durante e dopo l'avvento delle Avanguardie. La tradizione di dipingere alla maniera impressionista continua poi per buona parte del Novecento, ed è documentata in mostra con opere di Končalovskij, Grabar', Kustodiev, Baranov-Rossiné, con altri pittori insospettabili, come Sergej Gerasimov o Georgij Savickij, e persino con artisti molto legati al realismo socialista, come Aleksandr Gerasimov e Dmitrij Nalbandjan. D'altra parte l'immagine guida della mostra – i Manifesti sotto la pioggia di Pimenov (1973) - dimostra con ogni evidenza come la matrice impressionistica caratterizzi con un certo rilievo anche il periodo del disgelo post staliniano. La mostra veneziana allinea insomma le prime esplicite rimeditazioni e rielaborazioni della rivoluzione artistica francese, evidenzia la tenace persistenza, per buona parte del Novecento, di questo approccio alla raffigurazione della vita individuale e dei suoi scenari e sottolinea la perdurante attualità di questa matrice. Per questo l'arco cronologico delle opere in mostra spazia da alcuni rari dipinti giovanili di Konstantin Korovin, il più famoso esponente dell’Impressionismo russo, e di Valentin Serov sino ad anni recentissimi, con pittori come Vladimir Rogozin e Valerij Košljakov, che non si possono certo considerare “impressionisti” in senso stretto ma per i quali sono risultate fondamentali le ricerche dei loro predecessori alla fine del XIX secolo e che raccolgono oggi, idealmente ed efficacemente, in una chiave contemporanea, la loro eredità. Il Museo dell’Impressionismo Russo di Mosca nasce dalla collezione privata di Boris Mints, avviata oltre dieci anni fa, anche mediante l'acquisto sul mercato occidentale di una serie di dipinti che sono tornati così in Russia e che tra poco saranno disponibili per i visitatori del Museo. Il Museo dell'Impressionismo non espone tuttavia solo una collezione privata. C’è la ferma volontà di creare, mediante l'impiego di nuove tecnologie (alcune delle quali saranno sperimentate per la prima volta proprio nella mostra di Venezia), uno spazio che coinvolga i visitatori di varie estrazioni e a diversi livelli. Il museo è pensato insomma come uno spazio dinamico, interattivo, dove l’esposizione permanente verrà accompagnata da strutture e attività educational e di ricerca sulle raccolte del museo stesso. Sono previsti una sala cinema e uno spazio per mostre temporanee. Come abbiamo accennato, quella di ”impressionismo russo” è una definizione che ha confini molto vasti. Il Museo raccoglie pertanto opere dei classici maestri del periodo più propriamente riferibile a questa tendenza storica, così come di pittori che hanno trovato nella matrice impressionista, anche solo per un tratto del loro percorso, una referenza insostituibile per la loro ricerca e la loro evoluzione. Gli storici dell'arte hanno l'abitudine di far risalire al 1863 (l'anno de Le déjeuner sur l'herbe e de l'Olympia di Manet) l'apparizione della nuova arte in Russia. In quell'anno un gruppo di giovani pittori si ribellò all'autorità dell'Accademia delle Arti di Pietroburgo, fino ad allora indiscussa. La principale conseguenza di tale gesto fu la nascita di un secondo polo di influenza artistica, Mosca, dove, nel 1870, con l'aiuto di un mercante appassionato d'arte, Pavel Tret'jakov, si costituì la Società dei Pittori Ambulanti (Peredvižniki). Lo scopo era quello di diffondere la conoscenza artistica al di fuori delle grandi città, con mostre itineranti. La Società rimase attiva fino al 1923, organizzò più di 50 rassegne ed ebbe un ruolo capitale nel dischiudersi di una nuova fase dell'arte russa. L'estetica degli Ambulanti segnò la generazione successiva, ma provocò anche un completo riorientamento dell'arte russa che fino a quel momento aveva seguito le grandi scuole europee senza mostrare una vera e propria originalità. Gli Ambulanti puntavano decisamente sul realismo e sull'impegno nella vita sociale. Il loro maggiore punto di riferimento culturale era Lev Tolstoj, di cui condivisero le opinioni ben prima che egli le esponesse chiaramente in Čto takoe iskusstvo (Che cos'è l'arte, 1898). A partire dal 1874 Savva e Elizaveta Mamontov cominciarono a riunire un gruppo più o meno permanente di artisti russi nella loro proprietà di Abramcevo. I fondatori di questo "gruppo" furono Repin, Polenov, e Valentina Serova, insieme al figlio Valentin, e più tardi si unirono a essi i fratelli Viktor e Apollinarij Vasnecov, Korovin e Vrubel'. Si discuteva, si lavorava e si parlava di arte medievale russa e popolare. Si praticavano pittura e scultura ma anche arti applicate (la chiesa di Abramcevo è opera collettiva dei Vasnecov, Polenov e Repin), c'era persino un teatro d'opera privato dove vennero allestiti molti spettacoli, come La fanciulla di neve di Rimskij-Korsakov. La Corista (1883) di Konstantin Korovin (1861-1939) è probabilmente la prima opera impressionista russa: precorreva i tempi e non fu capita dai contemporanei. E tuttavia vi si percepiscono i due elementi tipici del suo approccio impressionistico: il decorativismo e la tendenza allo studio-bozzetto, evidenti nei suoi paesaggi parigini eseguiti a partire dal 1900. Sono scene serali, la città è inondata di luce, Korovin infonde vita negli episodi che si svolgono per strada, grazie a pennellate ampie, impulsive, quasi rozze. Nei suoi paesaggi si respira un'atmosfera teatrale, e ciò non deve stupire, dato che l’artista era anche un bravo scenografo teatrale, particolarmente famoso per le sue realizzazioni per opere liriche. L'opera di Korovin occupa un posto centrale nella tradizione moscovita e costituisce un esempio efficace del desiderio dei pittori locali di raggiungere la spontaneità nella loro rappresentazione della vita e della bellezza. Con la fine del XIX secolo molti artisti avevano sviluppato a Mosca uno stile più o meno comune e tale evoluzione portò inevitabilmente alla formazione di un gruppo, l'"Unione dei Pittori russi" che per un breve periodo si unì al pietroburghese "Mir iskusstva" (Il mondo dell'arte), anche se tra i due gruppi esistevano differenze inconciliabili. I moscoviti, pur in grado diverso, erano dominati dall'Impressionismo, dall'esigenza della rappresentazione della vita individuale e sociale, mentre i membri di "Mir iskusstva" tendevano già al modern (la variante russa dello Jugendstil, del liberty o dell'art noveau, in una sorta di "plurilinguismo stilistico"). In Russia è molto complesso distinguere tra questi orientamenti, in primo luogo perché i due termini sono strettamente collegati tra loro e inoltre perché manca quella forte tradizione romantica alla quale invece si erano potuti rifare gli artisti contemporanei europei. Informazioni utili: Sede della mostra: Palazzo Franchetti Campo Santo Stefano, San Marco 2847, Venezia Date: dal 13 febbraio al 12 aprile 2015 Apertura al pubblico: da martedì a domenica con orario 10-18 Chiuso il lunedì Ingresso: libero Catalogo: Terra Ferma Ufficio Stampa Studio ESSECI, Sergio Campagnolo Inizio: 13/02/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Venezia, Palazzo Franchetti Campo Santo Stefano, San Marco 2847 Spazio: Venezia, Palazzo Franchetti Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.440847 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.studioesseci.net/immagini.php?IDmostra=1088 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: HAMISH FULTON - MICHAEL HOEPFNER. Canto di strada Introduzione: Frutto di un dialogo ideale scaturito dalla condivisione di una concezione del cammino come motore di esperienze artistiche, la mostra, a cura di Lorenzo Giusti, presenta una serie di nuovi lavori - fotografie, wall drawings, disegni e installazioni – nati dalla comune esperienza di viaggio sulle montagne della Sardegna centrale. Hamish Fulton (Londra, 1946) è una delle figure più rappresentative dell’arte inglese degli ultimi decenni Descrizione: HAMISH FULTON - MICHAEL HOEPFNER. Canto di strada MAN, Museo d’Arte Provincia di Nuoro Dal 6 febbraio al 5 aprile 2015 Canto di strada è il titolo della doppia personale di Hamish Fulton e Michael Hoepfner, in programma al Museo MAN di Nuoro a partire dal prossimo 6 febbraio. Frutto di un dialogo ideale scaturito dalla condivisione di una concezione del cammino come motore di esperienze artistiche, la mostra, a cura di Lorenzo Giusti, presenta una serie di nuovi lavori - fotografie, wall drawings, disegni e installazioni – nati dalla comune esperienza di viaggio sulle montagne della Sardegna centrale. Hamish Fulton (Londra, 1946) è una delle figure più rappresentative dell’arte inglese degli ultimi decenni. Insieme a Richard Long è considerato il padre fondatore di un movimento internazionale di “artisti camminatori”, di cui l’austriaco Michael Hoepfner (Krems, 1972) è oggi uno degli esponenti più significativi. La mostra al Man di Nuoro mette per la prima volta a confronto il lavoro dei due artisti, individuando nel viaggio sulle montagne del Supramonte e del Gennargentu un terreno comune di confronto. Un’esperienza di immersione totale nella natura aspra della Barbagia orientale che ha visto muovere i due artisti per due settimane nello stesso ambiente, senza mai incontrarsi. Uniti da una medesima passione per la montagna e da una comune visione della pratica artistica come espressione di esperienze personali (anche quando fatte in gruppo), Fulton e Hoepfner aprono, attraverso l’utilizzo di linguaggi diversi – più concettuale quello del primo, con testi o grafici di percorso, più visivo quello del secondo, con fotografie e installazioni – una significativa riflessione sul ruolo dell’arte, sui concetti di esperienza e di creazione, oltre che sul rapporto tra uomo e ambiente. Hamish Fulton inizia la sua carriera alla fine degli anni Sessanta, definendosi “Walking Artist”, un modo per distinguere il proprio lavoro dalle pratiche della Land Art a cui era stato inizialmente accomunato. La sua è un'arte esperienziale, che si nutre di lunghi percorsi a piedi in contesti naturali, in particolare di montagna, dall’Europa al Sudamerica, dal Tibet al Giappone. A partire dagli anni Novanta ha declinato parte del proprio lavoro in una dimensione partecipata, finalizzata alla condivisione dell’esperienza del cammino, che ha trovato applicazione e sviluppo anche in contesti urbani. LE sue opere sono conservate nelle collezioni dei più importanti musei del mondo, dal MOMA di New York, al Centre Pompidou di Parigi, alla Tate Modern di Londra. Michael Hoepfner vive tra Vienna e Berlino. Il suo lavoro si incentra sull’esperienza del viaggio a piedi, attraverso zone desertiche o scarsamente abitate dall’Ucraina alla Cina, dal Kirghizistan alla Corea del Sud. Un percorso iniziato come esplorazione fisica e mentale di spazi geografici e che è proseguito come riflessione sui concetti di realtà e di luogo. Tra le mostre più recenti si ricordano quelle al Kunstforum Bank di Vienna, alla Kunsthalle di San Gallo, al Kunstverein di Salisburgo, all’ar/ge Kunst di Bolzano e nelle gallerie Olaf Stüber di Berlino e Hubert Winter di Vienna. Completerà il progetto un catalogo, pubblicato da NERO, con testi di Lorenzo Giusti, Giovanni Carmine e Muriel Enjalran. La mostra sarà accompagnata da un programma di attività laboratoriali a cura della sezione didattica del museo e da esperienze di cammino per il pubblico, in collaborazione con artisti e guide ambientali del territorio. Museo MAN via S. Satta 27- 08100, Nuoro tel. +39 0784 25 21 10 orari: 10-13 | 15-19 lunedì chiuso www.museoman.it Inizio: 06/02/2015 Fine: 05/04/2015 Indirizzo: MAN, Museo d’Arte Provincia di Nuoro Spazio: MAN, Museo d’Arte Provincia di Nuoro Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 40.321451 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.studioesseci.net/immagini.php?IDmostra=1090 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: GRISHA BRUSKIN. ALEFBET: ALFABETO DELLA MEMORIA Venezia - Fond Introduzione: Un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. Per la sua prima esposizione a Venezia Grisha Bruskin, uno dei più importanti artisti russi viventi, apprezzato e riconosciuto a livello internazionale almeno dalla metà degli anni ’80 Descrizione: GRISHA BRUSKIN. ALEFBET: ALFABETO DELLA MEMORIA Venezia - Fondazione Querini Stampalia Dal 12 febbraio al 13 settembre 2015 Un misterioso alfabeto costituito da 160 personaggi: angeli, demoni con il volto di animali, figure trafitte da un fulmine, uomini che portano sulle spalle la loro ombra, o scrutano nei segreti del libro. Per la sua prima esposizione a Venezia Grisha Bruskin, uno dei più importanti artisti russi viventi, apprezzato e riconosciuto a livello internazionale almeno dalla metà degli anni ’80, ha scelto il progetto “Alefbet”: cinque grandi arazzi (2,80m x 2,10) rappresentano il cuore della rassegna, cui si giunge tuttavia esaminando in precedenza i disegni preparatori dell’artista, i gouaches e 6 straordinari dipinti, ossia le diverse tappe in cui si è articolato questo complesso e affascinante “archivio del segno”. Una sintesi densissima, che fa memoria di una millenaria tradizione, quella ebraica del Talmud e della Kabbalah, nel momento stesso in cui la rivela come possibile e permanente chiave di lettura simbolica della nostra storia e del nostro presente. “Alefbet” è una rassegna di eccezionale impatto visivo, che non potrà lasciare indifferente il visitatore, accompagnato e coinvolto nel percorso da una serie di originali apparati multimediali, realizzati in collaborazione con CamerAnebbia-Milano di Marco Barsottini, che evidenzieranno la formidabile carica narrativa dell’opera di Bruskin. La mostra è promossa dal Centro Studi sulle Arti della Russia (CSAR) di Ca’ Foscari, ed è curata da Giuseppe Barbieri e da Silvia Burini in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia. Catalogo Terra Ferma, con saggi di Evgenij Barabanov, Giuseppe Barbieri, Grisha Bruskin, Silvia Burini, Boris Groys, Michail Jampolskij. Alla fine degli anni ‘50 Bruskin scopre nella tematica ebraica un soggetto del tutto nuovo per la realtà sociale e l’arte sovietica, dato che in URSS mancava in modo categorico una qualsiasi forma di vita ebraica quotidiana e religiosa. Bruskin vi giunge in maniera, per così dire, indiretta: proveniva infatti sì da una famiglia ebrea, di scienziati, lontana però da problematiche religiose. La sua comprensione di essere ebreo, la sua ebraicità, avviene perciò – è lui stesso a ribadirlo più volte - attraverso i libri e i racconti dei parenti. Un’esperienza che si configura quindi come una vera e propria “ricostruzione” archeologica, che lo conduce a uno stile particolare e originalissimo, in cui i frammenti di un passato perduto e riafferrato sembrano scaturire, almeno inizialmente, da una specie di carnevale pittorico un po’ fiabesco, ricco di motivi allegorici e simbolici ma anche surrealisti. Un forte cambiamento, anzi una vera rottura, si registra negli anni ‘80 quando Bruskin comincia a frequentare i maggiori esponenti della Soc Art, Prigov, Orlov, Lebedev. Da questo momento il suo stile cambia, e da un primitivismo un po’ ornamentale giunge a una maniera asciutta che assume il sembiante plastico dai poster sovietici (nello stesso stile in cui Kabakov fa la serie dedicata alla Kommunal’ka). L’interesse di Bruskin per la produzione ideologica sovietica nasce di sicuro in seguito alle frequentazioni con i soc-artisti, ma mentre Orlov guarda alla monumentalità del regime, Bruskin è più attratto dalle statue più modeste di pionieri, soldati e lavoratori che abbellivano facciate e parchi al tempo di Stalin. Ma il tema ebraico non viene dimenticato, anzi rimane in parallelo alla problematica sovietica: l’artista scrive che tra l’approccio talmudico e quello marxista c’è molto in comune. Nel suo Fundamental’nyj leksikon (1986), una specie di grammatica bruskiniana, origine e sintesi di tutta la sua lingua, l’artista compie un’opera di sistematizzazione del sistema segnico sovietico con la stessa accuratezza con cui nella Torah si elencano i peccati dell’umanità: in ogni celletta c’è una statua di gesso che tiene in mano un segno visivo, una medaglia, il modellino del mausoleo di Lenin, un segnale stradale o una carta geografica. Bruskin ricerca in sostanza una lingua meno esoterica rispetto ad altri suoi compagni, privilegia il racconto, la narrazione. È come se si presentasse a nome di un archeologo del futuro, che cerca di comprendere il senso degli artefatti di una civiltà passata. Questa apertura era dettata anche dalle mutate condizioni politiche. Non c’era più il pubblico ristretto degli anni ‘70, che spesso coincideva con gli artisti stessi, per mostre che avevano sede nei loro appartamenti. Ai tempi della perestrojka invece si afferma finalmente la possibilità di fare mostre in sale espositive e quindi di esporre lavori anche di grandi dimensioni. Fundamental’nyj leksikon fu esposto a Mosca nel 1987, in una sala della Kashirka, la sede degli episodi artistici più importanti della fine degli anni ‘80, alla mostra “L’artista e la contemporaneità”. In quella circostanza Bruskin - con il suo linguaggio nitido e i suoi quadri finemente dipinti – si affermò come l’artista più importante della perestrojka. Fu un momento molto importante perché, nonostante il potere ufficiale cercasse di costruire un caso intorno alla mostra, una parte dell’opera fu acquistata dal famoso regista Milos Forman che era stato invitato ufficialmente da Gorbacev e in questo modo cadde il divieto di esporre arte non ufficiale in URSS. Non solo. Dopo un anno Fundamental’nyj leksikon ebbe un ruolo fondamentale per il mercato dell’arte russa. A un’asta diventata famosa di Sotheby’s venne venduto infatti per 200.000 sterline, mentre poco prima Otvety di Kabakov era stato venduto per appena 38.000 dollari. Comincia il “boom” russo: Bruskin si trasferisce a New York e inizia ad aumentare il formato delle figure di Fundamental’nyj leksikon, che divengono sculture monumentali ma in seguito anche statuette di porcellana e poi arazzi. Il progetto “Alefbet” è appunto una parte essenziale di questo lungo e complesso macrotesto bruskiniano. Un alfabeto “cucito”, materico. Un archivio che si fa testo. Scrive l’artista che il giudaismo, per ragioni storiche, non ha creato un corrispettivo artistico equivalente alle sue iniziative spirituali. «Io ho sempre sentito un vuoto culturale e ho voluto riempirlo con un livello artistico individuale. Gli ebrei sono il popolo del Libro, il libro è il loro simbolo fondamentale: il libro è il mondo e il mondo è il libro, il libro è il proto modello della mia arte e di Alefbet in particolare». «Mi rapporto ad Alefbet come a una concezione artistica e nient’altro, come a una sorta di gioco di biglie. Era importante per me creare qualcosa in forma di pagine, di palinsesto, di scrittura, di notizia, di commento…. Alefbet è anche scritture misteriose, rebus, un dizionario mitologico, sviluppa la lingua in un sistema di simboli e mitologemi, allegorie che bisogna essere capaci di decifrare, indovinare. Dove occorre trovare la propria personale spiegazione. Lo sfondo è rappresentato da scritture e sopra vi sono posizionati i personaggi, che sono 160. Tra di essi non succede nulla, sono solamente rappresentati e sono collegati dal contesto. Ogni eroe è dotato di un accessorio e diviene una figura simbolo, una figura mitologema, una di quelle figure che creano una sorta di dizionario, collezione, alfabeto che in ebraico si dice appunto alefbet. “Alefbet” è il mio personale commentario al Libro». L’arazzo è accompagnato da un commentario ai commentari, che è scritto dall’artista. Lo spettatore, seguendo la tradizione del Talmud, deve aggiungere i propri commentari ai commentari dell’artista e in questo modo potrà avvicinarsi alla verità. “Alefbet” è una sfinge che pone degli enigmi allo spettatore. Usando una metafora della Kabbalah si può dire che ogni elemento dell’opera, fino al personaggio più accessorio, è una piccolissima particella del mistero complessivo della storia, una scintilla di luce. Lo spettatore, muovendosi da un mitologema a un altro, percependone il senso e le relazioni, mette insieme le schegge ricostruendo il significato del quadro. Grisha Bruskin (Grigory Davidovich Bruskin) nasce a Mosca nel 1945. Nel 1968 termina gli studi presso l'Istituto tessile di Mosca e l'anno successivo entra nell'Unione degli artisti dell'URSS. La sua prima mostra personale, allestita nel 1983 a Vilnius, viene chiusa pochi giorni dopo l’inaugurazione per ordine del Partito comunista lituano. L'anno successivo un'altra sua mostra, ospitata alla Casa centrale dei lavoratori dell'arte di Mosca, viene chiusa a un giorno dall'apertura per ordine della Sezione moscovita del Partito comunista. La sua prima mostra non censurata, L'artista e la contemporaneità, apre al pubblico nel 1987 presso la sala espositiva Kashirka di Mosca. Il 7 luglio 1988, in occasione della prima asta organizzata da Sotheby's a Mosca, sei opere di Bruskin vengono battute a un prezzo record per l’arte contemporanea russa. Nello stesso anno l’artista prende la residenza a New York, dove avvia la collaborazione con la Marlborough Gallery. Nel 1999 realizza su commissione del Governo tedesco il trittico monumentale La vita sopra tutto per il Reichstag di Berlino. Nel 2005 partecipa all'imponente mostra collettiva Russia! allestita al Guggenheim di New York. Nel 2012 vince il premio Kandinsky per l'arte russa contemporanea per il progetto H-Hour. Oggi l'artista vive e lavora a Mosca e New York. Informazioni utili: Sede della mostra: Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 Date: dal 12 febbraio al 13 settembre 2015 Apertura al pubblico: da martedì a domenica con orario 10-18. Chiuso il lunedì. Ingresso: libero. Catalogo: Terra Ferma. Ufficio Stampa Fondazione Querini Stampalia Sara Bossi tel. 339 8046499/041 2711441, e-mail: s.bossi@querinistampalia.org Studio ESSECI, Sergio Campagnolo tel. 049 663499, e-mail: gestione3@studioesseci.net; www.studioesseci.net Inizio: 12/02/2015 Fine: 13/09/2015 Indirizzo: Venezia - Fondazione Querini Stampalia, Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 Spazio: Venezia - Fondazione Querini Stampalia Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.440847 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.studioesseci.net/immagini.php?IDmostra=1087 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Voglio vedere le mie montagne. Introduzione: Curata da Noah Stolz, l’esposizionesi prefigge, attraverso le opere di 15 artisti italiani e svizzeri - Gilles Aubry, Cuomo e Iorio, Oppy De Bernardo, Marco Fedele di Catrano, Aurelian Gamboni, Luc Mattenberger, Yves Mettler, Gianni Motti, Aldo Mozzini, Marco Poloni, Relax, Pascal Shwaighofer, Una Szeeman & Bohdan Stehlik, Miki Tallone, di rappresentare il paesaggio transalpino contemporaneo Descrizione: Dal 7 febbraio al 15 marzo 2015 il Museo MA*GA di Gallarate, ospita la mostra Voglio vedere le mie montagne. La rassegna è promossa dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia che ha scelto proprio il MA*GA come suo partner privilegiato in Italia, premiandolo con la realizzazione delle opere esposte. Curata da Noah Stolz, l’esposizionesi prefigge, attraverso le opere di 15 artisti italiani e svizzeri - Gilles Aubry, Cuomo e Iorio, Oppy De Bernardo, Marco Fedele di Catrano, Aurelian Gamboni, Luc Mattenberger, Yves Mettler, Gianni Motti, Aldo Mozzini, Marco Poloni, Relax, Pascal Shwaighofer, Una Szeeman & Bohdan Stehlik, Miki Tallone, di rappresentare il paesaggio transalpino contemporaneo che, da molti secoli, corrisponde a un area di “confine espanso”, in continuo processo di ridefinizione, di ritrattazione e continuamente alla ricerca di una propria precisa identità. Voglio vedere le mie montagne - il cui titolo prende spunto dalla celebre frase pronunciata da Giovanni Segantini su letto di morte - si presenta quindi come una collettiva, la cui forma altro non è se non il risultato di una forma di contrattazione con il reale, un tentativo di dar luce agli aspetti latenti di una contemporaneità che ci appare divisa e fatica a trovare l’immagine di se stessa. Nicolas Bourriaud ci insegna che “essere radicanti significa mettere in moto le proprie radici, in contesti e formati eterogenei, negando loro il potere di definire completamente la propria identità, traducendo idee, transcodificando immagini, trapiantando comportamenti, scambiando invece di imporre”. Gli artisti invitati a intervenire hanno cercato di innestare il proprio pensiero in un paesaggio da loro vissuto allo stesso tempo come familiare ed estraneo. Molti di questi sono infatti di origine italo-svizzera e il loro lavoro è permeato da questioni identitarie e antropologiche. Voglio vedere le mie montagneè il frutto di mesi di lavoro e di ricerca, del dialogo tra curatore, artisti e istituzioni coinvolte, di progettazione e attuazione di laboratori collettivi e individuali, di scambi di aneddoti e documenti, che hanno dato luogo a una mappatura di “oggetti“ tutti portatori di complessità. I frammenti di questa esperienza condivisa andranno a ricomporre l’immagine corale del paesaggio transalpino di oggi, che trascende confini e che si prende gioco dello stesso concetto della spazio-temporalità. Voglio vedere le mie montagne è un progetto realizzato nell’ambito di “Viavai - Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia”, un programma di scambi binazionali promosso dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia e realizzato in partenariato coni cantoni Ticino e Vallese, la città di Zurigo, la Fondazione Ernst Göhner e con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura della Regione Lombardia e del Comune di Milano. Il programma, strutturato in tre tappe, ha già vissuto un primo appuntamento con la personale dell’artista italiano e svizzero Marco Poloni all’Istituto Svizzero di Milano e proseguirà, in contemporanea con l’iniziativa al MA*GA di Gallarate, al Museo Cantonale di Lugano, dal 14 febbraio al 15 marzo 2015 con la mostra di Cuomo e Iori, vincitori del Premio Furla 2015. Milano, gennaio 2015 VOGLIO VEDERE LE MIE MONTAGNE A cura di Noah Stolz Gallarate, Museo MA*GA (via De Magri 1) 7 febbraio - 15 marzo 2015 Orari: dal martedì al venerdì, 9.30-12.30; 14.30-18.00; sabato e domenica, 11.00-18.30 Ingresso libero Inizio: 07/02/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: Maga Gallarate Spazio: Maga Gallarate Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.654252 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Viaggio in Italia. Gli anni ‘60 Introduzione: Attraverso 20 opere di autori quali Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Alberto Burri, Mario Schifano, Alighiero Boetti, Mario Merz e altri, l’esposizione condurrà i visitatori a Milano, Roma, Torino, capitali della creatività italiana in un decennio di grande vivacità artistica. Descrizione: ST. MORITZ (SVIZZERA) ALLA CHIESA PROTESTANTE DAL 13 FEBBRAIO ALL’8 MARZO 2015 LA MOSTRA Viaggio in Italia. Gli anni ‘60 Attraverso 20 opere di autori quali Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Alberto Burri, Mario Schifano, Alighiero Boetti, Mario Merz e altri, l’esposizione condurrà i visitatori a Milano, Roma, Torino, capitali della creatività italiana in un decennio di grande vivacità artistica. La rassegna è il preludio invernale alla ottava edizione di St. Moritz Art Masters che, dal 21 al 30 agosto 2015, vedrà protagonista proprio l’Italia come paese ospite d’onore. www.stmoritzartmasters.com Dal 13 febbraio all’8 marzo 2015, la Chiesa protestante di St. Moritz ospita un evento che analizza uno dei periodi artistici più fecondi e vivaci del Novecento italiano. Gli anni Sessanta saranno infatti al centro dell’indagine condotta dalla mostra Viaggio in Italia, curata da Francesca Pola, organizzata da St.Moritz Art Masters in collaborazione con Robilant+Voena. Sarà un ideale viaggio all’interno di questo decennio di grande creatività che si è sviluppata nei tre maggiori poli culturali di Milano, Roma e Torino, grazie a personalità quali Lucio Fontana, Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Alberto Burri, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Franco Angeli, Alighiero Boetti, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone e altri. La rassegna è il preludio invernale alla ottava edizione di St.Moritz Art Masters, in programma dal 21 al 30 agosto 2015 che vedrà protagonista l’Italia come paese ospite d’onore. Dopo la Cina, il Brasile e l’India, l’attenzione del festival engadinese si rivolgerà proprio all’arte e agli artisti del Belpaese. Attraverso 20 opere, il percorso espositivo analizzerà le caratteristiche di questa ‘età dell’oro’ italiana, che si esprime non solo nell’arte visiva ma, in relazione e in parallelo con essa, in molti altri campi, dall’industria all’architettura, dal design alla moda, dalla letteratura al teatro e al cinema, dalla fotografia alla musica. A Milano, attorno alla figura di Lucio Fontana, si sviluppa una generazione di artisti quali Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Gianni Colombo, Paolo Scheggi, fautori di una nuova idea di spazio, ottenuta attraverso la ridefinizione della pittura. I loro lavori si posizionano entro l’azzeramento della superficie e le inaspettate relazioni tra colore e forma. A Roma, parallelamente alla dialettica tra la ricerca di Alberto Burri sulla materia e quella di Piero Dorazio sulla superficie, il contesto artistico è ancora più direttamente legato alla comunicazione massmediologica e cinematografica. Autori quali Marco Schifano, Mimmo Rotella, Franco Angeli, Tano Festa, Pino Pascali reinterpretano le icone della nuova era consumistica e quelle che traggono origine dalle radici storiche dell’identità italiana, da Michelangelo al Futurismo. A Torino, le ricerche di Giuseppe Pinot Gallizio guidano la sperimentazione su materiali naturali e tecniche non ortodosse. Tutto questo portò alla nascita dell’articolato contesto dell’Arte Povera, caratterizzato da pratiche concettuali, performance, installazioni che videro primeggiare personalità quali Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone, Giovanni Anselmo, Mario Merz, senza dimenticare la pittura di Giorgio Griffa. Dopo questo momento invernale, tutta l’attenzione si concentrerà sull’appuntamento estivo, dal 21 al 30 agosto 2015, del St. Moritz Art Masters, il festival dedicato all’arte contemporanea ideato da Monty Shadow e curato da Reiner Opoku che trasformerà per l’ottava volta St. Moritz e l’Engadina in un centro artistico e culturale, con mostre personali e collettive – tutte gratuite – di grandi artisti del nostro tempo, oltre a conferenze, simposi e altre attività, inserite in uno scenario unico. St.Moritz (CH), gennaio 2015 VIAGGIO IN ITALIA. GLI ANNI ‘60 St. Moritz (Svizzera), Chiesa Protestante (via Maistra 18 - zona pedonale) 13 febbraio - 8 marzo 2015 Orari: dal lunedì alla domenica, dalle 13 alle 19 Ingresso libero Informazioni Office St. Moritz Mailbox 82 CH-7500 St. Moritz Tel +41 81 833 10 28 Fax +41 86 081 833 10 28 info@stmoritzartmasters.com www.stmoritzartmasters.com Inizio: 13/02/2015 Fine: 08/03/2015 Indirizzo: CH-7500 St. Moritz Spazio: ST. MORITZ (SVIZZERA) ALLA CHIESA PROTESTANTE Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 46.4951 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.clponline.it/mostre/viaggio-italia-gli-anni-%E2%80%9860-0 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Giorgione e Savoldo, Fra Bartolomeo, Raffaello Introduzione: A Brescia rivive il Rinascimento grazie ad un progetto che vuole stupire, conquistare e coinvolgere i visitatori, il tutto partendo da quattro grandi ambasciatori: Giorgione e Savoldo, Fra Bartolomeo, Raffaello, per scoprire il patrimonio straordinario della Pinacoteca Tosio Martinengo a confronto con opere illustri da musei nazionali e internazionali. Descrizione: Museo di Santa Giulia 12 settembre 2014 I 6 aprile 2015 A Brescia opere da grandi musei. RINASCIMENTO. Un unico progetto in tre episodi, 6 mesi per poter rivivere il Rinascimento dentro e fuori al Museo di Santa Giulia, un biglietto unico per permettere un accesso semplice e conveniente al pubblico, un corso di storia dell’arte, visite guidate inedite alla scoperta della città, eventi, concerti, laboratori didattici e attività educative. Da settembre 2014 alla primavera 2015 a Brescia rivive il Rinascimento grazie ad un progetto che vuole stupire, conquistare e coinvolgere i visitatori, il tutto partendo da quattro grandi ambasciatori: Giorgione e Savoldo, Fra Bartolomeo, Raffaello, per scoprire il patrimonio straordinario della Pinacoteca Tosio Martinengo a confronto con opere illustri da musei nazionali e internazionali. Tre piccole e preziose mostre-studio che propongono novità e scoperte dal punto di vista critico, iconografico, attributivo e di storia del collezionismo, raccontate al pubblico anche grazie a un percorso interattivo allo scopo di rendere i contenuti storico-scientifici in modo coinvolgente e dinamico. Giorgione e Savoldo. Note di un ritratto amoroso è la prima delle tre mostre, che verrà inaugurata venerdì 12 settembre e sarà aperta sino al prossimo 9 novembre. La prima tappa permetterà di ammirare il Doppio ritratto di Giorgione, in prestito da Palazzo Venezia di Roma, in un dialogo d’eccezione con due opere di Savoldo: il Ritratto di giovane con flauto da Unicredit Art Collection in deposito presso la Pinacoteca Tosio Martinengo e la Figura di giovane della Galleria Borghese di Roma. In concomitanza con RINASCIMENTO inaugura Svelare l’arte. Scoperte e restauri per la nuova Pinacoteca Tosio Martinengo (12 settembre 2014 – 11 gennaio 2015). In mostra 29 dipinti della Pinacoteca Tosio Martinengo, alcuni mai esposti al pubblico, recentemente oggetto di un’importante campagna di studio e restauro. Il percorso espositivo si avvale di pannelli interattivi che permettono di indagare a fondo le opere, confrontando le immagini pre e post restauro, analizzando le nuove proposte attributive e ricostruendo le vicende storiche dei lavori provenienti dalla città e dal territorio. I visitatori che acquisteranno il Biglietto Unico avranno l'opportunità di tornare a visitare il museo altre due volte, in concomitanza con gli episodi di Rinascimento. Un'opportunità da non perdere per vivere sempre più il Museo di Santa Giulia! Per maggiori informazioni visita il sito dedicato www.rinascimento.bresciamusei.com Rinascimento è un'iniziativa di Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei Partner istituzionali: Fondazione CAB, Fondazione ASM, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Brescia. Con il Patrocinio di Padiglione Italia - Expo Milano 2015 RINASCIMENTO 12 settembre 2014 | 6 aprile 2015 Museo di Santa Giulia Via Musei 81/b, Brescia #rinascimentobrescia inaugurazione: venerdì 12 settembre 2014 ore 18.30 Informazioni orari di apertura fino al 30 settembre: tutti i giorni ore 10.30-19.00 dal 1 ottobre al 6 aprile: tutti i giorni ore 9.30-17.30 lunedì chiuso biglietto unico: € 10 info: +39 030 2977833-834 santagiulia@bresciamusei.com www.rinascimento.bresciamusei.com Inizio: 12/09/2014 Fine: 06/04/2015 Indirizzo: Museo di Santa Giulia Via Musei 81/b, Brescia Spazio: Museo di Santa Giulia Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.539318 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Le chiavi di Roma. La città di Augusto Introduzione: L'età augustea è il tema centrale della mostra che si tiene ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali. La mostra, a Roma, prende il nome di "Le Chiavi di Roma. La città di Augusto" all’interno del piano comunicativo di Roma Capitale in occasione del Bimillenario della morte del princeps e del più ampio progetto internazionale “Keys To Rome”. Descrizione: Le chiavi di Roma. La città di Augusto 24/09/2014 - 10/05/2015 Le chiavi di Roma. La città di Augusto Roma, Sarajevo, Amsterdam, Alessandria d’Egitto: tutto l’Impero festeggia Augusto, esposizione in occasione del Bimillenario della sua morte. Il 23 settembre 2014, per il Bimillenario della morte del princeps, il mondo festeggia Augusto. 4 mostre sono state aperte in contemporanea per la prima volta in 4 musei diversi: una rete culturale e tecnologica che prende il nome di Keys To Rome. Roma ne sarà il cuore. Qui, in modo originale, due itinerari si snodano nelle sale del Museo dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano, ambedue ispirati da Augusto e dall’Impero Romano, ma con diverse implicazioni: permettere ai visitatori di “camminare” sulla città augustea e “riconoscerne” i luoghi mitici e storici; collegare quattro città, quattro musei, quattro modi diversi di essere cittadini romani, per un viaggio interattivo mai tentato alla scoperta del mondo romano, attraversando le porte del tempo con le chiavi di Roma. L'età augustea è il tema centrale della mostra che si tiene ai Mercati di Traiano Museo dei Fori Imperiali. La mostra, a Roma, prende il nome di "Le Chiavi di Roma. La città di Augusto" all’interno del piano comunicativo di Roma Capitale in occasione del Bimillenario della morte del princeps e del più ampio progetto internazionale “Keys To Rome”. Infatti l’esposizione mira ad illustrare due percorsi tematici complementari e intrecciati: uno narrativo – Keys To Rome.Le Chiavi di Roma - e l'altro di approfondimento tematico, che condurrà i visitatori attraverso i luoghi di Augusto - La città di Augusto. "Keys To Rome” si presenta come un esperimento espositivo unico nel suo genere perché, per la prima volta in assoluto, è stata inaugurata il 23 settembre in contemporanea in quattro luoghi di grande fascino e perché, grazie all'integrazione di diverse applicazioni tecnologiche, apre lo sguardo sul museo del futuro. "Keys To Rome” è un evento organizzato dalla più grande rete di eccellenza europea sui Musei Virtuali, V-MUST, coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Quattro città forniscono quattro prospettive diverse sulla cultura romana: il cuore di Roma, con il Museo dei Fori Imperiali; Alessandria d’Egitto, nelle splendide sale della Biblioteca Alessandrina; Amsterdam presso l’innovativo Museo Allard Pierson e, infine, Sarajevo all’interno della storica biblioteca, sede del municipio, da poco restaurata. Le quattro locations, che simboleggiano i “quattro angoli” del mondo romano, sono alla base dell’idea della mostra europea e saranno un’occasione senza precedenti per guardare all’Impero da punti di osservazione storici, geografici, culturali e umani molto diversi. Al centro dell'esperienza museale, un percorso fatto di filmati, di sistemi di interazione naturale e applicazioni mobili, guida il visitatore a ripercorrere la storia romana, grazie a due protagonisti – un vecchio mercante e suo nipote – che dovranno ritrovare gli oggetti appartenuti alla famiglia e svelarne i segreti, usando le chiavi di Roma, nell’unico giorno in cui il dio Giano consentirà di aprire le porte del tempo. Nella Grande Aula del Museo, una mappa della cittàdà al visitatore la sensazione di“camminare” nella Roma di duemila anni fa. Il Foro di Augusto, il suo Mausoleo, l’Ara Pacis e gli altri monumenti, “emergono” dalla mappa e raccontano la propria storia. Due busti di Augusto e Agrippa – il suo “braccio destro”- si animano e parlano delle strategie e degli avvenimenti storici che hanno permesso l’irresistibile ascesa del princeps e la trasformazione della città. Infine, pannelli interattivi con tecnologia touch dislocati lungo il percorso espositivo illustrano le novità scientifiche sugli ultimi scavi, testimoniando la continua ricerca e la presenza sul territorio degli archeologi della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Nell’ambito delle attività collaterali che arricchiscono ulteriormente l'evento, è stata anche organizzata la “Digital Museum Expo”, esposizione e workshop rivolti a professionisti e operatori del settore, che presentano le soluzioni tecnologiche più recenti, create per i musei del futuro. L'Expo è visitabile a Roma, sempre all'interno del Museo dei Fori Imperiali, dal 24 al 28 settembre 2014. E', poi, destinata ad essere spostata a turno nelle altre tre sedi di “Keys to Rome” tra ottobre e dicembre. All’interno dei Mercati di Traiano – contemporaneamente a questa grande esposizione – ha inaugurato il 24 settembre un’importante mostra curata da Gabriele Simongini e dedicata allo scultore coreano Park Eun Sun, in occasione del 130° Anniversario delle relazioni bilaterali tra Italia e Corea del Sud. Park Eun Sun (classe 1965), uno degli scultori più noti in Corea del Sud, vive e lavora in Italia da quindici anni. Nella mostra ai Mercati di Traiano, promossa dall’Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia ed organizzata in collaborazione con lo Studio Copernico di Milano, l’artista espone 25 sculture di medie e grandi dimensioni, alcune delle quali realizzate per l’occasione. Inizio: 24/09/2014 Fine: 10/05/2015 Indirizzo: Mercati di Traiano , Roma Spazio: Mercati di Traiano , Roma Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.895641 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: MISSONI, L’ARTE, IL COLORE Introduzione: Il dialogo con l’arte europea del Novecento. La creatività e l’imprenditorialità di una grande Maison italiana. La straordinaria cultura e la genialità dei due fondatori. Ruota attorno a questi temi l’evento che il MA*GA di Gallarate (VA) dedica, dal 19 aprile all’8 novembre 2015, a Ottavio e Rosita Missoni, proprio nella città che scelsero nel 1953 come sede della loro casa e del loro primo laboratorio artigianale. Descrizione: MISSONI, L’ARTE, IL COLORE Gallarate (VA) | Museo MA*GA 19 aprile - 8 novembre 2015 Il dialogo con l’arte europea del Novecento. La creatività e l’imprenditorialità di una grande Maison italiana. La straordinaria cultura e la genialità dei due fondatori. Ruota attorno a questi temi l’evento che il MA*GA di Gallarate (VA) dedica, dal 19 aprile all’8 novembre 2015, a Ottavio e Rosita Missoni, proprio nella città che scelsero nel 1953 come sede della loro casa e del loro primo laboratorio artigianale. Nell’anno di EXPO, i successi e i riconoscimenti internazionali dei Missoni, nella produzione tessile e nella moda, divengono portavoce tra i più accreditati del Made in Italy, rappresentando il valore di un territorio e testimoniando la capacità di generare linguaggi e confronti con i maggiori maestri dell’arte moderna e contemporanea. Il percorso espositivo, caratterizzato dagli allestimenti che diventano essi stessi opere ambientali, è articolato secondo diversi registri narrativi che delineano le principali caratteristiche della genialità dei Missoni, fatta di colore, materia e forma. Al contempo emerge quanto la loro creatività sia legata a doppio filo con l’arte, rappresentando un caso pressoché unico nel panorama della moda internazionale. La mostra MISSONI, L’ARTE, IL COLORE, curata da Luciano Caramel ed Emma Zanella, è un progetto realizzato dalla Città di Gallarate, Museo MA*GA e Archivio Missoni, con il contributo e il patrocinio di Regione Lombardia - Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie, Provincia di Varese, Camera di Commercio di Varese, e con la partecipazione di Gallerie d’Italia - Piazza Scala (Milano). La mostra fa inoltre parte del progetto Grand Tour EXPO. L’esposizione si apre con Casa di moda, video-installazione di Ali Kazma che rilegge l’operato di “casa Missoni”. Entrando nel loro mondo, l’artista turco mette a fuoco l’approccio dei Missoni con tutto il ciclo produttivo aziendale, evidenziando un felice connubio tra sapienza artigianale e ricerca del design più avanzato. Si passa quindi ad analizzare le radici culturali che hanno influenzato le scelte di disegno, colore, segno e forma dei Missoni, caratteristiche intrinseche della loro cifra stilistica. L’attenzione si rivolge qui alle ricerche astratte e aniconiche europee della prima metà del Novecento con lavori di Giacomo Balla, Sonia e Robert Delaunay, Fortunato Depero, Osvaldo Licini, Mauro Reggiani, Nicolay Diulgheroff, Lucio Fontana, Otto Freundlich, Jean Hèlion, Auguste Herbin, Johannes Itten, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Alberto Magnelli, Piet Mondrian, Enrico Prampolini, Gino Severini, Sophie Tauber Arp, Manlio Rho, Mario Radice, Atanasio Soldati, Luigi Veronesi, Bruno Munari. Colore, materia e forma sono anche i fulcri attorno ai quali ruota la costante ricerca dei Missoni. A testimoniarlo è una grande installazione di abiti, progettata e allestita appositamente per la mostra e per il MA*GA dagli stessi Missoni, interamente dedicata al fascino e al glamour dei capi che hanno fatto la storia della Maison. La sezione conclusiva esplora invece le relazioni tra il pensiero creativo di Ottavio Missoni e l’arte contemporanea italiana: studi sul colore, opere pittoriche e arazzi dialogano con opere di Mario Ballocco, Gianni Bertini, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Nino Di Salvatore, Piero Dorazio, Achille Perilli, Tancredi, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Carla Accardi, Giovanni Anceschi, Alberto Biasi, Davide Boriani, Dadamaino, Giulio Turcato e Grazia Varisco. Accompagna la mostra un catalogo edito da Rizzoli, a cura di Luciano Caramel e Emma Zanella. A corollario dell’evento, un vasto programma di attività collaterali e proposte didattiche. Gallarate (VA), gennaio 2015 MISSONI, L’ARTE, IL COLORE Gallarate, Museo MA*GA (via De Magri 1) 19 aprile - 8 novembre 2015 Inaugurazione: 18 aprile 2015, 18.30 Orari: dal martedì al venerdì, 10.00 – 19.00 sabato e domenica, 10.00 – 20.00 Lunedì chiuso Ingresso: € 10 intero. € 8 per gruppi a partire da 15 persone e categorie convenzionate; tesserati FAI – Fondo Ambiente Italiano € 5 studenti fino ai 26 anni. Gratuito minori di 14 anni, over 65, disabili che necessitano di accompagnatore, accompagnatore del disabile; dipendenti MiBACT; accompagnatori e guide turistiche Regione Lombardia, 1 insegnante ogni 10 studenti, membri ICOM, soci AMACI, giornalisti accreditati, possessori della membership card dei giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; Soci Fondatori e Patrocinatori del Museo MA*GA: MiBACT, Regione Lombardia, Città di Gallarate Informazioni generali Tel. +39 0331 706011 info@museomaga.it www.museomaga.it Informazioni evento Tel. +39 0331 706091 / 81 missoniartecolore@museomaga.it Inizio: 19/04/2015 Fine: 08/11/2015 Indirizzo: Gallarate (VA) | Museo MA*GA Spazio: Gallarate (VA) | Museo MA*GA Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 32.165622 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Bruno Liberatore. Sculture in dialogo ambientale con i Mercati di Traiano Introduzione: runo Liberatore. Sculture in dialogo ambientale con i Mercati di Traiano Descrizione: Bruno Liberatore. Sculture in dialogo ambientale con i Mercati di Traiano La mostra dedicata al maestro Bruno Liberatore segna l’ultima tappa della carriera espositiva dell’artista nella Capitale, dopo le rassegne a Castel Sant'Angelo (1993 - 94) e al Vittoriano (2001). Sono venticinque le sculture del Maestro, anche di grandi dimensioni e alcune recentemente realizzate, che dialogheranno fino al 12 aprile con le antiche murature della via Biberatica e nelle tabernae dei Mercati di Traiano, in una collocazione ideale e di grande suggestione. “Bruno Liberatore. Sculture in dialogo ambientale con i Mercati di Traiano”, a cura di Enrico Crispolti, sottolinea il lungo percorso dell'artista, abruzzese di nascita ma di formazione e residenza romano, una delle personalità più originali sulla scena della scultura italiana contemporanea. Le opere del Maestro, che è stato allievo prediletto e collaboratore di Pericle Fazzini, realizzate in bronzo, ferro o terracotta, testimoniano tutte una originaria vocazione plastica, sebbene i rapporti conflittuali tra uomo e ambiente siano rappresentati attraverso forme e volumi innovativi, lontani dalla tradizionale plastica figurativa. Le sue composizioni astratte evocano associazioni con la natura viva e in mostra particolare suggestione offrono le sculture di dimensioni maggiori, che propongono una profonda interazione con il paesaggio urbano. È Bruno Liberatore stesso che esprime in modo chiaro l’essenza della sua poetica: ‘La terra è la materia più interessante con cui abbiamo a che fare. Essa ci appare ora sofferente, ora infuriata, ora rinascente. Io cerco di esprimere questi stati della natura’. La mostra è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. Info mostra: Dove: Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali Via Quattro Novembre, 94 Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00) Inizio: 14/12/2014 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Museo dei Fori Imperiali Via Quattro Novembre, 94, Roma Spazio: Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.89613 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Beverly Pepper all'Ara Pacis Introduzione: All’interno del Museo dell’Ara Pacis saranno esposte 5 sculture in ferro, parte della serie Curvae in Curvae esposta alla Galleria Marlborough sia a New York sia a Londra. L’arte di Beverly Pepper è oggi parte permanente del paesaggio di realtà ambientali diverse, come l’Amphisculpture nel quartier generale dell’AT&T in New Jersey o Palingenesis, presso la sede del Credit Suisse a Zurigo. Descrizione: Beverly Pepper all'Ara Pacis A cura di Roberta Semeraro Roma, Museo dell’Ara Pacis 3 dicembre 2014 - 15 marzo 2015 #PepperRoma Conferenza stampa mercoledì 3 dicembre ore 12 Auditorium Museo dell’Ara Pacis 3 dicembre 2014 Saranno esposte a Roma, presso il Museo dell’Ara Pacis, dal 3 dicembre 2014 al 15 marzo 2015 le sculture della grande artista americana Beverly Pepper, nell’ambito della mostra Beverly Pepper all'Ara Pacis promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Ambasciata degli Stati Uniti d’America con il contributo essenziale della Fondazione Roma – Arte – Musei, nota per la sensibilità per l’arte nelle sue diverse manifestazioni. L’idea dell'installazione delle sculture all’Ara Pacis è nata dall’architetto Paolo Luccioni ed è curata dalla critica d’arte Roberta Semeraro. Un progetto straordinario reso possibile, negli aspetti organizzativi, grazie all’Associazione RO.SA.M. con Zètema Progetto Cultura e, per gli aspetti tecnici, grazie all’architetto Isabella Ciracì Altamura e all’ingegner Eugenio Francesco Mancinelli della SEIPRO servizi di ingegneria e progettazione. Con Beverly Pepper (1922) per la prima volta l’area perimetrale del Museo dell’Ara Pacis si offre come palcoscenico di un’importante esposizione di sculture. L’artista da anni si dedica alla scultura pubblica e all’arte ambientale e, dopo grandi spazi urbani quali Forte Belvedere a Firenze, il Palais Royale di Parigi e Central Park e Park Avenue a New York, torna a Roma, sua città del cuore. Le quattro opere monumentali, fra i 4 e i 5 metri di altezza e realizzate in acciaio corten, rappresenteranno momenti di riflessione per i visitatori che avranno l’opportunità di cogliere prospettive, volumi, profondità e, non ultima, la luce, in un magnifico connubio tra un glorioso passato fatto di stili architettonici diversi e il presente della scultura contemporanea. All’interno del Museo dell’Ara Pacis saranno esposte 5 sculture in ferro, parte della serie Curvae in Curvae esposta alla Galleria Marlborough sia a New York sia a Londra. L’arte di Beverly Pepper è oggi parte permanente del paesaggio di realtà ambientali diverse, come l’Amphisculpture nel quartier generale dell’AT&T in New Jersey o Palingenesis, presso la sede del Credit Suisse a Zurigo. Suoi anche altri importanti esempi di land art come Sol y Ombra Park di Barcellona, il Manhattan Sentinels nella Federal Plaza di New York e Departure, For My Grandmother, all’interno dell’Europos Parkas a Vilnius, Lituania. Le sue opere sono in tutto il mondo ma l’Italia continua ad essere, per l’artista, uno dei luoghi più amati per le sue installazioni, come il Teatro Celle commissionato dal collezionista Giuliano Gori per la Fattoria Celle presso Pistoia e l’Amphisculpture di Parco del Sole a L’Aquila donato alla città all’interno del progetto “Nove artisti per la ricostruzione”. Il ritorno di Beverly Pepper a Roma vuole essere un tributo alla Città Eterna che l’ha accolta fin dai primi anni Cinquanta. “Il talento di Beverly Pepper non ha confini e noi non potevamo che scegliere di ospitarlo in uno dei musei più rappresentativi della città - dichiara l'Assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale Giovanna Marinelli. Questa mostra dimostra soprattutto come le arti possano contaminarsi e parlare tra loro. La scultura che trionfa nel luogo simbolo dell'archeologia. Sono convinta che i visitatori ne saranno attratti e rapiti”. “Siamo lieti di presentare a Roma le opere di questa grande artista che, con le sue sculture ed i suoi progetti ambientalistici, è riuscita a tradurre l’arte in natura – dichiara il Presidente della Fondazione Roma Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele. Parimenti, con questa mostra, vogliamo testimoniare l’apprezzamento per il lavoro da lei svolto in favore della valorizzazione del nostro Paese amandolo e onorandolo attraverso la sua arte, per tutta la sua vita”. Inoltre, come afferma l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia John R. Phillips, l’artista rappresenta: “Due Paesi e un'inestinguibile voglia di trovare punti di contatto fra le due culture, di integrarle rendendole permeabili l'una all'altra. Trovare e costruire ponti non solo nell'ambito artistico: questa è un'altra grande passione del nostro vulcanico scultore”. Durante tutto l’arco espositivo il pubblico avrà l’opportunità, previa prenotazione, di partecipare ad una visita guidata della mostra con la curatrice e i suoi collaboratori. Dalla metà di dicembre, presso il bookshop del Museo, saranno disponibili il documentario della mostra prodotto da MAAP e il catalogo “Beverly Pepper all’Ara Pacis” edito da Gli Ori Editori Contemporanei a cura di Paola Gribaudo con le fotografie di Gianfranco Gorgoni e i contributi critici di Anna Imponente, Soprintendente ai Beni Storici e Artistici del Lazio, e Gianluca Marziani, Direttore di Palazzo Collicola - Museo di Arti Visive di Spoleto. SCHEDA INFO Mostra Beverly Pepper all’Ara Pacis Luogo Area perimetrale del Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta, Roma Apertura al pubblico dal 3 dicembre 2014 al 15 marzo 2015 Sezione interna della mostra: martedì - domenica ore 9 – 19 Info Mostra 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00) www.arapacis.it, www.museiincomuneroma.it www.rosam.it, www.beverlypepper.net Twitter @museiincomune Facebook MuseoAraPacis – Beverly Pepper Instagram @museiincomuneroma #PepperRoma Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Ambasciata degli Stati Uniti d’America Con il contributo di Organizzazione Fondazione Roma – Arte – Musei Associazione RO.SA.M. con Zètema Progetto Cultura A cura di Roberta Semeraro Catalogo Courtesy of Gli Ori Marlborough Gallery, Luccioni Archstudio srl SPONSOR SISTEMA MUSEI CIVICI In collaborazione con Con il contributo tecnico di Banche tesoriere di Roma Capitale: BNL Gruppo BNP Paribas, UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena; MasterCard Priceless Rome; Vodafone La Repubblica SPONSOR MOSTRA Con il contributo tecnico di Ares Italia, Iron, J.K.Place Roma, SEIPRO servizi di ingegneria e progettazione, TCI Professional led application, World Cargo Servizi di vigilanza Travis Biglietti Ingresso al Museo dell’Ara Pacis Biglietto ordinario: intero € 10,50; ridotto € 8,50 Per i cittadini di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): intero € 8,50; ridotto € 6,50 Biglietto integrato Museo dell’Ara Pacis + Mostra Henri Cartier-Bresson € 18 intero; € 14 ridotto Ufficio Stampa Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica Lucia Ritrovato lucia.ritrovato@comune.roma.it 339 7864187 Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali 06 67106730 – 06 67109489 – 06 67104803 Ufficio stampa mostra Chiara Di Fonzo 3495520827 pepperarapacis@gmail.com Ufficio stampa Zètema Progetto Cultura Giusi Alessio g.alessio@zetema.itwww.zetema.it @ZetemaCultura Inizio: 03/12/2014 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: Roma, Museo dell’Ara Pacis Spazio: Museo dell’Ara Pacis Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.90613 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Augusto in Campania Introduzione: Con Augusto cambia il destino della Campania, dell’Italia e del Mediterraneo. Per celebrarne la figura a 2000 anni della sua morte, avvenuta a Nola, e raccontare i luoghi della regione che lo videro protagonista nell’ascesa al potere, la Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli presenta giovedì 18 dicembre alle ore 12,30 nella Sala conferenze della Sezione didattica del Museo Archeologico di Napoli, la mostra “Augusto in Campania. Da Ottaviano a Divo Augusto. 14-2014 d.C.”, finanziata dalla Regione Campania, fondi P.O.R. Campania F.E.S.R. 2007/2013 e realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia. Descrizione: Con Augusto cambia il destino della Campania, dell’Italia e del Mediterraneo. Per celebrarne la figura a 2000 anni della sua morte, avvenuta a Nola, e raccontare i luoghi della regione che lo videro protagonista nell’ascesa al potere, la Soprintendenza per i Beni archeologici di Napoli presenta giovedì 18 dicembre alle ore 12,30 nella Sala conferenze della Sezione didattica del Museo Archeologico di Napoli, la mostra “Augusto in Campania. Da Ottaviano a Divo Augusto. 14-2014 d.C.”, finanziata dalla Regione Campania, fondi P.O.R. Campania F.E.S.R. 2007/2013 e realizzata in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Pompei, Ercolano e Stabia. La mostra sarà aperta al pubblico dal 19 dicembre 2014 al 4 maggio 2015. In conferenza saranno presentati anche gli ‘itinerari augustei’ che, nelle prossime settimane, coinvolgeranno il Museo storico-archeologico di Nola, il Museo archeologico dei Campi Flegrei a Baia, il Parco archeologico di Cuma, Pozzuoli, il Pausilypon, gli scavi di Ercolano e di Pompei, l’Antiquarium di Boscoreale. Alla conferenza partecipano: Teresa Elena Cinquantaquattro, Soprintendente per i Beni archeologici di Napoli; Pasquale Sommese, assessore regionale al Turismo e ai Beni culturali; Gregorio Angelini, Direttore Beni Culturali e Paesaggistici della Campania del MIBACT; Valeria Sampaolo, direttrice del Museo archeologico di Napoli; Sara Masseroli della Soprintendenza Speciale di Pompei; Carlo Gasparri e Carmela Capaldi, Dipartimento Studi umanistici - Università degli studi di Napoli Federico II, curatori scientifici della mostra. In occasione della conferenza stampa, la Soprintendente sarà a disposizione dei giornalisti per interviste. Ai giornalisti sarà fornita scheda tecnica della mostra e le immagini più rappresentative. Ufficio stampa Mostra “Augusto in Campania” Cristian Fuschetto mob. 338.5488710 Chiara Di Martino mob. 338.4794358 Ornella Falco tel. 081.4422275 mail sba-na.ufficiostampa@beniculturali.it sba-na.museoarcheologiconapoli@beniculturali.it Inizio: 19/12/2014 Fine: 04/05/2015 Indirizzo: Museo Archeologico Nazionale, Napoli Spazio: Museo Archeologico Nazionale Area geografica: Sud Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 40.853599 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: I lavori più recenti di Steve McCurry e Introduzione: Descrizione: La mostra si sviluppa a partire dai lavori più recenti di Steve McCurry e da una serie di scatti che sono legati a questa sorprendente ricerca messi a confronto con alcune delle sue immagini più conosciute, a partire dal Ritratto di Sharbat Gula, che è diventata una delle icone assolute della fotografia mondiale. Oltre a presentare una inedita selezione della produzione fotografica di Steve McCurry, la rassegna intende raccontare l'avventura della sua vita e della sua professione, anche grazie ad una ricca documentazione e ad una serie di video costruiti intorno alle sue "massime". Lo scopo è quello di seguire il filo rosso delle sue passioni, per conoscere la sua tecnica ma anche la sua voglia di condividere la vicinanza con la sofferenza e talvolta con la guerra , con la gioia e con la sorpresa. Il desiderio è quello di capire il suo modo di conquistare la fiducia delle persone che fotografa perché, come dice lo stesso fotografo: "Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te". Ad una nuova mostra non poteva che corrispondere un allestimento del tutto nuovo ed originale, progettato appositamente da Peter Bottazzi per accompagnare il visitatore nel mondo di McCurry e stabilire un dialogo con gli ambienti monumentali della Villa Reale appena restaurata e la decorazione neoclassica che li caratterizza. Inizio: 30/10/2014 Fine: 06/04/2014 Indirizzo: Villa Reale Monza Spazio: Villa Reale Monza Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.593512 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Conversation Piece Part 1 Introduzione: la prima di una serie di mostre dedicate agli artisti italiani e stranieri che hanno deciso di svolgere una residenza a Roma, in maniera autonoma o ospiti delle fondazioni, degli istituti di cultura o borsisti presso le Accademie straniere. Descrizione: Inaugura il 10 febbraio alle 18.00, presso le Scuderie di Palazzo Ruspoli, Conversation Piece Part 1 - a cura di Marcello Smarrelli - la prima di una serie di mostre dedicate agli artisti italiani e stranieri che hanno deciso di svolgere una residenza a Roma, in maniera autonoma o ospiti delle fondazioni, degli istituti di cultura o borsisti presso le Accademie straniere. Partecipano: Francesca Grilli, Josephine Halvorson, Rowena Harris, Isabell Heimerdinger, Thomas Hutton, Corin Hewitt,Tobias Kaspar, Jonathan Monk, Anna-Bella Papp, Eddie Peake, Calixto Ramírez, Su-Mei Tse. Inizio: 10/02/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Scuderie di Palazzo Ruspoli, Roma Spazio: Scuderie di Palazzo Ruspoli Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.902784 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Giorgio Morandi 1890-1964 Introduzione: la mostra documenta la vicenda artistica del pittore bolognese attraverso un numero cospicuo di opere di grande rilevanza che provengono da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, inclusi alcuni capolavori meno noti al grande pubblico concessi eccezionalmente in prestito Descrizione: Giorgio Morandi 1890-1964 la mostra documenta la vicenda artistica del pittore bolognese attraverso un numero cospicuo di opere di grande rilevanza che provengono da importanti istituzioni pubbliche e da prestigiose collezioni private, inclusi alcuni capolavori meno noti al grande pubblico concessi eccezionalmente in prestito COMPLESSO DEL VITTORIANO ROMA - dal 27 febbraio al 23 giugno 2015 Inizio: 27/02/2015 Fine: 23/06/2015 Indirizzo: COMPLESSO DEL VITTORIANO ROMA - Spazio: COMPLESSO DEL VITTORIANO Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.894584 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: La guerra che verrà non è La prima. Introduzione: Questo progetto ha richiesto e richiede non solo oggettività e distanza ma partecipazione e chiarezza. Non basta non volere la guerra e desiderare la pace. Muovendo dalla celebre poesia di Bertolt Brecht , “La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente” Descrizione: Mart, Rovereto 04/10.14—20/09.15 venerdì 3 ottobre ore 12.00 inaugurazione venerdì 3 ottobre ore 18.00 La mostra La guerra che verrà non è La prima. g rande guerra 1914-2014 realizzata con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale , in collaborazione con importanti istituzioni culturali nazionali , costituisce la colonna portante del grande progetto Mart/Grande guerra 1914-2014 che si sviluppa nelle tre sedi del Museo e si completa con un programma collaterale di eventi, incontri, convegni, appuntamenti. La mostra è un progetto diretto da Cristiana Collu, a cura di Nicoletta Boschie - ro, Saretto Cincinelli, Gustavo Corni, Gabi Scardi, Camillo Zadra, in collaborazione con esperti di storia e arte contemporanea. Attraverso lo sviluppo di contributi complementari fra loro, l’esposizione si allontana dalla semplice riflessione sulla storia e offre uno sguardo più complesso sull’attualità del conflitto, ancora oggi al centro del dibattito contemporaneo. La Prima guerra mondiale, di cui ricorre il Centenario, tra gli eventi più drammatici e signi ficativi della storia, rappresenta dunque il punto di partenza di un’indagine più ampia che attraversa il XX secolo e arriva ai conflitti dei nostri giorni. Il Mart si misura con il più difficile, travagliato e scabroso dei temi, facendosi carico non solo del racconto della storia, ma anche dell’esposizione articolata di alcune delle verità che lo contraddistinguono. Questo progetto ha richiesto e richiede non solo oggettività e distanza ma partecipazione e chiarezza. Non basta non volere la guerra e desiderare la pace. Muovendo dalla celebre poesia di Bertolt Brecht , “La guerra che verrà non è la prima. Prima ci sono state altre guerre. Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”, il Museo costruisce una narrazione dalla quale scaturisce un intenso viaggio che affonda le sue radici nelle guerre di un secolo, ritrovandosi nella più tragica storia recente. La mostra sviluppa il tema adottando molteplici punti di vista e toccandone anche gli aspetti più sensibili, delicati e talvolta controversi. Il percorso espositivo lascia emer - gere l’evento come risultato di una composizione in cui l’arte si confronta con la storia, la politica e l’antropologia. Ricorrendo a una sorta di complesso montaggio tematico e tempo - rale, l’esposizione evita di seguire un preciso filo cronologico, dimostrando – tramite inediti accostamenti e cortocircuiti semantici – come tutte le guerre siano uguali e, allo stesso tem - po, come ogni guerra sia diversa. L’intento non è quello di inventariare i conflitti di ieri e di oggi, né quello di mi - sconoscere le irriducibili differenze storiche, ma la volontà di mantenere aperta la ricerca e la riflessione in un luogo in cui ricordare non significhi ridurre un evento a qualcosa di pietrifi - cato, archiviato e definitivamente sigillato in se stesso ma, all’opposto, riveli interpretazioni e riletture capaci di esprimerne tutta la complessità. L’arte entra in contatto con la quotidianità, i capolavori delle avanguardie dialo - gano con la propaganda, la grammatica espositiva completa e rinnova il valore di documenti, reportage, testimonianze. Installazioni, disegni, incisioni, fotografie, dipinti, manifesti, cartoline, corrispondenze, diari condividono gli oltre tremila metri quadrati del piano su - periore del Mart e si misurano con sperimentazioni artistiche più recenti, installazioni so - nore, narrazioni cinematografiche: documentari originali, video e film. Esposti anche nu - merosi reperti bellici impiegati nella Prima guerra mondiale, il cui ritrovamento è il capitolo più recente di una vicenda ancora attuale, nella quale ogni oggetto racconta la propria storia. Il progetto allestitivo, realizzato dal designer catalano Martí Guixé , traduce le due anime della mostra, storica e contemporanea, costruendo un palinsesto che tiene insie - me follia, disordine ritmo, luce e speranza. Alle espressioni della contemporaneità è affidato il compito di amalgamare e scandire il percorso e i tempi della visita. Ne scaturisce una visione trasversale che tiene conto dei punti di vista della storia, dell’arte e del pensiero contempora - neo che contestualizza il passato. Un racconto sulla guerra e della guerra . L’allestimento è realizzato senza soluzione di continuità, affinché il visitatore scelga autonomamente da quale ingresso cominciare il proprio percorso e come costruirlo, affrontando la mostra e il suo tema in totale libertà. Ciò risulta indispensabile in un’esposi - zione tanto complessa, che emoziona, turba, disturba ma allo stesso tempo concilia e mette l’essere umano in contatto con una delle sue componenti più viscerali e oscure. La guerra che verrà non è L a prima è una mostra vertiginosa nella quale si sviluppano sottotesti tematici, focus narrativi e affondi mirati, una trama di linguaggi tra i quali spicca a più riprese, filo rosso tra i fili che la mostra intreccia, il Futurismo . L’esposizione presenta alcuni capolavori storici provenienti dalle collezioni del Mart fra i quali opere di Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Fortunato Depero e Gino Severini . Una lunga serie di prestigiosi prestiti nazionali e internazionali provenienti da collezioni pubbliche e private e gallerie completa il progetto. Numerose, inoltre, le opere di artisti che hanno vissuto il dramma della Grande guerra, la lista comprende, oltre ai già citati ma - estri dell’avanguardia italiana, Max Beckmann, Marc Chagall, Albin Egger-Lienz, Adolf Helmberger, Osvaldo Licini, Arturo Martini, Pietro Morando, Mario Sironi ed è integra - ta dai lavori di registi dell’epoca come Filippo Butera, Segundo de Chomón, Abel Gance . L a guerra che verrà NON è L a P r IM a Tra gli artisti impegnati direttamente nel conflitto, un approfondimento è dedicato al foto - grafo cecoslovacco Josef Sudek . La guerra è raccontata non solo come esperienza vissuta in prima persona, ma anche come pensiero ricorrente nella ricerca di molti artisti tra cui Lida Abdul, Enrico Baj, Yael Bartana, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Pascal Convert, Gohar Dashti, Berlinde De Bruyckere, Paola De Pietri, Harun Farocki, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Alfredo Jaar, William Kentridge, Mateo Maté, Adi Nes, ORLAN, Sophie Ristelhueber, Thomas Ruff, Anri Sala, Artur Zmijewski . Vengono inoltre presentate le migliori produzioni di alcuni artisti inediti al pub - blico italiano come la serie completa delle 15 xilografie di Sandow Birk che misurano oltre due metri e mezzo l’una. Birk narra la guerra in Iraq rifacendosi alle 18 xilografie del ciclo Les g randes m isères de L a guerre di Jacques Callot (1633) alle quali si ispirò anche Francisco Goya per la realizzazione dei famosi d esastres de L a guerra (1810-1815) sulla Guerra d’indipendenza spagnola. La celebre installazione i n F L anders Fie L ds di Berlinde De Bruyckere viene presentata per la prima volta accanto alle fotografie storiche che l’hanno ispirata, provenienti dell’archivio fotografico del In Flanders Fields Museum di Ypres (Belgio), nel quale l’artista ha trascorso un periodo di residenza. Saranno inoltre esposti l’intera serie h ouse beauti F u L : bringing the war home di Martha Rosler , una tra le più note riflessioni sul rapporto fra guerra e media; a t L an - tic w a LL di Magdalena Jetelová , installazione fotografica sui bunker della Seconda guerra mondiale, ispirata ai testi del filosofo francese Paul Virilio e l’installazione p icnic o i L buon so L dato di Fabio Mauri con la quale l’artista aveva creato una sorta di natura morta utiliz - zando reperti originali e di uso comune del periodo bellico. Paolo Ventura , artista in residenza al Mart già ospite della Casa d’Arte Futurista Depero nel 2013, ha realizzato un progetto con - text specific dal titolo u n reggimento che va sottoterra . Infine, è straordinariamente esposto, per la prima volta dopo il recente restauro, g uerra- F esta di Fortunato Depero , proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. In occasione della mostra al Mart sono stati restaurati preziosi documenti d’ar - chivio, opere, manifesti e reperti della Prima guerra mondiale provenienti dal Museo dell’a - eronautica Gianni Caproni di Trento, dal Museo Civico del Risorgimento di Bologna, dalla Soprintendenza per i beni architettonici e archeologici della Provincia Autonoma di Trento e dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici e etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso – Collezione Salce. Il volume che accompagna il progetto interpreta il racconto espositivo attraver - so i preziosi contributi di Massimo Recalcati, Rocco Ronchi, Marina Valcarenghi, Jean-Luc Nancy, Marcello Fois, Gustavo Corni, Diego Leoni, Fabrizio Rasera, Camillo Zadra, Sa - retto Cincinelli, Gabi Scardi, Marco Mondini, Paolo Pombeni, Franco Nicolis e gli ap - profondimenti di Serena Aldi, Nicoletta Boschiero, Veronica Caciolli, Selena Daly, Duccio Dogheria, Daniela Ferrari, Francesca Franco, Luca Gabrielli, Denis Isaia, Mariarosa Mariech, Marta Mazza, Luciana Senna, Alessandra Tiddia, Federico Zanoner. L a guerra che verrà NON è L a P r IM a La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014 è un progetto del Mart in collaborazione con Ufficio Beni archeologici della Soprintendenza per i beni cul - turali della Provincia autonoma di Trento; Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto; Laboratorio di storia, Rovereto; Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropolo - gici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso; Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento; Servizio Emigrazione e Solidarietà internazionale della Provincia autonoma di Trento Inizio: 04/10/2014 Fine: 20/09/2015 Indirizzo: Mart, Rovereto Spazio: Mart, Rovereto Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.893031 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Too Early, Too Late Introduzione: Dopo il successo riscosso lo scorso anno dalla mostra Il Piedistallo Vuoto, dedicata all’ex-blocco sovietico, ArteFiera Collezionismi presenta, all’interno del proprio programma espositivo 2015, la più ampia rassegna mai realizzata in Italia sulla scena artistica medio-orientale: Too early, too late. Middle East and Modernity a cura di Marco Scotini, con la presenza di quasi sessanta artisti, oltre cento opere - provenienti dalle più prestigiose collezioni private italiane - e documenti storici, volti a indagare il rapporto dell’Oriente con la modernità occidentale e raccontare la complessa struttura sociale di un’“area culturale” in transizione. Descrizione: Too Early, Too Late Pinacoteca Nazionale di Bologna a cura di Marco Scotini 22 gennaio - 12 aprile 2015 Ghadirian-Shadi, Qajar#18-(radio),1998, Fotografia-in-b_n,.90x60 cm, Collezione Giuseppe Iannaccone, Courtesy: Ghadirian-Shadi Con ARTE FIERA 2015 ci si potrà trovare immersi in un viaggio alla scoperta di terre, stili e nuove forme di pensiero creativo con la tanto attesa mostra Too early, too late. La scommessa è questa: un viaggio virtuale in cui sia possibile conoscere e capire a fondo anche culture distanti, una conoscenza che faccia da cura contro ogni estremismo e pregiudizio soprattutto in un'epoca, la nostra, in cui l'onda globalizzante, quella buona, è e deve essere vista solo come un'ottima opportunità di crescita. Dopo il successo riscosso lo scorso anno dalla mostra Il Piedistallo Vuoto, dedicata all’ex-blocco sovietico, ArteFiera Collezionismi presenta, all’interno del proprio programma espositivo 2015, la più ampia rassegna mai realizzata in Italia sulla scena artistica medio-orientale: Too early, too late. Middle East and Modernity a cura di Marco Scotini, con la presenza di quasi sessanta artisti, oltre cento opere - provenienti dalle più prestigiose collezioni private italiane - e documenti storici, volti a indagare il rapporto dell’Oriente con la modernità occidentale e raccontare la complessa struttura sociale di un’“area culturale” in transizione. Too early, too late occuperà gli spazi delle esposizioni temporanee della Pinacoteca Nazionale di Bologna ma si estenderà anche all’interno delle prestigiose collezioni del Trecento (da Vitale da Bologna alle scuole tardogotiche). Questo per sottolineare il fatto che Bologna “la dotta” era tra le cinque città (con Parigi, Oxford, Avignone e Salamanca) in cui il Concilio di Vienna del 1312 decise l’istituzione delle cattedre di arabo, ebraico e siriaco, ovvero le basi dell’orientalismo nell’Occidente cristiano. Ma la data che segna l’irruzione della modernità nel campo discorsivo del pensiero musulmano coincide con l’impresa Napoleonica in Egitto (1798), quando Bonaparte sbarcò col suo esercito per esplorare il Paese. Ricostruzioni documentarie e materiali originali d’archivio si alternano a opere d’arte di natura installativa, fotografica e filmica, in modo tale da poter marcare alcuni passaggi fondamentali delle vicende culturali e politico-sociali di questa progressiva occidentalizzazione dell’Oriente - dall’introduzione dello ‘stato-nazione’ all’importazione delle spettacolari istituzioni museali negli Emirati Arabi – attraverso alcune testimonianze storiche per interrogare la produzione artistica e culturale più recente, proiettando la macchina espositiva in una pluralità di tempi, spazi e narrazioni. Nell’urgenza della situazione geopolitica in atto, la mostra Too early, too late cerca di analizzare, attraverso l’arte, i luoghi comuni che hanno accompagnato nel tempo lo scontro e il confronto tra l’idea di una tradizione orientale rispetto alla modernità di matrice occidentale. . Medio Oriente è un termine geopolitico europeo coniato da un giornale inglese alla svolta del secolo scorso. Da allora ha continuato a esistere più come oggetto teorico che come regione geografica. Così viene assunto in Too early, too late per rappresentare un’area che si estende anche al Nord Africa, Caucaso e Asia Centrale, tanto più che il centro di gravità tende a spostarsi dal mondo arabo a quello turco-iranico: dall’Egitto all’Iraq e all’Arabia Saudita, così come dall’Azerbaijan ai margini del Kazakistan e dell’Afghanistan. Proprio a causa della loro particolare posizione, Istanbul e la Turchia rivestono nella mostra un ruolo cruciale quale porta d’Oriente, sia in senso geografico che politico, con la Repubblica di Ataturk del 1924. L’esposizione, nella visione curatoriale, non tenta di registrare o riscrivere una storia, pur confrontandosi con un ampio spettro di accadimenti epocali, né di affrontare in una prospettiva post-orientalista i codici visivi e linguistici delle rappresentazioni dell’Oriente da parte dell’Occidente. Too Early, Too late cerca di ricostruire l’incontro dell’Occidente con il mondo musulmano e, concentrandosi sulla scena artistica contemporanea, si posiziona intorno a un preciso “punto topografico”, da cui osservare quest’area aprendo a una costellazione tematica che articola lo spazio espositivo e discorsivo della mostra attraverso una serie di concatenamenti, a partire dal ritrovamento dell’unica copia rimasta dei filmati di Tel al Zaatar (1977) e attraverso il quadro tracciato dal “Taccuino Persiano” di Michel Foucault per il Corriere della Sera sull’insurrezione pro-Komeini a Teheran (1979). Fino al titolo della mostra Too early, too late, tratto dal film sull’Egitto di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet Trop tôt/Trop tard del 1981 che ridefinisce i confini negoziabili del tempo storico. Vero e proprio capolavoro della storia del cinema, il film si concentra sulle lotte contadine della Francia del 1789 e dell’Egitto del 1952. Diviso tra la campagna bretone e quella egiziana, nella prima parte una voce fuori campo legge il testo di una lettera di Engels a Karl Kautsky del 1897 a proposito di ciò che rimane della rivoluzione francese. Nella seconda parte viene recitato un frammento dalla postfazione del libro La lutte des classes in Égypt de 1945 à 1968 di due autori arabi che scrivono sotto lo pseudonimo di Mahmoud Hussein (Maspero, 1969). Per tutto il film la nota coppia di cineasti cerca di inquadrare l’orizzonte della campagna deserta trovando un punto di vista ideale tra il cielo e la terra, lì dove Engels avrebbe precisato “se la Comune del 1793 con le sue aspirazioni di fraternità è venuta troppo presto, Babeuf a sua volta è giunto troppo tardi”. Uno dei pochi film in cui si è tentato di filmare il vento (Serge Daney), così la metafora di questo secondo capitolo espositivo, che ne Il Piedistallo Vuoto era lo spettro, è ancora una forza invisibile, qualcosa che c’è ma non si vede: dal vento che scuote gli alberi della campagna prima francese poi egiziana, nelle sequenze di Straub-Huillet, al vento dei processi rivoluzionari che rovescia l’ordine della storia. Una revisione dello sguardo su ll’Oriente, invenzione dell’immaginario coloniale occidentale, offre, in un segmento spazio-temporale differente, quello della mostra, una diversa narrazione, tra percorsi di dominio e di emancipazione. La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione edita da Mousse Publishing in cui oltre a un’intervista con Jean-Marie Straub sul film che dà il titolo al progetto compaiono numerosi contributi degli artisti sulla loro visione del rapporto con l’Occidente, insieme a un saggio di Hamadi Redissi e un testo critico del curatore Marco Scotini. L’esposizione è stata resa possibile grazie alla consulenza curatoriale di Lorenzo Paini e ai prestiti delle maggiori collezioni private italiane, tra cui la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, la Collezione Enea Righi, Collezione La Gaia di Torino, Fondazione Giuliani, Fondazione Fotografia Modena, Collezione Agiverona, Collezione Palmigiano, Fondazione Nomas, Fondazione Videoinsight. Artisti: Lida Abdul, Mustafa Abu Ali, Bisan Abu Eisheh, Etel Adnan, Vyacheslav Akhunov, Can Altay, Omar Amiralay, Ayreen Anastas, Said Atabekov, Kutlug Ataman, Fikret Atay, Kader Attia, Vahap Avsar, Mahmoud Bakhshi, Gabriele Basilico, Neil Beloufa, CANAN, Céline Condorelli, Dina Danish, Cem Dinlenmi, Peter Friedl, Rene Gabri, Sadhi Ghadirian, Yervan Gianikian - Angela Ricci Lucchi, Barbad Golshiri, Mona Hatoum, Malak Helmy, Emily Jacir, Khaled Jarrar, Lamia Joreige, Alimjan Jorobaev, Hiwa K., Hassan Khan, Abbas Kiarostami, Taus Makhacheva, Mona Marzouk, Ahmed Mater, Sabah Naim, Moataz Nasr, Navid Nuur, Walid Raad, Koka Ramishvili, Hany Rashed, Mario Rizzi, Ahmed Sabry, Roy Samaha, Hrair Sarkissian, Ariel Schlesinger, Hassan Sharif, Wael Shawky, Ahlam Shibli, Eyal Sivan, Jean Marie Straub-Danièle Huillet, Jinoos Taghizadeh, Lawrence Weiner, Mohanad Yaqubi, Amir Yatziv, Akram Zaatari. ... Inizio: 22/01/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Pinacoteca Nazionale di Bologna Spazio: Pinacoteca Nazionale di Bologna Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.497757 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Ada Duker. Imprevedibili nature morte Introduzione: Casa Morandi ospita l'omaggio al maestro bolognese da parte di Ada Duker, artista olandese che pone alla base della propria indagine estetica la ricerca di composizioni ritmate da linee e piani sovrapposti, nonché da geometrie costruite sull'alternarsi di luce e ombra. Soggiornando a Bologna, Ada Duker ha esplorato i portici e le strade che Giorgio Morandi abitualmente percorreva, avventurandosi con la sua macchina fotografica in un percorso creativo che rende visibile l'invisibile di una realtà architettonica, le cui soluzioni interpretative possono essere molteplici. Descrizione: Ada Duker. Imprevedibili nature morte Casa Morandi (Via Fondazza 36) 21 gennaio – 22 marzo 2015 Inaugurazione aperta al pubblico: martedì 20 gennaio h 17.00 – 20.00 Mostra a cura di: Alessia Masi Promossa da: Istituzione Bologna Musei | Museo Morandi Con il sostegno di: Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma Casa Morandi ospita l'omaggio al maestro bolognese da parte di Ada Duker, artista olandese che pone alla base della propria indagine estetica la ricerca di composizioni ritmate da linee e piani sovrapposti, nonché da geometrie costruite sull'alternarsi di luce e ombra. Soggiornando a Bologna, Ada Duker ha esplorato i portici e le strade che Giorgio Morandi abitualmente percorreva, avventurandosi con la sua macchina fotografica in un percorso creativo che rende visibile l'invisibile di una realtà architettonica, le cui soluzioni interpretative possono essere molteplici. Da via Fondazza, dove Morandi visse dal 1910 al 1964, e lungo quella strada che dalla sua abitazione lo conduceva all'Accademia di Belle Arti, l'artista olandese è andata in cerca delle probabili sensazioni e intuizioni che Morandi traeva da quel paesaggio urbano. Muovendosi lungo i muri “della Fondazza”, sfruttando il potere mimetico della fotografia, superando un approccio puramente estetizzante, Duker riesce in modo acuto e raffinato a prelevare dettagli e particolari architettonici di Bologna e a restituirli distillati e amplificati, dopo averli setacciati attraverso i filtri del proprio sentire. Ogni scatto è accuratamente costruito in modo da svelare alcuni particolari del paesaggio che assumono il significato metafisico di imprevedibili nature morte: inquadrature selettive isolano e valorizzano la qualità estetica e semantica di colonne, capitelli e volte, rendendo visibile all'osservatore disattento ciò che la sua capacità percettiva distrattamente ignora, ma che pure forma l'abito del luogo che vive. Il ritmico alternarsi dei piani, le sfumature dei colori, la composizione ortogonale che il pilastro crea quando incontra l'architrave rimandano immediatamente e in modo inequivocabile ad alcuni tratti distintivi dell'opera di Morandi, al suo rigore geometrico e alla sua costante ricerca di equilibrio e armonia compositiva. Duker, con la sua indagine fotografica, rintraccia le forme protagoniste delle opere di Morandi, compreso il vuoto che diventa soggetto in sé, parte integrante e persino strutturale del suo essere. In questa continua dialettica tra luce e ombra, pieno e vuoto, chiaro e scuro si distende il suo personale e originale racconto per immagini, capace di creare una relazione strettissima tra i soggetti delle rappresentazioni di Morandi e Bologna. Ada Duker è nata a Hoogeveen, Olanda nel 1955. Dal 1979 al 1985 ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Groningen, dove vive e lavora. Da allora è attiva come pittrice. Imprevedibili nature morte è la sua prima mostra fotografica. 1 Casa Morandi (via Fondazza 36, Bologna) . Ingresso libero Orari di apertura ART CITY Bologna 2015: venerdì 23 gennaio h 12.00 – 20.00 sabato 24 gennaio h 12.00 – 24.00 domenica 25 gennaio h 12.00 – 20.00 Orari di apertura ordinari del Museo (durante la mostra): 20 gennaio (inaugurazione) h 17.00 – 20.00; 21 e 22 gennaio h 14.00 – 18.00 dal 29 gennaio al 22 marzo: martedì – venerdì su prenotazione (tel. 051 6496611) sabato e domenica h 14.00 – 18.00 Maggiori informazioni: www.mambo-bologna.org Ufficio stampa MAMbo Elisa Maria Cerra - tel. +39 051 6496653 - elisamaria.cerra@comune.bologna.it promosso da Inizio: 21/01/2015 Fine: 22/03/2015 Indirizzo: Casa Morandi (Via Fondazza 36), Bologna Spazio: Casa Morandi Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.48917 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: L'immaginario negato della villa dei Vettii a Pompei Introduzione: L'istituto Italiano di Cultura a Marsiglia (6, rue Fernand Pauriol) presenta una serie di iniziative, curate dalla Direttrice, Roberta Alberotanza, dedicate al sito archeologico di Pompei. Un percorso per far conoscere la fiorente città dell'Impero romano, fondata nel VI° secolo a.C., che una terribile eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., distrusse completamente. Descrizione: L'immaginario negato della villa dei Vettii a Pompei conferenza e mostra martedi' 10 febbraio 2015, ore 18,00 L'istituto Italiano di Cultura a Marsiglia (6, rue Fernand Pauriol) presenta una serie di iniziative, curate dalla Direttrice, Roberta Alberotanza, dedicate al sito archeologico di Pompei. Un percorso per far conoscere la fiorente città dell'Impero romano, fondata nel VI° secolo a.C., che una terribile eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., distrusse completamente. Il primo incontro, alle ore 18 di martedi' 10 febbraio 2015, sarà con Maria Teresa Caracciolo, storica dell'arte, ricercatrice al CNRS, specialista della pittura europea del XVIII e XIX secolo e delle relazioni franco-italiane all'epoca della Rivoluzione e dell'Impero. La storica parlerà su POMPEI E L'EUROPA (1748-1943 ) anticipando il contenuto della mostra, che la stessa Caracciolo curerà, per il Museo Archeologico di Napoli alla fine del prossimo maggio. Sarà un affascinante racconto delle vicissitudini vissute da Pompei, dopo la scoperta del sito nel 1738. Avvenimenti strettamente legati anche ai mutamenti politici che visse l'Italia, ma Pompei è stata, come l'Araba Fenice, capace di rinascere non solo dalle ceneri, ma anche dall'oblio. Sarà l'occasione per conoscere Pompei: la grande città che gli archeologi piano piano hanno riportato alla luce, ma anche la città dell'immaginario, quella idealizzata e sognata da pittori, scrittori e musicisti. Alle 19,30 seguirà l'inaugurazione della mostra, L'immaginario negato della Villa Vettii a Pompei, curata dall'archeologa Laura Del Verme, ispettore onorario per i Beni Archeologici, che sarà presente all'inaugurazione, e dall'archeologa Marcella Cozzolino. La rassegna, prodotta da Encloplus edizioni, presenta su cinque grandi pannelli, quasi in dimensione reale, accompagnati da nove ingrandimenti di particolari, alcune riproduzioni degli affreschi di eccezionale suggestione che decorano la Villa Vettii, oggi chiusa al pubblico. Queste opere, realizzate con una tecnica straordinaria, grazie alla loro dimensione, daranno al visitatore l'illusione di passeggiare lungo le strade pompeiane e tra le meravigliose stanze delle ville che hanno ispirato per secoli viaggiatori, poeti ed artisti del mondo intero. Con l'occasione il pubblico potrà apprendere le tecniche di realizzazione, le tematiche scelte dai committenti e quali fossero gli artigiani scelti per realizzare gli affresci e i mosaici che decoravano e impreziosivano le ricche dimore dei Romani. In collaborazione con AEPHAE, association euro-méditerranéenne pour l'histoire de l'art et l'esthétique. L'esposizione resterà aperta al pubblico fino al 16 aprile 2015; da lunedì a giovedì 9.30-12.30 e 14.30-17.30 - Venerdì 9.30-12.30 Inizio: 10/02/2015 Fine: 16/04/2015 Indirizzo: 6, rue Fernand Pauriol – 13005 Marsiglia Spazio: Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.289082 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: L'immaginario negato della Villa Vettii a Pompei, Introduzione: L'immaginario negato della villa dei Vettii a Pompei conferenza e mostra martedi' 10 febbraio 2015, ore 18,00 L'istituto Italiano di Cultura a Marsiglia (6, rue Fernand Pauriol) presenta una serie di iniziative, curate dalla Direttrice, Roberta Alberotanza, dedicate al sito archeologico di Pompei. Descrizione: L'immaginario negato della villa dei Vettii a Pompei conferenza e mostra martedi' 10 febbraio 2015, ore 18,00 L'istituto Italiano di Cultura a Marsiglia (6, rue Fernand Pauriol) presenta una serie di iniziative, curate dalla Direttrice, Roberta Alberotanza, dedicate al sito archeologico di Pompei. Un percorso per far conoscere la fiorente città dell'Impero romano, fondata nel VI° secolo a.C., che una terribile eruzione del Vesuvio, nel 79 d.C., distrusse completamente. Il primo incontro, alle ore 18 di martedi' 10 febbraio 2015, sarà con Maria Teresa Caracciolo, storica dell'arte, ricercatrice al CNRS, specialista della pittura europea del XVIII e XIX secolo e delle relazioni franco-italiane all'epoca della Rivoluzione e dell'Impero. La storica parlerà su POMPEI E L'EUROPA (1748-1943 ) anticipando il contenuto della mostra, che la stessa Caracciolo curerà, per il Museo Archeologico di Napoli alla fine del prossimo maggio. Sarà un affascinante racconto delle vicissitudini vissute da Pompei, dopo la scoperta del sito nel 1738. Avvenimenti strettamente legati anche ai mutamenti politici che visse l'Italia, ma Pompei è stata, come l'Araba Fenice, capace di rinascere non solo dalle ceneri, ma anche dall'oblio. Sarà l'occasione per conoscere Pompei: la grande città che gli archeologi piano piano hanno riportato alla luce, ma anche la città dell'immaginario, quella idealizzata e sognata da pittori, scrittori e musicisti. Alle 19,30 seguirà l'inaugurazione della mostra, L'immaginario negato della Villa Vettii a Pompei, curata dall'archeologa Laura Del Verme, ispettore onorario per i Beni Archeologici, che sarà presente all'inaugurazione, e dall'archeologa Marcella Cozzolino. La rassegna, prodotta da Encloplus edizioni, presenta su cinque grandi pannelli, quasi in dimensione reale, accompagnati da nove ingrandimenti di particolari, alcune riproduzioni degli affreschi di eccezionale suggestione che decorano la Villa Vettii, oggi chiusa al pubblico. Queste opere, realizzate con una tecnica straordinaria, grazie alla loro dimensione, daranno al visitatore l'illusione di passeggiare lungo le strade pompeiane e tra le meravigliose stanze delle ville che hanno ispirato per secoli viaggiatori, poeti ed artisti del mondo intero. Con l'occasione il pubblico potrà apprendere le tecniche di realizzazione, le tematiche scelte dai committenti e quali fossero gli artigiani scelti per realizzare gli affresci e i mosaici che decoravano e impreziosivano le ricche dimore dei Romani. ___________________________________________________________________ In collaborazione con AEPHAE, association euro-méditerranéenne pour l'histoire de l'art et l'esthétique. __________________________________________________________________ L'esposizione resterà aperta al pubblico fino al 16 aprile 2015; da lunedì a giovedì 9.30-12.30 e 14.30-17.30 - Venerdì 9.30-12.30 ___________________________________________________________________ con preghiera di Pubblicazione/diffusione grazie per la cortese collaborazione __________________________________________________________________________ Per informazioni e materiali: Camilla Trombi 6, rue Fernand Pauriol – 13005 Marsiglia Tél : 04 91921286 mediateca2.iicmarsiglia@esteri.it Contacts presse: Roberta Lombardo Hurstel + 33 6 10564251//+ 33 9 65036606 hurstel.roberta@orange.fr Inizio: 10/02/2015 Fine: 16/04/2015 Indirizzo: 6,rue fernand Pauriol Marsiglia Spazio: Istituto Italiano di Cultura Area geografica: Estero Email: iicmarsiglia@esteri.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.289082 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.iicmarsiglia.esteri.it/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Comic Strips Auction in Paris - 7 March 2015 Introduzione: Strip sale in Paris, on 7 March 2015, will feature selected works by leading comic strip artists from around the world. The sale, with its 300 lots comprising illustrations, paintings and original plates blending historical and contemporary European and American authors, is sure to appeal to international connoisseurs and collectors. Agrément N° 2001 – 002 du 25 octobre 2001 Vente dirigée par Cyrille Cohen Descrizione: Paris | 33 (0)1 53 05 53 66 | Sophie Dufresne | sophie.dufresne@sothebys.com Paris | 33 (0)1 53 05 52 32 | Chloé Brézet | chloe.brezet@sothebys.com Comic Strips Auction in Paris - 7 March 2015 Enki Bilal - Milton Caniff - Yves Chaland - Robert Crumb - Philippe Druillet - Will Eisner - André Franquin - Gir-Moebius - Hergé - Victor Hubinon - Edgar P. Jacobs - André Juillard - Milo Manara - Jacques Martin - Winsor McCay - Frank Miller - Peyo - Hugo Pratt - François Schuiten - Albert Uderzo - Chris Paris, December 2014 – Sotheby’s is delighted to announce that their next Comic Strip sale in Paris, on 7 March 2015, will feature selected works by leading comic strip artists from around the world. The sale, with its 300 lots comprising illustrations, paintings and original plates blending historical and contemporary European and American authors, is sure to appeal to international connoisseurs and collectors. Agrément N° 2001 – 002 du 25 octobre 2001 Vente dirigée par Cyrille Cohen Artists represented include such established names as Hergé, Hugo Pratt, Peyo, Gir-Moebius, Enki Bilal and François Schuiten alongside American artists like Winsor McCay – one of the founders of transatlantic comic strips – and Milton Caniff, with the first two Sunday Pages of Steve Canyon. Highlights will be on view at Sotheby’s New York during the Comic Con fair this October. Sotheby’s is teaming up with experts Bernard Mahé and Eric Verhoest to stage this exceptional auction devoted to comic strips from around the world. Bernard Mahé, of Galerie 9e international specialist in American comic strips who has played a pioneering role in promoting comic strip art in general. Eric Verhoest, of Brussels’ Galerie Champaka, has overseen a series of exhibitions combining classic Belgian artists and contemporary authors. Bernard Mahé and Eric Verhoest have been staging museum exhibitions of Comic Strip Art for fifteen years, including Tarzan (Musée du Quai Branly in Paris) and Regards Croisés de la Bande Dessinée Belge (Musées Royaux des Beaux-Arts in Brussels), reflecting their commitment to ensuring top-quality Comic Strips enjoy the role and status they deserve. Art in Paris, is an images available on request all catalogues can be consulted online at www.sothebys.com or via Sotheby’s Catalogue i- Pad app Inizio: 07/03/2015 Fine: 07/02/2015 Indirizzo: Parigi Spazio: Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Walter Bonatti a Milano Introduzione: Dopo la mostra di Salgado il Palazzo della Ragione di Milano ospita il grande esploratore nonché fotoreporter Walter Bonatti. La natura è nuovamente la protagonista incontrastata, con i suoi vasti spazi e i luoghi ancora incontaminati dalla presenza disgregante dell'uomo, di questa esposizione curata da Alessandra Mauro e Angelo Ponta Descrizione: Dopo la mostra di Salgado il Palazzo della Ragione di Milano ospita il grande esploratore nonché fotoreporter Walter Bonatti. La natura è nuovamente la protagonista incontrastata, con i suoi vasti spazi e i luoghi ancora incontaminati dalla presenza disgregante dell'uomo, di questa esposizione curata da Alessandra Mauro e Angelo Ponta. Bonatti (1930-2011), alpinista estremo e solitario nelle memorabili imprese sul Monte Bianco, in Antartide, in Indonesia o in Patagonia, ha sempre cercato di raggiungere la vera essenza della bellezza. L'esperienza di cinquant'anni di vita è stata offuscata da avvenimenti poco chiari che si sono susseguiti dopo la conquista del K2 nel 1954. Durante questa spedizione, Bonatti pensò di essere stato tradito dai suoi compagni di avventura che lo abbandonarono sulla neve sopra gli ottomila metri. Accusato ingiustamente di aver rubato l'ossigeno dalle bombole per raggiungere il traguardo, non si perse d'animo nemmeno di fronte alle accuse in tribunale enfatizzate dai mass media. La sua versatilità lo portò ad affrontare sempre nuove sfide: imparò a fotografare e a scrivere le sue imprese con la stessa caparbietà imposta per raggiungere i nuovi traguardi della montagna. Molte tra le immagini in mostra sono degli immensi autoritratti dove l'autore si pone davanti e dietro l'obiettivo. Ogni avventura è documentata in maniera indelebile dal suo personaggio, unico e incontrastato dominatore delle zone più impervie del Pianeta. La sequenza delle fotografie non è cronologica ma racchiude un significato ben preciso in un diario dove riaffiorano le visoni e ricordi.Bonatti La retrospettiva dal titolo: “Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi”, partecipa a Milano Cuore d'Europa, il palinsesto multidisciplinare dedicato alle figure e i movimenti che, con la propria vita e con le opere, hanno contribuito a costruire l'identità europea. L'esposizione è promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti. Le fotografie sono curate nei minimi dettagli e lasciano trasparire la ricerca per un certo gusto estetico. Inoltre sono accompagnate da brevi note tratte dai suoi testi tra i quali ricordiamo quelli pubblicati su Epoca tra il 1965 e il 1978. Questa sua citazione ci fa capire il suo spirito universale. “I miei maestri sono stati Jack London, Ernest Hemingway, Joseph Conrad, ai quali devo dire grazie se non ho paura di invecchiare. La loro avventura è stata la mia”. Francesca Bellola 13 novembre 2014 – 8 marzo 2015 Palazzo della Ragione Fotografia Piazza Mercanti,1 Milano galleria fotografica www.palazzodellaragionefotografia.it Inizio: 13/11/2014 Fine: 08/03/2015 Indirizzo: Piazza Mercanti,1 Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6117924359400042465 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: “Manzù. Le donne e il fascino della figura” Introduzione: Giovedì 12 marzo 2015 si apre al pubblico la mostra “Manzù. Le donne e il fascino della figura” a cura di Lea Mattarella. L’Area archeologica di Ostia Antica, museo e scavi, diventa luogo di profondo dialogo tra storia antica e bellezza, ospitando trenta opere del maestro bergamasco. Un fil-rouge si snoda tra le statue di divinità esposte nel museo e il fascino della donna di Manzù, tra i suoi lavori e le antiche teste auliche e stilizzate. L’evento è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni. Il percorso espositivo si conclude nell’ultima sala del Museo, dove è allocata la grande tela intitolata Pittore e modella, del 1958, e si snoda attraverso una serie di sculture e disegni in cui la figura, prevalentemente femminile, viene investigata con passione meticolosa, attraverso le tecniche espressive che furono tre le preferite del Maestro bergamasco: carboncino, acrilico, olio su tela, sculture in bronzo. La donna, di cui è visibile il capolavoro che Manzù tenne nella sua camera da letto per tutta la vita e che ritrae la moglie Inge, ricondotta all’essenza e alla forza del suo essere, denudata di ogni vanità terrena, è fonte inesauribile d’ispirazione per l’artista che la ritrasse fin dal 1935, in opere agli antipodi dall’approccio accademico. All’esterno le sculture dialogano sia con la storia millenaria del luogo, animando di figure l’antica città, sia con i visitatori che potranno apprezzare da vicino il lavoro del Maestro bergamasco. Come ha scritto Maurizio Calvesi, “Da amante […] egli non si è posto mai dei "modelli", né antichi né contemporanei; ma ha risposto in modo diretto al proprio sentimento dell’eros, della bellezza...”. E’ emblematico in tal senso il ritratto di Inge, futura moglie di Manzù, rappresentata nuda su uno scenario spoglio. La nudità della donna e dello spazio che la circonda, dove le suppellettili giacciono inerti su una sedia, simboleggiano l’essenza dell’amore, anche sensuale, che basta a se stesso. All’ingresso dell’area un cardinale monumentale accoglie i visitatori di Ostia Antica, per ricordare che oltre alle donne Manzù fu scultore e interprete straordinario ed anche innovativo dell’arte sacra, di cui appunto la serie dei cardinali e la Porta della Morte in San Pietro sono capolavori dell’arte plastica del Novecento. La mostra sarà corredata da un percorso creato ad hoc con forex esplicativi, totem e pannelli, che illustreranno al visitatore la vita e le opere dell’artista. Una piantina, infine, permetterà allo spettatore di rintracciare agilmente le sculture nell’area dello scavo. Il Cigno GG Edizioni Piazza San Salvatore in Lauro, 15 Descrizione: “Manzù. Le donne e il fascino della figura” Giovedì 12 marzo 2015 si apre al pubblico la mostra “Manzù. Le donne e il fascino della figura” a cura di Lea Mattarella. L’Area archeologica di Ostia Antica, museo e scavi, diventa luogo di profondo dialogo tra storia antica e bellezza, ospitando trenta opere del maestro bergamasco. Un fil-rouge si snoda tra le statue di divinità esposte nel museo e il fascino della donna di Manzù, tra i suoi lavori e le antiche teste auliche e stilizzate. L’evento è promosso dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni. Il percorso espositivo si conclude nell’ultima sala del Museo, dove è allocata la grande tela intitolata Pittore e modella, del 1958, e si snoda attraverso una serie di sculture e disegni in cui la figura, prevalentemente femminile, viene investigata con passione meticolosa, attraverso le tecniche espressive che furono tre le preferite del Maestro bergamasco: carboncino, acrilico, olio su tela, sculture in bronzo. La donna, di cui è visibile il capolavoro che Manzù tenne nella sua camera da letto per tutta la vita e che ritrae la moglie Inge, ricondotta all’essenza e alla forza del suo essere, denudata di ogni vanità terrena, è fonte inesauribile d’ispirazione per l’artista che la ritrasse fin dal 1935, in opere agli antipodi dall’approccio accademico. All’esterno le sculture dialogano sia con la storia millenaria del luogo, animando di figure l’antica città, sia con i visitatori che potranno apprezzare da vicino il lavoro del Maestro bergamasco. Come ha scritto Maurizio Calvesi, “Da amante […] egli non si è posto mai dei "modelli", né antichi né contemporanei; ma ha risposto in modo diretto al proprio sentimento dell’eros, della bellezza...”. E’ emblematico in tal senso il ritratto di Inge, futura moglie di Manzù, rappresentata nuda su uno scenario spoglio. La nudità della donna e dello spazio che la circonda, dove le suppellettili giacciono inerti su una sedia, simboleggiano l’essenza dell’amore, anche sensuale, che basta a se stesso. All’ingresso dell’area un cardinale monumentale accoglie i visitatori di Ostia Antica, per ricordare che oltre alle donne Manzù fu scultore e interprete straordinario ed anche innovativo dell’arte sacra, di cui appunto la serie dei cardinali e la Porta della Morte in San Pietro sono capolavori dell’arte plastica del Novecento. La mostra sarà corredata da un percorso creato ad hoc con forex esplicativi, totem e pannelli, che illustreranno al visitatore la vita e le opere dell’artista. Una piantina, infine, permetterà allo spettatore di rintracciare agilmente le sculture nell’area dello scavo. Il Cigno GG Edizioni Piazza San Salvatore in Lauro, 15 Inizio: 12/03/2015 Fine: 15/04/2015 Indirizzo: Ostia antica Roma Spazio: Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Open Source, un progetto site-specific allo Studio Museo Francesco Messina di Milano Introduzione: Apre i battenti allo Studio Museo Francesco Messina “OPEN SOURCE, mobilità, moltiplicazione, inserimenti” il progetto dello scultore Alberto Gianfreda che ha inaugurato il 17 marzo il ciclo di quattro site-specific “I giovani maestri” che il museo ospiterà fino alla fine di giugno. “OPEN SOURCE” resterà aperto al pubblico fino al 5 aprile. Descrizione: Open Source, un progetto site-specific allo Studio Museo Francesco Messina di Milano Apre i battenti allo Studio Museo Francesco Messina “OPEN SOURCE, mobilità, moltiplicazione, inserimenti” il progetto dello scultore Alberto Gianfreda che ha inaugurato il 17 marzo il ciclo di quattro site-specific “I giovani maestri” che il museo ospiterà fino alla fine di giugno. “OPEN SOURCE” resterà aperto al pubblico fino al 5 aprile. “Queste opere mettono in mostra una relazione tra l’arte e la città che viene trasformata e immaginata come uno spazio sperimentale dove rileggere le dinamiche con cui la abitiamo - ha dichiarato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura -. Le sculture rappresentano anche un nuovo modo di abitare lo spazio e, anche grazie ai momenti laboratoriali, stimolano la nascita di nuovi linguaggi in una ricerca interdisciplinare su Milano che prende vita attraverso le interazioni fra l’artista, esperti di varie discipline e il pubblico”. Il progetto OPEN SOURCE, mobilità, moltiplicazione, inserimento di Gianfreda si articola in due fasi: un progetto espositivo e un laboratorio. Nel progetto espositivo lo scultore prova a leggere il museo come fosse la città. Individua in esso spazi di transito (il deambulatorio attorno allo sfondamento centrale del pavimento che connette i due piani), scarti di scala tra piccole e grandi costruzioni (le differenze di misura tra gli accessi rispetto all’altezza dello spazio) e preesistenze (le sculture del maestro Francesco Messina) tra le quali inserirsi cercando il dialogo con le funzioni differenti che la storia ha fatto coabitare in questo luogo. Gianfreda si inserisce nello spazio del Museo proponendo il tema della moltiplicazione e della mobilità delle sculture per riflettere sulla complessità e sull’articolazione dello spazio museale. Vengono esposte soluzioni scultoree di grande e media dimensione, caratterizzate dall’uso di materiali diversi, sviluppate negli ultimi anni di lavoro e alcune appositamente realizzate e inedite. Il piano inferiore del Museo, invece, diventa un vero e proprio laboratorio, luogo dedicato a una ricerca interdisciplinare sulla città di Milano che prenderà vita attraverso le interazioni fra l’artista, esperti di varie discipline e il pubblico. In questo caso l’artista chiede all’architettura di predisporre ed elaborare un modello della città di Milano quale strumento di lavoro. Il plastico sarà oggetto di condivisione e di dialogo tra la scultura e altre aree di ricerca, come l’economia, la sociologia, la storia, con le quali sviluppare molteplici letture e azioni incrociate al fine di far emergere nuove soluzioni e suggerire i percorsi possibili dell’intervento scultoreo nella città contemporanea. La realizzazione del modello sarà supportata tecnologicamente da The Fablab – Make in Milano. Nell’ultimo anno, infine, lo Studio Museo Francesco Messina ha ridisegnato la propria mission proponendosi quale luogo di confronto della sua collezione con le sperimentazioni, le ricerche e gli esiti della scultura contemporanea, riflettendo in modo attivo sul ruolo della scultura nel panorama urbano. Il laboratorio OPEN SOURCE si pone per Alberto Gianfreda come ulteriore tappa di un percorso di ricerca sulle “metodologie incrociate” avviato con l’architetto Stefano Larotonda, con il quale collaborerà anche in questa occasione. L’ingresso è gratuito, dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 17.30. www.comune.milano.it/studiomessina.it www.facebook.com/museomessina Inizio: 17/03/2015 Fine: 05/04/2015 Indirizzo: via S.Sisto Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: miart 2015 Introduzione: la galleria a arte invernizzi sarà presente alla prossima edizione di miart 2015. padiglione 3 - stand B19. Descrizione: A arte Invernizzi MiArt 2015 Padiglione 3 Stand B19 In occasione di MiArt 2015 la galleria A arte Invernizzi presenterà nel proprio stand opere di Rodolfo Aricò, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Dadamaino, Riccardo De Marchi, François Morellet, Mario Nigro, Bruno Querci, Nelio Sonego, Günter Umberg. Vernissage (solo su invito): giovedì 9 aprile 2015 ore 18-21 Apertura al pubblico: 10-11 aprile 2015 ore 12-19 12 aprile 2015 ore 11-19 FieraMilanoCity Viale Scarampo Gate 5 20149 Milano Inizio: 09/04/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: fieramilanocity, viale scarampo,milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Palma il Vecchio Lo sguardo della bellezza Introduzione: Tra i più attivi partecipanti al rinnovamento della pittura veneta di primo Cinquecento, Jacopo Negretti, detto Palma il Vecchio, viene celebrato per la prima volta con una mostra antologica che raccoglie quasi quaranta opere provenienti dai più importanti musei del mondo. E' un itinerario interessante quello tracciato dal curatore Giovanni C.F. Villa alla GAMeC di Bergamo, atteso da oltre mezzo secolo, che fa luce sul pittore originario di Serina. Descrizione: Palma il Vecchio Lo sguardo della bellezza Tra i più attivi partecipanti al rinnovamento della pittura veneta di primo Cinquecento, Jacopo Negretti, detto Palma il Vecchio, viene celebrato per la prima volta con una mostra antologica che raccoglie quasi quaranta opere provenienti dai più importanti musei del mondo. E' un itinerario interessante quello tracciato dal curatore Giovanni C.F. Villa alla GAMeC di Bergamo, atteso da oltre mezzo secolo, che fa luce sul pittore originario di Serina. Nato attorno al 1480, presto si trasferisce a Venezia, in anni in cui la città lagunare è attraversata da tensioni belliche per la lotta contro la lega di Cambrai, ma è anche interessata da un vivace rinnovamento pittorico di alcuni grandissimi artisti. Qui infatti Palma entra in contatto con il linguaggio pittorico di Giovanni Bellini, di Giorgione e poi decisamente di Tiziano, a cui si ispira soprattutto per la composizione monumentale, per il ritmo largo e solenne, ma non per la tensione drammatica, che è quasi del tutto assente nelle sue opere. Palma riesce a cogliere il gusto della committenza lagunare, costituendo un ideale di bellezza femminile, tanto nei ritratti di donne reali e “fittizie”, quanto nelle sante, che soddisfano non solo un'esigenza di devozione, ma anche e soprattutto il piacere della contemplazione artistica. La morte prematura, avvenuta nel 1528 a Venezia, coglie l'artista nel vivo della sua produzione. Una prima sezione è dedicata agli esordi nell'ambito di Giorgione e Bellini, con paesaggi arcadici, suggestionati anche dall'opera di Jacopo Sannazaro, ove già emerge un'attenzione agli abiti e alle stoffe preziose. “Il ritratto di giovane uomo” e “Il ritratto di giovane donna” (entrambi 1510) hanno richiami classicisti, “Due ninfe in un paesaggio” (1513/14) rivela la bellezza ideale del corpo femminile, mentre “Cristo e l'adultera” (1512) mostra una cura particolare per la calda luce dei personaggi, che emergono da uno sfondo nero, e per l'elegante abito alla moda dell'adultera. Segue la sezione dedicata alle pale d'altare, alcune ancora sotto forma di polittico, altre a pala unificata. Il polittico della “Presentazione della Vergine” (1515/17), proveniente dalla Chiesa dell'Annunciata di Serina e recentemente restaurato per la mostra, ha un pannello centrale dalla vivacità narrativa con una Vergine dai luminosi capelli biondi, e altri pannelli coi singoli Santi, tra i quali spicca una Santa Apollonia dai vaporosi capelli raccolti e un po' ricadenti sulle spalle ed uno sguardo molto femminile rivolto allo spettatore. Dettaglio, si direbbe, più consono ad una donna di mondo che non ad una santa. Ancora in questa sezione l'”Assunzione della Vergine” (1514), detta anche Madonna della cintura, dai delicati panneggi svolazzanti colta nel momento in cui porge la sua cintura all'incredulo San Tommaso. Interessantissima la sala che raccoglie i ritratti sia di personaggi reali che ideali; a detta dei contemporanei Palma era maestro di “personaggi all'antica” ed egli si specializza appunto in ritratti di donne dalla bellezza composta, dall'incarnato perfetto, le forme morbide, e dalla delicata femminilità. “La suonatrice di liuto” (1515) indossa un abito ampio e pomposo ed ha uno sguardo poetico e trasognato; la stessa preziosità di stoffe si ritrova nel “Ritratto di donna in abito blu con ventaglio” (1514), dallo sguardo sfuggente e lievemente inquieto. Un altro notevole ritratto femminile è quello della cosiddetta “Bella” (1518), esposto nella sala dedicata allo studio del corpo: ancora una volta la protagonista è una donna formosa dalle spalle scoperte e rivestita di stoffe eleganti, abbondanti e vaporose, rese ancor più vive dai colpi di luce. Negli anni in cui a Venezia era vivo il dibattito sul primato tra pittura e scultura nelle arti, Palma pare dare una grande attenzione all'anatomia del corpo, rendodolo plastico e quasi tangibile. Ne è un esempio “Ninfe al bagno” (1519/20), dove molte donne sono ritratte in varie pose e movimenti, colte da diversi punti di vista. La sezione dedicata alle Sacre Conversazioni presenta, tra le altre, due tele simili dal formato oblungo, provenienti da Bergamo e da Genova; disposti in primo piano la Vergine, figura dalla solida impostazione plastica col Bambino in braccio, il Battista e la Maddalena. Sono opere sacre destinate ad una committenza laica, che apprezza la mestizia dei volti dei personaggi e i dolci paesaggi alle spalle delle figure. E proprio al paesaggio è dedicata una sala che mostra come Palma, sulla scia di Giorgione e Tiziano, sappia restituire la grandiosità degli spazi, spesso con monti lontani azzurrini, dando un senso di calma alla scena ed alle figure che la animano. L'”Incontro di Giacobbe e Rachele” (1524) restituisce allo spettatore un mondo pastorale dalla luce crepuscolare e dolce, con un'attenzione particolare agli animali: quasi una dichiarazione d'amore ai luoghi d'origine dell'artista e ai suoi monti. A concludere l'itinerario il polittico di Santa Barbara, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria Formosa a Venezia ed esposto per la prima volta fuori dalla sua sede: considerato uno dei capolavori dell'artista, l'opera s'impone per la maestosa figura della Santa, protettrice della Scuola dei Bombardieri, il cui volto è una sintesi dei tanti ritratti femminili dipinti negli anni. Di rilievo anche un misurato San Sebastiano e una drammatica Pietà, che raffigura una Madonna dal volto segnato dal dolore mentre regge il corpo del Figlio illuminato da una calda luce. La mostra ha un percorso “agile” ed esauriente; ogni sezione è introdotta da essenziali pannelli esplicativi, da integrare tuttavia con un'audioguida, che può maggiormente approfondire lo sviluppo dell'arte di Palma e la collocazione delle opere nelle varie sale, non sempre esposte secondo la scansione tematica proposta. Stefano Pariani Palma il Vecchio – Lo sguardo della bellezza 13 marzo – 21 giugno 2015 Accademia Carrara / GAMeC, Via s. Tomaso, 53 - Bergamo Inizio: 13/03/2015 Fine: 21/06/2015 Indirizzo: Via s. Tomaso, 53 - Bergamo Spazio: Area geografica: Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6133530744834996433 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Caravaggio e Francesco Introduzione: Caravaggio a Monza per la prima volta. Al Serrone della Reggia è infatti in arrivo il “San Francesco in Meditazione”, appartenente al patrimonio del Fondo degli Edifici di Culto e conservato a Roma, in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. Descrizione: Caravaggio a Monza per la prima volta. Al Serrone della Reggia è infatti in arrivo il “San Francesco in Meditazione”, appartenente al patrimonio del Fondo degli Edifici di Culto e conservato a Roma, in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini. La tela negli ultimi anni è stata oggetto di approfonditi studi scientifici che ne hanno confermato l'attribuzione al Caravaggio, avanzata sin dal suo ritrovamento a Carpineto Romano. La mostra, a ingresso gratuito, è promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e Il Cittadino di Monza e Brianza, mentre l'organizzazione dell'evento espositivo è curata da Culture. L'iniziativa anticipa di poche settimane l'apertura delle manifestazioni che vedranno la Villa Reale come sede di rappresentanza in occasione di Expo 2015. Apre a Monza il primo aprile la mostra “Caravaggio e Francesco: davanti al dipinto”, incentrata su “San Francesco in Meditazione” del Caravaggio, appartenente al F.E.C. - Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno. L’iniziativa si avvale del sostegno di MiBACT, Regione Lombardia, Provincia di Monza e Brianza, Comune di Monza, ed è stata realizzata con il contributo di Camera di Commercio di Monza e Brianza, Confindustria Monza e Brianza e Rottapharm Biotech. La composizione del “San Francesco in Meditazione”, come accade per molti soggetti sacri del Caravaggio, è di straordinaria essenzialità. Il santo di Assisi è rappresentato con il teschio tra le mani e una croce lignea accanto, secondo un'iconografia che si rifà alle meditazioni cappuccine. «Il dipinto, in deposito presso la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma, fu ritrovato nel 1968 presso la chiesa di San Pietro di Carpineto Romano», dichiara il curatore dell’esposizione Andrea Dusio. «Una volta pulito e confrontato con l’opera a medesimo soggetto sita in Santa Maria della Concezione in Roma, riconosciuta all'inizio del Novecento come autografa, nel 2009 è stato definitivamente attribuito al Merisi grazie agli studi compiuti da Rossella Vodret, Carlo Giantomassi e Donatella Zari. Lo studio ha contestualmente portato a ritenere la versione di Santa Maria della Concezione, plausibilmente, una seconda versione, non necessariamente autografa, e comunque elaborata nella prima cerchia degli imitatori del Caravaggio». dal 1/4/2015 al 19/4/2015 Serrone della Villa Reale viale Brianza, 2 Monza tutti i giorni 10-19; gio 10-22, sab 4 e dom 5 aprile fino a mezzanotte ingresso libero info: tel. 039322086 Inizio: 01/04/2015 Fine: 19/04/2015 Indirizzo: viale Brianza, 2 Monza Spazio: Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: MATER. PERCORSI SIMBOLICI SULLA MATERNITÀ Introduzione: A Pasqua e al Lunedì dell’Angelo, l’esposizione rimarrà aperta dalle 10.00 alle 20.00 Il percorso espositivo della mostra MATER. Percorsi simbolici sulla maternità, in programma fino al 28 giugno 2015, al Palazzo del Governatore di Parma, si arricchisce di un nuovo capolavoro. Descrizione: Un capolavoro di Hayez alla mostra MATER al Palazzo del Governatore di Parma PARMA - PALAZZO DEL GOVERNATORE LA MOSTRA MATER. PERCORSI SIMBOLICI SULLA MATERNITÀ SI ARRICCHISCE DI UN NUOVO CAPOLAVORO Si tratta del Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe, dipinto nel 1833 da Francesco Hayez A Pasqua e al Lunedì dell’Angelo, l’esposizione rimarrà aperta dalle 10.00 alle 20.00 Il percorso espositivo della mostra MATER. Percorsi simbolici sulla maternità, in programma fino al 28 giugno 2015, al Palazzo del Governatore di Parma, si arricchisce di un nuovo capolavoro. Si tratta del Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe, dipinto nel 1833 da Francesco Hayez (1791-1882), proveniente dal Museo Civico di Lodi. Questo superbo ritratto, uno dei vertici raggiunti da Francesco Hayez in questo genere, appartiene a un periodo particolarmente significativo della carriera dell’artista che, tra gli anni venti e trenta dell’Ottocento, consolidava il suo indiscusso primato, come capofila del Romanticismo storico, nella pittura cosiddetta “civile”, relativa cioè alla rappresentazione in una chiave attuale degli eventi della storia dell’Italia moderna. La rassegna - aperta a Pasqua e al Lunedì dell’Angelo, dalle 10.00 alle 20.00 - esplora l’aspetto sacrale e archetipico della maternità e il suo ruolo fondamentale nella cultura mediterranea, attraverso 170 capolavori archeologici e artistici (da Rosso Fiorentino, Pinturicchio, Veronese, Moretto, ad Hayez, Casorati, Ernst, Giacometti, fino a Michelangelo Pistoletto e Bill Viola), provenienti da oltre 70 importanti musei e collezioni italiane. Il racconto, creato da opere di ogni epoca sul tema del grande mistero della maternità, s’interroga su quanto il valore della procreazione e la responsabilità della crescita abbiano rappresentato e continuino a rappresentare nella vita di ogni essere umano. Il percorso espositivo, suddiviso in quattro macro sezioni, accompagna il visitatore attraverso i simboli della maternità, in quel territorio dove il pensiero incontra la tecnica, i colori, il disegno e in cui nulla deve avere limiti creando uno spazio in cui il visitatore possa ritrovare la propria profonda ed esclusiva interpretazione. MATER, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa dal Comune di Parma, è ideata da Elena Fontanella, curata da Annamaria Andreoli, Elena Fontanella e Cosimo Damiano Fonseca, e si fregia dei Patrocini del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, della Regione Emilia Romagna e della Diocesi di Parma, con il sostegno di Barilla, Chiesi Farmaceutici, Iren, Opem, Conad Centro Nord, Fondazione Monte di Parma e Cantine Ceci e il contributo tecnico di Reale Mutua, Fidenza Village, Ikea e Tep. Parma, aprile 2015 MATER. PERCORSI SIMBOLICI SULLA MATERNITÀ PARMA, PALAZZO DEL GOVERNATORE (Piazza Giuseppe Garibaldi 2) 8 MARZO – 28 GIUGNO 2015 Orari: martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica: 10:00-20:00; sabato: 10:00-23:00; chiuso lunedì Aperta a Pasqua e Lunedì dell’Angelo, 10.00-20.00. Ingresso: intero 10,00 € ridotto 8,00 € per le seguenti tipologie: over 65, portatori handicap, insegnanti, altre categorie convenzionate con la Parte. Biglietto famiglia (due genitori con fino a due bambini), per ciascun utente di gruppi prenotati superiori alle 15 persone (max 25) con prenotazione. ridotto speciale 5,00 € per le seguenti tipologie: under 26, studenti e scolaresche con prenotazione. ingresso gratuito per le seguenti tipologie: under 6 intesa come età scolare, accompagnatori gruppi scolastici, accompagnatore disabile che presenti necessità, accompagnatore o guida per i gruppi prenotati, iscritti all’albo giornalisti, tesserati ICOM. Informazioni: www.mostramaterparma.it Inizio: 08/03/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Piazza Giuseppe Garibaldi 2, Parma Spazio: Area geografica: Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Ad exhibition - quando l'arte incontra il design Introduzione: Gli uffici di CARTAEMATITA comunicazione visiva ospitano la mostra AD exhibition curata dall'Associazione ArtGallery Milano. L'evento presenta in maniera inedita i legami esistenti tra moda, arte e design esplorando i processi creativi di quattro protagonisti. La ricerca estetica costituisce il fil rouge che lega l'arte all'oggetto di design. Giovedì 16 aprile 2015 dalle ore 18.30 alle ore 21.00 avrà luogo l'evento serale. In questa occasione sarà possibile portare con sè non solo il ricordo di un'esperienza speciale, ma anche dei gadgets originali, realizzati appositamente per l'evento dagli artisti. Descrizione: CARTAEMATITA comunicazione visiva e l’Associazione no profit ArtGallery Milano sono lieti di presentare la nuova mostra collettiva AD exhibition, che verrà inaugurata giovedì 16 aprile 2015 alle ore 18:30. In occasione del Fuorisalone 2015 gli uffici di CARTAEMATITA ospitano la mostra curata dall'Associazione ArtGallery Milano. L'evento presenta in maniera inedita i legami esistenti tra moda, arte e design esplorando i processi creativi di quattro protagonisti. La ricerca estetica costituisce il fil rouge che lega l'arte all'oggetto di design. Durante la mostra AD exhibition sarà possibile ammirare gli urban landscapes della pittrice Sanja Milenkovic, le illustrazioni della stilista Maja Milenkovic e l'inedito progetto "Vela" dei designer Maurizio Prina e Massimo Minchio. La mostra intende quindi sottolineare il legame tra moda, arte e design attraverso il lavoro di quattro creativi. Sanja Milenkovic nasce a Nis, in Serbia, nel 1983. All'età di diciotto anni si trasferisce a Milano dove completa gli studi in Arti visive presso l'Accademia di Brera. In questi anni ha esposto in numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero. Attualmente vive e lavora a Milano. Maja Milenkovic nasce a Nis, in Serbia, nel 1989. Si trasferisce a Milano e nel 2011 si laurea presso la NABA in fashion and textile design. Dopo aver partecipato alla Belgrade fashion week, rappresenta la NABA ad un concorso indetto Triumph. Attualmente lavora a Milano come Visual Merchandiser per Max Mara. Maurizio Prina nasce a Biella nel 1985. Dopo il Liceo Artistico a Novara ed il corso di Industrial Design allo IED di Milano inizia a collaborare con diversi designer di richiamo come Alessandro Ciffo, Matteo Ragni e Giulio Iacchetti. Dal 2012 affianca l’attività presso Matteo Ragni studio a quella di designer freelance. Massimo Minchio nasce a Vicenza nel 1988. Dopo un’esperienza professionale come mechanical designer inizia a coltivare la passione per il Disegno Industriale. Nel 2012 collabora con Matteo Ragni Studio e nel 2014 si laurea in Disegno Industriale allo I.U.A.V. di Venezia. Attualmente lavora come designer a Milano. In occasione dell'evento serale sarà possibile portare con sé non solo il ricordo di un'esperienza speciale ma anche dei gadgets originali, realizzati appositamente per l'evento dagli artisti. L’Associazione ArtGallery Milano da dieci anni ha a cuore la promozione di artisti emergenti, aiutandoli ad affermarsi nel difficile mercato dell’arte contemporanea. Inizio: 16/04/2015 Fine: 19/04/2015 Indirizzo: Via Pietro Orseolo 3, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: info@associazioneartgallery.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: PICCIO Oltre il suo tempo Introduzione: La mostra, curata da Francesco Luigi Maspes, è accompagnata da un catalogo che attraverso un saggio introduttivo di Francesco Rossi, già direttore per oltre trent’anni della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo, e alle schede critiche di ogni opera di Pierluigi De Vecchi e Maria Piatto Descrizione: PICCIO Oltre il suo tempo Milano, Gallerie Maspes (via Manzoni 45) 29 maggio – 28 giugno 2015 La mostra, curata da Francesco Luigi Maspes, è accompagnata da un catalogo che attraverso un saggio introduttivo di Francesco Rossi, già direttore per oltre trent’anni della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo, e alle schede critiche di ogni opera di Pierluigi De Vecchi e Maria Piatto, autori del Catalogo ragionato dell’artista, pone l'accento su un autore che ha segnato la pittura europea dell'Ottocento. Dal 29 maggio al 28 giugno 2015, le Gallerie Maspes di Milano (via Manzoni 45) ospitano una mostra dedicata a Giovanni Carnovali detto il Piccio (Montegrino Valtravaglia, 1804 – Coltaro di Sissa, 1873), tra i maggiori maestri della pittura europea dell’Ottocento. L’evento è promosso in collaborazione con la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, la cui responsabile dell’Archivio storico Elisabetta Staudacher presenterà, attraverso un accurato saggio, documenti inediti sulla mostra postuma dedicata al Carnovali nel 1909. L’esposizione si sofferma sulla maturità del Piccio, attraverso una selezione di dodici capolavori, disposti secondo un percorso cronologico e tutti provenienti da prestigiose collezioni private, alcuni inediti o assenti dal panorama espositivo da decenni. Il percorso, in grado d’indagare le sue tematiche più riconoscibili, come l’autoritratto, il ritratto, il paesaggio, la rappresentazione mitologica e la scena religiosa, si apre con Paesaggio con bagnanti (1846), opera un tempo annoverata tra i capolavori della collezione Finazzi di Bergamo nonché tra i dipinti scelti per rappresentare il pittore alla mostra internazionale sul Romanticismo tenutasi nel 1959 alla Tate Gallery di Londra, e continua con la scena religiosa di Rebecca e il servo d’Abramo (1855 circa), esposta nel 1909 alla storica rassegna della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente e mai più presentata al pubblico da oltre sessant’anni. I soggetti religiosi cedono il passo a quelli mitologici, come Selene ed Endimione (1850-55), prima di tre versioni che il Piccio dedica a questa storia di origine classica ma interpretata sulla sua tela con estremo romanticismo. Segue una versione di Agar nel deserto (1860-62), di cui si conoscono tre disegni preparatori, variante della pala d'altare d'Alzano, nota come uno dei suoi dipinti più importanti. Capolavoro indiscusso è Ritratto di Gina Caccia (La collana verde) (1862), appartenuto alla collezione della famiglia Jucker e opera tra le più note e rivoluzionarie del Carnovali per l'istantaneità della rappresentazione: Gina Caccia ospite nella villa dei Tasca viene colta nell'attimo in cui, sportasi dalla soglia della casa, vede l’arrivo del pittore. La tela appare, per molti versi, precorrere certi aspetti dell'Impressionismo e si pone come modello per i futuri Scapigliati, grazie al fondersi nella sua pittura di una nuova percezione del movimento e della forma. Fanciulla dormiente (1863): opera-documento che attesta uno dei viaggi a Parigi dell’artista. In questa città, verosimilmente proprio nell’estate del 1863, visitò la prestigiosa collezione La Caze ed ebbe la possibilità di copiare e reinterpretare un dipinto, allora attribuito a Fragonard, il cui soggetto, per impostazione iconografica e natura pittorica, appare particolarmente affine alla sua poetica Inoltre, sono proposti anche i due pendant Il giudizio di Paride e Arianna consolata da Bacco (1866-88) squisiti esempi di una resa semplice e monumentale seppur in formato ridotto e un tempo facenti parte dalla collezione Finazzi di Bergamo. Il percorso si chiude idealmente con la Madonna con il Bambino (1868-69), già nella celebre collezione Rossello, che riappare in pubblico dopo più di un secolo e con la Flora della raccolta Stramezzi di Crema eseguita nel 1871, tre anni prima della tragica scomparsa dell'artista, avvenuta per annegamento nel Po. Accompagna l’esposizione un catalogo Gallerie Maspes Edizioni, curato da Francesco Luigi Maspes, con un saggio di Francesco Rossi già Direttore per più di trent’anni della Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo, sede nel 1974 dell’antologica dedicata al Carnovali, e le schede critiche di Pierluigi De Vecchi e Maria Piatto. Il volume ha l’obiettivo di mettere l’accento su un autore che a pieno titolo si colloca, grazie alla sua personalità e alle sue idee, all'avanguardia nel panorama della pittura italiana ed europea dell'800. Tutte le opere sono state sottoposte a un complesso ciclo di esami diagnostici da parte di Thierry Radelet, autore in passato delle indagini sul Quarto stato di Pellizza da Volpedo, che tramite operazioni non invasive di riflettografia, infrarosso, radiografia e falso colore ne svelerà i segreti e permetterà, grazie ad un saggio in catalogo, di "guardare oltre la tela” portando alla luce importanti scoperte e rispondendo a diversi interrogativi. Tra le iniziative collaterali, si segnala la conferenza “Il Piccio tra arte e scienza” di Elisabetta Staudacher e Thierry Radelet che introdurranno il pittore e presenteranno il risultato delle loro ricerche. L’intero ricavato della vendita del catalogo verrà devoluto per il restauro conservativo, curato dal Laboratorio Enrica Boschetti di Milano, del Ritratto di Gina Caccia (La collana verde), a testimonianza dell’impegno pubblico per il quale ancora una volta le Gallerie Maspes si distinguono, affiancando alla propria attività professionale una costante e approfondita ricerca sulla storia della pittura italiana dell’Ottocento. Milano, aprile 2015 PICCIO. Oltre il suo tempo Milano, Gallerie Maspes (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) 29 maggio – 28 giugno 2015 Aperture straordinarie: 2 giugno Orari: da martedì a sabato e domenica 28 giugno 10-13 / 15-19 Ingresso: gratuito Catalogo: Gallerie Maspes Edizioni Info: Tel. e Fax 02.863885; info@galleriemaspes.com; www.galleriemaspes.com Inizio: 29/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: (via Manzoni 45, Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: La Guerra Civile Americana nelle immagini dei National Archives e della Library of Congress degli Stati Uniti” Introduzione: L’EVENTO E LA MOSTRA - In anteprima per l’Italia presso La Casa di Vetro di via Luisa Sanfelice 3, prodotta da Eff&Ci – Facciamo Cose e curata da Alessandro Luigi Perna, inaugura il 9 maggio 2015 dalle 15.00 alle 19.30 (ingresso libero) la mostra fotografica “Nordisti contro Sudisti. La Guerra Civile Americana nelle immagini dei National Archives e della Library of Congress degli Stati Uniti”. Descrizione: INAUGURAZIONE APERTA AL PUBBLICO SABATO 9 MAGGIO 2015 DALLE 15.00 ALLE 19.30 C/O LA CASA DI VETRO DI VIA LUISA SANFELICE 3 A MILANO HISTORY & PHOTOGRAPHY 2015 LA STORIA RACCONTATA DALLA FOTOGRAFIA IN ANTEPRIMA A 150 ANNI DALLA FINE DELLA GUERRA DI SECESSIONE NORDISTI CONTRO SUDISTI LA GUERRA CIVILE AMERICANA NELLE IMMAGINI DEI NATIONAL ARCHIVES E DELLA LIBRARY OF CONGRESS DEGLI STATI UNITI IN ESPOSIZIONE DAL 9 MAGGIO AL 28 GIUGNO 2015 Soldati unionisti trincerati lungo la riva occidentale del fiume Rappahannock a Fredericksburg, Virginia, tra il 29 aprile e il 2 maggio del 1863, foto di Andrew J. Russell - Courtesy Library of Congress L’EVENTO E LA MOSTRA - In anteprima per l’Italia presso La Casa di Vetro di via Luisa Sanfelice 3, prodotta da Eff&Ci – Facciamo Cose e curata da Alessandro Luigi Perna, inaugura il 9 maggio 2015 dalle 15.00 alle 19.30 (ingresso libero) la mostra fotografica “Nordisti contro Sudisti. La Guerra Civile Americana nelle immagini dei National Archives e della Library of Congress degli Stati Uniti”. Composta di 54 riproduzioni digitali di negativi e stampe dell’epoca, l’esposizione racconta, attraverso le immagini dei campi di battaglia e dei protagonisti politici e militari, il sanguinoso conflitto che contrappose 150 anni fa il nord e il sud degli Stati Uniti in nome della fine della schiavitù e di due visioni inconciliabili del futuro dell’America e del mondo. Le foto, provenienti dagli archivi dei National Archives and Records Administration (NARA) e dalla Library of Congress degli Stati Uniti, appartengono in gran parte alla Matthew B. Brady Collection. Autori delle immagini della collezione alcuni dei fotografi più importanti della storia della fotografia di reportage americana – lo stesso Mathew B. Brady, Alexander Gardner, Timothy O'Sullivan, etc. A questo gruppo principale di immagini si aggiungono quelle realizzate da autori minori o sconosciuti, da alcuni fotografi arruolati tra le file dei diversi corpi di ingegneri dell’esercito e quelle arrivate al Dipartimento della Guerra sottoforma di donazioni di privati cittadini. Unica eccezione è uno splendido dagherrotipo dipinto a mano dell'abolizionista John Brown realizzato dall'afro-americano (figlio di un ex-schiavo liberato) Augustus Washington (1820/21 - 1875) e conservato invece alla National Portrait Gallery di Washington. Aperta fino al 28 giugno 2015, la mostra è inserita all’interno di History & Photography, un progetto articolato in esposizioni e iniziative editoriali che ha per obiettivi principali raccontare la storia del mondo contemporaneo attraverso la fotografia e rendere fruibili al grande pubblico collezioni e archivi fotografici pubblici e privati spesso sconosciuti perfino agli addetti ai lavori. La mostra ha come partner La Casa di Vetro (www.lacasadivetro.com) che è nello stesso tempo un luogo, un concept e un’associazione culturale. Sponsor tecnico è la scuola Sistema Eduzione (www.eduzione.it) che affianca ai propri corsi di formazione professionale incontri culturali, mostre, seminari, etc. all’interno degli spazi de La Casa di Vetro. HISTORY & PHOTOGRAPHY - La fotografia ritrae e racconta la realtà ormai da quasi due secoli. È partendo da questo presupposto che nasce History & Photography, un progetto che si pone 3 obiettivi principali. Il primo è quello di realizzare e promuovere esposizioni e iniziative editoriali che raccontino con la fotografia e con testi giornalistici le storie delle società contemporanee, esaltando non solo la funzione narrativa e documentale delle immagini ma anche il loro valore estetico. Il secondo è quello di valorizzare e rendere fruibili al grande pubblico i tantissimi archivi fotografici storici spesso sconosciuti o frequentati solo dagli addetti ai lavori. Il terzo obiettivo è quello, quando archivi e autori lo consentono, di offrire agli appassionati la possibilità di acquistare come gadget le immagini che vedono in mostra (e non solo come di consueto i poster) con l’idea che la fotografia debba e possa essere una forma d’arte accessibile a tutti e non solo ai collezionisti. ALESSANDRO LUIGI PERNA - Alessandro Luigi Perna (www.alessandroluigiperna.com) è un giornalista pubblicista e un ideatore/curatore di eventi, festival, iniziative culturali ed editoriali che dedica molta della sua attività professionale alla fotografia storica e contemporanea. È specializzato nella valorizzazione e promozione di archivi di fotografi, agenzie, case editrici, musei, aziende. In curriculum ha numerose iniziative per comuni, province e regioni (Milano, Bologna, ecc.). È co-ideatore di Memorandum – Festival della Fotografia Storica di Torino, Biella e Roma e ideatore di All you need is photography! Unlimited Edition Photo Festival di Milano. Con il progetto History & Photography approfondisce le sue ricerche sulla storia della fotografia (in particolare di fotoreportage) e delle società contemporanee. EFF&CI – FACCIAMO COSE – “Siamo un gruppo di persone che pensa al lavoro come ad un momento di condivisione di idee e di energie. Abbiamo creato Eff&Ci per realizzare uno spazio dove sia possibile a tanti crescere e sperimentare. La nostra attività ha una forte connotazione etica che ci guida nella ricerca delle collaborazioni: in un mondo dove forse le speranze si sono attenuate, vogliamo far partire nuove scintille”. Così Federica Candela presenta la sua EFF&CI – Facciamo Cose, società che fornisce servizi a chi opera nella cultura e nel sociale come enti pubblici e associazioni e propone agli artisti emergenti, che cercano luoghi per farsi conoscere, dal semplice supporto alle loro esigenze espositive fino alla progettazione, cura, allestimento, esposizione e promozione delle loro mostre. LA CASA DI VETRO - La Casa di Vetro (www.lacasadivetro.com ) è nello stesso tempo un luogo, un concept e un’associazione culturale che ha come obiettivo fare cultura e conoscenza nella trasparenza. Contribuiscono o hanno contribuito alla ricchezza d'esperienze della Casa di Vetro società, associazioni e istituzioni: La Casa della Carità, Risfor, Assoetica e l'AIF - Associazione Italiana Formatori, S.I.Co. Lombardia, Donnesenzaguscio, il Piccolo Teatro, CNA, Fondazione A. Petrov, Affaritaliani.it, etc. A La Casa di Vetro sono stati presentati libri, è stato dimostrato perché “Per le donne il lavoro è un'arte”, sono state vissute storie d'adozione e realizzati incontri sul tema della qabbalah, sono stati fatti reading e seminari, è stata incontrata la figlia più giovane di Gregory Bateson, è stata raccontata l'epopea del Bosone di Higgs e la storia dell'Albero della Vita, si è parlato di Giorgio Gaber, è stato intervistato Gherardo Colombo, etc. SISTEMA EDUZIONE – Sistema Eduzione, sponsor tecnico della mostra per la cui realizzazione concede i propri spazi, non è solo una scuola di formazione ma un vero e proprio insieme di opportunità di aggiornamento. Le lezioni della scuola sono infatti affiancate dalle proposte de La Casa di Vetro: incontri culturali di vario genere, mostre, seminari, presentazioni di modelli e esperienze innovative. Collabora nella stessa sede con EFF&Ci – Facciamo Cose, Assoetica, AIF, e molte altre associazioni culturali e sociali. Proprietaria della scuola è Maria Cristina Koch, epistemologa, psicoterapeuta, saggista che opera a Milano nell'ambito della relazione umana da più di quarant'anni con un'attenzione particolare ai diversi registri della comunicazione e al loro intrecciarsi. CREDITI Una produzione di: Eff&Ci - Facciamo Cose A cura di: Alessandro Luigi Perna – History & Photography Immagini di: National Archives and Records Administration Crediti obbligatori: Courtesy National Archives Courtesy Library of Congress (Richiedere le didascalie della mostra all’ufficio stampa per il dettaglio delle singole foto) Partner della mostra: La Casa di Vetro (www.lacasadivetro.com) Sponsor tecnico: Sistema Eduzione (www.eduzione.it) INFORMAZIONI Inaugurazione aperta al pubblico Sabato 9 maggio 2015 dalle ore 15.00 alle 19.30 Periodo di esposizione Dal 9 maggio al 28 giugno 2015 Orari di apertura al pubblico Tutti i giorni escluso il giovedì dalle 15.00 alle 19.30 Giorno di di chiusura settimanale Giovedì Ingresso: Gratuito Inizio: 09/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: via Luisa Sanfelice 3 Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: GIOIELLO-ARTE E NUTRIMENTO DELL'ANIMA Introduzione: Gioiello - arte e nutrimento dell'anima" è il titolo della mostra realizzata da Club degli Orafi Italia aperta da giovedì 25 giugno a lunedì 27 luglio al Museo Poldi Pezzoli di Milano: un percorso di ricerca sulla tradizione italiana del gioiello: dall'alto artigianato dalle botteghe rinascimentali - bene rappresentate dalla collezione permanente del Museo - alla contemporaneità dell'imprenditorialità manifatturiera. Descrizione: GIOIELLO-ARTE E NUTRIMENTO DELL'ANIMA, Poldi Pezzoli 25/06-27/07 CLUB DEGLI ORAFI PRESENTA LA MOSTRA GIOIELLO - ARTE E NUTRIMENTO DELL'ANIMA Al Museo Poldi Pezzoli, dal 25/06 al 27/07/2015 "Gioiello - arte e nutrimento dell'anima" è il titolo della mostra realizzata da Club degli Orafi Italia aperta da giovedì 25 giugno a lunedì 27 luglio al Museo Poldi Pezzoli di Milano: un percorso di ricerca sulla tradizione italiana del gioiello: dall'alto artigianato dalle botteghe rinascimentali - bene rappresentate dalla collezione permanente del Museo - alla contemporaneità dell'imprenditorialità manifatturiera. Per la prima volta Broggian, Cesari e Rinaldi, Chantecler, Fope, Forevemark, Enzo Liverino, Vendorafa Lombardi e Vhernier espongono, tutti insieme e in un museo, pezzi delle proprie collezioni: imprese che incarnano appieno i valori del nuovo artigianato e che, innovando costantemente i materiali, i prodotti e le tecniche, non perdono mai il legame con la tradizione, la storia, il patrimonio artistico, il territorio e la qualità. La mostra, attraverso le creazioni esposte delle grandi firme dell'alta gioielleria italiana, racconta l'eccellenza, l'abilità, la raffinatezza del Made in Italy e il patrimonio di saperi unico di questo settore: l'Italia è infatti tra i maggiori produttori ed esportatori di gioielli, e i gioiellieri italiani nella storia sono stati tra i più grandi innovatori, sia dal punto di vista estetico che tecnico. Museo Poldi Pezzoli 25 giugno - 27 luglio 2015 Il Museo è aperto dalle ore 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30), chiuso tutti i martedì, biglietto (mostra + collezione permanente) 10 euro intero/7 euro ridotto Inizio: 25/06/2015 Fine: 27/07/2015 Indirizzo: Museo Poldi Pezzoli, milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: "Noli me tangere" Mauro Maugliani / "Ama" Carlo Alberto Palumbo Introduzione: La Pinacoteca di Gaeta inaugura una mostra che ribadisce l’essenza della pittura e, attraverso un codice antico, racconta il tempo attuale. Gli artisti Mauro Maugliani e Carlo Alberto Palumbo interpretano, in modo indipendente, il corpo e il suo essere umano, in tutte le sue pieghe, dettagli e perfezioni, nella sua realtà e trascendenza, nell’intoccabile dicotomia vita/morte, sacro/profano. Descrizione: PINACOTECA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA GIOVANNI DA GAETA NOLI ME TANGERE / Mauro Maugliani / a cura di Alessia Carlino AMA / Carlo Alberto Palumbo / testo critico di Marcello Carlino OPENING / sabato 30 Maggio 2015 / ore 19:00 / Via de Lieto 2/4, Gaeta Sabato 30 Maggio 2015, la Pinacoteca d’arte contemporanea di Gaeta inaugura una mostra che ribadisce l’essenza della pittura e, attraverso un codice antico, racconta il tempo attuale. Gli artisti Mauro Maugliani e Carlo Alberto Palumbo interpretano, in modo assolutamente autentico e indipendente, il corpo e il suo essere umano, in tutte le sue pieghe, dettagli e perfezioni, in tutta la sua realtà e trascendenza. La potenza espressiva di questa pittura, intrappola la visione estatica nella sospensione dell’irraggiungibile, in quella intoccabile dicotomia vita/morte, sacro/profano. L’inafferrabile diventa il punto di contatto delle due distinte cifre stilistiche di Maugliani e Palumbo, che partono entrambi dal realismo per arrivare alla metafisica pittorica; in un processo che, se per Palumbo affonda le radici nelle figurazioni di certa pittura simbolista dell’Europa di secondo Ottocento, per Maugliani giunge al cuore della metafora del sublime, delineando un enigma impossibile da descrivere. MAURO MAUGLIANI Noli me tangere narra l’evocazione di un divieto, il gesto del toccare, la seduzione tattile della materia, il corpo che diviene reliquia dello sguardo. La pittura di Mauro Maugliani incarna un simile intreccio attraverso la perfezione tecnica di ogni minuzioso dettaglio fisionomico rappresentato, esegesi di una profonda lettura dell’uomo, come essere trascendente che detta le regole di un contatto che è esente da qualsiasi forma riconducibile al reale. dal testo critico di Alessia Carlino CARLO ALBERTO PALUMBO Ama è un ciclo pittorico dove le tele si inscrivono, l’una in rapporto all’altra, l’una all’altra sommandosi, in un racconto unitario; una scoperta di sé e un’agnizione che avvengono pelle a pelle, che abbisognano della concretezza dei corpi. Simulacri (…) i corpi, recuperati e ri-posseduti come valori residuali ancora umani in un deserto disumano stipato di disvalori; la fisicità dell’eros per raccontare l’umanità dell’amore, riflessa nello specchio nella morte. dal testo critico di Marcello Carlino Maugliani e Palumbo hanno già esposto nella Pinacoteca di Gaeta, durante diverse collettive e, con la mostra oggi dedicata ai due artisti, si chiude così un ciclo di collaborazioni e un progetto di ricerca condotto dall’associazione 900 che, con coerenza e sensibilità, cura la programmazione della Pinacoteca. Durante l’inaugurazione sarà presentato il catalogo della mostra. INFO Associazione Culturale Novecento Gestione Pinacoteca Via de Lieto, 2/4 - 04024 Gaeta (LT) pinacotecagaeta@gmail.com 0771 466 346 www.pinacotecagaeta.it Ufficio Stampa indolfi.press@gmail.com 347 9679 950 Inizio: 30/05/2015 Fine: 12/07/2015 Indirizzo: Via de Lieto, 2/4 - 04024 Gaeta (LT) Spazio: Pinacoteca di Gaeta Area geografica: Centro Email: pinacotecagaeta@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.pinacotecagaeta.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Expo Milano 2015. Nutrire il pianeta Introduzione: Expo Milano 2015. Nutrire il pianeta Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Descrizione: Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. Sono questi i numeri dell’evento internazionale più importante che si terrà nel nostro Paese. 1° maggio – 31 ottobre 2015 www.expo2015.org Inizio: 01/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: Rho,Lombardia Spazio: Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: Simmetrie industriali al MAAM Introduzione: “Tutti affermano che la bellezza visibile nasce dalla simmetria delle parti, l’una in rapporto all’altra, e ciascuna in rapporto all’insieme; dunque la bellezza di tutti gli esseri è la loro bellezza e la loro misura” (Plotino) Descrizione: Il prossimo 6 giugno 2015 si presentano al MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Roma, gli artisti Corrado Delfini e Sergio Angeli, la cui opera dal titolo Simmetrie industriali entrerà a far parte della collezione permanente del Museo. Già insieme in mostra con La Materia dell’Assenza (Marino, marzo 2015) sotto la curatela di Lorenzo Canova, aprono ora una nuova tappa nel loro percorso artistico invadendo la “città” di Metropoliz, citando l’antropologo nonché curatore e ideatore di questo innovativo spazio espositivo di nome Maam, Giorgio de Finis. Con Simmetrie industriali gli artisti si cimentano nuovamente in un’esecuzione work in progress a quattro mani, attraverso un’azione pittorica che parte da una visione più intimistica, quasi metafisica che combatte, si rigenera e diventa impenetrabile oltre che enigmatica di Sergio Angeli, a una sconcertante presa di coscienza di “un’umanità riprogettata dalla mano dell’artista e sospesa tra l’oblio della sparizione e la speranza della rinascita” [in La Materia dell’Assenza, catalogo della mostra, marzo 2015] in Corrado Delfini. Scheda tecnica Simmetrie industriali Artisti: Corrado Delfini & Sergio Angeli Esposizione 6 giugno 2015 dalle ore10 MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz Roma Fotografia: Marcella Persichetti Ufficio stampa: ArtComunicazione artcomunicazione@gmail.com Crediti: www.corradodelfini.it www.sergioangeli.it Inizio: 06/06/2015 Fine: 06/06/2015 Indirizzo: Via Prenestina, 913, Roma Spazio: MAAM Area geografica: Roma Email: artcomunicazione@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: ANDY WARHOL: the revolution of Pop Art Introduzione: Un evento che presenterà le opere dell’artista americano con l’obiettivo di introdurre i visitatori nella rivoluzione globale e nel rinnovamento stilistico che ha modificato per sempre l’Arte e l’approccio di realizzazione dell’opera, eliminando il concetto di élite sdoganando le ricerche artistiche ai ceti popolari verso cui gli artisti rivolgevano la propria attenzione (pensando proprio ad una frase di Warhol “una Coca Cola è sempre una Coca Cola, lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Sati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu”). Descrizione: Andy Warhol: the revolution of Pop Art, è il titolo della mostra organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Peschiera del Garda in collaborazione con MV Eventi presso la Palazzina Storica, in Parco Catullo, dal 7 Giugno al 13 Settembre 2015. Un evento che presenterà le opere dell’artista americano con l’obiettivo di introdurre i visitatori nella rivoluzione globale e nel rinnovamento stilistico che ha modificato per sempre l’Arte e l’approccio di realizzazione dell’opera, eliminando il concetto di élite sdoganando le ricerche artistiche ai ceti popolari verso cui gli artisti rivolgevano la propria attenzione (pensando proprio ad una frase di Warhol “una Coca Cola è sempre una Coca Cola, lo sa Liz Taylor, lo sa il Presidente degli Sati Uniti, lo sa il barbone e lo sai anche tu”). Nato il 6 Agosto 1928 a Pittsburgh da immigrati cecoslovacchi, Andy Warhol ha fatto della provocazione e dell’ironia il suo modus operandi, creando una vera e propria filosofia, fatta di aforismi e cortometraggi, “pronta all’uso”. Una genialità costruita attorno al concetto di Artista, associandolo a una macchina di riproduzione seriale, costantemente legata alla ripetizione ossessiva di un’azione, forse fine a sé stessa. Massimo interprete del proprio tempo, intuì che usare come modello per un quadro la spesa fatta al supermercato rappresentava la migliore strada per aprire l’arte alla rivoluzione del consumismo e della comunicazione di massa. Basti pensare alla Factory e alle sue celebri serigrafie, finalizzate a produrre immagini in serie, creando un parallelo con la produzione industriale a ciclo continuo per prodotti destinati al grande pubblico. Icone riconosciute e riconoscibili che, prelevate dal loro abituale contesto, assumono un effetto straniante acquistando nuova vita e dignità estetica, per dar loro una cornice artistica in grado di investirli di valori prima assenti. In questo modo il concetto di unicità dell’opera d’arte vacilla, mentre in costante ascesa è l’importanza della fase creativa e del mondo dell’Idea. L’artista Popular lavora con fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, non si sporca più le mani alla maniera di Pollock con barattoli di colore e sgocciolamenti, anzi, il tocco dell’artista è minimo, assente in molti casi, in quanto gli intenti sono essenzialmente iconici (“Ho cercato di farli i quadri a mano” affermerà in un’intervista “ma ho constatato che era più facile servirmi di un’intelaiatura serigrafica. In tal modo, non devo lavorare affatto sui miei oggetti. Uno dei miei assistenti o chiunque altro è in grado di riprodurli bene quanto me”). Le icone Pop non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettività, ma anche alle idee, all’immaginario collettivo e allo stereotipo: il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della Storia dell’Arte, tutto passa attraverso il filtro Popular che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all’immagine una magia unica. Un percorso espositivo e didattico pensato per approfondire il personaggio e il contesto culturale della Pop Art in una Factory che tutto cambia e che tutto rinnova. “È la prima volta che Peschiera ospita un evento artistico di simile pregio” afferma il Sindaco Orietta Gaiulli, “quest’esposizione si somma alle molte iniziative culturali già realizzate, ma con un valore in più: riuscire a coniugare passato, presente e futuro; correnti artistiche geniali e innovative con il retroterra storico che contraddistingue la nostra cittadina. Promuovere un progetto come questo significa integrare la nostra offerta turistica, innalzarne visibilmente il livello artistico e valorizzare, al contempo, le eccellenze di cui il territorio dispone”. “Ho deciso, fin dalle prime battute, di sposare questa iniziativa” sostiene l’Assessore alla Cultura, Elisa Ciminelli, “Andy Warhol è stato uno degli artisti più influenti del XX secolo, un innovatore che ha operato con gli strumenti dell’ironia e della provocazione. Non soltanto maestro indiscusso della Pop Art, ma anche celebre regista cinematografico. È per me un onore, e un piacere, ospitare una mostra dedicata a questo straordinario artista. Mi auguro che ciascun visitatore possa emozionarsi quanto me e ‘vivere’ a pieno un’esposizione che non vuol essere solo momento artistico e mondano, ma anche personale e meditativo”. “L’esposizione” afferma Matteo Vanzan di MV Eventi, curatore della mostra “offrirà ai visitatori, sia le opere originali di Warhol, sia un excursus sui principali artisti americani per comprendere lo stile inconfondibile di un movimento che, dagli anni Sessanta ad oggi, non solo ha sconvolto le regole del mondo dell’Arte, ma ha abbattuto il limite temporale della corrente artistica restando attuale anche ai giorni nostri”. La maturazione artistica di questi artisti infatti è imprescindibilmente legata al contesto storico e alla società, creando un rimando ai moderni mezzi di comunicazione e alle icone del nostro tempo, filtrati dagli stili inconfondibili di quegli artisti immortali. La mostra gode della collaborazione di Radio Verona, main partner per la comunicazione dell’evento. La mostra sarà aperta al pubblico tutti i giorni da domenica 7 Giugno a domenica 13 settembre 2015, dalle ore 10:00 alle ore 22:00, con biglietto d’ingresso di 5 Euro a persona. Inizio: 07/06/2015 Fine: 13/09/2015 Indirizzo: parco Catullo, Peschiera del Garda Spazio: Palazzina Storica Area geografica: Nord Email: info@mveventi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1 Titolo: La Caduta: ABC e Fondazione Giovanni Lindo Ferretti Introduzione: Venerdì 5 giugno, alle 19, Piazza Santo Stefano, una delle piazze più suggestive di Bologna, sarà cornice della prima stazione di una via appena iniziata con “Il tramonto svela la tela. Uno scatto fotografico per una pala d'altare”, evento organizzato da ABC, dalla Fondazione Giovanni Lindo Ferretti SAGA il canto dei monti e dalla Diocesi di Bologna, in collaborazione con la Chiesa di Santo Stefano e la Comunità di San Giovanni, e con il patrocinio di Assessorato alla Cultura Regione Emilia-Romagna, Genus Bononiae e CNA. Descrizione: Come un bardo d'altri tempi Giovanni Lindo Ferretti evocherà la nascita del teatro barbarico montano, principale pilastro della Fondazione, costituita lo scorso dicembre nell'alta valle del Secchia, sull’Appennino tosco emiliano, in una sede fatta da una casa, un capannone e due grandi stalle, recuperati per preservare e tramandare la necessità e il piacere di vivere in montagna in un tempo in cui il mondo si sgretola, rovina su di sé, scivola in basso, al piano, in città. La tela, che sarà svelata dallo stesso Ferretti all’interno della chiesa dei Santi Vitale e Agricola, è La Caduta, scatto fotografico per una pala d’altare realizzata da Andrea Angione nell’arena equestre della Fondazione, e divenuta manifesto e gonfalone della stessa, raffigurante l’episodio della caduta da cavallo e conversione di Saulo, con Giovanni Lindo nelle vesti di San Paolo, Marcello Ugoletti come suo scudiero, e Ben, cavallo frisone. Fotografo appassionato di pittura classica con una predilezione per le grandi scene religiose, rappresentate con uno studio della luce e una scelta dei personaggi di forte impatto realistico e di richiamo caravaggesco, Angione ha fortemente voluto Ferretti nella rappresentazione di questa scena, per la chiara vicinanza dell’artista emiliano all’esperienza della conversione. La Fondazione Ferretti ha così sposato il progetto del giovane fotografo toscano - "in un tempo in cui non si costruiscono più altari e cappelle devozionali e di quelli che restano non si sa bene che fare" - facendone manifesto del proprio teatro: il teatro barbarico montano. La Caduta, immagine composita e complessa, contiene gli elementi essenziali ad illustrare la visione da cui nasce la disciplina dell’operare della Fondazione: la terra, tornare alla terra, orizzonte di chi muove a cavallo, la rovinosa caduta, lo sforzo, la volontà e l’urgenza di rialzarsi. L'irruzione del divino nella quotidianità. L’oggetto e scopo della “Fondazione Giovanni Lindo Ferretti SAGA il canto dei monti“ è la rigenerazione culturale di una civiltà del vivere sui monti operando in una quotidianità che fa del non abbandonare la propria terra, la propria storia, l’indiscutibile priorità; un progetto nato per la volontà di tre persone, tre storie dei giorni nostri che, in modo diverso ma complementare, sono legate per genealogia, interesse e scelta di vita al crinale dell’Appennino tosco emiliano: iuxta fluvium qui vocavit Sicla. Le attività della Fondazione sono legate alla produzione di discipline equestri, umane, teatrali e artistiche, al mantenimento, cura ed addestramento di un gruppo di venti cavalli, alla ristrutturazione dell’azienda agricola, alla costruzione di un’arena all'aperto, alla conservazione del paesaggio fisico, culturale ed umano delle nostre montagne. Inizio: 05/06/2015 Fine: 05/06/2015 Indirizzo: Sagrato della Basilica di Santo Stefano, Via Santo Stefano 24, Bologna Spazio: Basilica di Santo Stefano Area geografica: Nord Email: abc.bo@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.youtube.com/watch?v=KawFv-6OVdk Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1 Titolo: Reflective Landscape. Il paesaggio veneto e i suoi produttori Introduzione: Obiettivo del progetto è ritrarre produttori attivi nel settore agricolo, nell’allevamento e nella trasformazione dei prodotti derivati da tali attività, appartenenti a diverse aree geografiche del Veneto. Le opere in mostra intendono portare alla luce quegli interpreti solitari e isolati, non sempre noti e visibili al grande pubblico, che contribuiscono ogni giorno alla creazione di un valore condiviso e alla costituzione di un patrimonio comune. I soggetti della fotografia contemplano, vivono e proteggono la loro terra, il filare di alberi, la casa dei padri, l’architettura e il suo genius loci. Descrizione: Si chiama “Reflective Landscape. Il paesaggio veneto e i suoi produttori” la mostra organizzata dalla Fondazione Marcianum che fino al 21 luglio si tiene nel Chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia. L’esposizione, organizzata in collaborazione con Venice to Expo 2015, Confagricoltura Veneto e Università IUAV di Venezia, raccoglie 48 opere fotografiche di otto artisti: Fatima Abbadi, Francesco Barasciutti, Stefano Busato, Ferdinando Fasolo, Arianna Novaga, Giampaolo Romagnosi, Moreno Rocco Segafredo e Angelo Tassitano. Obiettivo del progetto è ritrarre produttori attivi nel settore agricolo, nell’allevamento e nella trasformazione dei prodotti derivati da tali attività, appartenenti a diverse aree geografiche del Veneto. Le opere in mostra intendono portare alla luce quegli interpreti solitari e isolati, non sempre noti e visibili al grande pubblico, che contribuiscono ogni giorno alla creazione di un valore condiviso e alla costituzione di un patrimonio comune. I soggetti della fotografia contemplano, vivono e proteggono la loro terra, il filare di alberi, la casa dei padri, l’architettura e il suo genius loci. Dall’incontro tra i fotografi, i produttori e il contesto in cui essi operano è nata l’idea di eseguire due scatti diametralmente opposti: il soggetto viene infatti colto di fronte e di spalle e diventa il punto di snodo visivo attorno al quale ruota l’ambiente in cui opera. Questo espediente ha permesso di creare una sorta di “doppio ritratto” che determina uno sguardo fotografico del tutto inedito. Le opere in mostra offrono infatti più vedute di una stessa figura, rappresentando così diversi punti di vista sul paesaggio veneto. “L’idea alla base del progetto si fonda su una consapevolezza diffusa: ciò che si consuma deve essere restituito” - spiega il prof. Leonardo Ciacci, ideatore e co-curatore del progetto - “Si tratta di un concetto forse in parte accantonato durante la fase matura dell’industrializzazione ma legato all’agricoltura e alle sue tradizioni più antiche, che trova nei nuovi interpreti di quei mestieri, mai sostituiti dalla tecnologia ma piuttosto rinnovati da pratiche e possibilità nuove, una sensibilità e un’attenzione volte a rendere il lavoro motivo di arricchimento del paesaggio. ‘Reflective Landscape’ propone ritratti di agricoltori, di imprenditori che hanno fatto della loro attività un’occasione per arricchire di segni e di qualità la loro terra, disegnando con cura campi e coltivazioni, restaurando e conservando edifici storici, usando creatività e cultura per rinnovare paesaggi antichi e renderli ancora produttivi”. Il progetto, a cura dei prof. Leonardo Ciacci e Angelo Maggi, docenti dell’Università IUAV di Venezia, si colloca nel calendario di iniziative di Venice to Expo 2015. Decisivo per la realizzazione del progetto il prezioso contributo di studenti di IUAV Venezia (progettazione e allestimento) e IUSVE di Mestre (grafica e comunicazione). Inizio: 28/05/2015 Fine: 21/07/2015 Indirizzo: Dorsoduro, 1 - Venezia Spazio: Fondazione Marcianum, Chiostro del Seminario Patriarcale di Venezia Area geografica: Nord Email: press@studiocalliandro.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Grandi mostre simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo Introduzione: “Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo” Le Sale del Re, Piazza della Scala - Ingresso Galleria Vittorio Emanuele II 1° marzo 2013 – 31 ottobre 2015 Milano 26 febbraio 2014. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno è intervenuto insieme a Massimiliano Lisa, Mario Taddei ed Edoardo Zanon del centro studi Leonardo3 per annunciare la proroga e l’ampliamento della mostra Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo fino alla fine dell’Esposizione Universale (prevista a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015) Descrizione: “Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo” Le Sale del Re, Piazza della Scala - Ingresso Galleria Vittorio Emanuele II 1° marzo 2013 – 31 ottobre 2015 Milano 26 febbraio 2014. L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno è intervenuto insieme a Massimiliano Lisa, Mario Taddei ed Edoardo Zanon del centro studi Leonardo3 per annunciare la proroga e l’ampliamento della mostra Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo fino alla fine dell’Esposizione Universale (prevista a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015). La rassegna, allestita nei prestigiosi spazi delle Sale del Re, sabato 1° marzo festeggerà un anno di apertura, con una visitazione media di 3.350 visitatori alla settimana e un totale di 175 mila visitatori, di cui il 25% stranieri (nell’ordine: russi, statunitensi, inglesi, tedeschi, brasiliani, francesi, cinesi, australiani, giapponesi, messicani e altri). Le classi scolastiche che hanno visitato la mostra finora sono state oltre 600. Nel corso dei prossimi 20 mesi l’esposizione sarà sempre aperta tutti i giorni dalle ore 10 alle 23. Le uniche chiusure previste saranno il 25 dicembre e l’1 gennaio. Il 24 e il 31 dicembre la mostra chiuderà alle 16:30. Gli organizzatori sono sicuri che questo evento continuerà a essere un importante polo di riferimento nell’ambito delle mostre e dell’edutainment nella città di Milano, e che si integrerà perfettamente con le altre iniziative previste per Expo 2015. Massimiliano Lisa, presidente di Leonardo3, dichiara: «L’interesse per questa mostra non è ancora destinato a esaurirsi per una serie di motivi. Il primo è che fino al 30% di chi l’ha già visitata vi ritorna, perché le varie stazioni interattive multimediali consentono un approfondimento degli argomenti virtualmente senza fine. Il secondo è che la mostra prevede una serie di novità, che arricchiranno i contenuti e varranno una nuova visita. Il terzo è che, ovviamente, 175 mila visitatori rappresentano solo un piccolo (anche se significativo) campione del pubblico che può ancora essere interessato ai contenuti unici di questa esposizione. Abbiamo poi in serbo varie sorprese, come l’ampliamento dello spazio espositivo con nuove sale». Il Can(n)one Musicale: un “carillon” in anteprima mondiale Oggi viene presentata per la prima volta dai tempi di Leonardo la ricostruzione di uno strumento innovativo, una sorta di gigantesco carillon, che da domani sarà esposto permanentemente, e in assoluta esclusiva mondiale, all’interno della mostra “Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo” . Si tratta del “Can(n)one Musicale” disegnato da Leonardo sul foglio 136r del Codice Arundel, oggi conservato presso la British Library di Londra. È una macchina molto complicata e non completamente descritta, ma l’idea alla base del progetto è chiara: una ruota nella quale quattro denti, simultaneamente, percuotono delle lamelle che emettono un suono all’interno di una canna amplificatrice. La ruota viene azionata da un operatore, che deve semplicemente girare una manovella. Il movimento della ruota e il successivo passaggio dei quattro denti sulle lamelle produce una musica polifonica (4 denti = 4 voci), nella quale ciascuna voce continua a inseguire le altre. Il disegno originale è accompagnato da questa nota di Leonardo: Qui io faccio una ruota fatta di canne ad uso di tabbelle con un motivo musicale chiamato canone [...] e però io faccio una ruota con 4 denti, in maniera tale che ciascun dente fa l’uffizio di un cantore. Realizzare questa macchina ha richiesto un grande sforzo dal punto di vista costruttivo. Il numero dei componenti che la costituiscono è molto elevato, e fare in modo che i quattro denti sincronizzassero le quattro voci non è stato semplice. Ma la difficoltà maggiore è stata quella di decidere cosa accadesse all’interno delle canne. Edoardo Zanon, curatore della mostra, condirettore scientifico di Leonardo3 e unico autore di questa ricostruzione, dichiara: «Nei nostri laboratori per molto tempo abbiamo discusso se queste lamelle avessero dovuto essere di metallo, di legno, pizzicate o percosse. Alla fine, ho optato per l’interpretazione più semplice ed efficace dal punto di vista sonoro, utilizzando delle lamelle di metallo pizzicate dai denti. Questa macchina è una novità assoluta e nessuno si è mai cimentato prima nella sua costruzione. Pertanto, si tratta di un prototipo assolutamente sperimentale e unico. Penso di essere stato fedele all’idea descritta da Leonardo, che, in un immaginifico incontro con il mio lavoro, sicuramente riconoscerebbe la sua macchina. Personalmente, non escludo in futuro di tentare altre soluzioni». Spesso ci si dimentica del Leonardo musicista e progettista di strumenti musicali innovativi, che sicuramente ha tentato di costruire. L’arte dell’intrattenimento musicale (e teatrale) rivestiva nelle corti una grande importanza, e pertanto chi si fosse distinto nel miglioramento e nell’invenzione di nuovi strumenti avrebbe certamente calamitato attenzione. I progetti di strumenti musicali in Leonardo sono decine, sparsi nella moltitudine dei suoi manoscritti, e se da un lato per la maggioranza si tratta di macchine relativamente semplici, come i tamburi meccanici, una più attenta analisi rivela strumenti innovativi e complessi. Il programma per i prossimi mesi Dal primo giorno di apertura, i due curatori Mario Taddei ed Edoardo Zanon hanno costantemente aggiornato le varie esperienze interattive in mostra e aggiunto nuove scoperte e ricostruzioni (come il modello fisico della Macchina Volante di Milano). Uno dei motivi del successo di “Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo” è stata proprio questa continua evoluzione del percorso espositivo. Le principali novità che verranno presentate e aggiunte alla collezione in mostra nei prossimi mesi sono: »» Marzo 2014. Dopo la Clavi-Viola, già esposta in mostra, il Can(n)one Musicale rappresenta la seconda esclusiva assoluta esposta in questa mostra, per quel che riguarda strumenti musicali funzionanti. A maggio ne saranno presentati altri… »» Aprile 2014. Balestra Veloce: la prima e unica balestra “a ripetizione della storia”. »» Maggio 2014. Nuovi strumenti musicali: Piva a vento continuo, Organo di Carta, Flauti Glissati e Tamburo Elastico. »» Giugno 2014. Leonardo Virtual Reality: L’Ultima Cena. »» Ottobre 2014. Aquila Meccanica. Il programma delle novità per il 2015 verrà annunciato in seguito. Mario Taddei, curatore della mostra e condirettore scientifico di Leonardo3, sta lavorando ai progetti dell’Ultima Cena in Realtà Virtuale e dell’Aquila Meccanica, e conclude: «Siamo certi che con queste nuove ricostruzioni sapremo stupirvi e meravigliarvi, proprio come voleva sempre fare lo stesso Leonardo». LA MOSTRA La mostra è curata dal centro studi Leonardo3 di Milano che ne ha realizzato interamente tutti i contenuti e che la gestisce direttamente. “Leonardo3 – Il Mondo di Leonardo” rappresenta un appuntamento importante per famiglie, studenti, turisti e per chiunque sia interessato a scoprire Leonardo da Vinci, con modalità e soggetti mai visti prima. Vengono presentate oltre 200 macchine interattive in 3D, oltre a ricostruzioni fisiche, molte inedite e mai realizzate dopo Leonardo, ricreate nel rigoroso rispetto del progetto originale, che si ritrova nelle migliaia di pagine, appunti e disegni contenuti nei più importanti manoscritti arrivati fino ai nostri giorni: il Manoscritto B, il Codice del Volo e il Codice Atlantico. Dallo studio di quest’ultimi sono state ricreate macchine suggestive: la Clavi-Viola, il Leone Meccanico, l’Automobile-Robot, il Cavaliere-Robot, la Bombarda multipla, e molte altre. Tra le anteprime mondiali vengono svelati per la prima volta pubblico le ricostruzioni inedite di Can(n)one Musicale, Macchina Volante di Milano, Sottomarino Meccanico, Macchina del Tempo, Cubo Magico e Libellula Meccanica. Tutta la mostra è caratterizzata da esperienze interattive in 3D per il pubblico, tra le quali: il Codice Atlantico in edizione completa, con oltre 1100 fogli consultabili digitalmente; Leonardo a Milano, che consente di vivere in prima persona la costruzione della Macchina Volante di Milano, della torre più alta del mondo prevista al Castello Sforzesco e di dipingere l’Ultima Cena. Al Cavallo gigante, ovvero Il Monumento a Francesco Sforza, è dedicata una stazione che svela anche come avrebbe potuto essere il monumento completo. Le esperienze interattive sono tutte anche in lingua inglese, per favorire la fruibilità dei contenuti anche al pubblico internazionale (le audio-guide oltre che in italiano sono anche in inglese, spagnolo, russo, tedesco, francese e cinese). I visitatori possono sfogliare e comprendere facilmente e in maniera affascinante i contenuti dei fogli di Leonardo, utilizzare le sue invenzioni come mai prima, vivendo esperienze interattive, alcune destinate espressamente ai più piccoli, come Il Laboratorio di Leonardo, che consente di assemblare macchine leonardiane e stampare il proprio certificato di inventore, e il Ponte Autoportante da costruire fisicamente. Per quel che riguarda l’arte, l’importante restauro digitale dell’Ultima Cena consente per la prima volta dai tempi di Leonardo di scoprire i particolari e i colori ormai perduti per sempre del celebre dipinto murale. Le Sale del Re Il 7 marzo 1865, il Re Vittorio Emanuele II pose la prima pietra per la costruzione della Galleria. Il Re volle in Galleria prestigiose Sale per ospitare incontri privati e pubblici, feste e balli sfarzosi. Oggi le Sale, dopo un accurato restauro, hanno riaperto le porte per ospitare eventi. Dall’ingresso della Galleria che si affaccia su Piazza della Scala, ascensori dedicati conducono direttamente alla biglietteria e alle Sale. È la prima volta che le Sale del Re ospitano un evento di questo tipo. L’ingresso della Galleria è il luogo perfetto a Milano per una mostra sul Maestro, dal momento che l’entrata guarda direttamente al monumento a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala. “Leonardo3 - Il Mondo di Leonardo” Le Sale del Re, Piazza della Scala - Ingresso Galleria Vittorio Emanuele II Tutti i giorni dalle 10 alle 23 (compresi festivi e festività). Uniche chiusure previste: 25 dicembre e 1 gennaio. Il 24 e il 31 dicembre la mostra chiuderà alle 16:30. Per informazioni: Leonardo3 Tel. 02.659.77.28, info@leonardo3.net, www.leonardo3.net, www.facebook.com/leonardo3museum Patrocinio del Comune di Milano Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Radio ufficiale della mostra: Radio Monte Carlo Biglietteria: TicketOne Tariffe: € 12,00 (intero), € 11,00 (studenti e riduzioni), € 10,00 (gruppi), € 9,00 (bambini e ragazzi), € 6,00 (gruppi scolastici), € 1,00 (fino ai 6 anni). Sul sito TicketOne; nei punti vendita TicketOne; Call center 892.101 Scuole, gruppi e visite guidate: Ad Artem tel: 02.659.77.28, info@adartem.it www.adartem.it Gruppi organizzati: Call Center 199.757.414, gruppi@ticketone.it, info@tosc.it Ufficio stampa Leonardo3: Alessandra Pozzi Tel. 02.76003912, 338.5965789, pozzicomunicazione@gmail.com Media relations Le Sale del Re: Elisa Dal Bosco elisa.dalbosco@arossogroup.com; tel. 349.618.79.63 Inizio: 03/01/2014 Fine: 31/10/2015 Indirizzo: Le Sale del Re, Piazza della Scala - Milano Spazio: Le Sale del Re, Piazza della Scala Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.467214 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: newwindow=window.open(url,'name','height=400,width=200'); if (window.focus) {newwindow.focus()} tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Van Gogh. L’uomo e la terra Introduzione: 18 ottobre 2014 - 8 marzo 2015, Palazzo Reale, Milano Van Gogh. L’uomo e la terra la mostra che aprirà a Palazzo Reale di Milano dal 18 ottobre 2014 (fino all’8 marzo 2015) è un viaggio nel mondo dell’arte, ma soprattutto nella filosofia esistenziale del grande olandese che si pone a perfetto corollario del tema di Expo 2015 - Nutrire il pianeta. Promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Kröller-Müller Museum di Otterlo e realizzata anche grazie al sostegno del Gruppo Unipol, l’esposizione - posta a perfetto corollario del tema di Expo 2015 - Nutrire il pianeta - documenta un viaggio nel mondo dell’arte, ma soprattutto nella filosofia esistenziale del grande artista, che cerca nel mondo contadino, nelle creature semplici e pure, il senso della vita e delle cose. Descrizione: 18 ottobre 2014 - 8 marzo 2015, Palazzo Reale, Milano Van Gogh. L’uomo e la terra la mostra che aprirà a Palazzo Reale di Milano dal 18 ottobre 2014 (fino all’8 marzo 2015) è un viaggio nel mondo dell’arte, ma soprattutto nella filosofia esistenziale del grande olandese che si pone a perfetto corollario del tema di Expo 2015 - Nutrire il pianeta. Promossa dal Comune di Milano - Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, Arthemisia Group e 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, in collaborazione con Kröller-Müller Museum di Otterlo e realizzata anche grazie al sostegno del Gruppo Unipol, l’esposizione - posta a perfetto corollario del tema di Expo 2015 - Nutrire il pianeta - documenta un viaggio nel mondo dell’arte, ma soprattutto nella filosofia esistenziale del grande artista, che cerca nel mondo contadino, nelle creature semplici e pure, il senso della vita e delle cose. Lo trova nella fatica, nel duro lavoro della vita agreste. Il corpus centrale della mostra, patrocinata dall’Ambasciata del Regno dei paesi Bassi a Roma e inserita negli eventi ufficiali del Van Gogh Europe, è costituito da opere provenienti dal Kröller-Müller Museum di Otterlo a cui se ne aggiungono altre provenienti dal Van Gogh Museum di Amsterdam, dal Museo Soumaya-Fundación Carlos Slim di Città del Messico, dal Centraal Museum di Utrecht e da collezioni private normalmente inaccessibili. La mostra pertanto si pone come un’occasione unica per approfondire, attraverso gli occhi dell’artista, il complesso rapporto tra l’essere umano e la natura che lo circonda. Ufficio Stampa Arthemisia Group Adele Della Sala - ads@arthemisia.it - M +39 345 7503572 Anastasia Marsella - am@arthemisia.it - T +39 06 69380306 Giorgia Avaltroni - press@arthemisia.it - T +39 06 69380306 Inizio: 18/10/2014 Fine: 03/08/2015 Indirizzo: Palazzo Reale di Milano Spazio: Palazzo Reale di Milano Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46313 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: IL CIBO NELL’ARTE Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol Introduzione: DAL 24 GENNAIO AL 14 GIUGNO 2015 L’esposizione offrirà al pubblico l’occasione di compiere un viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nelle varie epoche storiche, attraverso oltre 100 opere di maestri dell’arte antica quali Campi, Baschenis, Ceruti, Figino, Recco, e di quella moderna e contemporanea, da Magritte a de Chirico, da Manzoni a Fontana, a Lichtenstein, fino a Andy Warhol. Descrizione: BRESCIA - PALAZZO MARTINENGO DAL 24 GENNAIO AL 14 GIUGNO 2015 IL CIBO NELL’ARTE Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol L’esposizione offrirà al pubblico l’occasione di compiere un viaggio alla scoperta della rappresentazione del cibo e degli alimenti nelle varie epoche storiche, attraverso oltre 100 opere di maestri dell’arte antica quali Campi, Baschenis, Ceruti, Figino, Recco, e di quella moderna e contemporanea, da Magritte a de Chirico, da Manzoni a Fontana, a Lichtenstein, fino a Andy Warhol. Il 2015 sarà aperto da un grande evento che segna il forte legame che unisce il cibo alle arti figurative e coniuga la tradizione enogastronomica con la cultura artistica italiana, in un arco temporale di oltre quattro secoli. Dal 24 gennaio al 14 giugno 2015 Palazzo Martinengo di Brescia ospiterà la mostra “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”, che presenterà oltre 100 opere di maestri dell’arte antica quali Campi, Baschenis, Ceruti, Figino, Recco, Ruoppolo, Stanchi, che dialogheranno con autori moderni e contemporanei, da Magritte a de Chirico, da Manzoni a Fontana, a Lichtenstein, fino a Andy Warhol. Il cibo nell’arte offre così un ulteriore approfondimento degli argomenti affrontati da Expo 2015, il cui tema è “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Promossa dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, con il patrocinio della Provincia di Brescia, Regione Lombardia e di EXPO 2015, e curata da Davide Dotti coadiuvato da un comitato scientifico internazionale, la rassegna, condurrà il pubblico in un lungo ed emozionante viaggio attraverso le diverse correnti pittoriche succedutesi nel corso del tempo – dal Barocco al Rococò, dal Romanticismo ottocentesco alle avanguardie del Novecento – per apprezzare le varie iconografie correlate alla rappresentazione del cibo che gli artisti hanno affrontato con estro e originalità. Il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio iconografico e cronologico, rivelerà quanto i pittori attivi tra XVII e XIX secolo amassero dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, e farà scoprire pietanze e alimenti oggi completamente scomparsi di cui è difficile immaginare anche il sapore. Inoltre, grazie alla collaborazione con alcuni dei più rinomati dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane, che analizzeranno in maniera scientifica le tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e ‘700, si potranno attingere preziose informazioni sull’alimentazione e i gusti dell’epoca. Dieci saranno le sezioni tematiche: L’allegoria dei cinque sensi, Mercati dispense e cucine, La frutta, La verdura, Pesci e crostacei, Selvaggina da pelo e da penna, Carne salumi e formaggi, Dolci vino e liquori, Tavole imbandite, Il cibo nell’arte del XX secolo. Chiuderà idealmente la visita la spettacolare Piramide alimentare, installazione appositamente realizzata per l’occasione dall'artista Paola Nizzoli. Tra i capolavori che si potranno ammirare in mostra si segnalano i Mangiatori di ricotta di Vincenzo Campi, il Piatto di pesche di Ambrogio Figino (la prima natura morta della Storia dell'Arte italiana, dipinta circa un lustro prima della Canestra di Caravaggio), quello che la critica specialistica ritiene essere il più importante pendant di nature morte di Giacomo Ceruti detto Pitocchetto (mai esposto in pubblico prima d'ora), il Tavolo con angurie del pittore divisionista Emilio Longoni e l’Ultima Cena di Andy Warhol, un acrilico su tela che reinterpreta in chiave pop il Cenacolo di Leonardo. Il cibo nell’arte offrirà un ricco apparato didattico per tutte classi di ogni ordine e grado. L’Associazione Culturale Amici di Palazzo Martinengo ha studiato una serie di laboratori didattici che saranno condotti da operatori didattici specializzati. Per la Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado, si tratterà di un’esperienza multisensoriale che consiste nel riconoscimento non convenzionale di gusti, odori, colori e consistenze di vari cibi. E' prevista, in alternativa, la realizzazione di un elaborato simulando e reinterpretando il processo creativo dell’artista, utilizzando i materiali messi a disposizione tra cui pasta, frutta secca, legumi, riso, e altro. Per la Scuola Secondaria di secondo grado, oltre alle proposte di laboratori didattici, sono previsti percorsi tematici in mostra che permetteranno di approfondire alcuni aspetti e temi del percorso espositivo abbinati, talvolta, a una più breve attività pratica per fissare i concetti appresi. Inoltre, è stato istituito un concorso a premi che prevede la realizzazione in classe da parte degli studenti di un lavoro artistico, con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo dell’arte in modo originale e innovativo, consentendo di mettere la loro fantasia creativa. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale con approfonditi saggi storico-critici e un testo dello chef Massimo Bottura. Brescia, ottobre 2014 IL CIBO NELL’ARTE Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol Brescia, Palazzo Martinengo (via dei Musei 30) 24 gennaio - 14 giugno 2015 Orari: da mercoledì a venerdì: dalle 9.00 alle 18.00; sabato, domenica e festivi: dalle 10.00 alle 20.00 lunedì e martedì chiuso Biglietto audioguida inclusa: € 10 intero; € 8 ridotto Biglietto ridotto scuole: € 5 Informazioni e prenotazioni: Tel. 030.5785122; http://www.ticket.it/cibo Informazioni e prenotazioni scuole: dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 19.00 tel. 339.8384933; mostre@amicimartinengo.it Sito internet: www.mostraciboarte.it Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700 anna.defrancesco@clponline.it; www.clponline.it Comunicato stampa e immagini su www.clponline.it Inizio: 24/01/2015 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: BRESCIA - PALAZZO MARTINENGO Spazio: PALAZZO MARTINENGO Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.537399 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: https://www.google.com/fusiontables/embedviz?viz=CARD&q=select+*+from+1uURe_g3disO1drMAqLxzVXIsypxD4dJnhqwIH8K4+where+col1+%3D+'%0AIL+CIBO+NELL%E2%80%99ARTE%0ACapolavori+dei+grandi+maestri+dal+Seicento+a+Warhol'+order+by+col0+asc&tmplt=1&cpr=1 Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: THE CINEMA SHOW Introduzione: Sabato 7 febbraio alle 18.00 la Galleria civica di Modena inaugura a Palazzo Santa Margherita "The Cinema Show", un allestimento di opere dalla Raccolta della Fotografia del museo modenese a cura di Daniele De Luigi e Marco Pierini. La selezione delle immagini è consacrata alla settima arte e ai suoi protagonisti: un nucleo consistente attinge al fondo Franco Fontana, mentre numerose fotografie provengono da nuove acquisizioni che andranno ad arricchire il patrimonio della Galleria. Descrizione: THE CINEMA SHOW FOTOGRAFIE DALLA COLLEZIONE DELLA GALLERIA CIVICA DI MODENA Sabato 7 febbraio alle 18.00 la Galleria civica di Modena inaugura a Palazzo Santa Margherita "The Cinema Show", un allestimento di opere dalla Raccolta della Fotografia del museo modenese a cura di Daniele De Luigi e Marco Pierini. La selezione delle immagini è consacrata alla settima arte e ai suoi protagonisti: un nucleo consistente attinge al fondo Franco Fontana, mentre numerose fotografie provengono da nuove acquisizioni che andranno ad arricchire il patrimonio della Galleria. Il percorso espositivo abbraccia un secolo di cinema: dal cortometraggio sperimentale "Thaïs" di Anton Giulio Bragaglia, del 1917, lungo tutto il Novecento fino ai film italiani e internazionali degli ultimi anni e ai suoi protagonisti, da Woody Allen a Bill Murray, da Nanni Moretti a Paolo Sorrentino. Fotografie di scena, ritratti in studio, scatti eseguiti durante le pause sul set oppure in strada di sorpresa, restituiscono un affresco variopinto del mondo del cinema e la sua dimensione sospesa tra realtà e immaginario. Tra i divi e le dive messi in posa ci sono Marlene Dietrich e Carroll Baker, John Huston e Tony Curtis, Totò e Roberto Benigni, Claudia Gerini e Cristiana Capotondi. Klaus Kinsy è ritratto con in braccio il figlio Nanhoï, mentre Marilyn Monroe, Anna Magnani, Audrey Hepburn compaiono “paparazzate”. Celebri registi sono rappresentati sui set dei loro film, in momenti di concentrazione (Visconti, Antonioni), impegnati in intense conversazioni con gli attori (Bertolucci con Depardieu in Novecento, Pasolini con la Callas in Medea) o intenti a illustrare l'esecuzione della scena (Fellini in 8 e ½, i Taviani in Kaos). Anche gli attori compaiono spesso colti sul set, durante la recitazione o in momenti di distrazione, come Eduardo De Filippo che scherza con Mastroianni. Un'ampia sezione della mostra è poi dedicata alla fotografia di scena, con immagini scattate da alcuni dei più grandi interpreti di questo particolare genere fotografico sui set di film come La terra trema e Quarto potere, e a star quali Robert De Niro, Alberto Sordi, Jane Fonda, Charlotte Rampling, Ingrid Bergman. La rassegna presenta l'opera di una quarantina di fotografi, alcuni che hanno dedicato un'intera vita professionale al cinema, altri che nel corso della loro carriera ne hanno ritratto i protagonisti in modo occasionale. Tra i nomi degli autori, Philippe Antonello, Franco Bellomo, Anton Giulio Bragaglia, Jean-François Bauret, Giovanni Cozzi, Chico De Luigi, Franco Fontana, David Gamble, Marcello Geppetti, Pino Guidolotti, Horst P. Horst, Emilio Lari, Erich Lessing, Gina Lollobrigida, Umberto Montiroli, Luciana Mulas, Ugo Mulas, Claude Nori, Gabriele Pagnini, Federico Patellani, John Phillips, Roger Pic, Pierluigi Praturlon, Paul Ronald, Gianfranco Salis, Tazio Secchiaroli, Pino Settanni, Angelo Turetta, Mario Tursi. La mostra è parte di un progetto avviato nel 2011 volto a mostrare con regolarità il patrimonio della Galleria civica di Modena, e resterà allestita in sala grande a Palazzo Santa Margherita fino al 7 giugno 2015. Nella foto:Jean-François Bauret, Klaus Kinski et son fils Nanhoï, 1979, Galleria civica di Modena mostra The Cinema Show sede sala grande di Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena periodo 7 febbraio-7 giugno 2015 organizzazione e produzione Galleria Civica di Modena Fondazione Cassa di Risparmio di Modena inaugurazione sabato 7 febbraio 18.00 ingresso gratuito ufficio stampa Galleria civica di Modena, Cristiana Minelli, tel + 39 059 203 2883, galcivmo@comune.modena.it immagini e comunicati scaricabili nell'area giornalisti del sito della galleria informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena, tel. +39 059 2032911/2940 - fax +39 059 2032932, www.galleriacivicadimodena.it Museo Associato AMACI Inizio: 07/02/2015 Fine: 07/06/2015 Indirizzo: Galleria civica di Modena Spazio: Galleria civica di Modena Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.645969 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: L’ARTE PER L’ARTE. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis Introduzione: A partire dal 31 gennaio 2015 al Castello Estense sarà allestita una galleria di capolavori di due grandi pittori ferraresi che sono stati protagonisti della scena artistica internazionale tra Otto e Novecento, Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. Il monumento simbolo della città farà da cornice alle opere dei due artisti selezionate dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari a Ferrara. Descrizione: L’ARTE PER L’ARTE. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis Ferrara, Castello Estense Dal 31 gennaio 2015 A partire dal 31 gennaio 2015 al Castello Estense sarà allestita una galleria di capolavori di due grandi pittori ferraresi che sono stati protagonisti della scena artistica internazionale tra Otto e Novecento, Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. Il monumento simbolo della città farà da cornice alle opere dei due artisti selezionate dalle collezioni delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari a Ferrara. L’arte per l’arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis intende riconsegnare al pubblico il patrimonio rimasto celato in seguito al terremoto del 2012 e sottolineare il rilievo della pittura moderna ferrarese attraverso due figure di statura internazionale. L’obiettivo degli organizzatori e degli enti curatori è quello di far vivere i musei nonostante la chiusura della sede che li accoglieva. Più che una mostra sarà, infatti, un allestimento semi-temporaneo che potrà essere visitato sino alla riapertura delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea a Palazzo Massari, ora in corso di restauro. Le sale fastosamente decorate dell’appartamento di rappresentanza al piano nobile del Castello Estense e i celebri “Camerini del Principe” saranno così la sede temporanea di due percorsi monografici che esplorano la parabola creativa di Boldini e De Pisis. I musei ferraresi conservano, infatti, i più ricchi e completi fondi dei due artisti, documentando ogni aspetto della loro ricerca: olii, pastelli e acquerelli, studi e annotazioni boldiniani, così come i dipinti depisisiani verranno messi in dialogo secondo due linee di lettura che restituiranno un intenso ritratto delle personalità artistiche dei due maestri. Il percorso espositivo si svilupperà a partire dalle sale del Governo, della Devoluzione, dei Paesaggi e delle Geografie, con dipinti, opere su carta e documenti appartenuti a Boldini, dando risalto al ruolo di spicco dell’artista nel rinnovamento della pittura italiana e internazionale: innanzitutto le prove nella Firenze dei Macchiaioli, invenzioni di sorprendente immediatezza come Le sorelle Lascaraky; poi la produzione successiva all’approdo nella Parigi degli impressionisti, in cui spiccano brillanti evocazioni delle atmosfere della vita moderna – da Notturno a Montmartre alla Cantante mondana – testimoni del confronto con Degas; infine, le icone della ritrattistica boldiniana – come il Ritratto del piccolo Subercaseaux, Fuoco d’artificio, la Passeggiata al Bois de Boulogne o La signora in rosa – che sanciscono l’affermazione della cifra stilistica con cui egli si impone come protagonista incontestato della ritrattistica in Europa e oltreoceano. L’allestimento presenterà, in una affascinante sequenza, i volti delle protagoniste della Belle Époque, da Madame Lydig alla Contessa de Leusse a Olivia de Subercaseaux Concha, e degli amici artisti, come Degas, Menzel e Whistler. I Camerini, solitamente non aperti al pubblico, ospiteranno la seconda parte dell’allestimento, dedicata a un altro talento ferrarese attivo sul palcoscenico parigino. A raccontare il percorso creativo di De Pisis saranno le opere che sono entrate a far parte della raccolta ferrarese soprattutto grazie all’attività della Fondazione Pianori e al generoso lascito di Manlio e Franca Malabotta. Aprono la narrazione preziose testimonianze del periodo giovanile, da Natura morta col martin pescatore dipinta a Ferrara prima del trasferimento nella capitale francese, a Le cipolle di Socrate, rivelatore della riflessione di De Pisis su De Chirico e la pittura metafisica. Seguono i capolavori del periodo parigino che raccontano la nascita di un linguaggio altamente personale: pure invenzioni liriche, come le nature morte marine e Il gladiolo fulminato, o trascrizioni pittoriche delle brucianti emozioni che l’esperienza della Ville lumière procura al pittore, di cui un esempio è Strada di Parigi. Il cerchio si chiude con la produzione successiva al rientro in Italia, penetranti effigi maschili come il Ritratto di Allegro e poi i commoventi capolavori dell’ultima stagione – La rosa nella bottiglia e Natura morta con calamaio – nei quali la poesia delle immagini si spoglia fino all’essenziale. Un altro fondamentale apporto alla valorizzazione del patrimonio delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea verrà infine offerto dalla pubblicazione dell’edizione critica della corrispondenza boldiniana conservata presso il Museo Giovanni Boldini a cura di una delle conservatrici, Barbara Guidi, che rappresenta un prezioso strumento scientifico per l’evoluzione degli studi sul pittore ferrarese. Con questa iniziativa, le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara e la Fondazione Ferrara Arte partecipano, in partnership con il Comune di Ferrara, ad un progetto di promozione integrata del patrimonio culturale e ambientale della Regione Emilia-Romagna e degli interventi finanziati attraverso i fondi europei POR FESR tra il 2007 e il 2013. L’arte per l’arte diverrà un’occasione per presentare al pubblico, attraverso specifici appuntamenti e attraverso un info point dedicato, i siti recuperati e valorizzati grazie ai finanziamenti europei, in un percorso ideale dalla città al territorio, dal Castello Estense alla Delizia: dal Castello della Mesola al Museo delle Culture Umane di Comacchio, attraverso i percorsi d’acqua nel parco del Delta. Un sodalizio, quello tra la città e il suo territorio, sempre più profondo, che permette di accompagnare il turista alla scoperta di luoghi suggestivi, spesso fuori dalla rotta della canonica visita turistica alla città d’arte. L’ARTE PER L’ARTE. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis Ferrara, Castello Estense, dal 31 gennaio 2015 Enti promotori Comune di Ferrara e Provincia di Ferrara Organizzatori Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, Fondazione Ferrara Arte Con il supporto di Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013 Asse 4 - Valorizzazione e qualificazione del patrimonio ambientale e culturale Curatori Maria Luisa Pacelli, Direttrice Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, Barbara Guidi e Chiara Vorrasi, Conservatrici Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Orari di apertura Dal 31 gennaio al 31 maggio e dal 1 settembre al 30 settembre: aperto tutti i giorni, 9.30 – 17.30 Dal 1 giugno al 30 giugno: aperto tutti i giorni, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00 Dal 1 luglio al 31 agosto: chiuso il lunedì, 9.30 – 13.30 / 15.00 – 19.00 Dal 1 ottobre al 31 dicembre: chiuso il lunedì, 9.30 – 17.30 (la biglietteria chiude 45 minuti prima) Giorni di chiusura: 25 dicembre, i lunedì non festivi nei mesi di luglio, agosto, ottobre, novembre e dicembre Informazioni tel. 0532 299233 castello.estense@provincia.fe.it www.castelloestense.it Prenotazioni Mostre e Musei tel. 0532 244949 www.palazzodiamanti.it Ufficio stampa Studio ESSECI – Sergio Campagnolo tel. 049 663499 info@studioesseci.net www.studioesseci.net PorFesr Emilia Romagna fesr.regione.emilia-romagna.it Inizio: 31/01/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: Ferrara, Castello Estense Spazio: Ferrara, Castello Estense Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.83776 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.studioesseci.net/immagini.php?IDmostra=1081 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: BOLDINI Lo spettacolo della modernità Introduzione: “C’est un classique!”. E’ questo il riconoscimento dato a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931), fin dalla prima esposizione postuma che si tenne a Parigi a pochi mesi dalla morte. “Il classico di un genere di pittura”, ribadì in quella occasione Filippo de Pisis. Descrizione: Forlì, Musei San Domenico Dal 1 febbraio al 14 giugno 2015 “C’est un classique!”. E’ questo il riconoscimento dato a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931), fin dalla prima esposizione postuma che si tenne a Parigi a pochi mesi dalla morte. “Il classico di un genere di pittura”, ribadì in quella occasione Filippo de Pisis. Dopo la rassegna dedicata nel 2012 a Wildt (che sarà protagonista nel 2015 di una mostra realizzata dal Musée d’Orsay all’Orangerie di Parigi in collaborazione con la Città di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì), e le due successive sul Novecento ed il Liberty, la Fondazione e i Musei San Domenico di Forlì proseguono nella esplorazione, attraverso nuovi studi e la riscoperta di opere poco note, della cultura figurativa tra Otto e Novecento, proponendo per la stagione espositiva del 2015 una approfondita rivisitazione della vicenda di Giovanni Boldini certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi. È in questo ideale spazio di rapporto tra Forlì e Parigi che si colloca la nostra nuova iniziativa. Nella sua lunghissima carriera, caratterizzata da periodi tra loro diversi a testimonianza di un indiscutibile genio creativo e di un continuo slancio sperimentale che si andrà esaurendo alla vigilia della prima Guerra Mondiale, il pittore ferrarese ha goduto di una straordinaria fortuna, pur suscitando spesso accese polemiche, tra la critica ed il pubblico. Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato negli anni del maggiore successo dalla Parigi più sofisticata, quella dei fratelli Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette. Rispetto alle recenti mostre sull’artista, questa rassegna si differenzia per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, intendendo valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca), consentono di arricchire il percorso con la presentazione di nuove opere, sia sul versante pittorico che, in particolare, su quello della grafica. Uno dei punti di maggior forza, se non quello decisivo, della mostra sarà la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli. Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) davvero straordinari per qualità e originalità, sarà vista in una nuova luce grazie alla possibilità di presentare parte del magnifico ciclo di dipinti murali realizzati tra il 1866 e il 1868 nella Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo. Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate alla immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività. Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola. Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil. Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale dell’arte, della cultura e della mondanità. Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico che formale. BOLDINI Lo spettacolo della modernità Forlì, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12 1 febbraio - 14 giugno 2015 Ufficio Stampa Studio ESSECI di Sergio Campagnolo Tel 049.663499 info@studioesseci.net ; www.studioesseci.net Inizio: 01/02/2015 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: Forlì, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro 12 Spazio: Forlì, Musei San Domenico Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.221422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.studioesseci.net/immagini.php?IDmostra=1065 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Artisti dell’Ottocento: Temi e Riscoperte Introduzione: Importante esposizione che contempla un folto gruppo di opere di artisti dell’Ottocento. Si tratta di pezzi di estremo interesse, in parte mai esposti e sconosciuti al pubblico. Nell’ambito della mostra, è previsto un “focus” di due sale con una selezione di opere – di scultura e grafica - del napoletano Vincenzo Gemito (1852-1929), del quale la Galleria possiede una ricca e importante raccolta. Descrizione: Artisti dell’Ottocento: Temi e Riscoperte 07/11/2014 - 14/06/2015 Artisti dell’Ottocento: Temi e Riscoperte Tipologia: Arte Moderna Importante esposizione che contempla un folto gruppo di opere di artisti dell’Ottocento. Si tratta di pezzi di estremo interesse, in parte mai esposti e sconosciuti al pubblico. Nell’ambito della mostra, è previsto un “focus” di due sale con una selezione di opere – di scultura e grafica - del napoletano Vincenzo Gemito (1852-1929), del quale la Galleria possiede una ricca e importante raccolta. La mostra propone una lettura “trasversale”, attraverso quei percorsi tematici che trovano maggiore riscontro nella cultura figurativa ottocentesca: l’ispirazione all’antico, il ritratto, l’intimismo del quotidiano le scene di vita popolare nonché, in senso lato, le varie poetiche del vero dal nord al sud Italia, con particolare attenzione al ruolo di Roma. Le opere, tutte realizzate da artisti di nascita e tradizione Ottocentesca, raggiungono, in parte, il secolo successivo. Quest’apertura consente, non solo di riconoscere l’evoluzione tematica e stilistica degli autori, ma anche - specie per taluni soggetti come quelli legati al lavoro - di sottolineare il delicato momento di passaggio che prelude all’arte moderna. La varietà dei pezzi esposti, non soltanto dal punto di vista iconografico e tecnico, ma anche per le dimensioni da minime a molto grandi, offre una panoramica “a volo d’uccello” sui vari aspetti della cultura artistica dell’epoca. Accanto ai nomi italiani più noti, come Nino Costa, Giulio Aristide Sartorio, Angelo Morbelli, compaiono autori “di nicchia” quali Adriano Ferraresi, Augusto Bompiani, Paride Pascucci, di cui si mostrano singolari e inaspettati capolavori. Vi ritroviamo anche importanti artisti stranieri, primo fra tutti, Auguste Rodin, con il noto bronzo “Busto di Signora”; nonché Georges Paul Leroux, che, con la grande, magnifica tela “Passeggiata al Pincio” - restaurata per l’occasione ed esposta a Roma per la prima volta - rappresenta una delle principali “riscoperte” di questa mostra. A completamento dei percorsi, il prestito di alcune selezionate opere da un’importante collezione privata di Ottocento italiano. Tra queste compaiono dipinti di Francesco Paolo Michetti, Domenico Morelli, Alessandro La Volpe. Inizio: 07/11/2014 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: Galleria Arte Moderna, Roma Spazio: Galleria Arte Moderna, Roma Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.916749 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Fattori Introduzione: La pittura di Fattori, un artista impegnato sempre fedele a se stesso, è riuscita, soprattutto nella rappresentazione delle grandi battaglie de Risorgimento o della vita dura del popolo della Maremma, a rendere una fase della storia italiana con un respiro che ricorda la letteratura verista di Verga o la poesia di Carducci. Descrizione: Fattori A PALAZZO ZABARELLA DAL 24 OTTOBRE 2015 AL 28 MARZO 2016 Le celebri tavolette, i dipinti monumentali di soggetto risorgimentale, i magnifici ritratti, le scene di vita popolare saranno riuniti in una grande mostra che riproponga al pubblico l’assoluto protagonista, non solo della pittura macchiaiola, ma anche del naturalismo di fine secolo. Giovanni Fattori (Livorno, 1825 – Firenze, 1908) è stato certamente anche per la lunga vita, la qualità, il numero dei quadri realizzati, un protagonista di livello europeo. La sperimentazione della macchia cui lui ha dato un contributo decisivo, è stata solo una delle fasi di un’esperienza di maggiore e più vario respiro. Se nelle tavolette, come la famosa “Rotonda di Palmieri”, ha saputo dialogare con il Quattrocento Italiano, pur riuscendo a concepire una visione assolutamente moderna, nei dipinti successivi di grande formato ha saputo raggiungere una dimensione epica che lo accosta al realismo di Courbet. La pittura di Fattori, un artista impegnato sempre fedele a se stesso, è riuscita, soprattutto nella rappresentazione delle grandi battaglie de Risorgimento o della vita dura del popolo della Maremma, a rendere una fase della storia italiana con un respiro che ricorda la letteratura verista di Verga o la poesia di Carducci. La mostra consentirà di mettere a confronto non solo temi diversi ma anche differenti soluzioni stilistiche che dimostrano l’evoluzione dell’artista. La sua grandezza è stata nella capacità di interpretare tematiche universali, come appunto l’eroismo, la pietà, il lavoro, la morte, che emergono nei suoi ultimi capolavori tra i quali “Lo staffato” con una forza straordinaria da far pensare a Goya. Inizio: 24/10/2015 Fine: 28/03/2016 Indirizzo: PALAZZO ZABARELLA, Padova Spazio: PALAZZO ZABARELLA, Padova Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.405958 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Tamara de Lempicka Introduzione: La mostra dedicata a Tamara de Lempicka – dal 19 marzo a Torino in Palazzo Chiablese, e successivamente a Budapest all’Hungarian National Gallery – presenta circa 100 opere in un percorso tematico di sei sezioni (I mondi di Tamara; Natura morta; Devozione; Ritratti; Nudo; Moda) che permetterà al pubblico di conoscere nuovi aspetti della vita e dei lavori della famosissima artista, le cui opere sono icone universalmente riconosciute. Descrizione: Tamara de Lempicka a cura di Gioia Mori 19 marzo - 30 agosto 2015 Torino, Palazzo Chiablese La mostra dedicata a Tamara de Lempicka – dal 19 marzo a Torino in Palazzo Chiablese, e successivamente a Budapest all’Hungarian National Gallery – presenta circa 100 opere in un percorso tematico di sei sezioni (I mondi di Tamara; Natura morta; Devozione; Ritratti; Nudo; Moda) che permetterà al pubblico di conoscere nuovi aspetti della vita e dei lavori della famosissima artista, le cui opere sono icone universalmente riconosciute. L’esposizione è curata da Gioia Mori, promossa dal Comune di Torino - Assessorato alla Cultura, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte e dal Polo Reale di Torino e prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore e Arthemisia Group. La prima sezione racconta la sua realtà di artista vissuta tra due mondi, l’Europa e l’America, esplorata in un percorso che presenta le sue case e i quadri ispirati ai loro interni. Il primo genere cui si dedicò la Lempicka è quello della natura morta: la seconda sezione documenta questo suo interesse a partire dagli anni giovanili fino agli anni Cinquanta; un’attenzione particolare è riservata ad alcune opere che presentano strette connessioni con le contemporanee fotografie di Freund, Kertész, Kollar e Maar. Donna dalla natura ambivalente, a una condotta trasgressiva fa coincidere un interesse insospettabile per la pittura “devozionale”, genere a cui è dedicata la terza sezione. La quarta sezione è incentrata sulla tipologia che le procurò maggiore successo: la ritrattistica. Per la prima volta si esporranno anche alcune sue fonti pittoriche (per esempio un acquerello di Hayez), a confronto con studi dell’artista che rivelano la sua passione per l’arte antica. Tre aspetti vengono analizzati in particolare: i ritratti dedicati alle “amazones”, ovvero le amiche lesbiche, messi a confronto con fotografie di Brassai; quelli dedicati all’amica Ira Perrot, uno dei quali (il Ritratto d’Ira Perrot con calle) viene riproposto in un allestimento fatto a New York nel 1933, grazie alla documentazione recentemente rinvenuta dalla curatrice della mostra; e infine i ritratti dedicati ai bambini, in particolare alla figlia Kizette. La sezione dedicata al nudo si sviluppa attraverso l’esposizione di un antecedente antico (una tavola di metà Cinquecento di cerchia fiorentina) a cui la Lempicka ha fatto riferimento, che dà origine a una serie di spettacolari dipinti. In questa sezione sono compresi una cospicua serie di disegni e confronti con fotografie di Albin-Guillot e Brassai che rendono evidente la ricerca della Lempicka sull’illuminazione e gli scorci da studio fotografico. L’ultima sezione racconta il continuo rapporto della Lempicka con il mondo della moda. Vi si troveranno quindi le sue illustrazioni per riviste databili al 1921, disegni, dipinti e fotografie dell’artista, scattate dai massimi fotografi di moda dell’epoca 1930-1950, da d’Ora a Joffé a Maywald. Due rari filmati degli anni Trenta faranno muovere e rivivere l’artista negli spazi della mostra. Chagall. Love and Life a cura di Ronit Sorek 14 marzo - 26 luglio 2015 Roma, Chiostro del Bramante Arriva a Roma una mostra interamente dedicata al pittore russo d'origine ebraica Marc Chagall. Con oltre 150 opere tra dipinti disegni e stampe, la mostra apre al Chiostro il Bramante dal 20 marzo al 26 luglio 2015. Le opere provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme raccontano il singolare legame tra il grande pittore e la moglie Bella Rosenfeld, fondamentale e costante fonte d’ispirazione, collegando la vita di Chagall direttamente ai suoi lavori. Dalle immagini della sua infanzia e della gioventù nella nativa Vitebsk, fino alle illustrazioni per l’autobiografia My Life e per i libri scritti da Bella First Encounter e Burning Lights, la mostra percorre tutta la vita di Chagall attraverso un tesoro iconografico e iconologico che ritorna in tutta la sua arte fino alle opere più mature. L’esposizione ruota intorno alle esperienze personali dell’artista e ai temi centrali della sua poetica: la cultura ebraica, i cui simboli (la capra allegoria di speranza e fiducia, la capanna che ricorda la celebrazione della festa dopo l’Esodo, l’asino legato ai diversi momenti biblici, il suonatore di violino figura presente nelle maggiori feste religiose ebraiche) sono sempre presenti nei suoi quadri; l’influenza delle avanguardie francesi che egli seppe elaborare in maniera originale; la rappresentazione delle figure degli innamorati e dell’amata moglie. La mostra curata da Ronit Sorek narra l’immagine che l’artista voleva trasmettere al mondo di se stesso davanti al tema dell'Olocausto: la cultura ebraica infatti influenza profondamente e in modo indelebile la sua arte così come il significato spirituale e poetico universale della Bibbia e della religione. Inizio: 19/03/2015 Fine: 30/08/2015 Indirizzo: Torino, Palazzo Chiablese Spazio: Torino, Palazzo Chiablese Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.070312 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Medardo Rosso. La luce e la materia Introduzione: La Galleria d’Arte Moderna di Milano, in collaborazione con il Museo Rosso di Barzio, dedica a Medardo Rosso una mostra personale costituita da un’ampia selezione delle sue opere per dar conto della sua intera vicenda artistica a 35 anni dall’ultima monografica che Milano ha dedicato allo scultore torinese, ma milanese d’adozione, unico artista italiano della sua epoca ad avere un respiro europeo. Descrizione: Medardo Rosso. La luce e la materia GAM Galleria d'Arte Moderna - Villa Reale La Galleria d’Arte Moderna di Milano, in collaborazione con il Museo Rosso di Barzio, dedica a Medardo Rosso una mostra personale costituita da un’ampia selezione delle sue opere per dar conto della sua intera vicenda artistica a 35 anni dall’ultima monografica che Milano ha dedicato allo scultore torinese, ma milanese d’adozione, unico artista italiano della sua epoca ad avere un respiro europeo. L’esposizione, a cura di Paola Zatti, conservatore responsabile della Galleria d’Arte Moderna di Milano, avrà un percorso tematico che prenderà avvio con quattro delle più significative opere degli esordi di Rosso, tutte realizzate a Milano e presentate in diverse versioni: il Birichino, prima opera comparsa nelle sale di Brera nel 1882, il Sagrestano, soggetto comico e quasi spietato del 1883, la Ruffiana, dello stesso anno, rappresentazione caricaturale, nel solco della tradizione verista e Portinaria, 1890-1905 dal Museo di Belle Arti di Budapest. La seconda sezione (La materia, usi e sottrazioni) cercherà di restituire, attraverso diverse versioni di due soli soggetti - la Rieuse e Ecce puer (il primo abbraccia un arco cronologico ampio, dal 1890 agli anni dieci, il secondo tra gli ultimi affrontati nel 1906) - due temi fondamentali: la sperimentazione materica (l’utilizzo personalissimo e inconfondibile, di gesso, bronzo e cera) e il processo creativo dell’artista che procede, nel suo percorso tormentato, per “sottrazioni”, fino al raggiungimento dell’esito desiderato. La terza sezione (I soggetti) saranno documentati quasi tutti i soggetti principali dell’artista: Henry Rouart, venerato collezionista e ospite di Rosso nel primo periodo di permanenza a Parigi, presentato nelle tre versioni in cera, gesso e bronzo; due soggetti del 1894, L’uomo che legge e Bookmaker, quest’ultimo testimone del periodo di più stretta vicinanza con Degas; la Bambina ridente, opera in cui traspare un legame forte con la tradizione rinascimentale e l’Enfant Malade, straordinario documento della fase sperimentale più coraggiosa di Rosso; infine Madame Noblet, soggetto declinato in quattro differenti varianti in un lungo arco di tempo (dal 1897 agli anni Venti), di cui la GAM possiede la versione in bronzo. La straordinaria Madame X, del 1896, unico soggetto arrivato fino a noi in una sola versione, sarà al centro della quarta sezione. L’opera, in prestito eccezionale da Venezia, dialogherà con una selezione di opere fotografiche, poiché come avviene per alcuni grandi pittori e scultori tra Otto e Novecento (si pensi in particolare a Degas e Brancusi) esporre le fotografie di Rosso accanto alle sue opere in bronzo, cera o gesso non ha solo un valore documentario. La fotografia della quale l’artista aveva una notevole conoscenza tecnica, era per lui occasione di un lavoro sulla materia e sulla luce, ormai svincolato dal confronto col vero: Rosso fotografa le sue sculture e i suoi disegni, per intervenire poi con viraggi, ingrandimenti, foto di foto, scontornature, collages, tracce di materia pittorica, tagli e abrasioni, fino ad accettare l’intervento del caso e dell’errore. La mostra MEDARDOROSSO. La luce e la materia, promossa dal Comune di Milano-Cultura, organizzata e prodotta dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, rientra nelle progetto di mostre dedicate alla grande scultura e volte a valorizzare e divulgare i nuclei di opere più significativi della Galleria d’Arte Moderna di Milano. Dal 18 febbraio al 31 maggio 2015 Galleria D'Arte Moderna – Villa Reale Milano, Via Palestro 16 Inizio: 18/02/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: Milano, Via Palestro 16 Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.4727679 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: EXPO IN CITTA’. PRIME DUE MOSTRE AL MUSEO DELLE CULTURE: VENERDI’ 27 MARZO “MONDI A MILANO” E “AFRICA. LA TERRA DEGLI SPIRITI” Introduzione: LA TERRA DEGLI SPIRITI” E giovedì 26 marzo inviti gratuiti per la cittadinanza. Assessore Del Corno: “Finalmente apriamo alla città un nuovo spazio meraviglioso destinato alla interculturalità. Stanchi delle polemiche, prima viene la città”. Milano, 9 marzo 2015 – Sarà un’anteprima straordinaria, una sorta di “notte bianca”, ad anticipare la nascita del nuovo Museo delle Culture - MUDEC che finalmente apre i suoi spazi il prossimo 26 marzo per raccontare attraverso due grandi mostre, “Mondi a Milano” e “Africa. La terra degli spiriti”, il legame antico di Milano con le esposizioni universali e con le culture di tutto il mondo. Le due mostre, che occupano tutti gli spazi espositivi del Museo, sono state ideate proprio in relazione all’eccezionale occasione di Expo Milano 2015, promosse dal Comune di Milano – Cultura all’interno del palinsesto di ‘Expo in città’ e prodotte da 24 Ore Cultura. Descrizione: Expo in citta’. Prime due mostre al Museo delle Culture: venerdi’ 27 marzo “Mondi a Milano” e “Africa. La terra degli spiriti” EXPO IN CITTA’. PRIME DUE MOSTRE AL MUSEO DELLE CULTURE: VENERDI’ 27 MARZO “MONDI A MILANO” E “AFRICA. LA TERRA DEGLI SPIRITI” E giovedì 26 marzo inviti gratuiti per la cittadinanza. Assessore Del Corno: “Finalmente apriamo alla città un nuovo spazio meraviglioso destinato alla interculturalità. Stanchi delle polemiche, prima viene la città”. Milano, 9 marzo 2015 – Sarà un’anteprima straordinaria, una sorta di “notte bianca”, ad anticipare la nascita del nuovo Museo delle Culture - MUDEC che finalmente apre i suoi spazi il prossimo 26 marzo per raccontare attraverso due grandi mostre, “Mondi a Milano” e “Africa. La terra degli spiriti”, il legame antico di Milano con le esposizioni universali e con le culture di tutto il mondo. Le due mostre, che occupano tutti gli spazi espositivi del Museo, sono state ideate proprio in relazione all’eccezionale occasione di Expo Milano 2015, promosse dal Comune di Milano – Cultura all’interno del palinsesto di ‘Expo in città’ e prodotte da 24 Ore Cultura. “Mettiamo fine ad una attesa lunga 12 anni - ha dichiarato l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno - e apriamo alla città uno spazio nuovo e straordinario per mostre ed eventi dedicate a tutte le culture del mondo. Lo facciamo con due grandi appuntamenti, i primi di una lunga serie, perchè il MUDEC ospiterà sempre iniziative di assoluta qualità e rilievo internazionale”. “Quella del MUDEC è una storia lunga e travagliata – ha aggiunto Del Corno – costellata da ritardi e polemiche. Oggi diciamo basta perché Milano non vuole attendere oltre, alla vigilia di Expo. Le ultime discussioni con i rappresentanti dell’architetto Chipperfield relative ai lavori di finitura dell’edificio sono state molto faticose. Nonostante la volontà del Comune di trovare soluzioni ci siamo scontrati con un muro di rigidità incomprensibile. Ci sarà modo e tempo per verificare eventuali lacune progettuali o eventuali difformità esecutive. I lavori di completamento saranno comunque conclusi nel rispetto delle indicazioni tecniche a suo tempo fornite dall’architetto Chipperfield, ma quello che è certo è che l’Amministrazione ha messo fine a trattative estenuanti per recuperare a pieno titolo la priorità indiscutibile: quella di aprire il Museo per le mostre straordinarie del 2015! Ecco perché abbiamo deciso di partire con un evento speciale: un’illuminazione incantevole per l’edificio e inviti gratuiti a disposizione della città”. "Con l'apertura delle mostre al MUDEC il 27 marzo, 24 ORE Cultura amplia la propria offerta culturale affiancando il Comune di Milano nell'ambizioso progetto di un Museo di nuova concezione che in Città ancora non esisteva. Si tratta di una sfida impegnativa - in termini di risorse umane ed economiche - che abbiamo consapevolmente deciso di accettare e che ci auguriamo possa diventare una case history di successo che dimostri, una volta per tutte, che pubblico e privato devono e possono lavorare bene insieme nel rispetto delle proprie competenze e dei propri mandati" ha dichiarato Natalina Costa, Amministratore Delegato di 24 ORE Cultura. Il MUDEC è il risultato di un’operazione di recupero dell’ex fabbrica Ansaldo, testimonianza di archeologia industriale che diventerà un polo multidisciplinare dedicato alle diverse culture del mondo e sarà uno spazio innovativo anche per la sua formula gestionale. Sarà la prima realtà italiana con una governance in partnership tra pubblico e privato. Il Comune di Milano ricoprirà la direzione scientifica del patrimonio, la sua valorizzazione e il coordinamento dell’attività del Forum Città Mondo. 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore sarà responsabile della programmazione e della realizzazione delle mostre temporanee che indagheranno le culture del mondo e della gestione dei diversi servizi che la natura polifunzionale del MUDEC richiederà. La programmazione espositiva sarà arricchita da palinsesto di eventi collaterali che completerà la proposta culturale. L’offerta si completa con servizi di caffetteria e ristorazione di alta qualità, lo spazio junior, un’area in cui i bambini tra i 4 e i 9 anni approfondiranno il tema delle culture extraeuropee con laboratori creativi e multimediali. All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000 mq: sale della collezione museale e delle esposizioni temporanee, auditorium, bistrot, design store; caffetteria, concept store, ristorante, biblioteca; aule didattiche, spazio junior, academy24 e parcheggio. Con la sua pluralità di funzioni e servizi, il MUDEC si propone di diventare nel panorama italiano un punto di riferimento per la testimonianza, la ricerca e la divulgazione della creatività e dell'arte proveniente da tutti i continenti. “Africa. La terra degli spiriti” è una mostra monumentale dedicata all’arte africana dal Medioevo a oggi. Con oltre 200 pezzi viene proposto un percorso che affianca capolavori celebri alla cultura occidentale per il loro valore estetico a opere della tradizione culturale e religiosa del continente africano, spiegandone la simbologia e l’importanza nella vita quotidiana delle popolazione dell’Africa nera. Attraverso le sale della mostra si avrà così modo di scoprire che l’arte africana, a torto definita 'primitiva', nasce in realtà da un'idea e da tradizioni formali molto precise, in modo non molto dissimile da quanto avviene negli atelier degli artisti occidentali; che i cosiddetti 'selvaggi' produssero un'arte capace di parlare ai grandi maestri delle avanguardie e a cambiare con ciò la storia dell'arte occidentale e che l'arte africana era in realtà' conosciuta e ricercata da secoli e faceva parte delle collezioni delle maggiori corti europee. Le opere in mostra vengono poi rilette all’interno della cultura africana della vita, della morte, del rispetto per gli antenati e della divinazione; spiegando come attraverso i manufatti artistici si interroghino gli spiriti della terra e del vento e si cerchino di placare gli ineffabili demoni che minacciano la vita degli uomini e degli animali. “Mondi a Milano” racconta al pubblico come la Città abbia accolto e divulgato al grande pubblico le diverse culture non europee nel corso dei suoi più importanti eventi espositivi: dalle mostre di arti industriali nella seconda metà dell’Ottocento, concepite alla stregua delle Esposizioni Universali, fino alla loro riformulazione nelle Biennali e Triennali degli anni Venti e Trenta del Novecento. Aperto fino a metà luglio, il percorso chiarisce il legame che corre tra il patrimonio del museo e la storia delle grandi Esposizioni internazionali del passato, ma intende altresì accompagnare il pubblico alla scoperta del gusto collezionistico che è stato il secondo asse portante del patrimonio museale civico in tema di Raccolte Etnografiche. Le Raccolte Etnografiche del Comune di Milano raccolgono oltre 7000 opere d’arte, tessuti, strumenti provenienti da tutti i continenti e databili dal 1.500 a.C. fino ai primi anni del Novecento; una collezione che sarà già visibile al pubblico nei depositi del MUDEC a far data dall’inaugurazione della mostra, grazie a visite guidate. In autunno, a Expo conclusa, si inaugurerà il percorso museale allestito nella sale espositive del Museo con una selezione delle Raccolte stesse. Inizio: 27/03/2015 Fine: 27/06/2015 Indirizzo: Mudec Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: ARTE LOMBARDA DAI VISCONTI AGLI SFORZA Introduzione: ARTE LOMBARDA DAI VISCONTI AGLI SFORZA Milano al centro dell’Europa Prima mostra di EXPO 2015 promossa e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale e Skira Editore, Main Partner UniCredit per celebrare il ruolo centrale di Milano e della Lombardia nei secoli dal primo Trecento al primo Cinquecento, alle radici della cultura dell’Europa moderna. Descrizione: ARTE LOMBARDA DAI VISCONTI AGLI SFORZA Milano al centro dell’Europa Prima mostra di EXPO 2015 promossa e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale e Skira Editore, Main Partner UniCredit per celebrare il ruolo centrale di Milano e della Lombardia nei secoli dal primo Trecento al primo Cinquecento, alle radici della cultura dell’Europa moderna. La mostra, che ripensa in chiave attuale quella celebre di Roberto Longhi del 1958, prende in esame tutta la signoria dei Visconti, poi degli Sforza, fino alla frattura costituita dall’arrivo dei Francesi. “Oggi l’arte lombarda della fine del Medioevo e del Rinascimento – affermano i due curatori Mauro Natale e Serena Romano – appare come una realtà storica di grande rilievo internazionale, che estende le proprie diramazioni ai maggiori paesi europei”. In mostra circa duecentocinquanta opere provenienti da importanti musei italiani e stranieri di grandissimi artisti che lavorarono a lungo per le dinastie dei Visconti e degli Sforza: Giovanni di Balduccio, il Maestro di Viboldone, Bonino da Campione, Giovanni da Milano, Giusto de’ Menabuoi, Giovannino de’ Grassi, Michelino da Besozzo, il Maestro Paroto, Francesco Zavattari, Bonifacio Bembo, Pisanello, Gentile da Fabriano, Vincenzo Foppa, Zanetto Bugatto, il Maestro di Chiartavalle, Gottardo Scotti, Giovanni Antonio Amadeo, Bernardino Butinone, Bergognone sino ai leonardeschi Boltraffio, de Predis e Zenale. 12 marzo – 28 giugno 2015 Milano - Palazzo Reale Inizio: 12/03/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Milano, Palazzo Reale Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: https://www.google.com/fusiontables/embedviz?viz=CARD&q=select+*+from+1uURe_g3disO1drMAqLxzVXIsypxD4dJnhqwIH8K4+where+col0+%3D+'1%23'+and+col1+%3D+'%0AARTE+LOMBARDA+DAI+VISCONTI+AGLI+SFORZA'+order+by+col5+desc&tmplt=1&cpr=1 Campo 3: https://www.google.com/fusiontables/embedviz?viz=CARD&q=select+*+from+1uURe_g3disO1drMAqLxzVXIsypxD4dJnhqwIH8K4+where+col0+%3D+'1%23'+and+col1+%3D+'%0AARTE+LOMBARDA+DAI+VISCONTI+AGLI+SFORZA'+order+by+col5+desc&tmplt=1&cpr=1 tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Palma il Vecchio - Lo sguardo della bellezza Introduzione: In occasione di EXPO 2015 a Milano, il Comune di Bergamo e la Fondazione Credito Bergamasco si fanno promotori della prima grande retrospettiva dedicata a Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, Bergamo 1480 circa – Venezia 1528), a cura di Giovanni C.F. Villa, prodotta e organizzata da ComunicaMente srl. A Palma il Vecchio sono stati dedicati ben nove studi monografici, ma mai l’artista è stato celebrato con una mostra monografica. Descrizione: Palma il Vecchio - Lo sguardo della bellezza In occasione di EXPO 2015 a Milano, il Comune di Bergamo e la Fondazione Credito Bergamasco si fanno promotori della prima grande retrospettiva dedicata a Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Serina, Bergamo 1480 circa – Venezia 1528), a cura di Giovanni C.F. Villa, prodotta e organizzata da ComunicaMente srl. A Palma il Vecchio sono stati dedicati ben nove studi monografici, ma mai l’artista è stato celebrato con una mostra monografica. Vi è dunque l’opportunità di realizzare un grande momento espositivo di richiamo internazionale, nel suo luogo d’origine, celebrando un protagonista del rinascimento veneto accanto a Tiziano e dopo Giorgione; un evento unico e irripetibile che vede per la prima volta riuniti i capolavori assoluti di Palma, provenienti dall’Italia e dall’estero, numerosi dei quali restaurati per l’occasione. Grazie all’eccezionale sostegno delle maggiori istituzioni museali del mondo – il Musée du Louvre di Parigi, la National Gallery di Londra, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, l’Hermitage di San Pietroburgo, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Gemäldegalerie di Dresda, il Philadelphia Museum of Art, lo Staatliche Museen di Berlino, e i grandi musei italiani come gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese di Roma, le Gallerie dell’Accademia di Venezia, solo per citarne alcuni – sarà possibile ammirare a Bergamo, per cento giorni, i massimi capolavori di uno dei geni indiscussi del Rinascimento italiano. Una mostra non solo da guardare ma da vivere. Palma è maestro nel dare vita a languide figure femminili che ne segnano il percorso e la carriera divenendo così il grande interprete di una bellezza femminile, tratteggiata con immediata sensualità, che darà vita all’ideale della proporzione femminile del Rinascimento maturo. Palma il Vecchio esegue opere che vengono presto idealizzate e ricercate dai collezionisti, tanto da creare un vero e proprio mito dell’artista. Un’arte, la sua, che sviluppa temi mitologici e allegorici ma anche sacre conversazioni in straordinarie ambientazioni paesaggistiche. Quella di Palma è una poesia fatta di sguardi, racconti, nostalgia, scoperte e aperture con immancabili rimandi ai luoghi natii donandoci una raffigurazione della spettacolosa bellezza del visibile ancora oggi apprezzabile nella spettacolare marca bergamasca. Accademia Carrara di Belle Arti Bergamo, Piazza Giacomo Carrara 82/D dal 12 marzo al 21 giugno 2015 Inizio: 12/03/2015 Fine: 21/06/2015 Indirizzo: Bergamo, Piazza Giacomo Carrara 82/D Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Da Kirchner a Nolde Introduzione: Espressionisto Tedesco 1905 - 1913 Dal 5 marzo al 12 luglio 2015 Palazzo Ducale di Genova presenta in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino una rassegna sulla nascita dell’Espressionismo Tedesco, curata da Magdalena Moeller, direttrice del Brucke Museum di Berlino. Descrizione: Da Kirchner a Nolde Espressionisto Tedesco 1905 - 1913 Dal 5 marzo al 12 luglio 2015 Palazzo Ducale di Genova presenta in collaborazione con il Brücke Museum di Berlino una rassegna sulla nascita dell’Espressionismo Tedesco, curata da Magdalena Moeller, direttrice del Brucke Museum di Berlino. Il termine Espressionismo Tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke ("Il Ponte") da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976) a Dresda il 7 giugno 1905. Lo scopo di questi artisti è quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si definirà in seguito come "espressionismo". In mostra oltre 150 opere tra dipinti, stampe e disegni dei fondatori del gruppo, tutte provenienti dal Museo berlinese a documentare una rivoluzione artistica, nel fermento che porterà l'Europa alla Grande Guerra del 15-18 di cui quest'anno si ricordano i cento anni. L'espressionismo tedesco nasce dal vissuto degli artisti, è la ricerca del soggettivo nella realtà che li circonda. Le metropoli, la vita di strada, il circo, stimolano riflessioni sulla solitudine dell'uomo, sull'alienazione dell'individuo, sull'immoralità. Il segno incisivo - utilizzato ad esempio da Kirchner nel suo "Nudo disteso davanti allo specchio" del 1909 – e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Se gli impressionisti cercavano di fissare un'impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l'espressionismo si dedica all'emozione, alla sensualità, al raggiungimento di una espressione efficace, capace di stimolare, impressionare, coinvolgere lo spettatore. La pittura accademica viene abbandonata per favorire la ricerca della pittura volitiva: la volontà di cambiamento è uno dei principi dell'espressionismo tedesco. Il movimento (costituitosi nel 1905 contemporaneamente - non casualmente - a quello dei Fauves francesi) esprime temi come il disagio esistenziale, l’angoscia, la critica all'ipocrisia della società borghese. Munch e Ensor sono fonte d'ispirazione per gli esponenti del movimento: da essi si assume l'idea del grido interiore che porta in superficie il dolore degli artisti. Gli autori del Der Blaue Reiter (Monaco di Baviera, 1911) elaborano il concetto, portandolo ad una svolta: l'espressione interiore diventa il motore fondamentale, tale da portare talvolta al totale rifiuto dalla realtà. Questa visione getta le basi per la nascita dell'astrattismo, del quale Vasilij Kandinskij sarà il padre. Agli inizi il gruppo si riunisce nello studio di Kirchner, in precedenza una macelleria, descritto da Fritz Bleyl come " un vero luogo bohémien , pieno di quadri dappertutto, disegni, libri e materiali d'artista". Lo studio di Kirchner diventa un luogo dove rovesciare le convenzioni sociali per consentire frequenti scene di nudo e amore libero. Si organizzano sessioni di disegno di gruppo utilizzando modelli provenienti dal circolo sociale degli artisti, piuttosto che professionisti, e scegliendo pose di durata massima di un quarto d'ora per favorire la spontaneità. Lo stesso Bleyl dipinge il poster della prima mostra del gruppo che viene censurato dalla polizia. Kirchner compone il manifesto del gruppo, in cui si dichiara che "chiunque riproduce direttamente e onestamente quella forza che lo spinge a creare ci appartiene". La loro forma grafica espressiva era essenziale e alquanto semplificata. I loro modelli principali furono Van Gogh, Gauguin, Rousseau, Munch, Matisse, ma anche le figurazioni sintetiche dell’arte primitiva – conosciuta al Museo Etnografico di Dresda - nonché le deformazioni espressive e le stilizzazioni dell’antica tradizione gotica tedesca. La pittura di "Die Brücke" si caratterizza per l'alterazione dello spazio e della prospettiva, la definizione di contorni netti e taglienti, spesso evidenziati da tratti di nero e l'impiego di tinte forti e contrastanti. Nelle composizioni domina spesso la figura umana, sotto forma di nudo, e compaiono altresì paesaggi, scene cittadine, interni. Dei nudi, tutti accomunati da un’indistinta sensazione di pietà per un’umanità piegata e affaticata dalla spossatezza dell’esistere, risalta la tela di Ernst Ludwig Kirchner Nudo femminile di schiena con specchio e figura maschile del 1912, dove si percepisce fra le figure anche lo spettro divoratore dell’uomo che è la città: la sofferenza dell’essere si insinua fra le sue vie e i suoi vicoli, toglie il fiato con la sua frenesia, lascia storditi e apatici. I tratti dei nudi, specialmente quelli di Kirchner appaiono intrappolati fra la rigorosità delle linee e le tensioni dei piani mentre la cromia intensifica la forza espressiva dell’opera in sé. Un aspetto fondamentale della loro attività fu la produzione grafica, di cui diventarono maestri, specie nella pratica della xilografia. Importantissimi a questo riguardo i lavori di Kirchner, Heckel , Pechstein e Schmidt-Rottluff. Per Kirchner è cruciale il lavoro di grafica, scriverà nel 1921: “la volontà che spinge l’artista verso l’opera grafica è forse in parte il desiderio di plasmare e fissare definitivamente la forma, originariamente libera, del disegno”. Possiamo dire che la produzione xilografica della “Brucke” può essere considerata a pieno titolo una componente essenziale dell’arte germanica del XX secolo. In mostra troviamo diverse stampe artistiche di Brucke, tra queste l’imponente xilografia a colori di Kirchner "Bagnanti fra le rocce bianche" del 1912, quella in nero e giallo di Heckel "Due donne" del 1909, le "Barche a vela" di Pechstein, gli "Abeti" di Schmidt-Rotluff dove tutto diventa segno espressivo di grandezza interiore e i piani bianchi e neri si scontrano con violenza e brutalità nella composizione austera. La mostra spazia da olii su tela e su cartone a tempere, incisioni su legno, carboncini, pastelli e acquerelli su carta, litografie e acqueforti. Di Kirchner, pittore di punta del movimento, sono in mostra numerosi dipinti, come "Artista-Marcella" del 1910, "Nudo che si pettina" del 1913, l’Autoritratto del 1914, ma anche acquarelli pastelli e disegni raffiguranti contesti urbani, come Scene di Strada datato 1913-1914, "All’angolo di Uhlandstrasse di Berlino" e "Wittenbergplatz Berlino", entrambe del 1915, dove vengono raffigurate strade, piazze, sempre filtrate dalla lente deformante della polemica sociale. In mostra troveremo anche le immagini - di una modernità sconvolgente per l'epoca - dello studio in cui si riuniva il gruppo, e in cui tanti capolavori furono dipinti. Gli altri artisti del movimento sono cosi rappresentati in mostra: la pittura di Erich Heckel, inizialmente composta da linee spezzate e da un inquietante afrore orientale come in "Ragazza che suona il liuto", e poi da un disegno sommario e colori stridenti, lo vediamo in "Cisterna a forma di torre" del 1910, e tuttavia capace anche di un lirismo più armonioso, come in "Giovane uomo e ragazza" del 1909; i quadri dal colore ricco e modulato di Max Pechstein, come "La maglia gialla e nera", "Bosco nei pressi di Moritzburg", "Coppia distesa" o "La danza", rivelano un’interpretazione meno accesa e violenta rispetto alla poetica espressionista. E ancora Karl Schmidt-Rottluff che si dedicata a ritratti, straordinari "Ragazza intenta nella toilette" e "Donna pensierosa" entrambi del 1912, e paesaggi dalle eco impressioniste, come "Frontone rosso" del 1911, anche se poi l’interesse per la litografia lo portò verso rappresentazioni dalle forme sintetiche e spigolose come vediamo nelle incisioni "Marito e moglie" o "Cortigiane dopo il bagno". Emil Nolde arriva infine a una pittura caricaturale della figura umana, aspetto che appare evidente nelle Villeggianti del 1911 mentre nelle Due figure esotiche del 1912 il rozzo intaglio discende dalla scultura primitiva africana, eppure un artista capace anche di grande raffinatezza nella tempesta di colori, Tronchi bianchi e La casa della famiglia Jager ad Alsen dipinti che più di altri si prestano a fare da portavoce al movimento dell’Espressionismo come sintesi di nuove prospettive artistiche. Nolde anticipa i pittori del primo dopoguerra e rimane, con Kirchner, "l’artista del gruppo” più coerente e vicino alla poetica espressionista. Ma l'importanza dell'Espressiosmo Tedesco non si limita alla pittura: il movimento condiziona la cultura tedesca, ed in seguito avrà un impatto fortissimo su tutta la cultura occidentale. Come non citare nel cinema i film usciti dai Babelsberg Studios di Berlino in quegli anni come il Gabinetto del Dottor Calligari (1920) di Robert Wiene, pellicola simbolo del cinema espressionista e nelle cui scenografie ritroviamo chiari rimandi all’opera di Kirchner. O ancora le asprezze taglienti del Nosferatu di Murnau (1922), Metropolis (1927) del grande Fritz Lang, che ci regala una visione caricaturale della città (peraltro di notevole impatto sull'architettura di quegli anni in Germania). La “Brucke” si sciolse nel maggio del 1913, a causa di contrasti originati dal testo scritto da Kirchner per la Cronick del Brucke – una Cronaca, destinata a tutti i membri passivi della Brucke, che doveva contenere stampe a mano e foto delle opere dei fondatori del gruppo. Heckel spiegò più tardi che il testo non corrispondeva più all’idea di rifiuto di un programma artistico e dunque decisero di non pubblicare e di restituire ad ognuno le stampe e le foto. Il 27 maggio di quell’anno una lettera comunicò a tutti i membri lo scioglimento: “Con la presente, Vi comunichiamo la decisione dei sottoscritti di sciogliere l’organizzazione del gruppo di artisti “Die Brucke” che ha annoverato tra i suoi membri esponenti quali Cuno Amiet, Erich Heckel, E.L. Kirchner, Otto Mueller, Schmidt- Rotluff”. La firma di Kirchner mancava già in calce a questa missiva. Negli anni della guerra alcuni espressionisti guardano al grande conflitto come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Una guerra mondiale può essere il colpo di spugna da loro desiderato per far nascere un nuovo stile di vita: si auspica la purificazione dell'Europa, il tramonto di tutte le antiche strutture di potere. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, ma il risultato è quello di prender coscienza degli orrori della guerra, che sconvolge al punto di portare molti di loro ad abbandonare la pittura. In altri casi, la guerra diventa contemporaneamente fonte di ispirazione, incubo, ossessione. Dopo la guerra l'espressionismo tedesco si trasforma, assumendo connotazioni esasperatamente realistiche che si spingono fino all'estrema durezza, alla brutalità, alla rappresentazione dell'orripilante con artisti in grande debito verso i pittori del Brucke come Otto Dix (1891-1969), Max Beckmann (1884-1950) e George Grosz (1893-1959). L’esposizione di Palazzo Ducale documenta dunque la varia creatività artistica all’interno di questo gruppo rivoluzionario che riportò l’arte tedesca sulla scena internazionale a un livello qualitativo pari a quello delle opere dei fauves, dei cubisti o ancora, dei futuristi italiani. Appartamento del Doge, Palazzo Ducale, Genova dal 5 marzo al 12 luglio 2015 www.mostraespressionismo.it Inizio: 05/03/2015 Fine: 12/07/2015 Indirizzo: Palazzo Ducale, Genova Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: DA BOLDINI A SEGANTINI RIFLESSI DELL'IMPRESSIONISMO IN ITALIA Introduzione: La mostra presenta 35 opere, molte mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento. Tra i capolavori, Alpe di maggio di Giovanni Segantini, La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker, Via di Ravenna di Telemaco Signorini, mai visto a Milano. Descrizione: DA BOLDINI A SEGANTINI RIFLESSI DELL'IMPRESSIONISMO IN ITALIA Milano, GAMManzoni (via Manzoni 45) 27 marzo 2015 - 28 giugno 2015 Inaugurazione: giovedì 26 marzo ore 18.00 La mostra presenta 35 opere, molte mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento. Tra i capolavori, Alpe di maggio di Giovanni Segantini, La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker, Via di Ravenna di Telemaco Signorini, mai visto a Milano. Dal 27 marzo 2015 al 28 giugno 2015, GAMManzoni. Centro Studi per l’Arte Moderna e Contemporanea di Milano (via Manzoni 45) ospita la mostra Da Boldini a Segantini. Riflessi dell’impressionismo in Italia, che presenta 35 opere, alcune mai esposte a Milano, di alcuni tra gli indiscussi protagonisti dell’arte italiana dell’Ottocento, provenienti da prestigiose collezioni private europee. La rassegna, curata da Enzo Savoia e da Francesco Luigi Maspes, con il patrocinio di: Commissione Europea – Rappresentanza Milano; Comune di Milano, Città Metropolitana, Regione Lombardia, permette di ammirare alcuni dei lavori più celebri dei maestri che hanno segnato l’arte italiana dell’800, quali Giovanni Segantini, Giovanni Fattori, Angelo Morbelli, Gerolamo e Domenico Induno, Mosé Bianchi, Giacomo Favretto, Guglielmo Ciardi, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi, Antonio Fontanesi, Antonio Mancini. In occasione di EXPO 2015, GAMManzoni propone un evento dedicato alle eccellenze della pittura italiana del XIX secolo, attraverso quegli esponenti che hanno partecipato, con le loro creazioni, alle più importanti Esposizioni Universali a cavallo dei due secoli, come Vienna 1873, Philadelphia 1876, Parigi 1878 e 1900, Anversa 1885, St. Louis 1904 e Milano 1906. Il percorso espositivo presenta capolavori come La lettera di Federico Zandomeneghi, appartenuta alla celebre raccolta di Giacomo Jucker e Dall’alto di Filippo Carcano, non più esposto in Italia da circa un secolo e di proprietà di un’importante raccolta statunitense. Tra i macchiaioli spiccano Via di Ravenna di Telemaco Signorini, anch’esso mai visto a Milano, proveniente da una nobile famiglia fiorentina, pendant dell’altrettanto celebre dipinto di analogo soggetto custodito alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ed Esercizi di cavalleria di Giovanni Fattori che, dopo diversi decenni esce dalla collezione che lo ospita. Tra le varie opere, si segnalano, inoltre, Scavi di Pompei di Filippo Palizzi, dalla Quadreria Edison di Milano, L’uscita dal Duomo di Mosé Bianchi, rimasta in Francia per quasi un secolo e riportata in patria da Enrico Piceni che ne curò l’acquisto da parte di uno dei più celebri collezionisti del dopoguerra e la seconda versione del Ritratto dell’attrice Emma Ivon di Tranquillo Cremona del Museo Malinverni. Chiuderà idealmente la mostra, la straordinaria Alpe di maggio di Giovanni Segantini. Accompagna la mostra un catalogo GAMManzoni edizioni. Milano, marzo 2015 DA BOLDINI A SEGANTINI. Riflessi dell'impressionismo in Italia Milano, GAMManzoni (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) 27 marzo - 28 giugno 2015 Inaugurazione: giovedì 26 marzo ore 18.00 (su invito) Orari: da martedì alla domenica 10-13 e 15-19 (ultimo accesso 18.30) Ingresso: 6 Euro Catalogo: GAMManzoni edizioni Info: Tel. e Fax 02.62695107; info@gammanzoni.com; www.gammanzoni.com giovedì 26 marzo alle ore 18.00 inaugurano anche: PITTURA LOMBARDA DELL'800. Da Faruffini a Morbelli Milano, Gallerie Maspes (via A. Manzoni, 45 - 20121 Milano) Curata da Francesco Luigi Maspes 27 Marzo – 16 maggio 2015 Orari: da martedì a sabato 10-13 e 15-19 Ingresso gratuito Catalogo: Gallerie Maspes Edizioni Info: Tel. e Fax 02.863885; info@galleriemaspes.com; www.galleriemaspes.com Inizio: 27/03/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Milano (via Manzoni 45) Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: INEDITI E RISCOPERTE DALLA COLLEZIONE DELLA GALLERIA CIVICA DI MODENA Introduzione: Sabato 18 aprile 2015 la Galleria civica di Modena inaugura alle 18.00 presso le sale superiori di Palazzo Santa Margherita la mostra dedicata alle nuove acquisizioni dell'istituto. Negli ultimi anni, grazie ad una accurata politica culturale volta ad incrementare il patrimonio, sono confluiti nelle raccolte del disegno e della fotografia più di 500 lavori, in prevalenza per donazione di artisti o collezionisti, oppure attraverso l'istituto del comodato Descrizione: NUOVE ACQUISIZIONI INEDITI E RISCOPERTE DALLA COLLEZIONE DELLA GALLERIA CIVICA DI MODENA Sale superiori di Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103 18 aprile-7 giugno 2015 ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Sabato 18 aprile 2015 la Galleria civica di Modena inaugura alle 18.00 presso le sale superiori di Palazzo Santa Margherita la mostra dedicata alle nuove acquisizioni dell'istituto. Negli ultimi anni, grazie ad una accurata politica culturale volta ad incrementare il patrimonio, sono confluiti nelle raccolte del disegno e della fotografia più di 500 lavori, in prevalenza per donazione di artisti o collezionisti, oppure attraverso l'istituto del comodato. La ricerca messa in campo in questa occasione ha permesso inoltre la riscoperta di alcune opere che, pur entrate a far parte delle collezioni nel recente passato, non avevano ancora trovato occasione di essere presentate al pubblico. L'allestimento, a cura di Gabriella Roganti, presenta una selezione di queste carte e si propone di mostrare, fra gli altri, disegni di Aldo Bandinelli, Vittorio Corsini, Gianfranco Ferroni, Josep Ginestar, Mario Giovanardi, Claudia Losi, Roberto Paci Dalò, Nakis Panayotidis, Bepi Romagnoni, Claudio Verna, Moe Yoshida, e fotografie di Giorgio Barrera, Elina Brotherus, Bruno Cattani, Mario Cresci, Mario De Biasi, Franco Fontana, Luca Gilli, Ferdinando Scianna, Diego Zuelli, solo per citare alcuni degli artisti presenti. Nel percorso espositivo inoltre una selezione delle 114 incisioni di autori italiani donate nel 2013 dall’Associazione per la diffusione dell’opera artistica di Modena che a margine di mezzo secolo di attività ha lasciato la propria collezione di grafiche alla Galleria civica di Modena (per la parte che riguarda gli ultimi 30 anni) e la documentazione d'archivio alla biblioteca civica "Luigi Poletti", un gesto che ha consentito alla comunità di conservare memoria di un momento creativo esemplare sia per l'arte del territorio che per quella italiana. Conclude il percorso un nucleo di disegni di Giorgio Preti, artista modenese scomparso nel 1961 a soli 21 anni cui venne dedicata a pochi mesi dalla scomparsa una mostra nella storica Sala di Cultura a Palazzo dei Musei. Oggi queste carte entrano a far parte delle raccolte civiche grazie ad una cospicua donazione voluta dalla famiglia Preti, costituita da alcune centinaia di opere tra disegni, schizzi, quadri, che verranno presentati integralmente nel 2016 presso le sale espositive del Museo civico nell'ambito di una più ampia rassegna dedicata al giovane e talentuoso artista. La mostra resterà allestita fino al 7 giugno 2015, data entro la quale sempre a Palazzo Santa Margherita, sarà ancora possibile visitare "The cinema show. Fotografie dalla collezione della Galleria civica di Modena", allestita in sala grande. mostra Nuove acquisizioni. Inediti e riscoperte dalla collezione della Galleria civica di Modena a cura di Gabriella Roganti sede sale superiori di Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena periodo 18 aprile-7 giugno 2015 organizzazione e produzione Galleria Civica di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena inaugurazione sabato 18 aprile, ore 18.00 preview per la stampa giovedì 16 aprile, ore 11.30 ingresso gratuito orari mercoledì-venerdì 10.30-13.00 e 16.00-19.30; sabato, domenica e festivi 10.30-19.30. Lunedì e martedì chiuso domenica 19 aprile 2015, Educational Day AMACI, visite guidate ad ingresso libero, ore 16.00 e 17.0 informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena, tel. +39 059 2032911/2940 - fax +39 059 2032932, www.galleriacivicadimodena.it Museo Associato AMACI Nella foto: Claudia Losi, Shut your ears, 2006, Galleria civica di Modena, comodato da collezione Vettese Donati Ufficio Stampa Clp Relazioni Pubbliche, Milano Anna Defrancesco, tel. + 39 02 36755700, mob. + 39 349 6107625 anna.defrancesco@clponline.it immagini e comunicati scaricabili http://www.clponline.it/mostre/cinema-show Ufficio Stampa Galleria civica di Modena Cristiana Minelli, tel. +39 059 2032883, galcivmo@comune.modena.it immagini e comunicati scaricabili nell'area giornalisti del sito della galleria Inizio: 18/04/2015 Fine: 07/06/2015 Indirizzo: orso Canalgrande 103, Modena Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: DONATELLO E LA SUA LEZIONE Introduzione: Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento Padova, Musei Civici agli Eremitani e Palazzo Zuckermann 28 marzo – 26 luglio 2015 mostra promossa da Comune di Padova – Assessorato Cultura e Turismo Musei Civici e Biblioteche di Padova Iniziativa realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo A cura di: Davide Banzato Elisabetta Gastaldi La presenza di Donatello a Padova innova profondamente il linguaggio della scultura in Italia e pone la città veneta tra i principali centri di diffusione del Rinascimento. Descrizione: Padova, Musei CDONATELLO E LA SUA LEZIONE Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento musei civici agli Eremitani e Palazzo Zuckermann 28 marzo – 26 luglio 2015 mostra promossa da Comune di Padova – Assessorato Cultura e Turismo Musei Civici e Biblioteche di Padova Iniziativa realizzata con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo A cura di: Davide Banzato Elisabetta Gastaldi La presenza di Donatello a Padova innova profondamente il linguaggio della scultura in Italia e pone la città veneta tra i principali centri di diffusione del Rinascimento. Padova ricorda questo momento nodale della sua storia artistica con una serie d’importanti mostre e iniziative, promosse da differenti Istituzioni e in diverse sedi, sotto il titolo comune di “Donatello e Padova”. Nella mostra ai Musei Civici, la lezione del Maestro rivive in uno straordinario percorso che dai capolavori di Donatello – un’elegantissima Pietà con Angeli e le Marie in marmo e la copia di uno dei rilievi della base del monumento al Gattamelata, un’inedita Crocifissione bronzea, che vede l’intervento del suo allievo padovano Bellano, e i fondamentali calchi ottocenteschi con i rilievi dell’altare del Santo – conduce alla scoperta di preziose sculture in bronzo e terracotta degli artisti che continuarono e svilupparono la sua rivoluzione proprio a Padova. Testimonianze dell’altissima qualità raggiunta da Bartolomeo Bellano, Andrea Briosco detto il Riccio e Severo da Ravenna sono riunite per la prima volta agli Eremitani, mentre l’influenza del nuovo linguaggio rinascimentale nelle oreficerie sacre risplende nel vicino Palazzo Zuckermann, dove prosegue la mostra, con gli straordinari manufatti del Tesoro del Santo. Donatello giunse a Padova nel 1443-1444 e vi rimase per un decennio. Nel fare della città uno dei centri principali del Rinascimento, caratterizzò il suo stile secondo un naturalismo talora rude segnato da una componente ancora tardogotica. La sapienza prospettica gli permetteva di risolvere problemi spaziali con pari abilità rispetto alla pittura, mentre dava prova di virtuosismo nel recupero di temi della classicità in particolare gli aspetti espressionistici e l’horror vacui del Tardoantico. Di Donatello la mostra – curata da Davide Banzato ed Elisabetta Gastaldi e promossa dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura e Turismo e dai Musei Civici e Biblioteche di Padova, con il contributo della Fondazione Cariparo - documenta non solo la personale via nella riproposizione del tema romano della statua equestre, ma anche il capolavoro patavino e il suo lavoro più complesso, l’altare del Santo, di cui vengono esposti i calchi realizzati dallo scultore Luigi Ceccon, che ci riportano nel pieno del fermento culturale ottocentesco legato ai lavori di ricomposizione dei bronzi dell’altare, conclusi poi secondo il progetto di Camillo Boito. Quando Donatello lasciò Padova, nel 1453, le soluzioni compositive e gli stilemi da lui introdotti ebbero una capillare diffusione. Fra gli allievi fu un padovano, Bartolomeo Bellano, nato verso il 1437- 38 ed entrato giovanissimo nella bottega, a seguire il maestro a Firenze, a collaborare alle sue ultime opere e a concluderle insieme a Bertoldo di Giovanni. Nei rilievi con le Storie bibliche per il presbiterio di Sant’Antonio, fusi nella seconda metà degli anni ottanta, esibisce la sua abilità nel narrare episodi di carattere corale. Di difficile lettura nella loro collocazione, mostrano all’osservazione ravvicinata possibile in mostra il personale e altissimo livello raggiunto nella maturità. Alla mano di Bellano viene attribuita anche la replica di un bronzo originariamente concepito da Donatello, la Crocifissione del Bargello, per la prima volta presentata al pubblico e agli studiosi e significativa per comprendere la prassi di lavoro nella bottega del toscano. I documenti indicano che in più di un’occasione Bellano si sarebbe valso del materiale del Maestro per la realizzazione delle sue opere. “In questo caso – scrive Davide Banzato in catalogo (ed. Skira) - si sarebbe trovato tra le mani il modello di un’opera che non aveva ancora raggiunto la forma definitiva portandolo a termine con alcune personali variazioni sempre comunque sulla base del materiale iconografico appartenente al repertorio di bottega”. Alla luce degli studi più recenti viene proposta l’ipotesi che la Pietà con Angeli e le Marie, rilievo ricavato in una piccola lastra in marmo bianca proveniente dalla Chiesa di San Gaetano, sia stata ideata e inizialmente lavorata da Donatello nella sua padovana e completata forse, anche qualche anno più tardi dal giovanissimo Bartolomeo Bellano al quale, a detta di Vasari, il Maestro aveva lasciato gli utensili, i disegni e i modelli dei rilievi bronzei dell’altare del Santo e che – sempre secondo Vasari – fu il primo a introdurre in Veneto l’uso del piccolo bronzo a tutto tondo, come dimostra ad esempio il Cavallo di collezione privata in mostra, che si aggiunge ai pochi esempi sicuramente a lui attribuibili. A seguito della presenza di Donatello si assiste a Padova a una consistente produzione di terrecotte. Emerge la bottega dei de Fonduli, Giovanni e il figlio Agostino. La bella statua di San Giovanni evangelista è testimonianza della formazione di una comunione di linguaggio che coinvolge anche l’attività del più grande artista del bronzo dell’Italia del nord, Andrea Briosco, detto il Riccio per la sua capigliatura. Fu proprio lui a completare il monumento Roccabonella nella lasciato interrotto dal Bellano. Di quest’epoca è la Madonna della Ca’ d’Oro di Venezia, pezzo di probabile origine padovana in quanto proveniente dalla locale collezione Rinaldi. I suoi modelli dalla matrice espressionistica approdano a una precisione antiquaria e classicista che trova poi riscontro nelle terrecotte con San Canziano e Santa Canzianilla della chiesa di San Canziano a Padova, che proseguono un progetto avviato già dal Bellano con la statua di Sant’Anna. Il primo decennio del Cinquecento fu il momento nel quale più stretto dovette essere il rapporto del Riccio con Severo da Ravenna, ideatore e diffusore di una notevole quantità di soggetti classici e con lui fecondo produttore di piccoli manufatti in bronzo. In mostra i punti di contatto tra i due emergono nel confronto tra il Satiro di collezione privata di bottega di Severo e il Satiro che beve delle collezioni civiche. Tra il 1520 e il 1530 vengono collocati alcuni capolavori in terracotta policroma quali la Madonna della Scuola del Santo e la Testa di Madonna del Museo padovano, nelle quali si perpetua la forte presenza di elementi tratti dallo studio dell’antichità classica. Della fase estrema, 1530, è il gruppo con il quale si conclude questa parte dell’esposizione, il Compianto in terracotta per la chiesa di San Canziano, del quale si presentano due delle Marie piangenti. Nell’accostarsi agli esempi di Guido Mazzoni il Briosco coniuga alla sensibilità per il colore un accademismo levigato: larghi piani definiti nel chiaroscuro grazie a profonde incisioni approdano a un effetto di patetismo drammatico. L’influsso di Donatello si manifestò anche nelle arti applicate e in particolare nell’oreficeria. Negli spazi per esposizioni temporanee di Palazzo Zuckermann si espone un’importante selezione di oreficerie sacre del Quattrocento e del Cinquecento, reliquiari e preziosi oggetti di uso cultuale eccezionalmente prestate dal Tesoro del Santo. In questi, grazie all’opera di maestri come Baldassarre da Prata e Ambrogio di Cristoforo (il padre di Briosco), si assiste al passaggio dal gotico allo stile rinascimentale. Orari: Musei Civici agli Eremitani 09:00-19:00 Palazzo Zuckermann 10:00-19:00 Info musei@comune.padova.it http://padovacultura.padovanet.it/it/musei IMMAGINI AD ALTA RISOLUZIONE https://www.dropbox.com/sh/2ce0zb5rogklr6r/AABjLdLfzBCUzmXrj- vaJxGBa?dl=0 Nell’ambito dell’iniziativa Donatello e Padova dal 28 marzo e a seguire, apriranno le seguenti mostre: DONATELLO E LA SUA LEZIONE Sculture e oreficerie a Padova tra Quattro e Cinquecento Padova, Musei Civici agli Eremitani e Palazzo Zuckermann 28 marzo – 26 luglio 2015 DONATELLO SVELATO Capolavori a confronto Padova, Museo Diocesano 28 marzo – 26 luglio 2015 DONATELLO AL SANTO DI PADOVA Padova, Museo Antoniano e Basilica del Santo (percorso didattico) GIOIELLERIA CONTEMPORANEA. OMAGGIO A DONATELLO Premio Internazionale Mario Pinton - seconda edizione Padova, Oratorio di San Rocco 9 maggio - 26 luglio Inizio: 28/03/2015 Fine: 26/07/2015 Indirizzo: DONATELLO E LA SUA LEZIONE Padova Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: ANDY WARHOL SUL COMÒ OPERE DELLA COLLEZIONE ROSETTA BARABINO Introduzione: Villa Croce ritorna a essere una dimora privata arredata con mobili di design per ospitare quasi cento opere da una straordinaria collezione genovese mai prima presentata in pubblico. Le opere, scelte con cura e visionaria lungimiranza da Rosetta Barabino, sono il frutto di una passione condivisa con il figlio minore che per più di trent’anni li ha portati per gallerie e mostre d’arte contemporanea. Descrizione: ANDY WARHOL SUL COMÒ OPERE DELLA COLLEZIONE ROSETTA BARABINO 2 aprile 2015 – 5 luglio 2015 Genova, Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce Conferenza stampa 1.04 2015, ore 11.30 Inaugurazione 1.04 2015, ore 18.00 Villa Croce ritorna a essere una dimora privata arredata con mobili di design per ospitare quasi cento opere da una straordinaria collezione genovese mai prima presentata in pubblico. Le opere, scelte con cura e visionaria lungimiranza da Rosetta Barabino, sono il frutto di una passione condivisa con il figlio minore che per più di trent’anni li ha portati per gallerie e mostre d’arte contemporanea. La mostra riunisce settanta artisti italiani e internazionali, da Andy Warhol a Carl Andre, da Donald Judd a Cy Twombly, da Dan Flavin a Robert Morris, oltre a Joseph Beuys, Olafur Eliasson, Cindy Sherman, Gordon Matta-Clark, Takashi Murakami, Ettore Spalletti, Ai Wei Wei, Fischli & Weiss e Yang Fudong per raccontare la storia dell’arte contemporanea attraverso lavori eccezionali che, installati in un ambiente domestico moderno e sofisticato, (arredato con mobili Vitra, Molteni e Schiffini) dimostrano come l’arte contemporanea possa diventare ispirazione quotidiana per immaginare il futuro. L’esposizione vuole anche evidenziare come già negli anni ‘60 e ‘70 la città fosse il centro di un collezionismo illuminato e d’avanguardia che trovava nelle ricerche del Minimalismo americano il fulcro della contemporaneità. Nelle parole di Gian Enzo Sperone, storico gallerista internazionale, e mentore della collezione: “La Signora Barabino, appartiene a quella ristretta élite di visionari che nell’ambito del collezionismo d’avanguardia, dava a noi giovani mercanti l’attenzione che era in tutti i sensi, l’ossigeno per stare in vita.” La mostra, promossa dal Comune di Genova e da Genova Palazzo Ducale - Fondazione per la Cultura in collaborazione con Civita, sarà accompagnata da un catalogo edito da Marsilio, che offre la storia della collezione, immagini della mostra e testi critici di Ilaria Bonacossa, Francesco Bonami, Luca Cerizza oltre alle schede di tutte le opere in collezione. Orario mostra da martedi a domenica, ore 11.00 — 19.00 (chiusura biglietteria ore 18.00) lunedì chiuso Biglietti intero € 8,00 ridotto € 6,00 per giovani da 18 a 25 anni, gruppi di almeno 15 visitatori, convenzioni appositamente attivate ridotto speciale € 3,00 per scuole e minori di 18 anni Per informazioni tel + 39 010 580069 / 585772 www.villacroce.org Ufficio Stampa Villa Croce Luisa Mazier tel +39 3476618080 luisa.mazier@gmail.com www.villacroce.org Ufficio Stampa - Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura tel +39 010 5574012 / 4047 / 4826 ufficiostampa@palazzoducale.genova.it Ufficio Stampa Civita Barbara Izzo — Arianna Diana tel +39 06692050220 / 258 izzo@civita.it / diana@civita.it Ombretta Roverselli tel +39 0243353527 roverselli@civita.it Inizio: 01/04/2015 Fine: 05/07/2015 Indirizzo: Genova, Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: EXPO IN CITTA’. PRIME DUE MOSTRE AL MUSEO DELLE CULTURE: VENERDI’ 27 MARZO “MONDI A MILANO” E “AFRICA. LA TERRA DEGLI SPIRITI” Introduzione: Per “EXPO IN CITTÀ” il Museo delle Culture apre in anteprima con le mostre “Mondi a Milano” Il 27 marzo il Museo delle Culture - MUDEC apre in anteprima i suoi spazi per raccontare attraverso due grandi mostre, “Mondi a Milano” e “Africa”, il legame antico di Milano con le Esposizioni Universali e con le culture di tutto il mondo. Descrizione: Per “EXPO IN CITTÀ” il Museo delle Culture apre in anteprima con Africa Il 27 marzo il Museo delle Culture - MUDEC apre in anteprima i suoi spazi per raccontare attraverso due grandi mostre, “Mondi a Milano” e “Africa”, il legame antico di Milano con le Esposizioni Universali e con le culture di tutto il mondo. Le due mostre, che occupano tutti gli spazi espositivi del Museo, sono state ideate in occasione di Expo Milano 2015, promosse dal Comune di Milano – Cultura all’interno del palinsesto di ‘Expo in città’ e prodotte da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore. “Africa. La terra degli spiriti” (27 marzo – 30 agosto 2015) è una mostra monumentale dedicata all’arte africana dal Medioevo a oggi. Con oltre 200 pezzi viene proposto un percorso che affianca capolavori noti alla cultura occidentale per il loro valore estetico a opere della tradizione culturale e religiosa del continente africano, spiegandone la simbologia e l’importanza nella vita quotidiana delle popolazione dell’Africa nera. Attraverso le sale della mostra si avrà così modo di scoprire che l’arte africana, a torto definita 'primitiva', nasce in realtà da un'idea e da tradizioni formali molto precise, in modo non molto dissimile da quanto avviene negli atelier degli artisti occidentali; che i cosiddetti 'selvaggi' produssero un'arte capace di parlare ai grandi maestri delle avanguardie e a cambiare con ciò la storia dell'arte occidentale e che l'arte africana era in realtà' conosciuta e ricercata da secoli e faceva parte delle collezioni delle maggiori corti europee. Le opere in mostra vengono poi rilette all’interno della cultura africana della vita, della morte, del rispetto per gli antenati e della divinazione; spiegando come attraverso i manufatti artistici si interroghino gli spiriti della terra e del vento e si cerchino di placare gli ineffabili demoni che minacciano la vita degli uomini e degli animali. Inizio: 27/03/2015 Fine: 30/08/2015 Indirizzo: MUDEC Milano, via Tortona 56 www.mudec.it Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: “Mondi a Milano” Introduzione: “Mondi a Milano” (27 marzo- 19 luglio 2015) racconta al pubblico come la Città abbia accolto e divulgato al grande pubblico le diverse culture non europee nel corso dei suoi più importanti eventi espositivi: dalle mostre di arti industriali nella seconda metà dell’Ottocento, Descrizione: “Mondi a Milano” (27 marzo- 19 luglio 2015) racconta al pubblico come la Città abbia accolto e divulgato al grande pubblico le diverse culture non europee nel corso dei suoi più importanti eventi espositivi: dalle mostre di arti industriali nella seconda metà dell’Ottocento, concepite alla stregua delle Esposizioni Universali, fino alla loro riformulazione nelle Biennali e Triennali degli anni Venti e Trenta del Novecento. Aperto fino a metà luglio, il percorso chiarisce il legame che corre tra il patrimonio del museo e la storia delle grandi Esposizioni internazionali del passato, ma intende altresì accompagnare il pubblico alla scoperta del gusto collezionistico che è stato il secondo asse portante del patrimonio museale civico in tema di Raccolte Etnografiche. Le Raccolte Etnografiche del Comune di Milano raccolgono oltre 7000 opere d’arte, tessuti, strumenti provenienti da tutti i continenti e databili dal 1.200 a.C. fino ai primi anni del Novecento; una collezione che sarà già visibile al pubblico nei depositi del MUDEC a far data dall’inaugurazione della mostra, grazie a visite guidate. In autunno, a Expo conclusa, si inaugurerà il percorso museale allestito nella sale espositive del Museo con una selezione delle Raccolte stesse. Nato da un’operazione di recupero di archeologia industriale nell’area dell’ex fabbrica Ansaldo, in zona Tortona, il MUDEC, reinterpreta gli spazi in cui si inserisce con corpi dalle forme squadrate rivestiti di zinco e con una struttura in cristallo - illuminata 24 ore su 24 – che “irrompe” geometricamente nell’edificio che lo accoglie. Il nuovo spazio si distingue per la sua hall centrale di forma libera e organica, che genera una corte interna, una piazza coperta, luogo d’incontro fra le culture e le comunità. All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000mq: sale della collezione museale e delle esposizioni temporanee, auditorium; MUDEC Bistrot, MUDEC Design Store, MUDEC Restaurant, aule didattiche, MUDEC Junior e parcheggio. MUDEC Milano, via Tortona 56 www.mudec.it Inizio: 27/03/2015 Fine: 17/07/2015 Indirizzo: MUDEC Milano, via Tortona 56 www.mudec.it Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: NUOVA OGGETTIVITÀ Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919 - 1933 Introduzione: Con Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933 s’inaugura per la prima volta in Italia e negli Stati Uniti una mostra di grande respiro dedicata ai temi più rappresentativi delle tendenze artistiche dominanti della Repubblica di Weimar. Descrizione: NUOVA OGGETTIVITÀ Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar 1919 - 1933 Venezia, Museo Correr 1 Maggio – 30 Agosto 2015 Con Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933 s’inaugura per la prima volta in Italia e negli Stati Uniti una mostra di grande respiro dedicata ai temi più rappresentativi delle tendenze artistiche dominanti della Repubblica di Weimar. Organizzata dal Los Angeles County Museum of Art (LACMA) in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia e con il supporto di 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, la mostra è composta da circa centoquaranta opere tra dipinti, fotografie, disegni e incisioni di oltre quaranta artisti, molte delle quali poco conosciute sia in Italia che negli Stati Uniti. Accanto a figure di primo piano come Otto Dix, George Grosz, Christian Schad, August Sander e Max Beckmann, i cui percorsi eterogenei sono essenziali per comprendere la modernità dell’arte tedesca, l’esposizione consente di scoprire nomi meno noti al grande pubblico, tra cui Hans Finsler, Georg Schrimpf, Heinrich Maria Davringhausen, Carl Grossberg e Aenne Biermann. L’allestimento riserva una particolare attenzione al confronto tra pittura e fotografia, offrendo la rara opportunità di esaminare le analogie e le differenze tra i diversi ambiti espressivi del movimento. Nei quattordici anni della Repubblica di Weimar (1919-1933), gli artisti tedeschi si confrontano con le devastanti conseguenze della Prima Guerra Mondiale; con gli effetti sociali, culturali ed economici del rapido processo di modernizzazione e urbanizzazione che muta il volto della Germania; con la piaga della disoccupazione dilagante e la disperazione di vasti strati della società; con i mutamenti delle identità di genere e gli sviluppi della tecnologia e dell’industria. Negli anni che vanno dalla fine della guerra all’avvento del nazismo, la prima democrazia tedesca è un fertile laboratorio di esperienze culturali che vede il tramonto dell’espressionismo, le esuberanti attività antiartistiche dei dadaisti, la fondazione del Bauhaus e l’emergere di un nuovo realismo. A sancire nel modo più efficace l’emergere di questo nuovo realismo – variamente definito postespressionismo, neonaturalismo, verismo o realismo magico – è la mostra che si tiene a Mannheim nel 1925 dal titolo Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività). I diversi artisti associati a questa nuova figurazione formano un gruppo eterogeneo e non sono uniti da un manifesto programmatico, una tendenza politica o un’unica provenienza geografica: ciò che li accomuna è lo scetticismo per la direzione intrapresa dalla società tedesca e la consapevolezza dell’isolamento umano che questi cambiamenti comportano. La sconfitta nella Prima Guerra Mondiale comporta per la Germania costi altissimi sul piano finanziario, sociopolitico ed emotivo. E diversamente dai predecessori espressionisti – che avevano accolto con entusiasmo lo scoppio del conflitto prima di confrontarsi con la terribile realtà dei campi di battaglia – gli artisti della Nuova Oggettività guardano con disincanto alla complessa situazione della nuova Germania. Allontanandosi dalla soggettività esasperata e dalle distorsioni formali dell’espressionismo, questi artisti scelgono il realismo, la precisione, la sobrietà oggettività, e rivisitano tecniche e generi della grande tradizione pittorica, con un nostalgico ritorno al ritratto e una spiccata attenzione per la resa delle superfici. Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933 è suddivisa in cinque sezioni tematiche: La vita nella democrazia e le conseguenze della guerra evidenzia la disparità tra la borghesia in ascesa e le categorie sociali più colpite dal conflitto: reduci di guerra, disoccupati, prostitute, vittime della violenza e della corruzione politica; La città e la natura del paesaggio indaga il divario crescente tra uno scenario urbano sempre più industrializzato e un mondo rurale rievocato con nostalgia; Natura morta e beni di consumo si concentra su un nuovo tipo di natura morta, in cui gli oggetti della vita quotidiana, spesso prodotti in serie, sono allestiti in composizioni che si presentano come “ritratti di oggetti”; L’uomo e la macchina esplora i diversi approcci adottati dagli artisti verso gli effetti di trasformazione e al contempo di disumanizzazione che il rapido processo di industrializzazione produce; infine, Nuove identità: tipi umani e ritrattistica illustra una nuova tendenza della ritrattistica che trascende l’individualità del soggetto per enfatizzarne l’appartenenza a una categoria sociale. Stephanie Barron, curatrice della mostra e capo curatrice della sezione di arte moderna al LACMA, spiega: “Un’attenta analisi di questo periodo permette di comprendere più a fondo un capitolo complesso della modernità artistica tedesca. Provenienti da retroterra diversi, questi artisti – alcuni dei quali sono tra i protagonisti più noti dell’arte del Novecento, mentre altri sono quasi sconosciuti al di fuori della Germania – hanno abolito l’emotività, l’enfasi espressiva e lo slancio estatico per impegnarsi a registrare e smascherare la realtà immediata, osservandola con uno sguardo sobrio e impersonale. Nel complesso, gli artisti di questa tendenza hanno creato il ritratto collettivo di una società alle prese con una difficile transizione, in immagini che, oggi come allora, appaiono stupefacenti.” “Indubbiamente la Nuova Oggettività, con i suoi diversi approcci al realismo – talvolta critici o satirici, talvolta freddi e imperturbabili o ammalianti e magici; talvolta dediti a una resa minuziosa della realtà o a uno scrutinio della realtà attraverso le distorsioni dell’obiettivo fotografico – hanno risposto alle difficoltà di un’epoca tumultuosa con soluzioni artistiche incisive”, spiega Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia. “In questo breve periodo gli artisti erano liberi di esprimere il loro anelito alla verità in immagini di grande suggestione.” Nuova Oggettività. Arte in Germania al tempo della Repubblica di Weimar, 1919-1933 è presentata in anteprima al Museo Correr Inizio: 01/05/2015 Fine: 30/08/2015 Indirizzo: Venezia, Museo Correr Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: “Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso”. Introduzione: Dal 21 marzo al 19 luglio 2015 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia presentano “Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso”. La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena. Descrizione: Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery vanta una collezione di altissima qualità dal punto di vista del patrimonio artistico. Le sale delle Scuderie di Pavia avranno il privilegio di ospitare un nucleo importante di capolavori provenienti da uno dei più significativi musei d’arte del continente africano, offrendo al pubblico un’occasione unica per scoprire e conoscere da vicino una raccolta di opere difficilmente visibile in altre sedi. L’esposizione presenta oltre sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, che portano le firme di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo: da Edgar Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Jean Baptiste Corot a Alma Tadema, da Vincent Van Gogh a Paul Gauguin, da Antonio Mancini a Paul Signac, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri. Il percorso espositivo, diviso in sezioni cronologiche e tematiche, permetterà ai visitatori di percorrere un viaggio nella storia dell’arte dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, spaziando dall’Europa agli Stati Uniti fino al Sud Africa in un racconto che si sposta tra momenti storici, luoghi e linguaggi artistici diversi. La mostra, oltre a presentare un’ottima selezione di opere di grandi Maestri, consentirà al pubblico di scoprire l’affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell’industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d’arte, persuase il marito e alcuni magnati dell’industria a investire nel progetto. Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell’impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni. Per tutta la durata dell’esposizione una serie di attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti permetteranno di approfondire le splendide opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo. Ogni giovedì mostra apertura prolungata fino alle 22.00. A Pasqua e a Pasquetta la mostra sarà aperta dalle 10.00 alle 20.00 www.scuderiepavia.com Scuderie del Castello Visconteo Pavia, viale XI febbraio 35 Inizio: 21/03/2015 Fine: 19/07/2015 Indirizzo: Castello Visconteo di Pavia Spazio: Castello Visconteo di Pavia Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Italia Inside Out Introduzione: Italia Inside Out Palazzo della Ragione Fotografia Palazzo della Ragione Fotografia ospita Italia Inside Out, la grande mostra di fotografia interamente dedicata all’Italia con più di 500 immagini dei più importanti fotografi del mondo. Descrizione: Italia Inside Out Palazzo della Ragione Fotografia Palazzo della Ragione Fotografia ospita Italia Inside Out, la grande mostra di fotografia interamente dedicata all’Italia con più di 500 immagini dei più importanti fotografi del mondo. Per offrire al pubblico l’immagine di quello che è probabilmente il Paese più rappresentato del pianeta, l’esposizione è concepita come un’unica iniziativa articolata in due successivi allestimenti, dal 21 marzo al 21 giugno con i fotografi italiani e dal 1° luglio al 27 settembre con i fotografi del mondo. Italia Inside Out ripercorre la storia del nostro paese attraverso l’occhio attento degli artisti che hanno seguito le trasformazioni dell’Italia dal dopoguerra fino a oggi. Un periodo lungo settant’anni, che la fotografia ha attraversato come testimone e interprete di realtà sociali, di mutazioni ambientali, di trasformazioni urbanistiche, di entusiasmi, di lotte, di disperazioni, di tragedie, fedele al proprio mandato di essere in sintonia con i tempi ma soprattutto di aiutare a vedere e a capire i mutamenti della società. Promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, curata da Giovanna Calvenzi e allestita con un progetto scenografico di Peter Bottazzi, la rassegna caratterizza, nei mesi di Expo 2015, il programma di Palazzo della Ragione Fotografia, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla fotografia inaugurato a giugno 2014, in piazza dei Mercanti, a due passi da piazza Duomo. In mostra fotografie di: Marina Ballo Charmet, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Gianni Berengo Gardin, Antonio Biasiucci, Tommaso Bonaventura, Luca Campigotto, Silvia Camporesi, Lisetta Carmi, Vincenzo Castella, Giovanni Chiaramonte, Cesare Colombo, Mario Cresci, Paola De Pietri, Pietro Donzelli, Franco Fontana, Vittore Fossati, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Guido Guidi, Giovanni Hänninen, Guido Harari, Alessandro Imbriaco, Francesco Jodice, Mimmo Jodice, Martino Marangoni, Nino Migliori, Domingo Milella, Paolo Monti, Ugo Mulas, Walter Niedermayr, Federico Patellani, Franco Pinna, Francesco Radino, Riverboom, Claudio Sabatino, Marta Sarlo, Fabio Severo, Shobha, Massimo Siragusa, Toni Thorimbert, Paolo Ventura, Massimo Vitali. La prima parte - INSIDE - accoglie dal 21 marzo al 21 giugno 2015 una selezione di oltre 250 immagini di quarantadue fotografi. dal 21 marzo al 21 giugno 2015 Palazzo della Ragione Fotografia Milano, Piazza Mercanti, 1 www.palazzodellaragionefotografia.it Inizio: 21/03/2015 Fine: 21/06/2015 Indirizzo: Milano, Piazza Mercanti, 1 Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Leonardo 1452-1519 - Il disegno del mondo Introduzione: Mostra di EXPO 2015 Promossa e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale e Skira Editore, Main Partner Bank of America Merrill Lynch è la più grande e importante esposizione dedicata a Leonardo mai realizzata in Italia. Descrizione: Leonardo 1452-1519 - Il disegno del mondo Mostra di EXPO 2015 Promossa e organizzata da Comune di Milano, Palazzo Reale e Skira Editore, Main Partner Bank of America Merrill Lynch è la più grande e importante esposizione dedicata a Leonardo mai realizzata in Italia. Costruita interamente a Milano, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha concesso in via eccezionale la garanzia di Stato e dall’Assessorato alla Cultura, la mostra è ideata e prodotta, nel quadro di una partnership che prosegue da oltre quindici anni, da Palazzo Reale e Skira ed è frutto di un intenso lavoro di cinque anni per raccogliere oltre 200 opere da un centinaio di musei e istituzioni da tutto il mondo, che hanno eccezionalmente prestato i lori gioielli, come, tra gli esempi più eclatanti, i tre dipinti di Leonardo dal Louvre e i trenta disegni autografi dalla collezione di Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Anche la Pinacoteca Ambrosiana, considerata la casa milanese di Leonardo, presta il celebre Ritratto di Musico e ben trenta disegni dal Codice Atlantico, è tra i principali protagonisti della mostra, curata da Pietro C. Marani e Maria Teresa Fiorio, tra gli storici dell'arte più importanti per gli studi sul grande genio del Rinascimento. La mostra conta sul generoso sostegno di Bank of America Merrill Lynch, principale sponsor dell’iniziativa. Sostengono la mostra anche SNAM e Salone del Mobile, media partner è il Corriere della Sera. L’esposizione presenta una visione di Leonardo non mitografica, né retorica né celebrativa, ma trasversale su tutta l'opera del poliedrico personaggio, considerato come artista e scienziato attraverso alcuni temi centrali individuati dai curatori: il disegno, fondamentale nell'opera di Leonardo; il continuo paragone tra le arti: disegno, pittura, scultura; il confronto con l'antico; la novità assoluta dei moti dell'animo; il suo tendere verso progetti utopistici, veri e propri sogni, come poter volare o camminare sull'acqua per cui sarà allestita in mostra una apposita sezione; l'automazione meccanica e così via, temi che lo hanno reso un alfiere dell’unità del sapere, con l’intrecciarsi continuo nella sua opera di scienze e arti. La straordinaria mostra illustra, attraverso dodici sezioni, le tematiche centrali nella carriera artistica e scientifica di Leonardo, trasversali nella sua lunga estensione, venendo ad abbracciare non solo gli anni della sua formazione fiorentina, ma anche i due soggiorni milanesi, fino alla sua permanenza in Francia, sottolineando così alcune costanti della sua visione artistica e scientifica. Dal percorso espositivo risulta chiara anche la sua vocazione all’interdisciplinarietà e al continuo intrecciarsi di interessi, attraverso l’approccio analogico allo studio dei fenomeni e alla loro rappresentazione grafica, riassunti e culminanti nei suoi dipinti più tardi. La mostra apre al pubblico dal 16 aprile al 19 luglio. 16 aprile – 19 luglio Palazzo Reale Milano, Piazza del Duomo 12 www.comune.milano.it Inizio: 16/04/2015 Fine: 19/07/2015 Indirizzo: Milano, Piazza del Duomo 12 Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Italia Inside Out, i fotografi del mondo Introduzione: Italia Inside Out, i fotografi del mondo Palazzo della Ragione Fotografia ospita “Italia Inside Out”, la grande mostra di fotografia con più di 500 immagini dei più importanti fotografi del mondo. Descrizione: Italia Inside Out, i fotografi del mondo Palazzo della Ragione Fotografia ospita “Italia Inside Out”, la grande mostra di fotografia con più di 500 immagini dei più importanti fotografi del mondo. Promossa e prodotta dal Comune di Milano - Cultura, Palazzo della Ragione, Civita, Contrasto e GAmm Giunti, curata da Giovanna Calvenzi e allestita con un progetto scenografico di Peter Bottazzi, la rassegna caratterizza, nei mesi di Expo 2015, il programma di Palazzo della Ragione Fotografia, il nuovo spazio espositivo interamente dedicato alla fotografia inaugurato a giugno 2014, in piazza dei Mercanti, a due passi da piazza Duomo. Nella seconda parte - OUT -, dal 1° luglio al 27 settembre 2015, saranno protagoniste le fotografie dei grandi maestri internazionali. In mostra fotografie di: Henri Cartier-Bresson, John Davies, Candida Höfer, William Klein, Josef Koudelka, Sergio Larrain, Herbert List, Isabel Muñoz, Martin Parr, Bernard Plossu, Sebastião Salgado, David Seymour, Alexey Titarenko, George Tatge e tanti altri. 1 luglio – 27 settembre 2015 Palazzo della Ragione Fotografia Milano, Piazza Mercanti, 1 www.palazzodellaragionefotografia.it Inizio: 01/07/2015 Fine: 27/09/2015 Indirizzo: Milano, Piazza Mercanti, 1 Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Arts & Foods - Rituali dal 1851 Introduzione: La multiforme relazione fra le arti e il cibo è ripercorsa e analizzata nel Padiglione “Arts & Foods”, unica Area tematica di Expo Milano 2015 realizzata in città e allestita al Palazzo della Triennale che la ospita dal 9 Aprile fino al 1° Novembre 2015. Descrizione: Arts & Foods - Rituali dal 1851 Triennale di Milano La multiforme relazione fra le arti e il cibo è ripercorsa e analizzata nel Padiglione “Arts & Foods”, unica Area tematica di Expo Milano 2015 realizzata in città e allestita al Palazzo della Triennale che la ospita dal 9 Aprile fino al 1° Novembre 2015. Allestita negli spazi interni ed esterni della Triennale – 7.000 metri quadrati circa tra edificio e giardino – “Arts & Foods” mette a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, oggettuali e ambientali che dal 1851, anno della prima Expo a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al convivio. Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi e una mostra internazionale che fà ricorso a differenti media così da offrire un attraversamento temporale, dallo storico al contemporaneo, di tutti i livelli di espressività, creatività e comunicazione espressi in tutte le aree culturali. Con una prospettiva stratificata e plurisensoriale “Arts & Foods”, a cura di Germano Celant e con l’allestimento dello Studio Italo Rota, documenta gli sviluppi e le soluzioni adottate per relazionarsi al cibo, dagli strumenti di cucina alla tavola imbandita e al picnic, dalle articolazioni pubbliche di bar e ristoranti ai mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio, dalla progettazione e presentazione di edifici dedicati ai suoi rituali e alla sua produzione. Il tutto appare intrecciato alle testimonianze di artisti, scrittori, film makers, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designers che, dall’Impressionismo e dal Divisionismo alle Avanguardie storiche, dalla Pop Art alle ricerche più attuali, hanno contribuito allo sviluppo della visione e del consumo del cibo. Una raccolta e un viaggio nel tempo che riflette creativamente il tema dell’Esposizione Universale di Milano, “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, attraverso centinaia e centinaia di opere, oggetti e documenti provenienti da musei, istituzioni pubbliche e private, collezionisti e artisti da tutto il mondo. “La Triennale di Milano è l’unica istituzione italiana che tratta le arti visive e applicate in modo multidisciplinare – ha affermato Claudio De Albertis, presidente della Triennale di Milano. Pertanto è stato naturale accogliere la proposta di Expo di produrre e realizzare la mostra “Arts & Foods” e la VIII edizione del Triennale Design Museum dedicata al tema così necessario come quello di Expo. Infatti, con Silvana Annicchiarico direttore del Triennale Design Museum, abbiamo chiesto a Germano Celant insieme a Italo Rota di creare e progettare “Cucine & Ultracorpi”. Siamo sicuri che avremo un ottimo risultato sotto tutti i profili.” "Siamo molto soddisfatti del percorso artistico proposto da “Arts & Foods” – ha spiegato il Commissario Unico del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala - Grazie a questa Area tematica inserita nel contesto della Triennale non solo portiamo nel cuore di Milano il tema dell'Esposizione Universale, l'alimentazione, ma permetteremo agli amanti e agli appassionati di arte che durante i sei mesi dell'Expo visiteranno la nostra città di godere di opere uniche, che hanno segnato la storia. La collaborazione con le strutture museali di tutto il mondo è fondamentale nel progetto che Germano Celant ha disegnato. Siamo certi che il risultato sarà all'altezza delle attese e ci renderà orgogliosi di aver potuto ospitare una mostra di così importante valore internazionale". “Arts & Foods” coinvolge tutti i media e linguaggi: dalla pittura alla scultura, dal video all’installazione, dalla fotografia alla pubblicità, dal design all’architettura, dal cinema alla musica e alla letteratura. – ha dichiarato Germano Celant, curatore del Padiglione e dell’ottava edizione Triennale Design Museum - Si articola con un andamento cronologico che copre il periodo dal 1851 – data della prima Expo a Londra e dell’avvio della modernità – all’attualità, attraverso la creazione di ambienti dedicati ai luoghi e agli spazi del convivo, sia in ambito privato sia nella sfera pubblica – dalla sala da pranzo alla cucina, dal bar al cibo da viaggio – in cui arredi, oggetti, elettrodomestici e opere d’arte creano una narrazione di forte impatto visivo e suggestione sensoriale. 9 Aprile fino - 1° Novembre 2015 Triennale Inizio: 09/04/2015 Fine: 01/11/2015 Indirizzo: Milano, viale Alemagna,6 Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Cucine & Ultracorpi Introduzione: Cucine & Ultracorpi Triennale Design Museum In occasione di Expo Milano 2015, l’ottava edizione del Triennale Design Museum, propone ”, che vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli strumenti tradizionali della cucina in macchine e automi. Un'armata d’invasori che, da metà del XIX Secolo con l'avvento dell'industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche del cucinare. L'intento è di ripercorrere l'evoluzione di cucine ed elettrodomestici in Italia, dalla prima emergenza documentabile fino al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione internazionale e dell'industria estera." L'esposizione, a cura di Germano Celant e in stretta collaborazione con Silvana Annicchiarico, declinerà il tema di Expo Milano 2015 per raccontare un’ulteriore specificità del design italiano. 9 aprile 2015 - 21 febbraio 2016 Triennale Design Museum Milano, viale Alemagna,6 www.triennale.org Descrizione: Cucine & Ultracorpi Triennale Design Museum In occasione di Expo Milano 2015, l’ottava edizione del Triennale Design Museum, propone ”, che vuole raccontare la lenta quanto inesorabile trasformazione degli strumenti tradizionali della cucina in macchine e automi. Un'armata d’invasori che, da metà del XIX Secolo con l'avvento dell'industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche del cucinare. L'intento è di ripercorrere l'evoluzione di cucine ed elettrodomestici in Italia, dalla prima emergenza documentabile fino al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione internazionale e dell'industria estera." L'esposizione, a cura di Germano Celant e in stretta collaborazione con Silvana Annicchiarico, declinerà il tema di Expo Milano 2015 per raccontare un’ulteriore specificità del design italiano. 9 aprile 2015 - 21 febbraio 2016 Triennale Design Museum Milano, viale Alemagna,6 www.triennale.org Inizio: 09/04/2015 Fine: 21/02/2016 Indirizzo: Milano, viale Alemagna,6 Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: CY TWOMBLY PARADISE Introduzione: Tra i massimi maestri della contemporaneità, Cy Twombly (Lexington, Virginia, 1928 - Roma, 2011) torna a Venezia – dove è stato presente alla Biennale per ben cinque volte a partire dal 1964, l’ultima delle quali nel 2001 dove ottiene il Leone d’Oro – con un’importante mostra monografica curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith. Descrizione: CY TWOMBLY PARADISE Venezia - Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna 6 maggio – 13 settembre 2015 Tra i massimi maestri della contemporaneità, Cy Twombly (Lexington, Virginia, 1928 - Roma, 2011) torna a Venezia – dove è stato presente alla Biennale per ben cinque volte a partire dal 1964, l’ultima delle quali nel 2001 dove ottiene il Leone d’Oro – con un’importante mostra monografica curata da Julie Sylvester e Philip Larratt-Smith. La rassegna, realizzata in collaborazione con la Cy Twombly Foundation di New York, il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e il progetto di allestimento di Daniela Ferretti, approda a Ca’ Pesaro come un cammeo prezioso: l’inedita testimonianza di un lavoro che si rigenera a ogni sua apparizione, in un continuum emozionale, e di un artista che non finisce di stupire “per la straordinaria intelligenza visiva e l’acuta sensibilità verso tutte le forme della bellezza, fisica, naturale e artistica”, come scrive Philip Larratt-Smith nel catalogo (ed Damiani). Cy Twombly Paradise è un percorso iniziatico che attraversa sessant’anni della produzione di Twombly pittore e scultore e della sua indefessa creatività, che a Venezia ritrova - in un contesto culturale che mantiene sempre altissima l’attenzione del pubblico verso i grandi maestri - una nuova prospettiva sui misteri e le rivelazioni dell’arte di Twombly. L’opera di Cy Twombly, scomparso nel 2011, ruota intorno ai temi universali di amore, arte, bellezza e morte, tuttavia la peculiarità della sua visione artistica, la sua prospettiva del mondo ne offrono un’interpretazione straordinariamente originale. Come molti della sua generazione, Twombly ha reagito contro la tendenza pittorica dominante dell’Espressionismo Astratto, ma a differenza di altri, indirizzati verso l’immaginario Pop e il Neodadaismo, egli ha operato una sintesi tra i lasciti e le tecniche consolidate dell’astrazione gestuale e la tradizione della pittura europea. L’innovativo uso del linguaggio, l’ampio raggio di allusioni e riferimenti aprono il suo lavoro alla storia, alla letteratura e alla filosofia; rendendo labili i confini tra pittura, disegno e scrittura, preservando allo stesso tempo un alto grado di astrazione. L’amore per il vernacolo è controbilanciato da una raffinatezza e una profonda conoscenza culturale. Invero, il suo lavoro oscilla tra binomi opposti: ragione e passione, rappresentazione e astrazione, apollineo e dionisiaco, sessualità e intelletto, passato e presente, immaginazione e osservazione, lucidità e frenesia. Dunque, la sessualità esuberante, il richiamo a un passato arcadico in cui corpo e mente sono armoniosamente unificati, il ricorrere nei lavori di parole, frasi, poesie e, soprattutto, l’astrazione gestuale di Twombly – che ha realizzato disegni al buio, ha dipinto con la mano sinistra, ha aumentato l’estensione del pennello, fissandolo a lunghi bastoni, come strategia cosciente per dimenticare la formazione artistica e perdere il controllo del mezzo tecnico – sono solo alcuni dei temi della sua ricerca creativa, ripercorsa nelle sale monumentali di Ca’ Pesaro. In mostra, dalle pitture murali su legno datate 1951 si giunge, in un percorso ricco di visioni e richiami, a una selezione degli ultimissimi lavori di Twombly realizzati nel 2011, quando l’artista era al limite fisico della vecchiaia: otto tele di cerchi gestuali barocchi, in giallo, rosso e arancione su un fondo verde brillante (metà margarita, metà key lime); eccentriche pennellate circolari - tra i motivi chiave dell’artista - strette in alcuni punti e più ampie e libere in altri, per generare “una sensazione d’energia radiante e di frenesia controllata”. “I suoi segni caratteristici, elidenti intenzionalmente dipinti, disegni e scritte, coesistono con gocce, spruzzi e sbavature occasionali lasciate colare sulla superficie, rivelandone il processo creativo”. Create poche settimane e addirittura pochi giorni prima della sua scomparsa, queste superfici lucide e ipnotiche – quattro delle quali esposte in questa occasione – sono state le ultime dipinte dall’artista americano. Per Twombly l’arte è il “paradiso terrestre”, dove le esperienze e le emozioni del passato sono recuperate e trasfigurate nel presente. L’amore in tutte le sue manifestazioni – erotico, intellettuale, platonico, romantico, amore per la cultura, amore per la vita – è il principio animatore dei suoi dipinti, disegni e sculture. La sua arte è la misteriosa, perfetta unione tra sogno e veglia, passato irrecuperabile e presente percepibile attraverso i sensi, ardore intellettuale e capacità di amare: paradiso riconquistato. La mostra è organizzata con il supporto della Gagosian Gallery. Inizio: 06/05/2015 Fine: 13/09/2015 Indirizzo: Venezia - Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Picasso e le sue Passioni Introduzione: W.E. CONCEPT A SOSTEGNO DELL’ARTE E DELLA CULTURA IN SICILIA Descrizione: CON LA MOSTRA “PICASSO E LE SUE PASSIONI”- CASTELLO URSINO, MUSEO CIVICO, CATANIA IL BUREAU DEL LUSSO PORTAVOCE DEL MADE IN SICILY, FINO AL 28 GIUGNO AFFIANCA IL SUO NOME AD UNO DEGLI EVENTI PIÙ IMPORTANTI MAI REALIZZATI SU PICASSO Per quantità di opere, presenza delle tecniche utilizzate e la pittura ad olio inedita presentata per la prima volta al mondo, la Mostra “Picasso e le sue passioni” è uno tra gli appuntamenti più importanti mai realizzati sul grande Genio, un’occasione unica per la Sicilia. W.E. Concept, il Wedding and Event Bureau portavoce del Made by Sicily, è lo sponsor tecnico di questo evento culturale, sostenitore, dunque, del fermento artistico della città, volano per un turismo di qualità sul territorio catanese, sempre più grande polo d'attrazione turistica (due volte Patrimonio dell'Umanità con il suo barocco fiorito e con l'Etna): tutti principi particolarmente cari a W.E. Concept. Lo store di via Monfalcone, inoltre, è stato uno dei protagonisti dell’inaugurazione della Mostra di Picasso tramite uno dei suoi Partner, l’artigiano ceramista calatino Nicolò Morales che ha fatto rivivere, con un superbo body painting, l 'Opera di "Guernica ", il capolavoro più noto del Genio. “Picasso e le sue passioni”, organizzata da Comediarting, III Millennio e dal Comune di Catania e a cura di Dolores Duran Urcan e Stefano Cecchetto, è in mostra nel Museo Civico del Castello Ursino, in pieno centro storico a Catania, sino al 28 giugno. L’evento mette in vetrina tutta la Sicilia, per la mondiale portata artistico-culturale e mediatica della mostra ma soprattutto per le oltre 200 opere del grande artista tra vasi, piatti, brocche, mattonelle dipinte, importanti opere su carta e tre opere uniche, di cui due oli e una gouache. Si tratta di opere provenienti per la maggior parte da prestigiose raccolte private di tutto il mondo e dal museo di Mija Malaga, noto per la ceramica. Il percorso è inoltre arricchito da “Picasso in the cube” (politic passion), un'istallazione multimediale interattiva che racconta il rapporto dell'artista con la politica e i riflessi che questa ebbe sulla sua arte. La mostra, con un percorso completo di opere del grande artista, intende illustrare, nei suoi contenuti più autentici, i temi e le passioni che hanno dato vita alla creatività di Picasso e ne hanno influenzato la vicenda umana e quella artistica. Il teatro e il circo, la tauromachia, le donne e la politica sono state per tutta la sua carriera argomenti di ricerca portante nella sua complessa cifra stilistica. Unico artista del ‘900 che ha saputo trattare tutte le tecniche ascrivibili al mondo dell’arte, Picasso ha conquistato il titolo di Genio proprio perché non si è mai fermato davanti a nulla, mettendosi in gioco e sperimentando fino alla vecchiaia. Inizio: 04/04/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Castello Ursino - Piazza Federico II di Svevia, CATANIA Spazio: Museo Civico Catania Area geografica: Sud Email: press@weconceptsicily.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Juan Muñoz Double Bind & Around Introduzione: Juan Muñoz Double Bind & Around di Mariantonia Ronchetti Il 9 aprile ha aperto i battenti presso Hangar Bicocca una mostra dedicata allo scultore spagnolo Juan Muñoz scomparso nel 2001. L’esposizione, curata da Vicente Todolí, utilizza gli immensi spazi dell’Hangar per ripercorrere la carriera dell’artista attraverso quindici fra le installazioni e sculture più significative della sua produzione. Descrizione: Juan Muñoz Double Bind & Around di Mariantonia Ronchetti Il 9 aprile ha aperto i battenti presso Hangar Bicocca una mostra dedicata allo scultore spagnolo Juan Muñoz scomparso nel 2001. L’esposizione, curata da Vicente Todolí, utilizza gli immensi spazi dell’Hangar per ripercorrere la carriera dell’artista attraverso quindici fra le installazioni e sculture più significative della sua produzione. L’allestimento dialoga e si confronta con lo spazio espositivo, ne modifica la struttura e di conseguenza la percezione, creando nello spettatore una sensazione di spaesamento ingigantita dal silenzio che pervade il percorso espositivo. Il cuore della mostra è indubbiamente rappresentato da “Double Bind” (da qui il titolo), la più imponente installazione realizzata da Muñoz e concepita nel 2001 per la Turbine Hall della Tate Modern di Londra e da allora mai più esposta. L’opera è costituita da una struttura architettonica di oltre 1500 metri quadrati di superficie e da numerose sculture, si compone di due piani e due ascensori in continuo movimento. Per la visita di quest’istallazione si consiglia di salire al piano alto che permette l’accesso ad un balcone costituito da un immenso pavimento sulla cui superficie vi sono cavità popolate di statue che consentono alla luce di filtrare al piano inferiore. Una volta ridiscese le scale si percorrono nella semi oscurità gli ambienti alienanti di un anonimo parcheggio sotterraneo, accompagnati dall’ossessivo movimento di due ascensori impraticabili. I pavimenti, costituiti da una serie infinita di pattern geometrici colorati, che richiamano le spettacolarizzazioni e gli illusionismi dell’arte barocca, sono tra gli elementi preferiti dall’artista. “The Wasteland” (Terre desolate) riproduce una superficie modulare ad illusioni ottiche. Quanto ai suoi personaggi, realizzati in papier maché di resina e bronzo: figure di ballerine, acrobati, nani occupano lo spazio come presenze distanti e destabilizzanti. Giocano con il movimento dei loro corpi contorcendosi appesi a un filo sopra la testa dello spettatore. Le opere della serie “Conversation Piece”, sviluppate a partire dagli anni Novanta, sono tra le più riconoscibili dell’autore e si presentano come gruppi scultorei composti da figure anonime (quasi a grandezza naturale) collocate in spazi generici, come sale, cortili o piazze. In questo caso i personaggi hanno strutture sferiche al posto delle gambe. Ciascuna figura occupa lo spazio assumendo pose diverse ma sembra essere fissata mentre conversa, osserva o ascolta fatti ed eventi che rimangono incomprensibili allo spettatore. Passeggiando nella “piazza” di Muñoz di fronte a questi soggetti si prova un senso di smarrimento, di isolamento, di incomunicabilità e di solitudine. La ricerca sulle relazioni tra spazio architettonico e individuo è la costante dell’opera dello scultore madrileno che ha reintrodotto la figura umana al centro dello spazio architettonico. Le sue opere sono cariche di una forte ambivalenza in cui i confini tra finzione e realtà si assottigliano lasciando spazio a immagini oscure e perturbanti dalla forte carica psicologica. 9 aprile – 23 agosto 2015 Milano, Hangar Bicocca - Via Chiese, 2 Da giovedì a domenica 11:00 alle 23:00 - ingresso libero www.hangarbicocca.org Inizio: 09/04/2015 Fine: 23/08/2015 Indirizzo: Milano, Hangar Bicocca - Via Chiese, 2 Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: My East is Your West Introduzione: a cura di Feroze Gujral con Natasha Ginwala e Martina Mazzotta Gujral Foundation - India Fondazione Partner in Italia: Fondazione Mazzotta Evento collaterale alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia Palazzo Benzon Calle Benzon, San Marco 3917, Venezia - Fermata S. Angelo 6 maggio - 1 ottobre 2015 Descrizione: My East is Your West a cura di Feroze Gujral con Natasha Ginwala e Martina Mazzotta Gujral Foundation - India Fondazione Partner in Italia: Fondazione Mazzotta Evento collaterale alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia Palazzo Benzon Calle Benzon, San Marco 3917, Venezia - Fermata S. Angelo 6 maggio - 1 ottobre 2015 My East is your West, evento collaterale alla 56. Esposizione Internazionale d'Arte - la Biennale di Venezia, realizzato dalla Gujral Foundation e dalla Fondazione Mazzotta - Partner in Italia, è curata da Feroze Gujral con Natasha Ginwala e Martina Mazzotta. La mostra è il compendio del lavoro svolto negli ultimi anni da Shilpa Gupta (Mumbai - India) e Rashid Rana (Lahore - Pakistan); un percorso che crea una forte connessione con l'espressività, la cultura e la società sud orientale. Per la prima volta India e Pakistan sono uniti e coinvolti all'interno della Biennale, con l'obiettivo di reindirizzare il complesso clima di rapporti storici dei due paesi attraverso una cartografia culturale comune ridisegnata dai due artisti. Nelle sale di Palazzo Benzon spiccano video-installazioni anche interattive, video, disegni, installazioni, opere digitali, fotografie e performance continuative. RASHID RANA con "Transpositions" (2013-2015) propone un set immersivo, dove le strutture architettoniche si combinano con video, opere digitali, installazioni e performance. Introduce al percorso l'opera "War Within II" che rivela la predilezione dell'artista per il neoclassicismo e per il linguaggio legato alla poetica del pixel, istituendo una dialettica tra micro e macro, tra particolare e tutto. Il riferimento all'opera di Jacques-Louis David "Il giuramento degli Orazi" (1784), che raffigura una fratellanza rotta con il sangue, per Rana diventa, tramite l'elaborazione fotografica, metafora della frattura fra India e Pakistan. Frattura caratterizzata da prolungati e cruenti conflitti, avvenuta con la secessione del '47 e con la nascita dello stato indipendente del Bangladesh nel '71, che prima di allora era il Pakistan orientale. Nella sala successiva una video installazione interattiva approfondisce il tema del doppio, i concetti di locazione e dislocazione, di percezione personale e collettiva, leitmotiv della poetica di Rana, resa attraverso la ripresa del visitatore, che viene proiettato in leggera differita su un grande schermo a parete. Tali riferimenti ritornano nella sala seguente, dove si entra in connessione diretta audio e video con gli abitanti di Lahore (Pakistan). L'artista infatti, molto attento alla resa degli spazi e delle quinte architettoniche, ricrea a Lahore la medesima sala di Palazzo Benzon, dando vita a una situazione di specularità architettonica, sul cui sfondo i protagonisti di questa performance "continua" sono le persone che dialogano dai capi opposti del mondo. Proseguendo il percorso si ammirano due grandi schermi che riproducono in chiave personalizzata ed estremamente attuale il famoso quadro di Caravaggio "Giuditta e Oloferne" (1599). Rana attraverso innumerevoli e piccoli video, che simboleggiano i pixel, restituisce i tratti e le tonalità del celebre dipinto. I filmati, provenienti da tutto il mondo, sono il risultato di una ricerca iconografica fatta su youtube e presentano situazioni di conflitto e violenza. L'osservazione ravvicinata rivolta ai piccoli frames, si alterna alla visione d'insieme, che riporta all'opera cinquecentesca. Nello schermo di fronte è proiettato un video che mostra lo stesso lavoro dell'artista, incorniciato da una struttura che riproduce la sala di Palazzo Benzon e collocato prima della mostra in una strada di Lahore e consente di osservare l'originale e personale interazione dei passanti appartenenti a una cultura differente, con l'opera stessa. All'interno della sala che conclude il percorso delle opere di Rashid Rana, grandi pannelli riproducono i particolari architettonici del Palazzo, realizzati con la stampa di grandi pixel rettangolari. Una tenda nera introduce nell'area espositiva dedicata alle serie di opere, intitolate Untitled, di SHILPA GUPTA, che dal 2011 al 2015 si è immersa nella società che vive al confine tra Bangladesh e India, nei pressi della barriera che divide i due territori, luogo di costanti flussi migratori e conflitti. Nel '71, infatti, a seguito della costituzione del Bangladesh, hanno inizio migrazioni di migliaia di persone verso il Bengala e Calcutta a fronte delle quali il governo indiano costruisce una lunghissima barriera di 40 km, che l'artista rappresenta nella sua totalità all'interno di un dipinto, dove i fari che la illuminano tracciano una linea puntiforme visibile dall'universo. Gupta, attraverso la narrazione di quanto avviene nei territori di confine, sottolinea le difficoltà dovute all'estrema povertà che conduce a costanti migrazioni e al traffico illecito di materiali preziosi. Ne sono esempio il sari bianco ridotto a una sottile e lunga striscia di tessuto, avvolto a un lungo fuso al fine di essere ricreato dopo il trasporto; un piccolo pezzo d'oro da nascondere sotto le vesti, la ceramica cinese spezzettata che può essere reimpiegata e utilizzata come merce di scambio. Di forte impatto è il colletto di una divisa che lascia intravedere al suo interno parte di una camicia a quadri, allusiva dell'umanità individuale nascosta e soffocata dell'uniforme istituzionale con mostrine, propria delle guardie di sorveglianza. L'artista, riproduce l'incombenza del muro con disegni su carta "automatismi" realizzati di notte al buio dormendo vicino alla frontiera. In mostra sono descritti gli elementi ambientali caratteristici del luogo: la fitta e omogenea nebbia racchiusa in una teca, le fotografie del terreno umido e paludoso, ma anche verdeggiante del Bangladesh. Spicca su una parete la foto segnaletica con il volto di un uomo coperto da un rettangolo di terra, in riferimento a quanto può avvenire quando la polizia riceve dai congiunti le foto di persone disperse. Su una lastra metallica sono incisi alcuni strumenti utilizzati per oltrepassare la barriera come una zattera di bambù con rotelle, un piede di porco, un cric d'automobile. Passando alla sala successiva, si viene abbagliati da un grande faro, uno dei tanti situati al confine nel tentativo di fermare quanti vogliono attraversarla. Il percorso procede con l'esposizione di opere su carta realizzate con la colla "Phensedyl", diffusa in India e illegale in Bangladesh per il suo carattere allucinogeno; una grande installazione formata da un grande tavolo con numerose buste chiuse contenenti documenti tritati, simboleggia il sistema utilizzato per oltrepassare la frontiera per poi ricomporre i fogli scritti. Un video dal titolo "Will it be alright if we win?" riprende le gambe dei giocatori di una partita di calcio; non tutti hanno le scarpe, in quanto si tratta di militari addetti alla sorveglianza della barriera e degli uomini che vivono nelle adiacenze: parentesi ricreativa di un'umanità precaria. Nell'ultima stanza si è accolti da una coinvolgente performance "continuativa", che rimanda alla tradizione della tessitura del cotone di Phulia, una città situata tra India e Bangladesh. Una striscia di tessuto lunga 4 km percorre l'ambiente, appoggiata su un tavolo dove il performer traccia dei segni tramite la carta copiativa per rappresentare le linee del confine. Cenni biografici Shilpa Gupta (1976) vive e lavora a Mumbai, in India, dove dal 1992 al 1997 ha studiato scultura al Sir J.J. School of Fine Arts. Le sue opere utilizzano video interattivi, siti web, oggetti, fotografie, suoni e performance per indagare tematiche quali il desiderio, la religione, il concetto di sicurezza e di confine. Mostre personali dell'artista si sono svolte in Asia, Europa e Stati Uniti. In particolare, di recente, presso: Kunstnernes Hus, Oslo; MO Mucsarnok Kunsthalle, Budapest; MAAP Space, Brisbane; Arnolfini, Bristol; OK Center for Contemporary Art, Linz. Gupta ha partecipato alla Triennale Younger than Jesus, New Museum, New York; Lyon Biennale, curata da Hou Hanru; Biennale di Gwangju, diretta da Okwui Enwezor e curata da Ranjit Hoskote; Triennale di Yokohama, curata da Hans Ulrich Obrist, Biennale di Liverpool, curata da Gerardo Mosquera; più di recente: Dhaka Art Summit, curata da Diana Campbell-Betancourt, Biennale di Sharjah, curata da Yuko Hasegawa, 8° Berlin Biennale for contemporary Art, curata da Juan Gaitan e con la partecipazione nel team artistico di Natasha Ginwala. Dal 2002 al 2006, Gupta ha co-promosso Aar Paar, un progetto di scambio di arte pubblica tra India e Pakistan, insieme con l'artista di Lahore Huma Mulji. I suoi lavori sono stati esposti in musei e istituzioni internazionali tra cui Tate Modern, Londra; Serpentine Gallery, Londra; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Daimler Chrysler Contemporary, Berlino; Mori Museum, Tokyo; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Chicago Cultural Center; Louisiana Museum, Humlebæk; Devi Art Foundation, New Delhi. Rashid Rana (1968) è nato a Lahore, in Pakistan, dove vive e lavora. Ha studiato pittura al National College of Arts di Lahore e al Massachussets College of Fine Arts di Boston. E' fondatore di facoltà e preside del dipartimento di Fine Art presso la Beaconhouse National University di Lahore. Le sue recenti personali includono una grande retrospettiva dei suoi lavori di metà carriera, intitolata Labyrinth of Reflections, presso il Mohatta Palace Museum di Karachi (2013), alcune mostre presso la Cornerhouse di Manchester (2011) e presso il Museo Guimet di Parigi (2010). Ha partecipato a grandi mostre collettive quali: Dhaka Art Summit (2014), Biennale di Kiev (2012); Fotomuseum Winterthur, Whitechapel Gallery e Saatchi Gallery, Londra (2010); Asia Society, New York (2009); 5° Asia Pacific Triennale, Queensland Gallery of Art, Brisbane (2006); Biennale di Singapore (2006). Natasha Ginwala (India 1985) è una curatrice indipendente, ricercatrice e scrittrice. È consigliere curatoriale e curatrice dei Programmi Pubblici per il progetto della Fondazione Gujral, My East is Your West, presso la 56ª Biennale di Venezia (2015), ed è stata membro del gruppo artisti all'8ª Biennale di Berlino per l'Arte Contemporanea (2014). I suoi lavori recenti includono il progetto curatoriale in più parti, ancora in corso, Landings, presentato al Centro per l'Arte Contemporanea Witte de With, alla Fondazione per l'Arte David Roberts, al NGBK di Berlino, al Museo Stedelijk di Amsterdam e presso altre organizzazioni associate, dal 2013 fino ad oggi, (con Vivian Ziherl), e a 'Il Museo del Ritmo' della Biennale di Taipei 2012 (con Anselm Franke). Ginwala ha partecipato al Programma Curatoriale de Appel, Amsterdam, e ha insegnato all'Istituto Sandberg e all'Accademia Gerrit Rietveld. Ha contribuito ad alcune pubblicazioni come riviste e-flux: The Exhibitionist e il Manifesta Journal, tra le altre. Martina Mazzotta (Milano 1974) curatrice, vive a Londra, è laureata in filosofia in Italia e in Germania e ha conseguito un phd in Storia dell'Arte a Milano. L'approccio transdisciplinare alle arti caratterizza tutta la sua ricerca, come saggista, docente universitario e curatore (ha ideato e curato numerosi libri e mostre, tra cui il contributo di Studio Azzurro alla Biennale Internazionale di Site Santa Fe, USA 2008, quello di Pietro Pirelli a Mumbai per En-Counters, India 2013, nonché mostre dall'approccio filosofico quali Pelle di Donna, Triennale di Milano 2012, e Wunderkammer. Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi, Museo Poldi Pezzoli e Gallerie d'Italia, 2014). Il tutto si integra con quell'universo di tradizioni ed esperienze rappresentato dalla Casa Editrice Mazzotta, fondata da suo padre Gabriele 50 anni fa, e dalla Fondazione Mazzotta, dedicata a suo nonno Antonio e oggi think-tank internazionale. Il Comitato d'onore è formato da: Richard Armstrong, Direttore della Fondazione Museo Solomon R. Guggenheim; Amin Jaffer, Direttore Internazionale Arte Asiatica, Christie's; David Elliot, curatore e scrittore; Anupam Poddar, fondatore direttore Devi Art Foundation; Madhuvanti Ghose, co-curatore The Art Institute of Chicago. COORDINATE MOSTRA Titolo mostra: My East is your West Date: 6 Maggio - 1 Ottobre 2015 Sede: Palazzo Benzon, Calle Benzon, San Marco 3927, Canal Grande - Venezia Ideazione e curatela: Feroze Gujral, Fondatore/Direttore Gujral Foundation Artisti: Rashid Rana (Lahore - Pakistan) e Shilpa Gupta (Mumbai - India) Collaborazione per la curatela e eventi collaterali: Natasha Ginwala e Martina Mazzotta Partner in Italia: Fondazione Mazzotta Orari: martedì - domenica, dalle ore 10 alle 18 Ingresso: libero Come arrivare: Vaporetto fermata S. Angelo INFO PUBBLICO Chiara Bordin - Valorizzazioni Culturali | Art-Events +39 328 3073233 venice@art-events.it Uffici stampa IBC Irma Bianchi Communication Milano - info@irmabianchi.it tel. + 39 02 8940 4694 - mob. + 39 328 5910857 testi e immagini scaricabili da http://www.irmabianchi.it/mostra/my-east-your-west-rashid-rana-pakistan-e-shilpa-gupta-india-alla-56%C2%B0-biennale-di-venezia Sutton PR South Wing Somerset House, Strand, London WC2R 1LA Olivia Cerio olivia@suttonpr.com +44 (0) 20 7183 3577 Flint PR Nidhi Awasty nidhi.awasty@flint-pr.com +91 989 959 85 86 Inizio: 06/05/2015 Fine: 01/10/2015 Indirizzo: Calle Benzon, San Marco 3917, Venezia Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6148008893808369745 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Il giardino è aperto Introduzione: BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE sala Maria Teresa Via Brera 28 - Milano Il giardino è aperto mostra bibliografica sulla storia dei giardini dal '400 ad oggi e presentazione del libro d'artista di Alessandra Angelini con testi di Paolo Cottini 5 - 27 giugno 2015 giovedì 4 giugno, ore 18 inaugurazione mostra di libri sui giardini pubblicati dal '400 ad oggi presentazione libro d'artista di Alessandra Angelini con testi di Paolo Cottini Descrizione: BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE sala Maria Teresa Via Brera 28 - Milano Il giardino è aperto mostra bibliografica sulla storia dei giardini dal '400 ad oggi e presentazione del libro d'artista di Alessandra Angelini con testi di Paolo Cottini 5 - 27 giugno 2015 giovedì 4 giugno, ore 18 inaugurazione mostra di libri sui giardini pubblicati dal '400 ad oggi presentazione libro d'artista di Alessandra Angelini con testi di Paolo Cottini ideata e realizzata dalla Biblioteca Nazionale Braidense in collaborazione con l'Associazione Cento Amici del Libro La mostra è patrocinata da "Le Università per Expo 2015 - Comitato scientifico del comune di Milano" intervengono Laura Tirelli, Presidente Cento Amici del Libro Mariella Goffredo, Biblioteca Nazionale Braidense Paolo Cottini, storico dei giardini Alessandra Angelini, artista Francesca Porreca, storica dell'arte e conservatrice ai Musei Civici di Pavia cid:QWxlc3NhbmRyYSBBbmdlbGluaV9sYW5jaW8uanBn$88551609$943585@irmabianchi Alessandra Angelini, Il Giardino è aperto, libro d'artista, 2015 Nell'ambito delle manifestazioni di Expo 2015, la Biblioteca Nazionale Braidense con l'Associazione i Cento Amici del Libro, propongono la mostra sulla storia dei giardini in Europa, dal '400 ad oggi. L'idea di offrire ai visitatori di EXPO questa manifestazione è stata data dal libro d'artista di Alessandra Angelini "Il giardino è aperto" che verrà presentato al pubblico all'inaugurazione dell'esposizione. Nutrire il pianeta, energia per la vita infatti non significa solo alimentare la Terra, ma nutrirla di bellezza e armonia, equilibrio che l'uomo ha tentato di raggiungere nei secoli persino attraverso l'antica arte dei giardini, intesa anche come architettura del paesaggio. Attingendo al ricco patrimonio bibliografico della Braidense, in particolare alla sezione di botanica del medico, naturalista e poeta svizzero Albrecht von Haller (1708-1777), vengono esposte un centinaio di opere. Di particolare rilievo si segnalano: la traduzione del Dioscoride del medico e naturalista trentino, Pietro Andrea Mattioli (1500-1577), edita nel 1554, e la probabile edizione del 1713 dell'opera Nürnbergische Hesperides, di Johann Christoph Volkamer (1644 - 1720), scrittore ed esperto di botanica. Oltre ad esse trovano posto nella mostra altri libri di eguale importanza: il volume Ville di delizia o siano palaggi camparecci nello Stato di Milano dell'incisore Marc'Antonio Dal Re, i due volumi del romantico Herbarium Portatile del 1821 e la recente collana L'Ornitorinco dell'editore Rizzoli, curata da Ippolito Pizzetti. Il libro d'artista "Il giardino è aperto", nato dall'incontro tra l'artista Alessandra Angelini con lo scrittore e storico dei giardini Paolo Cottini, racconta, attraverso la perfetta unione delle originali opere grafiche e dei testi inediti, il giardino di Vico Morcote nel Canton Ticino, che Sir Peter Smithers progettò, costruì e curò negli ultimi vent'anni della sua lunga e vivace esistenza. Alessandra Angelini, a seguito di un'attenta analisi dei testi di Cottini - che ha avuto l'occasione di frequentare Sir Peter Smithers - e di numerose visite al giardino di Morcote in diversi periodi dell'anno, ha realizzato una serie di opere grafiche, disegni preparatori a inchiostro di china, fotografie ed elaborazioni al computer rappresentative delle fasi preparatorie ed esecutive, esplicative del percorso creativo del libro, esposti in mostra accanto al libro d'artista. Per la creazione delle opere contenute nel libro "Il giardino è aperto" l'artista ha scelto l'incisione di matrici polimeriche e le xilografie a secco: tecniche e linguaggi grafici capaci di esprimere il personaggio di Sir Smithers e il suo stretto legame con il giardino, inteso come luogo naturale e metafora della vita, che Angelini ha saputo sapientemente interpretare attraverso il suo operato. L'incisione di matrici polimeriche grazie ai suoi aspetti tecnologici e al contempo profondamente creativi ha permesso di trasformare in segno grafico le fotografie e i disegni realizzati en plain air talvolta unendo immagine fotografica e disegno in un processo di ibridazione delle modalità espressive, estremamente coinvolgente. Le xilografie a secco, pensate come memoria della matericità della natura, accompagnano tutte le pagine del libro, dando ritmo alle immagini e agli scritti. Il colore, bianco e verde delle pagine e dei testi, si illumina di passaggi talvolta lievemente iridescenti, che Alessandra Angelini percepisce come "in sospensione tra l'immaginario e il reale, come simbolo delle trasformazioni che avvengono in natura, dalla nascita di un germoglio alla sua fine; un percorso che non si limita alla vita del fiore o della pianta ma allude al viaggio dell'uomo sulla terra". La scelta del formato del libro, stampato da Daniela Lorenzi - Atelier 14 e legato a mano da CbdA di Cristina Balbiano d'Aramengo, corrisponde al rapporto aureo tra i lati ed è un omaggio alla lezione etica ed estetica che Sir Smithers ha trasmesso: Armonia e Bellezza, come le piante e i fiori, sono in grado di trasformare la quotidianità nel giardino aperto dei nostri sogni. Nel periodo della sua piena fioritura, fine maggio-giugno 2015, è prevista una visita per il pubblico al "Giardino Smithers" di Vico Morcote nel Canton Ticino. Inoltre sono in via di definizione altre esposizioni del progetto in prestigiose sedi in Italia e all'estero. Parallelamente al libro d'artista è stata editata una plaquette bilingue italiano/inglese con testi di Alessandra Angelini, Francesca Porreca, Laura Tirelli, Patrizia Caccia, Cecilia Angeletti e il testo di Paolo Cottini con la traduzione inglese di Amelia Smithers, figlia del fondatore del giardino di Vico Morcote. Cenni biografici di Alessandra Angelini Alessandra Angelini nasce a Parma nel 1953. Condotti gli studi classici, si diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Da qui inizia il suo percorso artistico, dettato da un'estrema curiosità che la conduce verso la sperimentazione di tecniche e materiali, con una ricerca costante rivolta ai valori della luminosità cromatica, espressa attraverso l'uso dei pigmenti preparati personalmente, con lo stesso procedimento utilizzato per gli antichi dipinti su tavola. Il percorso formale intrapreso è sempre collegato all'espressione dell'interiorità, intesa come tessuto primo sul quale si costruisce il pensiero critico nei confronti del reale. L'artista si dedica a diversi linguaggi espressivi: pittura, incisione, grafica, scultura, fotografia. Di ognuno approfondisce lo studio della tecnica e le possibili associazioni, creando contaminazioni tra procedimenti e opere ibride. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive in Italia e nel mondo in quattro continenti, le sue opere sono presenti nelle collezioni di importanti musei nazionali e internazionali. Dal 2005 è titolare della cattedra di Grafica e Tecniche dell'Incisione all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Fa parte di Visarte società delle Arti Visive Svizzera. Attualmente vive e lavora tra Milano e Pavia. www.alessandraangelini.org Cenni biografici di Paolo Cottini Paolo Cottini è collaboratore fisso di riviste di giardinaggio, in particolare di Giardini, con testi e servizi fotografici dedicati a piante e giardini storici. In questo ambito di studio ha scritto i volumi Il Parco delle Ville Ponti (1989) e Il Parco Mylius-Vigoni (1991). Nel 1994 ha pubblicato Giardini di Lombardia. Dalle origini all'età barocca, mentre del 1997 è Giardini del territorio varesino: la provincia. Nel 2000 ha pubblicato Villa Carlotta, il giardino e il museo e nel 2005 I Giardini della Città-giardino - A passeggio nel verde di Varese. Fra i suoi lavori più recenti figurano: La famiglia Bagatti Valsecchi e la villa di Cardano, ed. Bellavite, Missaglia, 2010 e Patrimonio botanico, in: Ornella Selvafolta, I Giardini di Villa Melzi d'Eril a Bellagio, Cisalpino, Milano, 2012. Di notevole importanza sono gli ampi saggi su Giardini e ville nel paesaggio comasco (in: Storia di Como, vol. V, tomo II, ed. Storia di Como, 2004) e Arte topiaria. Le origini: rilettura delle fonti e ipotesi interpretative (in: Topiaria, ed. Fondazione Benetton-Canova, 2005). In équipe con altri professionisti ha collaborato alla realizzazione di censimenti e progetti di restauro di numerosi parchi o giardini storici. Ha partecipato, anche in veste di relatore, a convegni nazionali e regionali sulle problematiche relative al governo e al restauro del giardino storico. Ha coordinato i convegni internazionali 'Arte topiaria. Architetture e sculture vegetali' (Grezzana, 2000), 'L'Himalaya in Insubria' (Bellagio, 2001), 'La figura di Linneo e la sua eredità. A 300 anni dalla nascita: 1707-2007', Anacapri, 2006). Cento Amici del Libro L'Associazione Cento Amici del Libro è un sodalizio di amanti del bel libro il cui scopo è quello di realizzare ogni anno un libro d'artista di alta qualità sia sotto l'aspetto della stampa che grafico. L'associazione è nata a Firenze nel 1939 dall'idea di tre amatori del bel libro, Ugo Ojetti, Tammaro De Marinis, Gilberta Serlupi Crescenzi il cui intento era di risollevare la qualità della stampa del libro italiano, assai decaduta, dopo lo splendore raggiunto in secoli passati. Il primo volume pubblicato in 120 esemplari sotto la guida di questo grande tipografo fu "L'Aminta" del Tasso con sette acqueforti di Francesco Chiappelli. Tutte le edizioni comprendono testi di noti scrittori e poeti, molti dei quali sono inediti come le poesie di Mario Luzi, Eugenio De Signoribus, Andrea Zanzotto, Maria Luisa Spaziani, tutti con l'apporto grafico di famosi artisti italiani e stranieri, da Pietro Annigoni, Fausto Melotti, Renato Guttuso a Mimmo Paladino, Valter Valentini, Emilio Isgrò, Gérard Titus Carmel, Tulio Pericoli, Joe Tilson, Gao Xingjian. Nel 2015 i Cento Amici del Libro pubblicano il loro 50° volume. www.centoamicidellibro.com Scheda del Libro d'artista Titolo IL GIARDINO E' APERTO Progetto grafico di Alessandra Angelini Testo di Paolo Cottini Incisioni di Alessandra Angelini Libro a cura di Alessandra Angelini Stampa a cura di Daniela Lorenzi - Atelier 14 - Milano Realizzazione legature e custodie di Cristina Balbiano d'Aramengo - CbdA - Milano Tipografia Rodolfo Campi Coordinate mostra Titolo IL GIARDINO E' APERTO Sede Biblioteca Nazionale Braidense - sala Maria Teresa - Via Brera 28 - Milano Inaugurazione mostra e presentazione libro d'artista giovedì 4 giugno, ore 18 Date 5 - 27 giugno 2015 Orari lunedì-sabato ore 9.30-13.30 | Domenica chiuso Aperture fuori orario su prenotazione tel. +39 02 86460907 int 536 - b-brai@beniculturali.it Ingresso libero Info pubblico Biblioteca Nazionale Braidense tel. +39 02 86460907 - b-brai@beniculturali.it Cento Amici del Libro tel. +39 02 72002220 - posta@centoamicidellibro.it Ufficio stampa per Alessandra Angelini IBC Irma Bianchi Communication Tel. +39 02 8940 4694 - info@irmabianchi.it testi e immagini scaricabili da http://www.irmabianchi.it/mostra/il-giardino-%C3%A8-aperto-expo-2015 Inizio: 05/06/2015 Fine: 27/06/2015 Indirizzo: Via Brera 28 - Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: NOMACHI Le vie dell’anima Introduzione: Kazuyoshi Nomachi è uno dei più grandi fotografi giapponesi. E’ sempre stato un fotografo documentarista e ha dedicato tutta la sua vita al tema “della preghiera e della ricerca del sacro”. Per oltre 40 anni, sin dal suo primo viaggio nel Sahara, quando aveva venticinque anni, ha rivolto la sua attenzione alle più diverse culture del mondo che sono espressione dei popoli che vivono nelle terre più difficili e aspre, affascinato dai grandi spazi e dalla forza di quelle genti Descrizione: NOMACHI Le vie dell’anima Reggia di Monza – Serrone della Villa Reale Viale Brianza, 2 20090 Monza 30 maggio - 8 novembre 2015 Kazuyoshi Nomachi è uno dei più grandi fotografi giapponesi. E’ sempre stato un fotografo documentarista e ha dedicato tutta la sua vita al tema “della preghiera e della ricerca del sacro”. Per oltre 40 anni, sin dal suo primo viaggio nel Sahara, quando aveva venticinque anni, ha rivolto la sua attenzione alle più diverse culture del mondo che sono espressione dei popoli che vivono nelle terre più difficili e aspre, affascinato dai grandi spazi e dalla forza di quelle genti. Nomachi Le vie dell’anima è la più grande mostra antologica dell’artista. Con circa 200 scatti, il percorso espositivo articolato in 7 sezioni ricostruisce il viaggio di una vita attraverso la sacralità dell’esistenza nella vita quotidiana, un’esperienza vissuta dall’artista in terre tra loro lontanissime, ma accumunate da quella spiritualità che dà un ritmo e un senso alle più dure condizioni. Una spiritualità che solo Nomachi sa cogliere in paesaggi di unica e straordinaria bellezza, dove i ritratti e le figure umane assumono una dignità assoluta e si fondono con il contesto in composizioni quasi pittoriche, dominate da una luce abbagliante, reale e trascendentale al tempo stesso. Un sorprendente allestimento, progettato da Peter Bottazzi, propone ai visitatori un percorso affascinante e coinvolgente. Nomachi nasce in Giappone nel 1946 a Mihara, un villaggio nel Distretto di Hata, Prefettura di Kochi. Studia alla Kochi Technical High School e inizia a scattare fotografie fin dall’adolescenza. Nel 1969 studia fotografia con Takashi Kijima. Nel 1971 inizia la sua carriera come fotografo pubblicitario free-lance e l'anno successivo compie il suo primo viaggio nel Sahara, dove rimane colpito dalle dure condizioni di che vive in un ambiente così ostile. Decide a quel punto di dedicarsi al foto-giornalismo. Quasi a fare da contrappunto alla sua lunga esperienza nel riarso deserto matura in lui l’ispirazione del Nilo come tema, “Il Nilo, perenne flusso d’acqua che mai si prosciuga scorrendo nell’arido Sahara”. È questo concetto che dal 1980 guida la sua ricerca lungo il Nilo Bianco, dal delta fino alla fonte, in un ghiacciaio dell’Uganda, poi lungo il Nilo Blu fino alla sorgente negli altopiani dell’Etiopia. Strada facendo, egli cattura nei suoi scatti la forza dell'ambiente e della gente di questa vasta regione dell’Africa. Dal 1988 rivolge la sua attenzione all'Asia. Mentre esplora le aree occidentali della Cina, viene attratto dalle popolazioni che vivono nelle estreme altitudini del Tibet e dal Buddismo. Questo incontro lo porta, fra il 2004 e il 2008, a visitare quasi l’intera area di cultura tibetana, spingendosi poi alla scoperta delle origini nelle terre del sacro Gange, dove nacque l’Induismo. Dal 1995 al 2000 Nomachi accede alle più sacre città dell'Islam e viaggia per cinque anni in Arabia Saudita, avendo l’opportunità di fotografare il grande pellegrinaggio annuale alla Mecca e a Medina. È stato così il primo a documentare in modo così ampio e approfondito il prodigioso pellegrinaggio di oltre 2 milioni di musulmani verso la loro città santa, la Mecca. Dal 2002 visita anche gli altopiani delle Ande, il Perù e la Bolivia, per indagare l’intreccio fra cattolicesimo e civiltà Inca, ricerca che prosegue a tutt’oggi. Le sue fotografie sono pubblicate in tutto il mondo e appaiono nelle principali riviste di fotografia, dal The National Geographic, a Stern e GEO. I lavori realizzati nel Sahara, lungo il Nilo, in Etiopia, in Tibet e in Arabia, hanno vinto numerosi premi nel suo paese e hanno suscitato negli anni una grande ammirazione anche nei paesi occidentali. Promossa dal Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, la mostra è organizzata e prodotta da Civita Cultura, in collaborazione con Cultura Domani. Inizio: 30/05/2015 Fine: 08/11/2015 Indirizzo: Viale Brianza, 2 20090 Monza Spazio: Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Il principe dei sogni Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino Introduzione: Fondazione Bracco sostiene la splendida mostra “Il principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” che, dopo lo straordinario successo ottenuto al Palazzo del Quirinale a Roma, arriva a Milano dal 30 aprile al 23 agosto nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale dove vengono riuniti, per la prima volta dopo centocinquanta anni, i preziosissimi venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio. Descrizione: Il principe dei sogni Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino Fondazione Bracco sostiene la splendida mostra “Il principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” che, dopo lo straordinario successo ottenuto al Palazzo del Quirinale a Roma, arriva a Milano dal 30 aprile al 23 agosto nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale dove vengono riuniti, per la prima volta dopo centocinquanta anni, i preziosissimi venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio. Gli arazzi, che raffigurano la storia di Giuseppe narrata nella Genesi, furono divisi nel 1882 per volere dei Savoia tra Firenze e il Palazzo del Quirinale. La straordinaria raffinatezza della loro manifattura, l’unicità della composizione dei soggetti raffigurati, la singolare vicenda storica che li ha interessati, profondamente intrecciata alla storia d’Italia, fa di questo progetto espositivo un evento di portata internazionale e di eccezionale rilevanza simbolica, culturale e storico artistica. L’esposizione, a cura di Louis Godart, è promossa dalla Presidenza della Repubblica Italiana, dal Comune di Firenze e dal Comune di Milano in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Expo 2015 e la Fondazione Bracco, con il sostegno di Acea, dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e di Poste Italiane. Main sponsor Gucci. L’organizzazione generale e la realizzazione sono di Comunicare Organizzando. L’evento fa parte delle iniziative di ExpoinCittà, il palinsesto di oltre 17mila iniziative, promosso dal Comune e dalla Camera di Commercio di Milano, che accompagnerà la vita culturale della città durante il semestre dell’Esposizione Universale. Un evento straordinario testimoniato anche dal catalogo edito da SKIRA. 30 aprile - 23 agosto 2015 Milano, Palazzo Reale - Sala delle Cariatidi Inizio: 30/04/2015 Fine: 23/08/2015 Indirizzo: Milano, Palazzo Reale Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Expo Milano 2015. Nutrire il pianeta Introduzione: Expo Milano 2015. Nutrire il pianeta Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015 e sarà il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Descrizione: Per sei mesi Milano diventerà una vetrina mondiale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. Sono questi i numeri dell’evento internazionale più importante che si terrà nel nostro Paese. 1° maggio – 31 ottobre 2015 www.expo2015.org Inizio: 01/05/2015 Fine: 31/10/2015 Indirizzo: Rho,Lombardia Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Dai Primitivi a Modigliani Introduzione: Il Primato del disegno I disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani La Pinacoteca di Brera, grazie al suo legame con l’Accademia di Belle Arti, conserva anche un ricco ma poco noto Gabinetto di Disegni. Descrizione: Il Primato del disegno I disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani La Pinacoteca di Brera, grazie al suo legame con l’Accademia di Belle Arti, conserva anche un ricco ma poco noto Gabinetto di Disegni. Una importante selezione di opere su carta di Brera viene proposta in mostra accanto a prestigiosi prestiti dalle più importanti collezioni pubbliche italiane e straniere: dal Louvre, dall’Albertina di Vienna, dal Metropolitan Museum, dalla Morgan Library, dagli Uffizi e da vari altri importanti musei. Il tema dell’esposizione è l’arte del Disegno come strumento fondamentale per leggere e comprendere la pittura e raduna infatti esemplari scelti espressamente perché strettamente correlati ai quadri della Pinacoteca. Il confronto fra opere su carta e opere su tela (o tavola), molte delle quali espressioni cruciali della storia dell’arte italiana, permette di comprendere il raffinato e poetico rapporto tra la fase dello studio preparatorio e la stesura finale. La mostra si prefigge infatti di dimostrare come il disegno, dal Trecento al Novecento, sia costante fondamentale per la genesi dell’opera pittorica. I magnifici disegni di celeberrimi maestri come Pisanello, Mantegna, Bellini, i leonardeschi, Bramantino, Raffaello, Parmigianino,Tintoretto, Veronese, i Campi, Barocci, i Carracci, Reni, Canaletto, Guardi, Crespi, Bossi, Appiani, Hayez, Fattori sino a Segantini, Modigliani, Carrà, Boccioni, Severini, Sironi, Morandi, Giacometti, Licini, messi a confronto con le loro splendide opere pittoriche. 09 maggio – 19 luglio 2015 Milano, Pinacoteca di Brera – via Brera, 28 Inizio: 09/05/2015 Fine: 19/07/2015 Indirizzo: Milano, Pinacoteca di Brera – via Brera, 28 Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: "Vanitas vs Veritas" opere su carta di Sandro Chia Introduzione: Per il suo sesto anniversario la MAG ha voluto realizzare una mostra interamente su Sandro Chia. A Como dal 29 maggio in San Pietro in Atrio Descrizione: Como, 19 maggio 2015 MAG presenta VANITAS vs veritas LAVORI SU CARTA DI SANDRO CHIA a cura di Salvatore Marsiglione Inaugurazione Venerdì 29 maggio ore 18:00 dal 29 maggio al 28 giugno 2015 SAN PIETRO IN ATRIO Via Odescalchi, 3 Como info: +39 3287521463 info@marsiglioneartsgallery.com www.magcomo.it Con il Patrocinio ed il sostegno del Comune di Como Con il Patrocinio di Padiglione Italia EXPO Milano 2015, di SistemaComo 2015, di Canto della Terra, Como Culture Capital 2015 e dell’Associazione Archivio Luigi Russolo. orari apertura: tutti i giorni dalle 10:30 alle 19:30, martedì, giovedì e sabato fino alle 23:00 La MAG - Marsiglione Arts Gallery, con il Patrocinio e il sostegno del Comune di Como, con il Patrocinio del Padiglione Italia EXPO Milano 2015, con il Patrocinio di SistemaComo 2015, con il Patrocinio del Canto della Terra, Como Culture Capital 2015, e con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo, presenta la prima mostra personale a Como di Sandro Chia nello spazio Istituzionale di San Pietro in Atrio, dal titolo Vanitas vs Veritas. Nel giorno del suo sesto anniversario la MAG, Vi vuole, e Si vuole regalare la mostra più importante della stagione comasca. In linea con l’evento dell’anno, l’EXPO di Milano, il curatore e direttore della MAG, Salvatore Marsiglione, ha fortemente voluto un artista italiano tra i più ambiti e richiesti al mondo, e il nome di quell’artista non poteva essere altro che quello di Sandro Chia. L’occasione di EXPO Milano 2015 è quella giusta per far ammirare al pubblico locale, nazionale e internazionale che si affaccerà nella città lariana, un artista di confermata e indubbia fama che da oltre trent'anni è sulla cima della scena artistica mondiale con la presenza delle sue opere in oltre 30 musei tra i più importanti del mondo, tra i quali citiamo solo il MOMA di New York, il Museum of Fine Art di Boston, il Museum of Fine Art di Chicago, il Museum of Fine Art di New Orleans, la TATE Gallery di Londra, il Kunstmuseum di Basilea, la Nationalgallerie di Berlino, il Museum of Art di Tel Aviv, il Castello di Rivoli, il MART di Rovereto, Palazzo Madama e moltissimi altri. La mostra concepita appositamente per i magici spazi della ex-chiesa di San Pietro in Atrio a Como, si caratterizza per un allestimento esclusivamente con solo opere inedite su carta, due grandi opere con un forte impatto e 30 di dimensioni più ridotte, ma della medesima forza e surreale immaginazione, il tutto ha una linea concettuale unica, dove ogni opera è un tassello di una grande istallazione. Come nella sua personalità, anche nelle sue Opere, Sandro Chia non si prende troppo sul serio, anzi con una dose marcata d’ironia, spiega l’uomo e le sue emozioni rivisitando il quotidiano attraverso pittura e filosofia, passato e presente, inserendo parte di se in ogni dipinto. Tutte insieme vogliono gridare al mondo il desiderio di verità sulla pittura con un espresso e dichiarato equilibrio con l’estetica. Il dualismo tra i soggetti classicheggianti e le figure ironiche, tra il colore acceso e la materia che appiattita si espande quasi a sembrare non dipinta. Protagonista indiscusso sin dagli anni ’80, Sandro Chia persegue da sempre l’importanza della pittura, ne valorizza tutti gli aspetti della comunicazione e del piacere estetico con le sue citazioni tecniche che rimarcano i colori dei futuristi Boccioni, Balla e Depero, senza tralasciare mai la poesia estetica fatta di uomini in azione o contemplazione. Salvatore Marsiglione Inizio: 29/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: via Odescalchi 3, Como Spazio: San Pietro in Atrio Area geografica: Lombardia Email: info@marsiglioneartsgallery.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Un Museo ideale Introduzione: Un Museo ideale Ospiti d’eccezione nelle collezioni del Novecento. Dal Futurismo al Contemporaneo Il Museo del Novecento presenta la grande arte italiana in “Un Museo Ideale. Ospiti d’eccezione nelle collezioni del Novecento Descrizione: Un Museo ideale Ospiti d’eccezione nelle collezioni del Novecento. Dal Futurismo al Contemporaneo Il Museo del Novecento presenta la grande arte italiana in “Un Museo Ideale. Ospiti d’eccezione nelle collezioni del Novecento. Dal Futurismo al Contemporaneo”, una mostra promossa nell’ambito degli appuntamenti d’arte del palinsesto Expo in Città in programma durante il semestre dell’Esposizione Universale a Milano. Dal 15 maggio al 13 settembre il Museo del Novecento diventa per i sei mesi di Expo “Un Museo Ideale” con un percorso espositivo scandito da Ospiti d’eccezione, testimoni illustri della creatività e dell’avanguardia dell’arte italiana dal Futurismo al Contemporaneo, per restituire allo sguardo dei visitatori un patrimonio artistico unico al mondo. Il Museo del Novecento si è messo in rete con le più importanti istituzioni museali italiane quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Galleria d’Arte Moderna di Torino, Mart di Rovereto, Cà Pesaro di Venezia, Museo Morandi di Bologna, Museo Revoltella di Trieste e Galleria d’Arte Moderna di Palermo. Al percorso dedicato al Novecento fa da contrappunto una selezione di opere d’arte contemporanea dei protagonisti italiani più significativi del panorama internazionale, recentemente donate al museo da ACACIA, l’Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana. La mostra, a cura del Comitato Scientifico del Museo con l’allestimento di Paolo Giacomazzi, offre un’irripetibile occasione per ammirare alcune delle opere simbolo dell’arte italiana dal Futurismo all’Arte Povera in un dialogo aperto con il contemporaneo. La mostra è realizzata con il sostegno di SisalPay, brand del Gruppo Sisal che offre servizi di pagamento comodi, sicuri e veloci. Si ringrazia Sky Arte HD, media partner della mostra, che realizzerà il documentario Extra Art – Un Museo Ideale, in programma sul canale 120 e 400 di Sky. La mostra è realizzata con la Partnership Istituzionale di AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani di cui il Museo del Novecento è socio. Le mostre e le attività collaterali del Museo del Novecento sono possibili grazie alla sensibilità di Bank of America Merril Lynch e Finmeccanica, Main Sponsor del museo. Museo del Novecento Milano, Via Marconi, 1 Dal 15 maggio al 13 settembre Inizio: 15/05/2015 Fine: 13/09/2015 Indirizzo: Milano, Via Marconi, 1 Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: NUOVI ARRIVI. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini Introduzione: Il Museo del Novecento presenta la mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini” dal 15 maggio al 1 novembre. Descrizione: NUOVI ARRIVI. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini Il Museo del Novecento presenta la mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini” dal 15 maggio al 1 novembre. La mostra, promossa nell’ambito degli appuntamenti d’arte del palinsesto Expo in Città in programma durante il semestre dell’Esposizione Universale a Milano, rende omaggio a una delle più significative donazioni alle Raccolte Civiche cresciute negli anni proprio grazie a importanti lasciti privati. I capolavori donati da Mario Bertolini arricchiscono il patrimonio del Museo del Novecento di oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale del secolo scorso. Mario Bertolini inizia a interessarsi all’arte contemporanea negli anni sessanta a Milano, nelle più importanti gallerie della città. È proprio allora che nasce quella passione che per circa quattro decenni lo porterà a frequentare il mondo dell’arte internazionale e ad accrescere la sua collezione. La mostra “Nuovi Arrivi”, a cura di Cristina Baldacci e Danka Giacon. ricostruisce, in una selezione di circa cento opere, i capitoli fondamentali della raccolta. La rassegna si inserisce nel programma espositivo che il Museo del Novecento ha ideato in occasione di Expo 2015 insieme al percorso dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo “Un Museo Ideale. Ospiti d’eccezione nelle Collezioni del Novecento dal Futurismo al Contemporaneo”. MUSEO DEL NOVECENTO SPAZIO MOSTRE E ARCHIVI DEL NOVECENTO VIA MARCONI 1, MILANO 15 MAGGIO – 1 NOVEMBRE 2015 Inizio: 15/05/2015 Fine: 01/11/2015 Indirizzo: VIA MARCONI 1, MILANO Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: David LaChapelle. Dopo il Diluvio Introduzione: Al Palazzo delle Esposizioni torna dopo oltre quindici anni il grande artista fotografo americano David LaChapelle con una delle più importanti e vaste retrospettive a lui dedicate. Sono infatti esposte circa 100 opere di cui alcune totalmente inedite, altre presentate per la prima volta in un museo e molte di grande formato. Descrizione: David LaChapelle. Dopo il Diluvio Al Palazzo delle Esposizioni torna dopo oltre quindici anni il grande artista fotografo americano David LaChapelle con una delle più importanti e vaste retrospettive a lui dedicate. Sono infatti esposte circa 100 opere di cui alcune totalmente inedite, altre presentate per la prima volta in un museo e molte di grande formato. Roma è stata una città fondamentale nella carriera artistica di LaChapelle. Nel 2006 infatti, durante un soggiorno nella Capitale, David LaChapelle ha occasione di visitare privatamente la Cappella Sistina; la sua sensibilità artistica è scossa dalla bellezza e dalla potenza dell’arte romana che danno il definitivo impulso alla necessità di imprimere una svolta alla sua produzione. Fino ad allora LaChapelle ha preferito che le sue foto viaggiassero sulle pagine di riviste di moda e di cataloghi senza testi. L’obiettivo non è mai stato fermarsi alla mera illustrazione, ma raggiungere un pubblico quanto più vasto possibile – è questo il suo modo di essere un artista pop – e portare la lettura dell’opera sul piano dello shock emotivo. Palazzo delle Esposizioni Roma, Via Nazionale 194 30 aprile - 13 settembre 2015 www.palazzoesposizioni.it Inizio: 30/04/2015 Fine: 13/09/2015 Indirizzo: Roma, Via Nazionale 194 Spazio: Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: All the World’s Futures Introduzione: La Biennale di Venezia 56. Esposizione Internazionale d’Arte All the World’s Futures E' aperta al pubblico da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2015, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 56. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo All the World’s Futures, diretta da Okwui Enwezor e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. Descrizione: La Biennale di Venezia 56. Esposizione Internazionale d’Arte All the World’s Futures E' aperta al pubblico da sabato 9 maggio a domenica 22 novembre 2015, ai Giardini della Biennale e all’Arsenale, la 56. Esposizione Internazionale d’Arte dal titolo All the World’s Futures, diretta da Okwui Enwezor e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta. La Mostra è affiancata da 89 Partecipazioni nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 5 i paesi presenti per la prima volta: Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico, Repubblica delle Seychelles. Altri paesi partecipano quest’anno dopo una lunga assenza: Ecuador (1966, poi con l’IILA), Filippine (1964), Guatemala (1954, poi con l’IILA). Anche quest’anno la Santa Sede partecipa con una mostra allestita nelle Sale d’Armi, in quegli spazi che la Biennale ha restaurato per essere destinati a padiglioni durevoli. In Principio… la parola si fece carne è il titolo scelto dal Card. Gianfranco Ravasi (Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura) per il Padiglione curato da Micol Forti (Direttore della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani). Il Padiglione Italia in Arsenale, organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane - è curato quest’anno da Vincenzo Trione. Sono 44 gli Eventi Collaterali ufficiali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni internazionali, che hanno allestito le loro mostre e le loro iniziative in vari luoghi della città. La Mostra All the World’s Futures forma un unico percorso espositivo che si articola dal Padiglione Centrale (Giardini) all’Arsenale, includendo 136 artisti dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi. 159 sono le nuove produzioni realizzate per questa edizione. “La Biennale che compie 120 anni procede, e anno dopo anno continua a costruire anche la propria storia, che è fatta di molti ricordi, ma in particolare di un lungo susseguirsi di diversi punti di osservazione del fenomeno della creazione artistica nel contemporaneo.” Così Paolo Baratta introduce l’edizione di quest’anno, ricordando che “Bice Curiger ci portò il tema della percezione e Massimiliano Gioni fu interessato al fenomeno della creazione artistica dall’interno, alle forze interiori che spingono l’artista a creare.” Venezia (Arsenale e Giardini) 9 maggio – 22 novembre 2015 www.labiennale.org #biennalearte2015 Inizio: 09/05/2015 Fine: 22/11/2015 Indirizzo: Arsenale,Venezia Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Chagall. Love and Live Introduzione: Dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme giungono per la prima volta in Italia 140 lavori di uno degli artisti più amati del Novecento, Marc Chagall, il cui linguaggio è così universale da essere amato da tutti e da tutti conosciuto e riconosciuto e che, tra tutti gli artisti del secolo scorso, è rimasto fedele a se stesso pur attraversando guerre, catastrofi, rivoluzioni politiche e tecnologiche. Descrizione: Chagall. Love and Live Dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme giungono per la prima volta in Italia 140 lavori di uno degli artisti più amati del Novecento, Marc Chagall, il cui linguaggio è così universale da essere amato da tutti e da tutti conosciuto e riconosciuto e che, tra tutti gli artisti del secolo scorso, è rimasto fedele a se stesso pur attraversando guerre, catastrofi, rivoluzioni politiche e tecnologiche. Attraverso disegni, olii, gouache, litografie, acqueforti e acquerelli, la mostra racconta la sua poetica influenzata dal grande amore per la moglie Bella e dal dolore per la sua morte prematura avvenuta nel 1944, ripercorrendo la sua vita e la sua arte che fu commistione delle maggiori tradizioni occidentali europee - dall’originaria cultura ebraica a quella russa, all’incontro con la pittura francese delle avanguardie. Con il patrocinio di Roma Capitale, la mostra Chagall. Love and Life curata da Ronit Sorek è prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, in collaborazione con l’Israel Museum, e apre al Chiostro del Bramante dal 16 marzo fino al 26 luglio 2015. www.chiostrodelbramante.it Inizio: 16/03/2015 Fine: 26/07/2015 Indirizzo: Chiostro del Bramante, Roma Spazio: Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Avanguardia Russa 1910-1930 Capolavori dalla Collezione Costakis Aleksandr Rodčenko. Fotografia Introduzione: A Villa Manin di Passariano (UD) sarà possibile immergersi appieno in quella formidabile stagione di sperimentazioni, rivoluzioni, confronti con le nuove tecnologie e con i ritmi della modernità – una stagione di dialogo tra arte, artigianato, spettacolo e nascente fotografia - con due mostre che insieme danno vita a un evento eccezionale. Descrizione: Avanguardia Russa 1910-1930 Capolavori dalla Collezione Costakis Aleksandr Rodčenko. Fotografia A Villa Manin di Passariano (UD) sarà possibile immergersi appieno in quella formidabile stagione di sperimentazioni, rivoluzioni, confronti con le nuove tecnologie e con i ritmi della modernità – una stagione di dialogo tra arte, artigianato, spettacolo e nascente fotografia - con due mostre che insieme danno vita a un evento eccezionale. L'Avanguardia russa del XX secolo rappresenta un fenomeno unico per la cultura mondiale. Dopo l’esposizione a Torino, oltre 300 opere della straordinaria collezione di George Costakis, per la prima volta in Italia dal Museo Statale d’Arte Contemporanea di Salonicco, sono esposte fino al 28 giugno nelle sale della splendida Villa dell’ultimo Doge di Venezia. Una mostra enciclopedica – curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou realizzata in collaborazione con il Museo e la Città di Salonicco e con il Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, con progetto espositivo dello Studio di architettura Sparch di Sakellaridou/Papanikolaou - capace di mettere in luce, grazie alla varietà e alla ricchezza dei lavori presentati, le diverse e ancora poco conosciute anime dell’arte sperimentale russa e di svelare la storia e la personalità di quell’uomo - quel “pazzo greco”- che sfidando i divieti del regime stalinista riuscì a collezionare migliaia di opere di artisti russi dei primi decenni del Novecento, evitandone la distruzione e la dispersione. Dipinti, gouaches, acquarelli, lavori d’arte applicata dei principali protagonisti di quella stagione, documenti e un nucleo importante di disegni sull’architettura costruttivista – per un’esposizione che a Passariano (Udine) si arricchisce si un focus speciale sulla ricerca fotografica di uno dei principali protagonisti di quella stagione. Alla complessa personalità artistica di Aleksandr Rodčenko (1891-1956) è infatti dedicata un’altra affascinante esposizione curata da Ol’ga Sviblova - allestita in contemporanea nelle ampie sale della dimora dei Manin - centrata sulla rivoluzionaria produzione fotografica dell’artista russo, che dal 1924 al 1930 abbandonò la pittura per dedicarsi totalmente a questa forma d’arte che fu capace di innovare profondamente. Cento opere tra fotografie originali, collage, fotomontaggi stampe vintage e pubblicità, provenienti dal Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum), ci consegnanouno spaccato quanto mai significativo degli anni Venti e degli inizi degli anni Trenta in Russia: con i volti, le mode, le architetture, gli ideali e le finzioni di allora, magistralmente colti da Rodčenko con un linguaggio visivo assolutamente personale e nuovissimo. Le mostre promosse dall’Azienda Speciale Villa Manin di Passariano e dalla Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, con il sostegno della Fondazione CRUP, sono incluse nello stesso biglietto (comprensivo di audioguida) e costituiscono dunque una proposta culturale assolutamente irripetibile in Italia. Ad arricchire ulteriormente la panoramica sull’Avanguardia Russa due rassegne cinematografiche internazionali: la prima “Immagini dell’Avanguardia Russa 1910 – 1930” è dedicata ai documentari d’arte, focus specifici sugli autori più importanti di questo periodo storico-artistico, con alcuni documenti inediti per l’Italia, come quelli diretti e prodotti da Michael Craig. La seconda rassegna, “Il Cine-occhio delle Avanguardie Russe”, curata da Lorenzo Codelli, Piero Colussi e Livio Jacob, offre un’interessante ricognizione sulle tendenze più innovative dell’arte cinematografica russa, dagli anni della rivoluzione fino all’inizio dell’era stalinista. Dal 7 marzo al 28 giugno 2015 Villa Manin (Passariano di Codroipo) Udine www. villamanin.it Inizio: 07/03/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Villa Manin, Udine Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: La Milanesiana 2015 Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia e Teatro Introduzione: Ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi XVI Edizione Sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Expo Milano 2015 La Milanesiana è promossa dal Comune di Milano, Expo in Città e Milano Città del Libro 2015. È organizzata da I Pomeriggi Musicali/Teatro dal Verme Descrizione: La Milanesiana 2015 Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia e Teatro Ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi XVI Edizione Sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio di Expo Milano 2015 La Milanesiana è promossa dal Comune di Milano, Expo in Città e Milano Città del Libro 2015. È organizzata da I Pomeriggi Musicali/Teatro dal Verme Il tema di quest’anno è Manie/Ossessioni. In programma oltre 50 appuntamenti, con più di 160 ospiti internazionali e 15 Paesi coinvolti, 4 mostre, 7 appuntamenti teatrali (di cui 3 anteprime) con 6 registi, 21 concerti. In scena artisti pluripremiati, fra cui 2 Premi Nobel Per La Letteratura,1 Premio Pulitzer, 1 Man Booker Prize, 2 Premi Principe Delle Asturie, 1 Prix Médicis, 8 Premi Strega, 3 Premi Campiello, 1 Foam Magazine Talent, 2 Premi Oscar, 2 Golden Globe, 1 Orso D’argento Festival Di Berlino, 4 Nastri D'argento, 2 David Di Donatello, 2 Premi Eleonora Duse, 1 Premio Ubu, 2 Premi Tenco. La Milanesiana sarà come sempre contraddistinta da una forte vocazione internazionale, da una ricca proposta artistica che spazia tra diversi saperi e da una ancora maggiore diffusione nella città, nelle sue biblioteche, teatri, centri culturali, università, luoghi dell’impresa. Ai tradizionali appuntamenti in cartellone per la sedicesima edizione del Festival, si aggiungono quest’anno anche 4 mostre tra Milano Bergamo e Torino e 3 produzioni teatrali in anteprima commissionate da La Milanesiana e destinate ai teatri d’Europa. "La Milanesiana entra a pieno titolo nel programma di ExpoinCittà, il grande cartellone di oltre 17mila appuntamenti che accompagnerà la vita di Milano per tutto il semestre dell'Esposizione Universale” ha dichiarato l'Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno. Programma: 22 giugno – 16 luglio 2015 www.lamilanesiana.eu Inizio: 22/06/2015 Fine: 16/07/2015 Indirizzo: Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche Teatro Greco di Siracusa (15 maggio- 28 giugno 2015) Introduzione: 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche Teatro Greco di Siracusa (15 maggio- 28 giugno 2015) http://www.turismosiracusa.org/index.php/eventi-2015/rappresentazioni-classiche Siracusa, turismo, itinerari, servizi utili Teatro Greco di Siracusa Descrizione: 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche Teatro Greco di Siracusa (15 maggio- 28 giugno 2015) www.turismosiracusa.org Siracusa, turismo, itinerari, servizi utili Teatro Greco di Siracusa foto video 51° Ciclo di Rappresentazioni Classiche Teatro Greco di Siracusa (15 maggio- 28 giugno 2015) MAGGIO inizio spettacoli h. 18,45 15 venerdi LE SUPPLICI di Eschilo 16 sabato IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 17 domenica MEDEA di Seneca 18 lunedi LE SUPPLICI di Eschilo 19 martedi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 20 mercoledi MEDEA di Seneca 21 giovedi LE SUPPLICI di Eschilo 22 venerdi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 23 sabato MEDEA di Seneca 24 domenica LE SUPPLICI di Eschilo 25 lunedi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide p.u. 26 martedi MEDEA di Seneca p.u. 27 mercoledi LE SUPPLICI di Eschilo p.u. 28 giovedi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 29 venerdi MEDEA di Seneca 30 sabato LE SUPPLICI di Eschilo 31 domenica IFIGENIA IN AULIDE di Euripide GIUGNO inizio spettacoli h. 19,00 01 lunedi MEDEA di Seneca 02 martedi LE SUPPLICI di Eschilo 03 mecoledi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 04 giovedi MEDEA di Seneca 05 venerdi LE SUPPLICI di Eschilo 06 sabato IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 07 domenica MEDEA di Seneca 08 lunedi LE SUPPLICI di Eschilo p.u. 09 martedi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide p.u. 10 mercoledi MEDEA di Seneca p.u. 11 giovedi LE SUPPLICI di Eschilo 12 venerdi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 13 sabato MEDEA di Seneca 14 domenica LE SUPPLICI di Eschilo 15 lunedi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 16 martedi MEDEA di Seneca 17 mercoledi LE SUPPLICI di Eschilo 18 giovedi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 19 venerdi MEDEA di Seneca 20 sabato LE SUPPLICI di Eschilo 21 domenica IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 22 lunedi MEDEA di Seneca 23 martedi LE SUPPLICI di Eschilo 24 mercoledi IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 25 giovedi MEDEA di Seneca 26 venerdi LE SUPPLICI di Eschilo 27 sabato IFIGENIA IN AULIDE di Euripide 28 domenica MEDEA di Seneca Inizio: 15/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Teatro Greco, Siracusa Spazio: Area geografica: Sud Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.indafondazione.org/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 1# Titolo: Don’t Shoot the Painter. Dipinti dalla UBS Art Collection Introduzione: Don’t Shoot the Painter. Dipinti dalla UBS Art Collection Da sempre l’Arte è stata veicolo di espressione e il “muro” il primo supporto ad accogliere la necessità umana di comunicare. Oggi questa antica tradizione trova un nuova dimensione espressiva: wallpepper, combinando il desiderio di grandi immagini con l’impiego di nuove tecnologie ecologiche, rende possibile infrangere i “confini” della cornice creando una superficie senza limiti, con la tecnica innovativa della carta da parati a figura intera, in cui l’opera diventa ambiente. Descrizione: Don’t Shoot the Painter. Dipinti dalla UBS Art Collection Da sempre l’Arte è stata veicolo di espressione e il “muro” il primo supporto ad accogliere la necessità umana di comunicare. Oggi questa antica tradizione trova un nuova dimensione espressiva: wallpepper, combinando il desiderio di grandi immagini con l’impiego di nuove tecnologie ecologiche, rende possibile infrangere i “confini” della cornice creando una superficie senza limiti, con la tecnica innovativa della carta da parati a figura intera, in cui l’opera diventa ambiente. Proprio come è avvenuto per l’allestimento di “Don’t Shoot the Painter. Dipinti dalla UBS Art Collection”, la mostra che è ospitata alla GAM dal 17 giugno al 4 ottobre 2015. GAM ha la propria sede presso Villa Reale, splendida costruzione edificata su progetto di Leopoldo Pollack tra il 1790 e il 1796. L’allestimento della mostra è stato pensato per dialogare con la struttura ospitante, posizionando le tele su pannelli a tutta altezza per i quali wallpepper ha realizzato le coperture. Si tratta di enormi immagini fotografiche monocromatiche che ritraggono la Villa com’è quando ospita la sua collezione permanente, sulle quali le oltre 100 tele di 91 fra i maggiori artisti internazionali dagli anni ‘60 ad oggi sembrano quasi sospese creando, per il curatore Francesco Bonami, la magia suggestiva di un gioco di rimandi fra antico e moderno, fra realtà e riproduzione, fra architettura, fotografia e Un altro progetto speciale che mette in luce la capacità di wallpepper di gestire le immagini con la più alta resa qualitativa, utilizzando materiali di prima scelta e tecniche di stampa e di posa che rendono invisibili i confini fra un foglio e l’altro, tanto da saper trasformare ogni ambiente in qualcosa di speciale e persino dei semplici pannelli in pareti di prestigio. Milano, GAM (Galleria d'Arte Moderna) Via Palestro, 16 17 giugno 4 ottobre 2015 www.gammilano.com www.wallpeppertrend.it Inizio: 17/06/2015 Fine: 04/10/2015 Indirizzo: Via Palestro, 16, Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 1# Titolo: Filippino Lippi. L’Annunciazione di San Gimignano Introduzione: Filippino Lippi. L’Annunciazione di San Gimignano Dal 13 giugno la Pinacoteca di San Gimignano ospita una mostra dedicata al pittore fiorentino Filippino Lippi (1457c. - 1504). La mostra ha preso spunto dall'’Annunciazione, opera realizzata dall'artista in due tondi distinti raffiguranti l'uno l'Angelo Annunziante, l'altro l'Annunziata così come gli era stato richiesto dai Priori e Capitani di Parte Guelfa per il Palazzo Comunale di San Gimignano, che gliela commissionarono nel 1482. Descrizione: Filippino Lippi. L’Annunciazione di San Gimignano Dal 13 giugno la Pinacoteca di San Gimignano ospita una mostra dedicata al pittore fiorentino Filippino Lippi (1457c. - 1504). La mostra ha preso spunto dall'’Annunciazione, opera realizzata dall'artista in due tondi distinti raffiguranti l'uno l'Angelo Annunziante, l'altro l'Annunziata così come gli era stato richiesto dai Priori e Capitani di Parte Guelfa per il Palazzo Comunale di San Gimignano, che gliela commissionarono nel 1482. Curata da Alessandro Cecchi, come il catalogo edito da Giunti arte mostre musei, grande studioso e conoscitore della pittura italiana, in particolare fiorentina del '500, oltre che curatore della fortunata mostra Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400 (Scuderie del Quirinale, Roma, 2011), l’esposizione è promossa dal Comune di San Gimignano e dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Siena, Grosseto e Arezzo in collaborazione con la Fondazione Musei Senesi. E' la seconda occasione che vede queste istituzioni riunite in un progetto di valorizzazione della collezione della Pinacoteca di San Gimignano che danno vita a piccole esposizioni temporanee di grande qualità, prendendo spunto da una delle opere che la compongono per approfondirne lo studio e diffonderne la conoscenza e il valore . L'anno passato fu la volta della pala con la Vergine Assunta tra i Santi Gregorio Magno e Benedetto del Pinturicchio attorno alla quale ruotò la mostra di grande successo di pubblico e critica, mentre quest'anno protagonisti del progetto espositivo sono questi due tondi dipinti tra il 1482 e il 1484 per la Sala dell’Udienza dei Signori. Figlio del noto pittore Filippo Lippi, Filippino nacque a Prato nel 1457. Giovanissimo entrò nella bottega di Sandro Botticelli, che seguì a Roma agli inizi degli anni Ottanta per aiutarlo nella realizzazione degli affreschi della Cappella Sistina. In quegli stessi anni Filippino iniziò a ricevere commissioni illustri e il suo stile, seppure di ascendenza botticelliana esplicita nell'insistito linearismo complesso e vibrante, risentì dell'eco della pittura fiamminga, come possiamo ben ammirare nelle opere in mostra. Nella primavera del 1483 infatti da Bruges era giunto a Firenze il Trittico Portinari di Hugo Van der Goes, opera che - esposta nell'altare maggiore della chiesa di Sant'Egidio - portò un sentito vento di rinnovamento e divenne oggetto di grande fascino e studio per tutti gli artisti fiorentini ed in particolare per i più giovani come Filippino. Non possiamo non cogliere nei due tondi di San Gimignano l'attenzione a proporre in modo attento brani di natura e di realtà che trovano puntuali riferimenti nell'Adorazione dei pastori dell'artista fiammingo, oggi alla Galleria degli Uffizi. In mostra assieme ai due tondi di Filippino, ripresentati vicini come dovevano essere originariamente al loro ingresso nella collezione della Pinacoteca, sono esposti anche disegni di grande qualità di mano del pittore, curati in ogni dettaglio, provenienti dal Gabinetto Disegni e Stampe della Galleria degli Uffizi e riferibili sempre agli anni 1482 - 1484. Si trovano esposti inoltre anche i documenti relativi alla commissione dell'Annunciazione, un materiale storico custodito da oltre cinque secoli nell'archivio Storico Comunale di San Gimignano che ci fa capire lo spirito civico e la volontà che animava i Priori e i Capitani di Parte Guelfa, appartenenti a importanti famiglie di San Gimignano, di abbellire la sede del governo cittadino, in modo analogo a quanto le medesime istituzioni fiorentine stavano facendo per Palazzo Vecchio. Nel XV secolo San Gimignano, sebbene non possedesse più l’antica forza economica e sociale del primo Trecento, continuò a manifestare una certa vivacità culturale che trovò un naturale riflesso anche nelle copiose committenze artistiche. La città, infatti, come rileva nel catalogo Barbara Gelli "continuò ad essere meta di artisti tra i più famosi del Rinascimento: alcuni senesi e, soprattutto a partire dalla metà del secolo, molti fiorentini. Artisti di indubbia levatura come Benozzo Gozzoli, Piero del Pollaiolo, Giuliano e Benedetto da Maiano, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi, portatori di nuovi stilemi e di un cambio di cultura". Per la stessa Annunciazione, sei anni più tardi, furono realizzate le cornici in legno intagliato, dipinto oltre che dorato e argentato, forse da attribuire ad Antonio da Colle, il legnaiolo responsabile della fattura del pulpito (1469) e del coro ligneo (1490) della Collegiata. Le cornici imitano una corona con foglie di quercia e alloro con ghiande e bacche, legate insieme da un nastro e, proprio in occasione della mostra, sono state restaurate dallo “Studio Nadia Presenti” di Foiano della Chiana, Arezzo. "Un percorso breve ma volto a proseguire il processo di consolidamento e visibilità della nostra collezione, per renderla accessibile non solo ai nostri concittadini ma anche a un pubblico sempre più ampio offrendo agli esperti elementi rari di approfondimento scientifico. Un’opportunità, infine, per ripercorrere le tappe salienti della storia di San Gimignano, con particolare riferimento al suo legame con Firenze, così come approfondito dai saggi presentati nel catalogo che accompagna la mostra." (Giacomo Bassi, Sindaco di San Gimignano e Carolina Taddei, Assessore alla Cultura del Comune di San Gimignano). Anche questa mostra si collega ad una serie di iniziative culturali fortemente volute e promosse dal Sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi e dall’Assessore alla Cultura Carolina Taddei con il coordinamento di Valerio Bartoloni, dirigente del settore Servizi alla Cultura del Comune, con l’intento di valorizzare e promuovere i Musei Civici della città. San Gimignano, Pinacoteca 13 giugno – 2 novembre 2015 www.sangimignanomusei.it Inizio: 13/06/2015 Fine: 02/11/2015 Indirizzo: San Gimignano, Pinacoteca Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 10/06/2015 21.52.40 Titolo: Expo Moon di Giancarlo Rampazzo a "L'arte e il tempo" a Milano Introduzione: Un’opera che crea un dialogo tra realtà e spazio surreale trasformando la materia in un insieme di colori e superfici planetari Descrizione: L’artista padovano Giancarlo Rampazzo sarà uno dei protagonisti di “L’arte e il tempo”, l’official event di Expo a Milano, una grande mostra che si terrà al Palazzo dei Giureconsulti (Piazza dei Mercanti 2), dal 10 al 30 giugno. La manifestazione, ideata da Giulia Sillato, direttore artistico insieme a Giammarco Puntelli, propone in un contesto internazionale come quello dell’esposizione universale a Milano, una selezione degli artisti contemporanei più importanti attivi nel panorama nazionale e internazionale. L’evento è un’esposizione ragionata e storicizzata di 190 opere di 95 artisti, tra maestri e nuovi maestri, che pongono le loro opere a confronto con alcuni tra i più significativi protagonisti dell’arte di tutti i tempi. Le opere di 22 grandi nomi, da Giotto a Warhol, saranno riprodotte su gigantografie in bianco e nero, al fine di scandire le tappe di un percorso che le associa a opere di artisti viventi che a essi si sono ispirati. La manifestazione ruota attorno al quesito: Cos’è rimasto del passato nel presente? PAT, nome d’arte di Giancarlo Rampazzo, esporrà la sua opera EXPO MOON in Sala Burri durante tutta la durata dell’evento. Si tratta di un’installazione composta da un pannello (180x120 cm) con l’immagine di una superficie lunare sulla quale l’artista ha applicato tre lune, ognuna dipinta con uno dei colori della bandiera italiana. Nell’arte, in letteratura, nella musica e nel cinema, la luna è un tema ricorrente, che ha da sempre affascinato artisti di ogni epoca ed è inoltre ricca di significati e simbologie. E’ infatti legata a concetti quali la donna, l’acqua, la fertilità, la notte… Con EXPO MOON l’artista intende rappresentare un processo ciclico che implica un’idea di morte e allo stesso tempo di rinascita. Si tratta di un fenomeno che PAT associa al particolare periodo storico che stiamo vivendo, caratterizzato da una forte crisi economica, politica, sociale e spirituale ma che, nel contempo, offre un’occasione di ripresa e di rinascita. La luna è il mondo degli spiriti in attesa di una rinascita e, sembra dirci l’artista, quelle anime siamo proprio noi. “Expo Moon” fa parte del filone "Lune parlanti", in cui PAT crea un dialogo costante tra la realtà e lo spazio surreale trasformando la materia in un insieme di colori e superfici planetari. L’arte di Giancarlo Rampazzo, in tutte le sue declinazioni e varianti, appartiene alla corrente artistica della “Fusion Paint”, che consiste nel costruire e assemblare vari materiali che vengono fusi. È proprio la colatura a originare, modellare e dare forma all’opera, in seguito ritoccata con colori acrilici. Si tratta di una tecnica che si presta a identificare immagini fantastiche come mari tropicali, celesti galassie irraggiungibili, crateri lunari: EXPO MOON è una di queste. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 8,30 alle 18,30 (Sabato e domenica aperta solo in concomitanza di altri eventi presenti al palazzo). Inizio: 10/06/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Piazza dei Mercanti 2, Milano Spazio: Palazzo dei Giureconsulti Area geografica: Milano Email: kingpack52@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 13/06/2015 13.03.34 Titolo: Überschuß Introduzione: Il collettivo KleinEquipe e 22 “amanuensi” riscrivono “Das Kapital” di Marx al Teatro La Conigliera di Resana (TV) - 19 - 20 - 21 giugno. Descrizione: Überschuß Il collettivo KleinEquipe presenta presso il Teatro La Conigliera il primo atto di Überschuß, un progetto artistico che si sviluppa in tre singole azioni e che avrà come risultato finale la copiatura a mano della prima edizione anastatica di “Das Kapital” di Karl Marx (ed. Verlag von Otto Meissner, Hamburg, 1867). Ventidue le persone scelte per la trascrizione del primo tomo, che avrà luogo il 19, 20 e 21 giugno nello spazio di Castelminio di Resana, in provincia di Treviso. Disposti intorno ad un tavolo di lavoro, undici amanuensi per parte, seduti a terra, incideranno fogli bianchi ricopiando i caratteri dell'originale, messo a loro disposizione in forma digitale. Non una ricopiatura con inchiostro, ma un semplice tratto inciso, che andrà ad imprimere la carta: una riproduzione bianco su bianco, a togliere senso al gesto dello scrivere, a duplicare ma allo stesso tempo a modificare, cancellare, e divenire qualcosa di diverso e nuovo. L'imitazione diventa così sperimentazione di ciò che non è ancora stato, e Das Kapital (Il Capitale), come manufatto di KleinEquipe, diviene un nuovo unico originale. Se nel Medioevo il libro era merce preziosa, prodotta dal faticoso e lungo lavoro di colti e qualificati amanuensi, l’invenzione della stampa ha ridotto in modo rapido e vertiginoso sia il valore-lavoro in esso contenuto, sia il costo di produzione, allargando enormemente il volume globale di realizzazione e fruizione dei libri. Prendendo le mosse da questo assunto si può sostenere che la forma-simulacro, che governa la relazione tra originale e copia, si genera all’interno delle società dominate dalla tecnologia. È la tecnologia, infatti, che definisce la progressiva inversione della relazione tra copia e originale. La copia va a prevalere sull’originale proprio attraverso la forma-simulacro, la quale porta in sé la promessa d’immortalità data dalla serialità delle copie. Il progetto di KleinEquipe consiste proprio in questo: invertire la prospettiva e creare un nuovo manoscritto originale partendo dalle copie. Ogni pagina completata verrà prelevata e inserita in una pressa da legatoria, che diverrà essa stessa l'opera finale, il risultato dell'azione performativa. Durante tutta la durata della performance, i 22 amanuensi vivranno alla Conigliera, si nutriranno, socializzeranno e riposeranno in un comune spazio di lavoro. In diversi orari della giornata avranno luogo alcune incursioni (sonore, visive, didattiche... ) da intendersi in prima battuta come impulso all'attività del gruppo e, indirettamente, come momento di ulteriore fruizione per l’eventuale spettatore. Il secondo e il terzo tomo dell'opera verranno realizzati da gruppi di copisti differenti in altre due occasioni e in location diverse: potranno dunque subire modifiche in base alle persone scelte, al contesto di lavoro, alle interazioni con lo spazio esterno e alla maturazione stessa del progetto. La Conigliera Teatro Via Palù 11 Resana (TV) Vernissage: venerdì 19 giugno ore 20. Chiusura: domenica 21 giugno ore 24. Eventi collaterali: 19 giugno ore 21.30 Nicola Manzan “con legittima Violenza” - Performance. 20 giugno ore 09.30 Rudy Favaro “La nemesi della Mimesi” - Lezione conferenza. KleinEquipe bio KleinEquipe è un collettivo di ricerca artistica che si forma nel 2014 a Castelfranco Veneto (Treviso), dall'incontro di idee, professioni e percorsi differenti, che spaziano dall'arte visiva, alla grafica, al design, all'architettura. Il collettivo sperimenta, indaga e reinterpreta temi quali la semantica, il linguaggio, la parola impressa, la stampa, la copia e la cancellazione, spesso sfruttando il corpo fisico come spazio concreto di studio, supporto “vivo” e materiale sul quale avviene l'atto artistico. KleinEquipe coinvolge di volta in volta il pubblico nel processo evolutivo dell'opera, mettendo in primo piano il “qui e ora”, prediligendo l'azione alla rappresentazione, il reale alla finzione. Un approccio eclettico, a tratti disorientante, che si manifesta attraverso l'uso di mezzi espressivi sempre diversi: performance e installazione, video, stampa e scultura, con un uso costante del suono come “respiro” e pulsione dell'opera in divenire. Inizio: 19/06/2015 Fine: 21/06/2015 Indirizzo: Via Palù, n. 11, Castelminio di Resana (TV) Spazio: Teatro La Conigliera Area geografica: Nord Email: info@kleinequipe.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 16/06/2015 13.01.18 Titolo: Artisti in Opera Introduzione: Debutta il 20 e 21 giugno l’evento promosso da Arte in Arte, con il patrocino del Comune di Milano Cinquanta artisti, di cui il 50% internazionali, cinque diverse location in Milano: due giorni dedicati all’arte di fare arte Descrizione: Milano, 10 giugno 2015 - Debutterà il 20 e 21 giugno, durante Expo Milano, la prima edizione di ‘Artisti in Opera’, un evento dedicato all’arte e promosso da Arte in Arte. Saranno una cinquantinagli artisti coinvolti, provenienti da tutto il mondo, che si esibiranno nella realizzazione delle proprie opere per due giorni, in cinque diverse location a Milano. Va in scena il processo creativo. Gli artisti mostreranno e si mostreranno durante tutte le fasi di realizzazione della propria opera, che eseguiranno con tecniche differenti, rimanendo tutti ugualmente legati al leit motiv di questa Prima Edizione: “Nutrizione, Benessere psico-fisico e Sostenibilità ambientale”. Il pubblico avrà la possibilità di vedere in diretta come si concepisce un’opera e come la si realizza progressivamente nel tempo. Tutte le attività saranno riprese e ritrasmesse in diretta sui diversi monitor presenti in ogni location, con il commento di un critico d’arte, per offrire la possibilità a ogni visitatore di osservare il lavoro di tutti gli artisti e comprenderne nell’intimo il relativo tratto. Artisti in Opera sarà ospitato presso: Spazio Cruciani all’interno di Expo, Studio Design Break, Società Umanitaria, Depuratore Nosedo, Palazzo Ca' Venino. Tutte le opere realizzate durante l’evento verranno messe all’asta e il ricavato sarà interamente devoluto al Consorzio VIALEDEIMILLE, il primo consorzio, promosso e sostenuto dal Comune di Milano, che mette insieme diverse cooperative operanti nel circuito penitenziario milanese, al fine di formare i detenuti all'acquisizione di competenze professionali che possano favorire il loro inserimento nel mercato del lavoro e di promuovere e dare visibilità all’economia carceraria. Artisti in Opera è l’evento con cui il Consorzio VIALEDEIMILLE fa il suo debutto e si presenta ufficialmente al pubblico. Già nelle giornate del 20 e 21 giugno sarà possibile far pervenire delle pre-offerte per aggiudicarsi le opere. L’asta vera e propria, invece, partirà da settembre sul sito della casa d’aste Mecenate Aste (www.mecenateaste.it) e si concluderà a novembre, presso i loft della stessa (via Mecenate 76/33 a Milano). Direttore artistico della manifestazione è topylabrys, al secolo Ornella Piluso, scultrice italiana, già fondatrice di ‘Arte da mangiare mangiare Arte’ movimento artistico nato presso la Società Umanitaria di Milano. Inizio: 20/06/2015 Fine: 21/06/2015 Indirizzo: Milano Spazio: Spazio Cruciani all’interno di Expo, Studio Design Break, Società Umanitaria, Depuratore Nosedo, Palazzo Ca' Venino. Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.artistiinopera.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Brera, città aperta! Ciclo di conferenze Introduzione: BRERA, CITTA' APERTA! dialoghi, progetti e visioni del contemporaneo 20 gennaio 2014-20 maggio 2015 a cura di Sandrina Bandera e Luca Molinari La Pinacoteca di Brera guarda al suo futuro accogliendo alcuni dei migliori architetti e autori italiani, che negli ultimi anni hanno fatto del progetto museale uno dei campi di riflessione e sperimentazione privilegiati della propria ricerca, offrendo loro l’occasione di confrontarsi con intellettuali, scrittori, artisti, protagonisti dello spettacolo, in un dialogo inedito sul ruolo civile del museo oggi. Descrizione: BRERA, CITTA' APERTA! dialoghi, progetti e visioni del contemporaneo 20 gennaio 2014-20 maggio 2015 a cura di Sandrina Bandera e Luca Molinari La Pinacoteca di Brera guarda al suo futuro accogliendo alcuni dei migliori architetti e autori italiani, che negli ultimi anni hanno fatto del progetto museale uno dei campi di riflessione e sperimentazione privilegiati della propria ricerca, offrendo loro l’occasione di confrontarsi con intellettuali, scrittori, artisti, protagonisti dello spettacolo, in un dialogo inedito sul ruolo civile del museo oggi. Con cadenza regolare, presso una delle Pinacoteche più importanti d’Europa, coppie di progettisti e protagonisti della cultura italiana discuteranno i cambiamenti e le profonde trasformazioni simboliche e visive che stanno modificando il mondo del museo e degli spazi collettivi per la conoscenza e la creatività, all’interno della metropoli contemporanea. Ogni coppia di autori sarà chiamata a esaminare un tema, una parola chiave che qualifichi in modo originale un argomento vasto e complesso, aprendo scenari e visioni inaspettate e offrendo motivi di riflessione sui cambiamenti dei luoghi per la cultura nel mondo. Ci si propone di filmare, registrare e diffondere in rete gli eventi, moltiplicando la comunicazione e la condivisione degli interventi al di fuori dello spazio materiale della Pinacoteca di Brera e della città di Milano. Il corso intende offrire al pubblico gli strumenti per una crescita dello spirito critico personale di fronte a uno dei fenomeni culturali che in modo macroscopico caratterizza la città di Milano alle soglie dell'Expo: la nascita di nuovi musei. Lo spazio-museo concepito non solo come raccolta di opere, ma nei suoi tanti aspetti non unicamente strutturali, come l'illuminazione, la climatizzazione, le metodologie conservative, l'approccio alla visita, lo studio dei flussi, mettendo in rilievo il ruolo primario dell'architettura nella sua accezione più ampia e completa. In quest’ottica si è aperta una collaborazione attiva con la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano e con la sua Scuola di Dottorato PAUI che coinvolgerà direttamente gli studenti e il corpo docente offrendo ulteriori spunti di discussione e formazione su un argomento attuale professionalmente stimolante. La tipologia del progetto suddiviso per argomenti chiave, la Proposta d’incontri costruiti come dibattiti con la possibilità d’intervento da parte del pubblico, la pubblicazione sul web, rispecchiano la volontà di diffusione e comunicazione trasparente riguardo al tema Museo, che è un servizio per il pubblico. Il laboratorio contemporaneo per la Grande Brera aggiunge così un importante tassello al processo di trasformazione che renderà nei prossimi anni il complesso braidense uno dei più significativi poli museali italiani ed europei. CALENDARIO DEGLI INCONTRI: Brera, Sala della Passione - ore 18 20 gennaio 2014 Vittorio Gregotti e Carlo Bertelli Brera, in cammino verso la modernità Al primo incontro interverrà l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Filippo Del Corno 3 febbraio 2014 Alessandro Mendini e Luca Doninelli Memoria, tradizione, tradimento 20 febbraio 2014 Stefano Boeri e Andrée Ruth Shammah Museo, Città, Cultura 20 marzo 2014 Mario Bellini e Vincenzo Trione Classico e anticlassico 2 aprile 2014 Cino Zucchi e Gabriella Belli Progetto, programma, committenza 14 maggio 2014 Italo Rota e Marco Belpoliti Universale 18 giugno 2014 Kuehn Malvezzi e Francesco Jodice Il progetto e il pubblico 17 settembre 2014 Italo Lupi e Francesco Cataluccio Labirinto - Guida 15 ottobre 2014 Michele De Lucchi e Anna Detheridge Pop 19 novembre 2014 Margherita Guccione e A12 Temporaneo 10 dicembre 2014 Mario Nanni e Ermanno Olmi Luce 21 gennaio 2015 Cherubino Gambardella e Serena Danna Materiale, immateriale 11 febbraio 2015 Rosa Barovier e Gisella Capponi Il museo laboratorio per la conservazione 18 marzo 2015 Beppe Finessi e Giulio Iachetti La vita degli oggetti 15 aprile 2015 Arnaldo Pomodoro e Pierluigi Cerri L’artista e il museo per gli artisti 20 maggio 2015 Caterina Bon Valsassina, Sandrina Bandera, Alberto Artioli e Luca Molinari, Brera-Citterio-Grande Brera: presente-passato-futuro www.brera.beniculturali.it Inizio: 20/01/2013 Fine: 20/05/2015 Indirizzo: via Brera 28 Milano Spazio: Brera Area geografica: Milano Email: chiara@luciacrespi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.471948 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: T.A.M. Mobil nr.15. Introduzione: “TAVOR ART MOBIL” di Carlo Sain “Continuo a seguire e leggere con interesse gli scritti del giovane autore Mimmo Domenico Di Caterino, che insieme a Barbara Ardau compagna di vita e di arte hanno ideato Tavor Art Mobil che non è solo 'superficialmente' una automobile che diventa una galleria,come se fosse un'idea da 'supermercato' per fare pubblicità alla vendita di un prodotto, ma è ben altro. Se questa operazione di Tavor Art Mobil fosse stata fatta a New York city avrebbe avuto un successo enorme. Descrizione: T. Art M. – Tam Tam Cagliari nr.15 http://youtu.be/8QrFJQpaf9I “Existential Travels” di Lucilla Esce, Guroga, Luigi Perna, Ina Ripari, Enzo Correnti, Priamo Pinna, Accademia Nomade (Geremia Renzi e Lucia Rosarno), Pierpaolo Mameli, Walter Santoni, Ivano Marchionne, Paolo Cervino, Giorgio Costantino e Di Fonzo Gerardo. “TAVOR ART MOBIL” di Carlo Sain “Continuo a seguire e leggere con interesse gli scritti del giovane autore Mimmo Domenico Di Caterino, che insieme a Barbara Ardau compagna di vita e di arte hanno ideato Tavor Art Mobil che non è solo 'superficialmente' una automobile che diventa una galleria,come se fosse un'idea da 'supermercato' per fare pubblicità alla vendita di un prodotto, ma è ben altro. Se questa operazione di Tavor Art Mobil fosse stata fatta a New York city avrebbe avuto un successo enorme. Il successo comunque l'ha avuto e io ho partecipato a diverse 'tappe' in un momento molto duro. A Mimmo riconosco il merito di avermi fatto prendere maggiore consapevolezza sulla realtà artistica che stiamo vivendo e subendo, nella stagnazione e nella omologazione commerciale. Lo ringrazio e ringrazio tutti gli artisti che hanno partecipato alle varie tappe di Tavor Art Mobil, di avere condiviso una battaglia. Invito gli 'addetti ai lavori' di seguire questo giovane autore, di leggerlo, ma anche di ascoltare quello che dice e di trovare un dialogo, perché lui lo vuole, altrimenti che ci stiamo a fare in Facebook?” Inizio: 05/11/2014 Fine: 05/06/2015 Indirizzo: Via Antares 32, Capoterra, Cagliari. Spazio: Tavor Art Mobil Area geografica: Centro Email: mariopesceafore@hotmail.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 39.14768 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: OPEN CALL | SUMMER SCHOOL IN CURATORIAL PRACTICE VENICE Introduzione: SUMMER SCHOOL IN CURATORIAL PRACTICE VENICE OPEN CALL 8th June – 8th August 2015 The School for Curatorial Studies is an ambitious and challenging project promoted since 2004 and conceived as a school committed to experimentation and interdisciplinary thinking. The main goals are to spread the knowledge in the field of visual arts and to introduce the students to the professions related to the art world, focusing on contemporary curatorial theory and practice and contemporary museology. Descrizione: SUMMER SCHOOL IN CURATORIAL PRACTICE VENICE OPEN CALL 8th June – 8th August 2015 The School for Curatorial Studies is an ambitious and challenging project promoted since 2004 and conceived as a school committed to experimentation and interdisciplinary thinking. The main goals are to spread the knowledge in the field of visual arts and to introduce the students to the professions related to the art world, focusing on contemporary curatorial theory and practice and contemporary museology. The School’s activities are meant for all those interested and passionate in art, graduated students or professionals who want to deepen their knowledge and improve their practical skills. The School’s teaching staff is formed by Italian and international professionals, scholars, historians and art critics of recognized experience. Among them: Agnes Kohlmeyer (curator), Angela Vettese (art critic), Luca Massimo Barbero (Peggy Guggenheim Collection), Francesca Colasante (Foundation Pinault), Andrea Goffo (Found. Prada), Tommaso Speretta. The program: The Summer School in Curatorial Practice will take place during the 56th International Art Biennale of Venice. With an interdisciplinary approach, the course provides practical training and experience within museums and exhibition settings. Its international faculty includes curators and museum professionals, artists and critics. The course is designed to increase students understanding of the intellectual and technical tasks of the curator figure. English-taught lectures cover both theoretical and practical topics that go from the history of contemporary visual arts and practices of exhibition-making, to Exhibition Management. The students will participate in weekly activities, such as artist studio visits, tours of exhibition spaces, networking events and workshops. The program culminates with the set up of the exhibition and the publication of a printed catalogue. The Summer School includes visits of specific art venues all over the city of Venice during the 56th International Art Biennale. A series of selected case studies will offer the students an opportunity to observe the development of contemporary art. The School’s goal is to align these specific theoretical lectures with a practical approach. Besides the theoretical lectures, a series of laboratories and workshops aims to introduce the students to the work of critical text writing, press releases and to structure all the different aspects of publishing. The students will be offered the possibility of a gallery training and of setting up together - with one of our tutors, their exhibition in Venice, as a final project of the course. The first module: June 8 – August 8, 2015 The first module involves 350 contact hours: 1. History of Curatorial Practices 2. Exhibition Design 3. Aesthetics and Cultural Theory 4. Contemporary Art History 5. Cultural Events Management and Organization 6. Curating Exhibitions 7. Fine Arts Management. 8. Fundraising and Marketing / Workshop 9. Communication Strategies and Artistic Events Promotion / Workshop 10. New Media and Digital Technologies 11. Workshop on Critical Writing 12. Artist Studio Visits and Visits of the 56th International Art Biennale The second module: August 19 – September 21, 2015 The second module is dedicated to researching and structuring the final project. The work will be discussed with the curators and project managers during several meetings hold once and twice a week. The weekly overhauls are moments of confrontation and examination of the theoretical and practical work produced by the students through autonomous research. During this period of time the students will have to face practical duties, such as coordinating the artists, managing transportation and insurance policies, promoting and curating the final publication. The third module: September 24 – 30, 2015 The last part of the course lies in the production of the event. During this period of time all the work concerning the final event will take place. The students will coordinate the arrival and the display of the works of art and supervise all the different aspects related to the event, such as promotion, organization, last details about the publication, opening. After the presentation to the public, the student will be given the tools to professionally document the event. Duration and structure The course has a duration of 450 hours. The participants will develop themes as well as concepts, organization, acquisition, communication and the concrete implementation of their skills together with the course director and international guests (artists, curators, architects, critics, fine arts scientists and publishers of art journals). Application deadline: March, 31th 2015. The application form must be sent by e-mail before the deadline (March 31th 2015) of the Curatorial Program to: Xac – School for Curatorial Studies San Marco, 3073, 30124 Venice Email: curatorialschool@gmail.com Tel: +39 3477122456 The application form can be downloaded at www.corsocuratori.com, where you can find more information about our curatorial program and your stay in Venice. Information: Press office:Sara Benetti info@corsocuratori.com Inizio: 30/10/2014 Fine: 31/03/2015 Indirizzo: San Marco 3073 Venezia Spazio: Area geografica: Nord Email: info@corsocuratori.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.43473 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Dirà l’argilla. la mano, la terra, il sacro Introduzione: Dall’ 8 novembre 2014 al 15 febbraio 2015 (inaugurazione sabato 8 novembre ore 18) la settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona ospita nelle sale del Museo Omero la mostra di Paolo Annibali “DIRÀ L’ARGILLA la mano, la terra, il sacro”, con oltre 20 grandi sculture in terracotta realizzate negli ultimi tre anni, secondo un progetto unitario pensato per il Museo Omero. Descrizione: Dall’ 8 novembre 2014 al 15 febbraio 2015 (inaugurazione sabato 8 novembre ore 18) la settecentesca Mole Vanvitelliana di Ancona ospita nelle sale del Museo Omero la mostra di Paolo Annibali “DIRÀ L’ARGILLA la mano, la terra, il sacro”, con oltre 20 grandi sculture in terracotta realizzate negli ultimi tre anni, secondo un progetto unitario pensato per il Museo Omero. Flaminio Gualdoni, curatore della mostra, così scrive in catalogo, “Come il plasticatore antico Annibali sceglie l’argilla, giungendo nel proprio gioco di suggestione archeologica a fingere le tracce del colorire antico, ancora una volta raccorciando la distanza rispetto al mito d’una bellezza assoluta e in odore di metafisica... La sceglie perché la terra è la materia disponibile a tutte le forme, ripostiglio di tutte le memorie.” Le grandi sculture in terracotta, collocate come a ricostruire un antico tempio, sono inconsuete, disperatamente attuali, prive di enfasi eppure fortemente attrattive e seducenti nel loro silenzio spaziale. Una sorta di “monumento al nulla” – così Annibali – senza miti e senza eroi; dove gesti e sguardi rivelano il vuoto del presente e la distanza impenetrabile delle figure femminili del frontone. Oltre alle sculture, tutte inedite, anche 21 splendidi disegni a china e un’immensità di schizzi e bozzetti. L'allestimento degli architetti Massimo Di Matteo e Mauro Tarsetti, si articola in modo da fondere la fatica quotidiana del lavoro della scultura con la solennità delle opere finite. Entrare in questa sorta di laboratorio invaso da strumenti, appunti e disegni (intuizioni a volte realizzate) che percorrono tutta la sua carriera, è come entrare nell’intimo repertorio dell’artista. Seguono poi gruppo di “acròteri” – Cariatide, Hestia, La fine delle cose, Eroe sfinito, Maschere – e tutti i 21 disegni a china Autoritratto, Disperdersi, Il mare lontano, Eva. Per poi arrivare al tempio impossibile con le 12 metope: singole scene teatrali incastonate con la loro profondità in moduli di terracotta, racconti intimi, ricordi, epifanie, visioni da Album di famiglia a Bambina che sogna il mare. Di forte impatto le cinque figure femminili del frontone, cinque donne colte nei loro gesti quotidiani come truccarsi o specchiarsi. Il gruppo scultoreo, sospeso nella sua raggelante fissità su una tavola di acero, rappresenta il fulcro di questa acropoli contemporanea. Una mostra ideata per il Museo Omero, (che già ha già in collezione permanente quattro opere di Annibali), da vedere e da toccare, fruibile da parte di visitatori vedenti e non vedenti. La terracotta può esser toccata, esplorata con le mani, accarezzata ed è il materiale ideale per una mostra tattile. Oltre alle sculture, di particolare interesse anche la traduzione a rilievo dei magnifici disegni. Il catalogo, edito da De Luca Editori d’Arte, con gli interventi dello stesso Gualdoni, di Erri De Luca, del presidente del Museo Omero, Aldo Grassini, e dell’artista, raccoglie le foto di tutte le opere realizzate da Domenico Campanelli. La mostra è promossa dal Museo Tattile Statale Omero, con il Patrocinio della Regione Marche, in collaborazione con l’Associazione Per il Museo Omero Tattile Statale Omero ONLUS. Sponsor tecnici: Adriatica Legnami s.r.l., Cotto Santa Maria della Petrella s.r.l., Mobilificio Binni s.n.c. Inizio: 11/08/2014 Fine: 15/02/2015 Indirizzo: Banchina da Chio, 28 - Ancona Spazio: Museo Tattile Statale Omero Area geografica: Centro Email: info@gabriellapapini.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.61663 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: RODOLFO ARICÒ UNO SGUARDO SENZA SOGGEZIONE Introduzione: A ARTE INVERNIZZI RODOLFO ARICÒ UNO SGUARDO SENZA SOGGEZIONE INAUGURAZIONE GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014 ORE 18.30 Giovedì 13 novembre 2014 alle ore 18.30 inaugura la doppia mostra personale Rodolfo Aricò il cui percorso espositivo, pensato come un iter unitario che mette in relazione gli spazi della galleria A arte Invernizzi e della galleria Lorenzelli Arte, intende ripercorrere, attraverso la scelta di opere fondamentali, l’attività dell’artista a partire dalla metà degli anni Sessanta sino agli inizi degli anni Novanta Descrizione: A ARTE INVERNIZZI RODOLFO ARICÒ UNO SGUARDO SENZA SOGGEZIONE INAUGURAZIONE GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE 2014 ORE 18.30 Giovedì 13 novembre 2014 alle ore 18.30 inaugura la doppia mostra personale Rodolfo Aricò il cui percorso espositivo, pensato come un iter unitario che mette in relazione gli spazi della galleria A arte Invernizzi e della galleria Lorenzelli Arte, intende ripercorrere, attraverso la scelta di opere fondamentali, l’attività dell’artista a partire dalla metà degli anni Sessanta sino agli inizi degli anni Novanta. Negli spazi della galleria A arte Invernizzi saranno in mostra i Senza titolo del 1967, opere che lasciano emergere i tratti di una riflessione che interroga le potenzialità della riduzione espressiva formale. In quegli anni, ed anche nel decennio successivo, Aricò analizza e ricerca le diverse modulazioni strutturali ed espressive legate alle forme primarie, dedicandosi ad un tipo di indagine non solo spaziale ma anche dimensionale e cromatica, come emerge in un altro lavoro in mostra, Arco B (1970). Con l'opera Area/Prospettiva (1972), esposta nella personale del 1974 a Palazzo Grassi a Venezia, il modello geometrico originario diviene sequenza e definisce un insieme unitario, strutturalmente composito, sulla cui superficie il colore si qualifica come una stesura eterogenea fatta vibrare dalla luce. Gli anni Ottanta, che rappresentano uno snodo fondamentale nel percorso coerente e progressivo dell’artista e che generano opere come Cenere (1987), sempre esposta da A arte Invernizzi, si declinano nella decisa apertura ad una dimensione lirica, in cui vita e pittura creano un amalgama eterogeneo e totale. Aricò giunge a rendere in immagine il dramma dell’esistenza umana e le tele di questo periodo vengono strutturate in forme meno geometricamente definite rispetto alle precedenti assonometrie o proiezioni. La cognizione della tensione vitale come movimento atto alla rottura del limite finito, accentua nell’artista la necessità di trascrivere in pittura la totalità dell’assoluto racchiudendone la percezione in un solo istante, quello dell’evento dell’opera. A una variazione della sagomatura delle tele corrisponde anche una diversificazione della stesura del colore, che è molteplice ed irregolare e che si fa ancor più intensa nei lavori realizzati durante gli anni Novanta esposti sia presso A arte Invernizzi quali Circumflex ed Aspro (1991), quest’ultimo caratterizzato da una struttura intensamente spigolosa ed irregolare sia da Lorenzelli Arte. In questi ultimi lavori, che chiudono il percorso espositivo, le diverse modulazioni tonali vengono graffiate ed attraversate da linee irregolari e spezzate e si acuisce la sensazione che il colore, pur mostrandosi in modo evidente, celi qualcosa che sfugge allo sguardo, come se le opere fossero sospese in bilico nella descrizione del dramma dell’uomo. In occasione della mostra verrà pubblicata una monografia bilingue a cura di Luca Massimo Barbero, con la riproduzione delle opere esposte e un aggiornato apparato biobibliografico. Inizio: 13/11/2014 Fine: 28/01/2015 Indirizzo: CORSO BUENOS AIRES 2 20124 MILANO Spazio: A ARTE INVERNIZZI Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.474869 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: ALBERTO BIASI Exordiri/leTrame Introduzione: Si inaugura alla MAAB Gallery, nella sede di Via Nerino 3 a Milano, una mostra di Alberto Biasi interamente dedicata al ciclo delle Trame. Alberto Biasi (Padova, 1937) è conosciuto a livello internazionale prevalentemente come protagonista dell’Arte Cinetica e Programmata, e più genericamente di tutto quel contesto di ricerca “al di là della pittura e della scultura” iniziato agli albori degli anni Sessanta. Questa mostra, apparentemente statica, mette in evidenza i suoi esordi e rivela la sua originale natura giocosa di ricercatore visivo che lo renderà uno dei protagonisti più poliedrici della storia dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Descrizione: Si inaugura alla MAAB Gallery, nella sede di Via Nerino 3 a Milano, una mostra di Alberto Biasi interamente dedicata al ciclo delle Trame. Alberto Biasi (Padova, 1937) è conosciuto a livello internazionale prevalentemente come protagonista dell’Arte Cinetica e Programmata, e più genericamente di tutto quel contesto di ricerca “al di là della pittura e della scultura” iniziato agli albori degli anni Sessanta. Questa mostra, apparentemente statica, mette in evidenza i suoi esordi e rivela la sua originale natura giocosa di ricercatore visivo che lo renderà uno dei protagonisti più poliedrici della storia dell’arte italiana del secondo dopoguerra. Per la maggior parte, le Trame sono opere in carta, molto rare perché eseguite per un breve periodo di tempo tra 1959 e il 1960, quando l’artista padovano, prima di fondare il Gruppo N, esponeva con Piero Manzoni, Enrico Castellani, Dadamaino e i milanesi che ruotavano attorno alla galleria Azimut. Trame è ovviamente il titolo ripetuto di ognuna di quelle opere e, nel titolo di questa mostra, è preceduto da Exordiri il cui originario significato latino corrisponde al nostro “cominciare a tessere”. L’accostamento vuole sottolineare e motivare l’esordio artistico di Biasi; il collegamento tra verbo e oggetto artistico diventa concettualmente ancor più suggestivo e ricco di significati se si pensa che le Trame altro non sono che le sovrapposizioni di quelle carte di paglia, prodotte e forate industrialmente negli anni Cinquanta, utilizzate negli allevamenti dei bachi da seta per obbligarli a rimanere sulle lettiere d’alimentazione fino al compimento dei loro cinque cicli vitali, accompagnandoli così all’imboscamento (che corrisponde al momento in cui ogni baco sale su quanto di più alto trova per filare la seta e racchiudersi nel proprio bozzolo): molto bello da vedersi, di una bellezza idealizzata da Biasi come una metafora del lavoro dell’artista. Biasi avvia la produzione delle Trame forse ancor prima del 1959, a volte introducendo, oltre alle carte forate, anche l’utilizzo di garze di cotone, di reti d’acciaio per setacci e di lamiere forate. Dalle loro sovrapposizioni e combinazioni traggono origine le prime immagini visivamente dinamiche che daranno poi vita alle sue opere successive, in particolare al ciclo degli Oggetti ottico-dinamici. La fase delle Trame, che comprende una sessantina di opere conosciute, in gran parte datate a partire dal 1959, è da considerarsi praticamente conclusa nel dicembre del 1960, quando Biasi forma il Gruppo N. La mostra è accompagnata da un importante catalogo ragionato dedicato al ciclo delle Trame, con testi critici di Marco Meneguzzo e Alberto Zanchetta. Il volume bilingue è arricchito dalla presenza di documenti e immagini storiche. Inizio: 20/11/2014 Fine: 20/01/2015 Indirizzo: Via Nerino, 3, 20123, Milano. Spazio: MAAB Gallery Area geografica: Milano Email: segreteria@artemaab.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.461816 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Vanishing Africa Introduzione: “VANISHING AFRICA ” l'Africa che scompare Mostra fotografica di Anna Alberghina Inaugurazione Venerdì 28 novembre 2014 dalle ore 18.00 Dal 28 novembre 2014 al 13 gennaio 2015 A cura del Dott. Bruno Albertino Dal 28 Novembre 2014 al 13 Gennaio 2015, presso la Galleria Paola Meliga di via Maria Vittoria 46/C a Torino, Anna Alberghina, viaggiatrice e fotografa torinese, presenta 25 immagini di popoli africani che conservano, inalterati, valori, usanze e tradizioni ancestrali. Descrizione: “VANISHING AFRICA ” l'Africa che scompare Mostra fotografica di Anna Alberghina Inaugurazione Venerdì 28 novembre 2014 dalle ore 18.00 Dal 28 novembre 2014 al 13 gennaio 2015 A cura del Dott. Bruno Albertino Dal 28 Novembre 2014 al 13 Gennaio 2015, presso la Galleria Paola Meliga di via Maria Vittoria 46/C a Torino, Anna Alberghina, viaggiatrice e fotografa torinese, presenta 25 immagini di popoli africani che conservano, inalterati, valori, usanze e tradizioni ancestrali. Una mostra fotografica che nasce dal bisogno di testimoniare un'Africa che scompare, lentamente si dilegua, travolta dal vortice della globalizzazione, dall'economia di mercato, dalle religioni importate e dal neocolonialismo economico. Dai Bororo del Niger ai Batwa dell'Uganda, dai Pokot e Rendille del Kenya ai Muchimba e Makawana dell'Angola, questi volti ci parlano di una “terra incognita” che non ha mai smesso di esercitare il suo fascino attirando, nei secoli, esploratori ed avventurieri, coloni e viaggiatori. Durante la mostra verrà presentato il libro “Maschere d'Africa” di Bruno Albertino ed Anna Alberghina, edito da Neos Edizioni e saranno esposte alcune maschere tribali africane appartenenti alla collezione privata degli Autori. Info Mostra: dal 28/11/2014 al 13/01/2015 Via Maria Vittoria 46/C – 10123 Torino Tel.Fax: 0112079983 mail: paolameliga@libero.it Orario: martedì – sabato 11.00/12.30 – 15.30/19.30 Festivi e lunedì chiuso. Apertura privata su appuntamento. Inizio: 28/11/2014 Fine: 13/01/2015 Indirizzo: Via Maria Vittoria 46/C – 10123 Torino Spazio: Galleria Paola Meliga Area geografica: Nord Email: brunoalbertino@virgilio.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.064466 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Giacomo Montanaro in mostra allo Spazio Open Art house di Ivrea Introduzione: Si inaugurerà sabato 11 ottobre in occasione della decima giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C. I la mostra “ In the Middle of Nowhere” di Giacomo Montanaro presso lo Spazio Open Art house in collaborazione con la Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar . Il nuovo progetto dell’artista napoletano , a quasi sei anni dal precedente Parete Lavica, si presenta con una novità sorprendente: l’assenza di ogni traccia di figura umana. Essa viene presunta ed evocata nelle 50 opere in mostra: edifici industriali abbandonati, relitti sociali, scorie economiche, persi in un deserto bianco e solitario. Descrizione: Si inaugurerà sabato 11 ottobre in occasione della decima giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C. I la mostra “ In the Middle of Nowhere” di Giacomo Montanaro presso lo Spazio Open Art house in collaborazione con la Galleria Il Ritrovo di Rob Shazar . Il nuovo progetto dell’artista napoletano , a quasi sei anni dal precedente Parete Lavica, si presenta con una novità sorprendente: l’assenza di ogni traccia di figura umana. Essa viene presunta ed evocata nelle 50 opere in mostra: edifici industriali abbandonati, relitti sociali, scorie economiche, persi in un deserto bianco e solitario. Il percorso del Montanaro nasce dall’incontro con le “periferie” tedesche con quelle napoletane di li l’abbondo della figura e la nascita di in mondo immaginifico, che tende di raccontare un viaggio intimistico dell’artista potandoci oltre il limite , nel suo continuo ricercare e sperimentare. Come scrive Gloria Gradassi nel catalogo che accompagna il catalogo completo della mostra : “Questo spostamento ha avuto un suo doppio nell’evoluzione cromatica, che ha ora tutto un altro baricentro: il nuovo bianco del supporto si è sostituito al nero dei fondi e la pittura si è come invertita, dal negativo al positivo, il tocco non è più un graffito ma una velatura chiaroscurata, i colori, più contenuti danno corpo a volumi armonici, il dinamismo infine, non è nella ripetizione ma dentro la forma e nella pennellata. La gestualità, placata nelle nuove strutture, alimenta una composizione meno nervosa, come se l’urgenza espressiva, e quel senso epico che accompagnava la figura umana semplificata, si fosse tramutato in qualcosa di molto più contenuto e denso. Montanaro in questi lavori recenti usa l’acido a volte con la delicatezza di un acquarello, discostandosi dai gesti elettrici dei suoi precedenti lavori. Gli edifici industriali sono sagome geometriche attraverso le quali l’artista sonda tutte le sfumature cromatiche e le diverse profondità della sua pennellata. Messe a confronto con la descrittività analitica di un genere che ha dato molto nella fotografia, queste periferie appaiono come fantasmi inconsci, pure visioni pittoriche nelle quali la realtà è completamente trasfigurata e riletta secondo un codice capace di reinventarla e di creare un intrigo visivo che ha il sapore del nuovo e soprattutto che porta indelebile il segno di Giacomo Montanaro”. Spazio Open Art house - In occasione della decima giornata del Contemporaneo organizzata da A.M.A.C. I opening sabato 11 ottobre h. 12 / 22 - orario continuato dal 11 ottobre 2014 al 11 gennaio 2015 Via San Gaudenzio 10/b 10015 Ivrea (TO) Email: info@openarthouse.it Email: stampa@openarthouse.it Cellulare: +39 338 5093563 +39 338 5093563 - +39 01251897402 Skype: openarthouse Giovanni Cardone Inizio: 10/11/2014 Fine: 01/11/2015 Indirizzo: Spazio Open Art house Via San Gaudenzio 10/b 10015 Ivrea (TO) Spazio: Spazio Open Art Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: META-ILLUSIONI ovvero Dallo scatto fotografico alla percezione della realtà Introduzione: “la storia è quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione” (Julian Barnes : Il senso di una fine) oppure, per dirla con Magritte: “Ceci n’est pas une pipe” 5 artisti da 5 nazioni per una carrellata sulla fotografia contemporanea che ha per minimo comun denominatore la riproduzione della realtà in chiave surrealista e metafisica. Il surreale, il verso deformato della realtà, l’invenzione di uno scenario inesistente o esistente sotto forme differenti, entrano in gioco per soggettivizzare un messaggio. Descrizione: Artisti: Nicola Evangelisti /Cynthia Greig/ Michal Macku/Pilar Soberon/ Philippe Soussan Tipologia: Mostra collettiva Curatore: Cynthia Penna Vernissage: 27 Novembre 2014 dalle 18 alle 22 Ufficio stampa: Valeria Valerio /ART1307 “la storia è quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione” (Julian Barnes : Il senso di una fine) oppure, per dirla con Magritte: “Ceci n’est pas une pipe” 5 artisti da 5 nazioni per una carrellata sulla fotografia contemporanea che ha per minimo comun denominatore la riproduzione della realtà in chiave surrealista e metafisica. Il surreale, il verso deformato della realtà, l’invenzione di uno scenario inesistente o esistente sotto forme differenti, entrano in gioco per soggettivizzare un messaggio. Un neosurrealismo, una meta-fotografia in cui il “concetto”, l’idea, diventano l’unico supporto e il fine stesso dello scatto fotografico. Si opera attraverso “visual Hybrids” cioè attraverso degli “ibridi visivi” che comportano trasformazione (C. Greig), distorsione e duplicazione della realtà (P. Soussan, M.Machu), per aderire ad una percezione nuova di una realtà diversa ; una fotografia “percettiva”, una fotografia che offre una nuova e inesplorata visione delle cose del mondo (P.Soberon). Una riflessione sullo spazio e le sue modificazioni,(N.Evangelisti), ma anche sulla modificazione dei tempi, o degli oggetti o della percezione degli stessi. Tutto si permea di sottili ambiguità e trasmutazioni; la visione gioca sulla dicotomia tra identità e ricordo: ricerca di identificazione di una realtà oggettuale, conosciuta e perdita continua di questa identificazione; la perdita di riferimenti oggettivi induce uno stravolgimento della codificazione della percezione. Inizio: 27/11/2014 Fine: 01/10/2015 Indirizzo: Piazza S. Eframo Vecchio - Napoli Spazio: Villa di Donato Area geografica: Sud Email: info@art1307.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.700329 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: “Trincee ’14/18- La Grande Guerra negli occhi di un soldato” Introduzione: Roma, 22 Maggio 2014- Si inaugura a Roma, presso la Galleria Tempi Moderni di via Giulia 80, la mostra “Trincee ’14/18- La Grande Guerra negli occhi di un soldato”. Promossa dalla Fondazione Moderni e inserita nel programma della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, patrocinata inoltre, da Roma Capitale e dalla Regione Lazio, “Trincee ’14/18” permetterà al pubblico di vivere, come in presa diretta, l’inferno del fronte attraverso l’esperienza e lo sguardo dei protagonisti dell’epoca. Descrizione: Roma, 22 Maggio 2014- Si inaugura a Roma, presso la Galleria Tempi Moderni di via Giulia 80, la mostra “Trincee ’14/18- La Grande Guerra negli occhi di un soldato”. Promossa dalla Fondazione Moderni e inserita nel programma della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Centenario della Prima Guerra Mondiale, patrocinata inoltre, da Roma Capitale e dalla Regione Lazio, “Trincee ’14/18” permetterà al pubblico di vivere, come in presa diretta, l’inferno del fronte attraverso l’esperienza e lo sguardo dei protagonisti dell’epoca. Un percorso unico che, grazie ad una esclusiva collezione di 1000 lastre fotografiche stereoscopiche tridimensionali, scattate proprio nelle prime linee, a distanza di cento anni, riattualizza - con la forza evocativa delle istantanee - la vita quotidiana dei soldati in 4 anni di fronte. L’ iniziativa, sponsorizzata dalla società di produzione Amygdala, si inserisce nel calendario delle commemorazioni dedicate ai 100 anni dallo scoppio della prima Guerra mondiale a cui hanno partecipato circa 6 milioni di italiani. Un evento che ha segnato profondamente la storia sociale, politica, economica e culturale del nostro Paese. Tra gli obiettivi principali della mostra, la diffusione nelle giovani generazioni di una maggiore conoscenza storica e della consapevolezza di uno degli eventi che hanno maggiormente influito sul processo di costruzione del nostro Paese. La mostra sarà gratuita e aperta al pubblico dal 24 maggio, tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00. Info e contatti: Website: www.galleriamoderni.it E-mail: info@galleriamoderni.it Tel: 06-32646109 Fax: 06-3220785 Facebook: Galleria Moderni Twitter: Grande Guerra IT (@100grandeguerra) Per utilizzare l’esclusivo materiale fotografico, vi invitiamo a visionare l’album sul nostro profilo Facebook “Materiale fotografico Trincee ‘14/18- La Grande Guerra”. Inizio: 24/05/2014 Fine: 31/12/2014 Indirizzo: Via Giulia, 81 Roma Spazio: Galleria Tempi Moderni Area geografica: Roma Email: info@galleriamoderni.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.076417 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: ROBERT PETTENA. NOBLE EXPLOSION Introduzione: Sabato 6 dicembre alle 18.00 la Galleria civica di Modena inaugura alla Palazzina dei Giardini la mostra “Robert Pettena. Noble Explosion”, a cura di Marco Pierini, coprodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il patrocinio del Comune di Spilamberto. La mostra presenta, per la prima volta in Italia, un’ampia ricognizione fotografica compiuta sui siti SIPE-Nobel del territorio italiano da Robert Pettena. Descrizione: ROBERT PETTENA. NOBLE EXPLOSION Palazzina dei Giardini, Corso Canalgrande, Modena 6 dicembre 2014-1 marzo 2015 Sabato 6 dicembre alle 18.00 la Galleria civica di Modena inaugura alla Palazzina dei Giardini la mostra “Robert Pettena. Noble Explosion”, a cura di Marco Pierini, coprodotta con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il patrocinio del Comune di Spilamberto. La mostra presenta, per la prima volta in Italia, un’ampia ricognizione fotografica compiuta sui siti SIPE-Nobel del territorio italiano da Robert Pettena. Alfred Nobel, noto come l’ideatore dell’omonimo premio, fu anche e soprattutto l’inventore della dinamite, collega e amico di Ascanio Sobrero, il chimico torinese che sintetizzò la nitroglicerina. Nei primi anni Settanta dell’Ottocento, dopo aver incontrato varie difficoltà in molti Paesi del nord Europa, Nobel giunse in Italia per installare i suoi impianti di produzione di esplosivi. Più tardi la sua società “Dynamite Nobel” stabilì una fruttuosa joint venture con la Società Italiana Prodotti Esplodenti, dando vita alla SIPE Nobel S.p.A. La dinamite, brevettata da Nobel nel 1867, fu largamente utilizzata per l’estrazione mineraria, nelle cave, nel settore delle costruzioni e delle demolizioni; dette anche notevole impulso allo sviluppo delle ferrovie, in particolare nelle zone alpine, facilitando lo scavo dei tunnel. La crescita della domanda di esplosivi fece proliferare l’industria a essi collegata. La fabbrica Dynamite Nobel di Avigliana (Torino) iniziò la sua attività nel 1879. Tra il 1888 e il 1900 la SIPE ha confezionato 120-130 tonnellate di dinamite. A partire dal 1891 ha iniziato a produrre a Forte dei Marmi polveri senza fumo per la Marina, poi nel 1901 a Spilamberto in provincia di Modena e, successivamente, nel 1903 a Cengio, al confine tra Piemonte e Liguria dove realizzava TNT per l’esercito italiano. Negli anni della prima guerra mondiale le fabbriche della SIPE Nobel sfornavano decine di tonnellate al giorno di polveri esplosive e munizioni. Da questi elementi ha inizio un’avvincente indagine sulla storia e sui paradossi di una delle figure più complesse del secondo Ottocento: inventore, imprenditore e filantropo. In mostra una selezione di circa 50 foto e una documentazione di varia natura (foto, disegni, materiale d’archivio) sui siti SIPE Nobel nel territorio italiano, con un approfondimento su quello di Spilamberto. Il lavoro fotografico di Pettena mette in risalto il valore compositivo delle architetture industriali di fine Ottocento e primo Novecento e le loro caratteristiche d’integrazione sul territorio, spesso ottenuta mediante una sorta di camouflage con la vegetazione, soprattutto allo scopo di evitare i bombardamenti aerei. “L’occhio dell’artista – scrive Marco Pierini nel testo in catalogo – osserva quasi clandestinamente l’aspetto odierno delle fabbriche e se indugia sullo stato d’abbandono delle costruzioni non è con l’intento di andare alla riscoperta di un anacronistico gusto per la rovina, ma per segnalare l’eccezionalità di luoghi (spesso ancora in attesa di essere bonificati) dove il tempo appare sospeso e la vita – non fosse per la vegetazione che riconquista il proprio spazio – assente”. La mostra sarà accompagnata da un catalogo bilingue che presenta testi critici di Angelo Bianco, Sandro Fuzzi, Francesco Galluzzi, Lorenza Pignatti, Angela Paine, Marco Pierini e Pier Luigi Tazzi. Robert Pettena Nato a Pembury (UK) nel 1970, vive e lavora a Firenze. Insegna fotografia all’Accademia di Belle Arti di Carrara. La sua ricerca artistica si basa sulla relazione tra gli opposti: archeologia industriale e natura, borghesia e valori anarchici, essere umano e oggetto artificiale. I linguaggi prediletti sono la fotografia, l’installazione e il video. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in Italia e nel mondo. Fra queste si ricordano “Project Room – Scultura", CAMEC, La Spezia (2014), “Joan of Art: Towards a Free Education”, MACRO, Roma (2013), “Nobel Explosion & anti-hail rockets”, Uqbar Project Space, Berlino (2012), “Anno del Drago”, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2012), "Zabriskie Point Reloaded”, Rhizomatic Project Space, Amsterdam (2011), "Kunsthalle Athena -The Bar", Kunsthalle Athena, Atene, “Robert Pettena”, Waseda University, Tokyo (2009). Ha partecipato a workshop, convegni e residenze; nel 2007 ha partecipato alla 52° Biennale di Venezia, "Pan Screening, Art Radio Live", WPS1.ORG Broadcasts; ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Nella foto: Robert Pettena, Uffici S.I.P.E. Nobel, Spilamberto mostra Robert Pettena. Noble Explosion a cura di Marco Pierini sede Palazzina dei Giardini, corso Canalgrande, Modena periodo 6 dicembre 2014-1 marzo 2015 organizzazione e produzione Galleria civica di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il patrocinio del Comune di Spilamberto inaugurazione sabato 6 dicembre 2014, ore 18.00 preview per la stampa giovedì 4 dicembre 2014, ore 11.30 orari mercoledì-venerdì 10.30-13.00 e 15.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.30-19.00. Lunedì e martedì chiuso. festività Lunedì 8 dicembre e venerdì 26 dicembre apertura festiva con orario continuato dalle 10.30 alle 19.00. Giovedì 25 dicembre e giovedì 1 gennaio apertura solo pomeridiana dalle 15.00 alle 19.00 ingresso gratuito ufficio stampa Clp Relazioni Pubbliche, Milano, Anna Defrancesco, tel. + 39 02 36755700, anna.defrancesco@clponline.it immagini e comunicati scaricabili www.clponline.it ufficio stampa Galleria civica di Modena, Cristiana Minelli tel. +39 059 2032883, galcivmo@comune.modena.it immagini e comunicati scaricabili nell’area giornalisti del sito della galleria informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932 www.galleriacivicadimodena.it Museo Associato AMACI Inizio: 06/12/2014 Fine: 01/03/2015 Indirizzo: Palazzina dei Giardini, Corso Canalgrande, Modena Spazio: Palazzina dei Giardini Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.645921 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: FRANCESCA WOODMAN PROTAGONISTA DELLA STAGIONE ESPOSITIVA 2015 DI MERANO ARTE Introduzione: L’appuntamento più atteso, in calendario da giugno a settembre, per la cura di Gabriele Schor, è dedicato a due grandi artiste scomparse in giovane età: Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen. Le opere provenienti dalla Collezione Verbund di Vienna saranno in grado di fare luce sulle personalità di due autrici che hanno segnato fortemente la storia dell’arte negli anni settanta del secolo scorso. Descrizione: FRANCESCA WOODMAN PROTAGONISTA DELLA STAGIONE ESPOSITIVA 2015 DI MERANO ARTE Fulcro del ricco programma sarà infatti la mostra dedicata a due grandi artiste scomparse in giovane età: Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen. Non mancheranno iniziative dedicate ai nuovi talenti dell’arte, all’architettura, alla cultura del cibo e del gusto e molto altro. Sarà un 2015 ricco di iniziative quello che Merano Arte offrirà agli appassionati d’arte contemporanea. L’appuntamento più atteso, in calendario da giugno a settembre, per la cura di Gabriele Schor, è dedicato a due grandi artiste scomparse in giovane età: Francesca Woodman e Birgit Jürgenssen. Le opere provenienti dalla Collezione Verbund di Vienna saranno in grado di fare luce sulle personalità di due autrici che hanno segnato fortemente la storia dell’arte negli anni settanta del secolo scorso. Se in passato i soggetti femminili delle fotografie di Francesca Woodman (1958–1981), sono stati spesso interpretati quale preludio estetico del suo suicidio, gli studi di Gabriele Schor, Elizabeth Bronfen, John Mariz, Abigail Solomon-Godeau e Beate Söntgen, iscrivono la sua opera nella tradizione del tableau vivant. La rassegna proporrà 80 fotografie, esposte per la prima volta in versione originale, che approfondiranno la poesia e l'ambito metaforico che caratterizza il singolare utilizzo di oggetti di posa da parte della Woodman (specchi, guanti, carte da parati, ecc.), ma anche la sua messa in scena in uno spazio in cui le leggi della geometria sembrano non valere più. La pubblicazione realizzata in questa occasione include un testo scritto dalla compagna della Woodman, Betsy Berna, e la prima biografia completa illustrata dedicata all’artista, a cura di Katarina Jerinic. Birgit Jürgenssen (1949-2003), una delle più importanti esponenti dell’avanguardia femminista, ha lasciato un corpus davvero eterogeneo e complesso. Le circa 3.000 opere che ha realizzato nel corso della vita includono stampe, disegni, acquerelli, collage, dipinti, fotografie e sculture. A Merano Arte si potranno ammirarare 40 opere dell'artista austriaca, dedicate all’esplorazione di un corpo femminile che appare mascherato, frammentato, antropomorfo. Da febbraio ad aprile, a Merano Arte si terrà la mostra esito del progetto "FROM & TO", giunto alla terza edizione. Nelle edizioni precedenti (2007 e 2011) alcuni artisti italiani avevano invitato un artista straniero, a lavorare a quattro mani o a esprimersi su un tema comune. Al centro del progetto-mostra è la collaborazione e il confronto. Dentro e fuori, "From and To" è in questo senso una sorta di metafora degli scambi diretti o mediati che avvengono tra gli artisti nel tempo. In questa occasione, il progetto si è sviluppato in forma rinnovata ed è diventato un’occasione d’interscambio culturale tra Francia e Italia, che troverà esito in una mostra di cinque artisti italiani e cinque artisti francesi: Tony Fiorentino, Leander Schwazer, Sonia Leimer, Julia Frank, Roberto Pugliese, Diana Blondeau, Lorraine Chateaux, Quentin Derouet, Vivien Roubaud, Thomas Tourlai. L’iniziativa è curata da Eric Mangion, direttore di Villa Arson, Nizza e Valerio Dehò, direttore artistico di Merano Arte. FROM & TO rientra nel progetto PIANO, Piattaforma per l'Arte Contemporanea Francia-Italia 2014-2015, realizzato da d.c.a / Associazione Francese per lo Sviluppo dei Centri d'Arte; in collaborazione con l'Istituto Francese d'Italia, l'Ambasciata di Francia in Italia e l'Istituto Francese, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e dello Sviluppo Internazionale, del Ministero per la Cultura e la Comunicazione, e della Fondazione Nuovi Mecenati. Da febbraio a marzo è in calendario la mostra Alpi Architettura Turismo all'ADES Architekturforum di Berlino, a cura di Susanne Waiz, che presenta una serie di progetti altoatesini che possono essere considerati d'esempio per una nuova formula di turismo sostenibile. Oltre alle strutture alberghiere in sé, la rassegna prende in considerazione le infrastrutture e la casistica di adeguamento di alcuni edifici storici. Da aprile a giugno, con la mostra "Green & Wild - cibo e natura nell'arte contemporanea", Merano Arte renderà protagonisti i valori culturali del cucinare e del mangiare, il tutto dal punto di vista dell'arte. Partendo dall’opera di Daniel Spoerri, inventore della "Eat Art", saranno proposte una decina di posizioni di artisti contemporanei internazionali che attraverso fotografie, video e installazioni proporranno una riflessione sul tema. L'esposizione esplora come l'approccio artistico che coinvolge l’ambito alimentare si esprima in tematiche fortemente attuali e rifletta allo stesso tempo sul nuovo modo di rapportarsi al cibo e di scegliere i prodotti per cucinare. Il cosidetto "foraging", termine che indica l’attività di raccogliere cibo selvatico adatto al nutrimento umano in vari ambienti naturali, è una nuova tendenza che riavvicina le persone alla natura, invitandoci a ripensare il valore delle colture spontanee e delle erbe selvatiche. Anne Schloen è stata la guest curator invitata a Merano Arte nel 2014. Ha fatto visita e approfondito il lavoro di 10 artisti altoatesini, tre dei quali sono stati scelti per rientrare nel progetto della mostra: Thomas Sterna, Stefan Tschurtschenthaler e Maria Walcher. In contemporanea alla mostra, in collaborazione con l'azienda di soggiorno di Merano, inaugura la Foodie Factory, un’officina del gusto e un laboratorio in cui si utilizzano prodotti selvatici e spontanei, sempre freschi, locali e di stagione, per creare cibi creativi, innovativi e sani, reinterpretando anche le antiche ricette. Da ottobre 2015 a gennaio 2016, in occasione del 50° anniversario della morte, si terrà la mostra dedicata a Luis Kuperion che approfondirà la sua figura di pittore-mendicante e i dipinti ispirati al paesaggio della sua terra natale: la Val Venosta. In contemporanea, Merano Arte ospiterà l’esposizione Architettura e pianificazione urbanistica nella Merano degli anni Trenta, a cura di Walter Gadner e Magdalene Schmidt, in collaborazione con il Museo della Città di Merano; attraverso planimetrie e fotografie d’epoca, il progetto esplorerà tematiche come ‘La progettazione e realizzazione di complessi residenziali’, ‘Lo sport e il tempo libero’, ‘Gli edifici pubblici, Municipio, Casa del Fascio’, ‘L'industria e sistemi tecnologici, ponti’. La mostra fornisce una panoramica storica approfondita della città di Merano e pone in rilievo l'importanza dell’architettura e dell’urbanistica per uno sviluppo urbano sostenibile. Merano Arte Edificio Cassa di Risparmio, Portici 163, 39012 Merano (BZ) www.kunstmeranoarte.org Uffici stampa: Anna Defrancesco CLP Relazioni Pubbliche tel. +39 02 36755700 anna.defrancesco@clponline.it Camilla Martinelli tel. +39 0473 212643 martinelli@kunstmeranoarte.org Merano Arte Programma 2015 Dal 6 Febbraio al 12 Aprile 2015 From & To Tony Fiorentino, Leander Schwazer, Sonia Leimer, Julia Frank, Roberto Pugliese, Diana Blondeau, Lorraine Chateaux, Quentin Derouet, Vivien Roubaud, Thomas Tourlai. A cura di: Eric Mangion, direttore di Villa Arson, Nizza e Valerio Dehò, direttore artistico di Merano Arte. 1 ° - 2° - 3° piano Dal 24 Aprile al 14 Giugno 2015 Green & Wild - cibo e natura nell'arte contemporanea In occasione della mostra: la Foodie Factory in collaborazione con l'Azienda di soggiorno di Merano A cura di: Anne Schloen 1 ° - 2° - 3° piano Dal 26 Giugno al 20 Settembre 2015 Francesca Woodman & Birgit Jürgenssen Opere dalla Collezione Verbund A cura di: Gabriele Schor 1 ° - 2° - 3° piano Dal 2 Ottobre 2015 al 10 Gennaio 2016 Luis Kuperion in occasione del 50. anniversario della morte 2° - 3° piano Dal 3 Ottobre 2015 al 10 Gennaio 2016 Architettura e pianificazione urbanistica nella Merano degli anni Trenta A cura degli Arch. Walter Gadner e Magdalene Schmidt 1 ° piano Dal 30 Gennaio al 26 Marzo 2015 Alpi Architettura Turismo all'ADES Architekturforum di Berlino A cura dell'Arch. Susanne Waiz Giugno 2015 Visita agli atelier: ricerca sul territorio Dal 1 Marzo al 1 Maggio 2015 La "Primavera meranese" Inizio: 30/01/2015 Fine: 26/03/2015 Indirizzo: Edificio Cassa di Risparmio, Portici 163, 39012 Merano (BZ) Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 46.671294 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Piccole Gioie al Digitale Introduzione: Gabriele Lorusso, in collaborazione con il GAM clan, porta le opere digitali nel mondo fisico Dalle contaminazioni di Schiele, Rothko e Jean-Michael Basquiat,ma anche di tutto il mondo della street art e dalle tendenze del mondo della grafica che ormai permea tutta la nostra vita quotidiana. Così le opere si presentano con uno stile molto semplice e definito, in cui spesso il soggetto è unico e centrale. Descrizione: Gabriele Lorusso, in collaborazione con il GAM clan, porta le opere digitali nel mondo fisico Dalle contaminazioni di Schiele, Rothko e Jean-Michael Basquiat,ma anche di tutto il mondo della street art e dalle tendenze del mondo della grafica che ormai permea tutta la nostra vita quotidiana. Così le opere si presentano con uno stile molto semplice e definito, in cui spesso il soggetto è unico e centrale. Inizio: 10/01/2015 Fine: 23/01/2015 Indirizzo: Viale Col di Lana,6 20136 Milano Spazio: Sunny Side Up Area geografica: Milano Email: press.galleryssup@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.452077 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/gallerysunnysideup Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: ALTRIMENTI CHE ESSERE Introduzione: Inaugura sabato 24 gennaio 2015 il progetto espositivo Altrimenti che essere, che affronta il tema dell'alterità, alla luce del saggio omonimo di Emmanuel Lévinas, secondo un'ottica che guarda alla sensibilità di genere. Descrizione: In occasione di Arte Fiera 2015, la città di Bologna, per tradizione da sempre attenta alla riflessione sull’identità di genere anche grazie a manifestazioni del calibro di Gender Bender e all'attività più che trentennale del Circolo Arcigay Il Cassero, offre una mostra dedicata al tema dell’alterità. Sabato 24 gennaio, GALLLERIA PIU' è lieta di presentare Altrimenti che essere, progetto espositivo a cura di Andrea Bruciati, che mette in scena 10 artisti italiani e internazionali dotati di un’ottica “disturbante”, in grado di percepire una realtà meno omologata e coerente ma sicuramente più autentica. E di celebrare la diversità e l’unicità di ogni individuo. Patrick Angus, Tomaso De Luca, Didier Faustino, Joanna Piotrowska / Nefeli Skarmea, Elodie Pong, Prinz Gholam, Athi-Patra Ruga, Davide Savorani, Paul Mpagi Sepuya, Namsal Siedlecki. ALTRIMENTI CHE ESSERE a cura di Andrea Bruciati 22.01.15 > 04.04.15 Inaugurazione sabato 24.01.15 Inaugura sabato 24 gennaio 2015 il progetto espositivo Altrimenti che essere, che affronta il tema dell'alterità, alla luce del saggio omonimo di Emmanuel Lévinas, secondo un'ottica che guarda alla sensibilità di genere. Il soggetto è interpretato in una visione di apertura e dialogo, come Io desiderante che entra criticamente in comunione con ciò che è altro da sé. L’ambivalenza che ne deriva costituisce un segnale di resistenza contro l’omologazione della realtà, è frutto di un pragmatismo filosofico che può essere applicato sia all’arte che alla vita quotidiana, sia all’esperienza estetica che a quella pratica. Qui il processo creativo, inteso come fertile metamorfosi, si formalizza in trasformazione della vita stessa. L’approccio dell’arte intende interrompere il flusso omologato di segni, il suo compito è quello di essere critica e disturbante, di avere uno sguardo strabico che permette di percepire una realtà più autentica. Come dimostrano le opere in mostra, ciò è reso possibile solo riconoscendo la solitudine dell’altro, la sua unicità, ma anche il suo mistero e il valore del suo essere persona. Confutando Freud, secondo il quale l'alterità non è che una proiezione dell’Io, essa diventa totalmente estranea all'Ego producendo fratture esistenziali anche dal punto di vista iconografico, perché ogni esperienza è unica e mai paragonabile. Pure laddove gli artisti parlano di sentimento ed emotività li interpretano in una accezione antiromantica perché non implicano la fusione, l’identità totale, e dunque l’Eros non prevede possesso ma mistero verso l’altro, quasi in una accezione metafisica. Termini crudi come esposizione, vulnerabilità, prossimità, sostituzione, ostaggio, sono ricorrenti in ogni lavoro esposto e sono il risultato di un controllo concettuale prima che emotivo, che non consente abusi sulla sua interpretazione. In questo, tali espressioni confermano quei teoremi di Kurt Gödel sull’incompletezza, per cui la natura dell’arte si fonda sul bisogno soggettivo di interrompere l’equilibrio e l’apparente coerenza del mondo. Gli autori invitati perseguono questa prospettiva diversamente empatica su differenti registri e le loro espressioni assurgono a veri e propri campi d'azione per interventi di relazioni e scambio, finalizzati a quello che il filosofo lituano Emmanuel Lévinas definiva 'umanesimo dell'altro uomo'. Artisti: Patrick Angus Tomaso De Luca Didier Faustino Joanna Piotrowska / Nefeli Skarmea Elodie Pong Prinz Gholam Athi-Patra Ruga Davide Savorani Paul Mpagi Sepuya Namsal Siedlecki GALLLERIAPIÙ sede: Via del Porto 48 a/b, 40122 Bologna contact: +39 0516449537 info@gallleriapiu.com web: www.gallleriapiu.com social: www.facebook.com/OltreDimore; www.twitter.com/OltreDimore press: Irene Guzman +39 3491250956 press@gallleriapiu.com orari: martedì e mercoledì 14.30-19.30; giovedì e venerdì 12.00-20.00; sabato 11.00-19.00 e su appuntamento Inizio: 24/01/2015 Fine: 04/04/2015 Indirizzo: Via del Porto 48 a/b, 40122 Bologna Spazio: GALLLERIAPIÙ Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.501942 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: LIQUID di Lia PASCANIUC Introduzione: n occasione della terza edizione di SetUp Art Fair, la fiera indipendente di arte contemporanea che si svolge a Bologna dal 22 al 25 gennaio 2015, la giovane artista rumena Lia Pascaniuc presenta il progetto LIQUID, a cura di Chiara Canali, presso lo stand della galleria RezArte Contemporanea di Reggio Emilia. Descrizione: LIQUID di Lia PASCANIUC I SetUp Art Fair I Bologna, 22-25 gennaio 2015 SetUp Art Fair Autostazione di Bologna, Piazza XX Settembre, 6 Stand n. 25, RezArte Dal 22 al 25 gennaio 2015 In occasione della terza edizione di SetUp Art Fair, la fiera indipendente di arte contemporanea che si svolge a Bologna dal 22 al 25 gennaio 2015, la giovane artista rumena Lia Pascaniuc presenta il progetto LIQUID, a cura di Chiara Canali, presso lo stand della galleria RezArte Contemporanea di Reggio Emilia. La ricerca di Lia Pascaniuc allieva del maestro Franco Fontana, si rivolge ai nuovi media come la fotografia, il video e le tecnologie multimediali per indagare tematiche ed emergenze dell’odierna società liquida: i cambiamenti climatici, le trasformazioni irreversibili della natura e il global warming. La mutevole e transitoria condizione dei fenomeni naturali, presupposto essenziale della vita umana, viene rapportata dall’artista alla situazione attuale, instabile ed incerta, che Zygmunt Bauman definisce “liquida”. Afferma infatti lo studioso: “Liquido è il tipo di vita che si tende a vivere nella società liquido-moderna. Una società può essere definita "liquido-moderna" se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure”. Questo incessante e liquido fluire delle cose trova la sua più evidente rappresentazione nell’elemento dell’acqua che nelle sue varie accezioni richiama i concetti di mobilità, leggerezza, adattabilità, dinamicità, percorribilità e flessibilità. Nel ciclo fotografico “Luce liquida” di Lia Pascaniuc l’acqua è assoluta protagonista delle opere, “sostanza primordiale da cui scaturiscono tutte le forme” (Mircea Eliade), struttura visivo-formale declinata in differenti texture cromatiche e pattern geometrici che rimandano alla varietà dei passaggi e degli stati in cui è presente in natura. Con il progetto “Vita liquida” l’acqua invece è assente dall’inquadratura lasciando campo alla vita delle creature marine nel vuoto più assoluto di una spazialità condivisa. Le fotografie di questa serie, eseguite analogicamente all’interno del set di un acquario artificiosamente deprivato dell’acqua attraverso particolari strumentazioni ottiche, si concentrano unicamente sulle variopinte sfumature dei pesci, che spiccano dal buio più assoluto dello sfondo. La sottrazione dei liquidi diventa metafora della condizione di mutevolezza della società attuale, sempre più occupata a rendersi visibile attraverso forme virtuali che sostituiscono qualsiasi forma di relazione reale. Questa sensazione di incertezza e precarietà viene ancor più incarnata dalla scultura “Vita liquida”, installazione di un cubo olografico, realizzata con innovative tecnologie multimediali, che presenta al suo interno un video in 3D con le immagini in movimento di un pesce giallo fosforescente fluttuante nel vuoto, alla ricerca di un’instabile e pressoché impossibile stasi. Biografia Lia Pascaniuc, classe ’81, studia arti e mestieri contemporanei in Romania per proseguire poi dal ‘98 gli studi a Torino. Segue da assistente il maestro Franco Fontana nel workshop di fotografia presso il Politecnico di Torino. La natura è un’ispirazione costante, che si arricchisce durante i numerosi viaggi che documenta e cataloga. La fotografia creativa e sperimentale è il principale mezzo espressivo. Realizza anche istallazioni site-specific di vario genere attraverso le quali altera ed esalta spazi e contesti utilizzando le nuove tecnologie. Tra le principali esposizioni: nel 2013 è selezionata dalla curatrice Chiara Canali all’interno del Premio Artivisive San Fedele e partecipa a BAM ON TOUR 2013 - Biennale d'arte moderna e contemporanea del Piemonte, a cura di Edoardo di Mauro; nel 2012 viene invitata a far parte della collettiva The River Thames - The Great Wall – Embrace the World presso la Barbican Gallery di Londra ed espone ad H.OPE ART alla Reggia di Venaria (Torino). Nel 2011 partecipa alla collettiva Sweet Italy - Bunga Bunga Republic, presso la Galleria Abnormals, Berlino, a cura di Clarissa Tempestini. Nel 2010 è finalista del Premio Arte Laguna presso le Tese di San Cristoforo Arsenale, Venezia. Le sue opere fanno parte delle collezioni permanenti della Forever Olympic Art Center Beijing (China), della Galleria Civica del Museo di Modena e del Florean Contemporary Art Museum (Romania) oltre che di numerosi collezionisti privati. Inizio: 22/01/2015 Fine: 25/01/2015 Indirizzo: Bologna, Piazza XX Settembre, 6 Spazio: Autostazione di Bologna, Piazza XX Settembre, 6 Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.504227 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6104556461565117217 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: MIC – MUSEO INTERATTIVO DEL CINEMA Introduzione: MIC – MUSEO INTERATTIVO DEL CINEMA ROBERT ALTMAN, 90 ANNI DI UN MITO Dal 7 febbraio all’1 marzo 2015 Dal 7 febbraio all’1 marzo 2015 presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema di Milano, Fondazione Cineteca Italiana presenta ROBERT ALTMAN, un’ampia retrospettiva in undici film a novant’anni dalla nascita del grande regista statunitense. Con l’occasione viene presentato in anteprima per Milano il documentario di Ron Mann Altman. Proposto alla 71. Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2014) nella sezione “Venezia Classici”, vanta un cast incredibile: Julianne Moore, Bruce Willis, Robin Williams, Keith Carradine e James Descrizione: MIC – MUSEO INTERATTIVO DEL CINEMA ROBERT ALTMAN, 90 ANNI DI UN MITO Dal 7 febbraio all’1 marzo 2015 Dal 7 febbraio all’1 marzo 2015 presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema di Milano, Fondazione Cineteca Italiana presenta ROBERT ALTMAN, un’ampia retrospettiva in undici film a novant’anni dalla nascita del grande regista statunitense. Con l’occasione viene presentato in anteprima per Milano il documentario di Ron Mann Altman. Proposto alla 71. Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2014) nella sezione “Venezia Classici”, vanta un cast incredibile: Julianne Moore, Bruce Willis, Robin Williams, Keith Carradine e James Caan. Il documentario offre uno sguardo intimo e profondo sulla vita e la carriera di uno degli autori più influenti della storia del cinema, il compianto Robert Altman (1925--‐2006). Attraverso interviste rare, scene di film rappresentativi, materiali d’archivio e testimonianze esclusive di familiari e collaboratori, il documentario di Ron Mann è un tributo sincero a uno degli autori più anticonvenzionali di Hollywood, creatore di uno stile unico e universalmente riconosciuto. Considerato il padre del cinema indipendente americano, Altman è tra i pochi registi a essersi aggiudicato il massimo riconoscimento nei tre principali festival europei (Palma D’Oro a Cannes nel 1970 con M*A*S*H*, orso d’oro a Berlino nel 1976 con Buffalo Bill e gli indiani, Leone d’oro a Venezia nel 1993 con America oggi), oltre all’Oscar alla carriera, firmando indimenticabili capolavori come Nashville, I protagonisti, Gosford Park. La Cineteca di Milano sceglie di proporre i più importanti risultati della carriera cinematografica del regista di Kansas City dando rilievo anche a un film mai distribuito in Italia, Anche gli uccelli uccidono, Tra i capolavori senza tempo in calendario: Una coppia perfetta, Il lungo addio, Radio America, Gang e il bellissimo Vincent e Theo, film che vanta la magistrale interpretazione di Tim Roth nei panni del tormentato pittore, qui messo in costante relazione con il fratello Theo che per anni lo mantenne e fu l’unico a stargli sempre accanto. PROGRAMMA e SCHEDE FILM Sabato 7 febbraio h 16.00 M.A.S.H. (Mobile Army Surgical Hospital) (Robert Altman, USA, 1970, 116’, con Robert Duvall e Sally Kellemann) In un ospedale militare da campo, durante la guerra di Corea, tre giovani ufficiali chirurghi, pur prestando la loro opera con destrezza e abnegazione, sono insofferenti della disciplina militare, irriverenti verso i superiori, pronti alla beffa sia nei riguardi dei colleghi che delle piacenti infermiere. Domenica 8 febbraio h 17.00 Anche gli uccelli uccidono (Robert Altman, USA, 1970, 105') Brewster McCloud è uno stravagante adolescente che vive in un rifugio antiaereo nello stadio "Astrodome" di Houston, e qui, incoraggiato dalla sua amica Louise, studia un sistema per volare in autonomia, come se fosse un uccello. Tutti coloro che criticano od ostacolano il suo lavoro vengono misteriosamente trovati uccisi. h 19.00 Nashville (Robert Altman, USA, 1975, 158’, con Geraldine Chaplin e Roonee Blakley) Per cinque giorni la città di Nashville diventa il centro attorno al quale gravita una serie di storie intrecciate fra loro. Sullo sfondo un raduno di musicisti pop e country, organizzato per sostenere la campagna elettorale di un candidato ambiguo e populista. Alla fine una delle cantanti morirà sul palco, nell'indifferenza generale. Venerdì 13 febbraio h 15.00 Il lungo addio (Robert Altman, USA, 1973, 110’, con Elliott Gould e David Arkin) Il detective Philip Marlowe accetta di accompagnare un amico, Terry, al confine con il Messico. Non trascorrono molte ore e Marlowe viene fermato dalla polizia che lo accusa di aver favorito la fuga di un omicida: la moglie di Terry, infatti, è stata uccisa. Ma la detenzione dura poco perché dal Messico giunge la notizia del suicidio di Terry. Il detective inizierà ad occuparsi di un nuovo caso, ma in realtà Terry non è del tutto uscito dalla sua vita. trascorrono molte ore e Marlowe viene fermato dalla polizia che lo accusa di aver favorito la fuga di un dura poco perché dal Messico giunge la notizia del suicidio di Terry. Il detective inizierà ad occuparsi di un nuovo caso, ma in realtà Terry non è del h 17.00 Anche gli uccelli uccidono (Robert Altman, USA, 1970, 105') Replica h 19.00 I protagonisti (Robert Altman, USA, 1992, 124’, con Tim Robbins e Woopi Golberg) Griffin Mill (Robbins, premiato con la Palma d'oro a Cannes), che lavora per una major di Hollywood, ha una doppia preoccupazione: l'arrivo di un possibile rivale nell'organico dello studio e una serie di lettere minatorie. Credendo di aver individuato il nemico anonimo, Mill lo uccide, riuscendo poi a cavarsela nell'indagine che ne segue, benché spesso sia sul punto di crollare. Produrrà poi un film che narra più o meno la sua storia. Per tutta la giornata di San Valentino ingresso libero per chi interpreta alla presenza di un addetto/a del MIC una dichiarazione d’amore ispirata a un celebre film della storia del cinema. h 16.00 Una coppia perfetta (Robert Altman, USA, 1979, 109’, con Paul Dooley e Martha Heflin) Alex (numero 207) è il maturo rampollo di una famiglia di antiquari greci rigorosi e tradizionalisti diretti dal padre-padrone Panos Theodopoulos. Sheila (numero 312) vive in comunità con i membri del gruppo musicale "Salviamoli per strada". I numeri 207 e 312 sono quelli attribuiti ai due giovani da un'agenzia matrimoniale. I primi appuntamenti fra Sheila e Alex sono, nonostante qualche equivoco, incoraggianti. La storia è quella di una piccola stazione radio del Minnesota che trasmette lo stesso spettacolo di musica e pubblicità da moltissimi anni; ma la radio viene assorbita da una grossa compagnia che decide di liquidare tutto il personale, chiudere la frequenza e demolire il teatro dal quale lo show viene trasmesso. Si assiste quindi alla messa in onda dell'ultimo spettacolo seguendo l'evolversi della serata attraverso i vari personaggi h 15.00 Gang (Robert Altman, USA, 1974, 120’, con Louise Fletcher e Keith Carradine) In America, durante la grande depressione, Bowie Bowers, in galera per omicidio, riesce a evadere insieme con due ergastolani: Ted e Chicamaw. In breve i tre diverranno compagni di vita e di rapina. h 17.30 Gosford Park (Robert Altman, USA, 2001, 137’, con Maggie Smith e Stephen Fry) A Gosford Park bellissima tenuta di campagna sir William McCordle e la moglie Sylvia organizzano una festa destinata a durare tutto il weekend. Una contessa, un eroe della Prima guerra mondiale, un idolo delle folle e il produttore americano dei film di Charlie Chan sono gli ospiti che affollano la villa. Tutto sembra procedere per h 17.00 America oggi (Robert Altman, USA, 1993, 193’, con Tim Rpobbins e Jack Lemmon) Nella Los Angeles contemporanea seguiamo le storie di alcune persone concatenate da apparenti casualità. Earl, autista di una limousine da noleggio, è sposato con Doreen, cameriera in un fast food. Un giorno Doreen investe un ragazzo che, per questo, finisce all'ospedale. Qui seguiamo le vicende di altri ricoverati e di alcuni medici, tra cui il dottor Wyman che ha non pochi problemi con la moglie. Da quest'ultima si passa a sua h 16.00 Vincent e Theo (Robert Altman, USA, 1990, 137', v.o.sott.it., con Tim Roth e Paul Rhys) Nel raccontare la vicenda biografica del pittore Vincent Van Gogh (1853-90) Altman si sofferma, in particolare, sul rapporto dell'artista con il fratello Théo, gallerista. Il risultato è un film che ci racconta il lato più nascosto di Vincent: quello delle relazioni umane e familiari lontane dalla grandiosità del Van Gogh artista. L’arte del racconto è obliqua per natura, ovvero mentre si racconta qualcosa si racconta sempre insieme un’altra storia, quella delle reazioni di chi è stato testimone, protagonista, spettatore di quella storia. La storia per Ron Mann è quella di Robert Altman, svolta in novantacinque minuti dalla sua famiglia, quella biologica e quella artistica. Irreperibile agli occhi dello spettatore, Robert Altman era un attore senza apparenze, un narratore impassibile, onnipotente, polimorfo, che film dopo film dimostrò la libertà che hanno le cose di Presentato alla 71. Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2014) nella sezione “Venezia h 19.00 M.A.S.H. (Mobile Army Surgical Hospital) (Robert Altman, USA, 1970, 116’) Replica h 16.00 Anche gli uccelli uccidono (Robert Altman, USA, 1970, 105') Replica Cristiana Ferrari ufficiostampa@cinetecamilano.it – 0287242114 – M 3337357510 Inizio: 07/02/2015 Fine: 01/03/2015 Indirizzo: MIC - Museo Interattivo del Cinema di Milano, Spazio: MIC - Museo Interattivo del Cinema di Milano, Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6107495623453514625 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: "FROM & TO" Introduzione: "FROM & TO" è un'iniziativa nata dalla volontà di supportare da vicino la crescita dei giovani artisti, dando loro la possibilità di instaurare nuove relazioni e confrontarsi con il panorama internazionale. Al centro del progetto è la collaborazione e il confronto. Dentro e fuori, "from" and "to" è in questo senso una sorta di metafora degli scambi diretti o mediati che avvengono tra gli artisti ogni giorno nel tempo. Il progetto è giunto quest'anno alla sua terza edizione. Descrizione: Merano Arte e il Centro Nazionale per l'Arte Contemporanea Villa Arson di Nizza (F) presentano la mostra "FROM & TO" DIANE BLONDEAU LORRAINE CHÂTEAUX QUENTIN DEROUET TONY FIORENTINO JULIA FRANK SONIA LEIMER ROBERTO PUGLIESE VIVIEN ROUBAUD LEANDER SCHWAZER THOMAS TEURLAI a Merano Arte dal 7 Febbraio al 12 Aprile 2015 A cura di Valerio Dehò e Éric Mangion La mostra, curata da Éric Mangion, direttore del centro d’arte di Villa Arson e Valerio Dehò, direttore artistico di Merano Arte, presenta le opere di cinque giovani artisti italiani e cinque giovani artisti francesi: Tony Fiorentino, Leander Schwazer, Sonia Leimer, Julia Frank, Roberto Pugliese, Diane Blondeau, Lorraine Châteaux, Quentin Derouet, Vivien Roubaud, Thomas Teurlai. "FROM & TO" è un'iniziativa nata dalla volontà di supportare da vicino la crescita dei giovani artisti, dando loro la possibilità di instaurare nuove relazioni e confrontarsi con il panorama internazionale. Al centro del progetto è la collaborazione e il confronto. Dentro e fuori, "from" and "to" è in questo senso una sorta di metafora degli scambi diretti o mediati che avvengono tra gli artisti ogni giorno nel tempo. Il progetto è giunto quest'anno alla sua terza edizione. Nei due appuntamenti precedenti (2007 e 2011) alcuni artisti italiani selezionati, avevano invitato un artista straniero a lavorare a quattro mani o ad esprimersi su un tema comune. In occasione di questa nuova edizione 2014-2015 "FROM & TO" si è sviluppato in forma rinnovata ed è diventato un'occasione d'interscambio culturale tra Francia e Italia. I dieci artisti, selezionati dai direttori dei due musei, hanno dato vita a una mostra che è stata ospitata da Novembre 2014 a Gennaio 2015 a Villa Arson, Nizza e che a partire da Febbraio fino ad Aprile 2015 viene presentata negli spazi di Merano Arte. La collaborazione tra artisti italiani e artisti francesi è avvenuta attraverso un confronto sia teorico che pratico avviato con il primo incontro avvenuto a Nizza a Luglio 2013, e proseguito con l’incontro meranese ad Ottobre dello stesso anno. Una piattaforma web è stata creata per facilitare il dialogo e gli scambi. Gli artisti hanno talvolta collaborato tra loro, ponendo in essere opere collettive, d'altra parte sono stati liberi di esprimere il proprio singolare linguaggio artistico. I direttori artistici dei due musei, non hanno imposto alcun vincolo o tematica particolare, lasciando libero sfogo alla creatività dei giovani artisti e ai loro approcci individuali, che si sono espressi sin dal principio in funzione alla diversità sostanziale della loro pratica espressiva. L'esposizione propone opere appositamente pensate e realizzate per i due spazi espositivi: dipinti, sculture e fotografie, ma anche sound art, arte relazionale, processing art e videoinstallazioni. È un esempio delle nuove ricerche nel campo dell'arte contemporanea e del plurilinguismo caratteristico del panorama creativo attuale. Il visitatore è accolto a Merano Arte da una grande installazione sonora dell'artista Roberto Pugliese, realizzata con 50 tubi di plexiglas appesi nel vuoto dell'androne del museo. Di diverso diametro e lunghezza i tubi agiscono come casse di risonanza della composizione. I suoni emessi nell'atmosfera sono stati generati dall'artista, che ispirandosi alla Teoria generale dei sistemi del biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy, si è servito di alcuni dati numerici del museo per definire le basi della propria composizione elettroacustica. Al primo piano introduce le sale dell'esposizione la scultura "Statthalter" (luogotenente), un'opera dell'artista altoatesino Leander Schwazer, ispirata a un concetto della Teoria Estetica di Theodor W. Adorno. L'elemento è un segnavia, un’asta su cui sono apposti numerosi cartelli segnaletici. Ma sono cartelli vuoti, riquadri fatti di tubi, alcuni con lastre di vetro, che incorniciano l'hic et nunc in immagine e rivelano allo stesso tempo sia il presente che l'avvenire. È un segnavia della globalizzazione, rivolto ad ogni direzione e ad alcun luogo. Nelle prime sale Julia Frank propone un'installazione che ci invita ad esplorare attraverso un video ed altri oggetti, gli esiti di un progetto partecipativo realizzato a Londra e adattato per Villa Arson. Sviluppa poi il suo approccio volto alla riflessione sulle relazioni che intercorrono tra caratteristiche ambientali e prese di coscienza individuale, con un lavoro scultoreo pensato per Merano Arte, dedicato al tema dell'esistenza e reperibilità delle risorse energetiche. Ad accoglierci nella sala che segue, è una grande installazione esito della collaborazione tra gli artisti francesi Diane Blondeau, Vivien Roubaud, Thomas Teurlai. La scultura, lunga oltre cinque metri, è frutto di un assemblaggio realizzato con tanti materiali diversi, e s'ispira al concetto di "bootleg", termine che designa il traffico delle registrazioni audio e video contrabbandate dagli studi, altresì impiegato per esprimere l’arte di mixare due pezzi per realizzarne un terzo. Al secondo piano del museo la mostra continua con una grande tavola rotonda realizzata dall'artista Sonia Leimer, compostada tavoli di epoche diverse incastonati in un grande piano in cemento. Alle pareti l’opera "1959 (2012)" è la riproduzione di una delle prime fotografie della terra realizzate nel 1959 dal satellite americano "Explorer VI". L'immagine è stata stampata su una lastra di alluminio mai utilizzata e prodotta per una navetta spaziale nel 2012. Sia il soggetto che il materiale utilizzato, rappresentano una riflessione rispetto a cosa sia davvero definibile, quantificabile, utile. Le opere della Leimer dialogano in mostra con una serie di nuovi lavori dell'artista Leander Schwazer. L'artista francese Lorraine Châteaux stravolge la stanza successiva con tintura e moquette, configurando una dimensione visiva fatta di sculture collocate alle pareti e distribuite nello spazio. L'installazione "The Cloud" delinea un luogo completamente "altro", dove vengono accostati elementi eterogenei, ma in cui la fugacità e le dissonanze, agiscono da ostacolo alla loro categorizzazione. È una superficie magica che rientra in precise coordinate spazio-temporali, disegnando allo stesso tempo una sorta di "collage surrealista". L'ultimo piano si apre con il lavoro di Tony Fiorentino, che ha coinvolto gli artisti di "FROM & TO"nel suo progetto "Dominium Melancholiae", chiedendo loro di alterare una lastra di zinco con le stesse misure di "Melancolia I", incisione realizzata da Albrecht Dürer nel 1514. Dopo essere stata manipolata nella sua forma dagli artisti, la lastra è stata immersa in una soluzione di acqua distillata mista ad acetato di piombo. L’unione di questi elementi ha dato origine a una vegetazione chimica di piombo che ricopre tutta la superficie di zinco con imprevedibili e delicate ramificazioni, che con il passare del tempo si autodistruggono, rivelandone la forma originale. La mostra termina con una serie di lavori del francese Quentin Derouet, intitolata "I colori nascono e muoiono". L'artista ha trascorso vari momenti del quotidiano in prossimità di un fuoco. Al termine di vari incontri/accadimenti ha gettato nelle fiamme dei pigmenti colorati e ha soffocato il fuoco con una tela. Da questo processo sono nate le tele in mostra: superfici astratte, segnate da bruciature, carbone e pigmenti. In dialogo con queste tele, l'artista espone una serie di sculture in ceramica che ha realizzato immergendo dei peluche nella porcellana liquida e cuocendoli in forno. La terra si è cotta e i peluche sono bruciati, dando vita a delle strane sculture bianche, dagli occhi vuoti e neri. FROM & TO rientra nel progetto PIANO, Piattaforma preparata per l’Arte Contemporanea Francia-Italia, 2014-2015, creata su iniziativa di d.c.a / association française de développement des centres d’art (associazione per lo sviluppo dei centri d’arte contemporanea), in collaborazione con l’Istituto Francese d’Italia, l’Ambasciata di Francia in Italia e l’Istituto Francese, con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e dello Sviluppo Internazionale, del Ministero per la Cultura e la Comunicazione, e della Fondazione Nuovi Mecenati. Merano, gennaio 2015 FROM & TO DIANE BLONDEAU, LORRAINE CHÂTEAUX , QUENTIN DEROUET, TONY FIORENTINO, JULIA FRANK , SONIA LEIMER, ROBERTO PUGLIESE, VIVIEN ROUBAUD, LEANDER SCHWAZER, THOMAS TEURLAI Conferenza stampa: 6 Febbraio 2015, ore 11.00 Inaugurazione: 6 Febbraio 2015, ore 19.00 a seguire performance musicale dell'artista Roberto Pugliese Durata della mostra: 7 Febbraio - 12 Aprile 2015 Catalogo: La mostra è accompagnata da un catalogo/giornale edito per l'occasione Orari: 10.00 – 18.00, lunedì chiuso Biglietti: intero 6,00 ridotto per over 65/guestcard/gruppi/persone diversamente abili Euro 5,00 gratuito per under 14, stampa, soci Amaci Info: Merano Arte - Edificio Cassa di Risparmio Portici 163, 39012 Merano (BZ) www.kunstmeranoarte.org Inizio: 07/02/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Merano Arte Spazio: Merano Arte Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 46.671294 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: FABRIZIO CARNELUTTI OPTICAL GAME Introduzione: Si apre la nuova stagione espositiva con la personale di Fabrizio Carnelutti (Desio, 1960) presso lo Studio del Dr. Guido delli Ponti, in collaborazione con l’Associazione Culturale Ponti x l’Arte. Apprezzato fotografo, negli Anni ’80 ha collaborato con prestigiose riviste come Chi, Sorrisi Canzoni TV, Tutto Musica & Spettacolo, Oggi, Gente. Descrizione: Ponti x l’Arte Associazione Culturale www.pontixlarte.eu Studio Dr. Guido delli Ponti Via Luigi Vitali 1, angolo Piazza Duse, Milano tel. 02798500 da lunedì a venerdì, dalle 10.30 alle 18.30 (escluso mercoledì) Ingresso libero FABRIZIO CARNELUTTI OPTICAL GAME a cura di Stefano Bianchi Milano, dal 24 febbraio al 23 aprile 2015 Inaugurazione: martedì 24 febbraio dalle 18 alle 20 Si apre la nuova stagione espositiva con la personale di Fabrizio Carnelutti (Desio, 1960) presso lo Studio del Dr. Guido delli Ponti, in collaborazione con l’Associazione Culturale Ponti x l’Arte. Apprezzato fotografo, negli Anni ’80 ha collaborato con prestigiose riviste come Chi, Sorrisi Canzoni TV, Tutto Musica & Spettacolo, Oggi, Gente. Ma siccome Fabrizio è uno che si appassiona e l’arte, per lui, vuol dire diversificare, ha preso tele, smalti, colori, si è messo a dipingere e non s’è più fermato. Giallo, rosso, blu. Colori primari, ai quali aggiungere il nero. Colori incorniciati dai telaietti delle diapositive. Fabrizio Carnelutti ha fotografato i grandi della musica, dello spettacolo, della cultura, dello sport. In ogni diapositiva c’era un volto noto, una figura in posa. Ma il suo desiderio più grande è sempre stato quello di dipingere: mescolando, “non plus ultra” della soddisfazione, lavoro e passione. Ecco, allora, che quei cromatismi a smalto lasciati dapprima correre in libertà sulla tela si sono indirizzati al cuore di quei bianchi telaietti annullando di fatto ogni singolo scatto fotografico. Al posto dell’immagine, ecco materializzarsi il colore puro, minuziosamente pennellato. E altrettanto scrupoloso è l’ordine di queste caleidoscopiche diapositive: a decine, posizionate sulle tele una accanto all’altra; coi 4 colori che interagiscono fra loro, oppure si scorporano producendo sfumate composizioni monocromatiche. L’effetto, collegato con efficacia a quell’Optical Art nata negli Anni ’60 e sviluppatasi nei ‘70, innesca un giocoso rapporto attivo fra opera d’arte e spettatore. L’immagine “inganna l’occhio”: prende cioè a modificarsi a seconda di come chi la osserva si sposta nello spazio. Stefano Bianchi Ponti x l’Arte è l'Associazione Culturale fondata da Eleonora Tarantino (giornalista pubblicista/art consultant) e Stefano Bianchi (giornalista professionista/critico d’arte). Con il coinvolgimento diretto degli artisti, è il risultato di anni di passione e dedizione che ne fanno una realtà unica e versatile quanto a tematiche e allestimenti. Scopo dell’associazione, è organizzare e promuovere mostre personali e collettive anche in locations inconsuete, riservate a tutti coloro che desiderano conoscere e collezionare Arte Contemporanea. Il Dr. Guido delli Ponti e Chiara Minoli, hanno messo a disposizione degli artisti (no-profit) la sala d’attesa dello studio dentistico ubicato in un prestigioso palazzo degli Anni ‘30. Per informazioni: Press&Media Eleonora Tarantino mob. 3356926106 - pressmedia@coolmag.it Inizio: 24/02/2015 Fine: 23/04/2015 Indirizzo: Via Luigi Vitali 1, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.47105 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Jammin' Drama Project Introduzione: dal 23 gennaio, in occasione di ART CITY Bologna e fino al 15 febbraio 2015, Villa delle Rose (via Saragozza 228/230 - Bologna) ospita una mostra di Marinella Senatore che riunisce tre sue video-installazioni nelle sale espositive della sede esterna del MAMbo. L'esposizione ha come fulcro Jammin' Drama Project (2014), opera prodotta nell'ambito di Museo Chiama Artista, seconda edizione del progetto a cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce, promosso dal Servizio architettura e arte contemporanee della ex PaBAAC - Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee, Descrizione: dal 23 gennaio, in occasione di ART CITY Bologna e fino al 15 febbraio 2015, Villa delle Rose (via Saragozza 228/230 - Bologna) ospita una mostra di Marinella Senatore che riunisce tre sue video-installazioni nelle sale espositive della sede esterna del MAMbo. L'esposizione ha come fulcro Jammin' Drama Project (2014), opera prodotta nell'ambito di Museo Chiama Artista, seconda edizione del progetto a cura di Ludovico Pratesi e Angela Tecce, promosso dal Servizio architettura e arte contemporanee della ex PaBAAC - Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiana. La altre due video-installazioni in mostra sono How Do U Kill the Chemist? (2009), e Variations (2011). Inizio: 23/01/2015 Fine: 15/02/2015 Indirizzo: (via Saragozza 228/230 - Bologna Spazio: Villa delle Rose Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.489917 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Zahir e La Rosa - Roberto Goldoni Introduzione: La personale di Roberto Goldoni (1971) prende il titolo da un racconto di Borges contenuto nell’Aleph. La riflessione in arte sul potere di un pensiero che diventa ossessione. Descrizione: La personale di Roberto Goldoni (1971) prende il titolo da un racconto di Borges contenuto nell’Aleph. La riflessione sul potere di un pensiero che diventa ossessione. “Secondo la dottrina idealista, i verbi ‘vivere’ e ‘sognare’ sono rigorosamente sinonimi; se di migliaia di apparenze, ne rimarrà una, da un sogno molto complesso, si arriverà a uno molto semplice…..Quando tutti gli uomini della terra penseranno, giorno e notte, allo Zahir, quale sarà il sogno e quale la realtà, la terra o lo Zahir?” Le opere di Goldoni sembrano accumulare in piani differenti, sovrapposti, affiancati, gli esiti della nostra percezione di ciò che ci circonda (a maggior ragione nei casi in cui Goldoni dipinge dal vero, con un gesto classico, in cui riflessi, situazioni contingenti della luce, delle ombre, delle forme vanno ad aggiungersi all’opera in costruzione). La sovrapposizione di percezioni, diventa concreta, trasformata direttamente in colore, in righe, in forme … in realtà? Quando abbiamo osservato per la prima volta l’opera "24 Righe Rosso" (2014) abbiamo avuto la sensazione di osservare un paesaggio quotidiano, ma con qualcosa di non immediatamente definibile, come fosse imperfetto. La sensazione di un luogo ove si è certi di esser stati, ma senza ricordare se in realtà o in sogno. Una realtà che contiene una imperfezione, tale da farci dubitare sulla sua “effettiva” esistenza: è lo spaesamento, in termini cinematografici, dei luoghi fisicamente impossibili (ad oggi) ma forse possibili, del Nolan di Inception e Interstellar o dei piani e stratificazioni di Memento. Il suggerimento è allargare le palpebre, farsi accecare, con un unico sguardo, dall’opera di Goldoni, ingoiarne l’immagine tutta insieme e scendere, tra le vertigini, attratti da una dimensione differente: "...chi ha visto lo Zahir presto vedrà la rosa (...), lo Zahir è l'ombra della rosa." Inizio: 05/02/2015 Fine: 03/04/2015 Indirizzo: Via Sacchini 18 - Milano Spazio: Rossosegnale Area geografica: Milano Email: info@rossosegnale.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.485592 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.rossosegnale.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: CONOSCERE E AMARE L’ITALIA Introduzione: Le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del FAI Il nostro Paese reca importantissime stratificazioni di antiche civiltà. Noi non possiamo ignorarlo, non possiamo distruggere queste vestigia. Anzi, dobbiamo farle nostre, in modo che non vengano conservati dei cimiteri, ma delle sedi umane perfettamente vitali. Renato Bazzoni Descrizione: Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra fotografica CONOSCERE E AMARE L’ITALIA Le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del FAI 30 gennaio 2015 – 1 marzo 2015 La Cavallerizza, via Carlo Foldi 2 – Milano INGRESSO LIBERO Il nostro Paese reca importantissime stratificazioni di antiche civiltà. Noi non possiamo ignorarlo, non possiamo distruggere queste vestigia. Anzi, dobbiamo farle nostre, in modo che non vengano conservati dei cimiteri, ma delle sedi umane perfettamente vitali. Renato Bazzoni Da venerdì 30 gennaio a domenica 1 marzo 2015 la Cavallerizza di via Carlo Foldi 2, sede operativa del FAI – Fondo Ambiente Italiano, ospita Conoscere e amare l’Italia: le trasformazioni del Paese attraverso le fotografie di Renato Bazzoni, padre del FAI, mostra che raccoglie gli scatti dell’architetto milanese e ripercorre le tappe del suo impegno civile per la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale italiano a partire dagli anni Cinquanta. Architetto nella Milano della ricostruzione e del boom economico, Renato Bazzoni progettò edifici industriali e alberghieri, abitazioni e ospedali ma la sua passione fu da sempre l’architettura rurale – “creata dalla gente dei campi, delle montagne, delle coste” come amava definirla – che lo portò in giro per l’Italia alla ricerca di testimonianze di un mondo che andava scomparendo. In questo viaggio nell’Italia minore Bazzoni si affida alla sua macchina fotografica per registrare, descrivere e interpretare le grandi trasformazioni del Paese, quando da agricolo divenne industriale e postindustriale. Curata da Alberto Saibene, la mostra è divisa in sei sezioni – a ciascuna corrisponde un monitor su cui scorrono le immagini fotografiche – e comprende circa 300 scatti, parte di un immenso corpus donato al FAI dalla signora Bazzoni. La prima sezione è dedicata all’Architettura spontanea o rustica, frutto delle ricognizioni di Renato Bazzoni nei primi anni Cinquanta alla scoperta di un’Italia “minuta” e produttiva – dalle fattorie fortificate medievali ai primi esempi di edilizia industriale ottocentesca. Le alluvioni di Firenze e di gran parte del Veneto nel 1966 stimolarono il lavoro di indagine che confluì nella mostra Italia da salvare, curata nel 1967 da Italia Nostra e Touring Club: il progetto, che per la prima volta ha posto l’opinione pubblica di fronte ai disastri del dissesto ambientale, ha visto la partecipazione di Bazzoni come primo motore della mostra e coordinatore della ricerca iconografica. La storia di questo evento costituisce la seconda sezione. La terza invece affronta il tema del fragile habitat di Venezia e della “bellezza accattivante e splendente, direi sfacciata” della Laguna che Bazzoni considerava non sufficientemente salvaguardata. Le fotografie della quarta sezione, dal titolo Tutti al mare, sono scatti aerei che testimoniano gli scempi edilizi nelle zone costiere nel periodo del boom economico e della nascita del turismo di massa. Una visione in chiaroscuro, tra il documento, la divulgazione e la denuncia, che precede le ultime due sezioni - Nel solco di Romolo: leggere il territorio, che propone la lettura della storia dell’uomo attraverso il paesaggio che per Bazzoni è “un corpo vivo che traduce in forme i contenuti delle civiltà che vi si svolgono” e Verde Lombardia, perché nonostante avesse conosciuto l’Italia così in profondità, visitando ogni regione, i suoi luoghi del cuore erano lombardi. A completare la mostra due dossier di documenti sull’attività professionale e sull’impegno nelle associazioni (Italia nostra, FAI) di cui è stato dirigente e fondatore. Durante la mostra il FAI promuove l’iniziativa “Tu, come la vedi?” per condividere l’Italia che gli italiani amano e quella che non vorrebbero vedere. Sarà infatti possibile inviare attraverso il sito www.mostrabazzoni.it gli scatti che raccontano l’Italia che emoziona, che piace o quella che rattrista, dimenticata e umiliata affinché la mostra sia aperta a tutti. A tutte le persone che vogliono combattere contro il degrado, che si indignano e che riconoscono l’importanza della bellezza. Le persone che Bazzoni definiva “italiani vivi”. Le foto andranno inviate specificando “L’Italia che amo” per gli scatti che emozionano positivamente o “L’Italia che non vorrei vedere” per tutti gli altri: il FAI le pubblicherà nella gallery del sito della mostra. Renato Bazzoni è morto improvvisamente il 9 dicembre 1996, nel pieno delle sue battaglie, lasciando un testamento morale che il FAI ha fatto proprio negli anni. Renato Bazzoni è stato un grande italiano e il FAI, anche in occasione dei quarant’anni d’attività della Fondazione (1975 – 2015), intende con questa mostra ricordare e omaggiare uno dei suoi fondatori. Questa testimonianza si pone in continuità con la pubblicazione della raccolta degli scritti di Bazzoni Tutta questa bellezza (Rizzoli, 2014). La mostra è organizzata con il fondamentale contributo e sostegno degli Amici del FAI. Orari Ingresso libero. Dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 alle 17.30 (ultimo ingresso). Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 17.30 (ultimo ingresso). Per ulteriori informazioni: 02.467615348; www.fondoambiente.it; www.mostrabazzoni.it Ufficio Stampa FAI Francesca Decaroli – 02.467615276 – f.decaroli@fondoambiente.it Inizio: 30/01/2015 Fine: 01/03/2015 Indirizzo: via Carlo Foldi 2 – Milano Spazio: La Cavallerizza Area geografica: Milano Email: f.lorenzon@fondoambiente.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.461049 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Essenzialismo astratto Mostra personale di pittura di: Giovanni Citro Introduzione: “Essenzialismo astratto” Mostra personale di pittura di: Giovanni Citro A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 25 febbraio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 10 marzo 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato L'essenza è uno dei concetti filosofici più complessi da illustrare, in virtù dei suoi profondi significati, nonché affascinanti, oggetto di speculazioni fin dalle origini della filosofia; già lo stesso Platone prima di Aristotele ci illustrò l’indivisibilità delle idee che hanno permeato tutto la filosofia greca fina dalle sue origini. Con la su arte, Giovanni Citro, riesce con grande abilità a contaminare i due concetti – astrazione ed essenzialità – che sono così collegabili tra loro nei contenuti. Riesce a disegnare amabilmente su tele bianche delle immagini elementari e semplici che, a parer mio, sono ampiamente riconducibili ai disegni primitivi (si pensi a quelli scoperti nelle note grotte di Lescaux, uno degli esempi più belli di arte preistorica). L’artista ricerca nel profondo l’essenza dell’essere umano grazie al “grafismo”, volutamente elementare, che ha deciso di utilizzare scientemente per condurci quasi per mano a ragionare - in modo aulico - sulla cagionevolezza delle cose, sulla caducità della vita, sulle molteplicità di esseri e di caratteri. I disegni e i dipinti di Giovanni Citro sono frutto di quello spirito che parte da una profonda ricerca di purezza, di minimale, di esistenziale; di essenziale più che mai. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Descrizione: “Essenzialismo astratto” Mostra personale di pittura di: Giovanni Citro A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 25 febbraio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 10 marzo 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato L'essenza è uno dei concetti filosofici più complessi da illustrare, in virtù dei suoi profondi significati, nonché affascinanti, oggetto di speculazioni fin dalle origini della filosofia; già lo stesso Platone prima di Aristotele ci illustrò l’indivisibilità delle idee che hanno permeato tutto la filosofia greca fina dalle sue origini. Con la su arte, Giovanni Citro, riesce con grande abilità a contaminare i due concetti – astrazione ed essenzialità – che sono così collegabili tra loro nei contenuti. Riesce a disegnare amabilmente su tele bianche delle immagini elementari e semplici che, a parer mio, sono ampiamente riconducibili ai disegni primitivi (si pensi a quelli scoperti nelle note grotte di Lescaux, uno degli esempi più belli di arte preistorica). L’artista ricerca nel profondo l’essenza dell’essere umano grazie al “grafismo”, volutamente elementare, che ha deciso di utilizzare scientemente per condurci quasi per mano a ragionare - in modo aulico - sulla cagionevolezza delle cose, sulla caducità della vita, sulle molteplicità di esseri e di caratteri. I disegni e i dipinti di Giovanni Citro sono frutto di quello spirito che parte da una profonda ricerca di purezza, di minimale, di esistenziale; di essenziale più che mai. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 25/02/2015 Fine: 10/03/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Milano Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.476293 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Bed & Break..Art - 3rd Collective Exhibition Introduzione: Esposizione collettiva: Lennys, Lunicu e Grigio 3 spazi x 3 artisti in 1 contenitore.... ... BED & BREAK ART 3rd Colletive Exhibition Descrizione: Siamo pronti anche quest'anno a celebrare la White Night 2015 la Notte Bianca dell'Arte a Bologna!!! Il B&B Belle Arti ospiterà fino al 24 febbraio un esposizione collettiva composta da tre artisti classe 80, Lennys, Lunicu e Grigio, affini fra loro per l'approccio visionario ed un estetica più vicina al'illustrazione che alla pittura! Ogni spazio è un mondo, ogni mondo ha le sue regole! "La funzione dell’artista creativo consiste nel creare delle leggi, non nel seguire quelle già formulate" Ferruccio Busoni. 3 spazi x 3 artisti in 1 contenitore.... ... Bed & Break Art 3rd Colletive Exhibition Ingresso libero...Vi aspettiamo Inizio: 24/01/2015 Fine: 24/02/2015 Indirizzo: via delle belle arti 48 - Bologna Spazio: B&B BELLE ARTI Area geografica: Nord Email: lunicu@yahoo.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.497863 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=763665990396746&set=gm.1558545547727283&type=1&theater Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Du’ etti de sonetti Introduzione: Du’ etti de sonetti nasce un paio di anni fa da una bancarella al mercato di Santa Marinella, dove c’era un volumetto con alcuni sonetti del Belli che mi ha incuriosito. L’ho comprato e non ho più smesso di leggere e scrivere sonetti romaneschi dice Filippo Santi, autore. Descrizione: Du’ etti de sonetti nasce un paio di anni fa da una bancarella al mercato di Santa Marinella, dove c’era un volumetto con alcuni sonetti del Belli che mi ha incuriosito. L’ho comprato e non ho più smesso di leggere e scrivere sonetti romaneschi dice Filippo Santi, autore. “Belli, Trilussa ma anche Bartolomeo Rossetti, quello di Er Vangelo seconnonoantri, o Nonna Minestra di Aldo Fabrizi, quello che sento più vicino a me come temi trattati, e girovita. In nessun modo voglio paragonarmi a loro, nemmeno per scherzo, ma leggendoli ho scoperto, o forse riscoperto, le grandi potenzialità comunicative del dialetto romanesco, la schiettezza, la sincerità, la franchezza sfacciata, l’andare dritti al punto senza giri di parole, una libertà d’espressione che la lingua italiana ha un po’ congelato nel tempo”. Lo spettacolo Du’ etti de sonetti (and OneMeatball) si focalizza solo sui sonetti a tema “cibo”, ma in realtà i Du’ etti de sonetti parlano di tutto e di tutti, di cibo certo, ma anche di immigrazione, guerre, amore, morte, amici, vita di paese e pensieri sparsi. Sono una specie di diario segreto che un giorno Alessandro Sciortino ha deciso di rendere pubblico, al Festival della Letteratura di Città della Pieve. E così è nato lo spettacolo Du’ etti de sonetti (and OneMeatball), che ha da subito coinvolto:Alessandro Sciortino, che suona e canta, Marco Carnevale, unico lettore possibile di questi sonetti, Riccardo Cimino, unico compositore possibile per musicare questi sonetti, e Marco Re, unico sovrano ammesso in questa meravigliosa democrazia che sono i Coffee Killers, dove nessuno conta più degli altri, nessuno è più importante degli altri, nessuno è qualcosa senza gli altri, nessuno ha dà rompe…..…. (come direbbero i romaneschi) Amici prima di tutto, compagni di viaggio poi. Lo spettacolo porta in scena la romanità e la internazionalizza accostandola a musiche americane, lontane nel tempo e nello spazio, e musiche italiane, più vicine sia nel tempo che nello spazio, tutte in qualche modo a tema cibo, dando vita a un vagabondaggio in versi ghiotti fra Trastevere e il Texas, un viaggio che parte da un’osteria, gira per il mondo, per poi tornare immancabilmente all’osteria. Perché i romani sono così, bello ermonno, bello tutto, ma Roma è Roma. E per un pomeriggio tra arte cibo e musica i Coffee Killers approdano alla Gnam per passare con noi un pomeriggio goloso. L’1 febbraio 2015 in Galleria Nazionale d’Arte Moderna – Salone del Mito – Viale delle Belle Arti 131 Roma –alle ore 17,00 Ingresso libero “Fateje largo che arrivano loro”, direbbero a Roma. E proprio da Roma arrivano i Coffe Killers, letteralmente gli Ammazzacaffè, con lo spettacolo “Du’ etti de sonetti (and onemeatball)”, una passeggiata in versi ghiotti tra i vicoli di Trastevere e le grandi strade del Texas, un’ora e poco più per immergersi nell’atmosfera di quella Roma mangereccia e godereccia, quella Roma cinica e sarcastica, la Roma pungente e golosa che o magna o parla de magnà ,e che per una sera incontra la grande musica italiana e americana che parla di cibo anche lei. Un incontro sorprendente da cui nasce uno spettacolo sorprendente, e che per un po’ vi farà vivere l’esperienza ormai sempre più rara di godersi un’oretta all’osteria. Ufficio stampa Maddalena Santeroni 3926323491 maddalenasanteroni@hotmail.com Inizio: 01/02/2015 Fine: 01/02/2015 Indirizzo: Viale delle Belle Arti 131 Roma Spazio: Galleria Nazionale d'Arte Moderna Area geografica: Roma Email: salvatore_puzella@hotmail.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.916676 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Etnik - Gravità Introduzione: La Galleria Varsi inaugura Gravità, ospita per la prima volta nel suo percorso le geometrie e le architetture, grazie alla ricerca sulla tridimensionalità dell’artista italiano ETNIK. Le sue produzioni riflettono dal principio una ricerca che verte integralmente sull’analisi dei nuclei volumetrici e sulla loro possibilità di aggregazione e disgregazione. Descrizione: La Galleria Varsi inaugura Gravità, ospita per la prima volta nel suo percorso le geometrie e le architetture, grazie alla ricerca sulla tridimensionalità dell’artista italiano ETNIK. Le sue produzioni riflettono dal principio una ricerca che verte integralmente sull’analisi dei nuclei volumetrici e sulla loro possibilità di aggregazione e disgregazione. Il lavoro di Etnik riflette sulle possibilità dei moti che portano le forme a infinite realtà compositive e a nuove tridimensionalità. Sculture, istallazioni e opere a parete svilupperanno all’interno dello spazio una dimensione dinamica, dove la gravità e di conseguenza il magnetismo sono alla base delle diverse tecniche scelte dall’artista per realizzare i molteplici elementi che danno forma al percorso espositivo. Lo spettatore graviterà nello spazio muovendosi verso un punto o girando intorno ad esso, sarà come camminare in un campo magnetico. La galleria condivide con voi una nuova esperienza, Etnik dopo l’inaugurazione, proseguirà il suo lavoro su un muro pubblico, una facciata nel quartiere di Tor Pignattara, dove la galleria con i curatori Marta Gargiulo e Massimo Scrocca sta cercando di dar forma ad un vero e proprio percorso cittadino. Inizio: 31/01/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: via di s. salvatore in campo, 51, roma Spazio: Galleria Varsi Area geografica: Roma Email: info@galleriavarsi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.893421 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: SIGNATURES AND COLORS COLLECTION Introduzione: Sabato 24 gennaio dalle ore 18,00 alle ore 24,00, nello Showroom di Cartarredo Design di Via dal Luzzo 6/C, verrà inaugurata la mostra "SIGNATURES AND COLORS COLLECTION" a cura di Laura Villani. L’evento rientra all’interno del circuito ART CITY WHITE NIGHT . Cartarredo Design da sempre sostiene e promuove le attività di giovani artisti sviluppando connessioni interessanti tra il mondo dell’interior design e quello dell’arte. Claudio Volta e Marta Franceschini, consulenti nella progettazione di interni, trasformano, per questa occasione, lo showroom in una vera e propria galleria d’arte, fondendo le loro preziose collezioni di tessuti e di oggetti di arredo con le opere a tiratura limitata della giovane azienda bolognese www.gamberiniitalia.it Descrizione: Inizio: 24/01/2015 Fine: 26/01/2015 Indirizzo: Via Dal Luzzo 6/c, Bologna Spazio: Cartarredo Design Showroom Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.493253 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: LOST & FOUND Introduzione: LOST & FOUND ovvero come solleticare la vista e la mente con oggetti del quotidiano passato, una mostra di oggetti e della loro rappresentazione fotografica Inaugura a Bologna per la Notte bianca, sabato 24 gennaio alle ore 21, con un cocktail party aperto al pubblico, alla Galleria Freak Andò di Maurizio Marzadori (via delle Moline, 14/c) in occasione di Arte Fiera, un’insolita mostra, LOST & FOUND, arricchita da una sezione fotografica a cura del fotografo inglese Joseph Nemeth. Rimarrà aperta ad ingresso gratuito fino al 31 gennaio, dalle ore 9 alle ore 19. Descrizione: Inaugura a Bologna per la Notte bianca, sabato 24 gennaio alle ore 21, con un cocktail party aperto al pubblico, alla Galleria Freak Andò di Maurizio Marzadori (via delle Moline, 14/c) in occasione di Arte Fiera, un’insolita mostra, LOST & FOUND, arricchita da una sezione fotografica a cura del fotografo inglese Joseph Nemeth. A seguire alle ore 22 un incontro conferenza dal titolo LOST versus FOUND a cura di Roberto Grandi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna, di Sociologia dell'Informazione alla Scuola Superiore di Giornalismo e presidente dell'Associazione Collegio di Cina. Maurizio Marzadori e Antonio Mastrorocco presentano in questa occasione Persi e Ritrovati, una mostra, ma anche una vera e propria indagine sulla funzione estetica di oggetti del quotidiano passato, selezionati dall’archivio Freak Andò e realizzati nel laboratorio One Off. Antonio Mastrorocco ha sviluppato all’interno del laboratorio One Off, un approccio molto personale che utilizza il design come strumento di comunicazione che non si limita alla sola creazione del messaggio, ma genera nuovi canali per garantire che questo raggiunga il pubblico desiderato. Con LOST & FOUND si attribuisce agli oggetti in esposizione una funzione non solamente prettamente estetica, ma mutuati dalla sensibilità dell’ autore, nasce spontanea una relazione dialogante fra gli oggetti delle sue collezioni con gli spazi nei quali sono inseriti, e soprattutto con i sentimenti e la memoria di chi fruisce, anche con l’occhio interiore, delle immagini. Le sue realizzazioni sono quindi concepite per sollecitare e stimolare la percezione del visitatore e, al tempo stesso, per comunicare comunque il concept design di ciascun singolo oggetto in modo più efficace. L’estrema varietà delle soluzioni adottate per l’esecuzione degli artworks testimonia l’ecletticità e la capacità di governo delle tecniche artistiche di Antonio Mastrorocco. Il percorso della memoria che diventa a volte giocosa a volte velata di malinconie, viene poi documentato con un occhio poetico dal fotografo Joseph Nemeth, che crea una galleria di ritratti di oggetti esposti a una luce reale, non del ricordo, in una mostra nella mostra che accompagnano gli oggetti riscoperti e riproposti al visitatore. Joseph Nemeth, inglese di nascita, ma modenese d’adozione ormai da alcuni anni per cultura, ha iniziato la sua carriera di fotografo come osservatore della realtà, anche la realtà più difficile come quella delle grandi metropoli. Nei suoi scatti però ha sempre proposto angoli inediti che nella loro geometrica semplicità danno un momento di riposo dallo squallore dell’ambiente. Quel momento di incanto, di meraviglia e di riposo che si prova davanti ai suoi ritratti di alcuni celebri personaggi modenesi. In questa mostra, gli oggetti presentati vivono perché riscoperti dall’artista, e poi vivono nell’occhio del fotografo che li indaga con una diversa sensibilità e per concludere spetterà ai visitatori compiere l’ultima indagine, quella che metterà questi oggetti in comunione con i ricordi di tanta case passate. La mostra rimarrà aperta dal 24 al 31 gennaio dalle 9 alle 19, tutti i giorni con ingresso gratuito. Per maggiori informazioni telefonare al numero 051 271 404 Inizio: 24/01/2015 Fine: 31/01/2015 Indirizzo: Via delle Moline 14, Bologna Spazio: Freak Andò showroom Area geografica: Nord Email: paola@paolaferrari.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.498146 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Florian Underground a Venezia Introduzione: Si chiama “Florian Underground a Venezia” la mostra che apre la nuova stagione artistica e culturale del Caffè Florian di Piazza San Marco. Fino al 22 febbraio il Caffè Florian di Venezia ospita nella Sala delle Stagioni l’installazione dal titolo “Non noti” dell’artista e writer fiorentino Freno Persciacalli. Il titolo del progetto curato da Stefano Stipitivich, “Florian Underground”, è riferito alla collocazione originaria dell’opera, precedentemente esposta nei sotterranei del Caffè Florian di Firenze in via del Parione, a testimonianza del fil rouge che lega il locale fiorentino a quello veneziano. s. Descrizione: Si chiama “Florian Underground a Venezia” la mostra che apre la nuova stagione artistica e culturale del Caffè Florian di Piazza San Marco. Fino al 22 febbraio il Caffè Florian di Venezia ospita nella Sala delle Stagioni l’installazione dal titolo “Non noti” dell’artista e writer fiorentino Freno Persciacalli. Il titolo del progetto curato da Stefano Stipitivich, “Florian Underground”, è riferito alla collocazione originaria dell’opera, precedentemente esposta nei sotterranei del Caffè Florian di Firenze in via del Parione, a testimonianza del fil rouge che lega il locale fiorentino a quello veneziano. L’installazione consiste in una serie di piatti industriali per torte posizionati su una delle pareti della sala, all’interno dei quali l’artista disegna con l’inchiostro di china alcuni volti frammentati di personaggi immaginari, non riconoscibili e non conosciuti. Da qui il titolo dell’opera, derivante dall’usanza di un tempo di trascrivere sulle carte di identità i nomi dei genitori; nei documenti degli orfani veniva riportato invece il simbolo NN (non noti), espressione ripresa dall’artista per classificare i suoi personaggi. L’opera del Florian diventa quindi un omaggio a quel popolo silenzioso che anima i Caffè intesi come spazi di aggregazione, in una società dove il web sembra esser l’unica piazza virtuale in cui è possibile comunicare. Nella stessa sala saranno esposte anche delle tazze del Caffè Florian dipinte dall’artista stesso, sulle quali è raffigurato un personaggio in pose diverse e visto da differenti angolazioni. Contestualmente alla mostra l’artista disseminerà alcune opere tra le calli di Venezia, come ha fatto anche a Firenze e come spesso usa fare dopo le sue mostre: piccole installazioni che Freno Persciacalli chiama “Abbandoni” e che potranno rimanere in possesso di chi le troverà. In questo modo l’artista interagisce con un pubblico diversificato e non soltanto con i frequentatori del noto locale veneziano. E’ inoltre un modo, da parte dell’artista, per lanciare il suo personale messaggio a un mondo dell’Arte a suo giudizio sempre più legato al business. Inizio: 22/01/2015 Fine: 22/02/2015 Indirizzo: Piazza San Marco, Venezia Spazio: Caffè Florian Area geografica: Nord Email: info@caffeflorian.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.434167 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: ALFONSO BORGHI MATERIA RITMO MUSICA Introduzione: “Pensare le forme come scrittura pittorica densa di materia e di colore, piena di ritmo, dialogando con la musica” Domenica 1 FEBBRAIO alle ore 18.00 Inaugurazione a cura dell'On. Giuseppe Amadei La mostra è patrocinata dal Comune di San Benedetto Po (MN) Descrizione: MOSTRA PERSONALE del GRANDE MAESTRO ALFONSO BORGHI MATERIA RITMO MUSICA “Pensare le forme come scrittura pittorica densa di materia e di colore, piena di ritmo, dialogando con la musica” Domenica 1 FEBBRAIO alle ore 18.00 Inaugurazione a cura dell'On. Giuseppe Amadei La mostra è patrocinata dal Comune di San Benedetto Po (MN) Durata della Mostra: 1 Febbraio - 29 Marzo 2015 Alfonso Borghi nasce a Campegine di Reggio Emilia il 3 dicembre del '44. Espone per la prima volta a 18 anni grazie all'aiuto di un collezionista, con il quale più tardi si reca a Parigi, dove soggiorna per breve tempo studiando in particolare Picasso e il Cubismo. Tornato a casa incontra George Pielmann, allievo di Kokoschka, e scopre attraverso l'espressionismo le possibilità della materia e della gestualità. Autodidatta, dotato di grande sensibilità e rigore tecnico, Borghi, in quarant'anni ininterrotti di attività, è approdato ad una sintesi pittorica di indiscutibile fascino. Passando dal figurativo morandiano dei primi anni a un surrealismo lacerante degli anni Ottanta, quindi a un astrattismo di impronta futurista del decennio successivo, Borghi è arrivato oggi a una sintesi in cui un uso sontuoso e abilissimo della materia si associa ad un senso del colore di estrema e suprema sensibilità. La sua pittura sta conquistando i collezionisti e gli esperti di tutto il mondo. Dopo le mostre nelle più prestigiose gallerie italiane, Borghi si è imposto all'attenzione degli esperti un po' in tutt'Europa (Marsiglia, Berlino, Barcellona, Madrid, Lugano, Anversa e Parigi) e negli Stati Uniti New York e di Los Angeles. Lo scorso anno Borghi ha partecipato solamente a mostre istituzionali: Roma Chiostrio del Bramante, Genova Museo della Commenda, Firenze Palazzo Medici Riccardi, Perugia Rocca Paolina. Al primo sguardo è colore e materia. Ti lacera dentro, ti fa sentire vivo e devastato, in procinto di urlare ma incapace di parlare, svuotato del superfluo e riempito di una sostanza spesso solo apparentemente senza forma. Alfonso Borghi è fatto di pura emozione, di entusiasmo inarrestabile e di tragedia interiore. Rosso, blu, giallo: le tinte forti del Rinascimento. Oppure toni morbidi che si compenetrano nell’apparente rispetto di una dinamica tutta interna al quadro, ma che inesorabili sempre imprigionano. Sì, perché già un secondo sguardo riesce a cogliere, o piuttosto a sentire nelle viscere, l’uomo/donna – Santi o cardinali? Forse solo essenza umana – che lotta, spinge o che si veste del proprio ruolo per uscire, per liberarsi dal colore e abbandonare la tela stessa. E questa tensione rende viva l’opera di Borghi, così viva sempre e comunque da risultare a volte insopportabile. Ma solo per chi teme un’intensa suggestione, oppure per chi ha orecchio esclusivamente per la narrazione e non si raccapezza in una realtà mai descritta ma evocata con raro rigore. Oggi Vittorio Sgarbi chiama Alfonso Borghi Neo-Informale. “Sono dieci anni, ormai, che Borghi – scrive Sgarbi, curatore della mostra dell’artista che ha avuto come cornice lo splendido Palazzo Ducale di Sabbioneta – ha trovato nell’Informale il porto sicuro in cui far approdare il meglio del suo talento artistico. Un Informale che sicuramente si potrebbe far precedere dal Neo, sia per l’onestà e il coraggio con i quali viene proposto, incurante di mode artistiche che oggi gli sono certamente poco favorevoli, sia per l’insolita schiettezza con cui, a dieci anni dalle sue prime apparizioni, è ancora in grado di rivelarsi” Via Virgilio 7, San Benedetto Po (Mantova) Tutti i giorni: 10-12 / 15.30-19.00 zaninicontemporary@gmail.com / 360.952089 – 335.6716531 www.zaniniarte.com Facebook: Art Gallery Zanini Arte Inizio: 01/02/2015 Fine: 29/03/2015 Indirizzo: Via Virgilio 7, San Benedetto Po (Mantova) Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.04454 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6109448998508483825 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: C’era una volta...e poi: le fiabe pittoriche di Massimo Fontanini Introduzione: Fino al 19 aprile all’interno dell’Alp&Wellness Sport Hotel Panorama i quadri dell’artista lombardo C’era una volta...e poi: le fiabe pittoriche di Massimo Fontanini esposte a Fai della Paganella L’art hotel in provincia di Trento inaugura il 2015 con tre mesi di esposizione aperta al pubblico Fai della Paganella, gennaio 2015 – C’era una volta...e poi. Le fiabe viste con gli occhi di un artista. Questo il titolo dell’esposizione del pittore milanese Massimo Fontanini che, fino al 19 aprile 2015 sarà ospitata in uno dei più famosi art hotel trentini: l’Alp&Wellness Sport Hotel Panorama di Fai della Paganella. Descrizione: Fino al 19 aprile all’interno dell’Alp&Wellness Sport Hotel Panorama i quadri dell’artista lombardo C’era una volta...e poi: le fiabe pittoriche di Massimo Fontanini esposte a Fai della Paganella L’art hotel in provincia di Trento inaugura il 2015 con tre mesi di esposizione aperta al pubblico Fai della Paganella, gennaio 2015 – C’era una volta...e poi. Le fiabe viste con gli occhi di un artista. Questo il titolo dell’esposizione del pittore milanese Massimo Fontanini che, fino al 19 aprile 2015 sarà ospitata in uno dei più famosi art hotel trentini: l’Alp&Wellness Sport Hotel Panorama di Fai della Paganella. Le tele di Massimo Fontanini, artista giovane ma dal lungo curriculum, formatosi alla scuola del Maestro Vittorio Emanuele e i cui lavori sono già stati esposti in importanti gallerie, costituiscono un ciclo dedicato ai protagonisti di alcune delle più famose favole per bambini visti, però, nella loro età matura e con i segni che la vita ha lasciato su loro e sulle loro storie. Ecco quindi che, fra le opere esposte a Fai, si potrà ammirare la grande tela (160x140 cm) dedicata a Cappuccetto Rosso che, ritratta di spalle in un vestito ancora di colore vermiglio, guarda con nostalgia al bosco dove si è svolta la sua vicenda; o quella di dimensioni più piccole (50x70 cm) dedicata ad Hansel e Gretel che, finalmente grandi, si ricongiungono al padre in uno stretto abbraccio al contempo liberatorio e pacificatore. Altri protagonisti rappresentati nel ciclo, in parte ospitato nella mostra visitabile gratuitamente all’Alp&Wellness Sport Hotel Panorama, sono Peter Pan, Alice nel Paese delle meraviglie, Cenerentola, La Sirenetta, La bella addormentata nel bosco. La mostra, gratuita ed aperta al pubblico, include anche una piccola selezione di altri lavori di Fontanini e si svolge nella cornice di una delle strutture più affascinanti del Trentino Alto Adige, già conosciuta dagli amanti dell’arte per le esposizioni e le installazioni ospitate periodicamente, oltre che per la presenza di lavori di artisti famosi come Marco Lodola o Bruno Lucchi. Con la mostra C’era una volta...e poi. Le fiabe viste con gli occhi di un artista l’Alp&Wellness Sport Hotel Panorama ha inaugurato ufficialmente anche la stagione espositiva 2015 offrendo non solo ai suoi ospiti, ma anche a tutti i cittadini di Fai e ai turisti in visita sulle dolomiti trentine, la possibilità di ammirare le opere di uno dei pittori più promettenti dell’attuale panorama italiano. Inizio: Fine: Indirizzo: Alp&Wellness Sport Hotel Panorama,Trento Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 46.070092 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6109449476086464033 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Frido, una mostra personale di Rojo Sache Introduzione: AND Gallery, con il patrocinio della Real Academia de España en Roma e dell'Istituto Cervantes, inaugura venerdì 6 febbraio ore 18.30 la prima mostra fotografica personale di Rojo Sache con la presenza dei due artisti durante la serata inaugurale. Descrizione: Nell’aprire le porte alla sua prima mostra oltre confine, la AND Gallery ha scelto di espandersi accogliendo il duo spagnolo Rojo Sache con il progetto fotografico “FRIDO”, una selezione di dieci opere che sembrano restituire dimensione e significato materiale alla memoria. Rojo Sache identifica la coppia di artisti Rosa Isabel Vazquez (Madrid, 1971) e Jose Antonio Fernandez (Murcia, 1976), formatisi entrambi presso la Escuela de Fotografía y Centro de Imagen di Madrid (EFTI) con il Corso Professionale in Fotografia e in seguito, rispettivamente, il Master Internazionale di Fotografia e il Corso di Esperto in Illuminazione Professionale. Conosciuti all’estero grazie ad alcuni importanti riconoscimenti quali il Primo premio agli IPA’s (Intenational Photography Competition - USA) e il Primo premio nella categoria “Nature and flowers” in occasione del Worldwide Photography Gala Awards (UK), in Italia, dopo la partecipazione a diverse competizioni artistiche, Rojo Sache ha conquistato il Terzo Premio nel XVIII Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea SaturArte (2013) e il Premio della Critica durante la Biennale GenovArte (2013), esponendo per la sezione Fotografia Artistica “Frido II”, un’opera del loro ultimo progetto che sarà in mostra presso la AND Gallery a partire dal 6 febbraio nella loro prima personale italiana. La AND Gallery abbraccia il progetto “FRIDO” per la sua straordinaria capacità nel ritrarre la “fotografia dell’oblio” e riconsegnare delle immagini eteree e impalpabili come il ricordo che scompare nel passaggio labile dalla memoria al silenzio della dimenticanza. Tutte le opere del progetto “FRIDO” rappresentano scene reali e sono state scattate in maniera tradizionale, senza subire alcuna manipolazione digitale né l’utilizzo di programmi di post-produzione. Con il Patrocinio della Real Academia de España en Roma e dell'Istituto Cervantes, la prima mostra fotografica personale di Rojo Sache inaugurerà presso la AND Gallery di Via Lorenzo Il Magnifico il prossimo 6 febbraio 2015 e sarà fruibile al pubblico fino al 21 febbraio. Vernissage: venerdì 6 febbraio ore 18,30 Con la presenza dei due artisti Rosa Isabel Vazquez e Jose Antonio Fernandez Per informazioni e accrediti: Ufficio Stampa hello@andarte.it www.andarte.it Orari: Lun 17:00 – 20:00 Mar - Sab 10:00 - 13:00 17:00 - 20:00 aperture straordinarie su appuntamento Inizio: 06/02/2015 Fine: 21/02/2015 Indirizzo: Via Lorenzo Il Magnifico 97, Roma Spazio: AND Gallery Area geografica: Roma Email: hello@andarte.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.911758 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.andarte.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: MODEL SHARING con Carolina Rosini Introduzione: NotEventi Noleggio Abiti D'epoca e Photoevento Emozioni Fotografiche presentano: Model Sharing con Carolina Rosini, dal 30 Gennaio al 1 Febbraio 2015 presso salaposabari.it. Descrizione: NotEventi Noleggio Abiti D'epoca e Photoevento Emozioni Fotografiche presentano: MODEL SHARING con Carolina Rosini, dal 30 Gennaio al 1 Febbraio 2015 presso salaposabari.it ------------------------------------------------------------------------------- GENERI FOTOGRAFICI: Fashion e Glamour (al massimo intimo, senza nudo, senza trasparenze) FOTOGRAFO che scatta da solo 80,00€/ora – 50,00€/ora se prenota x3 ore Massimo tempo prenotabile per foto singolo fotografo ore 3 MODEL SHARING (gruppo di max. 5 fotografi) genere glamour no nudo 50,00€/h a fotografo. Per 2 ore o piu’ 40,00€/h Compreso: Abiti NotEventi – Luci sia flash che continua – Fondali - assistenza per visionare l'attrezzatura: http://www.salaposabari.it/attrezzatura.html Inizio: 30/01/2015 Fine: 01/02/2015 Indirizzo: Via Mariano Santo 19 Bari Spazio: NotEventi Area geografica: Sud Email: direzione@noteventi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.108772 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Apre a Milano il Centro Leonardo Da Vinci Introduzione: Milano, 26 gennaio 2015 Il CENTRO LEONARDO DA VINCI aprirà giovedì 5 febbraio 2015 dalle 17.30 alle 20 - con festeggiamenti che si protrarranno, negli stessi orari, fino al 7 febbraio – in via Ambrogio Binda 56, nei pressi dei Navigli e non distante da Via Tortona. Saranno presenti alle tre serate importanti ospiti e rappresentanti dell'arte e della cultura, tra cui i critici Giorgio Grasso e Giammarco Puntelli, Francesco Tadini della Casa Museo Spazio Tadini, il fotografo di Alda Merini Giuliano Grittini, Federico Caloi presentatore tv e curatore d'arte, la giornalista Cristina Merlino. Il Centro Leonardo da Vinci è un nuovo punto di riferimento a Milano per l'Arte, la Cultura e la Scienza, secondo i principi del Nuovo Rinascimento ideato dall'artista Davide Foschi. Un luogo dove confrontarsi e rimettere in collegamento, sulle orme del genio di Leonardo, le tante discipline e specializzazioni in cui è oggi scisso il sapere umano, dal campo umanistico a quello scientifico. Un luogo dove è possibile confrontarsi per esempio davanti ad una nota opera d'arte, ascoltare intanto dei musicisti e partecipare poco dopo ad un seminario di astronomia, alla presentazione di un libro o partecipare ad un corso di formazione, senza dimenticare il semplice e sereno incontro e dialogo tra i frequentatori e gli importanti ospiti del Centro, cosa ormai rara nella virtualità tecnologica attuale. All'interno del Centro Leonardo da Vinci troverete tra l'altro due sale espositive: la Sala della Gioconda e la Sala del Cenacolo, predisposta quest'ultima anche per corsi e seminari, proiezioni, musica e recitazione. All'interno del Centro vi è anche la "Foschi Factory" presso cui ogni artista o appassionato ha modo di incontrare o lavorare direttamente con il maestro; e poi l'atelier di Joe Russo, artisti come Michele Cea e Fulvio Vanacore; il salotto letterario dello scrittore ed editore Michele Miano con il poeta Pasquale Addisi e la Metaformazione e Metacoaching di Rosella Maspero. Il Centro Leonardo da Vinci è anche la sede nazionale del Movimento artistico e culturale del Metateismo che qui, periodicamente, tiene i propri incontri nel nome del Manifesto Evoluzionario sottoscritto da migliaia di persone, enti e istituzioni in tutto il mondo. Il Centro Leonardo da Vinci: un luogo dove vivere appieno il sacro fuoco dell'Arte, della Cultura e della Scienza, dal cuore di Milano a tutto il mondo. In occasione dell'inaugurazione, importanti ristoratori italiani presenteranno le ricette ispirate al Manifesto della Cucina Metateista – che ci sarà modo di approfondire durante EXPO2015 – e si potranno gustare particolari buffet basati sulla genuinità della carne del Ristorante Antica Macelleria Turba, sulla raffinatezza delle pietanze di Ostriche e Vino e de I Malavoglia, sulla bontà naturale del cibo vegano di Cibò e – in anteprima – le speciali proposte del bartender Daniele Losquadro. Fino al 23 febbraio saranno in esposizione le opere pittoriche e il design metateista, saranno consultabili i libri e verranno presentate tutte le attività che si troveranno protagoniste del Catalogo Giorgio Mondadori di prossima pubblicazione. Due iniziative alle quali prestare attenzione saranno gli importanti premi internazionali di arte e letteratura, di cui sarà disponibile a breve il regolamento, i cui vincitori saranno annunciati a giugno nel prestigioso Museo d’Arte e Scienza di fronte al Castello Sforzesco e all’EXPOGate. Davide Foschi, fondatore del Metateismo, il cui Manifesto ha richiamato sottoscrittori da tutto il mondo, guarda al passato e punta al futuro, per arricchire il suo cammino artistico, affiancato da preziosi compagni di viaggio, artisti che contribuiranno a realizzare il grande progetto di crescita insieme verso un Nuovo Rinascimento. Dopo le esposizioni nelle più importanti città d'arte italiane, la permanente al Castello di Murat in Calabria e il grande evento de La Pietà – Opera del Mistero, presentata con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Trento, l'apertura del Centro Leonardo da Vinci rappresenta una nuova realtà artistica e culturale di valenza internazionale, un centro che sarà punto di riferimento per gli appassionati del Bello e dell'Arte. In attesa di conoscere i dettagli del coinvolgimento di Davide Foschi in EXPO2015, l'appuntamento è fissato per giovedì 5 febbraio dalle ore 17.30 alle 20 e i successivi giorni 6 e 7 febbraio negli stessi orari, in via Ambrogio Binda 56 a Milano. Ringraziamo quanti di voi vorranno dare spazio alla notizia. Per organizzare interviste Ufficio Stampa Freelance Centro Leonardo da Vinci Violetta Serreli – E20WebTv Tel. 3405250155 e20webtv@gmail.com Descrizione: Inizio: 05/02/2015 Fine: 08/02/2015 Indirizzo: via Ambrogio binda, n 56, Milano Spazio: Centro Leonardo da Vinci Area geografica: Milano Email: e20webtv@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.440673 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: La scoperta di Ebla e il dramma del patrimonio artistico in Siria Introduzione: La Fondazione Ragghianti di Lucca ospiterà venerdì 6 febbraio alle ore 17 Paolo Matthiae, membro dell’ Accademia Nazionale dei Lincei, professore di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico alla Sapienza di Roma e direttore della Missione Archeologica Italiana in Siria. Descrizione: Matthiae, che è l’ unico archeologo al mondo ad aver scoperto, nella seconda metà del Novecento, una nuova città ed una civiltà antica, terrà una conferenza dal titolo “La scoperta di Ebla e il dramma del patrimonio artistico in Siria”. Gli scavi dell'Università "La Sapienza" di Roma, intrapresi nel 1964 da Paolo Matthiae e tuttora in corso a Ebla in Siria, hanno portato alla luce una delle massime scoperte archeologiche del Novecento meravigliando il mondo scientifico internazionale e impressionando fortemente l’opinione pubblica mondiale. Fiorita tra il 2500 e il 1600 a.C., Ebla, tre volte distrutta, con i suoi straordinari Archivi Reali del 2400-2300 a.C., i numerosi monumenti secolari e religiosi e le notevolissime opere artistiche tra il 2000 e il 1600 a.C. è la più significativa testimonianza archeologica della seconda urbanizzazione dell'Oriente antico e del grande significato che questa rivoluzionaria fase storica ebbe per il trionfo del modello della città nella storia dell'umanità. Il patrimonio archeologico della Siria, crocevia tra Oriente e Occidente, è da circa trenta anni, a causa dei conflitti che impegnano queste zone, particolarmente a rischio tra bombardamenti, furti, saccheggi, scavi illegali; le aree archeologiche i musei le moschee, le chiese e i monasteri sono costantemente nel mirino di militari, predoni e tombaroli poiché nelle situazioni di conflitto vengono meno le condizioni per garantire la conservazione e la tutela dei patrimoni archeologici e storico artistici. Matthiae ha da sempre sottolineato nel corso dei suoi interventi e nelle sue numerose pubblicazioni l’importanza del valore universale di qualunque opera e della loro salvaguardia a prescindere dalla collocazione affermando che «Popolazione, beni culturali e paesaggio sono elementi della stessa catena e vanno salvati assieme. Proteggere le persone, ma abbandonare i monumenti distruggerebbe l’identità culturale di quel popolo e la stessa ripresa economica postbellica». Gli incontri organizzati dalla Fondazione Ragghianti con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca sono ad ingresso libero e si tengono presso la sala conferenze del Complesso Monumentale di San Micheletto, in via san Micheletto, 3 a Lucca Inizio: 06/02/2015 Fine: 06/02/2015 Indirizzo: via san micheletto 3 - 55100 Lucca Spazio: Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti Area geografica: Centro Email: info@fondazioneragghianti.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.84211 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Aleksander Velišček gullivers Introduzione: La galleria AplusA inaugura il nuovo anno con gullivers, la personale di Aleksander Velišček, in mostra dal 21 febbraio al 26 aprile 2015. A cura di Aurora Fonda. L’esposizione presenta una selezione dei lavori più recenti del giovane artista sloveno, ovvero sette quadri che raffigurano, in maniera non convenzionale, diverse personalità tra cui intellettuali, scrittori, giornalisti e politici come per esempio la giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja, Edward Snowden e Bradley Manning. Dai marcati tratti di ognuno di questi volti emergono violentemente i segni di una lotta politica, la difesa di una causa, di un’intera vita dedicata a inseguire un ideale. Come il Gulliver di Swift, la figura umana, dipinta dall’artista sloveno, appare intrappolata, non da corde, ma da strutture organiche e da giunture metalliche simili a supporti ortopedici. Il titolo polisemico della personale di Velišček non rievoca soltanto il noto protagonista del romanzo di Jonathan Swift, la parola gulliver viene infatti utilizzata con il significato di “testa” anche dai personaggi del romanzo A Clockwork Orange, dello scrittore Anthony Burgess. gulliver è un lemma della terminologia “Nasdat” inventata dallo scrittore per il romanzo del 1962, e poi riproposto nel celebre adattamento cinematografico di Stanley Kubrik. Il linguaggio “Nasdat” deriva dalla fusione di termini della lingua inglese e russa, i due idiomi che rappresentano le principali forze politiche di quell’epoca: così, la violenza gratuita che pervade il romanzo e il film è contestualizzata da un lessico capace di rilevarne le cause politiche-sociali, proprio come succede nella ricerca e nella pittura di Velišček. Aleksander Velišček, nato a Šempeter pri Gorici nel 1982 è attivo tra Venezia e Gorizia. L’artista appartiene alla generazione che ha vissuto in prima persona le trasformazioni sociologiche, economiche e ideologiche della Jugoslavia e di una giovane Slovenia. Al centro della sua arte si colloca la figura umana, il ritratto e la fisicità del corpo, il suo gesto e le sue proporzioni, una ricerca che si manifesta sin dai tempi dell’Accademia di belle Arti di Venezia e dell’atelier alla fondazione Bevilacqua la Masa. È un pittore dalle tematiche forti, con modalità che ricordano un espressionismo materico che carica di reale fisicità i visi e i corpi dei suoi personaggi. Attraverso un processo di stratificazione del colore, la superficie pittorica si trasforma in scultura, tra lo sfondo nero e il vetro della spessa cornice. Tra i gullivers ritratti dall’artista anche Joseph Beuys e Papa Giovanni Paolo II, i filosofi Noam Chomsky e Dario Fusaro. Nel novembre del 2014 l’artista ha partecipato alla mostra Shit and Die curata da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini, presso Palazzo Cavour a Torino, in cui è invitato – insieme a Thomas Braida, Valerio Nicolai ed Emiliano Troco – a ritrarre ironicamente alcune celebrità cittadine come Umberto Tozzi e Marco Travaglio. Descrizione: La galleria AplusA inaugura il nuovo anno con gullivers, la personale di Aleksander Velišček, in mostra dal 21 febbraio al 26 aprile 2015. A cura di Aurora Fonda. L’esposizione presenta una selezione dei lavori più recenti del giovane artista sloveno, ovvero sette quadri che raffigurano, in maniera non convenzionale, diverse personalità tra cui intellettuali, scrittori, giornalisti e politici come per esempio la giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja, Edward Snowden e Bradley Manning. Dai marcati tratti di ognuno di questi volti emergono violentemente i segni di una lotta politica, la difesa di una causa, di un’intera vita dedicata a inseguire un ideale. Come il Gulliver di Swift, la figura umana, dipinta dall’artista sloveno, appare intrappolata, non da corde, ma da strutture organiche e da giunture metalliche simili a supporti ortopedici. Il titolo polisemico della personale di Velišček non rievoca soltanto il noto protagonista del romanzo di Jonathan Swift, la parola gulliver viene infatti utilizzata con il significato di “testa” anche dai personaggi del romanzo A Clockwork Orange, dello scrittore Anthony Burgess. gulliver è un lemma della terminologia “Nasdat” inventata dallo scrittore per il romanzo del 1962, e poi riproposto nel celebre adattamento cinematografico di Stanley Kubrik. Il linguaggio “Nasdat” deriva dalla fusione di termini della lingua inglese e russa, i due idiomi che rappresentano le principali forze politiche di quell’epoca: così, la violenza gratuita che pervade il romanzo e il film è contestualizzata da un lessico capace di rilevarne le cause politiche-sociali, proprio come succede nella ricerca e nella pittura di Velišček. Aleksander Velišček, nato a Šempeter pri Gorici nel 1982 è attivo tra Venezia e Gorizia. L’artista appartiene alla generazione che ha vissuto in prima persona le trasformazioni sociologiche, economiche e ideologiche della Jugoslavia e di una giovane Slovenia. Al centro della sua arte si colloca la figura umana, il ritratto e la fisicità del corpo, il suo gesto e le sue proporzioni, una ricerca che si manifesta sin dai tempi dell’Accademia di belle Arti di Venezia e dell’atelier alla fondazione Bevilacqua la Masa. È un pittore dalle tematiche forti, con modalità che ricordano un espressionismo materico che carica di reale fisicità i visi e i corpi dei suoi personaggi. Attraverso un processo di stratificazione del colore, la superficie pittorica si trasforma in scultura, tra lo sfondo nero e il vetro della spessa cornice. Tra i gullivers ritratti dall’artista anche Joseph Beuys e Papa Giovanni Paolo II, i filosofi Noam Chomsky e Dario Fusaro. Nel novembre del 2014 l’artista ha partecipato alla mostra Shit and Die curata da Maurizio Cattelan, Myriam Ben Salah e Marta Papini, presso Palazzo Cavour a Torino, in cui è invitato – insieme a Thomas Braida, Valerio Nicolai ed Emiliano Troco – a ritrarre ironicamente alcune celebrità cittadine come Umberto Tozzi e Marco Travaglio. Inizio: 21/02/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Calle Malipiero, San Marco 3073, VENEZIA Spazio: Galleria AplusA Area geografica: Nord Email: aplusagallery@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.433217 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: ANTONIO MAZZOTTI Introduzione: Inaugura sabato 14 febbraio alle ore 16 nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio la mostra ANTONIO MAZZOTTI, a cura di Renato Barilli e organizzata in occasione del centenario della nascita dell’artista bolognese, scomparso prematuramente nel 1985. Descrizione: ANTONIO MAZZOTTI Mostra retrospettiva nel centenario della nascita a cura di Renato Barilli 14 febbraio - 12 marzo 2015 vernice sabato 14 febbraio ore 16 Sala d’Ercole, Palazzo d’Accursio Piazza Maggiore 6, Bologna Inaugura sabato 14 febbraio alle ore 16 nella Sala d’Ercole di Palazzo d’Accursio la mostra ANTONIO MAZZOTTI, a cura di Renato Barilli e organizzata in occasione del centenario della nascita dell’artista bolognese, scomparso prematuramente nel 1985. Antonio Mazzotti, il quale negli anni della ricostruzione post-bellica aveva messo il proprio rigore nel disegno geometrico a disposizione di alcuni importanti architetti bolognesi, primo fra tutti Alberto Legnani (stringendo rapporti di amicizia anche con Luigi Vignali e Enzo Zacchiroli, suo mentore e collezionista), si avvicina successivamente alla pittura, prima post-impressionista, poi post-cubista, cominciando a creare quel suo “mondo immaginario” di labirinti fantastici, percorsi incantati a metà tra l’optical e l’astratto-architettonico, in cui perdersi. Nasce qui l’idea di concepire un mondo diversamente strutturato, forse per un bisogno congenito dell’artista di scavarsi tunnel, vie di fuga, uscite di sicurezza, in una serie di innumerevoli varianti di linee e costellazioni. Forme immobilizzate sulla tela, associate ad un cangiantismo cromatico, ad un succedersi ritmico di perfette campiture di colori brillanti ora caldi e solari, ora freddi e notturni. Quello di Mazzotti è un astrattismo geometrico sereno e meditato, libero e allo stesso tempo calibratissimo, debitore alla figura di Mondrian, non tanto per la scansione degli spazi troppo rarefatta di quest’ultimo ma piuttosto per la produzione più tarda dell’artista olandese, maggiormente libera e sciolta. Accanto alle linee artificiali e alle figure inorganiche, ossessivamente costruite, agglomerate, incastrate le une nelle altre, è pure largamente presente la componente iconica: corpi di donne, o di altri oggetti preziosi, da collezione, forse residui passivi di cui Antonio Mazzotti non sapeva, o non voleva, disfarsi. Intenso è l’interesse di Mazzotti anche per i sistemi di scrittura: segni, simboli, monogrammi, intrecci semantici, che ricordano quella che sarà la produzione dei graffitisti newyorkesi, i cosiddetti Writers. Alla produzione di opere pittoriche Mazzotti affianca una vivace attività grafica. I suoi dipinti a olio, infatti, sono spesso il risultato finale di idee che trovano il loro sviluppo iniziale in lavori di formato più ridotto ma del tutto autonomi. Il legame fortissimo con Bologna, da cui raramente si allontanava, e la sua indole riservata hanno portato l’artista a tenersi volutamente lontano dai riflettori della scena artistica sua contemporanea, senza però mai interrompere i rapporti intensi e costanti con i molti amici artisti e intellettuali come Giuseppe Raimondi, Marcello Venturoli, Renzo Biasion, Giovanni Ciangottini. In occasione della mostra sarà pubblicato il catalogo ANTONIO MAZZOTTI (Editrice Zona, Arezzo, 2015). Breve nota biografica Dopo una lunga carriera di insegnante di disegno ed educazione artistica, con incarichi a Venezia e Bologna dal 1934 al 1972, Antonio Mazzotti inaugura la sua prima mostra personale nel novembre 1972 presso la Galleria Forni di Bologna, con la presentazione di Francesco Arcangeli. Dal 1973 espone in mostre personali e collettive in varie città italiane ed europee. Nel settembre 1979 viene organizzata presso il Palazzo dei Diamanti a Ferrara la prima retrospettiva in uno spazio istituzionale, intitolata “Dalla figura alle forme inventate”, dove sono raccolte 31 opere dipinte da Mazzotti fra il 1963 e il 1979. Il testo critico è firmato da Franco Solmi, dal 1972 al 1987 direttore della Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Fra l’aprile e il maggio 1983 la Galleria d’Arte Moderna di Bologna ospita la prima grande mostra antologica: la più importante per dimensioni e per ampiezza del progetto espositivo, a cura di Marilena Pasquali, autrice anche della presentazione. Gli ampi spazi della G.A.M. accolgono circa 80 dipinti e circa 20 disegni dell’autore. Dopo la sua scomparsa vengono organizzate mostre personali e collettive a Bologna e provincia, Udine, L’Aquila. ANTONIO MAZZOTTI Mostra retrospettiva nel centenario della nascita a cura di Renato Barilli 14 febbraio - 12 marzo 2015 vernice 14 febbraio ore 16 Sala d’Ercole, Palazzo d’Accursio Piazza Maggiore 6, Bologna Ingresso libero Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18,30 Con il patrocinio del Comune di Bologna e di Alma Mater Studiorum Università di Bologna Ufficio stampa Irene Guzman antoniomazzotti.press@gmail.com tel. + 39 349 1250956 Info: www.antoniomazzotti.it Inizio: 14/02/2015 Fine: 12/03/2015 Indirizzo: Piazza Maggiore 6, Bologna Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.493846 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6112468907584949105 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Movievalley Bazzacinema Introduzione: Quarta edizione del festival di cortometraggi: quest'anno in gara fiction e web series, a tema libero. Il bando scade il 16 febbraio. Info e modalità d'iscrizione sul sito http://bazzanocinefestival.xoom.it/ Descrizione: La quarta edizione di Movievalley è dedicata a Federico Fellini, con un riicco calendario di eventi per ricordarlo dal 5 marzo. Domenica 15 marzo proiezione dei cortometraggi finalisti e premiazione al CineMax di Bazzano. In gara fiction e web series, a tema libero. Inizio: 05/03/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: Valsamoggia Spazio: Area geografica: Nord Email: segreteria.mvb@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.504314 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Ied Arti Visive a Body Worlds Introduzione: La pittura, la fotografia e la scienza si fondono così in un unico equilibrio creativo. Descrizione: A meno di due settimane dalla data di chiusura, prevista per il 15 febbraio, non smette di diminuire il numero di visitatori che quotidianamente affolla le sale del SET di via Tirso 14 per ammirare dal vivo e nel dettaglio la perfetta macchina del corpo umano. Apprezzata da milioni di persone, tra esperti, attenti osservatori e curiosi, tra cui personaggi noti del mondo della cultura e dello spettacolo, la mostra BODY WORLDS non smette di attrarre visitatori da ogni parte d’Italia e prevede ancora diversi interessanti appuntamenti a latere. Da venerdì 6 febbraio la mostra originale sul corpo umano propone ai suoi visitatori un nuovo evento artistico che va ad arricchire di significato il tema portante dell’esibizione incentrata quest’anno su IL CICLO DELLA VITA. I protagonisti indiscussi questa volta sono due: la fotografia e i polmoni. Gli studenti del dipartimento dello IED Arti Visive, in collaborazione con il progetto Transcorpus a cura di Olga Bachschmidt, hanno tradotto in immagine la propria interpretazione dell’evoluzione e del mutamento del corpo umano soggetto alla caducità del tempo e agli agenti esterni. Il trittico prescelto per essere ammirato, perfettamente in linea con l’allestimento, è “The Smoker” realizzato dalla studentessa Valeria Trasatti che trae la sua ispirazione da una nota cromatica: il turchese. Il concept focalizza l’attenzione sulla sezione dedicata al fumo all’interno della mostra BODY WORLDS: gli effetti che esso provoca sugli organi interni e, in particolare, sui polmoni. Avvalendosi della collaborazione di Manuel Fazzini, studente del secondo anno di Illustrazione, ha creato un’armonia tra il colore diafano della modella Verdiana Meneghini, diplomata IED Moda, e la matericità dell’acrilico turchese, fissandoli in tre scatti che riproducono il gesto e ne evidenziano i risultati. La pittura, la fotografia e la scienza si fondono così in un unico equilibrio creativo. Saranno inoltre proiettati sul monitor del SET, nell’area dedicata, i lavori di libera interpretazione fotografica sulla vulnerabilità del corpo umano, realizzati dagli studenti del secondo e terzo anno di Fotografia. Per ulteriori dettagli consultare il sito www.bodyworldsinthecity.it Inizio: 06/02/2015 Fine: 15/02/2015 Indirizzo: Via Tirso 14 Roma Spazio: SET Area geografica: Roma Email: danielaperozzi@email.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.918691 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.bodyworldsinthecity.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Interno 14: “GRADUS” di Arianna Bonamore Introduzione: Il giorno 12 Febbraio 2015 alle 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “GRADUS” di Arianna Bonamore a cura di Paolo Aita. Descrizione: Il giorno 12 Febbraio 2015 alle 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta “GRADUS” di Arianna Bonamore a cura di Paolo Aita. “… Arianna Bonamore ha (ri)scoperto che l’opera ha la stessa forma dell’artista, ma non nel vecchio senso secondo cui l’opera racconta il vissuto, ma nel senso della demoltiplicazione: l’opera deve contenere tanti livelli e prospettive quanti ne contiene l’artista. … Se nell’installazione al MAAM Arianna Bonamore ha lavorato sulla ripetizione e sulla serialità, quindi il progetto sembrava orientare la creatività, con l’opera di Interno 14 la sfida è rilanciata, così ciò che è organizzato, la matrice ripetuta, diventa la griglia con cui catturare anche l’esistenziale... Ogni elemento del quadro e della sua formazione sono inseriti in un gradus, in una procedura elettiva, in cui sia il formale che il simbolico, come l’immaginario e la composizione, sono sfruttati e incontrano la loro classificazione. Progetto e inventio viaggiano finalmente insieme, così nell’opera di Interno 14 la griglia coincide col simbolo. … Tutto può essere innesco per l’arte, tutto può essere distrutto dal linguaggio. L’opera di Arianna Bonamore ci suggerisce che ogni lavoro di proiezione contiene un’essenza amorosa, un reciproco dedursi, che se mancasse vanificherebbe l’opera dal suo interno. Sta a noi meritare la visione, farla accadere, renderla ispirazione, viatico, e remunerarla con l’opera.” (Paolo Aita) La mostra è visitabile dal 13 al 20 Febbraio su appuntamento: t. 338.2992228 L'iniziativa non si prefigge finalità commerciali di alcun genere, ma fa parte delle attività culturali dell'associazione. L'evento sarà strettamente su invito e prenotazione: mandare una mail a uffstampaaiac@presstletter.com Interno 14 è a Roma in via Carlo Alberto 63. Associazione Italiana di Architettura e Critica www.architetturaecritica.it UFFICIO STAMPA AIAC Roberta Melasecca uffstampaaiac@presstletter.com tel. 349 4945612 per info eventi: www.presstletter.com Inizio: 12/02/2015 Fine: 20/02/2015 Indirizzo: Via Carlo Alberto 63, Roma Spazio: Interno 14 Area geografica: Roma Email: roberta.melasecca@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.89557 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://presstletter.com/wp-content/uploads/2015/02/gradus-1.jpg Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: L’identità ritrovata: dai Surrealisti alla Street Art Introduzione: Un percorso alla scoperta della relazione tra l’uomo e l’ambiente contemporaneo partendo dalle opere di Haiek e Pizzorno fino alla collettiva di Street Artist e i collage dell’artista colombiano Coronado con la Pubblicittà. Descrizione: L’identità ritrovata: dai Surrealisti alla Street Art Un percorso alla scoperta della relazione tra l’uomo e l’ambiente contemporaneo partendo dalle opere di Haiek e Pizzorno fino alla collettiva di Street Artist e i collage dell’artista colombiano Coronado con la Pubblicittà. Haiek, Pizzorno, Luz, Coronado L’arte tra Novecento e Duemila ha abbandonato sempre più l’impegno della raffigurazione del reale per diventare espressione della contaminazione tra mondo esteriore e mondo interiore dando vita all’astrattismo e ad altre correnti pittoriche che hanno fatto la storia dell’arte di fine Novecento. La scoperta dell’inconscio e l’applicazione della psicoanalisi furono determinanti in questo cambiamento tanto quanto, in misura diversa, lo fu la diffusione della fotografia. Il movimento surrealista è il risultato più evidente dell’influenza della psicoanalisi nel mondo dell’arte e ha visto tra i suoi esponenti più interessanti Andrè Breton, Joan Mirò, Marx Ernest, Magritte. In ognuno di loro si trova l’esternazione di un mondo interiore fatto di segni, di forme, di personaggi, di situazioni al confine tra la realtà e il sogno. Il tema ricorrente è il rapporto tra interno ed esterno, tra soggettivo e oggettivo, tra fantasia e realtà, tra mondo interiore ed esteriore. Anche i cambiamenti sociali ed economici del Novecento hanno portato ad una profonda riflessione sull’identità individuale e sociale fino ai giorni nostri (vedasi per esempio la letteratura di Pirandello: Uno nessuno e centomila). La metà del Novecento si connota per uno straordinario stravolgimento dell’economia e delle abitudini di vita con migliaia di persone che abbandonano le campagne per trasferirsi nei centri urbani inseguendo benessere e sviluppo tecnologico. Le città crescono a ritmi vertiginosi trascurando l'estetica e la qualità della vita. Luoghi sempre più anonimi e inospitali dove l’uomo perde radici, identità. L'ambiente circostante perde le forme e i colori della Natura, perde il vuoto degli orizzonti dove è possibile liberare la fantasia per riempirsi di muri e cemento interrotti solo dal colore dei cartelloni pubblicitari. L’arte racconta di questo scenario con opere sempre più incentrate sulla città, ma non c'è più la dinamicità futurista alla Boccioni, ma la sconfinata anomia alla Guaitamacchi. Solo la fine del Novecento svela l’illusione dell’eterno benessere e del potere tecnologico dell’Uomo sulla Natura, vede la crisi della grande industria, porta le conseguenze dello sradicamento territoriale e sociale e inventa un nuovo modo di comunicare e “vivere” attraverso lo sviluppo delle telecomunicazioni e del web. Le città diventano metropoli e queste sembrano tutte uguali per problematiche, servizi e territorio: sono un prodotto della globalizzazione. In questi luoghi dove domina l’entropia urbanistica e l'individuo si sente un estraneo a casa propria nasce il Graffitismo e poi la Street Art. Un segno che è innanzitutto ribellione, un’azione di forza per riprendersi l’identità tant'è che il Graffitismo è spesso una firma, una sorta di marchiatura del territorio. La Street Art compie un passo avanti importante verso la sottrazione di spazi pubblici alla cartellonistica pubblicitaria. Cambia la visione del quotidiano restituendo spazi alla fantasia, alla creatività, all’ironia. L’arte, attraverso la Street Art, diventa, ancora una volta, il gesto che scaturisce da un bisogno, da un’urgenza: restituire all’uomo una casa in cui riconoscersi. Un'azione di recupero dell’identità e, con essa, di tutto il mondo onirico e ludico che gli appartiene. Le mostre che Spazio Tadini propone dal 10 febbraio al 7 marzo ripercorrono queste tappe. Nella mostra di Ivana Haiek troviamo il dramma della perdita delle proprie radici (l’artista scappa dal suo Paese la Cecoslovacchia in piena guerra Fredda) e della riscoperta dell’equilibrio interiore in Italia dove trova una nuova casa. Nelle opere di Marilisa Pizzorno, il curatore, Giorgio Seveso dice: “ le .. figure giocano con l’ambiente, con gli elementi architettonici di una sorta di spazio vitale surreale, comunque antropizzato, che segna la definitiva precarietà identitaria delle relazioni tra l’uomo contemporaneo e l’ambiente della sua vita”. Nella collettiva di Street Artists si è raccolto un gruppo vario di artisti che oggi lavorano anche per il design e l'arredo urbano. L'artista colombiano Rafael Coronado, invece, attraverso i suoi collage, usa il linguaggio e le immagini della pubblicità con disincanto ed ironia sottolineando che fotografie, parole, significati e significanti, segni e forme, ormai formano un linguaggio comune condiviso tra diverse culture. Melina Scalise Per informazioni e altre immagini Melina Scalise ms@spaziotadini.it cell.3664584532 Inizio: 10/02/2015 Fine: 07/03/2015 Indirizzo: Spazio Tadini, Via Jommelli 24, 20131 Milano Spazio: Spazio Tadini Area geografica: Milano Email: ms@spaziotadini.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.486428 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Arte in Tabaccheria Introduzione: Mostra personale di Liviana Busani Descrizione: Mostra personale di Liviana Busani, pittrice reggiana, dal 4 al 18 Febbraio 2015, arte informale nell'ambito di “Arte in Tabaccheria, Tabaccheria in Arte”, con il patrocinio della Provincia di Modena, presso la Tabaccheria Vento di Manuel Frassinetti in Via del Perugino 2/4 a Modena, dal Lunedì al Sabato orari 7:30-13:00 e 15:30-19:30. Dal 07 Gennaio 2015 al 05 Gennaio 2016 ventiquattro esposizioni d'arte contemporanea, durante le quali il grande pubblico potrà ammirare opere di artisti locali. Maggiori info: http://www.riv197mo.altervista.org email: riv197mo@gmail.com Inizio: 04/02/2015 Fine: 18/02/2015 Indirizzo: via del Perugino, 2, Modena Spazio: Tabaccheria Vento di Manuel Frassinetti Area geografica: Nord Email: riv197mo@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.632293 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: D.Di Poce - M.Rea, La Stanza di Arles Introduzione: LA STANZA DI ARLES, Cfr Edizioni, Piateda(SO), 2014. EURO 9,00 -Donato Di Poce- Mauro Rea. Prefazione di Sandro Montalto. Una favola di Maria Filippone Colonna e interventi di Maurizio Cavaliere, Tommaso Evangelista, Peppe Renne, Aleardo Rubini, Leo Strozzieri, Antonio Picariello, Il libro E' DISPONIBILE! Per acquisti scrivere a MARINA MARCHIORI a questa mail: norminiax@gmail.com Descrizione: Arte Musica Poesia Inizio: 20/11/2014 Fine: 28/02/2015 Indirizzo: Piateda(SO) Spazio: Marea Servizi per l'arte Area geografica: Nord Email: maurorea2014@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 46.159572 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Premio Art Caffè letterario - terzo step Introduzione: terza edizione del Premio art Caffè letterario, sezione dedicata ai giovani artisti Descrizione: Esposizione ed Evento di Arte Contemporanea: Terzo Step Espositivo e Performativo Premio Art Caffè Letterario Terza Edizione. Direzione Artistica: Pamela Cento, Ilenia Costanza. Commissione Artistica: Giulia Antonelli, Laura Ammendola, Luisella Frigerio, Ileana Matriciani, Vincenzo Pultrone, Noemi Smorra, AKA DJ ThinnY, Lorena Vetro. Giuria Tecnica: Pamela Cento, Ilenia Costanza, Jerry Cutillo, Livia De Pietro, DJ Thinny, Rosalia Misseri, Liana Orfei, Toni Trupia. Special Guest 6 febbraio: Ivan Bacchilega, Melissa Monti, Lillo Sorce. ARTISTI SEZIONE ARTE VISIVA (Dal 6 al 20 febbraio 2015): Paco Falco, Cristina Giammaria, Maria Grazia Lunghi, Malika, Anna Maria Penna Coda, Giulia Pex, Antonio Presti, Fulvio Tornese, Sofia Venturini Del Greco, Viora. PERFORMANCE ARTE VISIVA: (Fuori Concorso) Pablo Lombardo. ARTISTI SEZIONE SCRITTURA (dalle ore 19.00 alle 20.00): ROBERTA AMBRISI, SIMONE POLVERINI, ELEONORA RUGOLO. ARTISTI SEZIONE MUSICA (dalle 20.00 alle 21.00): LINDA B., GIADA TOMMASSETTI. ARTISTI SEZIONE TEATRO (dalle 22.00 alle 23.00): ARIANNA MOSCONI, FILIPPO ROSANO. SEZIONE VIDEO E CORTOMETRAGGIO (dalle 23.00 alle 24.00): (Fuori Concorso) presentazione Progetti della “Topinanimation Studio” e “Fabula TV”. SEZIONE DJ (dalle 24.00 alle 01.00): DJ Set. Dove: Caffè Letterario, Via Ostiense 95, Roma (Metro Piramide). Quando: Esposizione di Arte Visiva da venerdì 6 al venerdì 20 febbraio, Evento performativo venerdì 6 febbraio 2015. Inaugurazione: venerdì 6 febbraio 2015, dalle ore 19.00 alle 01.00. Info: www.premioart.com Produzione: Cento Produzioni Arte e Comunicazione – I Vetri Blu – Caffè Letterario. Venerdì 6 febbraio prende avvio, presso il Caffè Letterario di Roma, il Terzo Step Espositivo e Performativo Premio Art Caffè Letterario Terza Edizione. Il Premio che nel corso degli anni ha dato visibilità agli artisti provenienti da tutto il mondo, dedica la sezione performativa del Terzo Step ai giovanissimi che, venerdì, avranno palco e pubblico per dimostrare il proprio talento. Tra gli ospiti della serata Melissa Monti, giovanissima attrice del film premio Oscar “La grande bellezza” e della fiction televisiva di grande successo “Solo per amore”, Lillo Sorce, regista e direttore creativo della “Topinanimation Studio”, studio di animazione italiano nato con l’obbiettivo di produrre cartoni animati per il cinema e la televisione che, per l’originalità e la qualità dei prodotti, si è distinto tanto da essere stato selezionato nel panorama internazionale della “17a Edizione di Cartoons on the bay, Festival Internazionale dell'Animazione Televisiva e Cross-mediale”, infine Ivan Bacchilega, altro gradito ospite della serata, interprete di fiction e numerosi film come “Le fate ignoranti” e “La finestra di fronte” di Ferzan Özpetek. In esposizione per due settimane le opere di: Paco Falco, Cristina Giammaria, Maria Grazia Lunghi, Malika, Anna Maria Penna Coda, Giulia Pex, Antonio Presti, Fulvio Tornese, Sofia Venturini Del Greco, Viora. L’artista Pablo Lombardo, conosciuto con il nome d’arte Pablo è vivo, protrarrà durante la serata una performance di ritrattistica estemporanea. Per l’arte performativa si confronteranno gli artisti: per la SEZIONE SCRITTURA ROBERTA AMBRISI, SIMONE POLVERINI, ELEONORA RUGOLO; per la SEZIONE MUSICA LINDA B., GIADA TOMMASSETTI; per la SEZIONE TEATRO ARIANNA MOSCONI, FILIPPO ROSANO. Tutti gli artisti possono essere votati, per vincere il Premio Art della propria sezione di riferimento, sul sito www.premioart.com e attraverso la multimedia card del Premio Art. Inizio: 06/02/2015 Fine: 20/02/2015 Indirizzo: via Ostiense 95 Spazio: Caffè Letterario Area geografica: Roma Email: ass.soqquadro@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.871042 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Onirismo ed ecosostenibilità - mostra bi personale di Alberto Fabris e Marco Cannataro Introduzione: Due artisti a confronto che si presentano per la prima volta in Brera, a Milano, con l’intento di raccontarci il loro modo di vedere il mondo, di percepirlo, secondo un “sentire” molto originale, ricco di spunti attualissimi, di viaggi onirici, di sensazioni ma volutamente privo di quella leziosità pleonastica che troppo spesso c’è mediaticamente mostrata…giorno dopo giorno. Stanchi di quest’attitudine così dilagante, Marco Cannataro e Alberto Fabris, ci concedono uno spazio / tempo di libertà intellettuale sinceri e vivificanti che sono attinenti ai loro differenti mondi interiori, seppur sensibili e veri. Descrizione: “Onirismo ed ecosostenibilità” Mostra bi-personale di: Alberto Fabris e Marco Cannataro A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 25 marzo 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 10 aprile 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea STATUTO13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato Due artisti a confronto che si presentano per la prima volta in Brera, a Milano, con l’intento di raccontarci il loro modo di vedere il mondo, di percepirlo, secondo un “sentire” molto originale, ricco di spunti attualissimi, di viaggi onirici, di sensazioni ma volutamente privo di quella leziosità pleonastica che troppo spesso c’è mediaticamente mostrata…giorno dopo giorno. Stanchi di quest’attitudine così dilagante, Marco Cannataro e Alberto Fabris, ci concedono uno spazio / tempo di libertà intellettuale sinceri e vivificanti che sono attinenti ai loro differenti mondi interiori, seppur sensibili e veri. Galleria STATUTO13 raccoglie, ancora una volta, il guanto di sfida, cercando di presentare due artisti innovativi a ridosso del periodo del Fuori Salone a Milano: Marco Cannataro ha un’istruzione artistica e una formazione professionale di design su larga scala. Aggiungiamo dunque una grande sensibilità, amplificata anche da un profondo periodo di crisi introspettiva, poi seguita da una vera rinascita anche creativa. Un insieme di profondi ed evidenti effetti positivi per lo studio e l’approfondimento della religione e della filosofia buddista ha saputo miscelare e ispirare al contempo quella rivoluzione umana e artistica. Amante della natura, sensibile verso il tema dell’ecologia e dell’ecosostenibilità. Recupera gli oggetti del quotidiano e i materiali dei rifiuti plastici deformandoli - anche con l’ausilio del calore - e poi assemblandoli in opere di design artistico, con l’intento di dare loro una nuova vita. I Totem che nascono da queste composizioni concettuali, tramite un forte gesto ready made, tipicamente “Dada”, sono dei modelli archetipici che dal passato al presente caratterizzano la nostra società del consumo. Alberto Fabris nasce nell’ambito della musica e si accosta al disegno sin da bambino, come autodidatta. Ama i pastelli su cartoncino ma sperimenta anche l’olio su tela, il collage; per poi scoprire la tecnica del disegno su IPad con il programma Procreate che gli permette in tal modo di inventare ed esprimersi creativamente anche durante i suoi lunghi soggiorni di lavoro all’estero. I suoi lavori esposti in Galleria STATUTO13 sono il frutto di potenziali contaminazioni avute dalle percezioni, da fantasie surreali e dalla traduzione d’immagini viste nei suoi frequenti viaggi. L’Arte del resto può e spesso deve essere un mezzo espressivo che sappia veicolare una concettualità utile e al passo con i tempi. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 25/03/2015 Fine: 10/04/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Milano Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.476293 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Open call per fotografi per il festival Naked City Project Introduzione: Open call per progetti fotografici e multimediali su Roma. I migliori verranno selezionati da una giuria specializzata e proiettati durante il festival Naked City Project 2015, accanto ai nomi più importanti della fotografia italiana Descrizione: open call per progetti fotografici e multimediali su Roma. I migliori verranno selezionati da una giuria specializzata e proiettati durante il festival Naked City Project 2015, accanto ai nomi più importanti della fotografia italiana: http://www.nakedcityproject.com/festival/open-call Il 27 e 28 febbraio, nel complesso dell’ex cartiera latina, Naked City Project con Visiva, presentano 2NC-Fest. Multipli-cities, seconda edizione del festival di narrazioni urbane multimediali: photo-screening, multimedia, videoart, vjing, performance, cartografie digitali, web-doc e convegni, esploreranno e racconteranno la realtà urbana in costante e problematica trasformazione. Il festival si avvale della prestigiosa partnership con ATAC, Open House Roma, FACE Magazine, Cedrap, Prospekt Photographers, Linux e LPM. Inoltre si avvale del patrocinio di Roma Capitale- Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica e Turismo- Dipartimento Cultura Servizio Spettacoli ed Eventi. Più info qui: http://www.nakedcityproject.com/ Inizio: 05/02/2015 Fine: 20/02/2015 Indirizzo: via appia antica, 42, roma Spazio: ex cartiera latina - parco dell'appia antica Area geografica: Roma Email: ncpopencall@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.86737 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.nakedcityproject.com/archivio Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Utter. The violent necessity for the embodied presence of hope Introduzione: “UTTER. The violent necessity for the embodied presence of hope” è il titolo dell’inedito connubio tra architettura e performance che l’artista JAŠA presenterà nel Padiglione Sloveno. L’architettura, intesa come una materia duttile e viva, rappresenterà una costante sorpresa per i visitatori, che si troveranno coinvolti, per tutta la durata della Biennale, in performance multi-sensoriali attivate dall’artista e dai suoi collaboratori. L’opera assume la dimensione di un laboratorio aperto in cui nulla è statico e chiuso e dove l’arte traduce lo spazio in un luogo di produzione in costante trasformazione, ricordando l’Abstract Cabinet di El Lissitzky. L’idea di base è la creazione d’infinite variazioni del rapporto tra pubblico e artista, entrambi inclusi all’interno di un’installazione che può essere definita come un’”architettura di azioni”. L’intera area del Padiglione Sloveno si trasformerà in una piattaforma per diverse discipline creative – come letteratura, fotografia, architettura, scultura, pittura, installazioni luminose, recitazione, canto, musica – coniugate insieme in un’opera organica. Il progetto verrà strutturato secondo un programma che prevede un’alternanza settimanale di differenti azioni performative per tutta la durata della Biennale. Attraverso il movimento di corpi, la collisione di oggetti, la recitazione di testi e l’associazione di suoni, la performance in sé diventa musica: UTTER è un’orchestrazione dinamica. In una società che tende a esternare ogni cosa nello spazio pubblico, l’opera di JASA vuole indurre a ripensare la propria sfera privata, le proprie fantasie e sentimenti. Come osserva il filosofo Slavoj Žižek, la condivisione della propria dimensione privata, dilagante nell’epoca contemporanea, manca di autenticità, apparendo il più delle volte come una pura messa in scena. L’ambizione di UTTER è dunque quella di trasportare nuovamente la nostra autentica vita emotiva nella sfera pubblica, creando un’esperienza di unità e coesione collettive. Il progetto a cura di Aurora Fonda e Michele Drascek, sarà presentato dal Padiglione Sloveno, in collaborazione con Galleria d’arte di Maribor, il Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia e WEARE Production, in occasione della 56° edizione della Biennale di Arti Visive di Venezia. Descrizione: Inizio: 09/05/2015 Fine: 23/11/2015 Indirizzo: Arsenale, Venezia Spazio: padiglione sloveno Area geografica: Nord Email: aplusagallery@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.432895 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Essenzialismo astratto -mostra personale di pittura di Giovanni Citro Introduzione: L'essenza è uno dei concetti filosofici più complessi da illustrare, in virtù dei suoi profondi significati, nonché affascinanti, oggetto di speculazioni fin dalle origini della filosofia; già lo stesso Platone prima di Aristotele ci illustrò l’indivisibilità delle idee che hanno permeato tutto la filosofia greca fin dalle sue origini. Descrizione: Comunicato Stampa “Essenzialismo astratto” Mostra personale di pittura di: Giovanni Citro A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 25 febbraio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 10 marzo 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato L'essenza è uno dei concetti filosofici più complessi da illustrare, in virtù dei suoi profondi significati, nonché affascinanti, oggetto di speculazioni fin dalle origini della filosofia; già lo stesso Platone prima di Aristotele ci illustrò l’indivisibilità delle idee che hanno permeato tutto la filosofia greca fin dalle sue origini. Con la su arte, Giovanni Citro, riesce con grande abilità a contaminare i due concetti – astrazione ed essenzialità – che sono così collegabili tra loro nei contenuti. Riesce a disegnare amabilmente su tele bianche delle immagini elementari e semplici che, a parer mio, sono ampiamente riconducibili ai disegni primitivi (si pensi a quelli scoperti nelle note grotte di Lescaux, uno degli esempi più belli di arte preistorica). L’artista ricerca nel profondo l’essenza dell’essere umano grazie al “grafismo”, volutamente elementare, che ha deciso di utilizzare scientemente per condurci quasi per mano a ragionare - in modo aulico - sulla cagionevolezza delle cose, sulla caducità della vita, sulle molteplicità di esseri e di caratteri. I disegni e i dipinti di Giovanni Citro sono frutto di quello spirito che parte da una profonda ricerca di purezza, di minimale, di esistenziale; di essenziale più che mai. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 25/02/2015 Fine: 10/03/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Milano Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.476293 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Fil rouge - mostra personale di tatiana Brodatch Introduzione: E’ artista e architetto, reduce da una recente mostra a Mosca dove ha ottenuto consensi di pubblico su larga scala e si accinge a presentare il suo lavoro artistico in Brera, a Milano, per la prima volta in Italia, presso Galleria STATUTO13; nel periodo di apertura di Expo-Milano 2015, per poi proseguire verso Ibiza in Spagna. Descrizione: “Fil rouge” Mostra personale di: Tatiana Brodatch A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 22 aprile 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 5 maggio 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato E’ artista e architetto, reduce da una recente mostra a Mosca dove ha ottenuto consensi di pubblico su larga scala e si accinge a presentare il suo lavoro artistico in Brera, a Milano, per la prima volta in Italia, presso Galleria STATUTO13; nel periodo di apertura di Expo-Milano 2015, per poi proseguire verso Ibiza in Spagna. Piccole sculture di plastilina sono scolpite da Tatiana con un atteggiamento ludico che sprigiona l’utilizzo potente della metafora e dell’ironia nella poetica che riconduce il fruitore verso un mondo di complesse relazioni interpersonali: quelle umane. La plastilina si modella nelle sue mani in modo così naturale e spontaneo da riportarmi al momento del gioco durante l’infanzia. Quel gioco che dovrebbe essere spensierato ma che spesso non lo è per nulla, anzi, si fa portatore di novelle ricche di pathos e di accadimenti che incalzano nel vissuto della collettività. L’ artista osserva quelle vite intime, quei momenti di passione, di erotismo e di condivisione filantropica che colpiscono la sua attenzione nel vissuto quotidiano, nell’arte, nella letteratura, nei drammi e nelle gioie. Per certi versi si può pensare subito al lavoro tecnico svolto dalla svedese Nathalie Djurberg, le cui sculture sono state esposte a Milano dalla Fondazione Prada e sono divenute famose in tutto il mondo. Ovviamente i contenuti e la poetica differiscono parzialmente da quella di Tatiana Brodatch ma vedo un fil rouge tra loro, nella scelta originale della tecnica artistica. La scelta curatoriale è stata quella di scegliere alcune storie complete tra le tante create dall’artista Brodatch e di mostrare anche alcuni lavori come parziali ma rappresentativi di altri racconti sviluppati dall’artista nel suo operare artistico. Poderosa e scenografica, ad esempio, è la storia delle “Tre sorelle”, per esempio, un dramma teatrale, penultima opera composta da Anton Čechov nel 1900. Ecco quindi come i personaggi creati da Tatiana Brodatch ci portano in un mondo letterario, che è stato un best seller nella saggistica teatrale, ma riesce a farlo con delicatezza, ironia e profonda eleganza stilistica, dotata di quel pizzico di femminilità che non guasta mai. Uno stile proprio, riconoscibile: che non è collegabile ad alcuna corrente artistica, questo è un altro punto di forza che riscontro nei lavori artistici di quest’artista russa che ha saputo conquistare il mio - ma credo non soltanto quello del sottoscritto - interesse artistico; e l’ha fatto “in punta di piedi”, con maestria e singolarità. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 22/04/2015 Fine: 05/05/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Milano Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.476293 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: "As you like it": mostra di Daniela Caciagli Introduzione: L'artista toscana espone un ciclo di recenti dipinti ad acrilico e olio al Vela Massimo Rebecchi di Lucca. In esposizione un ciclo di recenti dipinti ad acrilico e olio su tela. Descrizione: Sabato 7 marzo 2015 alle ore 17.00, presso il concept store Vela Massimo Rebecchi in piazza dei Mercanti 2 a Lucca, si inaugura “As you like it”, personale della pittrice Daniela Caciagli. In esposizione un ciclo di recenti dipinti ad acrilico e olio su tela. Nelle sue opere, Daniela Caciagli crea associazioni fantastiche di frammenti di vita quotidiana, sfumando i riferimenti spazio-temporali. Intenso è l’uso dei cromatismi: il colore è il vero elemento generatore della forma, la modella e la controlla per comunicare una non banale riflessione sul destino, imperscrutabile, che caratterizza ogni essere umano. Daniela Caciagli - nata a Bibbona (Li) nel 1962 - vanta un ampio curriculum espositivo, con numerose personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2007 e nel 2010 è finalista al Premio 'Arte Mondadori' di Milano. Nel 2012 viene selezionata dalla Public Enterprise 'Artkomas' di Vilnius per rappresentare l'arte italiana in Lituania, con una serie di mostre nei Musei delle principali città lituane. La mostra, organizzata in collaborazione con la galleria Mercurio Arte Contemporanea di Viareggio e con Lory Rose Eventi, è corredata di catalogo con testo critico di Chiara Di Cesare. Rimane aperta fino al 6 aprile 2015, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì, 10.00 - 19.30; sabato, 10.00 - 20.00; domenica, 15.30 - 20.00. Infoline: + 39 347 8456750. Inizio: 07/03/2015 Fine: 06/04/2015 Indirizzo: piazza dei Mercanti 2, Lucca Spazio: Vela Massimo Rebecchi Area geografica: Centro Email: info@mercurioviareggio.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 43.467783 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Presentazione letteraria: Stazione d'arrivo di Concesion Gioviale Introduzione: Venerdì 20 Febbraio 2015 in via Pretoria 50, Potenza. “Stazione d’arrivo” (David & Matthaus edizioni) è il nuovo libro di Concesion Gioviale che l’autrice presenterà a Potenza , venerdì 20 Febbraio alle ore 18.30, c/o libreria Ubik ; l’appuntamento è a cura di Ubik libreria e presenterà Mariella Ielpo. Descrizione: Venerdì 20 Febbraio 2015 in via Pretoria 50, Potenza. “Stazione d’arrivo” (David & Matthaus edizioni) è il nuovo libro di Concesion Gioviale che l’autrice presenterà a Potenza , venerdì 20 Febbraio alle ore 18.30, c/o libreria Ubik ; l’appuntamento è a cura di Ubik libreria e presenterà Mariella Ielpo. Il nuovo romanzo di Concesion Gioviale racconta le vicende di Sara, una giovane autrice che realizza, finalmente, il suo sogno. Ha pubblicato il suo romanzo d’esordio ispirato ad una band emergente che ora è in giro per l’Europa alle prese con un tour che li ha resi famosi. Un regista, ha deciso di realizzare un film, ispirandosi al racconto della donna, ma questa vive nell’ombra dei cinque giovani musicisti. Il film viene “nominato” dai fan come il film “della band” e il lavoro di Sara passa in secondo piano per poi finir dimenticato. La donna decide di staccare il cordone ombelicale da quelle persone che si, hanno dato inizio al suo sogno, ma che l’hanno resa dipendente da ogni loro mossa. E’ il momento di maturare, di farcela da sola, di inventare un nuovo sogno e di trovare finalmente la sua stazione d’arrivo, quel posto che “chiami casa e che ti fa sentire al sicuro”. Non mancheranno episodi commoventi, divertenti, drammi e sogni imprevisti. Come sempre, l’autrice ci farà ridere, ci farà commuovere, ci farà emozionare e ci farà sperare che i sogni si avverano se lo si vuole veramente. Ingresso libero fino a esaurimento posto. Alla fine l’autrice offrirà un caffè agli invitati. Ufficio Stampa Concesion Gioviale www.stazionedarrivo.blogspot.it www.prendievai.blogspot.it Inizio: 20/02/2015 Fine: 20/02/2015 Indirizzo: Via Pretoria 50 Potenza Spazio: Ubik Area geografica: Sud Email: ufficiostampa-gioviale@hotmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 40.63764 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.stazionedarrivo.blogspot.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: I Am the President. Tra identità e anonimato Introduzione: In mostra sette dipinti che ritraggono al "negativo" i volti rispettivamente di Barack Obama, Vladimir Putin, la Regina Elisabetta II d'Inghilterra, Papa Benedetto XVI (unica figura intera), Silvio Berlusconi, Angela Merkel, Benjamin Netanyahu. Descrizione: "I Am the President". Una precisa affermazione di ruolo e di identità sociale per sette dipinti che ritraggono al "negativo" i volti rispettivamente di Barack Obama, Vladimir Putin, la Regina Elisabetta II d'Inghilterra, Papa Benedetto XVI (unica figura intera), Silvio Berlusconi, Angela Merkel, Benjamin Netanyahu. Nell'uso del negativo, ovvero nel ribaltamento dell'immagine, l'artista scopre una quarta dimensione della figura: una identità introspettiva, un'immagine interna diversa dallo schema del Sé corporeo, volta a cogliere "l'altra faccia" del ritratto, il suo "prossimo sé" raggiungibile in una sorta di istantanea pittorica. Sette opere che custodiscono il gesto dell'artista, il quale rimarrà nell’anonimato per tutta la durata dell'evento. Scrive in proposito Marina Miraglia nel testo critico che accompagna la mostra: "Nel nostro caso, c'è, nella scelta dell'anonimato, la volontà di concentrare l'attenzione del riguardante sulle strategie adottate e, coinvolgendolo in esse, di riflettere, personalmente e con lui, sul corso attuale dell’arte che sempre più comunica attraverso le varie forme dell' 'âpres' di un tempo: la citazione, la semplice 'traduzione' da un linguaggio iconico a un altro, il 'rendering', lo 'scanning', la contaminazione. I pittori fanno infatti spesso leva sulla possibilità dell’arte di riattualizzare perennemente il significato e le valenze delle immagini di un passato più o meno recente e indipendentemente dal fatto che siano autoriali o meno; diventa centrale lo sguardo e l'interpretazione del presente e l'implicito aiuto della fotografia che, per statuto, racchiude in sé il presente dello scatto e dell'impronta - l''hic et nunc' di Benjamin - il passato dell' 'è stato' di Barthes, il futuro degli 'spazi discorsivi' di Krauss. [...]" Aggiunge la curatrice della mostra Daina Maja Titonel: "Sono idealmente alla ricerca di un rapporto con l'opera che risenta il meno possibile di condizionamenti esterni, quali il 'nome' dell’artista o le opportunità di mercato. Con questo spirito ho proposto all'autore di celare il suo nome al pubblico, liberando l'opera dalla firma, per restituirle l’attualità e la centralità nel rapporto con lo spettatore". Inizio: 12/02/2015 Fine: 22/03/2015 Indirizzo: via di Monserrato 30, Roma Spazio: MAC Maja Arte Contemporanea Area geografica: Roma Email: info@majartecontemporanea.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.896425 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.majartecontemporanea.com/?l=it&s=m&d=15_jesuis&g=y Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Esercizi Spirituali - Personale di Enrico Lombardi Introduzione: ENRICO LOMBARDI “Esercizi spirituali” - personale INAUGURAZIONE SABATO 21 febbraio ORE 17.30 Ferrara – Casa di Ludovico Ariosto da sabato 21 febbraio a domenica 12 aprile 2015 orari: 10.00/12.30 , 16.00/18.00 (chiuso il lunedì) curata da Angelo Andreotti (Direttore dei Musei d’Arte Antica e Storico Scientifici di Ferrara) in collaborazione col Museo Baracca di Lugo (Ra) e Angelo Andriuolo – Ars Imago Dei. Descrizione: Durante l’inaugurazione interverranno il Curatore e l’artista sul senso e il merito della mostra. In questa mostra, all’apparenza perfettamente schizofrenica, l’artista espone opere di due serie parallele che nascono e si sviluppano contemporaneamente : gli “Esercizi spirituali” – che danno il titolo alla mostra – e le “Basse maree”. Lo sguardo, negli “Esercizi spirituali”, è come rigirato dentro, chiuso nello spazio angusto e infinito della meditazione sulle medesime forme declinate in tutte le loro possibili variazioni: muri, tetti, l’albero, ma soprattutto la luce e l’ombra come fatti compositivi e tematici. Un linguaggio asciutto, liturgico, etico, concentrato su sé stesso, avulso da ogni clamore delle categorie della contemporaneità e dai loro paradigmi, che, come negli esercizi spirituali di un monaco o di uno yogin, si spoglia di ogni orpello per cercare di raggiungere l’essenza del fare. Nessuna decorazione dunque, nessun pretesto illustrativo o narrativo che dir si voglia, solo la nuda forza della pittura che raffigura il proprio farsi. Nelle “Basse maree”, invece, lo sguardo è come spinto “fuori”, ai limiti estremi dell’orizzonte, per rievocare figure e metafore già presenti nella pittura passata dell’artista, come se risorgessero dall’acqua dopo un diluvio. Una ripresa di coscienza delle “figure” fondamentali del suo percorso. Qui i luoghi sono aperti e ritmati da spazi larghi, gli oggetti emergono dall’acqua dentro solitudini dal sapore iconico i cui riferimenti sono indubbiamente nella pittura del ‘2/3cento italiano. Nel Catalogo (bilingue) saranno pubblicate alcune riflessioni dell’artista sugli aforismi poetici di Renè Char e un testo del critico romano Francesco Giulio Farachi. Inizio: 21/02/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Via L. Ariosto 67, Ferrara Spazio: Casa di Ludovico Ariosto - Ferrara Area geografica: Nord Email: arsimagodei@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.844361 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://scontent-b-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-xpa1/t31.0-8/p720x720/10854989_821267131274149_1253085405033109533_o.jpg Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: "Laboratorio: Memoires - Archivio/Opere della Sala 1" | César Baracca - "Money Talks" Introduzione: Sotto la supervisione di Mary Angela Schroth, una squadra internazionale di giovani storici indaga, organizza, fotografa e analizza la raccolta della Sala 1. A cura di Chiara Ducatelli, Ana González, Sonia Lozano, Caterina Morasco e Barbara De Maria, il progetto intende far conoscere al pubblico le diverse opere e i documenti che fanno parte della collezione e dell’archivio della galleria, favorendo anche, attraverso l’attività espositiva, l’inserimento di nuove opere nella collezione. È il caso di César Baracca, artista d’origine argentina, che esporrà le sue opere dal 20 febbraio in una mostra intitolata “Money Talks” e curata da Alessandra Migani. Descrizione: Un archivio conserva il passato, le sue tracce e i suoi ricordi all’interno di un deposito di conoscenza umana e rappresenta anche un luogo dinamico per l’impegno critico e l’invenzione creativa. Offre inoltre la possibilità di far nascere nuove idee e diverse interpretazioni nel mondo multiforme dell’arte. Tutto questo è ciò che la galleria Sala 1 intende proporre nel suo nuovo progetto “Laboratorio: Memoires - Archivio/Opere della Sala 1”: uno spazio in cui riflettere e creare inaspettate visioni di ricerca attraverso fotografie, documenti e testi. Sotto la supervisione di Mary Angela Schroth (direttrice di Sala 1), una squadra internazionale di giovani storici indaga, organizza, fotografa e analizza la raccolta della galleria, rileggendo poi in un’esposizione alcune opere scelte. Partecipano al progetto molti artisti contemporanei, tra i quali: Edith Schloss, artista e critica americana; Claudio Sperati che, con le sue idee originali, si procura giorno per giorno oggetti di ogni tipo; Susana Serpas Soriano, artista italo-salvadoregna che ha partecipato nell’ultimo FOTOGRAFIA Festival Internazionale di Roma e il manifesto d’arte come quello del Padiglione del Bangladesh per la 54° edizione della Biennale di Venezia. A cura di Chiara Ducatelli, Ana González, Sonia Lozano, Caterina Morasco, Barbara De Maria, il progetto intende far conoscere al pubblico le diverse opere e i documenti che fanno parte della collezione e dell’archivio della galleria, favorendo anche l’inserimento nella mostra di nuove opere per la collezione. È il caso di César Baracca, artista d’origine argentina che esporrà le sue opere dal 20 Febbraio 2015, in una mostra chiamata “Money Talks” curata da Alessandra Migani e con il Patrocinio Istituzionale dell’Ambasciata Argentina in Italia. L’artista sarà presente la sera dell’inaugurazione. Il lavoro di Baracca, una serie di mosaici composti con carte di credito, ci pone una domanda: “Cosa succede quando l’arte diventa denaro ed il denaro diventa arte?”. La sua inevitabile risposta è la maestria con cui dà un taglio deciso alla carta di credito per creare opere dai colori e forme meravigliose. Le carte, donate da persone da ogni parte del globo, contribuiscono così a creare quello che Baracca ama definire “un mosaico di culture”. Nato a Rosario (Argentina) nel 1959, César Baracca ha studiato Fine Arts alla National University di Rosario, dove ha poi insegnato scultura, come assistente del professore in carica negli anni 1988 e 1989. Baracca è uno dei co-fondatori dei gruppi artistici argentini La Vaca (1988) e RoZarte (1989), che raggiunsero la fama per essere fra i primi gruppi emergenti durante la nascente democrazia argentina. L’artista argentino ha inoltre contribuito alla realizzazione di oltre 50 mostre, incluse la collaborazione con Christo e Jeanne-Claude al The Reichstag Project (1995) a Berlino e con l’artista Rob Miller, che ha assistito nella produzione di murali per la stazione metro di Los Angeles, Vermont/Santa Monica (1997). Fra le sue mostre collettive più importanti, ricordiamo una alla National Portrait Gallery di Londra, al National Museum of Fine Art di Buenos Aires, Argentina e al CCPE di Rosario, Argentina. Da quattro anni partecipa all’evento “RCA Secret”, organizzato dal Royal College of Art di Londra. Mentre fra le mostre personali da ricordare quella alla Zizi Gallery di Mayfair a Londra e al MACRO di Rosario, Argentina, dove tre dei suoi lavori sono entrati a far parte della collezione permanente. Il laboratorio spera dunque di offrire, non soltanto al team di Sala 1 ma anche al pubblico, la possibilità di partecipare ad una ricerca profonda sul lavoro quarantennale di questo spazio indipendente. Inizio: 20/02/2015 Fine: 20/03/2015 Indirizzo: Piazza di Porta San Giovanni, 10 - 00185, Roma Spazio: Sala 1 - Centro Internazionale d'Arte Contemporanea Area geografica: Roma Email: salauno@salauno.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.886544 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.salauno.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Notte degli innamorati al Museo del Sottosuolo: “MusicAmmOrsott 'o sUol” Introduzione: Per un San Valentino a 25 metri di profondità, al Museo del Sottosuolo potrete prendere parte ad una visita guidata, sorseggiare del buon vino e persino essere protagonisti dell'evento! Descrizione: Per una notte degli innamorati all’insegna dell’amore universale, per celebrare il classico ed il diverso, per la nostra terra di appartenenza e per una napoletanità spesso dimenticata, quest’anno, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli, avrete l’opportunità di trascorrere un paio d’ore a 25 metri di profondità per un viaggio attraverso le ampie sale sotterranee, gli scorci ed i cunicoli di un ex ricovero antiaereo, e di ammirare le testimonianze di una parte importantissima della storia napoletana, in un affascinante alternarsi di luci ed ombre. Sito in Piazza Cavour 140, il Museo del Sottosuolo propone un percorso nella sua suggestiva location, con una visita alle antiche cisterne, di origine greco-romana, riutilizzate nel corso degli anni ’40 come ricoveri per offrire rifugio ai cittadini durante i bombardamenti aerei. All’apertura straordinaria per la visita guidata notturna, si coniuga una proiezione di esclusivi filmati 3D, ed una degustazione dei “Vini del sottosuolo” offerti dai sommelier e barman del partner Wine Bar Scagliola, accompagnati da un “cuoppo” di fritture tipiche napoletane. Al termine della visita, un palco sarà messo a disposizione del pubblico, e chi vorrà sarà invitato a presenziare con una poesia, una canzone o una qualunque manifestazione estemporanea che esprima l’amore verso una persona amata o per Napoli, un amore antico o tutto nuovo e trasversale… Insomma, sarà un’occasione da non perdere per scoprire la storia nascosta di Napoli e celebrare insieme l’amore per la nostra città! Scritto da: Giorgia Oliva - giorgiaoliva.press@gmail.com Informazioni sull’evento Quando: Sabato 14 febbraio 2015 Dove: Piazza Cavour 140, Napoli Durata: circa 2 ore Ora: 21,30 Dopo la visita: Cuoppo di frittura e calice di vino Prezzo: 20 euro la coppia, 12 euro i singoli (ingresso, visita guidata e degustazione) Per prenotazione obbligatoria Email: marilenazanniello@hotmail.it - Tel: 338-2181512 Marilena Inizio: 14/02/2015 Fine: 14/02/2015 Indirizzo: Piazza Cavour 140, Napoli Spazio: Museo del Sottosuolo Area geografica: Sud Email: giorgiaoliva.press@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Mostra d'arte contemporanea "Geometrie Astraenti" Introduzione: Sarà inaugurata venerdì 20 febbraio presso la sede romana dell'Unviersità eCampus la mostra d'arte contemporanea "Geometrie Astraenti", a cura di Manuela Vannozzi, visitabile fino al prossimo 30 marzo. La Collettiva riunisce l'estro di cinque straordinari artisti, italiani e internazionali: Bruno Aller, Salvatore Dominelli, Tancredi Fornasetti, Eliseo Sonnino e il giapponese Uemon Ikeda. Al vernissage, in programma venerdì 20 febbraio, interverrà Michele Cossyro, docente emerito presso l'Accademia di Belle Arti di Roma. Descrizione: L’arte contemporanea si conferma ancora una volta protagonista di prim’ordine all’Università eCampus. Nell’ambito della costante e fervente politica di promozione culturale che l’ateneo porta avanti ormai da tempo presso la sua sede romana di Via Matera 18 (Metro Re di Roma – Complesso Santa Dorotea, IV piano), il prossimo 20 febbraio sarà infatti inaugurata la mostra a cura di Manuela Vannozzi “Geometrie Astraenti”, suggestivo viaggio alla scoperta di cinque straordinari artisti, presentati dal Professor Michele Cossyro, docente emerito presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, che ne illustrerà le opere. Bruno Aller, romano, nel 2001 ha dato vita insieme ad Aldo Bertolini e Marisa Facchinetti al gruppo dei “Diagonali”, inaugurando lo spazio espositivo della “Galleria Arte e Pensieri”. Attivo in Italia e all’estero - tra Zagabria, Pechino, San Francisco e Akron (Ohio – Usa) - oggi i suoi lavori impreziosiscono numerose collezioni pubbliche e private, come ad esempio la Collezione Pinacoteca di Arte Contemporanea di Termoli e la GAM di Spoleto. Salvatore Dominelli, nato a Serra San Bruno, inizia a esporre nel 1971 a soli 17 anni e nel 1972 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti dove tuttora insegna. Ha lavorato in Germania, Austria, Inghilterra, Olanda, Danimarca, Egitto, Libano, Turchia, Siria, Spagna, Malta, Sud Africa, Slovenia, Finlandia ed Estonia. Il legame con questi ultimi due paesi, in particolare, viene rafforzato dalla mostra “Artisti italiani e finlandesi” tenutasi a Vantaa presso la Galleria Vernissa, grazie alla quale avvia un proficuo e duraturo rapporto di collaborazione con alcune personalità locali. Tancredi Fornasetti, classe 1983, diplomatosi in Decorazione, anch’egli all’Accademia di Belle Arti di Roma, vanta già molteplici presenze in diverse collettive, una delle quali “PopUp Revolution MDM Museum Porto Cervo “Promenade au port” a cura di Achille Bonito Oliva ed Electronic Art Cafè. Nel 2008 vince il concorso “Shopping Bag Arte” organizzato dalla Galleria Diletta Vittoria di Via Margutta, mentre nel 2009 figura tra i finalisti del Premio Nazionale delle Arti del Ministero dell’Università e della Ricerca – Catania “Le Ciminiere”, esperienza che gli consente di presentare le sue creazioni all’interno delle sale del Museo Crocetti di Roma. Il più giovane del gruppo, Eliseo Sonnino frequenta a sua volta l’Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi a pieni voti nel 2010 dopo aver conseguito, nel 2007, una borsa di studio Erasmus per trascorrere un periodo di studio all’Ecole des Beaux Arts de Toulouse. Tra il 2008 e il 2009 prende parte a diverse competizioni e rassegne, tra le quali il Premio Nazionale delle Arti a Catania e “L’Arte del non discriminare” svoltosi a Cecina e il Premio Giovani 2009: Segnare/Disegnare su segnalazione di Achille Perilli. Risale invece al 2013 la sua partecipazione con Luigi Boille alla doppia personale “Segno e Colore oltre il Postmoderno” alla Galleria Marchetti di Roma. Infine Uemon Ikeda, che negli Anni Settanta lascia il natio Giappone alla volta della Città Eterna dove studia con il Maestro Venanzio Crocetti. La sua opera è conosciuta e apprezzata ovunque nel mondo e la sua carriera è costellata di successi e interventi a importanti manifestazioni. Tra queste, il terzo festival di Arte e poesia di Bomarzo “Incantesimi. Scene d’arte e poesia. VICINANZE” nel 1997, la Giornata Europea della Cultura Ebraica il 2 settembre 2012 per la quale realizza, nei giardini della Sinagoga di Roma, l’installazione “Post strutture di Uemon Ikeda”, la Giornata della Terra ad aprile 2013, cui contribuisce con l’ulteriore installazione “Avere o non Avere” collocata in Piazza del Campidoglio e la mostra antologica “Ritratto di una città #2. Arte a Roma 1960-2001”. “Geometrie Astraenti”, visitabile fino al prossimo 30 marzo, racchiude in sé l’anima e la creatività di tutti e cinque gli artisti. Forme rigorose creano vortici cromatici d’effetto vivido e sorprendente dove la linearità del tratto lascia spazio a suggestioni libere ed evocative. Le geometrie sono astraenti, nel senso che all’astrazione tendono senza volutamente raggiungerla. Un’utopia consapevole che si esplica in tele dall’eccezionale impatto visivo. Per informazioni: Università telematica eCampus, sede di Roma Via Matera, 18 - Ufficio Stampa eCampus : ufficiostampa@uniecampus.it - tel. 06 699 40 11 Inizio: 20/02/2015 Fine: 30/03/2015 Indirizzo: Via Matera 18 Roma Spazio: Università eCampus Area geografica: Roma Email: ufficiostampa Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Dalle avanguardie alla transavanguardia Introduzione: La trama proposta testimonia l’evolversi di eventi, figure e vicende significative, ed è un’occasione unica per il pubblico di scoprire il rapporto di attenzione in una sorta di vasi comunicanti tra temi archetipi e suggestioni formali nell’idealismo di quegli anni legato al progredire della società e che, forse, non supera del tutto l’individualismo esaltante che estremizzava tutto - anche l’arte - per contrastare i modi di una produzione artistica frutto di ambasce affliggenti tanto cara alla critica ufficiale che guarderà con sufficienza a queste tendenze. Descrizione: Le cosiddette avanguardie storiche hanno creato un rinnovamento dei linguaggi artistici e hanno avviato la sperimentazione pur in anni difficili. Alla base c’era il disagio sociale e politico alimentato da un rifiuto della tradizione e della cultura dominante fino a mettere in discussione la stessa arte e decretandone la “morte”. Così la pittura italiana abbandona gradualmente l’esclusiva frequentazione con il realismo permettendo di presentare in importanti esposizioni un insieme organico “diverso” per un clima culturale in cui le opere astratte sono mal giudicate rispetto a quelle figurative: Mauro Reggiani e Renzo Vespignani in mostra. Mentre ormai sono tre i nuovi principali indirizzi: la pittura segnica, la pittura gestuale e quella materica. La prima è una sorta di scrittura astratta, stesure pittoriche che riconosciamo nelle opere di Giuseppe Capogrossi, poi quella “gestuale” nell’azione dell’artista che assale la tela con i suoi gesti, e infine la “materica” che ingloba nel dipinto materiali eterogenei. Nel 1947, a Roma, nasce il “Gruppo Forma” con Pietro Consagra, Piero Dorazio e altri, con una presa di distanza di quest’ultimo attraverso l’inserimento del segno cromatico nello spazio nel dichiarare una distinzione tra arte e vita e a non definirsi succube del colore ma semmai propositore di essenzialità spaziali nella manifestazione della forma-colore. Ed ecco che si forma il “Gruppo Cobra”, che rifiuta la tradizione e si oppone alla ricerca della bellezza e dell’armonia nell’arte. Parte il “Movimento Arte Concerta”, a Milano nel 1948, in contrasto con il realismo impegnato e all’informale irrazionale per arrivare a un post-informale e a un astrattismo geometrico negli artisti Bruno Munari, Achille Perilli, Luigi Veronesi. Poi è la volta della rielaborazione dell’oggetto d’uso quotidiano inserito nell’opera d’arte, mentre a Milano nel 1951 Enrico Baj firma il manifesto del “Movimento Nucleare” cui si avvicina Sergio Fergola che sarà tra i fondatori del “Gruppo 58” con Lucio Del Pezzo, mentre a Roma intorno a Lionello Venturi si forma il “Gruppo degli otto” tra cui Antonio Corpora, Ennio Morlotti e Giuseppe Santomaso. Il dissenso poi si esprimerà attraverso la dissoluzione della forma progettata e riconoscibile: è l’arte che si sviluppa tra gli anni Cinquanta e Sessanta con un linguaggio contrassegnato da velocità di esecuzione e improvvisazione in incanti alchemici e tra percorsi inediti che incontreranno sinergie in uno scambio tra diversi ambiti culturali e in una stretta relazione con scrittori e poeti dando vita a esperienze uniche. Nei primi anni Cinquanta, nel clima dunque del dopoguerra, in Italia sarà Lucio Fontana a indicare nuove strade di ricerca artistica nello “spazialismo”, mentre anni dopo sarà Piero Manzoni a irrompere sulla scena artistica milanese e internazionale: nel settembre 1957 aderì al manifesto “Contro lo stile” che rigettava ogni convenzione stilistica, tranne le proposizioni monocrome di Klein, fino a costituire nel 1959 il gruppo “Azimuth” che chiamava a una pittura come “presenza modificante in un mondo che non necessita più di rappresentazioni”, e presentava nel secondo numero dell’omonima rivista (1960) l’esposizione “La nuova concezione artistica” come “la prima mostra d’una tendenza d’avanguardia … presentata in Italia da alcuni decenni”. Ma è in arrivo la “Pop art” e il “nuovo realismo” di Restany con Mimmo Rotella, mentre a Roma ci sono gli artisti di Piazza del Popolo con Mario Schifano, Tano Festa, Mario Ceroli e Giosetta Fioroni, che rendevano la capitale a livello di New York e Parigi, nel culmine di una rivalutazione della cultura popolare e della pittura gestuale e materica che troverà linfa nell’appropriazione del reale e assumerà valenza oggettuale di un’arte che coinvolse sia gli Stati Uniti d’America che l’Europa, ma che inevitabilmente sarà l’inizio della fine alla nascita del “concettuale”. Ci addentriamo, allora, in quegli anni attraverso una traccia non forzatamente cronologica (consapevoli di mancate citazioni dovute solo a ragioni di spazio) e che prosegue sulle sollecitazioni di artisti del Novecento in una dimensione esplicativa delle esperienze vissute: protagonisti, interpreti o precursori di un postmodernismo improntato sull’autonomia come per Salvatore Fiume e Lorenzo Tornabuoni, o nel realismo sociale di Giuseppe Migneco e in quello esistenziale di Alberto Sughi. E ci sentiamo di interrogarci: cosa sarebbe l’arte oggi senza le vicende storiche di questi movimenti, gruppi e correnti che s’incrociano con la testimonianza di avvenimenti che sono alla radice di un comune sapere? Così la transavanguardia (qui con Sandro Chia) che ha risposto in termini contestuali ai punti di snodo essenziali dell’arte del XX secolo presenti in questa mostra che offre gli ingredienti di una rappresentazione culturale complessa nella definizione di un’art autre. La trama proposta testimonia l’evolversi di eventi, figure e vicende significative, ed è un’occasione unica per il pubblico di scoprire il rapporto di attenzione in una sorta di vasi comunicanti tra temi archetipi e suggestioni formali nell’idealismo di quegli anni legato al progredire della società e che, forse, non supera del tutto l’individualismo esaltante che estremizzava tutto - anche l’arte - per contrastare i modi di una produzione artistica frutto di ambasce affliggenti tanto cara alla critica ufficiale che guarderà con sufficienza a queste tendenze. Andrea Barretta Inizio: 21/02/2015 Fine: 24/04/2015 Indirizzo: Brescia, Vicolo San Nicola 6 Spazio: Galleria ab/arte Area geografica: Lombardia Email: info@abarte.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Amka Carnival Party "Indovina chi?" Introduzione: AMKA Onlus e LANIFICIO 159 insieme per sostenere il Congo Il 12 Febbraio 2015, giovedì grasso, dalle ore 22.30, AMKA Onlus organizza la VII edizione della festa di Carnevale che celebra divertimento e solidarietà nel locale di maggior tendenza a Roma. Anche quest’anno il Lanificio 159 ospiterà l’evento in maschera, tra gli spazi rivisitati dell’antico complesso industriale in Via di Pietralata 159, Roma. Descrizione: Il tema di quest'anno “INDOVINA CHI?” scatena la fantasia e apre le porte alle maschere più bizzarre - sia revival che inedite - senza limiti alla creatività. La sfida, come sempre, sarà scoprire l’identità di “nomi, cose, animali, città e... personaggi famosi” che parteciperanno quest’anno. Ad accompagnare la serata il DJ set de “Le Particelle Elementari” di DJ Leo & Taumazo con musica indie-rock, funk, pop-dance e vintage. Il contributo all’ingresso è di 10 €, comprensivi di consumazione e l’intero ricavato verrà utilizzato per i progetti di sviluppo di AMKA in Congo e in Guatemala. AMKA CARNIVAL PARTY propone, nel panorama di eventi del giovedì grasso romano, una serata divertente con un doppio obiettivo: divertirsi e raccogliere fondi per la salute dei beneficiari dei progetti di AMKA in Congo e in Guatemala, dove l’Associazione opera da più di dieci anni. AMKA Onlus è un’organizzazione no-profit che porta avanti progetti di sviluppo integrato nella Rep. Dem. del Congo e in Guatemala, nei diversi settori: sanità, educazione, microcredito, commercio equo e lotta contro la trasmissione verticale dell’HIV. Inizio: 12/02/2015 Fine: 13/02/2015 Indirizzo: Via di Pietralata 159 Spazio: Lanificio 159 Area geografica: Roma Email: amka@assoamka.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.lanificio.com/index.php/it/spazi/159/item/792-amka-carnival-party.html Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Atlante delle Nuvole Introduzione: “L’ATLANTE DELLE NUVOLE” è un progetto d'arte ideato da Michelle Hold e coordinato dall’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, quarto episodio nell’ambito di “ARTE & NATURA”, a cura di ARTMOLETO, l’ormai famoso gruppo di artisti internazionali, nato appunto in Monferrato, incentrato sul dialogo e confronto tra diverse culture, condivise tra loro, partendo dalla consapevolezza del rispetto per la natura. Partecipano gli artisti: : Ilenio Celoria, Piero Ferroglia, Max Gianotta, Michelle Hold, Andrea Massari, Davide Minetti, , Piergiorgio Panelli, Teresio Polastro, Petra Probst, Mario Surbone, Giovanni Tamburelli, Bona Tolotti, Daniela Vignati, Päivi Vähälä e Alessandra Winterberg. al Instituto di Cultura Italiana Vienna dal 26 febbraio al 15 marzo Descrizione: “L’ATLANTE DELLE NUVOLE” è un progetto d'arte ideato da Michelle Hold e coordinato dall’Ecomuseo della Pietra da Cantoni, quarto episodio nell’ambito di “ARTE & NATURA”, a cura di ARTMOLETO, l’ormai famoso gruppo di artisti internazionali, nato appunto in Monferrato, incentrato sul dialogo e confronto tra diverse culture, condivise tra loro, partendo dalla consapevolezza del rispetto per la natura. Partecipano gli artisti: : Ilenio Celoria, Piero Ferroglia, Max Gianotta, Michelle Hold, Andrea Massari, Davide Minetti, , Piergiorgio Panelli, Teresio Polastro, Petra Probst, Mario Surbone, Giovanni Tamburelli, Bona Tolotti, Daniela Vignati, Päivi Vähälä e Alessandra Winterberg. Accompagna la mostra un catalogo illustrato, con la grafica di Ilenio Celoria ed un testo introduttivo del prof. Carlo Pesce. Parteciperanno alla nuova trasferta con i loro vini le aziende vinicole Tenuta la Tenaglia (www.latenaglia.com – 0142.940252) e la Tenuta Santa Caterina (www.tenuta-santa-caterina.it – 0141.925108) “L’Atlante delle Nuvole” ha mantenuto, come per le passate edizioni, le caratteristiche di un’esposizione in progress, passando successivamente da Casale Monferrato, presso Palazzo Vitta e da Alessandria, presso il Palazzo Monferrato – ottobre/novembre 2013 – e proseguendo il suo percorso anche in ambito Internazionale, all’insegna del confronto e della condivisione, oltre che della promozione di esperienze artistiche. Dopo l’importante tappa della manifestazione organizzata presso l’Istituto Italiano di Cultura a Colonia, con la mostra “ROSSOVIVO”, dal 26 settembre al 8 novembre 2013, ARTMOLETO ha infatti iniziato, sempre con il coordinamento dell’ECOMUSEO della PIETRA da CANTONI, un programma per l’organizzazione di eventi in collaborazione con gli Istituti Italiani all’Estero, in ambito europeo. Il tema dell’Aria L’Aria rappresenta uno dei quattro elementi, con la terra, l’acqua e il fuoco, secondo le cosmogonie tradizionali. L’elemento ARIA è simbolicamente associato al vento, al soffio, il mondo dell’espansione, il mondo intermediario fra cielo e terra, del respiro necessario alla sopravvivenza degli esseri: respiro vitale, respiro cosmico. L’aria è un simbolo di spiritualizzazione. Dei quattro elementi, l’aria è il più delicato. Invisibile, immateriale, impalpabile, è lo spazio intangibile che avvolge l’Universo, il punto di contatto tra spiritualità e materia. Pur nella sua lievità, l’aria è dotata di grande energia e potenza. Nulla sfugge alla potenza devastatrice dell’aria: dinanzi alla furia di un tornado ben poco resta saldamente ancorato alla terra. Ma l’aria è anche il vento che sparge i semi delle piante ed è il respiro per l’uomo, necessità e mistero. L’ATLANTE DELLE NUVOLE, il titolo evocativo per eccellenza, rimanda idealmente al noto romanzo di David Mitchell: “Le anime attraversano le età come le nuvole i cieli”. Inizio: 26/02/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: Ungargasse 43 Wien Spazio: Instituto di Cultura italiana Area geografica: Estero Email: info@ecomuseopietracantoni.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.artmoleto.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: MARYAM BAKHTIARI OLTRE LO SPECCHIO Introduzione: Maryam Bakhtiari Oltre lo specchio a cura dell'Associazione Culturale L'Albatros presentazione in catalogo di Andrea Baffoni con il Patrocinio del Comune di Napoli Descrizione: La prestigiosa sede espositiva di Castel dell’Ovo, Napoli, apre le porte all’artista iraniana Maryam Bakhtiari con la mostra Oltre lo specchio, q uaranta lavori, fra tele e opere su carta, che raccontano la sensibilità di questa raffinata pittrice. La mostra, patrocinata dal Comune di Napoli, è organizzata dall’associazione culturale L’albatros e presenta un catalogo bilingue italiano-inglese con presentazione del critico e storico dell’arte Andrea Baffoni. Una significativa presenza quella di Maryam a Napoli, che testimonia l’apertura della città verso espressioni artistiche multiculturali. Un incontro fra Oriente e Occidente nelle suggestioni cromatiche espresse dalla profonda sensibilità dell’artista. Si tratta della prima mostra personale in Italia di Maryam Bakhtiari, evento di significativa importanza poiché mette in evidenza il linguaggio astratto della pittrice, come interprete della tradizione informale europea, ma radicato profondamente nella propria cultura d’origine. Calligrafia e musica sono i suoi punti di riferimento, coniugati dal segno calligrafico nero che richiama l’arte della scrittura, rimando alla poesia come possibilità di esprimere emozioni. Scrittura come fonte di comunicazione verbale e il modo più efficace e duraturo di trasmettere la conoscenza. Dunque è ogni possibilità posseduta dall’individuo per tracciare la storia del proprio cammino sulla terra e per Maryam è la base di tutto, anche grazie al contrasto con il bianco di fondo, andando a determinare in ciò il richiamo al principio degli opposti. Inizio: 25/02/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: CASTEL DELL'OVO NAPOLI Spazio: CASTEL DELL'OVO NAPOLI Area geografica: Sud Email: info@ladiesgentlemen.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: movimento verticalismo, in ricordo di don antonio corsaro Introduzione: mostra d'arte in ricordo di don antonio corsaro, sacerdote, poeta, saggista, docente universitario di letteratura francese e teorico della corrente artistica verticalismo Descrizione: galleria verticalista: mostra di corrente "verticalismo" in ricordo di don antonio corsaro teorico del movimento in occasione dei festeggiamenti per i 42 anni di attività internazionale Inizio: 15/02/2015 Fine: 28/02/2015 Indirizzo: via S.M.Mazzaretto 12,Catania Spazio: galleria verticalista Area geografica: Sud Email: commerciosalvatore@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: I COLORI DELL'ANIMA Introduzione: L'Associazione AGAPEforlife incontro RITA NEGRO, psicografologa e analista del disegno e del colore. Nel corso della conferenza gratuita si parlerà di come il colore porta con se dei valori simbolici: gli archetipi. Scopriremo la dimesione simbolica del colore, che percepito dalla retina ed elaborato dal cervello, ci permette di esprimere, anche i nostri stati d'animo (preferenza o rifiuto del colore) Descrizione: I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni - Pablo Picasso per conoscere chi è Rita Negro www.grafopsicoanalisi.it Inizio: 17/02/2015 Fine: 17/02/2015 Indirizzo: SALA MEUCCI, biblioteca Ragionieri, Piazza della Biblioteca 4, Sesto Fiorentino Spazio: biblioteca Ragionieri Area geografica: Centro Email: agapeforlifeitaly@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.agapeforlife.org Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Mostra fotografica e video-reportage sul popolo Saharawi “Radan, Inshallah. Domani, se Dio vuole” Introduzione: Dal 19 febbraio al 3 marzo p.v. il Robert F. Kennedy Human Rights Europe ha il piacere di presentare l’iniziativa “Radan, Inshallah. Domani, se Dio vuole” del fotoreporter Stefano Schirato e della giornalista Jenny Pacini sulle violazioni dei diritti umani ai danni del popolo Saharawi, frutto di un viaggio nei territori occupati del Sahara occidentale lo scorso giugno. Descrizione: (Firenze, 16 Febbraio 2015) - Dal 19 febbraio al 3 marzo p.v. il Robert F. Kennedy Human Rights Europe ha il piacere di presentare l’iniziativa “Radan, Inshallah. Domani, se Dio vuole” del fotoreporter Stefano Schirato e della giornalista Jenny Pacini sulle violazioni dei diritti umani ai danni del popolo Saharawi, frutto di un viaggio nei territori occupati del Sahara occidentale lo scorso giugno. “Radan, Inshallah”, che in arabo significa “Domani, se Dio vuole”, vuole essere un messaggio di speranza per il popolo Saharawi. Schirato e Pacini raccontano, attraverso i loro obiettivi, le storie e le testimonianze di uomini, donne e bambini Saharawi, con un focus particolare sui giovani, evidenziando la grande dignità con cui resistono pacificamente alle quotidiana persecuzione. Torture, sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie e violenza gratuita scandiscono la storia del Sahara Occidentale, il territorio a sud del Marocco dallo status politico ancora indefinito. Una storia dimenticata dove non è mai stata fatta giustizia. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Pescarabruzzo con il patrocinio di Robert F. Kennedy Human Rights Europe, della Regione Abruzzo e del Comune di Pescara, comprende la mostra fotografica di Schirato con più di venti fotografie in bianco e nero ed il video-reportage girato dalla giornalista e film-maker Jenny Pacini. Di seguito il programma dell’evento: ore 18.00 proiezione del video-reportage, preceduta dagli interventi degli autori del progetto; ore 19.00 inaugurazione della mostra fotografica che rimarrà aperta fino al 3 Marzo p.v. Brevi notizie sugli autori Jenny Pacini, giornalista. Laureata in Comunicazione Multimediale e Giornalistica con una tesi-reportage sui Saharawi è stata più volte reporter in Africa (Kivu, Rwanda, Algeria). Dal 2012 a tutt’oggi, è un’inviata di Rai Gulp. Stefano Schirato, fotoreporter. Collabora con riviste in Italia (Vanity Fair, D La Repubblica delle donne, Panorama, Famiglia Cristiana) e testate internazionali (New York Times, Washington Post, Herald Tribune, Geo International, Le Figarò Magazine). www.stefanoschirato.it ORARI DI APERTURA DELLA MOSTRA: 19 Febbraio / 3 Marzo Dal Lunedì al Venerdì: 9.30/13.30 – 14.30/18.30. Ingresso gratuito. Per informazioni: infoeurope@rfkcenter.org – www.rfkennedyeurope.org Inizio: 19/02/2015 Fine: 03/03/2015 Indirizzo: Via Ghibellina 12/A - Firenze Spazio: Robert F. Kennedy International House of Human Rights Area geografica: Centro Email: infoeurope@rfkcenter.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.youtube.com/watch?v=5xIf8q4ohyk&feature=youtu.be Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Foto-ritratti di autori italiani e altri (1967 - 2013) Introduzione: Lunedì 16 febbraio alla Libreria Lovat di Trieste inaugurazione della mostra “Foto-ritratti di autori italiani e altri (1967 - 2013)” dell’italianista croato Mladen Machiedo Descrizione: Lunedì 16 febbraio alla Libreria Lovat di Trieste inaugurazione della mostra “Foto-ritratti di autori italiani e altri (1967 - 2013)” dell’italianista croato Mladen Machiedo Lunedì 16 febbraio alle 18 alla Libreria Lovat (Viale XX Settembre 20) di Trieste avrà luogo l’inaugurazione della rassegna “Foto-ritratti di autori italiani e altri (1967-2013)” a cura del prof. Mladen Machiedo, grande italianista croato, realizzata in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Croazia a Trieste e la Comunita' croata di Trieste. Introdurranno Emina El Majzoub, Console reggente del Consolato Generale della Repubblica di Croazia a Trieste, Damir Murkovic, Presidente della Comunità Croata a Trieste, il prof. Machiedo e l'arch. Marianna Accerboni (fino al 28 febbraio/ orario da lunedì a sabato 9 - 19.30, domenica 10 - 19.30/ info 040 637399). In mostra più di 150 fotografie di Machiedo che raffigurano 60 autori italiani, tra cui Eugenio Montale, Carlo Betocchi, Giancarlo Vigorelli e il futurista Primo Conti, accanto ad autori croati, tra cui lo scultore Kuzma Covačić, e francesi, come Raymon Queneau, che hanno avuto rapporti culturali con l'Italia. “Fotografo” afferma Machiedo “perché, riflettendo anche sulla problematica proustiana del tempo ritrovato, il momento è molto fugace e la foto conserva la vita”. Machiedo (Zagabria 1938) è poeta, scienziato, saggista, memorialista, curatore di antologie e traduttore. Laureato alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Zagabria in lingua e letteratura italiana e in lingua e letteratura francese, da lettore ad assistente, a docente, a professore ordinario di letteratura italiana (riconfermato a vita), ha percorso, nella sua città natale, tutti i gradini della scala accademica per ritirarsi nel 2006 in pensione a favore della propria attività letteraria e continuando, tuttavia, dal 2011 a insegnare a contratto quale professore emerito. Ha tenuto numerose conferenze, quale visiting professor, all’Università di Firenze, alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Padova, Udine, Trieste, Spalato e Lubiana. Fa parte in patria di diverse redazioni e della consulenza internazionale delle riviste italiane «Testuale» e «La Modernità letteraria». Ha vinto innumerevoli premi, tra cui il Premio Quasimodo, il Premio Eugenio Montale e il Premio Flaiano. Al saggio su Ungaretti e al primo dei due su Pasolini l’autore deve invece il Premio Lerici Pea (1994), a quello su Biagio Marin il premio omonimo (1997). Il saggio sui suoi “tre decenni con gli scrittori” ha offerto invece un anticipato autocommento metodologico a quella “Italia dolceamara”, libro in cui Machiedo descrive in croato i suoi incontri con gli autori, accolto nel 2000 con il consenso unanime della critica croata. DOVE: Libreria Lovat • Viale XX Settembre 20, edificio Oviesse, 3° piano • Trieste QUANDO: 16 • 28 febbraio 2015 A CURA DI: Mladen Machiedo ORARIO: da lunedì a sabato 9 - 19.30, domenica 10 - 19.30 INFO: 040 637399 Con cortese preghiera di pubblicazione/ diffusione Inizio: 16/01/2015 Fine: 16/02/2015 Indirizzo: Viale XX Settembre 20, Trieste Spazio: Libreria Lovat Area geografica: Nord Email: eventi@librerielovat.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Premio Guglielmo II Introduzione: Civica Galleria d’Arte Moderna “Giuseppe Sciortino” di Monreale dal 21 al 29 Marzo 2015. Sabato 21 Marzo 2015, nella sala Consiliare del Comune di Monreale, si svolgerà la cerimonia di assegnazione del Premio Guglielmo II. Saranno presenti autorità politiche e del mondo della cultura. Descrizione: Inizio: 21/03/2015 Fine: 29/03/2015 Indirizzo: Monreale Spazio: Area geografica: Sud Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Cosimo di Lorenzo Terranera Introduzione: Una serie di illustrazioni scolpite nel legno, che non si sfogliano, ma si esplorano, perdendosi nei dettagli nascosti tra le fronde del bosco di Cosimo, il barone rampante . Lì tra le foglie di legno dei piccoli e delicati teatri di Lorenzo Terranera incontriamo tutti i personaggi della storia di Calvino. Descrizione: Tricromia porta avanti da più di venti anni la sua appassionata ricerca sul disegno e l’illustrazione, confermando il proprio ruolo sulla scena italiana delle gallerie specializzate. Sulle sue pareti hanno scritto grandi artisti come Lorenzo Mattotti, Riccardo Mannelli, Gipi, Toppi e Luzzati - per citarne solo alcuni - e il 5 Marzo sarà la volta di Lorenzo Terranera, illustratore famoso per la collaborazione con Ballarò: per anni, infatti, ha firmato il cosiddetto “muro” e la sigla del talk show di Rai Tre e tutt’oggi è al fianco di Giovanni Floris nella nuova trasmissione “diMartedì” su La7. Nel nuovo progetto con la Tricromia, Lorenzo Terranera presenta per la prima volta al pubblico “Cosimo”, una serie di illustrazioni scolpite nel legno, che non si possono sfogliare, ma solo esplorare, perdendosi nei dettagli nascosti su più livelli, fino a interagire con esse attraverso teatrali macchinerie che animano le scene pop-up in cui scorre la storia de “Il barone rampante” di Calvino. L’illustrazione di Terranera diventa tridimensionale e prende forma oltre il foglio, con frullini e scalpelli al posto delle matite, senza osare alcun colore se non quello naturale del legno, scolpendo le foglie una ad una. Lì tra le foglie, vive Cosimo, il figlio dodicenne del barone d’Ombrosa, che stanco della vita piena di regole e costrizioni, decide, come segno di protesta, di andare a vivere sugli alberi e di non scendere più. Senza mai mettere piede a terra, Cosimo conduce una vita piena di avventure, amore, studio e libertà, diventando un barone colto e saggio, attento alla questione sociale e legato ad un antico senso di comunità. Lì tra le fronde di legno dei piccoli e delicati teatri di Terranera incontriamo tutti i personaggi della storia di Calvino, dall’amata Viola, al cane Ottimo Massimo, al bandito Gian dei Brughi, ai contadini, interpretati secondo l’immaginario, il tratto e lo stile consueto di Terranera. La ricerca di Terranera evolve nel segno costante di una grande coerenza e, al contempo, dell’eclettismo di un artista che sceglie di esplorare continuamente nuovi territori. Questa volta, Terranera ha scelto di dialogare intimamente con Calvino come compagno di riflessioni e ispirazione, come committente ideale, e ha misurato così palmo a palmo il territorio in cui si muovono insieme il narratore e l’illustratore. Biografia Lorenzo Terranera,(Roma 1968) è illustratore e scenografo. Ha iniziato lavorando per il teatro e partecipando alla realizzazione di videoclip musicali e spot pubblicitari fra cui Sputink 5 (nastro d'argento 2009), lo spot campagna "viverla tutta" Pfizer e il video-clip di "una storia americana" di E.De Angelis. Per dodici anni ha realizzato gli sfondi in studio per il programma "Ballarò" di Rai Tre. Da quest'anno cura anche la grafica e le animazioni per le trasmissioni " di martedì" e "diciannove e quaranta" condotte da G. Floris su La7. Nel 2005 ha fondato, insieme a Fabio Magnasciutti la scuola di illustrazione Officina B5 dove ancora oggi, insieme a numerosi altri illustratori, insegna Illustrazione per l’infanzia. Ha esposto alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna, al Macro e al MAXXI di Roma .A oggi ha illustrato oltre ottanta libri per numerose case editrici italiane, enti pubblici e istituzioni internazionali come L'Unicef, Amnesty International e Agesci. Inizio: 05/03/2015 Fine: 21/03/2015 Indirizzo: Via della Barchetta 13, Roma Spazio: Tricromia Art Gallery Area geografica: Roma Email: galleriatricromia@tricromia.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.tricromia.com/il-barone-rampante-lorenzo-terranera/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Il Design incontra l’Arte Introduzione: Il Design incontra l’Arte: nuovi percorsi tra interior design e pittura Contemporanea. A Creazzo, nello show room di Aquadesign, la mostra dedicata a Carlo Busellato Descrizione: Sabato 7 marzo alle ore 16, presso le sale dello showroom Aqua Design di Leonardo Bedin in Via Giotto, 38/40 a Creazzo (VI) verrà inaugurata la mostra: “il Design incontra l’Arte: nuovi percorsi tra interior design e pittura Contemporanea”: un viaggio itinerante attraverso i nuovi percorsi dell’Arredamento e della Pittura Contemporanea, alla ricerca del benessere del corpo e dello spirito. Nello showroom AQUA DESIGN le ultime pitture di Carlo Busellato entreranno in dialogo con le ambientazioni creative di Leonardo Bedin e del suo staff di progettazione: Arte e Design insieme per stupire e divertisti. Per l’evento Carlo Busellato presenterà un ciclo di nuove opere pittoriche ispirate alla poesia della natura e al paesaggio: alberi maestosi, accese vedute autunnali, panoramiche dolomitiche.I dipinti, realizzati con la particolare tecnica pittorica dell’olio su plexiglas, saranno “incorniciati” dalle suggestive amientazioni del design contemporaneo in un dialogo sospeso tra tradizione e innovazione. I vetri, i legni, i marmi e i mosaici incontraranno gli alberi rigogliosi e le candide nevi dei dipinti di Busellato in un gioco elegante tra le essenze del benessere quali: l’acqua, la luce e il colore. Un allestimento di sicuro interesse che consigliamo di non perdere. Carlo Busellato: figlio d’arte, diplomatosi al Liceo Artistico, apprende dal padre la difficile e affascinante tecnica della pittura ad olio su plexiglas. La sua passione per il paesaggio e per la natura si conferma anche nella laurea in Scienze Forestali conseguita all’Università degli Studi di Padova. La sua pittura è caratterizzata da una continua ricerca colore - luce, dove la natura diventa l’unico grande scenario e fonte inesauribile di ispirazione. Dal 1990 ha allestito numerose mostre collettive e personali tra le quali vanno sottolineate quelle svoltesi presso la Fondazione G. Grossi di Varenna (Lecco) - premiato nel 1999, a Reggio Emilia, a Belluno nel 1998, a Vicenza nella Galleria Cà d’Oro nel 1999. Nel 2002 con l’opera Il faggio riceve il premio intitolato alla Scuola Internazionale di Fisica - Enrico Fermi - presso la Fondazione G. Grossi di Varenna (Lecco). L’inaugurazione dell’evento è aperta a tutti e si terrà alle ore 16 di sabato 7 marzo presso le sale dello showroom AQUA DESIGN “Termoidraulica Leonardo Bedin” in Via Giotto 38/40 Creazzo (VI). Seguirà un rinfresco. Nei giorni seguenti la mostra potrà essere visitata fino a venerdì 13 marzo con il seguente orario: dal Lunedì al Venerdì 8,30-12 14-18,30 Per informazioni Tel. 0444 520807 e mail: info@termobedinleo.com Inizio: 07/03/2015 Fine: 13/03/2015 Indirizzo: Via Giotto, 38, Creazzo Spazio: AQUA DESIGN Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Arte in Tabaccheria Introduzione: Mostra personale di Catia Tollapi, figurativa del femminile Descrizione: Mostra personale di Catia Tollapi, pittrice toscana di adozione reggiana, dal 18 Febbraio al 04 Marzo 2015, arte figurativa olio e tecniche miste nell'ambito di “Arte in Tabaccheria, Tabaccheria in Arte”, con il patrocinio della Provincia di Modena, presso la Tabaccheria Vento di Manuel Frassinetti in Via del Perugino 2/4 a Modena, dal Lunedì al Sabato orari 7:30-13:00 e 15:30-19:30. Dal 07 Gennaio 2015 al 05 Gennaio 2016 ventiquattro esposizioni d'arte contemporanea, durante le quali il grande pubblico potrà ammirare opere di artisti locali. Maggiori info: http://www.riv197mo.altervista.org email: riv197mo@gmail.com Inizio: 18/02/2015 Fine: 04/03/2015 Indirizzo: via del Perugino, 2, Modena Spazio: Tabaccheria Vento di Manuel Frassinetti Area geografica: Nord Email: riv197mo@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: "Il silenzio dei corpi" Introduzione: Dipinti e disegni di Elena Monaco Descrizione: Titolo mostra: Il silenzio dei corpi Luogo: Galleria “Arte per Voi” Piazza Conte Rosso, 3 – 10051 Avigliana (To) Tipologia: Dipinti e disegni Artista: Elena MONACO Organizzazione: Associazione culturale “Arte per Voi” - Avigliana (To) Patrocinio: Città di Avigliana Vernissage: sabato 7 marzo 2015 ore 16:00 Durata: da sabato 7 a domenica 29 marzo 2015 Orario di apertura: sabato e domenica dalle 15:00 alle 19:00 A cura di: Luigi Castagna e-mail: lcastagna@artepervoi.it e Paolo Nesta e-mail: paolnest@tin.it Testo critico di: Paolo Nesta Sito web: http://artepervoi.it/ "Il silenzio dei corpi" Il percorso su cui da tempo la ricerca artistica di Elena Monaco si viene articolando sembra svilupparsi lungo un tragitto figurativo particolarmente impegnativo e di fatto sostanzialmente autonomo e, verrebbe da aggiungere, anche piuttosto solitario. Esso, infatti, non è facilmente incasellabile tra le correnti e i movimenti artistici recenti e contemporanei: non rientra tal quale, ad esempio, nell’astrattismo, né nell’informale e nei successivi esiti concettuali, non è post-concettuale, né, che so, optical, né, diciamo, genericamente “ecologico”, non è nemmeno pienamente figurativo, perché lo è solo apparentemente. Ciò non significa, però, che esso avanzi come una avventura senza metri di orientamento nella complessità del panorama artistico, che anzi, essi sono presenti, ma rielaborati con la dovuta discrezione e, soprattutto, sottoposti preliminarmente ad un processo di interiorizzazione e di reinterpretazione, fino a celarne l’eventuale sostanza di modelli, che, a ben vedere, è culturalmente, sovente alta e molto ben radicata. Poiché non c’è qui spazio per una analisi particolareggiata, mi limito ad un duplice livello di suggerimenti: nelle sue opere si alternano e si integrano suggestioni provenienti da alcuni maestri piemontesi della seconda metà del secolo scorso, accanto a riferimenti – che, sia chiaro, non sono da intendersi come citazioni esteriori – anche più lontani nel tempo, fino a quelli pertinenti con la tradizione “classica”. Nel processo di composizione dell’immagine, o di “costituzione dell’immagine”, secondo la storica definizione di Cesare Brandi, essi operano a distanza, appunto con “discrezione”, come un tenue sostrato entro cui si viene costruendo l’immagine vera e propria, quella che prende forma a conclusione di ogni suo lavoro di ricerca, nella cui densa e paziente elaborazione vengono prendendo corpo, accanto a valori volutamente e consapevolmente espressi, istanze emotive e pulsioni, che paiono sfuggire ad ogni controllo. In quella fitta congerie e convivenza di immagine e di segni, di figurazione, da una parte, affidata alla pura e semplice “costituzione d’immagine” e, dall’altra, di affioramenti di segni, che per loro intrinseca natura alludono a paradigmi e codici non visivi, in quel conflitto di opposti, si deve rintracciare la condizione inesorabilmente contraddittoria in cui versa e si fonda l’arte contemporanea. E da cui, ovviamente, nemmeno Elena Monaco può rifuggire, ma che ci sa mostrare con altrettanta severa padronanza. Paolo Nesta Inizio: 07/03/2015 Fine: 29/03/2015 Indirizzo: Piazza Conte Rosso 3, Avigliana (To) Spazio: Galleria "Arte per Voi" Area geografica: Nord Email: lcastagna@artepervoi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Allegorie del contemporaneo di Davide Cont Introduzione: DAVIDE CONTI ALLEGORIE DEL CONTEMPORANEO Storie e gesti dal mito alla realtà A cura di ILARIA ROSSI Galleria B4, Via Vinazzetti 4\b, (zona universitaria) Bologna Inaugurazione sabato 28 febbraio 2015 alle ore 18.00 La mostra rimarrà aperta fino al 16 aprile 2015 dal martedì al sabato dalle 17.00 alle 20.00, oppure su appuntamento. Info: 333-2223810, info@galleriab4.it Giovedì 19 marzo alle ore 18.00, Collegio Venturoli, Via Centotrecento 4 Bologna,“Dal Collegio Venturoli alle allegorie contemporanee, una storia per immagini”. Relatrice, Ilaria Rossi. Presentazione, Prof. Dante Mazza, Presidente Collegio Venturoli Descrizione: Immagine allegata: “Passione”, stampa fine art su carta Canson, 120x100 cm. 2014. È la Storia dell'uomo quella raccontata nelle fotografie di Davide Conti: una lunga narrazione che ci pone davanti all'essenza dell'essere umano, alla sua potenza, alla sua grandezza, ma anche alla sua debolezza, ai suoi lutti e ai suoi travagli. I modern paintings di Davide Conti ci offrono una vera e propria illustrazione della contemporaneità attraverso un ricco vocabolario di simbologie, di rimandi, di conoscenze visive e tecniche. Davide Conti fa proprie le iconografie e le vicende affrontate nel corso di secoli di storia delle immagini e le rende specchi in cui guardarci per riscoprirvi le paure, le incertezze, le costrizioni del mondo contemporaneo, ma per rammentarci anche delle possibilità, della bellezza e dell’armonia. Proiettate in uno spazio senza luogo, in un tempo immobile, in cui solo il gesto e il suo significato assumono importanza esse riportano alla luce la vera essenza del racconto umano. I “suoi” corpi nudi hanno una potenza quasi scultorea, che il contrasto con lo sfondo scuro esalta e accresce: questi si offrono al nostro sguardo nella loro unicità, al di fuori e oltre i canoni estetici o all'idea di una bellezza classicamente riconosciuta. Il corpo, vivo e sofferto, assume nuovi significati e diviene immagine di una lotta che in primo luogo è interiore, ma anche rivolta verso il mondo esterno e le sue barriere (morali, etiche, politiche, religiose), perché solo il corpo può stabilire una comunicazione perfetta, "niente di tangibile eguaglia il corpo umano in quanto materia estetica" (Bernard Berenson). Ruolo fondamentale è riservato alla figura femminile: protagonista, deus ex machina, forza generatrice e distruttrice allo stesso tempo, a cui viene ridonato il potere sull’uomo e sugli eventi. Le opere di Davide Conti sono dunque vere e proprie allegorie contemporanee in cui, grazie a una tecnica e una ricerca compositiva eleganti e attentamente calibrate, unitamente a conoscenze e fonti differenziate che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al cinema, dalla letteratura alla semiotica, fino alla cultura shibari, l'uomo può ritrovare la sua vera sostanza. Ilaria Rossi Davide Conti, nasce nel 1970 a Bologna dove frequenta l’Istituto d’arte e l’Accademia di Belle Arti, diplomandosi nel 1993 in pittura. Nel 1991 è ammesso come borsista al Collegio Artistico Venturoli, dove rimane fino al 1998. Parallelamente alla sua attività artistica, sviluppa la passione per il design grafico e la fotografia, vissuta sin dall’infanzia, grazie alla passione del padre, che diventa parte integrante del suo percorso professionale e artistico. I suoi lavori sono un connubio di costante contaminazione tra la pittura, le arti figurative, il graphic design e la fotografia. Di recente ha scelto Misano Adriatico come base di lavoro, ma senza dimenticare Bologna. Ha esposto le sue opere in molte mostre, collettive e personali. www.galleriab4.it Inizio: 28/02/2015 Fine: 16/04/2015 Indirizzo: via vinazzetti 4\b, Bologna Spazio: Galleria B4 Area geografica: Nord Email: info@galleriab4.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.galleriab4.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: CREAZIONI ARTIGIANE ARTISTE E FIORI AL CASTELLO Introduzione: Creazioni ideate e realizzate da Donne Artiste Artigiane e Piante e Fiori Inoltre dimostrazioni dal vivo, laboratori didattici, intrattenimenti A seguito del crescente successo, anche quest’anno si terrà presso il Castello Visconteo di Abbiategrasso la sesta edizione dell’evento “Creazioni Artigiane Artiste e fiori al Castello”. Descrizione: Progetto nato nel 2007 per promuovere il settore dell’Artigianato Artistico al femminile, con la realizzazione e stampa di un libretto diffuso da anni al pubblico con presentazione e contatti di numerose imprese artigiane con titolari donne della Provincia di Milano e Monza, diventa nel 2009 anche un evento, aperto alla partecipazione di Artigiane provenienti da tutta Italia. L’evento, promosso da Associazione culturale e artistica Iperbole, con il supporto organizzativo di Eventi doc di Myriam Vallegra, è patrocinato da Comune di Abbiategrasso, Provincia di Milano, Regione Lombardia. “Creazioni Artigiane Artiste e Fiori al Castello” avvicina e fa conoscere il mondo dell’artigianato femminile al grande pubblico ed esalta le potenzialità e le possibilità di personalizzazione di capi ed oggetti, che solo in questo campo sono così accentuate. Sostenere il gentil sesso, donne che dimostrano passione nello svolgere il proprio mestiere è una prerogativa di questa manifestazione, attraverso la quale altresì si avrà modo di trascorrere giornate attorniate da vere e proprie meraviglie della natura, tra allestimenti e scenografie floreali, lungo un percorso suggestivo all’interno del medievale Castello Visconteo. Il tocco artistico sarà ancor più intenso grazie alla presenza di alcune creative che percepiscono l’arte come una fonte costante di vita. Per esempio, Giovanna Racca. «L’ispirazione è una sensazione strana, va e viene, galleggia nella mente dopo la visione di una forma d’albero, il colore di un cielo plumbeo… una gatta che guarda fuori dalla finestra. Quando arriva occorre trasmetterla all’oggetto che si sta creando – rivela l’artista- sia esso un oggetto, una teiera, un piatto». La sua continua ricerca l’ha portata ad affinare le sue abilità decorative, spaziando dallo stile classico fino a quello orientale. Il suo interesse è andato in crescendo, realizzando non solo decori su porcellana ma anche gioielli, indagando, da un punto di vista estetico, le forme e le colorazioni e indirizzandosi verso una libertà d’azione continua. Le opere di Roberta Padula non passeranno inosservate. Specializzandosi nel disegno e nelle trasformazioni dei materiali applicati nella pittura, nella lavorazione del vetro, del mosaico… non ha mai tralasciato la fotografia che rimane in lei una forte passione. Ha realizzato trompe l'oeil, murales, mosaici, vetrate e cornici in vetro fusione. Osservare i quadri di Maria Luisa Zappi è come leggere un diario di viaggio. Come racconta l’artista: «Sono un rosso vermiglio, che ama l’azzurro ceruleo e amo tutta me stessa perché sono colore… ci sono io dentro quei colori… ogni quadro parla della mia vita». Domenica 8 marzo ci sarà inoltre l’apertura straordinaria di sale del Castello, con la narrazione di alcuni aneddoti sulle Donne che vi vissero, a cura della Proloco Abbiategrasso. (orari 15.30 – 16.30 – 17.30 – senza prenotazione, presentarsi direttamente al Castello – davanti all’ufficio del turismo – contributo 3 €) Sito Internet evento: www.donneartigiane.it Per informazioni evento Creazioni Artigiane Artiste e Fiori al Castello di Abbiategrasso: Eventi Doc di Myriam Vallegra cel. 347-4009542 - info@eventi-doc.it - www.eventi-doc.it Associazione Culturale ed Artistica Iperbole Cel. 329-8989533 – info@associazioneiperbole.it – www.associazioneiperbole.it Inizio: 06/03/2015 Fine: 08/03/2015 Indirizzo: Piazza Castello 1, Abbiategrasso Spazio: Castello Visconteo Area geografica: Lombardia Email: info@associazioneiperbole.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.donneartigiane.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: My myself and I Introduzione: Art Primitive Gallery E’ lieta di presentare l'Artista EVGENY BYUTENKO con il suoi lavori “untitles” Art Primitive Gallery presenta: Il ciclo di mostre intitolato "Me Myself and I" Dal 1 al 31 Marzo Frutto di una selezione attenta ai linguaggi, ai temi e al background di ognuno degli artisti, che s'ispirano alla, Outsider art, folk art e all’ Art brut. Lieti che la linea della galleria sia gradita al pubblico. Curatore Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery & Mulino Dei Libri Via cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Descrizione: Art Primitive Gallery E’ lieta di presentare l'Artista EVGENY BYUTENKO con il suoi lavori “untitles” Art Primitive Gallery presenta: Il ciclo di mostre intitolato "Me Myself and I" Dal 1 al 31 Marzo Frutto di una selezione attenta ai linguaggi, ai temi e al background di ognuno degli artisti, che s'ispirano alla, Outsider art, folk art e all’ Art brut. Lieti che la linea della galleria sia gradita al pubblico. Curatore Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery & Mulino Dei Libri Via cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Inizio: 01/03/2015 Fine: 31/03/2015 Indirizzo: via cigala 20, La Spezia Spazio: Art Primitive Gallery Area geografica: Nord Email: artprimitivegallery@hotmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Aurélie Fontan: dell'essenza Introduzione: Venerdì 6 marzo alle ore 18 si inaugura presso il Centro espositivo Corte San Rocco di Cantù una mostra personale di Aurélie Fontan. Venerdì 6 marzo alle ore 18 si inaugura presso il Centro Espositivo Corte San Rocco di Cantù una mostra personale di Aurélie Fontan. L’esposizione presenta dipinti realizzati negli ultimi dieci anni di attività dell’artista insieme alle opere più recenti, che rispecchiano la sua attuale ricerca. “Dell’essenza” è il titolo scelto da Fontan per la mostra ideata per lo spazio espositivo di Cantù, a sottolineare uno dei motivi più profondi che hanno da sempre guidato il suo lavoro. Descrizione: Nei dipinti di soggetto floreale Fontan indaga la natura andando sempre oltre la mera riproduzione di un brano ripreso dalla realtà. Gli elementi naturali sono rielaborati in composizioni che nascono da una complessa stratificazione di piani oppure sono osservati con uno sguardo ravvicinato, per cui un dettaglio diventa spunto per una ricerca di sintesi tra forma e colore. Nell’ultimo anno l’artista si è avvicinata alla tecnica del ricamo, rendendo sempre più essenziale il suo gesto sulla tela, che da supporto della rappresentazione è diventata materia dell’opera. Questa nuova direzione non è da leggere in contrapposizione al lavoro precedente, ma rappresenta un naturale allargamento delle possibilità tecniche, espressive e poetiche di una ricerca 'al femminile', intesa non come bandiera di genere, ma come libero sguardo sulla realtà contemporanea. Mostra: Aurélie Fontan: dell’essenza Luogo: “Centro espositivo Corte San Rocco”, via G. Matteotti 39, Cantù (Co) Periodo: dal 5 al 15 marzo 2015 Inaugurazione: venerdì 6 marzo 2015 dalle ore 18 Orari: da lunedì a giovedì 10-12.30 / 15-19.30; da venerdì a domenica 10-12.30 / 15-21 Ingresso: libero Informazioni: aur.fontan@gmail.com; 347 7078982 Inizio: 06/03/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: via G. Matteotti, 39 - Cantù (Co) Spazio: Centro Espositivo Corte San Rocco Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: I finesettimana verdi Introduzione: Corso di giardinaggio per adulti, in L'associazione Ciuriciuri, in attesa della mostra mercato che si terrà ad Aprile, organizza dei corsi di giardinaggio per adulti: Descrizione: SABATO 14 Febbraio (10,30 - 12,45) Corso di giardinaggio: La moltiplicazione delle piante (semina, talea, divisione, ecc.) (12,45 – 14,15) Spuntino in vivaio (14,15 – 16,30) Corso di giardinaggio: La moltiplicazione delle piante (Esercitazione pratica in giardino) SABATO 21 Febbraio (10,30 - 12,45) Corso di giardinaggio: La potatura delle piante ornamentali (alberi, arbusti, cespugli, ) (12,45 – 14,15) Spuntino in vivaio (14,15 – 16,30) Corso di giardinaggio: La potatura delle piante ornamentali (Esercitazione pratica in giardino) SABATO 28 Febbraio (10,30 - 12,45) Corso di giardinaggio: Il giardino a bassa manutenzione (12,45 – 14,15)Spuntino in vivaio (14,15 – 16,30) Corso di giardinaggio: Il giardino a bassa manutenzione (Esercitazione pratica in giardino) SABATO 7 Marzo (10,30 - 12,45) Corso di giardinaggio: I profumi in giardino (12,45 – 14,15) Spuntino in vivaio (14,15 – 16,30) Corso di giardinaggio: I profumi in giardino SABATO 28 Marzo (10,30 - 12,45) Corso di giardinaggio: Aromi in giardino (12,45 – 14,15) Spuntino in vivaio (14,15 – 16,30) Corso di giardinaggio: Aromi in giardino Costo di ogni singolo corso a persona € 35,00 (Corso e spuntino) Per I soci : Ass. CiuriCiuri, Garden club, FAI, Etnaviva, La banca del tempo, € 30,00 (Corso e spuntino) La partecipazione a tutti e 5 i corsi previsti per Febbraio e Marzo prevede un buono sconto di euro 10,00 da spendere presso Vivai Valverde entro il 30 giugno 2015 I corsi si svolgeranno presso Vivai Valverde in via dei Belfiore,111 Valverde (CT) Per informazioni e prenotazioni: Tel. 338 4854441, 346 5161167 www.ciuriciuri.it – info@ciuriciuri.it; Info_vv@vivaivalverde.it; fr.borgese@tiscali.it Inizio: 28/02/2015 Fine: 28/03/2015 Indirizzo: Via dei Belfiore, 111 Valverde (CT) Spazio: Vivai Valverde Area geografica: Sud Email: info_vv@vivaivalverde.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Esperienza e povertà della guerra Introduzione: Il primo conflitto mondiale rivisitato attraverso le opere di artisti contemporanei riunite a Passariano (UD) nella celebre e suggestiva cornice di Villa Manin, nella mostra Esperienza e Povertà della Guerra a cura di Aurora Fonda. All’interno dell’Ala Postica ex accademia della storica villa friulana, saranno esposti i lavori di Primož Bizjak, Aleksander Velišček, Ryts Monet, Fabio Roncato, Alvise Bittente. Descrizione: Il primo conflitto mondiale rivisitato attraverso le opere di artisti contemporanei riunite a Passariano (UD) nella celebre e suggestiva cornice di Villa Manin, nella mostra Esperienza e Povertà della Guerra a cura di Aurora Fonda. All’interno dell’Ala Postica ex accademia della storica villa friulana, saranno esposti i lavori di Primož Bizjak, Aleksander Velišček, Ryts Monet, Fabio Roncato, Alvise Bittente. La Prima Guerra Mondiale nell'immaginario collettivo evoca distruzione, dolore, sofferenza e cambiamento. Tra il 1914 e il 1918, in un lasso di tempo estremamente breve, milioni di esseri umani, vittime di una carneficina senza precedenti, si sono scontrati con una violenza mai vista prima, sia fisica e sia psicologica provocata dall’applicazione degli sviluppi tecnologici all’industria bellica. La morte con la guerra è diventata un fenomeno di massa che ha radicalmente trasformato il rapporto dell’uomo con la tradizione provocando una frattura che ha posto fine alle grandi narrazioni. Dopo la prima guerra mondiale l’uomo non poteva più raccontare e trasmettere la sua esperienza alle generazioni future, in quanto non c’erano parole per esprimere ciò che aveva vissuto, aprendo così il mondo a una forma di povertà sconosciuta fino ad allora. Gli effetti di questa ferita si sono manifestati con il tempo e sono gli aspetti che esplicitamente emergono dalla contrapposizione delle foto d’epoca alle opere degli artisti contemporanei. Due gallerie, una composta da fotografie di cent’anni fa e l’altra invece dalle espressioni artistiche odierne, accomunate unicamente dalle stesse tematiche. Un raffronto che permette di individuare l’abissale distanza che ci separa da un’epoca relativamente vicina e che pone in evidenza che cosa sia andato irrimediabilmente perduto manifestando quel cambiamento di cui tutta la collettività è l’erede. Un percorso che deve far riflettere e in cui il passato è un punto di partenza per una comprensione della nostra contemporaneità. Inizio: 28/02/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: 33033 Passariano UDINE Spazio: Villa Manin Area geografica: Nord Email: info@aplusa.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Le stanze d'Aragona - Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio (capitolo 1) Introduzione: "Le stanze d'Aragona, Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio", a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala, prenderà il via il prossimo 12 Marzo a Palermo “Le stanze d’Aragona” un progetto artistico-culturale dedicato alla pittura contemporanea italiana, promosso da RizzutoGallery in collaborazione con il Comune di Palermo, la Regione Siciliana ed ERSU Palermo. Descrizione: Prenderà il via il prossimo 12 Marzo a Palermo “Le stanze d’Aragona” un progetto artistico-culturale dedicato alla pittura contemporanea italiana, promosso da RizzutoGallery in collaborazione con il Comune di Palermo, la Regione Siciliana ed ERSU Palermo. Una trilogia espositiva. Una ricognizione ragionata della scena pittorica italiana degli ultimi anni, filtrata dallo sguardo di due curatori. Una scelta inevitabilmente non esaustiva, ma che partendo da una prospettiva critica riunisca alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista. È questo il senso del progetto messo a punto da Andrea Bruciati ed Helga Marsala che prenderà vita tra marzo e novembre 2015 attraverso tre appuntamenti: le prime due mostre collettive saranno inaugurate alla RizzutoGallery rispettivamente il 12 Marzo 2015 e il 21 Maggio 2015, e coinvolgeranno otto artisti ciascuna; la terza grande mostra finale sarà inaugurata nel mese di Settembre 2015 in uno spazio espositivo istituzionale e coinvolgerà i primi sedici artisti più altri sedici, per un totale di 32 artisti ed oltre 50 opere d'arte in esposizione. In quest’ultima tappa saranno presenti anche alcune figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva. La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea. In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato. Che la pittura torni di moda non è utile a nessuno. Che la pittura sia – e continui a diventare, ogni giorno – una delle massime espressioni della cultura italiana, in dialogo con le vicende internazionali, è la vera questione calda. Riaccendendo un dibattito di spessore sulla contemporaneità, la storia dell’arte recente e le direzioni future da immaginare. Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione. Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono. La prima mostra - che sarà inaugurata il 12 marzo 2015 alla RizzutoGallery - ospita i lavori di Anna Gramaccia (Perugia, 1980), Cristiano Menchini (Viareggio, 1986), Lorenzo Morri (Jesi, 1989), Barbara Prenka (Jakova, 1990), Massimo Stenta (Trieste, 1991), Sulltane Tusha (Durazzo, 1988), Marco Useli (Nuoro, 1983), Serena Vestrucci (Milano, 1986). “Al centro una riflessione sulla pelle come superficie: il suo limite è la cornice, il colore il suo cromosoma. Una pittura aniconica quale testimonianza della nostra contemporaneità. Ragionando su queste tre categorie si effettua una ricognizione fattuale tra otto giovanissimi artisti che si cimentano sul dispositivo pittorico. Un campo di alienazione forse, di certo un aggiornamento esperienziale dal celebre Dialogo di Ludovico Dolce (Venezia, 1565), dove si ragionava sulla qualità, diversità e proprietà dei colori e sul suo intenderli e rappresentarli come sostanza e non come sintomo epiteliale. Un atto, il loro, che si esplica su una porzione limitata di spazio ma che potenzialmente si espande fino al punto originario della sensorialità, per una diversa accezione di astrazione”. LE STANZE D’ARAGONA (Cap. I) Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio a cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala Anna Gramaccia - Cristiano Menchini - Lorenzo Morri - Barbara Prenka - Massimo Stenta - Sulltane Tusha - Marco Useli - Serena Vestrucci Opening giovedì 12 marzo 2015, ore 19:00 fino al 2 maggio 2015 Orari: da giovedì al sabato, dalle 16 alle 20, gli altri giorni su appuntamento RizzutoGallery – Palermo Via Monte Cuccio 30 Per informazioni: Tel: +39 3471769901 rizzutogallery@gmail.com www.rizzutogallery.com Eva Oliveri +39 3483622577; evaoliveri@rizzutoarte.com Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com Inizio: 12/03/2015 Fine: 02/05/2015 Indirizzo: via Monte Cuccio 30, Palermo Spazio: RizzutoGallery Area geografica: Sud Email: tizianapantaleo@hotmail.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.rizzutogallery.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Michele Sovente. Cartuscelle Introduzione: In linea con la sua vocazione, Anywhere mette ancora l’accento sulla contaminazione disciplinare e lo fa con un evento che vede uno dei maggiori poeti contemporanei, scomparso purtroppo nel 2011, alle prese con la pittura. La mostra, assolutamente inedita, presenta un’accurata selezione di disegni e tecniche miste su carta tratte dal nutrito e variegato corpus documentale che il poeta, negli anni, aveva “immagazzinato” nella sua casa-studio. Descrizione: Sabato 7 marzo, alle ore 18:00 a Napoli, presso Anywhere Art Company, in via Mezzocannone 31, si inaugura la mostra Michele Sovente. Cartuscelle. L’esposizione, curata da Marco Amore, sarà visitabile fino al 6 aprile dal lunedì al venerdì previo appuntamento. Dopo Sinonimi di Alberto Timossi, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Architettura della “Federico II” di Napoli, in linea con la sua vocazione, Anywhere mette ancora l’accento sulla contaminazione disciplinare e lo fa con un evento che vede uno dei maggiori poeti contemporanei, scomparso purtroppo nel 2011, alle prese con la pittura. La mostra, assolutamente inedita, presenta un’accurata selezione di disegni e tecniche miste su carta tratte dal nutrito e variegato corpus documentale che il poeta, negli anni, aveva “immagazzinato” nella sua casa-studio. Sovente non pretendeva di essere un pittore, ma allo stesso tempo non dipingeva per hobby, le sue “cartuscelle”, era lui a chiamarle così, nascevano in quei momenti di solitudine e concentrazione di solito germinanti parole telluriche e pensieri lucidissimi. “Con tutte le sue sfumature, Michele Sovente attraversa appieno la nostra comprensione della verità. Svelando piccoli scorci di mondi impercettibili, corpuscoli che vorticano dentro il nostro subconscio, emozioni policrome e incostanti, infrasuoni evocati da una forte sensibilità all’infinito: troppe inestinguibili certezze abbandonate in quel maelstrom straordinario che è la mente umana”. La mostra, realizzata con la collaborazione delle associazioni “Michele Sovente” e ”Il diario del viaggiatore”, avrà un’anteprima giovedì 5 marzo, alle ore 18:00, presso la Biblioteca Comunale di Montesarchio (Bn). Michele Sovente (Monte di Procida 1948 - Monte di Procida 2011) ha esordito col libro L'uomo al naturale edito da Vallecchi nel 1978 ed è stato a lungo docente all'Accademia di Belle Arti di Napoli. Ancora con Vallecchi, nel 1981, pubblica Contropar(ab)ola, mentre per Garzanti, nel 1990, realizza Per specula aenigmatis dal quale la Rai ha prodotto il radiodramma In corpore antiquo. Nel 1998 ha vinto il Premio Viareggio-Rèpaci col libro Cumae edito da Marsilio e negli anni successivi ha pubblicato Zolfo con Dante&Descartes (2004), poi Carbones (2002) e Bradisismo (2008) ancora con Garzanti. L’ultimo lavoro è la raccolta Superstiti, del 2010, di San Marco dei Giustiniani Editore. Nel 2001, nell’ambito del Premio Elsa Morante, Dacia Maraini gli ha assegnato un riconoscimento speciale per la sua attività poetica e nel 2010 ha ricevuto il Premio Napoli per la letteratura. Inizio: 07/03/2015 Fine: 06/04/2015 Indirizzo: via Mezzocannone 31, Napoli Spazio: Anywhere Art Company Area geografica: Sud Email: anywhere.artcompany@virgilio.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: LUCIO RANUCCI: o dell'eroico quotidiano femminile Introduzione: Una mostra personale dell'artista Lucio Ranucci, una delle figure artistiche protagonista dell'arte italiana. Descrizione: L’Assessorato alla Cultura della città di Lonigo, in collaborazione con MV Eventi, continua la programmazione di Palazzo Pisani, Casa della Cultura con una mostra personale dell'artista Lucio Ranucci, una delle figure artistiche protagonista dell'arte italiana. Nato in Italia nel 1925 Ranucci si è trasferito, ancora ventenne, dapprima in Argentina, poi in Perù, Ecuador, Costa Rica, Stati Uniti. Ma la sua crescita culturale e artistica è avvenuta soprattutto in America Centrale, con la conoscenza e l’influenza di grandi muralisti come David Alvaro Siqueiros, José Clemente Orozco e, soprattutto, Diego Rivera, a cui è stato più vicino. Con i prestigiosi inviti alle “Bienal de Sao Paulo” e alla “Bienal Panamericana de Mexico” nel 1956 e 1957 raggiunge, dapprima negli Stati Uniti e poi in Europa, quel riconoscimento critico e commerciale che non l’ha più abbandonato. In oltre sessant’anni di pittura e 140 esposizioni in 14 nazioni ha ottenuto riconoscimenti dai più importanti giornali e critici internazionali: tra i molti, in Italia, gli storici dell’arte Mario De Micheli e Raffaele de Grada, che gli hanno dedicato due monografie. “La pittura – dirà in un’intervista nel 1980 – mi interessa particolarmente per la sua incidenza sui fenomeni sociali e politici; certo oggi si ottengono risultati più immediati col cinema, in questo senso, e con la televisione, ma pensa un po’ quando il pittore era realmente l’unico testimone dei suoi tempi, era un fatto eccezionale, c’era una funzione grafica di testimonianza”. La tecnica che Lucio Ranucci utilizza nei suoi dipinti è quella ad olio e ad acrilico, con l’aggiunta, talvolta, di sabbie e terre. Le figure umane, soggetti preferiti di Lucio Ranucci, sono statiche, riprese spesso frontalmente, sembrano dei manichini di legno, ma, paradossalmente quelle forme geometriche e cubiste esprimono una grande spiritualità e profonde emozioni. Inizio: 07/03/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: piazza Garibaldi, 1 Lonigo (VI) Spazio: Palazzo Pisani Area geografica: Nord Email: info@mveventi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Visita guidata Introduzione: Sabato 14 marzo 2015 ore 10:00 (ritrovo 15 minuti prima) piazza Croce Rossa (ang. Via Manzoni) presso ingresso Metropolitana MM3 linea gialla fermata Montenapoleone Milano (MI) Costo: 25 € a persona Bambini accompagnati fino a 13 anni gratis Durata: circa 2 ore e 30 minuti circa. Ritrovo: presso l’uscita della fermata Montenapoleone metropolitana MM3 gialla in via Croce Rossa (ang. Via Manzoni e Via Monte Napoleone) Descrizione: Prenotazione necessaria. Posti limitati ad esaurimento. Per informazioni e/o prenotazioni contattare: Paola Raverdino cell. 347-1502956 e-mail: paola@raverdino.it Questo itinerario, consigliato a chi visita Milano per la prima volta o vuole conoscerla meglio, tocca i luoghi più noti di Milano, dei quali potrete conoscere la storia, l’arte, l’architettura e le tradizioni. Visiteremo Piazza Scala, dove ammireremo la sobria facciata Neoclassica del Teatro alla Scala e conosceremo le vicende che l’hanno reso celebre. Ammireremo le corti del Castello Sforzesco, la sorprendente fortezza che fu sede del potere dei duchi di Milano e la loro sfarzosa corte rinascimentale. Ci recheremo in piazza dei Mercanti che nel Medioevo fu il centro degli affari e della finanza. Conosceremo la storia del Duomo, il simbolo della città stessa e che detiene parecchi record tra i quali lo straordinario numero di sculture che lo decorano. Visiteremo anche l’elegante Galleria Vittorio Emanuele II, considerata il più antico centro commerciale al mondo. Il tour si svolge all’esterno, pertanto non sono previsti ingressi. Tutti gli spostamenti sono a piedi. Il tour si realizzerà anche in caso di maltempo,a meno che non si verifichino condizioni climatiche particolarmente proibitive. La visita è condotta da guida turistica abilitata con patentino rilasciato dalla Provincia di Milano. Inizio: 14/03/2015 Fine: 14/03/2015 Indirizzo: via Croce Rossa 1, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: paola.raverdino@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Di cielo e di terra: Immagini fantastiche di mondi sognati Introduzione: La mostra è un racconto che si concretizza attraverso intensi lavori dalle forti tinte e dimensioni particolarissime, che introducono alla bellezza de “ La Terre et le Ciel” con un unico monito: preservare il nostro mondo – quello fisico e quello interiore - con rispetto e amore Descrizione: -Torino- Inaugura venerdì 13 marzo alle ore 18.00 la collettiva d'arte contemporanea "Di cielo e di Terra", mostra dedicata alle opere di giovani artisti emergenti ospitata alla All The Best Art Gallery di corso Verona, 21 a Torino e visitabile dal 13 marzo al 5 aprile 2015. La mostra è un racconto che si concretizza attraverso intensi lavori dalle forti tinte e dimensioni particolarissime, che introducono alla bellezza de “ La Terre et le Ciel” con un unico monito: preservare il nostro mondo – quello fisico e quello interiore - con rispetto e amore. Questa mostra invita a un viaggio che è atto di responsabilità nei confronti dell’impatto che l’uomo può avere nei confronti dell'altro e del mondo fisico in cui vive per una presa di coscienza di un agire sostenibile da parte dell’umanità intera. Uno sguardo dall'alto e verso l'alto che rivela tutta la meraviglia del mondo e che offre a tutti noi, attraverso le opere in mostra, una prospettiva della Terra e degli esseri che lo popolano altrimenti impossibile, sensibilizzando il maggior numero di persone sull’importanza di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale, economico, personale e futuribile. Lungo il percorso espositivo, gli artisti: Andy McFly, Corrado Alderucci, Pietro De Macchi, Monica Seksich ci trasportano in un mondo emozionante, condividendo con i visitatori lo splendore del nostro pianeta e delle vette creative umane, interrogandosi al tempo stesso sul futuro. Bellezza, forza e allo stesso tempo fragilità: le opere presentate sono dirette, potenti, sensuali, illusorie, illustrative, ma non risparmiano una severa critica contro lo sfruttamento irresponsabile delle risorse umane e della Terra, i disastri causati dall'incuria e dalla sfrenata avidità , la distruzione del proprio simile e del pianeta, piegati alle incoscienti logiche di profitto e piacere personale, mirano a risvegliare le coscienze, parlano direttamente al cuore per far riflettere su tematiche attuali e complesse. Artisti: Andy McFly, Corrado Alderucci, Pietro De Macchi, Monica Seksich Curatela e testi Critici Alessandro Allocco Vernissage Ore 18,00 venerdì 13 marzo 2015 “DI CIELO E DI TERRA” : Immagini fantastiche di mondi sognati 13 marzo – 5 aprile 2015 ATB Art Gallery, corso Verona, 21 10152 – Torino - Italy Info: Mobile +39 333 3625949 W: www.atbartgallery.com – E: atbartgallery@gmail.com Orari di apertura: lunedì - venerdì 10,30/13,00 – 16,00/18,00 sabato e altri orari su appuntamento Ingresso gratuito Inizio: 13/03/2015 Fine: 05/04/2015 Indirizzo: Corso verona, 21 Torino Spazio: All The Best Art Gallery Area geografica: Nord Email: atbartgallery@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.atbartgallery.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: pane, vino e acqua : il nutrimento dell'anima Introduzione: Per la mostra “rotazione a tema” annualmente allestita in occasione della festa patronale dell’Apparizione della Vergine di Misericordia, attorno alla figura del Crocifisso, elemento fondamentale e nucleo fondante del credo cristiano, si presenta una selezione di suppellettili liturgiche di elevate qualità artistiche e di particolare significato storico dedicate al contenimento e all’esposizione degli elementi/alimenti che costituiscono il principio del rito eucaristico. Descrizione: La mostra si articola in tre sezioni. La prima è dedicata a CRISTO CROCIFISSO sacrificato per la salvezza dell’umanità e nutrimento per la sua redenzione attraverso il dono del corpo (pane) e del sangue (vino). Accanto all’antico Crocifisso (sec. XV) in legno policromo, quasi a ricostruire un “calvario”, sono collocate altre sculture lignee attinenti il tema della Passione: l’Ecce Homo (sec. XVI), che raffigura Cristo flagellato e coronato di spine; la Madonna Addolorata con S. Giovanni Evangelista (sec. XVII), testimoni chiave della morte redentrice di Cristo; la Pietà (sec. XV), che rappresenta il corpo di Gesù morto nel grembo della Madre. Una Pietà dinanzi al Calvario (Eso Peluzzi, 1956) e il grande quadro con San Martino e il povero, dove si osserva una “natura morta” con il pane spezzato, riconducono all’argomento iniziale. La seconda, riguardante l’ACQUA, è dedicata alla Madonna di Misericordia, patrona della città di Savona, in seguito alla cui Apparizione, avvenuta il 18 marzo 1536, ebbe origine il complesso monumentale del Santuario. La Vergine, infatti, apparve al contadino Antonio Botta nella valle di san Bernardo nei pressi di un ruscello alla cui acqua, che oggi sgorga da un rubinetto nella cripta della chiesa, i pellegrini attribuivano proprietà taumaturgiche. Una pianeta ricamata con l’immagine dell’Apparizione e statue in ceramica, tra cui l’Apparizione di Arturo Martini (1932), ricordano la Madonna di Misericordia, mentre secchielli e aspersori d’argento per l’acqua benedetta, ampolline per la messa, boccali, ecc. si riferiscono all’acqua come elemento vitale e simbolo di purificazione, impiegato nell’uso quotidiano e in quello liturgico. La terza, dedicata al PANE e al VINO, presenta un’ampia rassegna di calici attraverso i quali si può cogliere la centralità attribuita in tutte le epoche al prezioso oggetto che, racchiudendo il vino della consacrazione, è diventato, insieme all’ostia (pane), il simbolo eucaristico per eccellenza; si apprezzano inoltre le patene (piattelli per contenere l’ostia), le pissidi (vasi con coperchio per le ostie), gli ostensori per l’esposizione del SS. Sacramento, un setaccio per le particole, le borse per il corporale e i veli da calice. Una decina di splendidi crocifissi d’avorio (secc. XVII-XIX) sono accostati agli oggetti preziosi dedicati al sacro cibo. Per la mostra “rotazione a tema” annualmente allestita in occasione della festa patronale dell’Apparizione di N.S. della Misericordia (18 marzo) il Museo del Santuario offre l’esposizione dal titolo: pane, vino e acqua: il nutrimento dell’anima; l’evento si inserisce all’interno delle iniziative culturali promosse sul territorio nazionale collegate all’EXPO milanese del 2015 rivolta al tema della nutrizione. Attorno alla figura del Crocifisso, elemento fondamentale e nucleo fondante del credo cristiano, si presenta una selezione di suppellettili liturgiche di elevate qualità artistiche e di particolare significato storico dedicate al contenimento e all’esposizione degli elementi/alimenti che costituiscono il principio del rito eucaristico. La mostra si articola in tre sezioni. La prima è dedicata a CRISTO CROCIFISSO sacrificato per la salvezza dell’umanità e nutrimento per la sua redenzione attraverso il dono del corpo (pane) e del sangue (vino). Accanto all’antico Crocifisso (sec. XV) in legno policromo, quasi a ricostruire un “calvario”, sono collocate altre sculture lignee attinenti il tema della Passione: l’Ecce Homo (sec. XVI), che raffigura Cristo flagellato e coronato di spine; la Madonna Addolorata con S. Giovanni Evangelista (sec. XVII), testimoni chiave della morte redentrice di Cristo; la Pietà (sec. XV), che rappresenta il corpo di Gesù morto nel grembo della Madre. Un velo di calice ricamato (seconda metà del sec. XVI) reca al centro l'agnello simbolo di Cristo “Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” (Vangelo di S. Giovanni). Nella sala dedicata al pittore Eso Peluzzi (1894-1985) una Pietà dinanzi al Calvario (1956, coll. priv.) e il grande quadro con San Martino e il povero, dove si osserva una “natura morta” con il pane spezzato, riconducono all’argomento iniziale. Il percorso prosegue con le opere di Peluzzi che ritraggono i poveri e gli anziani alla mensa dell’ospizio del Santuario. La seconda, riguardante l’ACQUA, è dedicata alla Madonna di Misericordia, patrona della città di Savona, in seguito alla cui Apparizione, avvenuta il 18 marzo 1536, ebbe origine il complesso monumentale del Santuario. La Vergine, infatti, apparve al contadino Antonio Botta nella valle di san Bernardo nei pressi di un ruscello alla cui acqua, che oggi sgorga da un rubinetto nella cripta della chiesa, i pellegrini attribuivano proprietà taumaturgiche. Una pianeta ricamata con l’immagine dell’Apparizione e statue in ceramica, tra cui l’Apparizione di Arturo Martini (1932), ricordano la Madonna di Misericordia, mentre secchielli e aspersori d’argento per l’acqua benedetta, ampolline per la messa, boccali, ecc. si riferiscono all’acqua come elemento vitale e simbolo di purificazione, impiegato nell’uso quotidiano e in quello liturgico. La terza, dedicata al PANE e al VINO, presenta un’ampia rassegna di calici attraverso i quali si può cogliere la centralità attribuita in tutte le epoche al prezioso oggetto che, racchiudendo il vino della consacrazione, è diventato, insieme all’ostia (pane), il simbolo eucaristico per eccellenza; si apprezzano inoltre le patene (piattelli per contenere l’ostia), le pissidi (vasi con coperchio per le ostie), gli ostensori per l’esposizione del SS. Sacramento, un setaccio per le particole, le borse per il corporale e i veli da calice. Una decina di splendidi crocifissi d’avorio (secc. XVII-XIX) sono accostati agli oggetti preziosi dedicati al sacro cibo. Inizio: 14/03/2015 Fine: 31/12/2015 Indirizzo: piazza Santuario 4 Savona Spazio: Museo del Santuario Area geografica: Nord Email: museodelsantuario@operesociali.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.santuariosavona.eu Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Arte & Natura - Fiori in Villa Introduzione: 9° Rassegna Artigianale, Artistica e Floreale ispirata alla Natura Artigianato Artistico di Qualità ispirato alla Natura, Piante, fiori e vivai, Prodotti naturali Sabato 14 e Domenica 15 Marzo 2015 Nella settecentesca Villa Corvini a Parabiago (MI) Ingresso gratuito Vendita diretta dai produttori Orari apertura evento al pubblico: Sabato e Domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.30 Descrizione: Sabato 14 e Domenica 15 Marzo, si svolgerà la nona edizione di Arte & Natura – Fiori in Villa, una ricca esposizione di Artigianato Artistico di Qualità ispirato alla Natura, Florovivaismo e Prodotti naturali, con partecipanti provenienti da diverse Regioni d’Italia ed anche dall’estero. A interpretare, rappresentare e celebrare la natura ci sono ceramisti, vivaisti specializzati e particolari, scultori, pittori, sartorie, modiste, orafi, e tanti altri artisti ed artigiani e scuole di settore, Arte & Natura – Fiori in Villa è patrocinato da Regione Lombardia e Comune di Parabiago, ideato ed organizzato da Associazione culturale e artistica Iperbole ed Eventi doc di Myriam Vallegra in collaborazione con Centro Servizi Villa Corvini e Comune di Parabiago. Le storiche ambientazioni settecentesche di Villa Corvini a Parabiago, a pochi chilometri da Milano, si trasformeranno in un fucina floreale, con allestimenti e scenografie, per artigiani e florovivaisti che esibiranno le loro allettanti produzioni …opere in ceramica, vetro, tessuti, cuoio, piante e fiori, prodotti naturali, essenze, nuove collezioni moda ed accessori primavera – estate, tessuti ecologici, arredi e complementi per la casa, gioielli ispirati a fiori e foglie... Il nome di questa manifestazione nasce diversi anni fa, tra la natura e l’arte delle storiche dimore gentilizie del 1600 – 1700 e oggi, ancor di più, accomuna la bellezza e particolarità di nuove ideazioni di artisti, artigiani artisti, vivaisti, florovivaisti, progettisti e realizzatori di giardini, scuole di agraria e floricoltura con cui entrare in contatto e da conoscere dal vivo. Per i nuovi visitatori e per quelli che ogni anno si presentano all’appuntamento si riservano sorprese squisite come le dimostrazioni dal vivo, i laboratori didattici per ogni età, gli intrattenimenti musicali, le conferenze-incontri sulle piante e l’importanza di queste risorse nelle nostre città e sulla progettazione e realizzazione di giardini e terrazzi fioriti. In un clima piacevole e circondati dalla natura e dalla bellezza, sorgente di tranquillità è piacevole anche sedersi ed ammirare le particolari realizzazioni di ambientazioni e giardini, di composizioni floreali dal gusto giapponese sfumando in stili più attuali, o trascorrere il tempo scegliendo una delle piante dalle specie insolite per degli acquisti per sé, per gli altri, per la propria casa, terrazzo o giardino e per il supporto alla nostra economia, al vero Made in Italy, al fatto a mano, al nostro artigianato ed agricoltura. 9° Rassegna Artigianale, Artistica e Floreale ispirata alla Natura Artigianato Artistico di Qualità ispirato alla Natura, Piante, fiori e vivai, Prodotti naturali Sabato 14 e Domenica 15 Marzo 2015 Nella settecentesca Villa Corvini a Parabiago (MI) Ingresso gratuito Vendita diretta dai produttori Orari apertura evento al pubblico: Sabato e Domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.30 Per informazioni: Eventi doc di Myriam Vallegra: tel. 347-4009542 - info@eventi-doc.it – www.eventi-doc.it Associazione culturale e artistica Iperbole: tel. 329-8989533 – 0331-553387 - info@associazioneiperbole.it - www.associazioneiperbole.it Inizio: 14/03/2015 Fine: 15/03/2015 Indirizzo: via santa Maria 27, Parabiago Spazio: Villa Corvini Area geografica: Milano Email: info@mostra-arteenatura.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.mostra-arteenatura.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Escher Introduzione: Dal prossimo 12 marzo Bologna e l’Italia avranno una nuova e prestigiosa sede espositiva: Palazzo Albergati. Nel capoluogo emiliano si respira aria di novità e di futuro e si scommette sul turismo culturale. Lo splendido edificio cinquecentesco, nel cuore del centro storico bolognese, diventa un importante e moderno contenitore di mostre d’arte destinate al grande pubblico nazionale ed internazionale, ed apre le sue porte con la mostra di Escher, che a Roma ha battuto ogni record di visitatori. Descrizione: Escher a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea 12 marzo – 19 luglio 2015 Palazzo Albergati - Art Experience, Bologna Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935, litografia, 31x21,3 cm – M.C. Escher Foundation © The M.C. Escher Foundation, Baarn, Netherlands M.C. Escher ® is registered trademark of M.C. Escher Foundation Dal prossimo 12 marzo Bologna e l’Italia avranno una nuova e prestigiosa sede espositiva: Palazzo Albergati. Nel capoluogo emiliano si respira aria di novità e di futuro e si scommette sul turismo culturale. Lo splendido edificio cinquecentesco, nel cuore del centro storico bolognese, diventa un importante e moderno contenitore di mostre d’arte destinate al grande pubblico nazionale ed internazionale, ed apre le sue porte con la mostra di Escher, che a Roma ha battuto ogni record di visitatori. A credere nell’impresa e a investire è Arthemisia Group, società leader in Italia e all’estero per la produzione di grandi mostre d’arte, artefice di tutte le esposizioni di maggior successo degli ultimi anni, incluse le recentissime Chagall e Van Gogh a Palazzo Reale a Milano, che hanno fatto scrivere ai maggiori media italiani che puntare sulla cultura e sul turismo è una carta vincente e che, nonostante la crisi, le esposizioni sono sempre più visitate da italiani e stranieri. “Investire in proprio sull’apertura di un nuovo spazio espositivo in Italia può sembrare folle, e probabilmente lo è” – dice Iole Siena, a capo di Arthemisia Group – “ma senza coraggio, visione e un pizzico di sana follia, non si va avanti. Piuttosto che continuare a piangere su quello che non funziona in Italia, abbiamo deciso di fare il primo passo e di usare le nostre energie per creare un modello nuovo di fruizione dell’arte, che parte da Bologna e si svilupperà in tutto il mondo. “Il nostro obiettivo – continua Iole Siena - è quello di far diventare Bologna una mèta culturale dell'immaginario collettivo, una di quelle città dove ogni anno torni perché sai che troverai qualcosa di bello e interessante”. L’INCENDIO E LA RINASCITA Palazzo Albergati, la cui costruzione è attribuita all’architetto Baldassarre Peruzzi (1481-1536), nel 2008 fu gravemente e clamorosamente danneggiato da un incendio che causò la perdita d’ingenti parti della struttura, compresi gli affreschi del ‘600 e del ‘700 di Francesco Gessi, Andrea Sirani e Bartolomeo Cesi. Dopo lunghi di lavori di restauro, ricostruzione e riqualificazione, il palazzo è tornato a nuova vita nel 2014 ed oggi apre le sue porte a tutti. LA MOSTRA DI ESCHER Costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse: il meraviglioso mondo dell’artista che più di ogni altro trasforma l’ambiguità visiva in ambiguità di significato, che seduce e incanta con disegni e litografie che col passare del tempo sono entrate nell’immaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati - copertine di famosi long playing, (33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti d’auguri e piastrelle. Escher è ovunque. La retrospettiva su Maurits Cornelis Escher, aperta dal 12 marzo al 19 luglio 2015, a Bologna, è stata arricchita e viene presentata in una forma inedita, ponendo l’accento su aspetti mai affrontati prima d’ora, con oltre 150 opere del famoso artista olandese. Con il patrocinio del Comune di Bologna, la mostra e prodotta ed organizzata da Arthemisia Group ed è curata da Marco Bussagli e da Federico Giudiceandrea. Realizzata in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, si avvale del supporto di Sky Arte HD e ArteFiera. Tra le opere esposte ci sono i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Giorno e notte, Nastro di Möbius II, Casa di scale (relatività), Altro mondo II, Vincolo d’unione, e la serie degli Emblemata. Una sezione del tutto nuova sarà quella della Eschermania che racconta la vasta e molteplice influenza dell’artista. Il percorso espositivo si articola in sei sezioni: • La formazione: Escher, l’Italia e l’ispirazione Art Noveau • Superfici riflettenti e metamorfiche • Metamorfosi • Dall’Alhambra alle tassellatura • Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio • Economia escheriana ed Eschermania ESCHERMANIA Poco nota, ma qui approfondita in maniera illuminante, è l’influenza che Escher ha avuto ed ha ancora sull’editoria, sulla grafica, sull’oggettistica, per non parlare della pubblicità, della moda, dei fumetti e del cinema: il rigore delle sue straordinarie immagini inventate ben prima che fosse commercializzato il computer, nulla hanno da invidiare a quelle realizzate oggi con le più sofisticate tecniche digitali. La grandezza di un genio si misura anche dalla capacità d’influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. La lezione di Escher ha dimostrato che, sebbene non abbia avuto allievi diretti, questi due parametri sono stati del tutto soddisfatti. La beat-generation s’innamorò presto delle creazioni di Escher che, soprattutto in America, “rubava” la sua arte per stamparla su magliette, sui poster tinteggiandole con i colori psichedelici allora di moda, suscitando le ire dell’artista che, per questo motivo, fondò la Escher Foundation alla quale, ancora oggi, si deve la tutela dei suoi diritti. Così, le sue incisioni finirono anche sulle copertine dei long playing, come si chiamavano a quell’epoca i 33 giri incisi dalle grandi band della musica pop, non sempre con il gradimento dell’artista. È noto l’episodio di Mick Jagger che non riuscì a pubblicare Verbum sulla custodia dell’ultimo LP dei Rolling Stones che nei primi giorni del 1969 sarebbe stato lanciato sul mercato con il titolo di Let it Bleed. Tutto questo può ben essere definito “eschermania” a cui viene dedicata un’intera sezione che racconta come, ancora oggi, in maniera sempre crescente, persone di ogni estrazione sociale, dai curiosi ai matematici, dagli eccentrici ai trasgressivi, fino a tutti quegli artisti che, pur non avendolo mai conosciuto, a lui s’ispirano per le loro opere, siano profondamente affascinati dal mondo caleidoscopico di Escher. C’è infatti una lunga schiera d’imitatori che hanno “imparato” il “metodo-Escher” e hanno prodotto una serie di variazioni sul tema. Si va così da David Hop, pubblicitario e grafico statunitense, al francese Dominique Ribault che ultimamente ha utilizzato il metodo della tassellatura anche per le sue sculture a tre dimensioni, fino al tedesco Hans Kuiper che ha utilizzato tecniche computerizzate per riprodurre opere di artisti famosi del XX Secolo, a cominciare proprio da Escher. La mostra vede come special partner Ricola e come partner dell’iniziativa UNA Hotels e Trenitalia. ARTHEMISIA GROUP E BOLOGNA Oltre all’apertura di Palazzo Albergati e alla mostra di Escher, Arthemisia Group collabora da quest’anno con ArteFiera, e sta collaborando con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bologna, con l’Istituzione Bologna Musei ed il Museo Archeologico di Bologna alla produzione e realizzazione di una delle più importanti mostre sull’Antico Egitto mai viste in Italia. “Egitto” aprirà le porte ai visitatori da ottobre 2015 al Museo Archeologico di Bologna. Sede e orari apertura Palazzo Albergati, Via Saragozza 28, Bologna da lunedì a domenica > dalle 10 alle 20 (la biglietteria chiude un'ora prima) Informazioni e prenotazioni T. +39 051-0301015 Informazioni didattica T. +39 06-91511055 Sito www.palazzoalbergati.com Hashtag ufficiale #EscherBologna #PalazzoAlbergati Inizio: 12/03/2015 Fine: 19/07/2015 Indirizzo: ia Saragozza 28, Bologna Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Festa della Beata Giovanna a Signa Introduzione: Lunedì 6 aprile - Lunedì dell’Angelo o Pasquetta in Italia, giorno della Beata Giovanna a Signa Descrizione: Lunedì 6 aprile - Lunedì dell’Angelo o Pasquetta in Italia, “Beata” a Signa Il lunedì dell'Angelo per i signesi non è Pasquetta ma il giorno della Beata e le strade di Signa si riempiono di gente, come mai succede per tutto il resto dell'anno. Il culto della Beata Giovanna non riguarda solo la cittadina di Signa (FI) ma si estende anche ai comuni confinanti e non dell'area fiorentina ed ha origini che si perdono in-dietro nei secoli. La prima notizia documentata dei festeggiamenti in suo onore risale al 1385, quando venne istituita la "Festa della Beata Giovanna" con una processione in occasione della seconda traslazione del corpo della Beata. Le sue spoglie sono esposte all'interno della Pieve di S. Giovanni Battista a Signa, do-ve restano visibili dalla serata di Pasqua fino alla serata del martedì dopo Pasqua (chiamato dai signesi "Beatino"), quando avviene la chiusura dell’urna. Alla pastorella, divenuta Beata, vengono attribuiti ufficialmente 27 miracoli, 6 mentre era ancora in vita e 21 dopo la sua morte. IL CORTEO Ogni anno a Signa, il lunedì dell'Angelo, si svolge la processione in costumi d'epoca. Il Corteo Storico, che è parte integrante della processione religiosa, si apre con il Gonfalone, scortato dagli Alabardieri, seguiti dal Corpo dei Musici, con i suoi Tambu-rini ed i suoi Chiarinisti; seguono poi le quattordici bandiere delle Arti Minori e le set-te bandiere delle Arti Maggiori (le antiche Corporazioni del Lavoro). Dopo i quattro Popoli viene il Palio, seguito dall'Araldo accompagnato da due Pagget-ti. È poi il turno dell'Antico Comune di Signa, simboleggiato dal Gonfalone con le in-segne del Comune scortato da due Pennonieri, dal Capitano del Popolo scortato dagli Armati, seguito dal Podestà con il Notaio ed il Camarlengo Generale. Infine i Nove del Consiglio Generale del Comune, scortati dagli Armati. Chiudono il Corteo e la processione il Pievano di Signa, la Venerabile Compagnia del Santissimo Sacramento e dello Spirito Santo, detta dei Bianchi, ed il ciuchino che por-ta sul dorso un bambino vestito da angioletto. Fino a qualche decennio fa, l’angioletto teneva in mano un passerotto che poi veniva liberato all’interno della Pieve, assolvendo così ad una funzione di predizione per l'annata. La presenza degli angiolini e dei passerotti è legata a due miracoli attribuiti alla Bea-ta: la resurrezione di un bimbo e la guarigione di un passerotto. IL PERCORSO La partenza avviene alle ore 10 dalla Chiesa di San Lorenzo e, seguendo un percorso che attraversa il paese, passando dentro la villa di San Lorenzo e dal Castello, arriva in Piazza Cavour, nel pieno centro di Signa, davanti alla chiesa di S. Giovanni Batti-sta, dove si svolge la parte iniziale della cerimonia: il Corteo Storico si dispone da-vanti alla Pieve, mentre le Ancelle con i fiori, la lampada votiva e gli orci con l'olio, si recano a rendere omaggio e a deporre i loro doni all'urna della Beata, accompagnate dagli Alfieri, dal Podestà, dal Notaio e dal Camarlengo. Intorno alle 12 si svolge la cerimonia finale: l'Araldo legge il Proclama del Popolo, poi, la solenne benedizione in nome della Beata Giovanna impartita dal Pievano di Signa a tutti i Popoli ed a tutti i presenti. Inizio: 06/04/2015 Fine: 06/04/2015 Indirizzo: Piazza Cavour, Signa Spazio: Pro Loco Signa Area geografica: Centro Email: info@prolocosigna.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.prolocosigna.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Marco Di Giovanni, due mostre personali a Imola Introduzione: Sabato 18 aprile 2015 inaugurano a Imola due mostre personali di Marco Di Giovanni (Teramo, 1976), a cura di Maria Katia Tufano e promosse dal Museo di San Domenico e dall’associazione culturale BeCube. Descrizione: Sabato 18 aprile 2015 inaugurano a Imola due mostre personali di Marco Di Giovanni (Teramo, 1976), a cura di Maria Katia Tufano e promosse dal Museo di San Domenico e dall’associazione culturale BeCube. BeCube è una nuova realtà culturale che inaugura la sua attività e sede espositiva proprio in occasione della personale di Marco Di Giovanni, primo evento dedicato all’arte contemporanea che ospita nei propri spazi. Le due mostre, allestite al Museo di San Domenico e da BeCube, illustrano due fasi distinte della ricerca creativa dell’artista e sono intimamente collegate. Al Museo di San Domenico viene presentata una piccola antologica, Una fine, che raccoglie i lavori che hanno segnato la ricerca dell’artista degli ultimi anni. Da una riflessione e un percorso maturato a partire da quel nucleo di lavori, Di Giovanni è arrivato a concepire e realizzare la nuova grande mostra che aprirà presso l’associazione BeCube, L’infinito commestibile, un’installazione complessa, composta da un video con sonoro, una scultura in ferro, dei tavoli da birreria e una serie di opere su carta che rappresentano, sotto forma di diario visivo, un’annotazione meticolosa di tutto ciò che l’artista ha ingerito in forma solida o liquida negli ultimi undici mesi. Per capire il percorso di Di Giovanni e la nuova mostra da BeCube è necessario partire dai lavori presentati al Museo di San Domenico, in parte esposti alla mostra itinerante del Premio VAF nel 2014 che, sebbene realizzati negli ultimi 5 anni, riassumono in maniera pregnante la poetica cara all’artista fin dagli esordi. In queste opere l’indagine sul reale, il quotidiano e il suo pensiero, si focalizzava su una combinazione sincretica tra letteratura norrena e l’approccio della meccanica quantistica, sull’individuazione di ciò che è materia e reale. Lo spazio del museo deputato alla mostra (in totale 3 stanze) in occasione dell'inaugurazione verrà diviso in due da un’opera emblematica, Le porte di Solarolo. L’opera (un’accumulazione di vecchie porte), è collocata sulla soglia tra due sale (di fatto ostruendo l’accesso tra la prima sala e la terza), una delle quali accoglie la seconda parte dell’esposizione, e che può essere fruita, nelle intenzioni dell’artista, solo percorrendo prima le sale espositive del museo che ospitano le collezioni di arte antica e moderna, fino all’arte del ‘900. Un sistema ottico di lenti d'ingrandimento è incastonato tra le feritoie delle vecchie porte dismesse che costituiscono l’opera (e che ostruiscono il passaggio), restituendo allo spettatore che si avvicina con l’intento di guardarvi attraverso, una visione tridimensionale – ma ribaltata – dell'ambiente al di là, al quale non si può accedere varcando la soglia. Nella stanza successiva il cassone rugginoso Heavy pod, imita con le sue grate tonde tipo woofer un amplificatore rudimentale; l'oggetto stesso "suona" e risuona, in maniera assordante, della sua stessa materia (ferro), che vibra scossa dai bassi profondi dell'amplificazione interna; la traccia sonora è ottenuta esclusivamente usando i suoni prodotti durante la fabbricazione dell'oggetto stesso, registrati nella carpenteria metallica. “Un oggetto che urla fragoroso sempre e solo la sua origine e la sua materia”, spiega l’artista parlando di quest’opera. Nella stessa stanza, una delle pareti è rivestita da un'accumulazione di agendine Moleskine: l’opera è intitolata Gran Sasso. Trentotto agende annuali, una per ogni anno di vita dell’artista, sono installate aperte su un disegno tracciato a matita che costruisce, nell’insieme, una leggerissima rappresentazione dello skyline del Gran Sasso visto da Teramo, città natale di Marco Di Giovanni. “Per ogni anno della mia vita confondo a matita i contorni del mondo intero e la sua suddivisione in fusi orari per ottenere l'unico luogo a me originario e quindi senza tempo”, dichiara l’artista. Nella seconda parte della mostra (ovvero le opere radunate nella terza stanza), appunto raggiungibile solo dopo aver percorso interamente la collezione del museo, si trova un gruppo di lavori diversi per concezione e materiali, ma tutti caratterizzati da un’idea di “circolarità”. Al Museo di San Domenico, Marco Di Giovanni vuole deliberatamente “costringere” lo spettatore a visitare le collezioni d’arte prima di poter fruire della sua mostra in tutta la sua interezza, come nel tentativo di percorrere la traiettoria di un cerchio, metaforicamente diremmo “il cerchio della storia”, per poi chiuderlo. L’artista vuole quindi obbligare lo spettatore a guardarsi intorno, ad analizzare quel che vede o incontra in un percorso alternativo. Alla chiusura metaforica “del cerchio”, che rappresenta per l’artista appunto “una fine” (da qui il titolo della mostra), corrisponde un nuovo inizio, un ritorno alla realtà a partire dalle basi elementari dell’esistenza umana: ovvero la necessità di nutrirsi, su cui si innesta una nuova riflessione. In questo nuovo contesto si inserisce così il progetto L'Infinito Commestibile, esposto negli spazi di BeCube. Dal 18 maggio 2014 (stesso giorno di nascita dell’artista) Marco Di Giovanni ha cominciato a disegnare tutto quello che ha ingerito nel corso di quest’ultimo anno e continuerà tale processo fino al prossimo 18 maggio. Il risultato di questa performance dilatata nel tempo è una grande quantità di disegni a china su carta gialla alimentare (principalmente tovagliette da trattoria). Presso gli spazi di BeCube verranno inoltre allestiti dei tavoli da birreria fino a riempire l’intero spazio espositivo sui quali verranno collocati i disegni. Tazzine, bicchieri, ossa, piatti elaborati o più semplicemente patatine da bancone dei bar, caffè e cornetto sono esibiti in coro, protagonisti di una specie di sagra di paese. Un video mostrerà in una lunga carrellata i disegni disposti in ordine cronologico, mentre l’audio, realizzato in collaborazione con Gianluca Favaron “artigiano digitale del suono”, rimanderà, rielaborati al computer, suoni ottenuti registrando la masticazione, la deglutizione e la digestione dell'artista. Se i lavori precedenti erano pregni di suggestioni derivanti dalla fisica teorica, soprattutto la meccanica quantistica, che definisce ormai il visibile e le nostre percezioni come “limiti” per una conoscenza più approfondita della realtà, il corpo, diversamente, vero protagonista di questa nuova installazione presso gli spazi di BeCube, ci costringe a vivere una realtà fattuale sì, ma allo stesso tempo illusoria (in quanto unica percepibile), imponendoci la sua sopravvivenza e costringendoci ad impiegare gran parte delle nostre energie a soddisfare i suoi bisogni – se non addirittura le sue voglie. La fatica odierna si riassume quindi in questo necessario nutrimento del corpo congiunto all’ossessione generata dal cibo stesso: pubblicazioni di riviste sul tema, programmi televisivi in cui lo chef diventa il capo assoluto e supremo, fino ai cliccatissimi food bloggers di Instagram. Il cibo è diventato ossessione, è esulato da ciò che è nutrimento del corpo, attuando così uno spostamento in rapporto alla ricerca e all’indagine della realtà. All'ingresso dell'associazione BeCube vedremo installata anche una grande scultura in ferro ottenuta segando per il lungo una grossa cisterna arrugginita, dove le due metà sono saldate insieme ma ribaltate, in modo da mostrare l'interno invece che l'esterno. Una sorta di “autoritratto esploso” dell'artista, dove i segni della “deflagrazione” sono visibili, per traslazione, nei disegni a china “apparecchiati”, come elementi di un’enorme matrice che restituisce un altro autoritratto, visto che in fondo siamo ciò che mangiamo. La mostra L’infinito commestibile presso l’associazione culturale BeCube si potrà visitare fino al 21 giugno 2015, mentre Una fine, al Museo di San Domenico, si potrà visitare fino al 19 luglio 2015. Disponibile presso le sedi espositive un catalogo con testo di Cristiana Curti. Marco Di Giovanni è nato a Teramo nel 1976, vive e lavora tra Imola e Valsalva. Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti e il DAMS, a Bologna. Inizialmente la sua ricerca si rivolge alla performance, per poi realizzare, parallelamente, installazioni e sculture derivate dagli happening. Il suo lavoro è caratterizzato dall’utilizzo di diversi elementi, tra cui tubature e cisterne ferrose, che l’artista recupera e assembla realizzando oggetti e sculture che si integrano con l’ambiente che li ospita. L’esterno e l’interno di queste strutture sono complementari. Sovente, sulle superfici, l'artista innesta oculari costruiti con gruppi ottici di lenti, che distorcono la visione dell’interno aprendo così lo sguardo a un'altra dimensione. Tra le mostre personali si ricordano: Archivio Zero Media Zanchetta, Bologna; Interno Dum Dum, Bologna; 10.2!, Milano; Artericambi, Verona; Otto Gallery, Bologna; Carloni Spazio Arte, Francoforte. Tra le collettive: Centre Pompidou, Parigi; GAM, Bologna (grandi installazioni allestite presso i Giardini di Villa Guastavillani); Galleria Il Chiostro, Saronno; Galleria Il Ponte, Firenze. Nel 2010 il suo lavoro è stato esposto in importanti collettive alla Russian Accademy di Mosca e al Marta Museum di Herford. Nel 2011 ha realizzato mostre personali incentrate sul progetto “Nord” nelle gallerie Galica di Milano, Antonella Cattani Arte Contemporanea di Bolzano e a Monaco, presso Unicredit Kunstraum. Nel 2012 ha realizzato una mostra personale al Gallia Palace Hotel di Punta Ala mentre nel 2013 è invitato al MAMbo per l’esposizione La grande magia. Opere scelte della Collezione Unicredit. Nel 2014 è stato selezionato al “Premio VAF”, che lo ha portato ad esporre allo Schauwerk Museum di Sindelfingen, alla Stadtgalerie di Kiel e a Palazzo Penna di Perugia. Nel maggio 2015 è prevista una personale alla galleria BLOK art space di Istanbul. BeCube è un’associazione culturale con sede a Imola nata dall’idea di tre soci, Elena Casadio, Liberto Dalmonte e Marco Bedeschi. Uno spazio espositivo polifunzionale di 500 mq in un ex capannone industriale alle porte della città, nel quale si realizzano mostre d’arte contemporanea, performance musicali e teatrali, serate dedicate alla letteratura contemporanea e incontri con gli autori. BeCube ha iniziato la sua attività nel 2015 con piece teatrali, proiezioni di cortometraggi e reading con scrittori contemporanei (Paolo Cortesi, Gianluca Marozzi, Massimo Vitali). L’obbiettivo di BeCube è promuovere la cultura con particolare attenzione verso i linguaggi dell’arte contemporanea. Inizio: 18/04/2015 Fine: 19/07/2015 Indirizzo: via Sacchi 4 Imola Spazio: Museo di San Domenico e BeCube Area geografica: Centro Email: becube.social@gmail.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Nel volto, nello sguardo. Ritratti Introduzione: La mostra raccoglie 22 ritratti realizzati con varie tecniche. Come sempre accade coi lavori Ilaria Caputo, alle realizzazioni più “tradizionali” si affiancano opere ibride, definibili quali “pittosculture”. Per quanto riguarda il tema, si tratta di un vero e proprio excursus che ripercorre tutta la carriera dell’artista, tramite un genere che l’ha sempre affascinata. Descrizione: Domenica 22 marzo 2015 alle ore 18.00, presso la sala congressi della Biblioteca Etnostorica “E. Vittorietti” (Complesso di Palazzo Steri, Piazza Marina 57, Palermo) verrà inaugurata la mostra di Ilaria Caputo “Nel volto, nello sguardo. Ritratti”. La mostra resterà aperta fino a domenica 26 aprile 2015 Orari: dal mercoledì alla domenica, dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00. Sito web: www.ilariacaputo.it Per informazioni: 349 0796867 Inizio: 22/03/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Piazza Marina 57, Palermo Spazio: Biblioteca Etnostorica "E. Vittorietti" (Complesso Steri) Area geografica: Sud Email: lisacaputo@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Gesine Arps "Viaggio verso la luce" Introduzione: Inaugura giovedì 19 marzo alle ore 18.00, nella Galleria Civica Cavour di Padova, la mostra “Viaggio verso la luce” di Gesine Arps. Artista per eccellenza “visitata dai sogni”, ha conquistato gallerie e collezionisti non solo europei che vedono in lei una nuova Chagall. Entrambi “pellegrini tra due mondi” per la Arps l’Italia e la Germania, per Chagall la Russia e la Francia: Marc Chagall racconta storie eterne, Gesine Arps mostra istantanee dell’eternità. Descrizione: Introspettiva e raffinata, l'espressione artistica di Gesine Arps, artista di origine tedesca ma in Italia dagli anni ottanta, si esprime nella pittura, la poesia, la scultura e le installazioni. La sua poetica restituisce la storia di un pensiero meditato, che si manifesta per forza di impianto in una figurazione che contamina culture e religioni differenti ed è intrisa di un forte legame con la quotidianità, il vissuto, gli affetti. Nei suoi dipinti è sistematico l'utilizzo dell'oro e dell'argento, quel suo lavorare per strati. Per Gesine Arps (Hannover, 1964) esiste un mondo parallelo e sottile che intreccia in modo complesso e indissolubile realtà-immaginazione-sogno. È là che trovano geometrica casa il poeta e l’artista, trascendendo l’apparenza della nostra quotidianità. Da ogni dipinto di Gesine si può partire per un viaggio fantastico, si può andare a ritroso o in avanti e troveremo sempre quel suo unico gioioso ludico inconfondibile magico universo. Lei, artista per eccellenza “visitata dai sogni”, e legata sacralmente al mondo del fantastico nel quotidiano. Tutto in lei si fa stupore e meraviglia tutto convive magicamente nelle sue visioni… Ogni dipinto e un formicolante andirivieni, groviglio di uomini, di animali e di cose; e trasfigurazione di volti, gigantismo di forme, alchimia rinnovata di Architettura e di Natura. E pura gioiosa fusione di bellezza e di felicità. Inizio: 19/03/2015 Fine: 10/05/2015 Indirizzo: Galleria Cavour, Piazza Cavour - Padova Spazio: Galleria Cavour Area geografica: Nord Email: info@artissimacontemporanea.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Usci, gusci e poesie Introduzione: Mostra di pittura polimaterica in tecnica mista. il soggetto, gli "usci", sono realizzati con "gusci", cortecce, involucri etc...ad ogni Uscio è abbinata una poesia. "i miei usci sono luoghi immaginari, angoli in fondo all'anima, pieghe della mente. Sono l'abbraccio rassicurante che ognuno di noi desidera e necessita. Descrizione: Sono piccoli quadri che raffigurano porte, passaggi, cancelli, portoni e che rappresentano i limiti da oltrepassare, i viaggi da cominciare, i percorsi da intraprendere. Simboleggiano il coraggio, la forza, la determinazione. sono realizzati con elementi naturali e contengono gusci, baccelli, semi o scorze...corazze di protezione! Insieme gli usci e i gusci diventano un luogo, un nido, un porto...una casa...Sono posti immaginari, angoli in fondo all'anima, pieghe della mente. Sono l'abbraccio rassicurante che ognuno di noi desidera e necessita. Una porta sul sogno...un guscio al bisogno! In ognuno è nascosta una poesia. Inizio: 15/03/2015 Fine: 29/03/2015 Indirizzo: via Vanvitelli, 42 Vaprio d'Adda Spazio: biblioteca comunale Area geografica: Lombardia Email: robertacologni@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://robertacologni.wix.com/robertacolognipaints Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Italian Soul Contemporary Art in Uae II Edition Introduzione: Le inaugurazioni di questa collettiva si terranno il 20 marzo al Don Alfonso 1890 Restaurant di Dubai ed il 28 marzo all'Art Hub di Abu Dhabi. Il finissage ci sarà il 4 aprile 2015. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 12 alle 19.00 al Don Alfonso Restaurant e dalle 10.00 alle 20.00 all'Art Hub (si intende con possibilità di visita guidata Descrizione: IL PROGETTO L’esposizione Italian Soul (II Edizione) nasce dall'intento di far convogliare l'Arte Visiva Italiana negli Emirati Arabi, terra dalle grandi potenzialità espositive (inaugurato nel dicembre 2014 il Louvre Museum e nei prossimi mesi del 2015 saranno inaugurati il Guggenheim Museum e lo Sheikh Zayed Museum). Ciò rende questa terra un polo attrattivo di sicuro interesse per collezionisti, facoltosi appassionati d'arte e turismo dagli alti standard. Era necessario e doveroso da parte del Centro Culturale Arianna nella persona dell’Art Curator Gina Affinito, prendere in considerazione l'idea di una esposizione di Artisti Italiani in UAE (Emirati Arabi Uniti). Con grande disponibilità il progetto è stato accolto e supportato dalle Istituzioni italiane estere, Rete Consolare e Ambasciata, Camera di Commercio Esteri ed Ente Italiano per il Turismo. Per la seconda edizione della rassegna il progetto prevede due esposizioni, una in Dubai, l’altra in Abu Dhabi, pur avendo un unico leitmotiv ed un unico format. LE DATE L’inaugurazione in Dubai è prevista per il 20 Marzo 2015 alle ore 18.00 L’inaugurazione in Abu Dhabi è prevista per il 28 Marzo 2015 alle ore 18.00 Entrambe le inaugurazioni prevedono presenza e l’intervento augurale delle Istituzioni estere: Consolato Italiano e Camera di Commercio in Dubai, Ambasciata in Abu Dhabi. L'ALLESTIMENTO E LE LOCATION La mostra in Dubai sarà ubicata nella prestigiosa sala del Don Alfonso 1890 Restaurant nostro sponsor e partner (www.donalfonso.ae) La mostra in Abu Dhabi sarà ubicata nella Galleria Art Hub, polo culturale e galleristico di Abu Dhabi (www.adah.ae) Gli allestimenti saranno curati da Gina Affinito. La mostra in Art Hub è nata in collaborazione con la Repubblica della Lettonia che presenta il “Latvia Art Month” nella medesima giornata di inaugurazione. Questo per permettere alle due Nazioni, Italia e Lettonia un confronto ed uno scambio artistico proficuo. Le opere resteranno in mostra per due settimane in Dubai e per una settimana in Abu Dhabi. Artista Ospite dell'evento in Abu Dhabi sarà Todd Williamson, artista contemporaneo di Los Angeles (USA), che ha esposto in Giappone, Cina, Italia, Germania, Francia, Corea, Spagna, e Stati Uniti. Todd è stato nominato come uno dei migliori artisti contemporanei da Art & Living Magazine, ed è stato nel 2010 destinatario del prestigioso premio Pollock Krasner Foundation. Ha ricevuto due Premi astratti da Artslant Online, un Merito Artistico da 1307 Art-Napoli Italia, ed un Premio dai curatori del Micro Museum di Brooklyn NY. Italian Soul team: Immacolata Maddaloni, Presidente Centro Culturale Arianna Gina Affinito, Art Curator Grazia Nuzzi, Storico e Critico dell’Arte Artrooms, Web Gallery Partner Majid Rais, traduzioni in lingua araba Tania Sabatino, Ufficio Stampa Mariano Cervone, impaginazione grafica Aleksandra Mandic, fotografo ufficiale Emanuele Antonio, supporter Ruzanna Poghosyan, supporter and spedizioni internazionali Karen Elizabeth Hart, art director Abu Dhabi Art Hub Gli Artisti selezionati Marialuisa Acciaioli Anna Avossa Diego Caicedo Mina Cappussi Federica Costantino Pino De Carlo Alessandra De Zan Cristina Flaviano Stefania Fragano Antonio Franchi Sandro Frinolli Puzzilli Tommaso Infè Egidio Iovanna Tina Lattarulo Livio Lopedote Gabriella Lusignani Maria G. Maddaluno Silvia Magistro Lia Maglione Leonardo Martellucci Chiara Mazza Lara Messina Carlo Moretti Vincenzo Musardo Enrico Pambianchi Ivan Pili Mario Pizzi Ciro Pompeo Simone Rosti Giovanni Salvati Elena Savokhina Maria Antonietta Scala Gianfranco Schifano Marina Taroni Orlando Tocco Maria Zimari Per richiedere ulteriori informazioni che non siano indicate nel presente comunicato contattare la curatrice Gina Affinito ai numeri 327.3463882 (Italia) – 971.554732207 (Emirati Arabi) o scrivere a gina.affinito@gmail.com Inizio: 20/03/2015 Fine: 04/04/2015 Indirizzo: Shangri-La Hotel 2nd Floor 1 Sheikh Zayed Rd Dubai United Arab Emirates Spazio: Don Alfonso 1890 Restaurant ed Art Hub Area geografica: Estero Email: dubai.italiansoul@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.donalfonso.ae Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Caffè letterari di arte contemporanea e poesia Introduzione: Inchiostro e pietra vi invita a Le Printemps spirituel des poètes et des artistes, terzo appuntamento della nuova serie di caffè letterari dove artisti, poeti e scrittori, professionisti e non, possono incontrarsi ed esprimere la propria creatività artistica su temi liberi o d’attualità nella suggestiva cornice settecentesca della Villa Relais Barco Zonca ad Arcade (TV). salottiletterari@inchiostroepietra.org info@relaisbarcozonca.com www.inchiostroepietra.org Descrizione: Inchiostro e Pietra, rivista di arte contemporanea, poesia e filosofia, è lieta di invitarvi al terzo appuntamento della nuova serie di caffè letterari dove artisti, poeti e scrittori, professionisti e non, hanno l'occasione di presentare liberi interventi artistici (video, performance e letture da racconti o poesie ecc ecc...) su temi liberi o d'attualità nella suggestiva cornice settecentesca della Villa Relais Barco Zonca ad Arcade (TV). Questa serie di incontri permetterà di creare un piccolo centro culturale da cui partire per rendere omaggio ad uno degli spazi più interessanti del territorio trevigiano. Dopo avere presentato la terza edizione di Inchiostro e Pietra sul tema “Resistere oggi”, in occasione del terzo incontro saranno ospiti dei caffè letterari il duo artistico Bianco-Valente, Caterina Della Zonca, rappresentante dell'Associazione Culturale Spaesati di Trieste, Elisa Vladilo, artista visiva, e la libera associazione Kalsa Compagnia diretta dal regista Giovanni Cilluffo. Il terzo incontro, Le Printemps spirituel des poètes e des artistes, è stato liberamente ispirato alla tradizionale festa primaverile della cultura che avviene in Francia e in altri paesi europei in occasione dei primi giorni di primavera. Inchiostro e Pietra ribadisce così la volontà di ricreare un piccolo centro fiorente per le belle arti in un periodo della stagione in cui natura e cultura rinascono a nuova vita. Durante la serata verrà distribuita la rivista di Inchiostro e Pietra. Il faro di Inchiostro e Pietra Questa rivista è un progetto d'arte dove ogni numero nasce da una domanda fondamentale, posta a intellettuali appartenenti a discipline diverse con una costante attenzione al linguaggio poetico. L'ambizione è di fare conoscere artisti confermati o emergenti, poeti e scrittori di diverse culture che lottano nel mondo di oggi su temi sociopolitici e che mantengono vivo il concetto della lingua madre. Inchiostro e Pietra incoraggia la curiosità nel comprendere le altre lingue per facilitare l'approccio alle nuove parole, suoni e profumi di nuovi paesi. Inchiostro e Pietra è un tentativo di superare i confini linguistici! I posti sono limitati, pertanto si consiglia la prenotazione inviando una e-mail a salottiletterari@inchiostroepietra.org. Verrà fornito un servizio di accompagnamento per coloro che non potranno giungere alla Villa autonomamente. Per maggiori informazioni: salottiletterari@inchiostroepietra.org info@relaisbarcozonca.com www.inchiostroepietra.org Inizio: 21/03/2015 Fine: 21/03/2015 Indirizzo: Via Traversi, 29, Arcade (TV) Spazio: Villa Relais Barco Zonca Area geografica: Nord Email: salottiletterari@inchiostroepietra.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Milano Asian Art Introduzione: Si svolge dal 6 al 30 maggio 2015 la VI edizione di Milano Asian Art, l’unica manifestazione italiana dedicata all’arte e alla cultura orientale. Descrizione: Si svolge dal 6 al 30 maggio 2015 la VI edizione di Milano Asian Art, l’unica manifestazione italiana dedicata all’arte e alla cultura orientale, nata nel 2010 in occasione della mostra di Palazzo Reale GIAPPONE. POTERE E SPLENDORE 1568 – 1868. L’impegno di Dalton-Somaré, Giuseppe Piva, Gracis con l’ospite Joost van den Bergh, La Galliavola, David Sorgato, Mirco Cattai e Renzo Freschi, condiviso dopo Palazzo Reale da un’altra realtà istituzionale come il Museo Poldi Pezzoli, vuole essere esempio e contributo allo sviluppo di un sistema espositivo e organizzativo sempre più integrato e sinergico, e un tassello importante nell’identificazione di Milano quale città di cultura internazionale. Nei mesi in cui Milano è protagonista sulla scena internazionale con EXPO 2015, questa iniziativa offrirà ai milanesi e al numerosissimo pubblico internazionale di appassionati d’arte e semplici curiosi, un programma di mostre, eventi e iniziative culturali che si snoda nel cuore della città. Milano Asian Art è il collage affascinante del differente interpretare e vivere il comune trasporto di sette antiquari-collezionisti milanesi verso la millenaria cultura orientale. È l’insieme di collezioni che sono compendio, forse più immediato e probabilmente più intimo, alle opere di arte orientale presenti nella collezione creata da Gian Giacomo Poldi Pezzoli. La galleria privata, a differenza del Museo e dalle mostre istituzionali offre, l'occasione di innamorarsi di un oggetto, corteggiarlo, toccarlo, sentirlo proprio fino al punto di ambire possederlo... Milano Asian Art spera di unire, come a Londra e New York, la globalità degli appassionati perché è un percorso artistico e culturale rilevante e completo. Le otto mostre, affiancate dalla collezione del Museo Poldi Pezzoli, sono pensate e realizzate con competenza e attenzione critica, offrono una visione composita per matrici culturali perché dal Vicino all’Estremo Oriente arrivano al sud-est asiatico attraverso il sub-continente indiano, una visione articolata in ordine di tempo spaziando dall’antichità al periodo contemporaneo e completa per tecniche e materiali proponendo bronzi, marmi e pietre, giade e lacche, porcellane e avori, ma anche tappeti, tessuti, dipinti, sculture e la fotografia nella duplice veste di arte e testimonianza storico-sociale. Milano Asian Art è un percorso d’arte che rispecchia l’attualità delle ultime tendenze estetiche che in una matura evoluzione dello spirito minimalista hanno valorizzato la bellezza di queste opere oltre al puro valore intrinseco. Non è di oggi constatare l’aumentato interesse del pubblico internazionale per le manifestazioni di arte asiatica, e la crescente presenza di collezionisti e compratori stranieri sul nostro mercato, il cui andamento nell’ultimo anno – non si può dimenticare la cifra record raggiunta dal vaso Qianlong battuto da Pandolfini nello scorso ottobre - fa pensare che anche da noi l’arte orientale stia assumendo un ruolo di primo piano. Inizio: 05/05/2015 Fine: 30/05/2015 Indirizzo: Via Borgogna, 9 Milano Spazio: Sedi Varie Area geografica: Milano Email: ufficiostampa@pressart.eu Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Nel bosco incantato Introduzione: Mostra personale della pittrice Ines Daniela BEROLINO Descrizione: Comunicato stampa Titolo mostra: Nel bosco incantato Luogo: Galleria “Arte per Voi” Piazza Conte Rosso, 3 – 10051 Avigliana (To) Tipologia: Dipinti Artista: Ines Daniela BERTOLINO Organizzazione: Associazione culturale “Arte per Voi” - Avigliana (To) Patrocinio: Città di Avigliana Vernissage: sabato 4 aprile 2015 ore 16:00 Durata: da sabato 4 a domenica 26 aprile 2015 Orario di apertura: sabato e domenica dalle 15:00 alle 19:00 A cura di: Luigi Castagna e-mail: lcastagna@artepervoi.it e Paolo Nesta e-mail: paolnest@tin.it Testo critico di: Stefano Greco Sito web: http://artepervoi.it/ I MISTERI DEL BOSCO INCANTATO ….“Ma è per l'uomo come per l'albero. Quanto più egli vuole elevarsi in alto e verso la luce, con tanto più forza le sue radici tendono verso terra, in basso, verso le tenebre, l'abisso”.... Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra, - Dall’albero sul monte Ines Daniela Bertolino si ripresenta al pubblico con questa nuova personale esponendo una serie di opere pittoriche che ripropongono alcuni dei temi più cari all’artista. “Nel bosco incantato”, titolo della mostra, rimanda esplicitamente a luoghi e atmosfere fiabesche, dove i protagonisti non sono fate o elfi, stereotipi della narrazione fantastica, ma tangibili elementi della natura, per questo ancora più affascinanti ed ermetici. Alberi e uccelli sono gli attori principali di questa “fiaba illustrata”, abitanti di luoghi dal fascino misterioso e puro. L’artista ci invita ad entrare, esplorare e scoprire i segreti di un bosco, spazio integro e autentico, animato da giganti muti e fragili creature alate. Ancora una volta ritroviamo come elemento dominante sulla superficie della tela l’azzurro, traccia e segno distintivo del linguaggio pittorico della Bertolino. L’azzurro è una lunghezza d’onda della luce che ci induce alla meditazione, ad osservare tutto ciò che ci circonda nel massimo rispetto, come se ci trovassimo al cospetto di un luogo sacro. La natura rivendica la sua sacralità attraverso il semplice rito del silenzio. Si entra nella composizione percorrendo sentieri che si perdono tra radure e fitta vegetazione, ci si muove tra tronchi fortemente conficcati nella terra , ombre e fasci di luce si alternano tra rami e fogliame. L’azzurro colma i vuoti del cielo, suggerisce suoni, odori, immagini evanescenti, forme rarefatte che emergono nella nostra mente creando allusioni e illusioni. Sono sottili certezze che si dissolvono di fronte a un microcosmo sorprendentemente insondabile. L'albero simboleggia la vita, la rigenerazione ciclica della natura, l'ascensione verso il cielo e lo sprofondamento nella terra, l’unione degli elementi del cosmo. Queste diverse immagini allegoriche si rivelano nei mirabili dipinti dell’artista dando origine ad una ricca sequenza di temi simbolici che ben si adatta al significato che la stessa l'autrice attribuisce alla sua ricerca pittorica. Gli alberi signori e guardiani del bosco si elevano verso l’alto custodendo le intricate trame architettoniche dei nidi degli uccelli. Il nido, strabiliante prodigio della natura, viene analizzato dall’artista con abilità tecnica ed espressiva, una felice simbiosi tra poesia e il rigore quasi scientifico. L’artista riproduce nei nidi anche le uova degli uccelli, altri straordinari archetipi ermetici legati al mistero e alla sacralità della vita. L'uovo simbolo di fertilità, potente amuleto magico, per secoli ha rappresentato nell’arte anche la rinascita dell'uomo. Tutto ciò rimanda alla grande tradizione pittorica, dal Gotico, al Rinascimento, fino all’età Barocca l’uovo si è rivelato quale immancabile complemento narrativo dell’iconografia mistica. In continuità con queste grandi stagioni dell’arte figurativa anche la Bertolino ripropone in chiave laica e contemporanea le sue algide uova, fragili scrigni pronti a schiudersi per donare la vita a un nuovo piccolo essere alato. Interessante sul piano stilistico si rivela anche la scelta di frazionare le immagini in sezioni separate conferendo alla composizione un andamento fortemente dinamico. Come sequenze di un filmato la struttura degli alberi viene separata suggerendo all’occhio dell’osservatore di andare oltre il perimetro fisico della tela, i “fotogrammi” si espandono e i soggetti rappresentati si allungano oltremodo verso l’alto accentuando la loro maestosa presenza. Ines Daniela Bertolino riconferma in queste opere tutta la sua innegabile abilità di grande tessitrice di atmosfere ed emozioni, la cura non comune nel plasmare forme e spazi calibrando la composizione con metodo e rigore tecnico. Nulla è lasciato al caso, anche il minimo dettaglio è il risultato di un algoritmo matematico, dove la sapienza e l’abilità professionale dell’artista si rivela solo parzialmente, nascondendo con un certo compiacimento anche qualche personale segreto alchemico nel trattamento e stesura del pigmento dei colori acrilici. I segreti del mestiere, come nelle antiche gilde medievali e le regole ferree della percezione visiva conducono quindi, senza facili scorciatoie, a riconoscere nei dipinti della Bertolino i caratteri di vere opere d’arte. Stefano Greco Inizio: 04/04/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Piazza Conte Rosso 3 - Avigliana (To) Spazio: Galleria Arte per Voi" Area geografica: Nord Email: lcastagna@artepervoi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Natura! Natura? Paesaggio dalla realtà alla fantasia Introduzione: Dal 20 marzo al 26 aprile 2015 Palazzo Pisani ospiterà, in occasione della 529° Fiera di Lonigo, la mostra “Natura! Natura?: paesaggio italiano dalla realtà alla fantasia”, un lungo excursus di artisti impegnati nella rappresentazione dello stretto rapporto tra uomo e natura. Descrizione: “Colui il quale nè la natura nè l'arte han reso istrutto, può ben lagnarsi di essere stato educato male" William Shakespeare L’esperienza del mondo esprime, fin dai tempi più remoti, la visione dell’uomo nei confronti di un Paradiso terrestre incontaminato, insegnando a vivere il nostro pianeta come luogo di immaginario collettivo di un sogno rivolto verso la perfezione e l’infinito. Natura filtrata dal sapiente occhio di artisti che interpretano sensazioni emotive e visive con realistiche rappresentazioni di ciò che li circonda, volgendo lo sguardo una volta al cielo, una volta alla terra. Rappresentazioni a volte realistiche, a volte concettuali che portano il visitatore ad una più profonda riflessione sul concetto di “visione” intuendo che i termini paesaggio e natura indicano, dalle parole di Gerardo Mosquera, “sia la percezione di un determinato luogo, sia la sua rappresentazione”, rendendo quindi inseparabili la visione oggettiva della natura con il filtro intimo e mentale dell’emozione umana. Emozione che diventa pittura e soggettività percettiva, pretesto per il rinnovamento stilistico, e denuncia verso un progresso che porta ad un impoverimento costante delle risorse naturali spostando diametralmente il concetto di bello che il mondo ci offre. Natura!, nell’opera realista e consapevole dell’amore che il frutto divino ci ha donato; Natura?, nella ricerca artistica ed interpretativa di occhi sognanti che si traducono in pittura dall’aggressione alla tela, come nel caso di Mario Schifano, o in ricami di installazioni che intensificano il dialogo tra invasione dello spazio e messaggio culturale. Dal 20 marzo al 26 aprile 2015 Palazzo Pisani ospiterà, in occasione della 529° Fiera di Lonigo, la mostra “Natura! Natura?: paesaggio italiano dalla realtà alla fantasia”, un lungo excursus di artisti impegnati nella rappresentazione dello stretto rapporto tra uomo e natura. “La mostra non è un viaggio nella storia dell’Arte contemporanea”, spiega Matteo Vanzan di MV Eventi “ma vuole individuare le sostanziali differenze che si riscontrano a partire dal novecento nelle opere di Music, Virgilio Guidi, Alberto Sughi, Mario Schifano, Giorgio de Chirico, Giovanni Frangi, Umberto Lilloni, Piero Gilardi, Michele Cascella, Giuseppe Migneco, Tino Stefanoni, Gino Marotta, Aligi Sassu, Ugo Nespolo, Gianni Dova, Manlio Onorato, Antonio Pedretti, Franco Fontana, Renato Mambor, Alberto Lanzaretti, Gino Lazzarin, Salvo, Ufo Cinque, Mimmo Germanà, Manuela Bedeschi, ecc, dove la ricerca artistica è legata alla fantasia e all’interpretazione, al concetto di pittoresco e alle dinamiche dovute alla scoperta di nuovi materiali. La pittura si trasforma con il pensiero dell’artista, si evolve legandosi all’intuizione e alle idee e non più ad un dato oggettivo di documentazione”. D’altra parte, come lo stesso Francesco Bonami affermava nel suo libro Lo potevo fare anch’io “una volta la tecnica e il mestiere contavano più delle idee, ma proprio le idee nuove e più scomode sono quelle che permettono a una società di non invecchiare”. Inizio: 20/03/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: piazza Garibaldi, 1 Lonigo (VI) Spazio: Palazzo Pisani Area geografica: Nord Email: info@mveventi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: ALIMENTA LA MENTE!: In forma di pane - Pane al pane Introduzione: ALIMENTA LA MENTE! in collaborazione con Mediateca Santa Teresa 14 /30 Aprile 2015 Mediateca Santa Teresa - Via della Moscova, 28 Milano IN FORMA DI PANE Inaugurazione 14 aprile ore 18,00 Coordinamento Tiziana Mazzali. A cura di Valentina Maniero. Contributi di Laura Guzzonato, Roberto Alvaro.> 23 aprile ore 11,00 conferenza ore 14,30 laboratorio I PANI RITUALI SARDI a cura di Graziella Pisu. Lettura di un breve racconto di Adriana Braga. 27 aprile ore 11,00 IL TAO NEL QUOTIDIANO, cucina, medicina, pittura conferenza di Diana Lomeihing, segue degustazione di cibo cinese PANE AL PANE Inaugurazione 14 aprile ore 18,00, performance di Francesco Ceriani. Descrizione: IN FORMA DI PANE L’Italia ha una ricchissima tradizione di ricette per preparare il pane. Nei tempi antichi il pane era confezionato dalle donne, generatrici e custodi della vita di cui il cibo è fonte essenziale secondo una procedura consolidata che variava a seconda delle regioni, dei singoli paesi e delle diverse classi sociali. Nel nostro Paese la parola pane infatti designa innumerevoli varietà di forme e di impasti strettamente connessi alla storia e alla cultura del territorio che lo ha prodotto. La mostra presenterà i prodotti più rappresentativi delle regioni italiane mettendo in evidenza i legami storico-culturali con i luoghi di provenienza. Una carrellata di pani che attesta la varietà, ricca di sfumature e profumi che l’Italia è in grado di proporre anche in quest’ambito. Una sezione della mostra sarà dedicata al pane cerimoniale sardo, che nella tradizione locale occupa un posto di grande rilievo: da secoli è considerato un elemento sacro e da cibo indispensabile e quotidiano diventa una vera opera d’arte carica di significati rituali. Il 23 aprile ci introdurrà in questo mondo di racconti e di riti tramandati in origine solo oralmente Graziella Pisu, maestra nella tecnica del pane rituale, che ha dedicato parte della sua vita a trasmettere il suo sapere agli studenti delle scuole sarde, perchè non venisse persa la memoria di una tradizione così importante. All’incontro verrà fatto seguire un laboratorio pratico (con preiscrizione) per 20 persone, che vorranno cimentarsi in questa artistica avventura. Infine il 27 aprile Diana Lomeihing cinese di nascita, milanese di adozione, ci introdurrà nell’affascinante mondo della cucina orientale. Il buon cuoco cinese ha un semplice segreto: tutti gli ingredienti, pregiati o meno, devono essere combinati in modo che la componente Yin non possa fare a meno dell’aiuto portato dallo Yang, e viceversa! Ogni cosa, perché ne sia esaltata la qualità, necessita del concorso del suo opposto e complementare, esiste sempre una mutua attrazione tra Yin e Yang…E’ proprio questa la radice del modo di pensare e di sentire dei cinesi dalla medicina alla dietetica, alla pittura. PANE AL PANE La mostra propone una raccolta di opere di autori contemporanei dedicate al pane come cibo per il corpo e come nutrimento dello spirito. Una sorprendente raccolta di lavori che, come in una caccia al tesoro, il pubblico è invitato a scoprire nei cunicoli della Mediateca. Dalla michetta di rete di ferro di Chen Li ai frammenti antropomorfi di Max Bottino, dalle installazioni di Lalla Lusso e Alessandra Serra alle microsculture di pane di Marcello Sestito in una alternanza che propone le numerose possibilità del contemporaneo. Questo appuntamento, il primo del 2015 e sesto delle iniziative Non di solo pane, affronta con opere inedite al progetto l’eterna correlazione tra corpo e spirito offrendoci risposte adeguate al momento storico di di grande trasformazione come quello che stiamo vivendo. In un contesto come quello attuale, dove etica e valori di riferimento delle generazioni che ci hanno preceduto non sono più attuali, l’arte ha il compito di segnalare problemi, indicare nuove spunti di riflessione e aiutarci a capire cosa siamo e soprattutto cosa vogliamo diventare. Un invito irrinunciabile perché proposto con la magia della poesia e della suggestione. Mediateca Santa Teresa è l’archivio delle risorse digitali e sezione multimediale della storica Biblioteca Nazionale Braidense. Sita nel centralissimo quartiere di Brera, in una chiesa settecentesca arditamente restaurata, è centro d’informazione e formazione, punto d’incontro, di dibattito e di promozione culturale. Finestra sul mondo, è uno dei luoghi dove si costruisce la nuova cittadinanza senza confini, pur testimoniando con le proprie raccolte la sua specificità italiana e per questo rappresenta luogo ideale per promuovere, accogliere e sostenere manifestazioni ed eventi legati ai temi dell’Expo 2015. SBLU_spazioalbello è un’Associazione Culturale senza fini di lucro, fondata e diretta da Susanna Vallebona, che si propone di promuovere la creatività in tutti i suoi aspetti con il desiderio di divulgare la produzione di chi è impegnato nella ricerca di armonie visive nella contemporaneità. Accanto agli artisti affermati propone pittori, scultori, giovani emergenti, ma anche grafici, designer e fotografi, che affiancano alla loro attività professionale un percorso di ricerca personale, con la speranza di contribuire alla diffusione di quell’attività artistica che spesso rimane nella sfera del privato. Avviato nel 2007 ha al proprio attivo più di 60 mostre. Informazioni al pubblico: Mediateca Tel. 02 36 61 59 tiziana.mazzali@beniculturali.it www.mediabrera.it Uffici stampa: Cervellini & Partners Tel. 0331/ 07.33.65, 0331/07.33.67 info@cervellini.it cervellini@cervellini.it SBLU_spazioalbello Tel. 02/ 48.000.291 (ore ufficio) spazioalbello@esseblu.it Inizio: 14/04/2015 Fine: 30/04/2015 Indirizzo: Via della Moscova, 28, Milano Spazio: Mediateca Santa Teresa Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Hologram Introduzione: Giacomo Failla Hologram Palazzo Ziino - via Dante, 53 - Palermo Inaugurazione: 20 marzo ore 18 La mostra resterà aperta fino al 10 aprile. Lunedì-sabato: 9,30-18,30. Ingresso libero In Giacomo Failla l'emotività espressiva non può essere separata dal colore: li risiede tutta la forza della sua creatività. L’artista catanese ritorna dopo due anni a Palermo con una sua nuova personale, Hologram, curata da Anna Maria Ruta e Giacomo Fanale, che si inaugura venerdì 20 marzo alle 18 a Palazzo Ziino (via Dante 53), sotto il patrocinio del Comune. A distanza dall’ultima mostra, a Palazzo Sant’Elia, Giacomo Failla propone una nuova serie di quadri che “assorbono” interamente lo spazio e le piccole sale del palazzo: non è un artista da penombre come non è artista figurativo in senso lato, la sua luce e il suo tratto sono espressione di un figurativo ancestrale che, in questi ultimi lavori – inediti, pensati proprio per la mostra palermitana -, guarda profondamente alla Pop Art e vuole ulteriormente stupire con una riflessione ed una riproposizione dei suoi legami indiscussi con l'arte americana. Ogni acrilico ha un rimando, una Madelaine ad un fatto, un aspetto, un personaggio, un amico di ieri: ogni immagine viene filtrata e rielaborata su scala Descrizione: Hologram, una nuova personale dell'artista catanese Giacomo Failla che ritorna dopo due anni a Palermo, a Palazzo Ziino. Acrilici e inediti che guardano molto alla Pop Art rivisitata in chiave intimista Inizio: 20/03/2015 Fine: 10/04/2015 Indirizzo: Via Dante 53 . Palermo Spazio: Palazzo Ziino Area geografica: Sud Email: simonettatrovato@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Shinya Sakuray- E intanto fioriscono i ciliegi... Introduzione: Mentre in Giappone fioriscono i ciliegi, la pioggia di colore di Sakurai invita a meditare sulla bellezza e sulla caducità della vita con un'attenta indagine neo-pop sul segno e sul valore dell'icona, unendo la velocità dell'Occidente ai mille lenti rituali di un Oriente ancora lontano.. Descrizione: E intanto fioriscono i ciliegi…questo il suggestivo titolo della personale a cura di Raffaella A. Caruso con cui la Galleria Eidos Immagini Contemporanea presenta Shinya Sakurai. Giovane artista nipponico, allievo dei Maestri del Gutai, laureato in Belle Arti ad Osaka ed ancora in scenografia a Torino presso l’Accademia Albertina, opera con il suo lavoro un perfetto sincretismo tra oriente ed occidente, contemporaneità e tradizione. Il suo neo pop segnico, nonostante il colore che invade la tela e che lo avvicinerebbe in superficie al pop fluo di Takakashi Murakami, è ben lontano dalla civiltà dei consumi e rappresenta invece una raffinata indagine sul valore concettuale e semantico dell’icona. Lavori lenti e meditati, apparentemente lontani dalla gestualità dei Gutai spesso erroneamente assimilata ad una sorta di action painting, laddove è invece attenzione alla materia, rispetto e possibilità tutta orientale di lasciarla parlare. Così Sakurai prepara le sue tele intingendo nel colore il tessuto annodato con l’antica tecnica dello shibori, dando spessore “rituale” alla reiterazione del suo segno: cuori, bottoni, teschi, croci, lacrime e celle di colore. Pur appartenendo a tre generazioni successive a quella che ha vissuto nella carne la devastazione della guerra, anche Sakurai, nato ad Hiroshima, non può dimenticare. E’ giovane e vive della speranza del colore, ma ha ben presente la potenza demoniaca dell’atomica e degli sconvolgimenti della natura, cui la sua patria lo ha abituato, la bella e terribile alternanza tra morte e rinascita. Come scrive Raffaella a. Caruso nel testo in catalogo: “E’ il passaggio dalla vita alla morte e viceversa che mi ha fatto scegliere l’Hanami, la fioritura dei ciliegi come rituale simbolo di questa esposizione (oltre all’avere poi appreso con stupore che in giapponese sakura significa proprio ciliegio…). Tra la fine di marzo ed i primi di aprile le famiglie si riuniscono nei parchi ovunque ci sia un ciliegio in fiore: attraverso l’epifania di fioriture incredibili i giapponesi riscoprono i ritmi rurali della loro terra festeggiando la vita che si rinnova, ricordando quanto di questo si debba gioire poiché basta un soffio a far cadere i petali a terra, copiosi.” Inizio: 02/04/2015 Fine: 04/05/2015 Indirizzo: piazza Roma 11 Asti Spazio: Eidos Immagini Contemporanee Area geografica: Nord Email: galleria.eidos@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.galleriaeidos.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Artisti di Unika a Sabbioneta Introduzione: Gli Artisti gardenesi del gruppo "Unika" in mostra al contemporanea per offrire al turismo culturale un altro motivo di richiamo, creando il Forum Artis Mvsevm, che ha sede nell’ex Convento dei Servi di Maria (Piazza Libreria Grande, 1). Dal 28 marzo. Descrizione: Gli artisti di Unika a Sabbioneta Sabbioneta (Mantova), Forum Artis Mvsevm ex Convento dei Servi di Maria, Piazza Libreria Grande, 1 28 marzo – 23 aprile 2015 La città di Sabbioneta, in provincia di Mantova, fu fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna tra il 1554 e il 1591. Posta su un terreno alluvionale tra i fiumi Po e Oglio, nonché lungo il tracciato dell’antica via Vitelliana, occupava una posizione strategica nel cuore della pianura padana. Costruita in base ai principi umanistici della città ideale, ospita al suo interno diversi monumenti quali il Palazzo Ducale, il Teatro all’Antica progettato da Vincenzo Scamozzi, primo edificio teatrale dell’epoca moderna costruito appositamente per tale funzione, la superba Galleria degli Antichi (la terza galleria più lunga d’Italia dopo quella degli Uffizi a Firenze e la Galleria delle carte geografiche in Vaticano), il Palazzo Giardino, le chiese dell’Assunta, dell’Incoronata, del Carmine, la Sinagoga e lo storico quartiere ebraico. Ricco di splendidi gioielli architettonici è poi tutto il suo territorio circostante. Sabbioneta, dichiarata nel 2008 Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, non paga di poter mostrare al visitatore soltanto le perle del suo eccezionale patrimonio artistico, che riflette il suo splendido e glorioso passato, ha voluto da tempo “aprirsi” all’arte contemporanea per offrire al turismo culturale un altro motivo di richiamo, creando il Forum Artis Mvsevm, che ha sede nell’ex Convento dei Servi di Maria (Piazza Libreria Grande, 1). In questa sede il 28 marzo, alle ore17,30 verrà inaugurata la mostra “Gli artisti di Unika a Sabbioneta”, organizzata con la collaborazione di Augusto Medici della Contemporart di Nonantola (Modena), che presenta una selezione delle opere più recenti realizzate dagli artisti di Unika, nata nell’anno 1994 dal sodalizio di vari artigiani artistici – scultori, doratori, policromatori e decoratori – in Val Gardena, che ha come obiettivi principali la promozione, il marketing delle proprie opere e la presentazione dei vari mestieri appartenenti all’artigianato artistico. Unika sta per unicità dell’opera d’arte e sottolinea l’aspetto creativo e inimitabile dell’opera creata dagli scultori e pittori della Val Gardena, una “unicità”. Il gruppo attualmente comprende oltre quaranta artisti, di cui circa trenta partecipano ogni anno alla manifestazione “Unika – scultori in fiera” ad Ortisei, che ha luogo ogni anno nella seconda metà d’agosto. Pur condividendo matrici culturali e artistiche, che affondano in antiche tradizioni artigianali, gli artisti gardenesi hanno poi intrapreso e sviluppato percorsi assolutamente autonomi e originali. Unika, infatti, offre una vasta e straordinaria gamma di sculture e pitture, oltre all’impiego di tecniche assai diversificate, che è ricca e variegata proprio come la personalità degli artisti: dall’artigianato artistico tradizionale all’arte contemporanea, dal figurativo all’astratto, con grande varietà dei soggetti, che spaziano dall’arte sacra a motivi più propriamente profani. “Creatività, flessibilità e individualità sono i segni distintivi del gruppo, ma anche di ogni singolo artista - sottolinea Filip Moroder Doss, presidente di Unika, che con il suo lavoro da anni offre un importante contributo artistico alla diffusione delle saghe delle dolomiti e della tradizione culturale ladina -; ciascun artista trasferisce nelle proprie opere la sua storia, la sua competenza e tutta la sua esperienza. Questa eterogeneità è una grande ricchezza per la nostra associazione. I pezzi unici realizzati dai suoi membri abbracciano sia temi classici e sacri, sia temi che si pongono in maniera critica nei confronti della società. Da diversi secoli ormai quest’arte è elemento centrale nella vita economica e artistica della valle, ma nonostante la sua storia così antica l’artigianato artistico non è assolutamente passato di moda, anzi è vivo e seguito oggi più che mai”. Gli artisti presenti in questa rassegna sono: Livio Comploi, Thomas Comploi, Diego Deiana, Fabian Demetz, Lorenz Demetz, Georg Pilat Demetz, Giovanni Demetz Sulé, Armin Grunt, Christian Stl Holzknecht, Sigmund Holzknecht, Norbert Insam de Trëbe, Klaus Insam, Adolf Andreas Kostner, Matthias Kostner, Filip Moroder Doss, Gerard Moroder, Gregor Mussner, Hubert Mussner, Josef Mussner Zorz, Walter Pancheri, Andrea Perathoner, Eric Perathoner, Roland Perathoner, Samuel Perathoner, Stefan Perathoner, Ivo Piazza, Otto Piazza, Oswald Rifesser, Alfons Ruggaldier, Fabrizio Senoner, Klaus Senoner, Richard Senoner, Vinzenz Senoner, Egon Stuflesser, Adolf Vinatzer. La storia ultraventennale di Unika è costellata di tanti sviluppi positivi, non ultimo il fatto di aver saputo offrire, e di continuare ad offrire, a diversi giovani artisti della valle, una “rampa di lancio” per la loro evoluzione creativa personale, spesso con risultati eccellenti, tali da assicurare una presenza sempre più importante dell’associazione sul territorio e un suo determinante contributo nella crescita delle prossime generazioni nella creatività e nella produzione artistica della Val Gardena, che il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che vi trascorreva puntualmente le sue vacanze, ebbe a definire “la valle più bella del mondo”. Orario: tutti i giorni dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 18,30 Ingresso: libero Informazioni: Contemporart: tel. 059 541129 - contemporart@contemporart.it Unika: mob. 339.1792227 – info@unika.org – www.unika.org Ufficio Stampa Michele De Luca, Roma - cell. 3338264292 – micheledeluca6@gmail.com Inizio: 28/03/2015 Fine: 23/04/2015 Indirizzo: Piazza Libreria Grande 1 - Sabbioneta Spazio: Forum Artis Mvsevm Area geografica: Nord Email: micheledeluca6@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Interloqui Sinergici tra Sol Levante e Luna Ponente Introduzione: La Presidenza del Consiglio Comunale di Arezzo dal 26 Marzo al 30 Aprile 2015, ospita nello spazio della suggestiva e prestigiosa cornice del Loggiato del Palazzo Comunale, al 2°piano, la mostra di arte figurativa Interloqui Sinergici tra Sol Levante e Luna Ponente, degli artisti Tetsuji Endo e Massimo Triolo, presentata e curata da Rita Carioti. L’inaugurazione della mostra si terrà giovedì 26 Marzo 2015 alle ore 18:30. Descrizione: La Presidenza del Consiglio Comunale di Arezzo dal 26 Marzo al 30 Aprile 2015, ospita nello spazio della suggestiva e prestigiosa cornice del Loggiato del Palazzo Comunale, al 2°piano, la mostra di arte figurativa Interloqui Sinergici tra Sol Levante e Luna Ponente, degli artisti Tetsuji Endo e Massimo Triolo, presentata e curata da Rita Carioti. L’inaugurazione della mostra si terrà giovedì 26 Marzo 2015 alle ore 18:30. Presidente del Consiglio Comunale di Arezzo In questa epoca di globalizzazione, è sempre più frequente osservare come variegati popoli di differente provenienza, estrazione culturale, e tradizioni, si trovino a conoscersi confrontarsi e condividere insieme costruttive esperienze di vita. Gli artisti di questa mostra, il giaponese Tetsuji Endo e l’italiano Massimo Triolo ne sono uno speciale esempio. E’ interessante notare che pur avendo radici spazialmente così distanti, e formazioni culturali così differenti, nell’arte che li accomuna, quella figurativa, che ognuno ha separatamente coltivato nel corso del tempo, nell’attimo del loro incontro si siano trovati sinergicamente così vicini. Nonostante le personali opposte visioni rappresentative, talvolta le loro opere si rivelano affini non soltanto nella forma espressiva ma anche nei rispettivi contenuti. Pur essendo il personale tratto stilistico differente per carattere, minuzioso elegante e morbido ma deciso quello di Tetsuji, dettagliato forte contrastato e incisivo quello di Massimo, alcuni dei soggetti da entrambe raffigurati hanno una inaspettata comune intenzionalità creativa, introspettiva, poetica, onirica lirica e narrativa. Da ciò ne scaturisce una insolita spontanea induzione degli artisti a realizzare sullo stesso foglio una significativa opera a quattro mani. Tal gesto, dettato dall’intrinseco amore per l’Arte, nell’arte dell’Incontro, non diviene in essere solo un originale e condiviso atto creativo, ma solca e lascia indelebile traccia di una ulteriore originale e squisita umana rivelazione, che va oltre qualsiasi astruso preconcetto e supera, con l’anima e il cuore, anche la più effimera barriera. Rita Carioti Curatrice della mostra Inizio: 26/03/2015 Fine: 30/04/2015 Indirizzo: Piazza della libertà, 1, Arezzo Spazio: Loggiato del Palazzo Comunale di Arezzo Area geografica: Centro Email: nuovacomunicativa@alice.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.ritacarioti.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Viaggiatori Vegetali Introduzione: “Si spostano in silenzio, secondo i venti e secondo il caso, che organizza i dettagli e usa tutti i vettori possibili, dalle correnti marine alle suole delle scarpe [...]”. Gilles Clément 'Elogio delle vagabonde’. RossoSegnale è orgoglioso di ospitare un meraviglioso viaggio, fatto di installazioni e di opere d’arte vegetali, frutto della genialità artistica e botanica di “VerdeOfficina”. Un percorso bellissimo e divertente che animerà, con un tocco di follia onirica, la galleria, il giardino, il terrazzo e gli spazi d’arte di RossoSegnale. Descrizione: Viaggiatori Vegetali “Si spostano in silenzio, secondo i venti e secondo il caso, che organizza i dettagli e usa tutti i vettori possibili, dalle correnti marine alle suole delle scarpe [...]”. Gilles Clément 'Elogio delle vagabonde’. RossoSegnale è orgoglioso di ospitare un meraviglioso viaggio, fatto di installazioni e di opere d’arte vegetali, frutto della genialità artistica e botanica di “VerdeOfficina”. Un percorso bellissimo e divertente che animerà, con un tocco di follia onirica, la galleria, il giardino, il terrazzo e gli spazi d’arte di RossoSegnale. Sebbene ad occhi distratti sembrino sempre immobili, in realtà le piante viaggiano e lo fanno in una precisa fase della loro vita. Racchiusa nel suo seme, come all'interno di una minuscola capsula spaziale, la plantula comincia le sue peregrinazioni, portando con sé solo quello che le servirà per nutrirsi e svilupparsi, diventando autosufficiente. Si tratta di un vero e proprio viaggio iniziatico, con sfumature talvolta fantastiche e rocambolesche, un viaggio attraverso lo spazio e il tempo in cui il seme dovrà volare, navigare, lottare contro i suoi stessi fratelli e passare attraverso le fiamme o restare sepolto sotto la neve prima di trovare un luogo da colonizzare, sia che si tratti di terre vergini che di crepe nell'asfalto urbano. All'interno di questa avventura non mancano ostilità, amicizie e alleanze con gli animali, tra cui l'uomo, che da secoli baratta con i semi la possibilità di nutrirsi in cambio di un significativo contributo alla loro dispersione. La narrazione di questi incredibili viaggi e degli arrivi in un luogo in cui finalmente mettere radici è affidata ad immagini oniriche e installazioni ironiche, in cui oggetti d'uso quotidiano, botanica e arte si fondono per formare le parole del racconto. Inizio: 08/04/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: Via Antonio Sacchini 18, Milano Spazio: RossoSegnale 3001LAB Area geografica: Milano Email: info@rossosegnale.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.verdeofficina.com/it/news/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: My myself and I Introduzione: Art Primitive Gallery E’ lieta di presentare l'Artista Sergei Bespamyatnyk con il suoi lavori “ADAM and EVE” & “Il primo kit, w/mascara” Dal 1 al 31 Marzo 2015 La mostra di Sergei si terra’ dentro la Libreria Art Molino dei libri in via Cigala 20 Sarzana La spezia Il ciclo di mostre intitolato "Me Myself and I" Frutto di una selezione attenta ai linguaggi, ai temi e al background di ognuno degli artisti, che s'ispirano alla, Outsider art, folk art e all’ Art brut. Lieti che la linea della galleria sia gradita al pubblico. Curatore Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery & Mulino Dei Libri Via cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Descrizione: Art Primitive Gallery E’ lieta di presentare l'Artista Sergei Bespamyatnyk con il suoi lavori “ADAM and EVE” & “Il primo kit, w/mascara” Dal 1 al 31 Marzo 2015 La mostra di Sergei si terra’ dentro la Libreria Art Molino dei libri in via Cigala 20 Sarzana La spezia Il ciclo di mostre intitolato "Me Myself and I" Frutto di una selezione attenta ai linguaggi, ai temi e al background di ognuno degli artisti, che s'ispirano alla, Outsider art, folk art e all’ Art brut. Lieti che la linea della galleria sia gradita al pubblico. Curatore Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery & Mulino Dei Libri Via cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Inizio: 01/04/2015 Fine: 30/04/2015 Indirizzo: via cigala 20 sarzana la spezia Spazio: Art Primitive Gallery Area geografica: Nord Email: artprimitivegallery@hotmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Ultima cetra Introduzione: Venerdì 27 marzo alle ore 18 alla Sala Paolo Alessi del Circolo della Stampa di Trieste (Corso Italia 13, 1° piano) l’arch. Marianna Accerboni presenta l’ultimo volume di liriche della scrittrice triestina Nidia Robba, intitolato “Ultima cetra” (La Mongolfiera libri, € 13,00). Condurrà l’incontro Helga Lumbar, figlia dell’autrice, pittrice e illustratrice di tutte le sue opere, che leggerà alcune rime della madre. Il libro si è già meritato in questi giorni a Tirrenia l’ambito Trofeo per le opere inedite del prestigioso Premio Messaggi d’amore organizzato dalla LAPS - Libera associazione Poeti e Scrittori. Attraverso una metrica lineare, intensa e delicata - scrive Accerboni - Nidia Robba scandisce in questo libro, l’umanissimo racconto dei suoi sentimenti e della sua vita, suddivisi in “Lodi”, “Pensieri”, “Falsità d’amore” e “Preghiere”, 4 sezioni per un totale di 70 poesie, in cui gli accadimenti personali s’intrecciano al concetto del Divino, dell’immanente e dell’Universale: una narrazione in versi contemporanea e senza tempo, intrisa di vitalità, sentimento e saggezza. Descrizione: Venerdì 27 marzo alle ore 18 alla Sala Paolo Alessi del Circolo della Stampa di Trieste (Corso Italia 13, 1° piano) l’arch. Marianna Accerboni presenta l’ultimo volume di liriche della scrittrice triestina Nidia Robba, intitolato “Ultima cetra” (La Mongolfiera libri, € 13,00). Condurrà l’incontro Helga Lumbar, figlia dell’autrice, pittrice e illustratrice di tutte le sue opere, che leggerà alcune rime della madre. Il libro si è già meritato in questi giorni a Tirrenia l’ambito Trofeo per le opere inedite del prestigioso Premio Messaggi d’amore organizzato dalla LAPS - Libera associazione Poeti e Scrittori. Attraverso una metrica lineare, intensa e delicata - scrive Accerboni - Nidia Robba scandisce in questo libro, l’umanissimo racconto dei suoi sentimenti e della sua vita, suddivisi in “Lodi”, “Pensieri”, “Falsità d’amore” e “Preghiere”, 4 sezioni per un totale di 70 poesie, in cui gli accadimenti personali s’intrecciano al concetto del Divino, dell’immanente e dell’Universale: una narrazione in versi contemporanea e senza tempo, intrisa di vitalità, sentimento e saggezza. La scrittrice, nata nel 1924, accademica dei Micenei e insignita di numerosi premi, tra cui il Premio Città di Venezia (2007) e la targa alla carriera del Comune di Trieste (2010), giunge, con il volume di liriche “Ultima cetra”, al ventunesimo libro, tra quelli pubblicati negli ultimi 11 anni. Nel 2014, in occasione della 22° edizione del Premio Letterario Internazionale “Città di Lerici”, ha ricevuto il Gran Premio “Città di Lerici” per la Sezione Poesia, una menzione di merito nella Sezione Racconto Inedito e una nella Sezione Narrativa, assegnati con il massimo punteggio da tutti i componenti della giuria. Autrice coltissima, ha studiato alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze, città dove ha risieduto per alcuni anni e che è stata costretta a lasciare a causa del 2° conflitto mondiale. Ha viaggiato moltissimo in Italia e in Europa, soprattutto in Germania, Danimarca, Austria e Grecia, assorbendo la cultura e l’atmosfera di questi paesi, che sovente ritroviamo nei suoi scritti, composti anche secondo una personale, imprevedibile e ineludibile vena esoterica e molto spesso ambientati nella Mitteleuropa con notevoli approfondimenti storici e di costume. L’amore per la scrittura si è manifestato fin dall’infanzia e a diciott’anni ha scritto il primo romanzo, ispirandosi spesso alla natura e agli amati animali che abitano nell’antico giardino di Rozzol, intorno alla sua casa del 1° novecento, rimasta intatta. Numerosissime sono le sue poesie, ma per decenni, fino al ’78, la scrittrice ha gettato nel fuoco le sue opere, a causa di una sorta d’intimo pudore, iniziando a pubblicare solo nel 2002 per l’interessamento della figlia. Ha pubblicato nell’ambito della poesia: Trieste la linda (2002), Raggi d’amore (2003), Sotto il segno della nebulosa (2004), Cinquant’anni in fiore (2004), Schermo (2005), I quadri dell’anima (2006), Il filo fiorito (2008), Dedicato a…(2009), Quinto elemento (2010), Dileto dialeto (2011). Nell’ambito della narrativa: La cetra d’oro (2006), Il sortilegio della città rosa (2006), La verità falsa (2007), L’angelo nello specchio (2008), I carati dell’amore (2009), Un uomo di neve (2009), Castel Rovino (2010), Lo schiaffo (2011), La nebbia Realtà - Evocazione (2012), Dalla parte del perdente (2013. È presente nel Dizionario Hammerle degli autori di Trieste, dell'Isontino, dell'Istria e della Dalmazia dal 13° secolo a oggi. DOVE: Circolo della Stampa di Trieste - Sala Paolo Alessi - Corso Italia 13 (1° piano) - Trieste QUANDO: 27 marzo 2015 ore 18.00 A CURA DI: Marianna Accerboni INFO: 335 6750946 Con cortese preghiera di pubblicazione/ diffusione Inizio: 27/03/2015 Fine: 27/03/2015 Indirizzo: Corso Italia 13 (1° piano) Spazio: Circolo della Stampa di Trieste - Sala Paolo Alessi Area geografica: Nord Email: assostampafvg@tiscali.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: I gioielli del Ruanda. Autonomia e imprenditorialità per le donne del Ruanda Introduzione: L’esposizione, organizzata in collaborazione con Soroptimist International d’Italia Club di Venezia, propone una sessantina di creazioni (anelli, bracciali, orecchini) realizzate in fibre naturali intrecciate e inserti in argento da artigiani e designer ruandesi e italiani. Descrizione: La mostra fa parte del progetto Atelier Ruanda - curato da Geneviève Henrot Sostero, con la supervisione di Patrizia Salmoiraghi, coordinatrice nazionale Soroptimist dei progetti per l’Africa - che si propone di rinnovare e diversificare l’artigianato locale partendo dalle risorse umane, dai materiali, dalle usanze e dalle tecniche specifiche del territorio. Atelier Ruanda nasce da un’idea della scultrice Bettina Scholl Sabbatini, che ha recuperato l’antica tecnica ruandese dell’agaseke, rivisitandola in chiave design. Il club Soroptimist di San Marino, insieme al club di Kigali, nel 2007 ha colto quest’idea e ha individuato dei designer interessati a promuovere ricerche fondate sull’uso delle fibre naturali, proponendo il gioiello come oggetto di studio. In Ruanda la vannerie d’art è l’arte di tessere e intrecciare fibre vegetali per foggiare oggetti e l’iniziativa di Atelier Ruanda ha come scopo primario proprio la salvaguardia e la valorizzazione di questo tipo di artigianato, un “saper fare” che al giorno d’oggi rappresenta un patrimonio da salvaguardare. Si tratta di un settore che nel corso del tempo ha risentito dell’impatto con la civiltà occidentale ma che può ancora giocare un ruolo socio-economico molto importante. L’Unione Soroptimist d’Italia ha abbracciato con fiducia il progetto e il Club Soroptimist di Venezia si inserisce, con la mostra del Florian, in un fitto programma di conferenze, viaggi e campagne per raccolte fondi organizzate dall’Associazione. Dal 2008, anno in cui si tenne la prima mostra dell’Atelier Ruanda, sono state moltissime le iniziative a livello nazionale e internazionale che hanno permesso lo scambio diretto e reciproco di conoscenze e competenze tra le artigiane ruandesi e gli studenti in design d’Italia, di San Marino e di altri paesi del mondo. Un unico obiettivo, innalzare un materiale povero ad un alto valore simbolico e commerciale, è sfociato nella creazione di gioielli diversissimi tra loro e dalla potente personalità. Gli inserti in argento degli oggetti in mostra al Florian sono stati creati, sulla base di disegni realizzati da alcuni istituti italiani di design, da una cooperativa artigianale orafa di Vicenza, Primavera 85, con cui i club Soroptimist hanno recentemente avviato una collaborazione finalizzata all’occupazione dei diversamente abili e a garantire una lavorazione dei metalli di ottima qualità e finitura. Alcuni degli oggetti presenti al Florian fanno parte della prima collezione esposta in una mostra a Firenze nel 2010 e oggi conservata a Palazzo Pitti. Inizio: 26/03/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Piazza San Marco 57, Venezia Spazio: Caffè Florian Area geografica: Nord Email: press@studiocalliandro.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Piano di Fuga 2015 Introduzione: Dal 13 al 26 aprile 2015 Circoloquadro Via Genova Giovanni Thaon de Revel, 21 Milano Descrizione: Il Progetto Dal 13 al 26 aprile 2015 inaugura presso l’Associazione culturale Circoloquadro il progetto “Piano di Fuga. Base di appoggio, base di lancio” promosso dal laboratorio creativo Area3. Il progetto, nato con l’intento di dare un significato nuovo a un oggetto della nostra quotidianità, parte dall’idea di trasformare la sedia, concepita come elemento di arredo statico, nonché come piano di appoggio per il corpo, in un possibile piano di fuga per la fantasia, mezzo ideale per intraprendere viaggi da raccontare e condividere. Dieci artisti sono stati invitati a personalizzare con il proprio intervento personale le sedie: utilizzando le sole parti in legno come supporto e scegliendo la tecnica da loro ritenuta più opportuna, gli artisti hanno reso ogni pezzo unico. Da puro elemento funzionale e di arredo, la sedia si trasforma così in punto di incontro tra arte e design e quindi in base di lancio per la creatività. Presso la sede di Circoloquadro, spazio dedicato alle arti visive del contemporaneo che ospita il progetto, le sedie verranno presentate al pubblico, con la possibilità, per chi lo desidera, di acquistarle in loco, oppure sul sito www.area3-mi.com/artecomoda/. Gli artisti chiamati a dare il loro contributo sono Malvina Berti, Stefano Cerioli, Marco Dal Cin, Massimo Dalla Pola, Eracle Dartizio, Flavia Gaglini, Francesco Messina, Chiara Paderi, Michael Rotondi e Anna Turina. Inizio: 13/04/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Via Genova Giovanni Thaon de Revel 21, Milano Spazio: Circoloquadro Area geografica: Nord Email: info@area3-mi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/events/398692133646199/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Davide Bramante - NOVE Introduzione: NOVE | DAVIDE BRAMANTE + Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet RISO, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia Corso Vittorio Emanuele 365 - 90134 Palermo www.palazzoriso.it Inaugurazione sabato 04 aprile, ore 17:00 Aperta fino al 3 maggio 2015 orari: martedì, mercoledì, domenica 10.00 – 20.00 giovedì, venerdì, sabato 10.00 - 24.00; lunedì chiuso. La biglietteria chiude mezz'ora prima della chiusura del Museo. Ingressi: intero € 6,00 | ridotto € 3,00 Contatti stampa: Rosaria Raffaele Addamo - museo.riso.bci.uo2@regione.sicilia.it +39 335 7957040 Ludovico Gippetto - comunicazione@palazzoriso.it +39 380 3676787 DAVIDE BRAMANTE – NOVE GAM - Galleria d’Arte Moderna Via Sant’Anna 21 - 90133 Palermo Inaugurazione sabato 04 aprile, ore 19:00 Aperta fino al 17 maggio 2015 orari: martedì - domenica ore 9.30 – 18.30, lunedì chiuso; la biglietteria chiude alle ore 17.30 Ingressi: intero € 6,00 | ridotto € 4,00 | cumulativo mostra + museo € 9,00 Comunicazione Galleria d’Arte Moderna Ufficio stampa: Antonio Gerbino +39 091 8431605 – +39 335 413512 – press@gampalermo.it Rosanna Piscione Comunicazione RizzutoGallery Tiziana Pantaleo +39 091 526843 – +39 347 8623799 tizianapantaleo@rizzutoarte.com Eva Oliveri evaoliveri@rizzutoarte.com Descrizione: NOVE è il titolo di un ampio progetto - promosso dall’Assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana e realizzato dal Museo Regionale d'Arte Contemporanea Palazzo Belmonte Riso, dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e dall’Associazione Ars Mediterranea, in collaborazione con la RizzutoGallery - che ha al centro il lavoro del fotografo Davide Bramante e costituisce un momento significativo nella sua prolifica e cosmopolita carriera. Bramante realizza le sue opere fotografiche con la tecnica della esposizione multipla in fase di ripresa, risultato di più scatti (da quattro a nove) sulla stessa porzione di pellicola, caratteristica distintiva unica che ha assicurato a Bramante un posto più che meritato nella fotografia d’arte. Ne risultano visioni simultanee di grandi città, porzioni assemblate dei suoi tanti viaggi e dei suoi pensieri, opere d’arte suggestive e seducenti dove i luoghi più rappresentativi di ogni città riescono a convivere diventando interpretazioni dello spirito collettivo. La sovrapposizione è una delle tecniche più affascinanti della fotografia ma usata molto di più nel cinema. Bramante la usa per uscire, andare in giro per il mondo e catturare immagini, e invece che ricondurle a un reportage documentario, lo fa diventare un’opera a parte, un altro mondo. Il progetto espositivo si articola nelle due sedi museali. Riso, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia NOVE | DAVIDE BRAMANTE + Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet NOVE sta per i nove artisti coinvolti nell'evento, personalmente invitati da Davide Bramante. Nelle sale di Palazzo Belmonte Riso si creerà un dialogo tra le opere di Davide Bramante e quelle degli artisti chiamati a dialogarci; tra i lightbox e le sculture “luminose” del fotografo saranno esposti i lavori di Stefano Cumia, Gianni Di Rosa, Donatella Lombardo, Massimiliano Pelletti, Perino & Vele, Roberto Pugliese, Turi Rapisarda, Giulio Zanet. E proprio partendo dall’input delle sue opere luminose, Bramante ha idealmente pensato questa mostra come una dedica alla luce, o meglio alla relazione che si instaura con questo elemento, indispensabile e imprescindibile per la creazione, e per certi versi la sua comprensione. Il 2015 è stato proclamato d’Assemblea Generale delle Nazioni Unite “Anno internazionale della Luce” con l’obiettivo di accrescere la conoscenza e la consapevolezza di ciascuno di noi sul modo in cui le tecnologie basate sulla luce promuovano lo sviluppo sostenibile e forniscano soluzioni alle sfide globali. È ben noto che nell’arte la luce - naturale o artificiale - svolge un ruolo fondamentale, e da sempre la ricerca della luce è una delle grandi sfide affrontate dagli artisti, impegnati a catturarne il valore simbolico e concreto. Dall’occhio al cervello, la luce permette di mettere in atto i meccanismi della visione e di percepire forme e colori, e negli ultimi cento anni, le novità tecnologiche hanno offerto nuovi percorsi artistici; la luce è diventata un medium carico di valenza e significati, e oggi le ricerche espressive costruite sulla luce e sulla illuminotecnica caratterizzano i lavori di molti artisti contemporanei che sperimentando coraggiosamente e facendo scelte audaci utilizzano la luce con nuovi obiettivi, in stretta relazione ai nuovi linguaggi e alla nuove tecnologie. GAM - Galleria d’Arte Moderna DAVIDE BRAMANTE | NOVE Con la mostra alla GAM - il cui titolo allude sinteticamente al numero delle province siciliane – Bramante compie una “indagine” sulle opere che si trovano sul territorio dell’Isola e che nel corso degli anni sono state acquisite da collezionisti siciliani, oltre a voler essere un modo per ringraziare pubblicamente coloro che hanno creduto e credono nel suo lavoro. La mostra parte infatti da un primo grande nucleo di opere provenienti da collezioni siciliane. Dopo aver girato il mondo e fotografato centinaia di città realizzando migliaia di scatti, per il “globetrotter” Bramante - le cui opere si trovano in molte prestigiose collezioni sul territorio nazionale ed internazionale - questa esposizione è forse soprattutto un tributo alla sua Sicilia, terra ricca di storie, di passaggi, di dominazioni, di stratificazioni e di immagini che inevitabilmente hanno contribuito alla formazione del suo DNA artistico. Oltre al nucleo centrale di opere, il percorso espositivo si articolerà in altre tre sezioni tematiche. Una si compone di 3 nuove Photos di medio/grande formato, inedite e realizzate in omaggio a Palermo appositamente per questa mostra, la seconda è una serie di acquarelli su foto, la terza è un nuovissimo ed inedito progetto di opere stampate su tessuto, realizzate in collaborazione con la Seteria Argenti di Como. Nato a Siracusa nel 1970, Davide Bramante si è formato a Torino, alla prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti. Il suo curriculum artistico annovera numerose esperienze a livello internazionale, ha all’attivo oltre sessanta mostre tra personali e collettive in Musei, Fondazioni e Gallerie nazionali ed estere, tra cui il MoMA New York Museum, il MACI di Isernia, il Palazzo delle Papesse di Siena e il Kunsthaus Tacheles di Berlino. Con il patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Progetto: Ars Mediterranea e RizzutoGallery, con il sostegno di Elenka s.r.l. Catalogo con testi di Leoluca Orlando, Andrea Cusumano, Antonella Purpura, Valeria Li Vigni, Elio Grazioli, Tiziana Pantaleo, edito da Afa/Glifo edizioni. Sponsor tecnici: Cantina Settesoli, Hotel Principe di Villafranca, Hotel Plaza Opera, Palermo, C&S congressi ed eventi. Inizio: 04/04/2015 Fine: 17/05/2015 Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele 365 Palermo Spazio: RISO, Museo d'Arte Contemporanea della Sicilia | GAM - Galleria d’Arte Moderna Area geografica: Sud Email: tizianapantaleo@rizzutoarte.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Renata Boero. Inclusioni Introduzione: Renata Boero porta alla Sinagoga di Casale Monferrato le sue "Inclusioni". Visitabile sino a domenica 19 aprile l'installazione site specific di Renata Boero nello spazio barocco della Sinagoga di Casale Descrizione: La Comunità Ebraica di Casale Monferrato ospita domenica 29 marzo un’artista straordinaria che porta la sua opera proprio nel cuore del complesso museale: la celebre Sinagoga barocca da più di 400 anni simbolo della rappresentanza ebraica in città. Renata Boero, è un'artista che si è spesso confrontata con il tema della religione, della natura e del tempo (le sue opere sono tra l'altro anche al museo diocesano di Milano). Il che rende particolarmente interessante il lavoro dal titolo Inclusioni che sarà inaugurata alle ore 17 di domenica. Con un dibattito che vede il coinvolgimento di Daria Carmi. “Dalla piacevole frequentazione dell’amico Elio Carmi, è nata l’idea di un mio intervento all’interno del Tempio - spiega Renata - luogo per eccellenza della memoria e del senza tempo. Ho cercato di contenere la mia abituale esuberanza e limitare il mio intervento a tre momenti all’interno del Tempio. Ai bordi perimetrali,sui due lati, ho disposto piccoli contenitori trasparenti ricolmi delle essenze che costituiscono il mio alfabeto naturale. Vivo materiale che sprigiona aromi e profumi che riaccendono “il tempo perduto”. Ai lati del tabernacolo due cilindri trasparenti che contengono “fiori di carta”, germinazioni, piccole pagine costituite da vibrazioni di un unico colore che varia da un rosa pallido a un porpora intenso generato da un unico parassita simbolico del ciclo della vita. Infine un grande telero a coprire il tabernacolo. Brandelli di memoria che diventano colore, che diventa respirazione che insufla la materia ci “vita” propria, che diventa viaggio che ritorna Inizio: 29/03/2015 Fine: 19/04/2015 Indirizzo: vicolo Salomone Olper Casale Monferrato Spazio: Sinagoga di Casale Monferrato Comunità Ebraica Area geografica: Nord Email: eventiecomunicazione@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Itinerari tra design ed architettura Introduzione: nella zona della Stazione Centrale 14 – 19 Aprile settimana del Salone del Mobile 2015 La presentazione si terrà al Cinema Beltrade – via Oxilia 10 Milano Descrizione: nella zona della Stazione Centrale 14 – 19 Aprile settimana del Salone del Mobile 2015 La presentazione si terrà al Cinema Beltrade – via Oxilia 10 Milano lunedi 30 Marzo alle ore 10,30 dibattito, presentazione e rinfresco vi chiediamo se possibile di confermare vs presenza alla segreteria organizzativa (sigg.re Bonavia/Merigelli tel. 02.36508735) Milano zona Stazione Centrale/Loreto – Mezzi pubblici : MM2/MM3 stazione Centrale, MM1 / MM2 Loreto, TRAM 1 via Venini, Filobus 90/91Caiazzo Promossa da AARCH-MI associazione culturale per la promozione dell’architettura e del design a Milano Inizio: 14/04/2015 Fine: 19/04/2015 Indirizzo: Cinema Beltrade – via Oxilia 10 Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Terza Biennale del libro d’artista Introduzione: Inaugura Venerdi 3 aprile alle ore 17.00 al Pan di Napoli, Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la terza edizione della Biennale del libro d’artista curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma. In questa Kermesse saranno ospiti oltre 250 “opere libro”, l'Archivio “Non solo libri“ di Ruggero Maggi e gli studenti dell’Accademia di Brera e GALA - Gruppo Attivo Libro d'Artista ideato da Rosella Quintini con i progetti “É arrivato l'ambasciatore” “3Artisti3” e il progetto "Lungo la costa" la manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Descrizione: Terza Biennale del libro d’artista a cura di Giovanna Donnarumma e Gennaro Ippolito PAN Palazzo delle Arti Napoli - via Dei Mille 60, Napoli 4 aprile – 18 aprile 2015 Vernissage: venerdì 3 aprile 2015 ore 17 - PAN - Palazzo delle Arti Napoli Napoli come New York. Inaugura Venerdi 3 aprile alle ore 17.00 al Pan di Napoli, Palazzo delle Arti in via Dei Mille 60 la terza edizione della Biennale del libro d’artista curata da Gennaro Ippolito e Giovanna Donnarumma. Dopo il grande successo delle prime due edizioni Lineadarte Officina Creativa si appresta a presentare la III edizione. In questa Kermesse saranno ospiti oltre 250 “opere libro”, l'Archivio “Non solo libri“ di Ruggero Maggi e gli studenti dell’Accademia di Brera e GALA - Gruppo Attivo Libro d'Artista ideato da Rosella Quintini con i progetti “É arrivato l'ambasciatore” “3Artisti3” e il progetto "Lungo la costa" la manifestazione ha il patrocinio del Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura e al Turismo e come mediapartenership Terranostra news (www.terranostranews.it). Al centro dell’interesse sarà “l’opera libro”, che come affermava Francesco Bacone “Alcuni libri devono essere assaggiati, altri inghiottiti, e pochi masticati e digeriti.” Allora cos’è il libro d’artista? Se non è più l’involucro, lo scrigno, il contenitore di un messaggio? Se nel libro d’artista è continitore e contenuto nel contempo. E' una vera è propria opera d’arte con infinite varianti formali che sfugge alle regole. Si può considerare come primo esempio di libro d'artista il noto libro di Stéphane Mallarmé “un coup de Dés jamais n'abolira le Hasard” realizzato alla fine dell'Ottocento, in cui l'autore, scardinando ogni regola poetica, amalgama testo con immagine. Da allora il libro d'artista è divenuto pratica costante di ogni movimento artistico: dai surrealisti ai futuristi di Marinetti che realizzarono librioggetto in cui le pagine di carta vennero sostituite da fogli di metallo, vetro, cemento come le litolatte dello stesso Marinetti, l'imbullonato di Depero e le opere di Munari; dai poeti visivi come i fiorentini Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti del Gruppo 70, Ugo Carrega, Sarenco agli artisti legati al movimento dell'Arte Povera teorizzato dal critico Germano Celant; dagli artisti concettuali come Vincenzo Agnetti, Michelangelo Pistoletto ed Emilio Isgrò al Fluxus; dal Nouveau Réalisme di Pierre Restany al movimento giapponese Gutai di Shozo Shimamoto. Per arrivare alla Mail Art di Ray Johnson, che in Italia ha avuto grande seguito grazie ad autori come Vittore Baroni, Marcello Diotallevi, Gino Gini e Ruggero Maggi, che rende installazione il libro d'artista come l'opera laser “Il peccatore casuale” e “Una lunga linea silenziosa”. Nella serata inaugurale sono previste le perfomance di: Murat Onol con la collaborazione di Emre Aypar in "Sono"; Il racconto poetico e visivo di Enzo Correnti in FaRe o DiS_FaRe aRTe? , un coivolgimento dei sensi, voce, corpo ammalieranno il pubblico presente. ed infine l’azione creativa “SEMI-IN-AZIONE se il seme non 'muore' non dà frutto." di Gino Sansone e Agnese Viviana Perrella. Artisti partecipanti: Andreina Argiolas, Ciro Balzano, Mariano Bellarosa, Roberto Bergamo, Domenico Bracati, Maria Luisa Brignola, Nicoletta Bustreo, Alfonso Caccavale, Angela Caporaso, Domenico Carella, Cinzia Caretto, Francesca Cataldi & Daniel Hees, Rosaria Cecere, Valeria Chiabotto, Bruno Chiarlone, Mario Citro, Cobàs ( Mario Carchini ), Patrizia Cocchiarella, Luigi Cola, Antonio Conte, _guroga&Enzo Correnti, Maria Rosaria Cozza, Pál Csaba, Eleonora Cumer, Gioacchino D'Amore, Cecilia d'Angela, Annamaria D'Arienzo, Gianfranco De Micheli, Annibale Di Muro, Giovanna Donnarumma, Alexandra Echert, Eliot (Simona Dipasquale ), Gennaro Esca, Rita Esposito & Daniele Galdiero, Stefania Ciccarella Fix, Fausta Folano, Roberta Formisano, Cinzia Farina, Noemi Frezza, Francesco Gallo, Gralha Azul, Maria Grillo, Carla Guarino, Valerio Iermano, Gennaro Ippolito, Silvia Iuliucci, Emily Joe, Dhimitraq Kote, Mario Lagos, Pasquale Latino*, Roberta Lazzarato, Nicola Liberatore, Lucia Longo, Ruggero Maggi, Valentina Majer, Erminia Marasca Soccol &Jeanete Ecker Köhler, Viviana Marchiò, Carmela Martello, Sara Martinelli, Giordano Martone, Andrea Matarazzo, Setyo Matyandoro, Marilena Mercogliano, Monica Michelotti, Barbara Monacelli, Valentina Monari, Luigi Montefoschi, Irina Morokovskaia, Angelo Moscarino, Simona Nasta, Murat Onol, Aulo Pedicini, Ilaria Pergolesi, Angelo PIsano, Linda Poli, Teresa Polidori, Rosa Prezioso, Rosella Quintini, Bruno Regni, Benedetta Regoli, Ina Ripari, Giovanni Ruggiero, Gino (Luigi) Sansone, Chiara Savarese, Roberto Scala, Annamaria Scocozza, Anna Serrato, Carmen Sorrentino, Riccarda Stabile, Maria Strianese, Maria Tirotta, Francis V. Tiso, Marisa Traettino&Radina Springborn, Elsa Tranchesi, Ilia Tufano, Irene Tuscolano, Paolo Uttieri, Manuela Vaccaro, Diana Isa Vallini, Violante Varriale, Rosanna Veronesi, Angela Vinciguerra &Rosa Gravino, Simonetta Zanuccoli, Maria Pia Zeffirio. * = opera in collaborazione con gli artisti: Mario Ciaramella, Enzo Esposito Cumani, Riccardo Dalisi, Francesco De Rosa, Giosuè Mottola, Davide Petraglia, Clelia Prisco, Diego Sarra, Rossano Sirignano, Vittorio Vanacore e con il contributo degli studenti del Liceo Artistico di Aversa. Artisti Archivio di Ruggero Maggi "Non solo libri" Dino Aloi, Fernando Andolcetti, Salvatore Anelli, Antonio Baglivo, Calogero Barba, Piergiorgio Baroldi, Vittore Baroni, Luisa Bergamini, Carla Bertola, Giorgio Biffi, Mariella Bogliacino, Giovanni Bonanno, Antonino Bove, Rossana Bucci, Nirvana Bussadori, Rosaspina B. Canosburi, Silvia Capiluppi, Domenico Castaldi, Stefano Cerioli, Simonetta Chierici, Pino Chimenti, Cosimo Cimino, Mario Commone, Giampietro Cudin, Flaminio Da Deppo, Teo De Palma, Albina Dealessi, Marcello Diotallevi, Alessandra Finzi, Giglio Frigerio, Annamaria Gelmi, Ivana Geviti, Bruno Gorgone, Isa Gorini, Ursula Huber, Ksette, Oronzo Liuzzi, Fabrizio Martinelli, Gianni Marussi, Fernando Montà, Paolo Nutarelli, Clara Paci, Lucia Paese, Linda Pelati, Salvatore Pepe, Marisa Pezzoli, Giorgio Piccaia, Tiziana Priori, Mario Quadraroli, Carla Rigato, Giuseppina Riggi, Claudio Romeo, Virginia Ryan, Pino Secchi, Gianni Sedda, Cesare Serafino, Danilo Sergiampietri, Elena Sevi, Ilaria Sperotto, Roberto Testori, Micaela Tornaghi, Alberto Vitacchio, Andrea Vizzini. Artisti Archivio GALA - Gruppo Attivo Libro d'Artista di Rosella Quintini progetto “É arrivato l'ambasciatore” Mary Aguglia, Giuliana Bellini, Luisa Bergamini, Carla Bertola, Mariella Bogliacino, Anna Boschi, Leci Bohn, Rosa Bosco, Sara Campesan, Vito Capone, Mara Caruso, Clotilde Ceriana Mayneri, Anita Cerpelloni, Veronique Champollion , Carmela Corsitto, Mario Di Giulio, Marcello Diotallevi, Giovanna Donnarumma, Mimmo Emanuele, Mariapia Fanna Roncoroni , Luisa Fabris, Fernanda Fedi, Sigrid Herler, Gennaro Ippolito, Eliana La Rosa, Mauro Lisardi, Luciano Lombardi, Luse (Luana Segato), Ruggero Maggi, Olga Maggiora, Loredana Manciati, Virginia Milici, Fernando Montà, Marisa Pezzoli, Alessandro Piccinini, Alessandra Pucci, Claudia Sabellico, Sara Savini, Sergio Sanseverino, Alba Savoi, Eugenia Serafini, Adriano Velussi, Adriano Vigevani, Alberto Vitacchio, Mariapia Zepponi. Progetto 3Artisti3 Silvio Craia - Rosella Quintini - Rosa Gravino Progetto "Lungo la costa" Trieste - Luigi Marrocchi (poeta Luigi Marrocchi) Venezia - Anita Cerpelloni / Luse (Luana Segato) / Eliana La Rosa / (poeta Francesca Vidali) Adriano Vellusi (poeta A. Maria Fabbroni) Fano - Giancarlo Pucci (poeta Giancarlo Pucci) Senigallia - Valeriana Verdenelli / Miriam / (poeta Matilde Avenali) Ancona - Albino Accoroni (poeta M. Grazia Maiorino) Studenti partecipanti Archivio di Ruggero Maggi “Non solo libri” * Marica Albertario, Cinzia Guzzetti Ambrosi, Marta Baccanelli, Avigail Baharier, Francesca Balconati, Francesca Bosi, Erica Brioschi, Elisabetta Calore, Silvia Castellazzo, Francesca Cavicchioli, Serena Cicchetti, Martina Colucci, Roberta Di Iasio, Marzia Esposito, Bruna Garabelli, Francesca Gilardi, Jie Yi Gong, Kim Heesu, Oriana Labruna, Laura Lebra, Filomena Longo, Isabella Usuelli Macangus, Laura Manenti, Rachele Meluzzi, Camilla Meroni, Paola Moretti, Caterina Mostaccio, Antonella Orlando, Mariagioia Palmigiano, Chantall Passarella, Erica Patriarca, Eliana Perosin, Chrysa Plakioti, Simona Pompei, Elisa Rodolfi, Silvia Ruvolo, Anna Saccone, Laura Saligari, Denis Silvello, Sara Simone, Walter Francesco Tamburro, Cinzia Eleonora Terzi, Francesco Valle, Lucrezia Visora. *studenti partecipanti al corso tenuto da Ruggero Maggi sul libro d'artista dedicato alla figura di GAC (Guglielmo Achille Cavellini) presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, all'interno del Biennio di secondo livello in Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica - Direttrice prof.ssa Tiziana Tacconi. Ente promotore Lineadarte Officina Creativa www.lineadarte-officinacreativa.org lineadarte@gmail.com 3342839785 3275849181 Patrocinio Comune di Napoli Assessorato alla Cultura e Turismo Partner Archivio Non solo libri 320. 9621497 ruggero.maggi@libero.it www.ruggeromaggi.it – www.camera312.it – www.padiglionetibet.com GALA - Artisti Archivio GALA - Gruppo Attivo Libro d'Artista - Rosella Quintini Mediapartenership Terranostra news - www.terranostranews.it Per informazioni: Biennale del libro d'artista - www.biennaledellibrodartista.org - libroinlineadarte@gmail.com Sede espositiva Il PAN è in via dei Mille 60 a Napoli. E' aperto tutti i giorni dalle ore 9.30 alle ore 19.30 la domenica dalle ore 9.30 alle 14.30 - L'ingresso è gratuito. Inizio: 03/04/2015 Fine: 18/04/2015 Indirizzo: via Dei Mille 60, Napoli Spazio: PAN Palazzo delle Arti Napoli Area geografica: Sud Email: ruggero.maggi@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Patrizia Comand - La nave dei folli Introduzione: Liberamente tratto dal poema satirico composto da Sebastian Brant e pubblicato a Basilea nel 1494 con corredo iconografico attribuito a Albrecht Dürer Descrizione: Curiosità, ricerca, fatalità e incredulità si sono incontrate e reciprocamente alimentate in un percorso di elaborazione dell’evento culturale proposto dalla Fondazione FGS. L’idea originaria del progetto si deve alla fervida e brulicante vena immaginifica della pittrice Patrizia Comand, imbattutasi nella lettura del poema satirico La nave dei Folli composto da Sebastian Brandt nel 1494. L’incredulità cui si accennava in apertura è legata alla sorpresa provata dall’artista, a confronto con un’opera scelta per diletto personale, nello scoprire temi e riflessioni così attuali e fecondi per la sua produzione figurativa. La Nave dei Folli si è rivelata, progressivamente, in tutta la sua modernità, misurata sull’apparente distanza che la separa dalla Follia dei giorni nostri. I folli trasportati alla deriva a bordo della Stultifera Navis, sono gli stolti che si abbandonano ai vizi e al peccato, a causa di una deficitaria conoscenza del Bene. Il folle è colui che non sa vivere secondo ragione e rettitudine, che asseconda comportamenti edonistici, finalizzati alla soddisfazione di bisogni immediati dell’esistenza materiale. Di qui l’appello alla presa di coscienza individuale, alla riflessione sulla Vanitas e sulla limitatezza della vita terrena. La meditazione sulla morte si configura quale monito funzionale a un’esistenza retta e moralmente ineccepibile, in vista degli sviluppi ultraterreni. L’intuitiva curiosità dell’artista lombarda, l’ha quindi guidata nell’approfondimento appassionato del testo alsaziano. Le sue letture sono sfociate, così, nell’elaborazione di un progetto critico e creativo di ampio respiro, il cui asse portante è costituito da un gruppo di 20 grandi disegni preparatori riconducibili ad alcuni capitoli scelti dall’artista tra i 112 che compongono l’opera brantiana. Il percorso espositivo si svilupperà quindi attraverso questi 20 disegni che saranno presentati uniti al testo estrapolato dall’artista e alle immagini incise dal Durer, per la prima edizione di Basilea, per una lettura comparata di temi di una attualità sconcertante. Questo percorso troverà infine coronamento nella straordinaria tela monumentale che si sviluppa per una lunghezza di quasi 9 metri per 2 di altezza. Si tenga presente la profondità del legame tra parola e immagine. Infatti Brant aveva voluto per la pubblicazione che la sua opera fosse illustrata da un artista di sicuro richiamo quale Albrecht Dürer. Accadde nel XV secolo e si ripete oggi, con i lavori di Patrizia Comand, cui è consacrata la sezione espositiva del progetto presentato. Catalogo Silvana Editoriale in mostra Patrizia Comand, Corbetta (Mi), si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1972. Nel 1974 tiene la sua prima personale e nel 1979 espone al Salone dei Giovani Artisti al Palazzo della Triennale di Milano. Nel 1991, da Venezia, si trasferisce per un lungo periodo in Centro America (El Salvador, Guatemala e Messico). Al suo rientro in Italia riprende la sua attività espositiva che da ora si amplia con partecipazioni a importanti mostre in Europa e in Giappone, in Turchia, in Bielorussia e in Marocco. Nel 2001 la Provincia di Milano le allestisce una personale intitolata “Sul filo della vita” con presentazione di Rossana Bossaglia. Nel 2005 riceve il prestigioso incarico di eseguire il ritratto del Pontefice BENEDETTO XVI° per la “Sala dei Papi” della Basilica di Superga (To), che le viene rinnovato nel 2013 per il ritratto di Papa FRANCESCO. Alla fine del 2007 la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano e la Fabbrica del Duomo la incaricano di realizzare 2 grandi “teleri” da esporre sulla facciata del Duomo, intitolati “Il cielo sopra Milano”. Nel 2011 espone al Museo del Fantastico di Vienna e viene invitata da Vittorio Sgarbi alla BIENNALE DI VENEZIA. Dal 2006 aderisce ad un gruppo internazionale presente annualmente al Grand Palais di Parigi. Dal 2006 è presente nell’Archivio del “National Museum of Women in the Arts“ di Washington (USA). Per approfondimenti: www.patriziacomand.com Inizio: 18/04/2015 Fine: 18/07/2015 Indirizzo: Via Cinque Giornate 28 - Cassano Magnago (Va) Spazio: Fondazione FGS Area geografica: Lombardia Email: spazioalbello@esseblu.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.patriziacomand.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: 8bit_un mondo a pixel alla galleria PORTANOVA 12 Introduzione: Martedì 28 aprile, alle ore 18, la galleria PORTANOVA 12 di Bologna, specializzata in street art e illustrazione, apre la mostra 8bit_un mondo a pixel di Salvo Ligama, prima personale dell’artista siciliano, a cura di Antonio Storelli, con un testo critico di Emanuela Zanon. Descrizione: Con 8bit_un mondo a pixel, Ligama porta il pubblico in un mondo che, lo fa intuire il titolo, riproduce i meccanismi di scomposizione e dissoluzione dell’immagine in pixel tipici del virtuale digitale, ma con la maestria di chi conosce e sa usare i colori e la pittura. Lungo un percorso espositivo di circa 20 opere di medio formato, lo spettatore si imbatterà in ritratti, scene di personaggi umani e animali “pixelati” con acrilico, resine e tempera su cartone, che intuirà guardandoli a distanza, fino a riconoscerli interponendo un obiettivo digitale, lo schermo di uno smartphone, ritrovando con la ricomposizione retinica soggetti della grande tradizione pittorica, da Venerdì Santo e Adamo ed Eva, a Eucarestia, fino a riferimenti estremamente contemporanei come in Siamo a sud di Roma e Martirio a colazione (Uova liberamente tratte da un'opera di Marcello Berenghi) o riferimenti non privi di una certa ironia come in Lo scherzo di Giotto o Biancaneve è in pericolo. Con composizioni di bilanciata nitidezza, che rompono in realtà la riproducibilità del digitale, e l’inserimento di alcuni elementi dipinti con l’espediente pittorico del trompe l’oeil, Ligama riesce a manifestare una riflessione sui nuovi canoni suggeriti dalle tecnologie odierne senza abbandonare la sua vocazione originaria: la riflessione sull’uomo e sulla sua storia, interrogativi universali e delicate suggestioni emotive. L’indagine dell’artista prende dunque spunto da quesiti che diventano cruciali nella contemporanea virtualità delle immagini e di cui ci suggerisce possibili risposte coinvolgendoci attivamente. Lo esplicita bene il testo critico di Emanuela Zanon: come conciliare i tempi lunghi della pittura e la soggettività con il “voluttuoso regno digitale” in cui siamo immersi? A chi si rivolge la pittura e quali codici linguistici deve usare per leggere “l’inestricabile intreccio di illusorietà e pragmatismo che caratterizza le nostre nuove abitudini percettive e comunicative”? Se l’accesso alle cose è ormai raramente diretto e la digitalizzazione pare averci regalato il prodigio della “presenza nell’assenza”, Salvo Ligama si avvicina alla resa del visibile riproducendo con la manualità degli strumenti pittorici proprio quella scomposizione cromatica in pixel che palesa la non corrispondenza dell’immagine virtuale al vero. I pixel sono per l’artista gli atomi di una nuova materia telematica e inconsistente, sono i pigmenti di una pittura che si sforza di essere contemporanea, sono un modo per avvicinarsi alle cose e per avvicinarsi alla storia. Allo stesso tempo costruire le cose “pezzo per pezzo” gli permette di analizzarne da vicino la materia, l’epidermide dell’immagine in una storia di adattamento dei pacati intermezzi della pittura alla frenesia e al frastorno della nostra era. Il lavoro di Salvo Ligama, quindi, ben si inserisce nel folto gruppo di artisti che la galleria bolognese ha presentato dal 2014 – da 2501 a Nes Poon, da Paolo Ferro e Mattia Lullini, a Bambi Kramer, Nicola Alessandrini, OPIEMME, e prossimamente Giulio Vesprini e Gio Pistone: tutti street artists e illustratori particolarmente raffinati e personalizzati nel segno e nella definizione. BIOGRAFIA Classe 1986, Salvo Ligama vive e lavora a Catania, nel 2011 si specializza in Grafica d’arte con la tesi sperimentale “Bioincisione” presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Nel 2014 coordina Storiche Alchimie Contemporanee, primo workshop di incisione sostenibile. Ha esposto in varie sedi italiane all’estero tra Palermo, Napoli, Caserta, Perugia, Roma, Torino, Milano, Budapest e Bucarest. INFORMAZIONI UTILI TITOLO DELLA MOSTRA: 8bit_un mondo a pixel | personale di SALVO LIGAMA A CURA DI ANTONIO STORELLI TESTO CRITICO DI EMANUELA ZANON VERNISSAGE: MARTEDÌ 28 APRILE - ORE 18 PERIODO DI APERTURA: DAL 28 APRILE AL 23 MAGGIO SEDE ESPOSITIVA: GALLERIA PORTANOVA 12 – VIA PORTA NOVA 12 – BOLOGNA PROMOSSA DA INFO E CONTATTI PERSONAL WEB PAGE www.salvoligama.jimdo.com FACEBOOK Portanova 12 ANTONIO STORELLI storelli.antonio@gmail.com 338 5318469 MARIA SOLE CHECCOLI mariasolecheccoli@gmail.com 345 4164114 MAIRA CREPALDI mayra@blu.it 320 8232608 GIORNI E ORARI DI APERTURA: TUTTI I GIORNI FERIALI DALLE ORE 16,30 ALLE 19,30 E IN ALTRI ORARI SU APPUNTAMENTO Agenzia di comunicazione e ufficio stampa Culturalia di Norma Waltmann tel : +39-051-6569105 mob: +39-392-2527126 email: info@culturaliart.com web: www.culturaliart.com Inizio: 28/04/2015 Fine: 23/05/2015 Indirizzo: Via Porta Nova 12, Bologna Spazio: galleria PORTANOVA 12 Area geografica: Centro Email: storelli.antonio@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: TORTONA DESIGN WEEK 2015 Introduzione: TORTONA DESIGN WEEK 2015 14 – 19 aprile 2015 Immancabile punto di riferimento del prossimo Fuorisalone sarà anche quest’anno la Tortona Design Week: il distretto che per primo ha raccolto attorno agli affascinanti spazi ex industriali che popolano la zona, i più importanti brand del design italiano e internazionale, insieme a progettisti di fama, giovani talenti, incubatori che ne fanno da sempre una destinazione attesa e visitata da migliaia di persone. Descrizione: TORTONA DESIGN WEEK 2015 14 – 19 aprile 2015 Immancabile punto di riferimento del prossimo Fuorisalone sarà anche quest’anno la Tortona Design Week: il distretto che per primo ha raccolto attorno agli affascinanti spazi ex industriali che popolano la zona, i più importanti brand del design italiano e internazionale, insieme a progettisti di fama, giovani talenti, incubatori che ne fanno da sempre una destinazione attesa e visitata da migliaia di persone. E’ un circuito di grande vitalità quello che si snoda tra via Savona, via Tortona e via Forcella durante tutto l’anno e ancora di più nella settimana del Fuorisalone. L’anima industriale che rappresenta il dna naturale di questo territorio abbraccia così il design, diventando il punto d’incontro ideale fra produzione e fermento creativo, alla scoperta delle ultime novità svelate dalle aziende, ma anche la vetrina più ambita per i giovani designer e il luogo di ispirazione per tantissimi appassionati e visitatori curiosi di scoprire i trend più innovativi. Tortona Design Week è design, è Milano. Ed è allo stesso tempo una straordinaria finestra sul mondo: sono infatti numerose anche per questa edizione del Fuorisalone le presenze di collettivi internazionali, che si propongono negli spazi del circuito creativo lanciato oltre dieci anni fa nel distretto di Tortona. Tra le principali presenze internazionali di quest’anno vi sono, tra gli altri: una grande collettiva del miglior design cinese, a firma del colosso di furniture design Red Star Macalline negli spazi di Superstudio Più insieme alla collettiva di artisti e designer Islamopolitan (Islam + Cosmopolitan) del Maraya Art Centre di Sharjah, Capitale della Cultura Islamica nel 2014; nell’Ex-Ansaldo lo stile provocatorio e punk dei Designers Block inglesi convive con il design francese nelle due esposizioni di France Design dedicate a designer di primo piano ed emergenti; all’Opificio 31 Rio+Design propone le tendenze che animano la ricerca del design brasiliano. All'interno dello spazio Vetraio, un collettivo di giovani talenti irlandesi Irish Design 2015 si presenta per la prima volta al Fuorisalone milanese. I creativi olandesi di Tuttobene partecipano anche quest’anno al circuito di Tortona con il progetto curatoriale Meet & Matter in Via Novi, per svelare i passaggi del processo creativo alla base del prodotto finale. Dopo il successo della scorsa edizione al 58 di Via Tortona ritorna inoltre Tokyo Design Week, che presenta la creatività di Tokyo applicata al Design, all’Arte, alla Moda, alla Tecnologia e al Cibo. Tortona Design Week è un progetto di comunicazione integrata - coordinato dall’Associazione Tortona Area Lab con il patrocinio del Comune di Milano - con l’obiettivo di valorizzare gli eventi, installazioni e progetti che si svolgono nell’area di Tortona durante il Fuorisalone. Partners dell’iniziativa sono: Ex-Stecca delle Acciaierie Ansaldo, Magna Pars, Milano Space Makers, Superstudio Group, Tortona Locations. Main Partner di Tortona Design Week 2015 è il brand internazionale di tecnologia ASUS. Press preview Tortona Design Week L’anteprima alla stampa di tutte le iniziative si terrà lunedì 13 aprile dalle 15.00 alle 19.00. Tutte le location saranno aperte e visitabili. Open night Tortona Design Week Giovedì 16 aprile ci sarà una speciale open night con le location della zona aperte fino a mezzanotte. Info Point - Press Lounge Tortona Design Week Design Center ex-Ansaldo | via Bergognone angolo via Tortona | accesso libero ore 10-22 L’Info Point e Press Lounge ufficiale della Tortona Design Week sarà ospitato all’interno dello spazio Ex-Ansaldo. Grazie alla collaborazione con Abitare, rivista leader nel settore del design, qui sarà allestito il Design Center, un hub che offrirà tutte le facilities necessarie ai visitatori e ai designer per agevolare gli incontri, condividere idee, lavori e concedersi una pausa tra i molti appuntamenti. Il Design Center è attrezzato con un’area coworking, una zona lounge, un bar/ristorante e l’Isola Tech - in collaborazione con ASUS come partner tecnologico - attrezzato con Notebook ASUS EeeBook X205. Giornalisti, visitatori e addetti ai lavori potranno ricevere le informazioni, i programmi e gli appuntamenti dei vari circuiti espositivi durante l’intera settimana. Inizio: 14/04/2015 Fine: 19/04/2015 Indirizzo: via Bergognone, Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6133538940991902193 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Versus Introduzione: Mauro Maugliani, Soloshow. Galleria Suppan Contemporary,Vienna,Austria Descrizione: Versus. Questa mostra si apre al termine di un percorso di ricerca, che indaga su le dinamiche sociologiche , la nascita del culto del mito, fino ai nostri giorni. Uno sguardo sulle vicende umane, e su quei personaggi che nel bene o nel male, hanno segnato il destino politico ed il costume dell’intera umanità . Un viaggio attraverso la storia piu recente, ed il filo conduttore è il colore , la metafora che segna sugli sguardi dei protagonisti la lotta perenne fra le energie positive e negative, come in un flusso parabolico fra luce e ombra. Una scelta quindi non facile dove più che mai forma e colore celebrano l’antica lotta, in una narrativa liturgica della pittura come linguaggio epico, che esplora l’inconscio dell’antiritratto.Tema principale dunque gli sguardi che si dipanano come dei paesaggi dell’anima, mappe che raccontano l’esistenza, lo scorrere della vita, l’inconscio psicosomatico, filtrato da una pittura materica e veloce direi essenziale. L’arte trascende la forma con il colore, che risolve ogni provocazione di riconducibilità estetica. In questo progetto sostenuto da Martin e Sebastian Suppan, della Galerie Suppan Contemporary ,si è voluto accendere i riflettori sull’individualismo come riflesso sui rapporti umani e sulle coscienze di una società sempre più eterogenea, ma complessa e difficile ad un fine comune, prova ne è la cronaca di questi giorni. Proprio sulla coscienza e sul suo contenuto etico, si deve iniziare a leggere questa mostra al disopra di ogni provocazione, ed al disotto di ogni riferimento iconico, ma solamente li, in quella terra di mezzo dove l’arte si fa carico dell’ineffabile umano, di trovare una soluzione forse, o il rincorrere solamente di un sogno. La scelta dei soggetti non è casuale , ma nemmeno pretestuoso o ideologico, muove da quello che hanno rappresentato e rappresentano, sono quei perni che deviano l’esistenza ed il comune vivere quotidiano, ed è per questo che in mezzo a loro ci sono dei personaggi cosidetti anonimi, o a dir meglio l’uomo della strada, perché è su di loro e con loro che tutto accade. La pittura dialoga in una continuità visionaria, un racconto di un viaggio fantastico in un non luogo, dove i personaggi si incontrano per un attimo sospesi e sottoposti al giudizio della storia, in quella confusione sincretica fra bene e male, fra celebrità a popolarità e tra la tragedia e commedia.Versus. Inizio: 15/04/2015 Fine: 14/05/2015 Indirizzo: Habsburgergasse 5 Vienna, Spazio: Galerie Suppan Contemporary Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Teatro Sistina "corrente Verticalismo" Introduzione: Teatro Sistina di Roma - mostra d'arte di movimento Verticalismo, in occasione dei 42 anni di attività Descrizione: Teatro Sistina – corrente artistica Verticalismo Al Teatro Sistina di Roma “movimento artistico Verticalismo”, dal 10 al 26 aprile. Artisti: Aquilotti, Barbagallo, Bortolotto, Calì, Caruso, Catania, Commercio, Compagnino, Costa, D'Accampo, Di Giovanni, Farinella, Guardo, La Scala, Liardo, Minio, Orto, Romeo, Spazzoli, Timpanaro. ANTEMURALE Con il lemma Verticalismo si vuole significare un divenire di possibilità e “attiene a tutte le espressioni artistico-culturali non meno che socio-politiche. Muove dalla nostra corrente di pensiero filosofico-scientifica “la Via del Possibile” secondo la quale l’Universo (spazio eterno, fisico e non solo fisico) nato dal Nulla è un puro “campo di possibilità” che sfocia, nel suo continuum di possibilità, nella vita e, in forza di un processo filogenetico, nell’uomo (spazio biologico e dell’ io)”. “Considerato che l’Universo e la (sua) vita si sono evoluti liberamente in quanto “campo di possibilità”, si può senza meno affermare che l’unica verità (libera da atti, da necessità, da radici deterministiche…) è il “campo di possibilità” dominio della libertà vera”. “Dunque è la nuova concezione dello spatium (fisico, biologico e sociale) il sestante che ci istrada nell’ interlavoro io-società”. “Da questa nuova visione del mondo muove una conoscenza “altra”, forte, che definitivamente libera dai residui di rigide formule artistiche e culturali che esaltavano verità assolute, misura di ogni azione”. “Il nostro tamtam consiste nella teorizzazione, rappresentazione e pianificazione artistico-culturale e sociale dell’espansione dell’io attraverso la sovrapposizione e la disseminazione di campi di possibilità. Come dire che l’io inserito nel sociale e nelle attività umane impara e insegna ad assurgere a “verticale” (a “possibilità”) cioè a dire ad essere in un divenire di possibilità”. [Salvatore Commercio] ARTE E SITUAZIONE SCIENTIFICA DEL VERTICALISMO (Pot-pourri, 1975) Don Antonio Corsaro Il collettivo verticalista, che avanza in un clima di legittima diffidenza, data la quasi totale sprovvedutezza degli storici dell’arte, degli estetologhi e dei critici da passeggio e della conferenza in tetrapak, porta in campo estetico una provocazione morale inedita, come ogni verità noetica rimasta inerte nel chiuso dei suoi tropi. (…) Dal punto di vista sociale sollecita la trasformazione del linguaggio, poiché nel linguaggio si riconosce e si manda in effetto ciascun modello di società ortonoetica. Non c’è noèma, come sa la fenomenologia trascendentale, che non passi attraverso la mediazione linguistica in qualunque modo contrassegnata. E non c’è poiein o techne che non trovi nelle omologie metalogiche il suo atto e il suo dominio costitutivi. Nel consentaneo la società riconosce se stessa e il proprio sviluppo. (…) Alla base delle loro “invenzioni” resta il mutamento delle strutture economico-sociali. Avendo rifondato le arcaiche antinomie tra scienza e arte, essi credono che nella loro inscindibile corrispondenza metodica ci sia qualcosa di stabile e concreto. Credono quindi nell’arte “utile”, nella scienza “utile”. Utilità che verticalisticamente investe i fenomeni sociali e li trasforma. (…) La convinzione verticalista si muove dentro l’ambito di omologie di struttura nel senso in cui, sul piano della moderna ricerca, le due metodologie, quella estetica e quella scientifica, evitando le astrattezze metafisiche, si reggono a vicenda. Ma non si vuole soltanto collaudare il metodo scientifico per l’interpretazione dell’arte. Anche la creatività, che pure appartiene alla sfera della intuizione, riceve stimoli e luce dalla scienza. All’artista spetta il compito di non lasciarsi travolgere dalla tecnologia. Se però al di là della tecnologia coltiva l’habitus scientifico, il suo prodotto avrà tutte le caratteristiche della verità e della bellezza. (…) E proprio per questo esigiamo un eidos, vale a dire una forma, ciò che in sé stesso vive dei propri predicati. E’ verticale questo in-sé-stesso, nonostante le sembianze di una molteplicità senza numero. Oltre le leggi naturali immaginiamo sempre le variazioni possibili di una sola forma. Questa forma o essenza, superando la visione empirica, deve essere una forma pura. E le strade per arrivare a captarla, oggi, qui e ora, sono quelle che vogliamo designare con un avverbio e un aggettivo difficilmente riscontrabili nel dizionario dei luoghi comuni: sono “scientificamente artistiche”. Qui si tocca il punto estremo del verticalismo. Enfin du moi – et du langage mathematique. Ogni categoria superiore è verticale, e l’eidos è una categoria superiore: la si trova in tutte le manifestazioni del particolare; nell’io, nel me stesso mallarmiano, nell’individuo. Noi ci procuriamo dei colori, dei suoni, delle parole, dello spazio; ci procuriamo delle cose e ne vediamo un bagliore, un timbro, un segno un limite. La nostra visione è ridotta, e non perché, e non in quanto avrebbe ragione Sartre che di là dal fenomeno non trova nulla, ma perché i fenomeni sono tutti unilaterali e la totale illuminazione deriva dalla loro essenza pura. Noi, se artisti, siamo nell’inadeguato, però dall’inadeguato facciamo nascere la visione dell’essenza (…). La moltiplicazione infinita che la visione personale genera adesso, e teleologicamente, con atto offerto agli atti demoltiplicati, senza sosta si trasforma, cioè passa ad altre forme, fino alla visione della forma, in una verticale equidistante dal progressum in infinitum al regressus infinitum (…). E l’occhio invitato a rappresentare la visione, affine all’occhio rivolto all’oggetto, toccando l’in-sé-stesso scopre i possibili, veri e falsi, in cui naviga la totalità dell’essere della vita. Questa totalità è forma, eidos, essenza, di in altro essere, dell’essere verticalizzato, perfetta oggettivazione di un trascendente, che però l’io, e esattamente il mio, deve sentire nell’arco acuto della sua esperienza. Nessun trascendente è vero se non è vissuto. La forma verticale non sarà mai una possibilità logica, non sarà mai una vana forma formale in un io privilegiato. La mia esperienza è la esperienza di ogni altro reale, non fosse altro, per una relazione di entropatia (…). “Noi riteniamo che il sistema verticalistico sia l’unico sistema che corrisponda alle condizioni di civiltà in cui ci troviamo e corrisponda anche alla esigenza di superare tutti i modelli che l’arte del nostro tempo ci presenta. Per tale superamento è necessario essere verticalista. Ma essere verticalista non è facile, come correre dietro ad una ideologia. Essere verticalista significa creare una scienza e avere una precisa attitudine collettiva di fronte ad ogni azione umana e a tutto il mondo che ci circonda. L’ideologismo va bandito. Se è vero che le opere d’arte devono servire alla vita dei gruppi sociali, esse devono pure servire a comunicare sentimenti e pensieri. Ma per fare ciò non possono prescindere dalla figurazione dello spazio a venire. In certo senso bisogna fare in arte quel che Durkheim fece scoprendo la nozione di spazio sociale, e non seguire il metodo di Wolfflin. Oggi, epistemologia, etnografia, matematiche, antropologia, possono concorrere a costruire il metodo o il sistema dello spazio verticalistico. Sappiamo bene che l’impresa non si esaurisce in un enunciato o in un desiderio. In arte i soli desideri non bastano. E sappiamo anche bene che l’artista potrebbe fallire nella resa del suo prodotto. Quel che conta è il sistema (come in politica), e non per ora il risultato della singola opera. Abbiamo la convinzione però che per mezzo del sistema verticalistico è possibile dare alla nostra epoca il linguaggio più concreto, il linguaggio più rappresentativo dello stato cui è pervenuto lo spirito umano. “(…) La scienza, le tecniche, i costumi, la politica, la religione, la critica letteraria, la prosa, la poesia, tutte le conoscenze e le esperienze del nostro momento storico sono in processo di trasformazione. C’è una nuova concezione “semiologia” della letteratura, dell’arte. Non ci sono più messaggi, ma un mondo, direbbe Kafka, che va decifrato. Tutto da decifrare. La significazione delle cose, e non il loro senso, costituisce il vero statuto tautologico di ogni forma, letteraria e non. L’acculturazione che ci domina, i “pezzi” di storia che possiamo chiamare surrealismo, Brecht, strutturalismo, cultura di massa, presse du coeur, nuovo romanzo oggettivo, nuova poesia materialista, letteratura astratta, letteratura impegnata, eurocomunismo, rivoluzione proletaria, certo, sono “mode”, ma sono mode importantissime e positive; sono più che mode; sono la “differenza” della nostra diacronia non ancora storica; sono il fenomeno formale di una rotazione dei possibili. L’arte, ad esempio, la cui “sostanza” non è costituita dal linguaggio ma da rapporti sempre spaziali, fonda la sua diacronia nel modo di vedere lo spazio, nell’idea di spazio, ch’è un sistema di significazione decettivo, vale a dire un sistema adatto a moltiplicare le significazioni senza che mai queste vengano esaurite e colmate. (…) In arte, l’uomo modifica la visione dello spazio quando il suo linguaggio s’innesta sulla società in cui vive. La società è la materia dell’arte e comprende sensazioni e conoscenze, rapporti geometrici e matematici. Tutto sta nel concepire uno spazio capace di stabilire relazioni con gli oggetti e le immagini in esso implicati. Il Verticalismo consiste perciò essenzialmente nel creare uno spazio nuovo, che non sia quello Rinascimentale né quello del post-cubismo, né qualsiasi altro che non abbia una validità in progress: uno spazio aperto alla verticalità umana e scientifica. Ma che cos’è lo spazio verticalista sovrapposto? Non altro che un sistema convenzionale che tende a distruggere il sistema illusionistico rinascimentale e cubista corrispondente a un’immagine del mondo, propria di una civiltà, la nostra. (…) Lo spazio sovrapposto verticalista, tenendo conto delle concezioni matematiche, fisiche, geografiche del nostro mondo, consiste nella pluralità delle dimensioni intellettuali (…). Esso consiste nell’infinito demoltiplicato, continuo, che si autogenera, non come sviluppo o variazione di serie rappresentative ma come costante contraddizione che scoppia tra il soggetto e l’oggetto (…). Significa che un’opera d’arte diventa leggibile quando si rimonta verticalmente attraverso la genesi delle sue categorie linguistiche e della topologia dell’atto significante”. Don Antonio Corsaro Inizio: 10/04/2015 Fine: 26/05/2015 Indirizzo: Roma, via Sistina 129 Spazio: Teatro Sistina Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: 3° Concorso Nazionale di Scultura Introduzione: A Signa (Firenze) è iniziato il 3° Concorso di Scultura Nazionale dedicato a Maria Grazia Vaccari Descrizione: Concorso di scultura "Maria Grazia Vaccari 2015" – 3^ Edizione Per ricordare la Manifattura di Signa, il Villaggio Scolastico Artigiano, le botteghe di ceramica e i lavori di escavazione della rena nella lingua di terra compresa fra i fiumi Bisenzio e Arno, per ricordare i numerosi artisti che hanno creato e lavorato con tanto ingegno la creta, permettendo con i loro manufatti che Signa raggiungesse notorietà e fama anche a livello internazionale, l’associazione PRO LOCO di Signa indice la terza edizione del concorso nazionale di scultura in terracotta, intitolato a "Maria Grazia Vaccari" , figura che si è distinta in ambito culturale ed artistico a Signa. Lo scopo è quello di premiare i giovani talenti emergenti in tale campo, nell’ambito delle iniziative tese alla valorizzazione e promozione delle eccellenze locali. Il concorso è rivolto a giovani dai 18 ai 40 anni che potranno partecipare con un bozzetto della propria opera compilando la scheda che potrete scaricare dal sito e allegando i documenti richiesti secondo le indicazioni contenute nel regolamento, anch'esso scaricabile dal sito, inviando il tutto entro il 31luglio 2015 in previsione della premiazione che avverrà il giorno 18 ottobre 2015 nella Chiesa di San Lorenzo a Signa. Per quanto riguarda l’invio delle opere (bozze), le stesse dovranno pervenire dal 22 al 30 settembre 2015 nei modi ritenuti più opportuni dall’artista, previo accordi con l’organizzazione. L'opera vincitrice infatti, effettuata nelle misure reali previste dal regolamento, sarà collocata all'interno del Parco dei Renai ed andrà ad arricchire le attrattive di questo bellissimo ambiente naturalistico. La premiazione avrà luogo domenica18 Ottobre 2015 Pieve di San Lorenzo a Signa Per info: Pro Loco Signa Tel. 055 8790183 dal martedì al venerdì 16-20 - sabato 9.30-13.30 www.prolocosigna.it - info@prolocosigna.it Inizio: 07/04/2015 Fine: 18/10/2015 Indirizzo: Chiesa San Loreno, Signa Spazio: Chiesa di San Lorenzo Area geografica: Centro Email: info@prolocosigna.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.prolocosigna.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: De Umbris Idearum Introduzione: L’artista bergamasco presenta una "galleria" di animali (tutti dipinti ad olio) "quasi umani". Il suo è un Bestiario fatto di toni scarni e di sguardi malinconici fissati in un fermo-immagine che non si limita alla mera descrizione del soggetto. Descrizione: Venerdì 10 aprile, alle ore 18:00, in via Mezzocannone 31, a Napoli, presso Anywhere Art Company, si inaugura la mostra dell’artista bergamasco Angelo Zanella, dal titolo De Umbris Idearum. L’esposizione sarà visitabile fino al 6 maggio dal lunedì al venerdì previo appuntamento. Le opere presenti in mostra, tutte ad olio su tela, sono vere e proprie “istantanee” dal mondo animale, ritratti “incredibilmente umani” provenienti da un Bestiario fatto di colori ridotti all’osso e dimensioni spesso dilatate. Nel testo che accompagna la mostra, il curatore Marco Amore, tra le altre cose, sottolinea il dialogo che Zanella ha intrapreso con Giordano Bruno: “In De Umbris Idearum (Le Ombre delle Idee) il filosofo spiega che l’ombra non è tenebra, ma traccia di luce nelle tenebre o traccia di tenebre nella luce. Quindi partecipe della luce e delle tenebre, o un composto di luce e di tenebre, o ancora, quando non è nessuna delle due, un miscuglio di entrambe. Le opere di Zanella si adeguano allo stesso principio teosofico. A volte il colore si inerpica lentamente sulle figure. Altre volte è accennato, sfumato, separato dal soggetto. Di rado si mescola per evocarlo. Spesso è del tutto assente. Affinché sia chi guarda, con le proprie impressioni, a completare il lavoro dell’artista. Le sfumature, dove presenti, vengono impiegate come il corsivo in un libro: per dare enfasi, sottolineare qualcosa che va oltre l’essenza, che all'immagine sfugge, o che sfuggirebbe, se non fosse sporca di colore”. L’appuntamento napoletano del 10 aprile è il prologo dell’ampia mostra che vede protagonista Angelo Zanella a Nola (Na), presso il Convento di Santo Spirito (ex Carceri) in via Merliano, a partire da sabato 11 aprile, alle ore 18:00. L’evento è patrocinato dell’Assessorato ai Beni Culturali del Comune di Nola. Angelo Zanella è nato a Lovere (Bg) nel 1960. Terminati gli studi comincia ad esporre regolarmente tra l’Italia e la Francia (Galleria Annunciata, Milano; Galleria 9 Colonne, Bologna; Galleria delle Ore, Milano; Galleria Lelia Mordoch, Parigi; FIAC, Nizza). A queste mostre sono legate opere aniconiche nelle quali il gesto e la materia assumono il ruolo di significante. Nel 1990 apre uno studio a Parigi, città che lo ospiterà per lunghi periodi. Dal 1994 decide di dedicarsi esclusivamente all'attività di archeologo, fino al 2003 quando torna a dipingere con rinato coinvolgimento. Tra le sue mostre personali più recenti possiamo ricordare Angelo Zanella, Galleria Spazio 6, Verona; Printed animals, Galerie Phoenix, Köln; Opere, Accademia Tadini-Pinacoteca, Lovere; Il fiume, Galleria Triangoloarte, Bergamo. Tra le sue mostre di gruppo: Rhino, Museo di Storia naturale, Genova; Energia, Politecnico, Milano; Metropolitan baby, Galleria Previtali, Milano. Anywhere Art Company - Napoli www.anywhereartcompany.com anywhere.artcompany@virgilio.it Inizio: 10/04/2015 Fine: 06/05/2015 Indirizzo: via Mezzocannone 31, Napoli Spazio: Anywhere Art Company Area geografica: Sud Email: anywhere.artcompany@virgilio.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: I COLORI DELL'ACQUA Introduzione: I Colori dell’Acqua è un progetto espositivo dell’Associazione Italiana Acquerellisti realizzato in collaborazione con la 1a Circoscrizione Centro Storico Comune di Verona. L’inaugurazione è Sabato 16 Maggio 2015 alle ore 16.00 Descrizione: Saranno circa 100 gli acquerelli in mostra eseguiti, per la gran parte, dai soci AIA, che annovera tra i suoi iscritti pittori professionisti ed amatoriali e da artisti stranieri dediti all’acquerello appartenenti alla Société Française de l’Aquarelle (SFA), alla Deutsche Aquarell Gesellschaft (DAG) ed alla Agrupación Española de Acuarelistas (AEDA), appositamente invitati dall’AIA a partecipare alla manifestazione. SFA, DAG e AEDA appartengono all’European Confederation of Watercolour Societies e sono le associazioni di riferimento per l’acquerello, rispettivamente, in Francia, Germania e Spagna. Dimostrazioni dal vivo della tecnica da parte di affermati Maestri dell’associazione: Sabato 23 Maggio si esibirà Luigi Onofri, acquerellista professionista che insegna la tecnica dell’acquerello a Porcia (PN) dove vive Sabato 30 Maggio sarà la volta di Sergio Uberti, veronese, laureato in architettura e poi pittore professionista dedito all’acquerello Inizio: 16/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: via Macello 17, Verona Spazio: SALA BIROLLI Area geografica: Nord Email: info@acquerello-aia.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.acquerello-aia.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Antonio Ciccone & Luigi Falai: Omaggio a Pietro Annigoni II Introduzione: I due artisti rendono omaggio al loro maestro, il magnifico Pietro Annigoni. In occasione del vernissage sarà presente il giornalista Fabrizio Borghini per la trasmissione di Incontri con l’Arte. La mostra gode la collaborazione dell’Associazione Toscana Cultura e la partecipazione del Media partner Toscana TV. Due cataloghi accompagnano la mostra. Descrizione: (Please scroll down for English) COMUNICATO STAMPA: Per rilascio immediato Omaggio a Pietro Annigoni II Maestri fiorentini Antonio Ciccone & Luigi Falai in mostra ad Arezzo dal 12 al 23 aprile 2015 Con immenso onore, Danielle Villicana D’Annibale e lieta di presentare negli spazi espositive di Via Cavour 85, ad Arezzo, una mostra di due grandi Maestri, Antonio Ciccone e Luigi Falai, apprezzati ambedue in tutto il mondo. I due artisti rendono omaggio al loro maestro, il magnifico Pietro Annigoni. La bi-personale di disegno e pittura, dal titolo “Omaggio a Pietro Annigoni II”, inaugura domenica 12 aprile 2015, alle ore 18. In occasione del vernissage sarà presente il giornalista Fabrizio Borghini per la trasmissione di Incontri con l’Arte. La mostra gode la collaborazione dell’Associazione Toscana Cultura e la partecipazione del Media partner Toscana TV. L’esposizione, a cura di Danielle Villicana D’Annibale, ospiterà una selezione di disegni realizzati a carboncino e opere dipinte ad olio su tela. Notiamo che la selezione di opere sarà leggermente diversa di quelle che fu in esposizione nella prima mostra del 2014, “Omaggio a Pietro Annigoni” presentata a Pontassieve. Tutte le opere sono inedite ad Arezzo. La mostra è visitabile, a ingresso gratuito, fino a giovedì 23 aprile 2015 con il seguente orario: dal martedì al sabato, dalle ore 16 alle ore 20 e dietro appuntamento. Tra gli eventi collaterali si segnala il finissage di giovedì 23 aprile, alle ore 18, dal titolo “Incontro con i Maestri Artisti Antonio Ciccone e Luigi Falai,” per chi vuole conoscere gli artisti personalmente. I due cataloghi che accompagneranno la mostra sono curati da Danielle Villicana D’Annibale e includerà testi di Critici d’Arte Vittorio Sgarbi, Antonio Paolucci, Maurizio Vanni, Tommaso Paloscia e Pier Francesco Listri. Includono anche testi di Gilberto Grilli e Benedetto Annigoni, il figlio del Maestro Annigoni. Parlano degli artisti: “Ciccone ha osservato e studiato gli artisti dal Rinascimento ai giorni nostri; è stato guidato nella scelta dal suo grande maestro Pietro Annigoni, al quale ha dedicato questa serie di opere, arrivando a una particolare tecnica disegnativa che permette di dipingere con il carboncino senza pennelli e senza colori.” Maurizio Vanni (Metamorphosis Antonio Ciccone, dal testo Dipingere con il Carboncino. Pietro Chegai Editore, 2000.) “È sempre stato di casa. Da quando, più di cinquant’anni fa, Luigi Falai si presentò nello studio di mio padre, si può dire che la sua figura, la sua cordiale e devota presenza sono parte indissolubile della nostra famiglia. Mio padre aveva visto giusto. Luigi era un uomo buono, bravo, fedele, appassionato, pieno di qualità e di talento. Un talento che si esprimeva soprattutto nel percepire e rappresentare nei suoi lavori il mutare delle stagioni, le peculiarità delle diverse atmosfere, il paesaggio come espressione dell’anima.” Benedetto Annigoni, Figlio del Maestro Pietro Annigoni Presentazione di Danielle Villicana D’Annibale, curatrice della mostra: “Aprire la nostra quinta stagione con artisti di tale livello nel nostro spazio a Via Cavour 85 è un sogno realizzato. Il mio personale percorso di vita, studiando l’arte figurativa e classica, mi ha portato in Italia nel 1994 e allo studio del Maestro Silvestro Pistolesi nel 1997. Grazie a lui, ho conosciuto il Maestro Luigi Falai, e grazie a Luigi, ho conosciuto il Maestro Antonio Ciccone. Tutti e tre sono grandi artisti e veri Maestri Fiorentini (anche se Ciccone è un “Adottivo di Firenze”). La prima mostra presentata a Pontassieve è dove ho conosciuto le opere di Antonio Ciccone. Mi hanno lasciata letteralmente senza fiato. Non è per caso che lui è considerato un premier ritrattista nel mondo. Bellezza e maestria! L’abilità tecnica mescolata con divina luce. Vive una storia d’amore con il bianco e nero. “L’infinito”, mi ha spiegato il Maestro Ciccone, è alla base della sua passione per il cerchio, la sfera e il sole - entità ricorrente nei suoi disegni e opere pittoriche. La luce impeccabile, a volte bianca e a volte calda, come la nota luce dorata Toscana, mescola una sorta di fresca astrazione e realismo. I suoi riferimenti e precisioni matematiche: linee e geometrie omaggiano Brunelleschi, mi spiegava il Maestro Ciccone. Il suo capolavoro, la cupola della Cattedrale Santa Maria del Fiore, Duomo di Firenze, stimola in lui una continua ammirazione. La perfezione del cerchio e del sole, la matematica, creano tutti insieme un perfetto ambiente dinamico per i suoi sottilissimi ritratti. Le opere di Antonio Ciccone sono semplicemente magnifiche. I critici d’Arte Vittorio Sgarbi e Maurizio Vanni descrivono impeccabilmente questo Maestro. I loro testi critici sono riportati nel catalogo. Il Maestro Luigi Falai, in confronto, vive una storia d’amore con il colore e la natura. Anche lui rende omaggio al suo Maestro più importante con questa selezione di squisiti dipinti ad olio, con deliziosi colori, scegliendo luoghi cari dove lui ha dipinto insieme al Maestro Annigoni. La selezione è estremamente sentimentale. I colori nelle opere del Maestro Falai, irradiano una luce che proviene dal profondo del cuore dell’uomo e dalla ricca Madre terra. Massaciuccoli, mi ha spiegato il Maestro Falai, era un luogo dove lui andava spesso insieme al Maestro a dipingere. Un luogo magnifico dove il Maestro aveva una barca, che un amico gli regalò in ringraziamento per un ritratto della moglie, e luogo dove andava a dipingere in plein air, un loro piacevole passatempo preferito. Castagno d’Andrea è anche un altro gioiello della natura dove gli artisti della scuola Annigoni s’incontravano e andavano a dipingere insieme il paesaggio toscano, luogo dove ho conosciuto il Maestro Falai qualche anno fa visitando il mio Maestro Silvestro Pistolesi. Il Critico d’Arte Pier Francesco Listri, Gilberto Grilli e Benedetto Annigoni, figlio del Maestro Pietro Annigoni, descrivono ineccepibilmente il Maestro Luigi Falai. I testi critici sono riportati nel catalogo. Quello che è veramente bello di questa mostra, non sono solo le opere, ma l’amore che questi artisti hanno per il loro Maestro. Conosciuto in tutto il mondo, famoso per il ritratto della Regina Elisabetta II d’Inghilterra e tanti altri, Pietro Annigoni è un Maestro che merita ancora più riconoscimento e fama mondiale. Quello che è più ammirabile nella bottega di Annigoni è lo spirito di bottega, il passaggio delle tradizioni da pittore a pittore, artista ad artista, l’incoraggiamento e il desiderio di questi noti e maturi artisti di condividere i loro capolavori e mostrarli ad Arezzo, non soltanto per impressionare lo spettatore con la loro abilità tecnica, scelta di composizione e luce, ma di condividere semplicemente il loro amore per il disegno, la pittura e il loro Maestro Pietro Annigoni e ispirare il perseguimento dell’eccellenza nel disegno e pittura nella loro amata Toscana.” Breve biografie: Antonio Ciccone è nato a S. Giovanni Rotondo, in Puglia. Nel 1954, si è trasferito a Firenze dove ha frequentato gli studi d'arte di Pietro Annigoni, Nerina Simi e la Scuola Libera del Nudo all'Accademia delle Belle Arti. Dal 1963 al 1980 ha vissuto tra l'Italia e gli Stati Uniti. Ha tenuto più di 175 mostre personali e le sue opere si trovano in musei e collezioni private. Ha eseguito numerosi ritratti, composizioni e paesaggi, con varie tecniche: carboncino, china, olio, acrilico e affresco. Considerato tra i principali ritrattisti mondiali, Ciccone è rinomato per i suoi maestosi ritratti in carboncino e in acrilico. Dal 1986 al 1987 ha presentato una mostra itinerante in Inghilterra e Irlanda: Padre Pio e il Gargano. Nel 1987 ha eseguito l 'affresco La Natività a Ponte Buggianese (Pistoia). Nel 1992 gli fu commissionata l'opera Composizione 1992-1993 per la Cassa Rurale ed Artigiana di San Giovanni Rotondo. Molte opere sue si trovano in musei e collezioni private, come, tra l'altro, Casa Sollievo della Sofferenza e Convento dei Cappuccini di S. Giovanni Rotondo (Foggia); Parrish Art Museum, Southampton, N.Y.; Guild Hall, East Hampton, N.Y.; Forbes Magazine Collection, N.Y.; Dixie Carter Collection, Los Angeles; Robert D. Schweizer Collection, Arizona e Lady Christina Hoare Collection, Londra. Attualmente l'artista vive e lavora a Firenze. Luigi Falai nasce a Firenze nel 1941, dove vive e lavora. Dal 1960 è presente nello studio del pittore e copiatore Adolfo Tagliaferri, quindi si iscrive alla Scuola Libera del Nudo dell'Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1964, sotto l'insegnamento di Emanuele Cavalli. Al 1967 frequenta lo studio del maestro Pietro Annigoni e in seguito quello di Romano Stefanelli, dove impara, tra le molteplici tecniche, la tempera grassa, l'affresco e lo strappo dell’affresco. Nella sua carriera ha ricevuto prestigiose commissioni, tra le quali si segnalano un dipinto a olio intitolato Don Giovanni Bosco tra i giovani per il Santuario Salesiano della Sacra Famiglia a Firenze, gli affreschi raffiguranti Il Bacio di Giuda e La consegna delle chiavi a Pietro per il Santuario di S. Michele Arcangelo a Ponte Buggianese (Pistoia) e l'affresco con I Sacramenti per la chiesa di Sant’Anna a Pietrelcina (Benevento). Insegna affresco dal 1983 presso la scuola americana S.A.C.I. “Studio Art Centers International” di Firenze, e dal 2001 presso La Bottega del Bon Fresco, aperta nel capoluogo toscano assieme ai colleghi Massimo Callossi e Mario Passavanti. Numerose le sue esposizioni di successo in città italiane ed estere. Da ricordare le personali all’Istituto Italiano di Cultura di San Francisco nel 1991, a New York nel 1992, a Perth in Australia nel 1993, a Bogotà in Colombia nel 1999, a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana nel 2012, e nel 2014 a Pontassieve alla Casa Rossa. Per tutte le altre informazioni si prega di contattare Danielle Villicana D’Annibale a (+39) 338 600 5593 o alla seguente email: danielle@villicanadannibale.com, o visitare nostro sito www.VillicanaDAnnibale.com. Si prega di seguire e condividere con Danielle Villicana D’Annibale e Via Cavour 85 su Facebook (@viacavour85Arezzo), Twitter (@ViaCavour85AR), Pinterest (pinterest.com/daniellevillica), YouTube (youtube.com/user/villicanadannibale), Google+ (@Danielle Villicana D’Annibale) o tramite gli hashtags #AntonioCiccone, #LuigiFalai, #OmaggioaAnnigoniII, #ViaCavour85 e #DanielleVillicanaDAnnibale. www.VillicanaDAnnibale.com _______________________ EVENTO: Mostra di disegno e pittura ARTISTI / TITOLO DELL’EVENTO: “Antonio Ciccone & Luigi Falai: Omaggio a Pietro Annigoni II” PERIODO EVENTO: Domenica 12 aprile – giovedì 23 aprile 2015 LOCATION: Via Cavour 85 - 52100 Arezzo (AR), Italia Cell: (+39) 338 600 5593 DATA APERTURA / INAUGURAZIONE: Domenica 12 aprile ore 18:00 con la presenza degli artisti e del giornalista Fabrizio Borghini per la trasmissione Incontri con l'arte FINISSAGE: "Incontro con i Maestri Artisti Antonio Ciccone & Luigi Falai" Giovedì 23 aprile ore 18:00 CATALOGHI: a cura di Danielle Villicana D’Annibale visibile sul sito www.VillicanaDAnnibale.com/books INFO: http://villicanadannibale.com/event/65587/antonio-ciccone-and-luigi-falai-omaggio-a-pietro-annigoni-ii INGRESSO LIBERO orario di apertura: da martedì a sabato, dalle ore 16:00 alle ore 20:00 e dietro appuntamento (chiuso domenica e lunedì) Web: www.VillicanaDAnnibale.com Web: www.AntonioCiccone.it Web: www.ArtistaPittoreLuigiFalaiFirenze.eu Web: www.ToscanaCultura.it ORGANIZZAZIONE: Artista, Curatrice & Educatrice Danielle Villicana D’Annibale Cell: (+39) 338 600 5593 Web: www.VillicanaDAnnibale.com Email: danielle@villicanadannibale.com Light Designer & Installazione – Maurizio D’Annibale Progetto Grafico – Riccardo Terziani Copy Service D/Sign (AR) SPONSOR: VILLA MARGHERITA A PARADISE FOR ARTISTS IN TUSCANY _______________________ _______________________ (English) PRESS RELEASE: For immediate release Homage to Pietro Annigoni II Florentine Masters Antonio Ciccone & Luigi Falai on exhibit in Arezzo from April 12 to 23, 2015 Danielle Villicana D’Annibale, with immense honor, is pleased to present in the exhibition spaces of Via Cavour 85, in Arezzo, an exhibit of two great Masters, Antonio Ciccone e Luigi Falai, both appreciated in all of the world. The two artists give homage to their Master, the magnificent Pietro Annigoni. The bi-solo exhibit of drawing and painting, entitled “Homage to Pietro Annigoni II,” inaugurates Sunday, April 12, 2015, at 6pm. On occasion of the inauguration, journalist Fabrizio Borghini will be present for the transmission of Incontri con l’Arte (Encounters with Art). The exhibit enjoys the collaboration with the Toscana Cultura Association and the Media partner Toscana TV. The exhibition, curated by Danielle Villicana D’Annibale, with host a selection of drawings realized in charcoal and works painting in oil on canvas. We note that the selection of the works will be slightly different than those that were on exhibit in the first exhibit in 2014, “Homage to Pietro Annigoni” presented in Pontassieve. All the works will be exhibited for the very first time in Arezzo. The exhibit is visitable, at free entrance, until Thursday, April 23, 2015, with the following hours: Tuesday to Saturday, from 4am to 8pm and by appointment. Amongst the collateral events, we note the closing event Thursday, April 23, 2015, at 6pm, entitled “Meet with Master Artists Antonio Ciccone and Luigi Falai,” for he who would like to get to know the artists personally. Two catalogues will accompany the exhibit, created by Danielle Villicana D’Annibale, and will include critical texts by Art Critics Vittorio Sgarbi, Antonio Paolucci, Maurizio Vanni, Tommaso Paloscia e Pier Francesco Listri. They also include texts by Gilberto Grilli and Benedetto Annigoni, the son of Master Annigoni. Words written about the artists: “Ciccone observed and studied artists from the Renaissance until today; he was guided by the choice of his great Pietro Annigoni, to whom he dedicated this series of works, arriving at a particular drawing technique that allows one to paint with charcoal without brushes or colors.” Maurizio Vanni (Metamorphosis Antonio Ciccone, from the text Paint with Charcoal, Pietro Chegai Editore, 2000) “He was always a part of our home. Ever since, more than forty years ago, Luigi Falai entered my father’s studio, his figure, his cordial and devoted presence, have been an inseparable part of our family. My father had judged him correctly. Luigi was a good man, loyal, passionate, full of qualities and talent. A talent which was mostly expressed by his perception and representation of fleeting seasons, of the peculiarities of different atmospheres, by his way of treating landscape as an expression of the human soul.” Benedetto Annigoni, son of the Master Pietro Annigoni Presentation of Danielle Villicana D’Annibale, curator of the exhibit: “To open our fifth season with artists of such a high level of artists showing in our space at Via Cavour 85 is a dream realized. My personal journey of life, studying figurative and classical art, brought me to Italy in 1994 and to the studio of Master Silvestro Pistolesi in 1997. Thanks to him, I met Master Luigi Falai, and thanks to Luigi, I met Master Antonio Ciccone. All three are great artists and true Florentine Masters (even if Ciccone is an “Adoptive of Florence). The first exhibit presented at Pontassieve is where I first became familiar with the works of Antonio Ciccone. His drawings left me literally breathless. It is not by chance that he is considered a premier portraitist of world fame. Such beauty and skill! Technical ability mixed with divine light. He lives a love affair with black and white. “Infinity,” Maestro Ciccone explained to me, regarding his fascination with the circle and the sun, reoccurring entity in his drawings and paintings. Impeccable light, sometimes white light and sometimes warm, as the golden Tuscan light. He mixes a sort of fresh abstraction with realism with his references to precise mathematics: lines and geometry giving homage to Brunelleschi, Master Ciccone explained me, of who he is marveled by for his masterpiece the dome of the Cathedral Santa Maria del Fiore, The Dome of Florence. The perfection of the circle and the sun, mathematics, all together create a perfect dynamic setting for his extremely subtle portraits. The works of Master Antonio Ciccone are simply magnificent. Art Critics Vittorio Sgarbi, Maurizio Vanni describe impeccably this Master. Their critical texts are included in the catalogue. Master Luigi Falai, on the other hand, has a love affair with color and nature. He too gives homage to his most important Master with this series of exquisite oil paintings, with golden delicious colors, choosing dear places where he painted with the Master. The selection is extremely sentimental. The colors in the works of Luigi Falai radiate a light that comes from deep within the heart of man and from the rich Mother earth. Massaciuccoli, explained Master Falai, was a place where he went often with the Master to paint. A magnificent location where the Master had a boat, which a friend gave him as a gift in thanks for a portrait of his wife, where they went to paint in plein air, one of their favorite past times. Castagno d’Andrea is another delightful jewel of nature where the artists of the school of Annigoni would meet and go and paint the Tuscan landscape, the exact city where I met Master Falai , a few years back on visit to my Master Silvestro Pistolesi. Art Critic Pier Francesco Listri, Gilberto Grilli and Benedetto Annigoni, son of Master Pietro Annigoni, describe accurately Master Luigi Falai. Critical texts are included in the catalogue. What is so beautiful about this exhibit is not just the works of art, but the love these artists had for their Master. World renowned, famous for his portrait of the Queen Elisabeth II of England and many others, Pietro Annigoni is a Master that deserves even greater world fame and recognition. What is most admirable in the school of Annigoni is the spirit of “bottega” the passing of traditions from painter to painter, artist to artist, the encouragement and the desire of these noted and mature artist to share their masterpieces and exhibit them to Arezzo, not only with the intention to dazzle the viewer with their incredible technical ability, choice of composition and light, but to simply share their great love of drawing and painting and their Master Annigoni and encourage the pursuit for excellence in drawing and painting in their beloved Tuscany.” Brief biographies: Antonio Ciccone was born in S. Giovanni Rotondo, in Puglia. In 1954, he moved to Florence where he frequented the studio of Pietro Annigoni, Nerina Simi and the Scuola Libera del Nudo at the Accademia di Belle Arti (Academy of Fine Arts). From 1963 to 1980 he lived between Italy and the United Sates. He has had over 175 solo exhibitions and his works may be found in museums and private collections. He has done numerous portraits, compositions and landscapes, in various techniques: charcoal, china, oil, acrylic and fresco. Considered amongst the principal portrait painters in the world, Ciccone is renowned for his masterful portraits in charcoal and acrylic. From 1986 to 1987 he presented an itinerant exhibit in England and Ireland: Padre Pio and the Gargano. In 1987 he created the fresco Nativity at Ponte Buggianese (Pistoia). In 1992 he was commissioned the work Composition1992-1993 for the Cassa Rurale and Artigiana of San Giovanni Rotondo. Many works may be found in museums and private collections, such as, Casa Sollievo della Sofferenza and Cappuccini Convent of S. Giovanni Rotondo (Foggia); Parrish Art Museum, Southampton, N.Y.; Guild Hall, East Hampton, N.Y.; Forbes Magazine Collection, N.Y.; Dixie Carter Collection, Los Angeles; Robert D. Schweizer Collection, Arizona and Lady Christina Hoare Collection, London. The artist lived and works in Firenze. Luigi Falai was born in Florence in 1941, where he lives and works. From 1960 he was present in the studio of the painter and copyist Adolfo Tagliaferri, then he enrolled in the Scuola Libera del Nudo of the Accademia di Belle Arti of Florence (Academy of Fine Arts) in 1964, under the instruction of Emanuele Cavalli. In 1967 he began frequenting the studio of master Pietro Annigoni and soon after the studio of Romano Stefanelli, where he learned, amongst the multiple techniques, tempera grassa, fresco and the strappo of fresco. In his career he received prestigious commissions, amongst which we note an oil painting entitled Don Giovanni Bosco tra i giovani for the Salesiano Sanctuary of the Sacred Family in Florence, the frescoes illustrating Il Bacio di Giuda e La consegna delle chiavi a Pietro for the Sanctuary of S. Michele Arcangelo in Ponte Buggianese (Pistoia) and the fresco with I Sacramenti for the church of Sant’Anna in Pietrelcina (Benevento). He has been teaching fresco since 1983 at the American school S.A.C.I. “Studio Art Centers International” of Florence, and since 2001 at the La Bottega del Bon Fresco, opened in the capital of Tuscany, together with colleagues Massimo Callossi and Mario Passavanti. Numerus, his successful exhibits in Italian cities and abroad. Amongst the solo exhibitions are to note: the Institute of Italian Culture of San Francisco in 1991, in New York in 1992, at Perth in Australia in 1993, in Bogotà in Colombia in 1999, at Palazzo Panciatichi, headquarters to the Regional Council of Tuscany in 2012, and in 2014 in Pontassieve at the Casa Rossa. For further information, please contact Danielle Villicana D’Annibale at danielle@villicanadannibale.com, (+39) 338 600 5593 or visit our website www.VillicanaDAnnibale.com. Please follow and share with Danielle Villicana D’Annibale and Via Cavour 85 on Facebook (@viacavour85Arezzo), Twitter (@ViaCavour85AR), Pinterest (pinterest.com/daniellevillica), YouTube (youtube.com/user/villicanadannibale), Google+ (@Danielle Villicana D’Annibale) o tramite gli hashtags #AntonioCiccone, #LuigiFalai, #OmaggioaAnnigoniII, #ViaCavour85 e #DanielleVillicanaDAnnibale. www.VillicanaDAnnibale.com _______________________ EVENT: Exhibit of drawing painting ARTISTS / TITLE: “Antonio Ciccone & Luigi Falai: Homage to Pietro Annigoni II” EXHIBIT DATES: Sunday, April 12 – Thursday, April 23, 2015 LOCATION: Via Cavour 85 – 52100 Arezzo (AR), Italy INAUGURATION: Sunday, April 12 at 6PM with the presence of the artists and journalist Fabrizio Borghini for the transmission Incontri con l'Arte (Encounters with Art) SPECIAL EVENT: Thursday, April 23, 2015 at 6PM "Meet with the Master Artists Antonio Ciccone & Luigi Falai” CATALOGUES: created by Danielle Villicana D’Annibale visible on our website at www.VillicanaDAnnibale.com/books INFO: FREE ENTRANCE Hours: Tuesday - Saturday from 4PM-8PM and by appointment, (Closed Sunday and Monday) Web: www.VillicanaDAnnibale.com Web: www.AntonioCiccone.it Web: www.ArtistaPittoreLuigiFalaiFirenze.eu Web: www.ToscanaCultura.it ORGANIZATION: Artist, Curator & Educator - Danielle Villicana D’Annibale Cell: +39 338 600 5593 Email: danielle@villicanadannibale.com Light Designer & Installation – Maurizio D’Annibale Graphic Project – Riccardo Terziani Copy Service D/Sign (AR) SPONSOR: VILLA MARGHERITA A PARADISE FOR ARTISTS IN TUSCANY Inizio: 12/04/2015 Fine: 23/04/2015 Indirizzo: VIA CAVOUR 85, Arezzo Spazio: VIA CAVOUR 85 Area geografica: Centro Email: danielle@villicanadannibale.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/viacavour85Arezzo/photos/gm.677651095714305/597174893718876/?type=1&theater Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Messa a nudo. Anima su tela - personale di pittura di Gianfranco Cresciani Introduzione: In piena epoca Selfie di proliferazione bulimica di visi, Gianfranco Cresciani fa un “bell’azzardo”: ritrae su tela. Volti e nudi femminili invertono la dialettica dello sguardo e paiono osservarci prima di concederci di essere guardati. Descrizione: “Messa a nudo. Anima su tela” Mostra personale di pittura di: Gianfranco Cresciani A cura di Cristina Muccioli -Opening: 20 maggio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 2 giugno 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato Comunicato stampa In piena epoca Selfie di proliferazione bulimica di visi, Gianfranco Cresciani fa un “bell’azzardo”: ritrae su tela. Volti e nudi femminili invertono la dialettica dello sguardo e paiono osservarci prima di concederci di essere guardati. Non sono banalmente nudi, sono messi a nudo, rivelati. Chi si fa ritrarre scopre un altro sé, incontra un’identità più profonda, autentica e svelativa di quella che lo specchio o mille scatti dilettanteschi possono fuggevolmente restituire. Forse perché, come insegnavano già i filosofi antichi e la psicanalisi moderna, per dire il vero su di sé c’è bisogno dell’altro. Non c’è imitazione di tratti nel lavoro di Cresciani, ma ascolto retinico: uno zigomo, le nocche delle mani, il rilievo delicato di un seno, il taglio degli occhi, l’ansa di un fianco si fanno sortilegi di sensualità e indizio di tensione esistenziale, narrazione, paesaggio: quello che non ha abbandonato davvero mai sin dai suoi esordi di timbro astrattista geometrico. C’è mira, messa a fuoco, e spoliazione gentile ma radicale di ogni superfluità, di ogni maschera indossata per affrontare i nostri ruoli sul palcoscenico del mondo. Davanti al pittore un volto ritorna a sé, diventa quello che è, corpo e anima. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 20/05/2015 Fine: 02/06/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Lombardia Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Mi-Mi di Rachele Palladino Introduzione: La GALLERIAOTTO presenta, dal 17 aprile al 17 maggio, nella sede di via Cimarra a Roma, la prima mostra personale di Rachele Palladino, dal titolo Mi-Mi. Disegni, rotoli, MoneyBox, registrazioni vocali, un arazzo e una installazione in cemento. L’esposizione, a cura delle titolari Astrid Narguet e Lucilla Stefoni, si inscrive nel nuovo corso intrapreso dalla galleria – specializzata in artisti contemporanei cinesi di cui diffonde il lavoro in Italia ed Europa – interessata oggi ad aprire una più intensa comunicazione tra i due continenti, rappresentando anche artisti italiani, sia da noi che in Asia. Descrizione: La GALLERIAOTTO presenta, dal 17 aprile al 17 maggio, nella sede di via Cimarra a Roma, la prima mostra personale di Rachele Palladino, dal titolo Mi-Mi. Disegni, rotoli, MoneyBox, registrazioni vocali, un arazzo e una installazione in cemento. L’esposizione, a cura delle titolari Astrid Narguet e Lucilla Stefoni, si inscrive nel nuovo corso intrapreso dalla galleria – specializzata in artisti contemporanei cinesi di cui diffonde il lavoro in Italia ed Europa – interessata oggi ad aprire una più intensa comunicazione tra i due continenti, rappresentando anche artisti italiani, sia da noi che in Asia. Mi-Mi in cinese significa segreto. Mi-Mi ha un suono giocoso, infantile ed enigmatico, elementare come sono elementari i motivi che si ripetono in ciascun disegno di Rachele Palladino. La mostra presso la GALLERIAOTTO è la prima occasione per rileggere la sua vastissima produzione, della quale sono presenti esempi di tutte le serie finora affrontate, assieme ad alcune sperimentazioni realizzate appositamente per l’evento (registrazioni vocali, tapestry e oggetti in cemento). La particolarità risiede nella volontà di creare un’occasione corale, dove la propria mano (voce, idea) si confonde con quella di amici, colleghi, tutti coloro che hanno aiutato nella realizzazione del progetto. Il pubblico stesso, con le MoneyBox, viene inserito nell’opera, collaborando a chiudere questo circolo dello scambio e del dono, dove il potenziale creativo sboccia dall’apporto di tutti. Il nucleo centrale è composto da oltre venti carte di medie dimensioni, un rotolo di dieci metri per ottanta centimetri e due grossi “quadri” (carta intelata) da due metri per uno e mezzo di lato. Nei più piccoli emergono soprattutto storie, personaggi affaccendati nei crucci, incombenze, scontri quotidiani. Sulle grandi dimensioni scompare qualsiasi riferimento figurativo e si compie quella che l’artista definisce una fusione con la linea: la scrittura, da caotica e “incisa”, diviene calligrafica, accattivante, sinuosa; parole come figure, parole come cocci di realtà da ingentilire. È in questa linea che si anestetizzano i dolori, cercando di essere felice gratis. Il lavoro di Rachele Palladino ruota attorno alle tensioni dell’esistere contemporaneo, organizzando frammenti di immaginari salvifici. Ricuce gli strappi della società con il gesto ossessivo di un filo, una trama che si ripete in infinite minuscole varianti su centinaia, centinaia di fogli e carte. Non “grandi temi” ma l’esserci al mondo, di cui svela incoerenza e frammentarietà, dove l’unica certezza risiede nell’essere legati in un’unica entità, persone spazio cause effetti. Con solo due, massimo tre penne e pennarelli Rachele Palladino mette in scena l’attitudine tipicamente femminile della cura, progettando armonia per mezzo del segno, dando luogo al tenace sforzo di trasformare ogni esperienza in significato, con forza, grazia e leggerezza. Info: Mi-Mi di Rachele Palladino Mostra personale: inchiostri su carta, ambiente sonoro, installazione Progetto sonoro: Luca Spagnoletti A cura di: Astrid Narguet e Lucilla Stefoni Inaugurazione: venerdì 17 aprile ore 18.30 Dal 17 aprile al 17 maggio 2015 Orari: da martedì a sabato 11:30 - 19:30 GALLERIAOTTO Via Cimarra 12 (00184), Roma +39 0647824521 galleriaotto@gmail.com Testi in catalogo di: Carlotta Monteverde e Maria Isabella Safarik Inizio: 17/04/2015 Fine: 17/05/2015 Indirizzo: Via Cimarra, 12 , Roma Spazio: GALLERIAOTTO Area geografica: Roma Email: galleriaotto@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10205280998936981&set=gm.745087108944034&type=1&theater Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Unplugged - Pronti per la catastrofe Introduzione: Dal 14 al 24 aprile, in occasione della Milano Design Week, sarà possibile visitare presso la Galleria del Centro Ceco di Milano il progetto start-up dal titolo "Unplugged – Pronti per la catastrofe", ad opera dei migliori studenti della Facoltà d´Arte e Design dell´Università JEPU di Usti nad Labem. I giovani designer cechi esporranno alcuni oggetti uniti da un tema affascinante e provocatorio: la sopravvivenza ad un´ipotetica, futura catastrofe. Le opere in mostra – oggetti che non hanno bisogno di elettricità, utili dunque in caso di evento catastrofico – da un lato materializzano il nostro desiderio di autonomia, dall´altro ci parlano del sistema globale nel suo complesso e dell´ipotesi di un suo collasso. I giovani designer ci invitano a riflettere sulle possibilità di sopravvivenza della società contemporanea, collegandosi in questo modo anche al tema principale di EXPO 2015. L´esposizione si terrà presso presso la Galleria del Centro Ceco (via G.B. Morgagni, 20 – Milano, MM1 - Lima), da martedì 14 a sabato 18 aprile (ore 12:00 – 21:00), domenica 19 aprile (12:00 – 18:00) e da lunedì 20 a venerdì 24 aprile (13:00 – 18:00). L´ingresso è libero. Descrizione: Ogni anno il Centro Ceco di Milano ospita un´esposizione di giovani designer cechi durante la Milano Design Week, uno dei più importanti eventi internazionali dedicati al settore. Quest´anno gli studenti della Facoltà d´Arte e Design dell´Università JEPU di Usti nad Labem, Repubblica ceca presenteranno il progetto start-up “UNPLUGGED – Pronti per la Catastrofe”. Siamo sopravvissuti al 2012, alle minacce di fine del mondo, ma cosa ci aspetta ancora? Immaginate per un attimo uno scenario apocalittico: negozi pieni di beni ma chiusi a chiave, banconote in fiamme, rivolte e anarchia. Cosa fare se tutte le preoccupazioni e gli affanni per un futuro migliore si riducessero alla semplice necessità di sopravvivere? Quest´esposizione è un evento unico in grado di presentare oggetti di design – risultato della creatività dei giovani studenti cechi – che non hanno bisogno di elettricità, uniti dal filo conduttore di un tema stimolante e affascinante: la necessità, davanti ad un possibile collasso del sistema globale, di una maggiore autonomia nella produzione di oggetti per l´uso quotidiano. I giovani artisti invitano così a riflettere sulle possibilità di sopravvivenza nostre e della società contemporanea nel suo complesso, collegandosi in questo modo anche al tema principale di EXPO 2015 relativo all´uso sostenibile delle risorse. I prodotti in mostra hanno origine da tre studi del Dipartimento di Design della Facoltà di Arte e Design dell´Università JEPU: il design della ceramica, il design di interni e il design di prodotti. Una ciotola di porcellana ricavata da un ceppo di legno, "custodie" protettive per piante, un tavolo da interno leggero ma resistente: gli studenti cechi ci daranno una "traccia" per la sopravvivenza senza rinunciare all´eleganza e alla bellezza di oggetti dal design innovativo e affascinante. La mostra potrà essere visitata dal 14 aprile al 24 aprile 2015, con ingresso libero, presso la Galleria del Centro Ceco in via G. B. Morgagni 20 a Milano (MM1 Lima). Orari di apertura Dal 14/4 al 18/4: 12.00 – 21.00 Il 19/4: 12.00 – 18.00 Dal 20/4 al 24/4: 13.00 – 18.00 Per ulteriori informazioni: Centro Ceco Via G. B. Morgagni, 20 – Milano tel. 02 29411242 ccmilano@czech.cz http: //milano.czechcentres.cz Inizio: 14/04/2015 Fine: 24/04/2015 Indirizzo: Via G. B. Morgagni, 20, Milano Spazio: Galleria del Centro Ceco Area geografica: Lombardia Email: cimmino@czech.cz Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://milano.czechcentres.cz/program/travel-events/presentazione-del-design-ceco-sul-fuorisalone/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: L'ARTE E' DI STRADA Introduzione: L’ARTE E’ DI STRADA Performances estemporanee degli studenti su elementi di arredo urbano dal 14 al 26 Aprile 2015 Descrizione: Il Centro Commerciale Fiordaliso di Rozzano è lieto di ospitare dal 14 al 17 Aprile 2015, dalle 09,00 alle 13,00 i lavori estemporanei di 40 studenti dell’Istituto Professionale per i servizi commerciali W. Kandisky di Milano; seguendo il linguaggio della corrente Pop Art, che ha da sempre fatto grande uso degli oggetti di vita quotidiana come base per la costruzione di opere d’arte, gli studenti interverranno in Galleria per trasformare 40 dissuasori stradali in altrettante “works of art”, che avranno come filo conduttore le tematiche dell’imminente EXPO’ 2015. Sabato 18 Aprile 2015, dalle ore 17,00: inaugurazione mostra: i lavori dei ragazzi saranno allestiti in una mostra che resterà visibile negli spazi del Centro Commerciale Fiordaliso per tutta la settimana successiva. Per l’occasione, la Direzione del CC donerà una targa ricordo all’Istituto e un omaggio per l’acquisto di materiale didattico, come ringraziamento del lavoro svolto e della collaborazione nell’evento. La mostra resterà in esposizione in galleria dal 18 al 26 Aprile Nel ringraziare gli Artisti, L’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali Kandisky e le realtà coinvolte, il Centro Commerciale Fiordaliso coglie l’occasione per invitare tutti a partecipare numerosi a questo nuovo evento di cultura e promozione dell’arte. Inizio: 14/04/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Via Curiel, 25 20089 - Rozzano (MI) Spazio: Centro Commerciale Fiordaliso Rozzano Area geografica: Milano Email: antonella@jeglab.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: On My Way Introduzione: La mostra collettiva “On My Way” esplora le infinite possibilità di vita nell’ordinario e nello straordinario, trovando una tregua dalla routine quotidiana nell’arte e nella bellezza e in una lotta continua per la sopravvivenza. Realizzati da alcuni tra i più noti artisti di San Pietroburgo, i lavori in mostra utilizzano vari media per sondare le possibilità di un’espressione soggettiva e sospesa tra sogno e realtà. Descrizione: Realizzati da alcuni tra i più noti artisti di San Pietroburgo, i lavori in mostra utilizzano vari media per sondare le possibilità di un’espressione soggettiva e sospesa tra sogno e realtà. Inizio: 07/05/2015 Fine: 05/07/1991 Indirizzo: Zattere, Dorsoduro 1392, Venezia Spazio: CFZ Ca'Foscari Zattere Area geografica: Email: program@thewye.de Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Limbo Introduzione: Tutta l’opera di Agrimi si gioca del resto su un fastidioso iato tra verità e scarto: dai ritratti minuziosi realizzati coi capelli spazzati via dai barbieri alle silhouette fatte di cocaina fino alle tassidermie di animali deformi o abietti condotti a funzione reliquiaria. E ogni volta l’opera è il pronunciamento di un atto linguistico sublimante, di una affermazione che si appropria della grammatica del sacro per risolvere il limbo della quotidianità, della superficialità, del totalmente inutile. Descrizione: Dario Agrimi: “C’è una vita eterna” Quando Cristo dice: “C’è una vita eterna”, e quando uno studente di teologia dice: “C’è una vita eterna”, entrambi dicono la stessa cosa, e non c’è maggiore deduzione, sviluppo, profondità o ricchezza di pensiero nella prima espressione che nella seconda. Entrambe le affermazioni sono giudicate esteticamente, ugualmente valide. E tuttavia c’è una differenza qualitativa eterna tra loro. Cristo, come uomo-dio, è in possesso della qualità specifica dell’autorità.1 “Sulla differenza tra un genio e un apostolo” si fonda tutto quanto è lecito dedurre dall’opera di Dario Agrimi. Opera che (al di là del sensazionalismo iperrealista e mortifero dei lavori recenti, capaci di riposizionare l’osservatore dal ruolo di ricettore a quello di commosso vegliante) mira ad una sorprendente speculazione nichilista sul sistema dell’arte. Il caso di “Limbo” è assai emblematico di un ragionamento ambiguo tra emersione e sommersione dell’uomo-artista (riproduzione agonizzante del volto di Agrimi) al di sopra/al di sotto della superficie abissale del petrolio. Quell’uomo che in sé stesso non ha alcuna importanza di fronte all’impotente spettacolo della storia – che affondi! che soffochi! che scompaia! – nell’opera diventa un sé, un’identità autoriferita al suo stesso demiurgo. Ecco la differenza qualitativa tra l’uomo comune (l’apostolo kierkegaardiano di una verità impersonale e di una biografia sempre giocata da dinamiche sociali, economiche e culturali a lui estranee) e il genio, l’artista, il folle, il cristo: colui che resiste allo sprofondamento, che supera, ergendosi, “ciò che è in lui più di lui stesso”, la sua sostanza spirituale e immortale, la sua infinitudine. Tutta l’opera di Agrimi si gioca del resto su un fastidioso iato tra verità e scarto: dai ritratti minuziosi realizzati coi capelli spazzati via dai barbieri alle silhouette fatte di cocaina fino alle tassidermie di animali deformi o abietti condotti a funzione reliquiaria. E ogni volta l’opera è il pronunciamento di un atto linguistico sublimante, di una affermazione che si appropria della grammatica del sacro per risolvere il limbo della quotidianità, della superficialità, del totalmente inutile. Artista lontanissimo dalla logica dada, nonostante la caustica ironia di molte opere, e anche dalla ricerca meramente iperrealista, pur nella ricorrente scelta di una composizione al limite della spettrale verosimiglianza, Agrimi è in realtà un divertito antieroe della contemporaneità. Preso dall’interesse per tutto quanto risulti essere normalmente urtante, Agrimi costruisce un inspiegabile, perverso godimento a partire dalla degradazione della sua stessa immagine. Il ragionamento di fondo è squisitamente freudiano, soprattutto nelle riflessioni di “Lutto e melanconia” (1915). Noi tutti – ci ricorda l’artista – investiamo su persone, animali, ideali e oggetti, delle cariche libidiche di diversa intensità e quando l’oggetto scompare dal nostro orizzonte vitale tali cariche vagano in cerca di nuova collocazione, di nuovi investimenti, di nuovi dei ed affetti, a volte retroagendo bruscamente su noi stessi con impietosi processi di autocolpevolizzazione. E bene, caro lettore: questo popolo di apostoli privi di genialità, autorità e autosufficienza è esattamente il tuo popolo che adesso affonda. È lo stesso che ha spremuto il pianeta (il petrolio ne è più che mai indice inequivocabile) per farne energia o banconote e che adesso non può che elaborare il lutto per l’eternità, attendere alle soglie di un limbo privo di salvezza, risolvere l’incertezza teologica e spirituale nell’inquietudine sociale e comunissima della quotidianità. Roberto Lacarbonara Inizio: 18/04/2015 Fine: 18/05/2015 Indirizzo: 4 Novembre Montesarchio BN Spazio: Nuvole Arte Contemporanea Area geografica: Sud Email: nuvolearte@alice.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Figura & Figure - La figurazione nella pittura italiana del '900 Introduzione: Una campionatura significativa di 31 artisti del Novecento italiano che hanno seguito la via della figurazione, lungo tutto il proprio percorso creativo o per parte di esso, ognuno segnando la storia dell’arte con la propria impronta poetica e stilistica. Descrizione: La figurazione domina la storia dell’arte occidentale . La spiritualità opera su una persistente fisicità delle immagini, seppure investendole di un valore simbolico anche forte e sovente complesso. Dietro c’è la tradizione artistica greco-romana, legata alla ricerca rappresentativa della figura, del corpo umano e delle sue proiezioni. Dietro c’è anche il Concilio di Nicea del 787, che condanna le tendenze iconoclaste a favore del culto delle immagini sacre, cioè, ancora, di figure. Senza il Concilio di Nicea il corso dell’arte occidentale forse sarebbe stato ben diverso, tutto orientato verso astrazione e decorazione, probabilmente molto simile a quello dell’arte islamica. La prossima mostra organizzata dalla Galleria Marchetti di Roma, che inaugurerà il 16 aprile 2015 – FIGURA & FIGURE. La figurazione nella pittura italiana del Novecento ( a cura di Silvia Pegoraro) si propone come una campionatura significativa di 31 artisti del Novecento italiano che hanno seguito la via della figurazione, lungo tutto il proprio percorso creativo o per parte di esso, ognuno segnando la storia dell’arte in modo significativo con la propria impronta poetica e stilistica. I 31 artisti presenti: Attardi, Baj, Cagli, Campigli, Carrà, Cassinari, De Chirico, Gentilini, Greco, Guttuso, Maccari, Mambor, Marini, Melli, Migneco, Monachesi, Morandi, Morlotti, Mušič, Pirandello, Rosai, Sassu, Schifano, Severini, Sironi, Soffici, Stradone, Tamburi, Turcato, Vespignani, Ziveri . Inizio: 16/04/2015 Fine: 30/05/2015 Indirizzo: Via Margutta 8, Roma Spazio: Galleria Marchetti Area geografica: Roma Email: info@artemarchetti.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.artemarchetti.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Racconti Tessuti - Arazzi e ricami dal Gotico al Rinascimento Introduzione: La Galleria Moshe Tabibnia ha ideato, promosso e realizzato una grande mostra che svela per la prima volta, al pubblico milanese e internazionale, alcuni tra i più rari e antichi esemplari di arazzi e ricami realizzati nei più importanti centri manifatturieri di area tedesca, francese, fiamminga e italiana, tra il ‘400 e il ‘700 Descrizione: La Galleria Moshe Tabibnia ha ideato, promosso e realizzato una grande mostra che svela per la prima volta, al pubblico milanese e internazionale, alcuni tra i più rari e antichi esemplari di arazzi e ricami realizzati nei più importanti centri manifatturieri di area tedesca, francese, fiamminga e italiana, tra il ‘400 e il ‘700. Occasione per questo viaggio lungo più di tre secoli di storia dell’arte tessile è l’uscita del volume, “CAPOLAVORI D’ARTE TESSILE. GLI ARAZZI E I RICAMI DELLA COLLEZIONE ZALESKI”, dedicato a una delle più importanti collezioni di tessili antichi al mondo, curato da Moshe Tabibnia ed Elisabetta Mero con testi di Nello Forti Grazzini, Chiara Buss e Gian Luca Bovenzi. Nelle sale di via Brera una quarantina circa di opere provenienti dalla COLLEZIONE ZALESKI dialogano con esemplari coevi della collezione della GALLERIA MOSHE TABIBNIA, attraverso un percorso che permetterà al visitatore di immergersi in un passato di “corti e sovrani” in cui l’arte tessile aveva un ruolo centrale nell’estetica cerimoniale e nella quotidianità. Il volume e la mostra sono un’occasione unica per conoscere le tipologie più rare di tessili europei, riscontrabili in pochi e grandi musei quali il Metropolitan Museum di New York, il Musée de Cluny di Parigi, il Victoria and Albert Museum di Londra e la Burrel Collection di Glasgow. Dal 7 maggio all’11 luglio 2015 la Galleria Moshe Tabibnia presenta “RACCONTI TESSUTI. Arazzi e Ricami dal Gotico al Rinascimento”. Un’esposizione importante che dà luce a un lungo periodo di studi e ricerche, indirizzati alla scoperta degli esemplari più antichi di arazzi e ricami europei, assoluti capolavori d’arte tessile per l’altissima qualità stilistica e tecnica con cui son stati realizzati. A due passi da Palazzo Reale, dove si svolgono nello stesso periodo le mostre “Il Principe dei sogni – Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” e “Arte Lombarda dai Visconti agli Sforza” e dalla Pinacoteca di Brera, la Galleria Moshe Tabibnia espone, attraverso un percorso cronologico, geografico e tematico, arazzi gotici di area svizzera e tedesca del ‘400, arazzi franco-fiamminghi e fiamminghi, realizzati tra il ‘400 e il ‘600 così come gli arazzi Millefleurs , Verdure e Feuille de Choux; arazzi e cuscini narrativi e allegorici del ‘500 e ‘600 e ricami europei sacri e profani dal ‘500 all ‘800. Una sezione sarà dedicata, come omaggio a EXPO2015, a una selezione di tessili che, per i soggetti rappresentati e per l’uso d’origine, si connettono al tema del nutrimento nella storia e nella cultura, e al cibo come simbolo sacro. La mostra è suddivisa in 6 SEZIONI che si intersecano tra di loro negli spazi della galleria. Le prime 5 corrispondono ai nuclei tematici emersi nel volume dedicato alla Collezione Zaleski: 1- arazzi GOTICI: svizzeri e tedeschi del 1400 A questo gruppo appartengono alcuni degli esemplari europei più rari e antichi sopravvissuti: arazzi che attingono al repertorio culturale e tradizionale del mondo germanofono come gli esemplari che riprendono il mito dell’uomo selvaggio o “Wildman”, quelli con scene tratte dalla letteratura tedesca cortese (minnesang), dal Vecchio o Nuovo Testamento, con figure di santi o con stemmi araldici. Le figurazioni, frutto di cartoni forniti da pittori professionisti, sono connotate da un armonioso primitivismo a tratti espressionistico, non sono mai prive di raffinatezza. 2- arazzi di area franco-fiamminga e fiamminga tra ‘400 e ‘600 È nell’area corrispondente all’attuale Francia nord-orientale, da Parigi ad Arras e Lille, e al Belgio odierno, da Tournai a Bruxelles, che tra la fine del Medioevo e nel corso dell’Età moderna l’arte dell’arazzo ebbe la sua massima fioritura sia dal punto di vista estetico sia da quello sociale ed economico. La mostra propone alcuni significativi esempi tra i più pregiati in assoluto come l’arazzo, riscoperto da poco, con il compianto delle vergini. che recentissimi studi ne hanno svelato l’origine, o l’arazzo con “l’Annunciazione” di Bruxelles realizzato da un cartone di un pittore fiammingo della cerchia di Bernard Van Orley. 3- arazzi Millefleurs Verdure e Feuille de Choux tra ‘400 e ‘600 Al piano terra della Galleria saranno esposti, senza soluzione di continuità arazzi che in origine avevano una funzione decorativa rappresentando scenografie botaniche alle quali venivano in alcuni casi sovrapposti stemmi o medaglioni, figure umane o animali. Il grande impiego di questo genere di opere è documentato da un buon numero di miniature, dipinti e affreschi anche italiani. Si pensi ad esempio, per non andar lontano, ai parati floreali che scandiscono le pareti laterali scorciate della sala in cui si svolge L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie (1496-1498) a Milano. 4- arazzi e cuscini narrativi e allegorici tra ‘500 e ‘600 Di diversa provenienza e fabbricazione, fiamminga, tedesca e italiana, questo gruppo annovera arazzi eterogenei accomunati da uno stile che mostra una persistenza di stilemi tardo-gotici, sebbene le novità estetiche rinascimentali e barocche abbiano già conquistato un gran numero di tappezzerie europee. Si possono così scoprire cuscini e arazzi con narrazioni tratte dalla Bibbia, come i quattro cuscini con le “storie di Giuseppe” e altri esemplari con rappresentazioni di Virtù, o l’arazzo “Davide e Betsabea” la cui singolare cromia mostra connessioni con la pittura tedesca del XVI secolo, come quella di Lucas Cranach il Vecchio. 5- ricami europei sacri e profani dal ‘500 Il ricamo in lana, seta e in metallo è una delle tecniche artistiche più complesse e meno conosciute. Sin dal Medioevo rappresenta l’arredo elitario per eccellenza che si manifesta talvolta con manufatti di straordinaria complessità. Le testimonianze che abbiamo si legano alla liturgia della chiesa (paramenti sacerdotali, paliotti, stendardi processionali e coperture parietali) e alle celebrazioni laiche dove li troviamo a nobilitare baldacchini, bandiere, vessilli e nell’arredamento domestico (coperture del letto, biancheria in lino come asciugatoi, tovaglie e fruttiere da credenza). 6- tessili intorno al tema del nutrimento nella storia Inaugurando a inizio maggio, in concomitanza con l'apertura di EXPO2015, la mostra dedicherà uno spazio ad alcuni tessili antichi che, per i soggetti rappresentati e per l’uso d’origine, si connettono al tema del nutrimento nella storia e al cibo come simbolo sacro. La sala della Galleria che si apre su via Brera, presenterà arazzi copritavola olandesi del ‘600, un cuscino cosiddetto “Amburgo” del ‘600, un prezioso ricamo inglese del ‘500 e arazzi con scene di caccia e Millefleurs. Una mise en place di una selezione di opere tessili accomunate dal legame con le mense e convivi nobiliari in Europa a partire dal Medioevo, come ricordano alcuni dipinti fiamminghi del XV secolo, come ad esempio “Le nozze di Cana” di Gérard David, conservato al Louvre di Parigi, Inizio: 06/05/2015 Fine: 11/07/2015 Indirizzo: Via Brera 3, Milano Spazio: Galleria Moshe Tabibnia Area geografica: Milano Email: info@moshetabibnia.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.dropbox.com/sh/no0wnab3pagylpz/AACk6SHGrsD-PM9_kQo5J9mTa?dl=0 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Rino Valido.La ricerca dell'equilibrio Introduzione: “Rino Valido. La ricerca dell’equilibrio” è la personale ospitata dal 15 al 20 aprile, dalla Galleria Poleschi Arte a Roma in Via Mazzini 1, presso l’associazione Plus Arte Puls. La rassegna mette in risalto la creatività consolidata di Rino Valido come artista e designer, attraverso circa quaranta opere, con alcuni inediti creati appositamente per l’evento. Descrizione: RINO VALIDO. LA RICERCA DELL’EQUILIBRIO a cura Luciano Caprile POLESCHI ARTE Roma, Via Mazzini 1- presso Plus Arte Puls 15 – 20 aprile 2015 Inaugurazione martedì 14 aprile 2015, ore 18 “Rino Valido. La ricerca dell’equilibrio” è la personale ospitata dal 15 al 20 aprile, dalla Galleria Poleschi Arte a Roma in Via Mazzini 1, presso l’associazione Plus Arte Puls. La rassegna mette in risalto la creatività consolidata di Rino Valido come artista e designer, attraverso circa quaranta opere, con alcuni inediti creati appositamente per l’evento. Le opere presentate esprimono perfettamente il tema della mostra: “la ricerca dell’equilibrio”. Questo concetto viene trasmesso in quadri come “La costa rosa” del 2011, “La vela Bleu” del 2006 e “La piscina” del 2008, dove campiture cromatiche uniformi si bilanciano fra geometrie dalle forme diverse. Nelle opere esposte, caratterizzanti l’attuale linea espressiva di Rino Valido, si definisce un percorso artistico, rappresentato e sintetizzato da due elementi: la forma e il colore. L’apoteosi di questo linguaggio è raggiunta da ciò che l’artista stesso definisce “sintesi”, ovvero la sovrapposizione di materiali che perdono la loro peculiarità di strumento e si trasformano in elementi cromatici, che vengono amalgamati al colore spesso nella formula tono su tono. L’artista utilizza spesso tessuti, provenienti da India, Cina, la cui colorazione raggiunge pigmentazioni intense e nello stesso tempo armoniche all’interno delle composizioni. Un approccio più gestuale e legato alla consapevolezza del passato, di un tempo ritrovato tra forma e colore si percepisce in “Colline di notte” del 2012, “La staffa gialla” del 2011, dai colori più sfumati e appartenenti ad un nuovo ciclo di opere recenti. A tale proposito Rino Valido afferma “mentre lavoro cresce preponderante in me la necessità di esprimermi tramite l’equilibrio delle forme e dei colori in un dialogo che mi porta a ritrovare una dimensione del tempo ben definita e molto personale". Le opere così realizzate traducono visioni reali, paesaggi dell’anima che si esprimono in oggetti dalla forma astratta e hanno come obiettivo, quello di scaturire nell’osservatore l’emozione dell’approfondimento. Riguardo la creatività artistica e di designer di Rino Valido, Luciano Caprile scrive: “Rino Valido sembra aver raggiunto il suo scopo che non equivale al compromesso tra due atteggiamenti comportamentali ma alla felice confluenza di due esigenze che si incontrano nel magico punto della comune esaltazione”. Accompagna la mostra un catalogo con testo di Luciano Caprile. Biografia breve Rino Valido nasce a Varazze nel 1947. Già da piccolo sviluppa una particolare inclinazione per tutte le attività manuali. Frequenta a Genova la scuola grafica professionale e segue i corsi serali all’Accademia Ligustica di Belle Arti. Lavora per diversi laboratori fotolitografici genovesi, dove l'abilità del disegno e la sensibilità del colore sono elementi importanti che lo condurranno a intraprendere l'attività del cromista. Negli anni 70 realizza le prime mostre personali e collettive. In questo periodo i viaggi nel sud della Francia lo portano ad elaborare un modus operandi che definisce “sintesi”. Dagli anni 80 si dedica interamente all’arte e al design. Realizza inoltre progetti nell’ambito industriale fra cui si ricorda: progetto Stand Finanziaria Finsider 1978; progetto per la Finanziaria Stet Roma 1981; progetto Stand Ansaldo Holding 1996; progetto Banca Carige 1996; progetto VM motori 1998; progetto Oto Melara 2003 e fra i più recenti, il totem “Piramidi” 2005 realizzato per il centenario della Elsag e “L’aggregazione aziendale” 2006 per Elsag Datamat. Le principali tappe della sua carriera artistica sono esaustivamente trattate nei cataloghi: “Le opere e le loro strutture interne” di Dino Carlesi del 2000, “Essenze naturali” a cura di Luciano Caramel del 2005, “La seduzione è il colore” a cura di Luciano Caprile del 2007, “L’architecte de la couleur” a cura di Gérard Xuriguera del 2009, libro di 300 pagine che racconta 40 anni di vita dedicata all’arte. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. INFORMAZIONI MOSTRA Titolo Rino Valido. La ricerca dell’equilibrio A cura di Luciano Caprile Sede Galleria Poleschi Arte Via Mazzini 1, Roma - presso Plus Arte Puls Date 15-20 aprile 2015 Inaugurazione martedì 14 aprile, ore 18 Ingresso libero Catalogo con testo di Luciano Caprile Informazioni Poleschi Arte Tel +39 02 86997153 info@poleschiarte.com – www.poleschiarte.com ufficio stampa Plus Arte Puls Leeloo srl-informazione e comunicazione Francesca Romana Gigli 3316158303 Patrizia Notarnicola 3316176325 Inizio: 13/04/2015 Fine: 20/04/2015 Indirizzo: viale Mazzini 1 Roma Spazio: Plus Arte Puls Area geografica: Roma Email: patrizianotarnicola@yahoo.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.plusartepuls.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: CalligraphycArt: La sublime arte della calligrafia Introduzione: La mostra è un percorso attraverso il tempo e attraverso l'arte di dare forma ai segni in modo espressivo ed armonioso. Oggi fare calligrafia, in controtendenza con Ebook, web, email, significa focalizzarsi sulle regole di bellezza e di armonia che governano la forma delle lettere, ma anche concentrarsi sul loro significato più intimo e vero e sui concetti nascosti dentro il segno. Descrizione: L'invenzione della stampa non fermò la ricerca del segno e dello stile infatti si continuò, nonostante tutto, a scrivere a mano e ad inventare nuovi stili di calligrafia, vera e propria arte di bella scrittura o meglio, arte di tracciare i caratteri della scrittura in modo ornamentale, piacevole e caratterizzante di un popolo e di una cultura. Anche con l'affermarsi della società tecnologica, in cui le mail hanno sostituito le ben più poetiche lettere, WhatsApp ha sostituito le cartoline e il computer ha ormai reso possibile scrivere e inviare ogni genere di comunicazione “a tempo 0”, la scrittura in bella grafia è sbocciata, si è liberata come già la pittura dall'impellente bisogno di rappresentare, di dire, di comunicare la realtà; non ha più bisogno di essere solamente mezzo per rappresentare testo e parole, ma può spaziare come vera espressione d'arte concentrandosi principalmente sul valore estetico. -Torino- Inaugura giovedì 23 aprile alle ore 18.30 la collettiva d'arte contemporanea "Calligraphic Art: La sublime arte della calligrafia", mostra dedicata alle opere di artisti calligrafi ospitata alla All The Best Art Gallery di corso Verona, 21 a Torino e visitabile dal 23 aprile al 15 maggio 2015. La mostra è un percorso attraverso il tempo e attraverso l'arte di dare forma ai segni in modo espressivo ed armonioso. Oggi fare calligrafia, in controtendenza con Ebook, web, email, significa focalizzarsi sulle regole di bellezza e di armonia che governano la forma delle lettere, ma anche concentrarsi sul loro significato più intimo e vero e sui concetti nascosti dentro il segno. L'invenzione della stampa non fermò la ricerca del segno e dello stile infatti si continuò, nonostante tutto, a scrivere a mano e ad inventare nuovi stili di calligrafia, vera e propria arte di bella scrittura o meglio, arte di tracciare i caratteri della scrittura in modo ornamentale, piacevole e caratterizzante di un popolo e di una cultura. Anche con l'affermarsi della società tecnologica, in cui le mail hanno sostituito le ben più poetiche lettere, WhatsApp ha sostituito le cartoline e il computer ha ormai reso possibile scrivere e inviare ogni genere di comunicazione “a tempo 0”, la scrittura in bella grafia è sbocciata, si è liberata come già la pittura dall'impellente bisogno di rappresentare, di dire, di comunicare la realtà; non ha più bisogno di essere solamente mezzo per rappresentare testo e parole, ma può spaziare come vera espressione d'arte concentrandosi principalmente sul valore estetico. Ed è per questo che, in questi ultimi decenni, i calligrafi hanno studiato e ridefinito la forma delle lettere tanto che la calligrafia è diventata una forma d'arte a tutti gli effetti. La scrittura diventa segno e dal segno scaturisce un' immagine libera e vera che diventa testo dinamico dagli elementi distintivi sicuri e completamente liberi sul foglio tali da scardinare dall'interno tutti gli schemi precostituiti. Il testo diventa pittura, la pittura diventa testo senza soluzione di continuità, il testo diventa effetto grafico, composizione artistica, ricordo aulico, monito futurista. In tutto questo gli artisti progettano, applicano le tecniche più innovative, trasformano le parole, pregne di significato, in segni immaginari densi di simbolismo espressivo caratterizzato da colore e gestualità pittorica. Lungo il percorso espositivo, gli artisti: James Farrell, Maria Deborah De Lucia, Gabriele Levy, Massimo Polello, Petra Probst, Paola Robbe, ci mostreranno emozioni scrivendo parole suggestive, dai tratti intensi e forme accattivanti, potenti, sensuali, illusorie, illustrative e nel medesimo tempo pregne di una fragilità e delicatezza disarmanti. Artisti: James Farrell, Maria Deborah De Lucia, Gabriele Levy, Massimo Polello, Petra Probst, Paola Robbe design e oggetti ANONIMI CREATIVI: Siamo ANONIMI, perché ad avere importanza non sono i nostri nomi, ma come i nostri sguardi ascoltano la realtà che ci circonda...CREATIVI perché desideriamo impreziosire questa realtà con fantasia. Il nostro percorso nasce da una convinzione: “ogni oggetto che ci circonda e con cui veniamo a contatto, porta con sé un po’ di noi e ci modella a sua volta”... Anonimi Creativi: sogni, oggetti, concetti. Curatela e testi Critici Alessandro Allocco Vernissage Ore 18,30 giovedì 23 aprile 2015 “"Calligraphic Art: La sublime arte della calligrafia" 23 aprile – 15 maggio 2015 ATB Art Gallery, corso Verona, 21- 10152 – Torino - Italy - Info: Mobile +39 333 3625949 W: www.atbartgallery.com – E: atbartgallery@gmail.com Orari di apertura: lunedì - venerdì 10,30/13,00 – 16,00/18,00 sabato e altri orari su appuntamento Ingresso gratuito Inizio: 23/04/2015 Fine: 15/05/2015 Indirizzo: Atb Art Gallery, Corso Verona, 21 - Torino Spazio: Area geografica: Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.atbartgallery.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Dulk - Broken Thoughts Introduzione: La Galleria Varsi presenta il primo solo show di Dulk in Italia, Broken Thoughts, mostra a cura di Marta Gargiulo e Massimo Scrocca. Lo spazio trasformato attraverso i diversi elementi della natura in foresta, prevede un percorso realizzato con la presenza di paesaggi fitti di vegetazione, in cui viene accolta l’ultima produzione dell’artista, che esamina il rapporto tra natura, fantasia e gioia. Descrizione: La Galleria Varsi presenta il primo solo show di Dulk in Italia, Broken Thoughts, mostra a cura di Marta Gargiulo e Massimo Scrocca. Lo spazio trasformato attraverso i diversi elementi della natura in foresta, prevede un percorso realizzato con la presenza di paesaggi fitti di vegetazione, in cui viene accolta l’ultima produzione dell’artista, che esamina il rapporto tra natura, fantasia e gioia. L’operato di Dulk prende forma attraverso il suo approccio con il disegno. L’artista nel momento in cui impugna la matita abbandona le sovrastrutture che connotano l’essere umano adulto per lasciarsi andare alla spontaneità che anima la fantasia del bambino, riuscendo a focalizzarsi su una infinita gamma di dettagli, fondamentali alla caratterizzazione dei suoi soggetti: la natura e gli animali che ospita. Dulk crea paesaggi che fondono la sua ricerca sulla pittura tradizionale fiamminga a un immaginario dai toni surreali. Sin dall’infanzia ha coltivato una passione per la natura, nata quando suo padre gli fece conoscere le enciclopedie fotografiche in bianco e nero in cui erano immortalate migliaia di specie animali. Da quel momento l’artista non ha mai smesso di disegnare, sempre ispirandosi alla natura ma dando vita a personaggi inventati, che trovano spazio in uno scenario naturale e vigoroso. Questo linguaggio ha contraddistinto le narrazioni di Dulk dal principio, in una ricerca che lo ha portato a diventare oggi un illustratore presente nel circuito galleristico internazionale e sui muri delle città che attraversa. Inizio: 17/04/2015 Fine: 24/05/2015 Indirizzo: via di s. salvatore in campo, 51, roma Spazio: Galleria Varsi Area geografica: Roma Email: info@galleriavarsi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Gianfranco Zappettini. Opere 1966-1971 Introduzione: Con la personale dedicata a Gianfranco Zappettini MAAB Gallery di Milano propone una selezione delle opere che anticipano il periodo analitico, di cui il Maestro sarebbe stato protagonista in Italia e all’estero a metà anni Settanta. Descrizione: Fino al 10 luglio, nella sede di via Nerino saranno visibili alcuni lavori realizzati tra il 1966 e il 1971, che testimoniano l’attenta riflessione di Zappettini sulla struttura interna del quadro, sulla propria definizione di geometria e sui confini della percezione ottica. In questa rara scelta di opere, il Maestro italiano svela l’influsso che su di lui ebbe il lavoro a stretto contatto con l’architetto tedesco Konrad Wachsmann e l’elaborazione che fece delle frequentazioni giovanili degli studi di Max Bill e Sonia Delaunay. Già in queste opere, l’apparenza estetica del quadro non è il fine, ma il risultato raggiunto al termine di un processo in cui vengono analizzati gli elementi portanti della superficie. Tale percorso condurrà Zappettini alle soglie delle possibilità percettive umane e lo accompagnerà nella svolta del 1973, quando la sua attenzione si concentrerà sugli elementi del linguaggio pittorico e l’artista si qualificherà subito tra i più rigorosi attori della Pittura Analitica. La mostra è a cura di Alberto Rigoni. Inizio: 29/05/2015 Fine: 10/07/2015 Indirizzo: Via Nerino, 3 Milano Spazio: Maab Gallery Area geografica: Milano Email: segreteria@artemaab.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Ode to food - Milano Art Week Introduzione: L'evento è promosso dal campano Centro Culturale Arianna, con la curatela di Gina Affinito, esperta d'arte, reduce dai successi della mostra internazionale Italian Soul Contemporary Art in UAE II Edition, ospitata in Abu Dhabi e Dubai (Emirati Arabi Uniti) Descrizione: Il progetto Al via La Call For Artist, dedicata alla mostra collettiva “Milano Art Week - Ode To Food”. L’artista è chiamato a confrontarsi con il tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” ed a proporre l’opera ponendo l’attenzione al cibo come nutrimento di corpo ed anima ed al rispetto per l’ambiente. L’artista integrerà la sua opera con una Ricetta Culinaria di sua scelta, la quale dovrà avere un nesso con l’opera presentata, oppure rafforzarne il tema. Perché, come diceva il filosofo cinese Confucio: “"Non c’è uomo che non possa bere o mangiare, ma sono in pochi in grado di capire che cosa abbia sapore" Il nucleo tematico La storia del cibo da sempre cammina a braccetto con la storia dell'essere umano tra grandi e piccole vicende di cui recano traccia i libri di testo. L'Egitto, La Grecia, Roma, l'alto ed il Basso Medioevo, i Tempi Moderni, l'Età contemporanea. Il grande inventore della psicanalisi, Sigmund Freud, parlava della necessità di avere cibo per l'anima oltre che per il corpo e ne rintracciava nei baci una fonte primaria, ad esempio. Si può delineare un percorso circolare: da un rapporto stretto con la natura ed i suoi ritmi ad un progressivo svincolamento ed il verificarsi di quella che si può definire un'inversione dei ritmi naturali ed una progressiva "spoliazione" della terra, un'alimentazione "vorace" e sempre più distruttiva. E poi il tentativo di piegare la natura alle esigenze umane, trasformandone la struttura dal profondo, attraverso le modificazioni genetiche ed i cibi transgenici, fino a giungere ad una parziale inversione di tendenza, con uno spiccato anelito al ritorno alle origini, rappresentato dall'alimentazione biologica, vegetale, vegana, il crudismo e tutte le nuove tendenze "new age" ed olistiche. La mission degli Organizzatori Scopo storico dell’Associazione Arianna è quello di confrontarsi con realtà artistiche differenti promuovendo l’arte in tutti i suoi linguaggi e le varie forme espressive, e favorendone lo scambio e l’incontro aperto. Con la Mostra “MILANO ART WEEK - Ode To Food” si vuole rientrare a pieno titolo nel contesto dell'Esposizione Universale Milano Expo 2015, il cui tema è tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, Patrocini La Rassegna è realizzata con l’Alto Patrocinio Morale UNESCO Napoli, sotto gli auspici di EXPO in città 2015 e rientra tra le iniziative artistiche sponsorizzate e supportate dalla Camera di Commercio di Milano. La Location Due Gallerie in Milano in due zone di prestigio: - Galleria “Chie Art Gallery” (Viale Premuda 27 - www.chieartgallery.com) - Pisacane Arte (Via C. Pisacane 36 - www.galleria.pisacanearte.it) Le date Il Centro Culturale Arianna, che ripropone la formula della doppia inaugurazione, ha individuato come periodo di esposizione (di apertura e chiusura della collettiva) le seguenti date: 27 giugno - 9 luglio 2015 Vernissage presso la Chie Art Gallery il 27 giugno 2015 h 19.00 Vernissage presso la Pisacane Art Gallery il 2 luglio h 19.00 Dimensioni opere L’artista partecipante avrà a disposizione uno spazio di cm 100x100 per l’allogamento delle sue opere. Egli può scegliere di presentare 1 o più opere per ogni galleria, purché entrambi dialoghino tra loro in funzione dello spazio e siano rientranti nella misura massima consentita (cm 100x100) L’artista partecipante avrà diritto a - Pergamena attestante la partecipazione - Progettazione grafica e distribuzione materiale grafico pubblicitario (Locandina, Invito, Catalogo) - Foto che documentano interamente la manifestazione e video - Brochure con tutte le opere della mostra - Allestimento e disallestimento - Rassegna Stampa nazionale - Vernissage Per partecipare Per la partecipazione alla selezione l'Artista dovrà compilare il form presente nella pagina www.arsdocet.org, oppure fare richiesta del regolamento all’indirizzo gina.affinito@gmail.com Deadline L'ultimo giorno per l'invio del materiale di adesione e per effettuare il pagamento della quota di partecipazione è stabilito nella giornata del 16 giugno 2015 L’organizzazione avrà il diritto di riprodurre, pubblicare, registrare e comunque utilizzare senza riserva alcuna ed in qualsiasi forma immagini, suoni e quant’altro relativo alle opere partecipanti, per la promozione dell’intero evento. Il team Immacolata Maddaloni (Presidente) Gina Affinito (Curatela e contatti con gli Artisti) Tania Sabatino (rassegna stampa) Mariano Cervone (impaginazione grafica) Ivan Pili (coordinamento generale) Claudia Capozi (segreteria) Addetto Stampa: Dr.ssa Tania Sabatino Ph. +393205741842 E-mail press.office.eu@gmail.com Inizio: 27/06/2015 Fine: 09/04/2015 Indirizzo: Viale Premuda 27 Milano Spazio: Chie Art Gallery e Pisacane Arte Area geografica: Milano Email: press.office.eu@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: MOSTRA DEL PICCOLO FORMATO Introduzione: Sabato 18 aprile alle 18 alla Galleria Rettori Tribbio (Piazza Vecchia 6) avrà luogo l’inaugurazione della 25° Mostra del piccolo formato, tradizionale rassegna di pittura, scultura e grafica d’autore, che propone i migliori artisti triestini e regionali, molti anche di valenza internazionale Descrizione: Sabato 18 aprile alle 18 alla Galleria Rettori Tribbio (Piazza Vecchia 6) avrà luogo l’inaugurazione della 25° Mostra del piccolo formato, tradizionale rassegna di pittura, scultura e grafica d’autore, che propone i migliori artisti triestini e regionali, molti anche di valenza internazionale, quali Accerboni, Alberti, Altieri, Ambrosi, Barducci, Baj, Bernini, Bomben, Borta, Bosnjak, Brumatti, Bressanutti, Roberto e Sergio Budicin, Bussi, Cante, Carà, Cassetti, Centazzo, Chersicla, Corbidge, Corradini, Crali, Dequel, Devetta, Ducaton, Duiz, Famà, Fantuzzi, Ferfoglia, Fini, Forgini, Frai, Franza, Gabriella Giurovich, Kollmann, Marangoni, Metallinò, Monai, Mozina, Osojnik, Palcic, Pepeu, Perizi, Pitacco, Ponte, Postogna, Psacaropulo, Righi, Rosignano, Raza, Riavini, Saldana, Schott Sbisà, Schumann, Siauss, Sivini, Sormani, Stultus, Svara, Zors Breuer (fino al 16 maggio/ orario feriali 10-12.30 e 17-19.30; festivi 10-12; venerdì pomeriggio e lunedì chiuso). DOVE: Galleria Rettori Tribbio · Piazza Vecchia 6 · Trieste QUANDO: 18 · 30 aprile 2015 ORARIO: feriali 10.00 · 12.30 e 17.00 · 19.30 / festivi 10.00 · 12.00 / venerdì pomeriggio e lunedì chiuso CATALOGO: no INFO: 335 6750946 · 349 5427579 Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 18/04/2015 Fine: 30/04/2015 Indirizzo: Piazza Vecchia 6 · Trieste Spazio: Galleria Rettori Tribbio Area geografica: Nord Email: rettoritribbiots@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.rettoritribbio.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Fiorella Pierobon - Percorsi di luce Introduzione: Saranno più di trenta i lavori tra quadri e sculture che verranno esposti dal 9 Maggio al 7 Giugno 2015 nelle sale della storica Villa Leonardi di Ternate (Va) per la mostra personale di pittura di Fiorella Pierobon "Percorsi di luce", ulteriore tappa di una lunga serie di esposizioni itineranti lungo il percorso della Via Francigena in Italia ed in Europa. L’inaugurazione della mostra avrà luogo il giorno 9 maggio alle ore 18 con la partecipazione dell’artista e di Enzo Grieco, Sindaco di Ternate; Elena Sessa, Associazione Trinate Nova; Marco Tamborini, storico; Francesco Ferrari, Vicepresidente Associazione Europea delle Vie Francigene; Elena Percivaldi, storica e critica d’arte. Descrizione: Saranno più di trenta i lavori tra quadri e sculture che verranno esposti dal 9 Maggio al 7 Giugno 2015 nelle sale della storica Villa Leonardi di Ternate (Va) per la mostra personale di pittura di Fiorella Pierobon "Percorsi di luce", ulteriore tappa di una lunga serie di esposizioni itineranti lungo il percorso della Via Francigena in Italia ed in Europa. Dopo le precedenti esposizioni di Altopascio (Castello del Tau), Aspremont, Francia (Chapelle des Pénitents Blancs), Firenze (Palazzo Panciatichi), Acqui Terme (Palazzo Robellini) e più recentemente al Museo d’arte contemporanea a Lucca (Lu.C.C.A. Center of Contemporary Art), Pontremoli (Castello del Piagnaro), Berceto (Pr), Verona (Palazzo della Gran Guardia), Parma (Palazzo Giordani), Nizza, Francia (Consolato Italiano), Casalpusterlengo, Vimercate, Follonica (Pinacoteca), la mostra itinerante di Fiorella Pierobon riprende il suo cammino espositivo a Ternate, grazie all’interessamento dell’Associazione culturale Trinate Nova che ha fortemente voluto l’evento. "Percorsi di luce" è un’esposizione ideata e realizzata con opere espressamente ispirate dalle letture riguardanti il faticoso cammino dei viandanti sulla Via Francigena, lo storico percorso che nel medioevo collegava tutta l'Europa da Canterbury a Roma e poi ancora fino a Gerusalemme. Per questo motivo, nel 2010 l’Associazione Europea delle Vie Francigene ha deciso di concedere il proprio patrocinio alla mostra. Come scrive il critico e storico dell’arte Maurizio Vanni nell’introduzione al catalogo della mostra, “…l'arte di Fiorella Pierobon è arte "di frontiera”, un cammino in equilibrio sul confine che divide la visione onirica dalla percezione emotiva della realtà. I "Percorsi di luce” di Fiorella sono appercezioni che superano il limite degli spazi e scavano nell'anima dell'interlocutore per stimolarne reazioni e riflessioni, senza fornire chiavi di lettura che potrebbero rimandare alla visione realistica del soggetto. La purezza formale e cromatica con cui dipinge e la continua sperimentazione espressiva ne sono dimostrazione. L’essenza del tutto per lei non vuol dire creare in maniera semplicistica, ma andare a leggere quei meccanismi che animano e muovono le cose: il suo fare arte non corrisponde a una fuga dalla vita, ma è un mezzo per spingersi ancora più a fondo nella sua conoscenza e nella comprensione personale in una dimensione in cui il colore e la materia assumono un ruolo fondamentale”. Fiorella Pierobon, dopo la ventennale esperienza televisiva a Canale 5, nel 2003, si è trasferita a vivere in Francia, a Nizza dove nel 2007 ha aperto il suo atelier di pittura dove crea, espone e vende le sue opere. Dopo diverse esposizioni personali e collettive in Italia Francia, Inghilterra, Monaco, Giappone etc. nel dicembre 2011, Fiorella Pierobon è stata invitata ad esporre alla 54esima edizione della Biennale di Venezia. Racconta la Pierobon: “L’ispirazione artistica di “Percorsi di luce” nasce dalla mia passione per i libri storici, con particolare riferimento al Medioevo, ai Catari e ai Templari. Studiare la storia del Cammino di Santiago e della “bisaccia e bordone” è stata la premessa per arrivare a scoprire la Via Francigena, la sua storia e quella dei pellegrini che la percorrevano. La mia tecnica pittorica è astratta e, per scelta, preferisco dare indicazioni di colore, movimento, materia e forma, piuttosto di rendere esplicito e immediatamente decifrabile ciò che dipingo. Lascio al visitatore la libertà di scegliere e di comprendere, se vuole, i miei sentimenti e le emozioni che ho riportato sulla tela nel momento della creazione. O, in alternativa, di crearsene delle proprie. Il mio obiettivo, anche attraverso le mie opere, è cercare di fare riflettere attorno alle questioni relative al viaggio, spirituale e fisico, principalmente laico, nell’intento di cercare un dialogo tra le diverse culture europee”. Aggiunge lo storico Marco Tamborini: “…sul ciglione collinare che divide il lago di Comabbio con quello di Monate, un pellegrino francese di Orléans, Ansegiso, all'inizio del Mille, percorrendo questa strada vi fece sosta e decise di fondare una chiesa con ospizio per dar sollievo e riposo ai viandanti di passaggio, chiamandolo Santo Sepolcro. Su questa strada, presso San Sepolcro crebbe il villaggio di Ternate ed è in questa località che oggi Fiorella Pierobon ci propone le sue opere in mostra. È la stessa Pierobon un pellegrino d'arte, un messaggero di sensazioni che, come l'Ansegiso di Orléans dell'anno Mille, si è fermata a San Sepolcro di Ternate, affascinata dalla bellezza del luogo, tra laghi silenti e verdi colline. Ma per lei è anche un percorso di ritorno, tra le terre vissute e amate in gioventù, un percorso che vede una luce nuova e inaspettata lungo un perenne pellegrinaggio senza fine”. L’inaugurazione della mostra avrà luogo il giorno 9 maggio alle ore 18 con la partecipazione dell’artista e di Enzo Grieco, Sindaco di Ternate; Elena Sessa, Associazione Trinate Nova; Marco Tamborini, storico; Francesco Ferrari, Vicepresidente Associazione Europea delle Vie Francigene; Elena Percivaldi, storica e critica d’arte. Durante tutto il periodo espositivo, a Ternate e dintorni, sono previsti eventi collaterali in tema con la mostra e con la storia medievale. Inizio: 09/05/2015 Fine: 07/06/2015 Indirizzo: piazza della Libertà, Ternate (Va) Spazio: Villa Leonardi Area geografica: Lombardia Email: ep.pressoffice@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://scontent-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-xta1/v/t1.0-9/11150251_10152764779281931_6340344704074463898_n.jpg?oh=404034ce3b9337fb07e08d3f92188692&oe=55A20F76 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: ANIMES FESTIVAL: still water Introduzione: Un festival di un mese all'insegna di arte, musica, teatro, incontri e molto altro ancora… Descrizione: Animes, il grande festival di Arzignano interamente dedicato all’arte contemporanea e all’ambiente, è pronto per invadere la città vicentina con la sua terza edizione. Mostre d’arte, concerti, teatro, incontri e laboratori per un mese ricco di iniziative che quest’anno avranno come filo conduttore l’Acqua, l’elemento naturale che per primo testimonia la salute del territorio in cui viviamo, in una riflessione che porta a galla il mondo sommerso e vorticoso delle emozioni proprie di una ricerca artistica volta ad un realismo sociale fatto di interpretazioni sull’elemento chiave del nostro pianeta. La terza edizione, dopo il successo dello scorso anno, che ha fatto superare le 5000 presenze, sarà un ricco viaggio all’interno del mondo dell’arte, volendo dare maggior risalto alla parte didattica e critica dell’analisi artistica, presentando al pubblico corsi di storia dell’Arte, incontri con gli artisti per indagare le premesse del loro lavoro, performance di pittura dal vivo, arte multimediale e laboratori di grafica digitale, fotografia e video editing. Un festival fatto anche per gettare le basi per un maggior approfondimento di alcune tematiche sensibili, ma che prevede, come nelle scorse edizioni, anche serate all’insegna della buona musica e del divertimento, come la rassegna musicale, che sarà ospitata in Biblioteca Civica, “The Acoustic”, organizzata in collaborazione con LaMusicaVive di Alan Bedin. Cinque serate nei giorni di domenica 3 maggio con il concerto di architetture vocali di Andrea Lovato, sabato 9 maggio con i Twelve Step 4tet, sabato 16 maggio con Arkos Duo (progetto che si pone come obiettivo la fusione timbrica tra due strumenti estremamente lontani e diversificati tra loro, la fisarmonica e il violino), sabato 23 maggio con l’eccezionale Minimal Klezmer Trio, band esplosiva dal suono unico che fonde il legno con l’aria, il corpo con le corde vibranti degli strumenti, e tutto questo in una irresistibile festa di melodie tradizionali ebraiche, per terminare sabato 30 maggio con El Truo, progetto creato da Gioele Pagliaccia e Giulio Campagnolo, con la partecipazione del sassofonista Antonio Gallucci in molte esibizioni dal vivo, che si avventura con l’ausilio della sola batteria e dell’organo Hammond in una ribollente miscela di funk, etnica, soul & jazz, ben radicata nella tradizione ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. Fulcro di Animes sarà la mostra che si terrà in Biblioteca Civica da lunedì 4 a domenica 31 maggio, “H2O: life begins in the symbolism of water”, collettiva di artisti provenienti da tutta Italia, alcuni partecipanti alle scorse Biennali di Venezia, altri vincitori di importanti premi nazionali ed internazionali, per i quali l’ambiente diventa occasione di riflessione artistica, dove la pennellata lascia il posto ad una progettualità che vuole simboleggiare la fusione tra natura ed uomo, necessità di tornare a leggere i segnali che ci circondano, seguendone i ritmi che ne scandiscono le evoluzioni. Ma non solo: l’indagine è introspettiva, l’acqua non solo è un elemento primario di vita, ma vita stessa. Il principio del tutto, il senso di solitudine, pace e raccoglimento sono di atavica memoria: fonte di vita nel grembo materno, fonte di vita nel ventre della Terra. Gli impulsi primordiali dell’artista si intrecciano indissolubilmente con i suoi ricordi inconsci di bambino e di essere umano: infantilismo e primitivismo rappresentano le due facce di una stessa medaglia che si nutrono a vicenda. Tra gli artisti in mostra anche le opere di Astrid Serughetti, Ufo Cinque, Giacomo Modolo, Clay 021, Slog 175, la canadese B/Sheridan, Andrea Meneghetti, Manuela Luzi, Gabriele Brucceri, Emanuele Sartori, Michele Leccese, Fabrizio Carotti. Attorno alla mostra un ricco programma di performance artistiche che si terranno in diverse location della città, dalla Biblioteca Civica a piazza Marconi fino a Villa Brusarosco: sabato 2 maggio Mowe 333 performerà una tela di 2 metri per 2 metri e mezzo presso Villa Brusarosco alle ore 19.00; domenica 10 maggio dalle 17.00 in piazza Marconi B/Sheridan presenterà al pubblico il suo progetto “Blue gold”, performance di arte relazionale fatta di bottigliette di acqua pura ed incontaminata, questionari da compilare in un’indagine di mercato atta a delineare il nostro senso civico, la nostra correttezza e la nostra opinione nei confronti di una Terra ormai lontana dal Paradiso Terrestre. Sempre domenica 10 maggio alle ore 21.00 presso la Biblioteca Civica la performance “Novecento Poesie, le voci ignorate” che riporterà alla luce alcune delle più celebri poesie del secolo scorso arricchendole con spunti che non abbiamo appreso tra i banchi di scuola: la guerra per Ungaretti, il ricordo di Pascoli, l'infanzia di Pasolini, la famiglia per Sbarbaro, la società per Raboni, il desiderio di condividere quelle grandi emozioni lasciandosi trasportare dall'anima dei poeti. Domenica 17 maggio alle ore 21.00 presso la Biblioteca Civica andrà in scena “Chakra” di Giorgio Dalla Costa, dove musica e pittura dal vivo saranno alla ricerca del proprio Chakra, energia in continua evoluzione che riavvicina il cuore all’anima, attraverso note e colori propri della ricerca artistica di un maestro dell’Informale sicuro, come un funambolo in bilico sull’abisso dell’Io, di perseguire il senso più alto delle cose scandagliando il tempo dell’eternità. Domenica 24 maggio dalle ore 17.00 sarà invece la street art ad invadere piazza Marconi con l’ultima performance dedicata alla battaglia virtuale fatta con le bombolette di giovani e talentuosi artisti come Clay 021, Slog 175, Tony Gallo e Sat. “Animes rappresenta la nostra volontà di sostenere non solo le nuove generazioni offrendo opportunità e concretezza nello sviluppo dei loro lavori” afferma l’Assessore alla Cultura e Politiche giovanili Mattia Pieropan “ma vuole essere momento di incontro per tutti coloro che amano l’Arte e la Cultura, sicuri che rappresentano il cibo per la mente che permette al nostro Paese di essere invidiato in tutto il mondo”. “A differenza delle scorse edizioni” afferma il direttore artistico Matteo Vanzan di MV Eventi “abbiamo voluto approfondire le tematiche culturali che hanno portato all’evoluzione artistica contemporanea in un mix di incontri, dibattiti e corsi, pensati appositamente grazie al largo consenso ottenuto nell’edizione del 2014”. Animes diventa sempre più un festival interdisciplinare, dove la selezione degli artisti partecipanti vuole essere però sempre più attenta alle tematiche proposte, in linea con le moderne ricerche dell’arte internazionale. Il Festival conferma anche quest’anno il suo rapporto con il territorio, presentando rassegne musicali anche all’Enoteca Palladio e all’A’dam Cafè. Venerdì 8 maggio alle ore 21.00 all’A’dam Cafè sarà in scena il Magnetofono, la musica di altissima classe con testi in italiano, fortemente evocativi, in una sorta di contenitore teatrale contemporaneo fatto di immagini in bianco e nero e caldo romanticismo; sabato 9 maggio alle ore 22.00 all’Enoteca Palladio salirà sul palco il Maurizio Mecenero Quintet e venerdì 15 maggio alle ore 22.00 Manuela Padoan presenterà il suo progetto cantautorale in lingua italiana. Sabato 16 maggio il grande Olly Riva, cantante e chitarrista di Shandon e The Fire si esibirà all’A’dam cafè in una serata esclusivamente acustica presentando i maggiori successi che hanno portato i suoi progetti musicali in tour per Europa e America, in una serata imperdile! Martedì 19 maggio alle ore 21.00 presso l’Enoteca Palladio Fabio Cardullo e i Tarocchi musicali come protagonisti della rassegna dei Martedì muti mentre sabato 23 maggio alle ore 21.30 all’A’dam cafè il protagonista sarà Phill Reynolds, onemanband sospeso tra il blues e i folk singer di protesta che si proporrà suonando insieme chitarra, armonica, cembalo, banjo e cassa. Per il programma completo del Festival e tutte le informazioni, visitate il sito ufficiale www.animes.it Per maggiori informazioni: info@mveventi.com Inizio: 01/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: piazza Marcini, 1, Arzignano Spazio: biblioteca Civica Area geografica: Nord Email: info@mveventi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Manifesti per l’arte. L’arte nel manifesto mostra a cura di Dorian Cara Introduzione: Dal prossimo 15 maggio fino al 28 giugno, la Galleria Civica di Monza ospiterà un'originale proposta espositiva che propone 60 manifesti d’arte relativi ad altrettante mostre allestite tra 1951 e 1977 a Milano, in Italia, in Europa e Stati Uniti. Descrizione: orari: martedì-venerdì ore 15-19, sabato, domenica e festivi ore 10-13 / 15-19, lunedì chiuso ingresso libero inaugurazione giovedì 14 maggio, ore 18.00 La mostra, curata da Dorian Cara, fonde in sé diversi aspetti: dalla comunicazione dell'evento artistico alla storia delle gallerie d'arte, dall'attività collezionistica di due protagonisti della critica milanese Domenico Cara e Luca Crippa, all'analisi del manifesto divenuto nel tempo oggetto d'arte e memoria storica. Le opere esposte, parte di un corpus di 200 manifesti, segnano un importante momento della nostra storia artistica e culturale, a partire dalla rinascita del Dopoguerra fino alla mutazione delle modalità relazionali degli anni ’80, per le quali sono da sottolineare estri creativi di artisti e designer, incisività comunicativa e effimera visibilità, dato che gli eventi duravano poco meno di un mese, segnando comunque il destino di molti artisti e la storia dell’arte contemporanea consegnata in visione pubblicitaria. Tra i manifesti esposti cronologicamente saranno visibili le principali iniziative legate a Rauschenberg, Odillon Redon, Pollock, Capogrossi, Max Ernst, Emilio Vedova, Dubuffet, Picasso, Klee, Jasper Johns, Yves Klein, Tapies, Morlotti, Oldenburg, Christo, Cy Twombly, Arturo Martini, Lichtenstein, Rosenquist, Max Bill, Fautrier, Warhol, Piero Manzoni, Chamberlain, Bonalumi, Mario Schifano, Fontana, Kandinsky, Boetti, Vasarely, Duchamp, Asger Jorn, Yayoi Kusama. Inizio: 14/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Via Camperio 1, Monza Spazio: Galleria Civica Area geografica: Lombardia Email: mostre@comune.monza.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.comune.monza.it/portale/monzaeventi/index.html Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Antropia Introduzione: La Galleria Eduardo Secci Contemporary è lieta di annunciare l’inizio della stagione espositiva a Pietrasanta nella sua nuova sede di Via P. Eugenio Barsanti 1. Presentando: ANTROPIA A cura di Marco Meneguzzo In collaborazione con Studio la Città 25 Aprile – 10 Giugno Orari: Martedi-Sabato_10:30 AM - 13:00 & 17:00 - 20:30 Vernissage: 25 Aprile _ 19:00 – 22:30 Eduardo Secci Contemporary ha il piacere di inaugurare per il secondo anno consecutivo la propria stagione estiva a Pietrasanta a partire dal 25 Aprile con l’inaugurazione di Antropia, mostra collettiva a cura di Marco Meneguzzo ed in collaborazione con Studio la Città. Tre artisti Internazionali, Donald Sultan, Jacob Hashimoto, Mikala Dwyer insieme a tre artisti Italiani, Alessandro Brighetti, Massimo Vitali e Roberto Pugliese, rifletteranno sulla natura e sul rapporto dell’uomo con essa. Descrizione: Antropia è la scienza dell’azione umana sulla natura. In questo senso, si può dire che gran parte dell’arte è antropica: basta considerare le tre grandi suddivisioni tradizionali della pittura in pittura di paesaggio, natura morta e figura per comprendere che almeno due terzi di ogni immagine, e di ogni pensiero sull’immagine riguardano il nostro rapporto con ciò che chiamiamo natura. Si potrebbe obbiettare che quelle divisioni tradizionali non valgono più, ma di fatto esse ritornano anche oggi sotto mentite – e più varie – spoglie: semplicemente i linguaggi dell’arte si sono ampliati, e gli strumenti di indagine e di relazione con la natura sono più numerosi. Questa mostra ne è un esempio lampante: di cosa parlano questi sei artisti, così diversi nei loro esiti e nelle loro formalizzazioni, se non di questo rapporto, di questa “azione umana sulla natura”? Certo, la prima “azione umana sulla natura” è lo sguardo, e l’artista si può tranquillamente fermare alla restituzione di questo sguardo, cioè alla rappresentazione tradizionale della natura come mimesi. Ad esempio, le fotografie di Massimo Vitali fanno proprio questo: mostrano come questo rapporto uomo/natura si determini ogni momento, anche inconsciamente, come fanno i suoi bagnanti, sicuramente non consapevoli di mutare – con la loro mera presenza – l’aspetto e forse anche il senso della natura. Anche Donald Sultan rientra di diritto e volutamente nel novero degli artisti che hanno dipinto la natura: lo fa attraverso la cultura dell’immagine, quella cultura sedimentata nel corso di secoli, che però consente ancora all’artista di dipingere un mazzo di fiori, forte di tutte le infinite varianti su uno stesso tema che il linguaggio dell’arte permette. In fondo, persino Jacob Hashimoto rientra in questa linea di rappresentazione, tuttavia con l’uso di materiali infinitamente più mimetici: le sue erbe sembrano – o sono, poco importa – davvero fili d’erba inseriti nell’opera, in modo da assottigliare ancor più il confine tra realtà della realtà e realtà dell’opera, tra presentazione e rappresentazione. Con Mikala Dwyer e Alessandro Brighetti, che pure usano strumenti diversissimi, si tocca invece quella branca espressiva che intende ancora l’arte come mimesi, ma dove la mimesi non è tanto nelle forme della natura – anche quelle, per altro – quanto nei suoi processi: entrambi in maniera differente, infatti, inseriscono nelle loro opere il fattore tempo, sotto forma visibile, per quanto riguarda i video di Brighetti, e sotto forma concettuale, ma reale, per Dwyer, che mette in scena delle piantine sospese, veri organismi viventi che nascono, crescono, muoiono. Entrambi tuttavia riproducono il processo naturale, lo imitano (Brighetti) o lo forzano, evidenziandolo (Dwyer). Roberto Pugliese, infine, scava la natura alla ricerca di segreti che possano spiegare gli atteggiamenti e le attitudini umane. Se è il suono il filo rosso che lo guida, l’artista lo cerca dove nessuno pensa di poterlo trovare, o dove nessuno, per la sua semplice disattenzione, lo sente. Egli sembra piegare la natura alla sua ossessione, che è tanto forte da riuscire a farsi rispondere. Alessandro Brighetti (Bologna, 1978) vive e lavora a Bologna. Il macrocosmo di Brighetti gravita attorno alla sinergia fra Arte e Scienza, ricerca e formalizzazione della stessa. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, la carriera artistica di Brighetti scorre velocemente, partecipando a molti concorsi, mostre ed eventi. Nel 2007 è finalista al premio S.A.M.P. presso la Pinacoteca di Bologna e poi al Premio Morlotti ad Imbersago (CO). Nel 2008 presso lo spazio 2bo presenta un originale progetto espositivo intitolato Order without Border: un suggestivo scenario archeologico industriale. Nel 2012 presso il M.A.R., Museo Arte Città di Ravenna viene organizzata la sua prima personale, mentre il 2013 segna la data della sua prima personale oltreoceano con la mostra intitolata Narchitecture (Scaramouche Gallery, New York). In quest’ultimo anno la sua personalità artistica ha potuto spiccare sia in mostre nazionali, come Smoother delight presso la Primae Noctis Gallery a Lugano, che in fiere internazionali. Donald Sultan (Asheville, North Carolina, 1951) vive e lavora a New York. E’ conosciuto a livello internazionale per le sue opere raffiguranti nature morte e paesaggi, caratterizzate dall’emergere di forme astratte nere su sfondi dai colori brillanti. Nei dipinti realizzati negli anni ’70 e ’80 è evidente invece la contrapposizione dei soggetti tradizionali eseguiti con inusuali materiali industriali, come linoleum o masonite. Nel 1975 Sultan ha ottenuto il suo MFA (Master of Fine Arts) alla School of the Art Institute di Chicago. E’ stato premiato con una doppia laurea ad honorem: nel 2002 presso la New York Academy of Art (NY) e nel 2007 presso l’University of North Carolina (Asheville). Fra i musei in cui ha esposto le sue opere si ricordano: Tate Gallery (UK), Modern Art Museum of Forth Worth (TX), National Gallery of Australia (Camberra), Museum of Fine Arts (Boston, MA), Hirshorn Museum and Sculpture Garden (Washington D.C.). Jacob Hashimoto (Greeley, U.S.A, 1973) vive e lavora a New York. Dopo aver conseguito nel 1996 la laurea presso la School of the Art Institute di Chicago, ha partecipato a numerose mostre, sia collettive che personali. Le sue doti artistiche sono state apprezzate al livello internazionale, tra le mostre più recenti si ricordano: NOW-ISM: Abstraction Today (2014) presso The Pizzutti Collection, Columbus; ma anche De rerum Natura (2013), curata da Angela Madesani presso Studio la Città a Verona. Delle mostre personali dove hanno spiccato le sue opere ricordiamo Gas Giant (2014), presso il MOCA Pacific Design Center di Los Angels, a cura di Alma Ruiz; Armada (2013), presso la Galerie Forsblom di Helsinki e la grande installazione site specific Silence Still Governs Our Consciousness (2010), presso il Macro- Museo d’arte Contemporanea di Roma, Roma. Massimo Vitali (Como, 1944) vive e lavora tra Lucca e Berlino. Dopo il liceo si trasferisce a Londra dove studia Fotografia al London College of Printing. All’inizio degli anni Sessanta inizia a lavorare come fotogiornalista e collabora con diverse riviste e agenzie in Italia e in Europa. La serie di fotografie che ritraggono le spiagge italiane, iniziata nel 1995, nasce a seguito dei cambiamenti politici avvenuti in Italia, che lo spingono a riflettere sulla quotidianità italiana, sulla cosiddetta normalità e sul conformismo. Negli ultimi 12 anni sviluppa un nuovo approccio nel ritrarre la realtà, spiegando l’apoteosi della massa, esprimendosi e commentando mediante la forma più intrigante e tangibile dell’arte contemporanea, la fotografia. E’ reduce da una grande mostra presso Studio la Città di Verona a cura di Angela Madesani, ed è attualmente presente in mostra a Palazzo della Ragione di Milano con la grande collettiva fotografica Italia Inside Out. Tra le collaborazioni con importanti Istituzioni museali e collezioni d’arte di tutto il mondo si ricordano; Museo Reina Sofia di Madrid, Museo Guggenheim di New York, Fondazione Sandretto Rebaudengo di Torino, Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne di Parigi, Fondation Cartier di Parigi. Mikala Dwyer (Sydney, 1959) vive e lavora a Sidney. L’artista è conosciuta per le sue fantastiche e giocose installazioni che esplorano la materia. Dopo aver conseguito nel 1983 la Laurea in Visual Arts (Sculpture/Sound) presso il Sidney College of the Arts, e dopo aver studiato nel 1986 alla Middlesex Polytechnic di Londra, Mikala Dwyer ha concluso nel 1993 un Master in Arti Figurative presso l’Università di New South Wales. Numerose mostre ed eventi hanno avuto come protagonista alcune sue opere. Si ricordano la mostra itinerante Panto Collapsar (2013-2014), a partire dal Project Arts Centre di Dublin, Goldene Bend’er (2013), presso Australian Centre for Contemporary Art di Melbourne, Drawing Down the Moon (2012), Institute of Modern Art di Brisbane, e Divinations for the real things (2012), Roslyn Oxley Gallery di Sydney. Roberto Pugliese (Napoli, 1982) vive e lavora a Bologna. Si diploma nel 2008 in Musica Elettronica al Conservatorio di San Pietro a Majella (NA). La sua ricerca artistica parte dal suono e si muove tra la sound art e l’arte cinetica e programmata. A partire dal 2007 Pugliese dà inizio alla sua carriera espositiva, partecipando al Videoart yearbook di Bologna. Già nel 2009 viene curata una sua personale alla Città della Scienza di Napoli intitolata Entanglement 2, le decisioni delle particelle. A partire dal 2010 la sua arte inizia ad essere conosciuta ed apprezzata anche all’estero. Pugliese è stato protagonista di diverse mostre personali italiane ed internazionali, tra cui Unexpected Machines (2011) alla Galerie Mario Mazzoli di Berlino, Ivy noise (2010) allo IED di Madrid; Emergenze acustiche (2013) presso la Tenuta dello Scompiglio di Lucca e il Concerto per Natura Morta (2014) a cura di Valerio Dehò e Olimpio Eberspacher al MUSE-Museo delle Scienze di Trento. Inizio: 25/06/2015 Fine: 10/06/2015 Indirizzo: via P. Eugenio Barsanti , Pietrasanta (LU) Spazio: Eduardo Secci Contemporary Area geografica: Centro Email: pietrasanta@eduardosecci.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.eduardosecci.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Frammenti di vite - personale di pittura a cura di Massimiliano Bisazza Introduzione: Alcuni suoi lavori seppur ricchi di cromatismi materici, tendono maggiormente all’astrazione; altri paventano figure umane abbozzate, dotate di bocche ma senza orecchie, personificazione di questo mondo muto e troppo spesso privo di ascolto. Descrizione: “Frammenti di vite” Mostra personale di pittura di: Ernesto Fanzaga A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 3 giugno 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 16 giugno 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato Un artista che intende farci riflettere sul concetto di “temporalità” e del conseguente passaggio spazio-temporale esistente tra gli ambienti urbani e le singole vite, ricche di storie individuali che troppo spesso non dialogano tra loro. C’è proposta una chiusura emotiva e umana che permeano la società contemporanea delimitandone così le potenzialità espressive sia dal punto di vista espressivo che umano. “Mi muovo tra gli uomini come in mezzo frammenti dell’avvenire” (F. NIETZSCHE). Il lavoro di Fanzaga pittore è senza dubbio il frutto di un’interessante molteplicità di tecniche artistiche che intersecano volutamente con un’idea di “diversità” che non sempre gode di un’accezione positiva del termine. Un’indagine sociologica, e non solo, che è estesa anche verso il lato psicologico permea la poetica aulica dell’artista Fanzaga; che non si pone come “paladino” in difesa dell’oppresso o come detentore di una “mera verità risolutiva”, bensì, grazie all’ausilio del potente mezzo creativo e artistico emerge in qualità di “osservatore”, realistico e imparziale, che sa raccontare “pezzi di vita” incorniciati nelle sue tele e nelle sue tavole dipinte con originalità, inducendoci a riflettere su alcuni fotogrammi di vissuto e di percepito, sempre rivolto al mondo sensibile. Alcuni suoi lavori seppur ricchi di cromatismi materici, tendono maggiormente all’astrazione; altri paventano figure umane abbozzate, dotate di bocche ma senza orecchie, personificazione di questo mondo muto e troppo spesso privo di ascolto. Ecco davanti ai nostri occhi scorci di vuoti, di abitudini, di distrazioni dettate dalla quotidianità, di un’umanità che Fanzaga sente di voler definire “umiliata”, in quanto priva dell’unico strumento procreativo (…) che è l’emancipazione. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 03/06/2015 Fine: 16/06/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Lombardia Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: My myself and I Introduzione: Art Primitive Gallery E’ lieta di presentare l'Artista Paolo Baldoni con il suoi lavori “Catarsi o l'arcaica danza della bambola di pezza. La bambina dagli occhi di fiore” & “Circo arcobaleno(o il gatto che riuscì a ballare con la luna). E il fotografo Riccardo Ruscitti dal suo viaggio in Papua Guinea Dal 1 al 31 Maggio 2015 La mostra si terra’ dentro la Libreria Art Molino dei libri in via Cigala 20 Sarzana La spezia Il ciclo di mostre intitolato "Me Myself and I" Frutto di una selezione attenta ai linguaggi, ai temi e al background di ognuno degli artisti, che s'ispirano alla, Outsider art, folk art , Art brut e fotografie di paesi lontani Lieti che la linea della galleria sia gradita al pubblico. Curatore Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery & Mulino Dei Libri Via cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Art Primitive Gallery Is pleased to present the artist Paolo Baldoni with his new artworks: “Catarsi o l'arcaica danza della bambola di pezza. La bambina dagli occhi di fiore” & “Circo arcobaleno(o il gatto che riuscì a ballare con la luna). Riccardo Ruscitti fotographs from Papua Guinea From 1 to 30 May 2015 The exhibition will be held in the Library Art Gallery Molino dei libri in Sarzana La Spezia via Cigala 20 The series of exhibitions entitled "Me Myself and I" The result of a careful selection to the language, themes and background of each of the artists, who are inspired by: Outsider , folk art, art brut and photographs from the last world Pleased that the line of the Gallery is pleasing to the public. Curator Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery Inside at:Mulino Dei LibriVia cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Descrizione: Art Primitive Gallery E’ lieta di presentare l'Artista Paolo Baldoni con il suoi lavori “Catarsi o l'arcaica danza della bambola di pezza. La bambina dagli occhi di fiore” & “Circo arcobaleno(o il gatto che riuscì a ballare con la luna). E il fotografo Riccardo Ruscitti dal suo viaggio in Papua Guinea Dal 1 al 31 Maggio 2015 La mostra si terra’ dentro la Libreria Art Molino dei libri in via Cigala 20 Sarzana La spezia Il ciclo di mostre intitolato "Me Myself and I" Frutto di una selezione attenta ai linguaggi, ai temi e al background di ognuno degli artisti, che s'ispirano alla, Outsider art, folk art , Art brut e fotografie di paesi lontani Lieti che la linea della galleria sia gradita al pubblico. Curatore Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery & Mulino Dei Libri Via cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Art Primitive Gallery Is pleased to present the artist Paolo Baldoni with his new artworks: “Catarsi o l'arcaica danza della bambola di pezza. La bambina dagli occhi di fiore” & “Circo arcobaleno(o il gatto che riuscì a ballare con la luna). Riccardo Ruscitti fotographs from Papua Guinea From 1 to 30 May 2015 The exhibition will be held in the Library Art Gallery Molino dei libri in Sarzana La Spezia via Cigala 20 The series of exhibitions entitled "Me Myself and I" The result of a careful selection to the language, themes and background of each of the artists, who are inspired by: Outsider , folk art, art brut and photographs from the last world Pleased that the line of the Gallery is pleasing to the public. Curator Marco Abbagnara http://artprimitivegallery.blogspot.it/ e mail : artprimitivegallery@hotmail.com web site :http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Art Primitive Gallery Inside at:Mulino Dei LibriVia cigala 20 19038 Sarzana La Spezia Italy Tel 0039 0187603123 Inizio: 01/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: via cigala 20 sarzana la spezia Spazio: Art Primitive Gallery Area geografica: Nord Email: artprimitivegallery@hotmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://marcoantonioabba.wix.com/art-primitivegallery Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Essenza - personale di scultura di Isabella Angelantoni Geiger Introduzione: Le linee sono la metafora del "filo conduttore" della vita che ci attende o che è già stata vissuta ma che, se intesa in senso positivistico e in divenire, sa palesarsi ricca di mistero e di sospensioni. L'atmosfera che attornia le sculture di Isabella Angelantoni Geiger è di sospensione. Descrizione: “Essenza” Mostra personale di scultura di: Isabella Angelantoni Geiger A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 17 giugno 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 30 giugno 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato Isabella Angelantoni Geiger ha profondamente deciso di capovolgere il dettame comportamentale al quale siamo abituati, nostro malgrado, facendoci riflettere sulla situazione umana e più specificatamente partendo da una sua profonda analisi introspettiva e personale. Ispirata dalla letteratura, e nello specifico da: "Le città invisibili", di Italo Calvino; l’artista Angelantoni Geiger tramuta in immagini le sensazioni proprie e collettive, rende visibili i pensieri, rappresentandoli con fare elegiaco e raffinato, con l'ausilio dell'astrazione in ambito scultoreo. Le sue sono opere in filo di ferro, leggere - come la "leggerezza pensosa" di cui parla Italo Calvino nei suoi scritti - che somigliano a una magica tessitura che si dipana a sua volta davanti ai nostri occhi; dove le linee possono intersecarsi per volere dell'artista in nodi che fluiscono velocemente verso linee astratte e delicate, seppur sempre dotate di una sintesi stilistica originale e pura. Le linee sono la metafora del "filo conduttore" della vita che ci attende o che è già stata vissuta ma che, se intesa in senso positivistico e in divenire, sa palesarsi ricca di mistero e di sospensioni. L'atmosfera che attornia le sculture di Isabella Angelantoni Geiger è di sospensione. Le immagini che ci trasmettono le sculture di Isabella Angelantoni Geiger sussurrano uno stilema che guarda all'astrazione di Paul Klee e a quelle linee svettanti e pregne di verticalità, tipiche della scultura di Giacometti - vogliono essere "essenza"; di illusioni, di sogni, di dolori e amori, di tormenti ma soprattutto di speranze. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 17/06/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Lombardia Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Al via Concorso di Pittura Estemporanea "Genova città del mondo" Introduzione: Sono aperte (fino al 20 Maggio 2015) le iscrizioni alla prima edizione del Concorso di Pittura Estemporanea "Genova Città del Mondo: lo spirito del luogo attraverso istanti, emozioni, prospettive e commerci di una città aperta" organizzato da A.L.C.E. - Associazione Ligure Commercio Estero. Tutte le informazioni per partecipare sono disponibili sul sito www.alce-liguria.it. Il Concorso si svolgerà il 14 Giugno 2015 presso il Museo di Sant'Agostino, a Genova. Descrizione: Genova - Sono aperte le iscrizioni alla prima edizione del concorso di pittura estemporanea "Genova Città del Mondo: lo spirito del luogo attraverso istanti, emozioni, prospettive e commerci di una città aperta". Tutte le informazioni per partecipare sono disponibili sul sito di A.L.C.E. - Associazione Ligure Commercio Estero (www.alce-liguria.it) che, in collaborazione con l'associazione di promozione sociale C.U.P. - Centro Universitario del Ponente, ha organizzato l'evento con l'obiettivo di promuovere e valorizzare l'arte contemporanea e gli artisti dilettanti che la rappresentano. Il Concorso è aperto a tutti i pittori di età superiore a 14 anni che, in fase di pre-selezione, sapranno dimostrare una vera capacità artistica. La competizione si terrà domenica 14 Giugno 2015 e comincerà alle ore 8.00 con l'autenticazione delle tele presso il Museo di Sant'Agostino. Ogni concorrente potrà realizzare una sola opera estemporanea durante la giornata di lavoro. Potranno essere utilizzate tecniche a olio, a tempera, acrilico, inchiostro o acquarello, etc. su supporti in tela, carta, legno, vinile. Ai migliori elaborati, selezionati da una Giuria di esperti, verranno assegnati premi in denaro offerti da A.L.C.E. che saranno ripartiti tra i primi sei classificati e cinque premi speciali. La Giuria del concorso sarà composta da artisti affermati, da rappresentanti di A.L.C.E. e di C.U.P. e sarà presieduta da Stefano Bigazzi, giornalista e critico d'arte. I criteri di selezione saranno l'attinenza al tema del Concorso e, naturalmente, la qualità, la ricerca e l'originalità delle opere. Le domande di iscrizione dovranno essere inviate entro e non oltre il 20 Maggio 2015 preferibilmente via mail oppure inviando la richiesta via posta ordinaria alla sede dell'Associazione, a Genova, in piazza San Matteo 15. Una giuria nominata da A.L.C.E. effettuerà una pre-selezione degli artisti e la lista degli ammessi alla competizione sarà pubblicata sul sito dell'Associazione il 30 Maggio. Le informazioni per l'iscrizione al Concorso, gli orari e il regolamento sono disponibili sul sito di A.L.C.E. (www.alce-liguria.it). Il Concorso si svolgerà a conclusione della Mostra di pittura Artisti a Genova Città del Mondo che sarà inaugurata il 29 Maggio al Museo di Sant'Agostino e si concluderà il 14 Giugno (apertura al pubblico dal 30 Maggio). Si esporranno le opere di artisti affermati, tra cui Liliana Bastia, Gianni Carrea, Mariagiovanna Figoli, Teresa Fior, Bruno Pettinati, Antonello Ruggieri, Gianfranco Sanguineti e Nevio Zanardi che saranno anche componenti della Giuria del Concorso. Entrambe le iniziative si inseriscono nel ricco programma di eventi organizzati in occasione del 70° Anniversario della fondazione di A.L.C.E. Maggiori informazioni in merito al Calendario delle attività sono disponibili sul sito dell'Associazione (www.alce-liguria.it). Per ringraziare il Museo di Sant'Agostino dell'ospitalità, A.L.C.E. effettuerà una donazione liberale a sostegno del restauro del Pallio bizantino di San Lorenzo, attualmente affidato alle cure dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Anche gli artisti ammessi al Concorso di pittura estemporanea contribuiranno a sostenere il restauro del Pallio attraverso una donazione libera a partire da 10 euro, in sostituzione del pagamento della quota di partecipazione all'evento. Il Pallio di San Lorenzo (cm 377 x 132) fu donato a Genova nel XIII secolo dall'Imperatore Michele VIII Paleologo in segno di riconoscenza per l'aiuto ricevuto nella riconquista di Bisanzio. L'Imperatore, oltre a grandi privilegi commerciali, inviò alla città ligure molti doni fra i quali il Pallio in sciàmito di seta (tessuto medievale a sei fili di particolare struttura e intreccio, supporto di sontuosi ricami in fili colorati, d'oro e d'argento) destinato alla Cattedrale San Lorenzo, dove rimase fino al 1663. La preziosa opera, unica al mondo, narra episodi e martirio della vita dei santi Lorenzo, Ippolito e Sisto. A.L.C.E. (Associazione Ligure Commercio Estero) è l'associazione imprenditoriale di commercio estero più antica d'Italia e riunisce Aziende (Liguri e non) impegnate nel commercio internazionale. Venne fondata a Genova nel 1945 dandosi come obiettivo prioritario la difesa del principio della libertà di commercio internazionale e la promozione degli strumenti legislativi che avrebbero permesso all'Italia di riprendere il suo posto nel consesso del commercio mondiale. Questa storia e tradizione rimane il pensiero fondante della attività di oggi e A.L.C.E. si sente impegnata a continuare la sua battaglia di idee e proposte che contribuiscano al miglioramento dell’interscambio globale ed all'affermarsi dei principi etici che ne devono essere anima e struttura. Il 2015 rappresenta per l’Associazione un anniversario importante: quello dei settant'anni di attività, ma anche l’occasione, attraverso un nutrito programma di iniziative, per dare rilievo ed aumentare la visibilità dei temi che riguardano il commercio internazionale e le attività di internazionalizzazione a livello locale e nazionale. Inizio: 14/06/2015 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: Piazza di Sarzano, 35r, Genova Spazio: Museo di Sant'Agostino Area geografica: Nord Email: segreteria@alce-liguria.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.alce-liguria.it/it/70-scheda.php?id=2 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: La Repubblica Ceca all’Esposizione Universale: da Bruxelles 1958 a Milano 2015, un viaggio lungo 60 anni Introduzione: In occasione dell'apertura del padiglione della Repubblica Ceca a EXPO 2015 a Milano, sarà inaugurata la mostra fotografica "La Repubblica Ceca all’Esposizione Universale: da Bruxelles 1958 a Milano 2015, un viaggio lungo 60 anni", che documenta attraverso inedite fotografie d´epoca la storia e lo sviluppo della partecipazione ceca alla prestigiosa manifestazione internazionale. Questo progetto straordinario è realizzato grazie alla collaborazione e al sostegno del Commissariato generale della Repubblica Ceca per l´EXPO, CzechTourism, PRECIOSA Lightning e Czech Airlines. L'organizzatore principale della mostra fotografica è il Centro Ceco di Milano. L’inaugurazione della mostra si terrà il 4 maggio 2015, alle ore 19 presso la Galleria del Centro Ceco di Milano (Via G. B. Morgagni 20 – M1, fermata Lima). La mostra resterà aperta dal 5 al 30 maggio 2015 ed è inclusa nel Photofestival 2015 di Milano. Descrizione: Il Centro Ceco di Milano, in collaborazione con vari partner, ha deciso di realizzare una mostra fotografica originale dal titolo "La Repubblica Ceca all’Esposizione Universale: da Bruxelles 1958 a Milano 2015, un viaggio lungo 60 anni". L’esposizione, in concomitanza con l’apertura di EXPO 2015, celebrerà l’inizio della manifestazione con uno sguardo alla storia delle partecipazioni della Repubblica Ceca e alle eccellenze del Paese presentate alle diverse Esposizioni Universali nell´arco di 60 anni. Le fotografie racconteranno in particolare le Esposizioni Universali di Bruxelles (1958), Montreal (1967), Osaka (1970), Siviglia (1992), Hannover (2000), Aichi (2005), Shanghai (2010), fino ad arrivare alle immagini del padiglione della Repubblica Ceca a Milano 2015. Le partecipazioni della Repubblica Ceca alle Esposizioni Universali sono state ricche di successi e riconoscimenti: da Bruxelles 1958, quando la Cecoslovacchia venne premiata con la Stella d´Oro per l´architettura e l´intrattenimento del proprio padiglione, che presentava in anteprima mondiale la Lanterna Magica di Alfred Radok e Jiří Svoboda – uno spettacolo teatrale-cinematografico interattivo con performance dal vivo e proiezione di immagini – al successo del Kinoautomat, seconda attrazione più visitata all´Expo di Montreal (1967), passando per tutte le straordinarie creazioni in vetro di artisti cecoslovacchi e cechi che hanno sempre catturato l´attenzione e l´ammirazione del pubblico. E ancora, il Premio per la progettazione architettonica a Osaka 1970, il Premio della Giuria per l´architettura del padiglione a Siviglia 1992, la Medaglia d’Argento per la creatività a Shanghai 2010. Questa lunga tradizione di creatività, innovazione e ricerca continuerà anche all´EXPO di Milano, dove la Repubblica Ceca metterà in mostra le sue eccellenze in tema di gestione delle risorse idriche, di tutela dell´ambiente e di sviluppo sostenibile, in un padiglione dalla struttura architettonica ancora una volta originale e soprattutto eco-sostenibile. La mostra prevede due tipologie di fotografie. La presenza della Repubblica Ceca verrà raccontata infatti sia attraverso immagini professionali di fotografi rinomati sia grazie all´obiettivo di appassionati e amatori, in seguito all’appello rivolto – dai siti dei Centri Cechi – a tutti i proprietari, gli autori e i possessori di fotografie storiche disposti a condividere la propria immagine. I visitatori della mostra potranno ammirare così scatti ancora inediti che si trovano negli archivi privati di fotografi professionisti e amatoriali. L´idea alla base della mostra è presentare – accanto alle fotografie più "istituzionali" di archivi storici, focalizzate soprattutto sull’architettura e sul design – anche immagini in grado di catturare i contrasti tra le varie epoche, i luoghi e le persone, nella convinzione che l’atmosfera particolare dell’Esposizione Universale si basi soprattutto sui visitatori. La mostra potrà essere visitata dal 5 al 30 maggio 2015, con ingresso libero, presso la Galleria del Centro Ceco in Via G. B. Morgagni 20 a Milano (M1, fermata Lima). Orari di apertura Lunedì – Giovedì: 13.00 - 18.00 Venerdì: 10.00 - 16.00 Ultimo sabato del mese: 10.00 - 17.00 Per ulteriori informazioni: Centro Ceco Via G. B. Morgagni, 20 – Milano tel. 02 29411242 ccmilano@czech.cz http: //milano.czechcentres.cz Inizio: 04/05/2015 Fine: 30/05/2015 Indirizzo: Via G. B. Morgagni, 20, Milano Spazio: Galleria del Centro Ceco Area geografica: Milano Email: cimmino@czech.cz Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: IN PENOMBRA Introduzione: Si inaugura il 30 aprile alle ore 18:30 presso il MAON, Museo d'arte dell'Otto e Novecento di Rende, la mostra “IN PENOMBRA / Andrea Alfano nella collezione Di Vietri” a cura di Tonino Sicoli, Questa mostra, che resterà aperta al pubblico fino al 27 giugno 2015, presenta, dopo il successo riscosso a Roma presso il Museo Crocetti, una selezione significativa delle opere di Andrea Alfano appartenenti ad una collezione romana, che viene esposta nella sua contestualità originaria. Descrizione: IN PENOMBRA Andrea Alfano nella collezione Di Vietri a cura di Tonino Sicoli 30 aprile - 27 giugno 2015 Inaugurazione 30 aprile ore 18:30 Si inaugura il 30 aprile alle ore 18:30 presso il MAON, Museo d'arte dell'Otto e Novecento di Rende, la mostra “IN PENOMBRA / Andrea Alfano nella collezione Di Vietri” a cura di Tonino Sicoli, Questa mostra, che resterà aperta al pubblico fino al 27 giugno 2015, presenta, dopo il successo riscosso a Roma presso il Museo Crocetti, una selezione significativa delle opere di Andrea Alfano appartenenti ad una collezione romana, che viene esposta nella sua contestualità originaria. Si tratta di 30 dipinti eseguiti fra gli anni Dieci e i Cinquanta del Novecento e conservati per oltre mezzo secolo nella casa dell'amico e medico personale, che gli è stato accanto fino agli ultimi istanti di vita. Il rapporto fra Alfano e Vincenzo Di Vietri è documentato non solo da questo corpus di opere, ma anche da uno scritto inedito, che viene pubblicato nel catalogo edito da Gangemi, assieme ad un testo di Sicoli e ad una scheda bio-bibliografica di Roberto Sottile. Alfano non fa una pittura di racconto, con scene articolate e complesse, ma l’efficacia dell’immagine è affidata ai singoli personaggi, ai loro volti, alle loro mani, senza che siano posti in alcun contesto. Egli si colloca nella scia della tradizione artistica italiana, a partire dal naturalismo in chiaroscuro del Seicento alla pittura romantica e verista, rinnovata da spunti di cultura europea. L’influenza di Daumier e di Courbet, ma anche del realismo sociale di Pellizza da Volpedo o dell’energico tonalismo neobarocco di Scipione gli fanno preferire una pittura calda e tonale, fatta di atmosfere velate e di partecipazione solidale. Nato a Castrovillari nel 1879 volge dapprima il suo sguardo al mondo degli umili di cui sa cogliere, oltre che la maschera umana, emozioni e sentimenti. Nei volti vede stampati i segni della vita, le storie affaticate degli emarginati, le espressioni toccanti dei popolani. Lasciata la Calabria nel 1902 con una borsa di studio della Provincia di Cosenza si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma. Ma la sua ritrosia verso ogni disciplina formativa ad un’arte accademica, gli fa ben presto abbandonare gli studi, convinto com’è che il vero genio debba essere autodidatta. A Roma stringe amicizia con un maestro del genere aneddotico, Antonio Mancini, con il quale avvia un Mancini lo presenta al “Circolo Artistico”, dove ha modo di conoscere molti artisti, mercanti e antiquari come Giosi, Augusto e Ugo Jandolo, che lo aiutano a sopravvivere anche quando gli viene interrotta la borsa Gli amici di Mancini, come soprattutto il pittore inglese John Sargent, cercano di inserirlo nel mercato inglese ma la sua pittura cruda e scarna non riesce ad imporsi sui raffinati clienti del mercante Goupil, che sono più attratti dal cromatismo splendente di Mancini. “Guardate i mie ritratti – spiega Alfano sul “Brutium” di Frangipane nel 1956 – Un volto, due mani: null’altro. Ai miei quadri non metto la cravatta”. La sua pittura è contigua per temi a quella di Mancini “pittore degli stracci”, ma il colore che nell’artista romano è denso e corposo, diventa nel calabrese fluido e inconsistente. Le forme sono modellate dalla luce, che le lascia tuttavia in un’atmosfera crepuscolare. La sua prima mostra è del 1906, quando espone alla 76^ Esposizione Internazionale della Società Amatori e Cultori di Belle Arti, assieme a tanti altri artisti ancora sconosciuti ma di grande avvenire come Balla, La Società Amatori e Cultori di Belle arti era nata a Roma nel 1829 e per un secolo (fino al 1930) ha rappresentato un punto di riferimento per gli artisti romani e stranieri residenti o operanti nella città. Il suo potere era esercitato soprattutto con la vendita delle opere esposte e nella scelta di quelle da acquistare per le Alfano è presente non solo all’esposizione del 1906 ma anche a quelle del 1908, 1912, 1915, 1918 e del 1920. In occasione dell’esposizione del 1915 un Autoritratto, viene acquistato dalla Galleria Pitti (1916) per passare successivamente agli Uffizi e, infine, alla Pinacoteca di Ravenna, dove viene distrutto durante la Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Alfano presta servizio militare presso un ospedale militare di Roma e nel 1917 espone alla Mostra del bianco e nero, dove è notato da Cipriano Efisio Oppo, il futuro grand commis dell’arte durante il Fascismo. Durante un soggiorno calabrese, nel 1920 partecipa anche alla I Mostra Calabrese d’Arte moderna, alla quale espongono i migliori artisti calabresi del periodo: da Rubens Santoro a Gaele Covelli, da Francesco Jerace ad A Reggio Calabria nel Palazzo del Governo realizza nel 1922 un grande dipinto di oltre quattro metri su La ricostruzione di Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908, mentre alla II Biennale Calabrese del 1922 vende alla Real Casa uno studio e al Ministero per la Pubblica Istruzione un dipinto, Il fornaciaro, destinato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Durante il Ventennio rifiuta di iscriversi al partito fascista e si sottrae alle mostre del regime, anche se esegue un ritratto di Benito Mussolini e uno di Michele Bianchi. Alla Mostre Sindacali del 1934, 1945 e 1951 è l’amico Frangipane ad inviare le opere della propria collezione. In compenso partecipa alle mostre calabresi come la IV Biennale Calabrese nel 1926 in cui è premiato con una medaglia d’oro e dove espone per l’ultima volta con Antonio Mancini, che morirà nel 1930. Sceglie l’isolamento e si apparta nel silenzio, lontano dai disastri della guerra e dei compromessi politici. Sono gli anni in cui si dedica con maggiore assiduità alla poesia e nel 1936 pubblica la sua prima raccolta in Trascorsa la guerra a Castrovillari, ritorna a Roma, dove nel 1945 allestisce una mostra antologica alla Galleria La Conchiglia, che segna anche il ritorno all’attività artistica ed espositiva. Lavora instancabilmente con un ritrovato entusiasmo e nuovi successi, che culminano con i festeggiamenti per i suoi settant’anni organizzati a Roma, Castrovillari e Cosenza. Nel 1954 riceve dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi le insegne di Grand’Ufficiale al Merito. Intanto con l’età che avanza le condizioni di salute di Alfano si deteriorano: viene colpito da una forte depressione e la vista va peggiorando fino alla quasi cecità degli ultimi anni. Muore a Roma nel 1967 a ottantotto anni, assistito dal suo medico di famiglia Vincenzo Di Vietri, che lo ha accolto in casa sua. Nel 2002 viene ordinata a Castrovillari, suo paese natale, una Pinacoteca a lui intitolata, che documenta permanentemente il suo intero percorso artistico studiato e messo a punto da Enrico Crispolti e dal curatore MAON - Museo d'Arte dell’Otto e Novecento Via de Bartolo, 1, Palazzo Vitari - 87036 Rende (Cs) 0984 444113 – 392 7748505 – 347 8290566 Apertura da Martedì a Sabato, ore 10,00-13,30 /16,30-20:00. Chiuso i festivi e il lunedì. Inizio: 30/04/2015 Fine: 27/06/2015 Indirizzo: Via de Bartolo, 1, Palazzo Vitari - 87036 Rende (Cs) Spazio: Area geografica: Sud Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6142691216729573233 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: DepurArt Lab Gallery Introduzione: L'artista Clara Bartolini partecipa con l'opera "Gocce" (nella foto) Descrizione: DepurArt Lab Gallery - Inaugurazione 9 Maggio ore 19 - Via San Dionigi 90 - Milano L'artista Clara Bartolini partecipoa con l'opera "Gocce" DepurArt Lab Gallery, galleria/laboratorio sperimentale del Movimento di Arte da mangiare mangiare Arte all’interno del Depuratore di Milano Nosedo, inaugurerà il 9 maggio 2015 alle ore 19.00. I visitatori saranno condotti dagli artisti stessi, artefici di una nuova rigenerazione di pensiero, alla scoperta delle installazioni che saranno protagoniste della IV edizione di DepurArt Lab Gallery. Sarà possibile inoltre visitare, secondo gli orari indicati in programma e previa prenotazione, le sale di uno dei più importanti impianti di depurazione in Europa*. l Depuratore di Milano Nosedo sarà una delle locations di EXPO in città! Per conoscere il calendario eventi consultare il sito www.artedamangiare.it. Nell’antica valle dei monaci l’arte dialoga con il paesaggio circostante e la tecnologia. Gli artisti si confrontano sul tema dell’acqua. Sono ammessi animali, purché al guinzaglio. * La visita all’impianto potrà essere effettuata solo previa prenotazione obbligatoria. Per le prenotazioni contattare Arte da mangiare mangiare Arte allo 02/54122521 DepurArt Lab Gallery è un format ideato da Ornella Piluso in arte topylabrys, Direzione Artistica di Ornella Piluso, Teorico del Movimento Rolando Bellini, Coordinamento Artistico di Vito Giacummo, Organizzazione di Monica Scardecchia. Per informazioni: Arte da mangiare mangiare Arte Via Daverio 7 - 20122 Milano - 02/54122521 - info@artedamangiare.it www.artedamangiare.it; www.depuratorenosedo.eu Inizio: 09/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: Via San Dionigi 90 - Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Landscape Introduzione: “Landscape”, doppia personale di fotografia e pittura di Elena Agnoletti e Antonio Guglielmo Descrizione: Landscape Gli appunti di viaggio di Elena Agnoletti e Antonio Guglielmo a ExpArt dal 2 al 21 maggio BIBBIENA - Dal 2 al 21 maggio 2015 ExpArt studio & gallery, in via Borghi 80 a Bibbiena (AR), presenta “Landscape”, doppia personale di fotografia e pittura di Elena Agnoletti e Antonio Guglielmo a L’esposizione, a ingresso libero e gratuito, sarà visitabile dal martedì al sabato, dalle 15,30 alle 19,30, o Sabato 2 maggio, alle ore 17,30, il vernissage in galleria con l’aperitivo offerto da Bar Le Logge alla Un pittore e una fotografa, con i loro appunti di viaggio, sono i protagonisti della mostra “Landscape”, Il paesaggio, o quello che rimane di esso, è il soggetto principe, scansionato, vissuto, rielaborato. Lavori che raccontano ciò che lascia il segno, sia questo il movimento di un filo d'erba o i blu glaciali del mare Opere che escono dai canoni ordinari del paesaggismo, frammenti invece di un vissuto, dove il paesaggio diventa il pretesto di una lettura di sé, di cosa ci colpisce e rimane una volta rientrati tra le mura Sono proprio questi frammenti, questi colori, a rendere collettivo un vissuto personale. La capacità di evocare ricordi, odori e rumori che appartengono ad altri luoghi. I nostri. Elena Agnoletti vive e lavora a Bibbiena, perseguendo professionalmente e artisticamente la propria In questa mostra presenta alcuni scatti dalla serie “Crystal Ball”. Sono opere dal cromatismo delicato e dalla composizione minimale. Atmosfere nebbiose e opache sono racchiuse in una “sfera di cristallo”, una sorta di portale verso un luogo che racconta profumi e ricordi impalpabili, forti e delicati al contempo. La sensazione di una quiete che sta per essere interrotta li accompagna, portando l'osservatore a trattenere il fiato per non disturbare il corso degli eventi. Antonio Guglielmo è un'artista romano autodidatta, accompagnato da sempre dalle passioni per la pittura e l'avventura. Passioni che riesce a coniugare grazie al suo lavoro di skipper, che lo porta a esplorare le zone più impervie e difficili del mondo, compiendo grandi viaggi a piedi e in barca a vela tra Nepal, La sua è una pittura materica e informale che traspone le forti sensazioni che questi luoghi, così ardui e meravigliosi, gli regalano durante i suoi itinerari. Opere emozionanti e imponenti, capaci di trasmettere immutata la natura dei territori in cui esse nascono. Inizio: 02/05/2015 Fine: 21/05/2015 Indirizzo: ia Borghi 80 a Bibbiena (AR), Spazio: Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Collettiva nel “FESTIVAL DEI COMPORTAMENTI” di Lodi Introduzione: L'artista Clara Bartolini partecipa con il Libro d'artista CONDIVISIONE (nella foto) Descrizione: Collettiva nel “FESTIVAL DEI COMPORTAMENTI” di Lodi L'artista Clara Bartolini partecipa con l MANGIARE LIBRI per nutrire la mente "Condividere la Terra….condividere le risorse" Chiesa dell'Angelo via Fanfulla 22 – Lodi dal 15 al 24 maggio Inaugurazione venerdì 15 maggio ore 18 A cura di Mario Quadraroli e Ambrogio Ferrari Libro d'artista Bartolini CONDIVISIONE Opera di CLARA BARTOLINI “Condivisione” ….."Tecnica mista su ferro acidato" per servire cibo misurato, chi tanto chi poco, chi caldo chi freddo, l'importante che tutti ce l'abbiano adesso e Clara Bartolini, con una scala dorata, aiuta tutti alla scalata….. MARIO QUADRAROLI orari: da martedì a venerdì 16 – 19 - sabato e domenica: 10.30 – 12.30 / 16 – 19 Associazione Artisti Lodigiani - Galleria Oldrado da Ponte - NATURARTE Inizio: 15/05/2015 Fine: 24/05/2015 Indirizzo: Chiesa dell'Angelo via Fanfulla 22 – Lodi Spazio: Area geografica: Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Tra terra e mare Introduzione: Da sabato 2 Maggio 2015 il pittore Giovanni Centazzo alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste Descrizione: Da sabato 2 Maggio 2015 il pittore Giovanni Centazzo alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste Sabato 2 maggio 2015 alle 18 alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (Piazza Vecchia 6) avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale del pittore Giovanni Centazzo, intitolata Tra terra e mare, che sarà presentata sul piano critico dall’arch. Marianna Accerboni: in mostra quasi una trentina di opere realizzate a olio su tela prevalentemente nel 2015. (fino al 15 maggio/ orario: feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30 / festivi 10.00 - 12.00 / lunedì e venerdì pomeriggio chiuso). Un’interpretazione del tema prediletto del paesaggio, molto personale, delicata, intensa e idealizzata nel suo aspetto più intenso e luminoso: così - scrive Accerboni - Giovanni Centazzo ha costruito nel corso del tempo il proprio linguaggio pittorico, intriso di soluzioni e intrecci cromatici dinamici e coinvolgenti come l’onda del mare e la forza del vento. Un lieve simbolismo fantastico accentua lo slancio del suo gesto pittorico, veemente e istintivo, ma venato di dolcezza; mentre i toni brillanti delle diverse sfumature di colore, volutamente non sempre aderenti al reale, donano un tocco di sottile narrazione onirica al dipinto, in cui spesso il paesaggio appare intriso di una sobria vena favolistica. Così tra sogno e realtà, l’espressionismo figurativo di Centazzo ci accompagna alla scoperta del silenzio dei Magredi, che incontriamo nel Pordenonese: spazi singolari, silenziosi, deserti e incontaminati, una sorta di avanterra alpino costituito da depositi alluvionali, siti nella parte occidentale dell’alta pianura friulana, incorniciata da grandi varietà di flora, dove le acque dei torrenti Cellina e Meduna sprofondano nella falda acquifera. La pittura di Centazzo ci racconta però anche l’acqua dei fiumi, il mare e il Carso, colti dal pennello dell’artista con assoluta padronanza tecnica, grande sensibilità e capacità di rappresentare la bellezza della luce, che - conclude Accerboni - scaturisce da accostamenti cromatici decisi, a volte così intensi da rammentare la poetica dei Fauves. Giovanni Centazzo (Maniago, Pordenone 1942), paesaggista appassionato, tra i più interessanti del panorama nazionale, nel corso della sua fortunata carriera è presente, sempre su invito, a numerose manifestazioni di prestigio, fra cui nel ’74 la XIV Biennale d’Arte figurativa di Imola con i più significativi maestri italiani, nel ’77 al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, con i maestri delle Tre Venezie alla IV Biennale Triveneta delle Arti a Villa Simes Contarini di Piazzola del Brenta (PD), al Municipio di Venzone per più edizioni della Mostra della Pittura e della Grafica contemporanea. Nel ’92 vince a Treviso il 1° Premio e la Grolla d’oro del XXVII Premio internazionale di Pittura e Scultura. Nel ’94 espone su invito una personale al National Museum of Fine Arts della Valletta, evento inserito fra le manifestazioni ufficiali dello Stato di Malta. Riceve, per meriti artistici, una targa della Provincia di Venezia. Nel 1998, invitato dal Comune di Majano, celebra con il patrocinio della Provincia di Udine, il 30° dell’attività artistica con una mostra e una monografia presentate dal poeta friulano Domenico Zannier. Nel 1999 viene invitato dal critico Paolo Rizzi a esporre all’Arte Fiera di Padova nella sezione speciale da lui curata e intitolata Il Paesaggio nella pittura Veneta del ’900. Nel 2002 riceve per meriti artistici il sigillo della Provincia di Pordenone. È invitato dal Comune di Caltanissetta ad allestire una personale nel Palazzo del Carmine; il critico Ferdinando Anselmetti lo inserisce nel volume Quelli che contano edito da Marsilio e lo invita con i nuovi maestri italiani alle mostre delle Gallerie Cassiopea e Cà d’Oro di Roma. Nel 2004 il critico Giancarlo Romiti lo invita con otto artisti Nazionali al Premio Anusc’arte di Castel S. Pietro Terme (BO), dove vince il 1° premio e la medaglia d’oro. La sua documentazione artistica si trova all’Archivio Storico della Biennale di Venezia e della Quadriennale di Roma e alla Biblioteca Statale Isontina di Gorizia. Nel 2009 al castello di Rive d’Arcano gli viene assegnato il premio Merit Furlan. Nel 2012 espone, su invito, una personale al Palazzo del Consiglio Regionale di Trieste, su invito. È stato invitato dal Comune di Treviso a esporre con una personale nel Palazzo Scotti. Nel corso dei suoi quarant’anni di pittura ha tenuto 120 personali, sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. DOVE: Galleria Rettori Tribbio · Piazza Vecchia 6 · Trieste QUANDO: 2 · 15 maggio 2015 ORARIO: feriali 10.00 · 12.30 e 17.00 · 19.30 / festivi 10.00 · 12.00 / venerdì pomeriggio e lunedì chiuso A CURA DI: Marianna Accerboni CATALOGO: no INFO: 335 6750946 Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 02/05/2015 Fine: 15/05/2015 Indirizzo: Piazza Vecchia 6 · Trieste Spazio: Galleria Rettori Tribbio Area geografica: Nord Email: rettoritribbiots@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.rettoritribbio.com/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Rebirth Introduzione: Mostra personale di Davide Puma alla MAG di Como. Inaugurazione venerdì 1 maggio alle ore 18:30 Descrizione: MAG presenta REBIRTH MOSTRA PERSONALE DI DAVIDE PUMA a cura di Salvatore Marsiglione Inaugurazione Venerdì 1°maggio ore 18:30 in contemporanea con EXPO MILANO 2015 dal 1° al 23 maggio 2015 MAG Via Vitani, 31 Como info: 3287521463 info@marsiglioneartsgallery.com www.magcomo.it Con il Patrocinio di Padiglione Italia EXPO Milano 2015 Con il Patrocinio di SistemaComo 2015 Con il Patrocinio del Canto della Terra, Como Culture Capital 2015 Con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo. Inaugurazione venerdì 1° maggio dalle ore 18:00 in contemporanea con l’EXPO per la diretta streaming dell’evento dell’anno. orari apertura: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:30 La MAG - Marsiglione Arts Gallery con il Patrocinio del Padiglione Italia EXPO Milano 2015, con il Patrocinio di SistemaComo 2015, con il Patrocinio del Canto della Terra, Como Culture Capital 2015, e con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo, presenta la mostra personale dell’artista ligure Davide Puma dal titolo Rebirth (Rinascita) Con la mostra personale di Davide Puma, la MAG inizia il ciclo di mostre ed eventi che si legano direttamente ad EXPO di Milano e al suo tema, Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita e vuole inaugurare proprio in contemporanea con EXPO per offrire ai propri ospiti una diretta streaming con l’evento dell’anno! In linea con il tema, le 20 opere di Davide Puma, la maggior parte inedite e create appositamente per la mostra lariana, entrano di diritto in questa serie che la galleria MAG vuole rappresentare. La complessità del ciclo naturale, dell’elevazione verso il Divino Creatore a contrasto con la presenza dell’uomo, della rigenerazione della natura, sono espresse in un concetto molto diretto sulla rinascita; egli dice «null’altro posso fare che germogliare e fiorire» questo pensiero così pieno di poesia, speranza e ferma convinzione, è alla base dell’evoluzione umana; egli sottolinea: «non posso sottrarmi alla crescita e alla rinascita, fa parte di me, di tutti noi». Davide Puma, classe 1971, si avvicina alla pittura in età non giovanissima, ne fermenta la vocazione fino al 2003 quando ne sente così forte il richiamo da non potersi più sottrarre e si immerge totalmente nella materia. In pochi anni il suo lavoro viene proposto in gallerie di prestigio in tutta Italia da Nord a Sud e ha attirato l’attenzione di gallerie a Parigi e a Ginevra che gli hanno prodotto mostre personali. È dalla poesia che egli trae ispirazione e alimento per rappresentare il confronto tra uomo, inteso come essere umano e la natura, tra l’uomo ed il cosmo, tra l’universo animale e quello floreale. Nella sua visione, l’uno entra nell’altro con una confusione organizzata, la pittura di Davide Puma si fa contemplare a lungo, non esiste un solo punto di vista, non esiste una ragione, nella sua personale figurazione, ogni opera dà la possibilità ad ognuno di noi di potergli attribuire un significato diverso regalandoci l’intensità emotiva originale. La forza estetica della sua pittura proviene dalla terra, la tecnica molto materica, spesso spatolata indica una tensione palpabile, mentre la poetica evanescente dalla sua visione crea un atmosfera intoccabile, impalpabile e al tempo stesso penetrante. Nei suoi lavori troviamo corpo e spirito, entrambi con una intensa personalità. Salvatore Marsiglione Inizio: 01/05/2015 Fine: 23/05/2015 Indirizzo: Via Vitani, 31 Como Spazio: MAG Area geografica: Lombardia Email: info@marsiglioneartsgallery.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.magcomo.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Cleansing Introduzione: Tornano in "tana", fino al 07 giugno, le sperimentazioni visive di Massimo Brazzini, in una mostra in cui tutto ciò che vedrete e toccherete era ‘altro’. Descrizione: CLEANSING. Dal vocabolario: to cleanse: detergere, lavare, mondare, nettare, pulire, purificare, ripulire, guarire. Sono lì, indubitabili, sul tuo tappeto. Scatole di cartone. Hai 50 anni. Al vecchio telefono della casa di Milano non risponde più nessuno - il numero l'hanno già disattivato e nuovi passi tra poco risuoneranno per quelle stanze. Mamma sorride ora solo dagli scaffali della libreria, vicino al babbo, che invece ride, forse proprio per i cartoni pieni - lui che tendeva al meno, al poco, a una sorta di feng-shui naif. Cartoni pieni di tutto: vecchie fotografie, pentole graffiate che risuonano di attese e chiacchiere e tg la sera alla tv, soprammobili senza più i loro mobili, libri disarticolati all'improvviso da staticità decennali, antichi dischi che hanno fatto un viaggio in macchina per la prima volta... Un ordine che si spezza nel tuo passato, un caos che si materializza nel tuo presente - lì, sul tappeto dello studiolo. Questo hai per le mani.... vecchi dischi e le loro copertine, vecchi libri, vecchie foto e i loro albi, disegni dimenticati, quadri rovinatisi in soffitta. Ogni ‘pezzo’, ogni supporto, ha una propria storia. a cura di Francesca Caraffini & Massimo Brazzini Nell’occasione sarà anche presentato il libro di poesie, haiku e prose "Ho raccolto". Prenota la tua copia (otto simpatici euro) via mail a mostre@latanadellecostruzioni.it e ritirala in mostra. Inizio: 03/05/2015 Fine: 07/06/2015 Indirizzo: via Papa Innocenzo XI, 32/36, Vedano Olona Spazio: "la tana delle costruzioni" Area geografica: Lombardia Email: mostre@latanadellecostruzioni.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://latanadellecostruzioni.it/wp-content/uploads/2015/04/web-CLEANSING-Massimo-Brazzini-672x372.jpg Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: La città ideale di Pier Luigi Ghidini Introduzione: Nell’intera opera di Ghidini ravvisiamo l’interesse documentario carico di una determinazione che non lascia margine a diversi esiti se non quelli di una sintonia che pervade i suoi “quadri”, come per le pagine di un libro dove l’artista mette a disposizione di chi legge un suo canovaccio. Quadro nel quadro a comporre scene di un cantastorie, a girare per parlarci della frammentazione sociale all’interno di un nucleo urbano, per stupire o non stupire per niente, perché ci sono modi diversi di vedere il mondo e ritrarlo. Descrizione: A cura di Andrea Barretta con un allestimento di Riccardo Prevosti La sperimentazione Pier Luigi Ghidini l’ha già superata fin dagli anni Settanta del Novecento andando tra postimpressionismo e maniera cubista, poi l’innovazione negli anni Novanta che imposta il realismo fantastico tra naturalismo e simbolismo, e che traccia l’utilizzo di un “filo” conduttore utile allo sviluppo della creatività che sedimenta nei passi precedenti e si rinnova nel cammino dello svelamento a se stesso, fino alla permanenza “abitativa” nell’arte di ridipingere un mondo che non vuole rinunciare all’utopia. Ecco, dunque, che collega angoscia e calvario, condanna ed espiazione, immagini alla fonte di un surrealismo che concilia con una propria autonoma ricerca artistica che, pur superando la razionalità, approda al “cambiare” agognato da André Breton, e mostra se non un mondo nuovo almeno un parallelo dipinto nell’animo. Di conseguenza le scelte principali sono subito ancorabili al rinvio alla memoria, agli anni Ottanta in cui si libera dagli ultimi schemi espressivi di derivazione geometrica e affronta la fantasia nei giochi dell’immagine. Ormeggia poi in una diversa dimensione e nelle sue ultime realizzazioni assume le roventi contraddizioni dell’umanità andando per quartieri periferici o industriali, indossando il colore forte o visibilmente tremulo alla luce che inonda città ideali lontane dalla miseria dell’esistente e vicine a un presidio a sostegno dell’immaginazione. Per questo nell’intera opera di Ghidini ravvisiamo l’interesse documentario carico di una determinazione che non lascia margine a diversi esiti se non quelli di una sintonia che pervade i suoi “quadri”, come per le pagine di un libro dove l’artista mette a disposizione di chi legge un suo canovaccio. Quadro nel quadro a comporre scene di un cantastorie, a girare per parlarci della frammentazione sociale all’interno di un nucleo urbano, per stupire o non stupire per niente, perché ci sono modi diversi di vedere il mondo e ritrarlo, nel creare il piacere di sovrapposizioni che rimandano in un altrove in cui attingere l’origine, per rilevare la sfida d’indizi tesi al ricordo e nel non detto che risuona nell’essenza da tradurre in modo letterale. Ecco, allora, scene perennemente assolate, i muri intonacati e puliti, inattaccabili dalle intemperie e con un riguardo armonico a ciò che sta intorno nel dare originalità alla veduta, tra azzurri pallidi e gialli aranci per catturare le vibrazioni della luce e rimanere trasognati per la mancanza di ombre là dove i colori più si accendono e si stemperano nella natura. Ingredienti di una pittura del silenzio per essere parte dell’appartenenza temporale - misteriosa quanto basta - sempre in procinto di un qualcosa d’impensabile, finché non palesa la soglia da superare per entrare in scenari nuovi come fondali o quinte che si aprono su costruzioni a volte impossibili, rimandi infiniti che trasformano giochi di pareti come specchi a interconnettere universi culturali. Pier Luigi Ghidini avanza un’inedita variabile dello spazio nella dislocazione degli artefici avvertibili nei suoi quadri quando ci rendiamo conto che vi possiamo accedere e abitarli, e ancora di più quando rileva il rendere intellegibile la nostra epoca, in un’osservazione straniante che nomina in modo compiuto la sua tessitura d’invenzione nelle rifiniture di confessione dell’invisibile, con intuizioni nel ritmo spaziale delle case che pronunciano il paesaggio ma anche lo smarrimento. Tutto questo perché non tiene conto di giustificare la sua scelta stilistica né di sostenerla con dichiarazioni teoriche perché in quest’assenza-presenza legittima una trasmissibilità della sua arte nel vuoto che è venuto a crearsi tra gli artisti e la gente comune. E questa mediazione è il suo porsi come “genere” che spiega la difficoltà di integrarsi nell’artificio culturale attuale e nell’occorrenza esplicativa in cui riconoscere la pittura come prototipo letterario. Inizio: 09/05/2015 Fine: 06/06/2015 Indirizzo: Vicolo San Nicola 6, Brescia Spazio: Galleria ab/arte Area geografica: Lombardia Email: info@abarte.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Collettiva "EmozionArti" Introduzione: L’esposizione d’arte, patrocinata dal Comune di Invorio, aprirà i battenti il 9 maggio prossimo con un vernissage, alle ore 11. L’evento culturale riserverà ai partecipanti una sorpresa assai intrigante e coinvolgente: un percorso multisensoriale che verrà proposto ai visitatori i quali, bendati, saranno accompagnati alla scoperta di sculture da “vedere con le mani”. Descrizione: Fervono le iniziative culturali promosse ed organizzate da Damast ad Invorio, nell’ex spazio industriale Vifra. Dopo il successo dei precedenti appuntamenti culturali nell’ex stabilimento Vifra, a partire dalla mostra inaugurale “Transiti”, allestita con successo nel 2012, Damast propone “EmozionArti”, una collettiva d’arte dedicata alle opere di 25 artisti. Esporranno infatti i propri lavori i contemporanei Alida Bardelli, Germana Basso, Anna Bernasconi, Cecilia Castelli, Patrizia D’Anna, Valerio Della Chiesa, Cristina Di Pietro, Roberto Epistolio “Epi”, Stefano Farè, Carlos Fiestas, Antonio Fittipaldi, Roberto Gallazzi, Valentina Benedetto Grassi, Eva Hodinova, Damiano Cosimo Latorre, Daniela Meda “Deda”, Fabrizio Menotti “Dodo”, Maria Milione, Giuliana Nocco, Andy Fernanda Scillitani, Felice Tagliaferri, Daniela Tamborini, Gianmaria Viviani e Gaetano Zaccareo “Zag”. L’esposizione d’arte, patrocinata dal Comune di Invorio, aprirà i battenti il 9 maggio prossimo con un vernissage, alle ore 11. L’evento culturale riserverà ai partecipanti una sorpresa assai intrigante e coinvolgente: un percorso multisensoriale che verrà proposto ai visitatori i quali, bendati, saranno accompagnati alla scoperta di sculture da “vedere con le mani”. L’evento, oltre al 9 maggio, sarà programmato anche nei giorni 10, 16 e 17 maggio prossimi. www.damast.it Inizio: 09/05/2015 Fine: 17/05/2015 Indirizzo: Via Felice Vedani, 20 - Invorio (NO) Spazio: Ex Stabilimento Vifra Area geografica: Nord Email: segreteria@lsep.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Franco Nuti / Rimandi Introduzione: I lavori della serie "Pagine" instaurano un intenso confronto con la città e i luoghi che custodiscono i rotoli carbonizzati provenienti dalla "Villa dei Papiri". Descrizione: Venerdì 8 maggio 2015, alle ore 11:00, presso la Biblioteca Nazionale di Napoli - Sezione Papiri, a Palazzo Reale, si inaugura la mostra personale dell’artista romano Franco Nuti, dal titolo “Rimandi”, curata dallo scrittore Marco Amore. Le opere, cinque installazioni multi-materiale, sono dislocate lungo gran parte del percorso che va dal “cunicolo” di accesso all’Officina fino alla sala per la conservazione e l’esposizione dei papiri. La mostra offre l’occasione per stringere un legame con il mondo antico fatto di rimandi, analogie, assonanze, che si rievocano attraverso i reperti archeologici dei papiri che ci hanno restituito un sapere a noi sconosciuto, arrotolato e sepolto da una coltre di lava che, paradosso, lo ha protetto dall’usura del tempo. Nell’opera di Nuti si percepisce l’intenzione, garbata, di custodire il valore della memoria ed esaltarne il suo significato, proteggerla dall’aggressione, difenderla dalla irrimediabile contaminazione. “Prendiamo Fifty-five (2009), una serie di disegni a matita realizzati su carta velina – qui fragile superficie del ricordo – che giacciono accartocciati neanche fossero stati gettati via, ma in un enigmatico cilindro di plexiglas e con lo scopo di proteggerli, uno scrigno trasparente che sottrae i disegni al mondo esterno, alla curiosità di un probabile spettatore, a cui appare chiaro che essi esistono, senza che lui o lei possano tuttavia saggiarne il contenuto.” Dal testo di Marco Amore. L’esposizione, visitabile fino al 22 giugno 2015, sarà arricchita da un altro appuntamento, alle ore 18:00 di venerdì 8 maggio, presso Anywhere Art Company, in via Mezzocannone 31, a Napoli. Lo spazio di recente apertura, diretto dall’architetto Armando Minopoli, ospiterà alcune opere che costituiscono l’ideale completamento del progetto concepito da Nuti per questo impegno napoletano. La mostra presso la Biblioteca Nazionale di Napoli sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 08:30 alle ore 13:30, invece la mostra presso Anywhere Art Company sarà visibile previo appuntamento telefonico. Franco Nuti è nato a Roma nel 1949. Dal 1997 ha iniziato ad occuparsi di un programma riabilitativo incentrato sull'uso del colore presso l’Azienda Sanitaria di Roma. La collaborazione con lo storico dell'arte Barbara Tosi, nel 2011, determina la nascita del Biennio di Specialistica in Arte per la Terapia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Tra le sue mostre personali possiamo ricordare: Il colore e il movimento, Minigallery Contemporary Art, Assisi; Passaggio a sud ovest, Villa Comunale, Frosinone; Una barca carica di..., Studio Arte Fuoricentro, Roma; Franco Nuti, Galleria 5-55, Roma; Franco Nuti, Centro di documentazione della ricerca artistica Luigi Di Sarro, Roma. Tra le sue mostre di gruppo: Fifth International Artist Book exibition, King St. Stephen Museum, Székesfehérvàr; Che cento fiori sboccino, La Nuova Pesa, Roma; Sentinelle, Palazzo Rospigliosi, Zagarolo; V Biennale del Libro d'artista, Biblioteca Comunale, Cassino; 90 anni per l'arte, Studio Morbiducci, Roma; I Dockers Store in Italia, Fortezza da Basso, Firenze. Biblioteca Nazionale - URP tel 081 7819 231 email- bn-na.urp@beniculturali.it web- www.bnnonline.it Sezione Papiri tel. 081 7819 256 / 081 7819 257 email- bn-na.papiri@beniculturali.it Anywhere Art Company tel. 329 3662 095 / 339 7429 697 email- anywhere.artcompany@virgilio.it web- www.anywhereartcompany.com Inizio: 08/05/2015 Fine: 22/06/2015 Indirizzo: Piazza del Plebiscito 1, Napoli Spazio: Biblioteca Nazionale di Napoli - Sezione Papiri - Palazzo Reale Area geografica: Sud Email: bn-na.urp@beniculturali.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Roberto Grillo. L’Aquila e Oltre Introduzione: Made4Art, spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura, presenta una mostra personale dell’artista e fotografo Roberto Grillo (L’Aquila, 1962) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo con una selezione di lavori appartenenti alle serie Fotografia Miopizzata e Fili. Descrizione: Roberto Grillo. L’Aquila e Oltre a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni M4A - MADE4ART, Milano 6 - 16 maggio 2015 Inaugurazione mercoledì 6 maggio, ore 18.30 Made4Art, spazio, comunicazione e servizi per l’arte e la cultura, presenta una mostra personale dell’artista e fotografo Roberto Grillo (L’Aquila, 1962) a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo con una selezione di lavori appartenenti alle serie Fotografia Miopizzata e Fili. Le immagini fotografiche di Roberto Grillo, realizzate impiegando lenti per correggere la sua miopia in grado di distorcere e rendere imprecisati le figure e gli oggetti ritratti, appaiono volutamente prive di contorni definiti, con una particolare tensione all’astrazione ed effetti pittorici nella resa delle forme e dei colori, tecnica da lui ideata ed elemento di riconoscibilità di grande originalità. Le sue Fotografie Miopizzate, nate da un sentimento di rifiuto nei confronti delle immagini di desolazione che caratterizzano L’Aquila e il territorio abruzzese dopo il devastante terremoto del 2009, hanno in seguito indagato altri luoghi e situazioni diventando la sua modalità espressiva di riferimento: gli edifici, i luoghi e le persone ci svelano la loro anima attraverso gli scatti volutamente sfocati dell’artista, un particolare modo di osservare il mondo circostante in netta contrapposizione con la tendenza attuale della fotografia, troppo spesso appiattita sulla ricerca di una sterile perfezione tecnica e formale. La tendenza all’astrazione del fotografo aquilano è ancora più marcata nelle opere appartenenti alla serie Fili, con una resa dei soggetti ancora più sfumata e velata tanto da rendere indistinto ogni riferimento spaziale e temporale: linee di colore si incontrano, incrociano e contrastano armonicamente in una composizione delicata e onirica, per raggiungere il tema universale della rappresentazione, in chiave astratta, di ogni sentimento. L’Aquila e Oltre, con inaugurazione mercoledì 6 maggio, rimarrà aperta al pubblico fino al 16 dello stesso mese. La mostra è inserita nella piattaforma progettuale M4E - MADE4EXPO, che riunisce tutti gli eventi organizzati da Made4Art e da realtà milanesi partner nel periodo di Expo Milano 2015; M4E - MADE4EXPO è un evento ExpoinCittà. Roberto Grillo è nato a L’Aquila nel 1962. Artista operante nel campo della fotografia, inizia la sua carriera già nel 1980, diventando fotografo professionista cinque anni dopo. La sua attività negli anni si è sviluppata in diverse direzioni: dalla fotografia di reportage, sport, teatro, ritratto e ambiente alla fotografia di matrimonio e cerimonia, con riconoscimenti e premi come l’International Professional Photographer (IPP), il Qualified Italian Photographer (QIP), la finale nazionale del Fotolibro Kodak Orvieto Fotografia 2009, il Premio Internazionale di Fotografia di Reportage Ischia 2009, il Premio Hombres 2009 e il Premio Parco Majella 2009. I suddetti premi sono stati ottenuti a seguito della pubblicazione di sue fotografie sul terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 sulle più importanti testate nazionali e mondiali, tra cui le copertine di: The New York Times, The Washington Post, The Times, Corriere della Sera, Il Sole 24 ORE. Diverse le pubblicazioni monografiche dedicate al suo lavoro e oltre trenta le esposizioni personali in Italia e all’estero; si citano le mostre Grandi cuscini che fanno la guerra, L’Aquila 6 aprile 2009, La Cultura della Tolleranza, Volti e segni di un terremoto tenutasi presso il Complesso del Vittoriano a Roma nel 2013, Il Giusto e l’Errore al Palazzetto dei Nobili a L’Aquila nel 2014. Roberto Grillo. L’Aquila e Oltre a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo 6 - 16 maggio 2015 | inaugurazione mercoledì 6 maggio, ore 18.30 Martedì - venerdì ore 10 - 13 e 16 - 19, lunedì e sabato 16 - 19 M4A - MADE4ART Via Voghera 14 - ingresso da Via Cerano, 20144 Milano Info: www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872 Mostra inserita nel progetto M4E - MADE4EXPO Inizio: 06/05/2015 Fine: 16/05/2015 Indirizzo: Via Cerano, 20144 Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: UNA GONDOLA ‘ARMATA’ INVADE LA LAGUNA Introduzione: La nuova installazione site specific dell’artista umbro presenta la caratteristica imbarcazione veneziana, lunga 11 metri, corazzata e sovrastata da un cannone che si prefigge simbolicamente di proteggere l’etica dell’arte opponendosi all’assalto delle leggi del mercato e di denunciare l’uso indiscriminato della violenza nella società d’oggi. Descrizione: UNA GONDOLA ‘ARMATA’ INVADE LA LAGUNA DAL 9 MAGGIO AL 9 LUGLIO 2015 ALLO SQUERO SAN TROVASO DI VENEZIA BLACK SWALLOW-V14 DI CRISTIANO CAROTTI La nuova installazione site specific dell’artista umbro presenta la caratteristica imbarcazione veneziana, lunga 11 metri, corazzata e sovrastata da un cannone che si prefigge simbolicamente di proteggere l’etica dell’arte opponendosi all’assalto delle leggi del mercato e di denunciare l’uso indiscriminato della violenza nella società d’oggi. Inaugurazione: sabato 9 maggio 2015, ore 18.00 Nei giorni di apertura della Biennale d’Arte, Cristiano Carotti (Terni, 1981) presenta Black Swallow-V14, la sua nuova installazione pubblica site specific. Dal 9 maggio al 9 luglio 2015, lo Squero San Trovaso a Venezia sarà il palcoscenico che ospiterà un’enorme gondola armata e corazzata di 11 metri, sovrastata da un cannone. In contemporanea, nella vicina sede di El Magazen dell’Arte, saranno esposti alcuni studi preliminari e piccole opere ispirate a Black Swallow-V14. L’iniziativa, curata da Lorenzo Respi, organizzata da Galleria Al Blu di Prussia e All Around Art, in collaborazione con El Magazen dell’Arte e associazione culturale RO.SA.M., è il primo dei tre eventi che chiuderanno idealmente il percorso di ricerca intrapreso da Cristiano Carotti nel 2012 in occasione della personale “Waterloove” alla galleria Al Blu di Prussia di Napoli, dove proprio a fine anno si terrà la mostra conclusiva della rassegna “Waterloove 2.0”. Black Swallow-V14 è il relitto di una vecchia gondola veneziana restaurata e trasformata a mano dall’artista in un’imbarcazione da guerra, armata e blindata, che porta sullo scafo i segni inequivocabili della battaglia e della caparbia resistenza a un mondo che vuole annientarla. La volgarità della società contemporanea infatti contamina le passioni e annulla gli ideali, tenta di affondare la gondola che protegge l’etica dell’arte opponendosi all’assalto delle leggi del mercato e di denunciare l’uso indiscriminato della violenza nella società d’oggi. Il narcisismo, l’ignoranza e la superficialità portano necessariamente molti all’esibizione dell’effimero e alla morbosa caccia allo scoop, alla strategia del tornaconto e alla “non” logica dell’omertà, alla spettacolarizzazione delle emozioni più intime e alla ricerca dei famosi quindici minuti di celebrità augurati da Andy Warhol. “E cosa succede all’arte? Cosa fa per l’arte chi dice di amarla? - si chiede Cristiano Carotti - Di certo l’amore è anche cercare il compromesso, ma non in nome del denaro o ancor peggio dello spettacolo. La gondola armata è una mutazione genetica dell’oggetto e del suo valore rispetto al proprio contemporaneo”. “L’arte di Cristiano Carotti è visione. Con impeccabile puntualità - sottolinea il curatore, Lorenzo Respi - la sua installazione lancia un grido sofferto, per rappresentare emblematicamente la crisi geopolitica che tocca oggi l’Italia e l’Europa nel suo rapporto con il mare. La gondola, simbolo romantico e antico della città regina delle arti, si fonde con il carro armato, per ricordarci che, oltre i canali, Venezia navigava e fu dominatrice del mare”. Nell’immaginario collettivo la gondola veneziana è un’icona indiscussa dell’amore, l’archetipo di un’età dell’oro delle passioni, che rivive provocatoriamente armata in Black Swallow-V14. Immagine romantica da cartolina, la gondola ritrova il suo valore tradizionale e la forza dirompente della passione amorosa attrezzandosi e armandosi per combattere sul campo di battaglia della Biennale d’Arte di Venezia 2015. Black Swallow-V14 è realizzata con il supporto tecnico di BAB LAB. Sponsor tecnici dell’evento sono CO.I.MONT. Terni e Gruppo Trasporti Bernardini Terni. In contemporanea Allo Squero San Trovaso sarà installata anche la scultura The Bird Man di Marco Agostinelli. Note biografiche Cristiano Carotti è un artista umbro, nato a Terni nel 1981. Il suo lavoro spazia dalla tela ai supporti digitali, dalla carta alle animazioni video e alla scultura. Studia pittura italiana all'Accademia di Belle Arti di Terni. Dopo la prima mostra personale alla Galleria Canovaccio di Terni, a cura di Francesco Santaniello, partecipa alla selezione finale del Premio Italian Factory 2010. Espone a Berlino per la mostra Human&Gods alla Infantellina Contemporary e il Kunst Magazine Berlin pubblica l’opera "The Birth of Venus at Burning Hotel". A fine 2010 inizia a collaborare con la Galleria il Gianicolo. Nel 2011 allestisce la sua seconda mostra personale alla Galleria Mio Mao di Perugia dal titolo "Sospesi tra il circo e la notte". Sempre nel 2011 viene selezionato da Vittorio Sgarbi e Gianluca Marziani per il Padiglione Italia/Umbria della 54 Biennale di Venezia. "Remember the 5th of November" è il titolo che la Mondo Bizzarro Gallery Roma sceglie per presentare il triplo solo show con le personali di Cristiano Carotti, Michele Guidarini e Blue&Joy. Il 2012 si apre con la partecipazione alla collettiva Hasta la Muerte - Fino alla Morte, a cura di Alberto Zanchetta, in anteprima all'Affordable Art Fair di Milano e poi alla Galleria Mio Mao di Perugia. Realizza il site specific “Carte da Favola” al Teatro Franco Parenti di Milano per lo spettacolo “Favola” di Filippo Timi. A giugno Gianluca Marziani cura la mostra per il cinquantenario della storica rassegna Sculture in Città dal titolo +50, scegliendo il progetto site specific "Davide e Golia" di Carotti, Pinchi e Deflorio per Piazza della libertà a Spoleto. A ottobre è invitato a partecipare al Surreality Show, Roma Officina 468, a cura di Julie Kogler e Sofia F. Miccichè. Nel 2013 Carotti dà vita a un nuovo progetto espositivo che ha inizio con due mostre personali: “Waterloove” al Blu di Prussia di Napoli e “Nothing But the Rainbows” alla Canovaccio di Terni; espone all’officina Zattere di Venezia per la seconda edizione del Surreality Show. È tra gli artisti chiamati a partecipare al progetto ideato e promosso da Manuel Agnelli e dagli Afterhours “Hai Paura del Buio?” (Torinio, Traffic Festival - Roma, Auditorium Parco della Musica - Milano, Alcatraz).Nel 2014 partecipa con Franko B al progetto espositivo “Do not follow the White Rabbit!”, a cura di Lorenzo Respi, presentato alla seconda edizione di SetUp Art Fair a Bologna. Vive e lavora tra Terni e Roma. Venezia, aprile 2015 Cristiano Carotti. Black Swallow V-14 Venezia, Squero San Trovaso (Dorsoduro 1097) 9 Maggio - 9 Luglio 2015 Inaugurazione: sabato 9 maggio, ore 18.00 Informazioni: All Around Art +39 366 52 32 551 info@aaa-allaroundart.com www.aaa-allaroundart.com Inizio: 09/05/2015 Fine: 09/07/2015 Indirizzo: Dorsoduro 1097, VENEZIA Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: LA NATURALITÀ COME PROCESSO MENTALE Introduzione: LA NATURALITÀ COME PROCESSO MENTALE MOSTRA PERSONALE DI ANTONIO PEDRETTI con la presentazione del Prof. Vittorio Sgarbi INAUGURAZIONE DOMENICA 10 MAGGIO ALLE ORE 18:00 Chiostro di Voltorre Piazza Chiostro 23, Gavirate (VA) Descrizione: LA NATURALITÀ COME PROCESSO MENTALE MOSTRA PERSONALE DI ANTONIO PEDRETTI con la presentazione del Prof. Vittorio Sgarbi INAUGURAZIONE DOMENICA 10 MAGGIO ALLE ORE 18:00 Chiostro di Voltorre Piazza Chiostro 23, Gavirate (VA) Fino al 30 Giugno, dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 19:00 L'esposizione di Antonio Pedretti vuole essere il trampolino di lancio per riportare il Chiostro di Voltorre nel circuito nazionale delle grandi mostre e lo fa presentando un artista del territorio che ha nelle mani il mestiere della pittura e le cui opere sono state ammirate in tutto il mondo, nei musei più importanti del Sud America e d'Europa. Nel 2011 è invitato alla 54° Biennale Internazionale d'Arte di Venezia dove espone al Padiglione Italia presso le Corderie dell'Arsenale. Artista dal profilo internazionale, Antonio Pedretti riparte dal Chiostro di Voltorre con un progetto che lo porterà nel prossimo anno a proporre il suo lavoro a Milano, Parigi, Kyoto, Osaka e New York Inizio: 10/05/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Piazza Chiostro 23, Gavirate (VA) Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Il bestiario di Gigi Bon per i futuri del mondo Introduzione: Il Bestiario di Gigi Bon trasfigura la realtà e arrichendosi di simboli si presenta come una visione surreale. Visioni che riproducono un passato che sarà rivissuto, forse, nel futuro. La realtà non è negata, esiste, ma avvolta dal mistero e dalla magia, in una successione di possibili ed impossibili scenari del domani mescolati a eventuali disastri del consumismo Descrizione: Il Bestiario di Gigi Bon per i Futuri del mondo 8 maggio – 22 novembre 2015 Studio d’Arte Mirabilia Gigi Bon la personalissima artista veneziana, coglie al balzo l'intrigante concetto All the World’s Futures intorno al quale si sviluppa la 56^ Biennale d'Arte per presentare le ultime creazioni pronte alla vita. Come sempre, anche queste nuove opere sono cariche di simboli e strettamente legate alla storia, non solo quella personale dell’artista, ma anche a quella di Venezia, città alla quale la Bon è legata indissolubilmente. Opere che ci riportano alla mitologia e alle origini del mondo, ma anche ad un percorso più intimistico legato ai ricordi e alle emozioni di questa insolita artista. Mentre Artemisia, fa bella mostra di sé, al MET, il raffinato e stellato ristorante dell’Hotel Metropole, nello studio-galleria MIRABILIA l’artista presenta i nuovi lavori che la tematica All the World’s Futures le ha ispirato. Una serie di sculture pronte ad affrontare il futuro, ma con solide radici ancorate al passato, per raccontare un lungo cammino tra sogno e realtà, tra fantasia e realizzazione. Armonia, un gioco di mani, che si moltiplicano nell’installazione su di un antico specchio. Le mani come affascinanti strumenti primari di creatività. Mani che imitano il gesto mitico del " Dio creatore", la coscienza sovrana che creo ' il mondo. Mani dell’artista che forgiano il lavoro, senza dimenticare gli innumerevoli simbolismi legati alla maniera di porre le dita delle mani: “ ....le mani parlano con un silenzio eloquente!!!....” Mani che si intersecano, si fondono con la conchiglia, un oggetto misterioso, che Gigi Bon utilizza sovente nelle sue realizzazioni. La conchiglia un tesoro marino che si presenta a noi con forme molteplici. Spesso ornate di spire e di strisce che ne ricordano l'evoluzone e la crescita e che celano un interno da sogno. Per l’artista sono elementi fondamentali perchè ricordano la spirale magica, il labirinto incantato, il sogno e nello stesso tempo la vita marina evoca la vita nascosta del nostro mondo interiore, della coscienza. Fanno parte dei nuovi nati due stupende tartarughe, un soggetto caro alla BON che si rifà alla mitologia cinese che vuole la tartaruga come madre di tutti gli animali e all’alchimia che la considera materia primordiale alla quale lo spirito si deve legare per potersi incarnare Universo, una preziosissima placca cornea parzialmente ricoperta e rifinita in bronzo che poggia su quattro piedi, due di uomo e due di donna. Una scultura che riprende il concetto rinascimentale della volta celeste e l’artista ne fa un viaggio dell’uomo nell’universo mondo tra realtà e artificio. Metamorfosi universale, la seconda tartaruga nasce da uno splendido fossile di tartaruga terrestre che l’artista presenta in una trasformazione con scaglie di tartaruga marina e che poggia su due zampe di leone e due piedi di bambino, ancora una fusione o forse un’evoluzione alla ricerca di mondi migliori. Non mancano gli affascinanti Rhini, animali simbolo per l’artista Simbiosi? Una realizzazione di grande forza ed audacia che rappresenta la violenza della nascita-creazione, dove un cordone ombelicale avvolge il Rhino, legandolo indissolubilmente, fino alla morte, nel fisico, nella mente, nel cuore alla testa della madre. Un’opera che sottolinea il rapporto di intimità e simbiosi che si instaura tra la genitrice e il nuovo nato Icarus Icarhino, vola, come Icaro alla scoperta del mondo e ai futuri che ci riserva Il Bestiario di Gigi Bon trasfigura la realtà e arrichendosi di simboli si presenta come una visione surreale. Visioni che riproducono un passato che sarà rivissuto, forse, nel futuro. La realtà non è negata, esiste, ma avvolta dal mistero e dalla magia, in una successione di possibili ed impossibili scenari del domani mescolati a eventuali disastri del consumismo Va ricordato che le sculture di Gigi Bon sono tutte realizzate con l’antica tecnica della cera persa e sono tutte opere uniche. MIRABILIA, lo studio-galleria, si presenta come una vera e propria Bottega, come era consuetudine nell'epoca che maggiormente si impregno' d'arte: il Rinascimento. Un luogo dove la nostra artista pensa, crea e riceve per illustrare ciascuna delle sue creature. Un luogo magico, dove si ama perdersi e lasciare i pensieri partire lontano affascinati da un tesoro di materiali che la Bon utilizza per arrichire le proprie opere: conchiglie, uova di struzzo, pietre ed oggetti preziosi. Un salto all'indietro nel tempo, in una "Camera delle Meraviglie" o Wunderkammern, alle quali lo studio si ispira. Una di quelle collezioni , che nel XV e nel XVI secolo e fino all'epoca barocca univano curiosita' naturali vere o reinventate, bizzarrie preziose, rarita'importate dai "Nuovi Mondi". Gigi Bon apre il mondo delle meraviglie per appuntamento allo +39 (041) 52 39 570 Studio d’arte Mirabilia San Marco 3084 30124 Venezia gigibonvenezia@gmail.com - http://gigibonvenezia.com/ Contacts presse: Roberta Lombardo Hurstel + 33 6 10564251//+ 33 9 65036606 hurstel.roberta@orange.fr Inizio: 08/05/2015 Fine: 22/11/2015 Indirizzo: San Marco 3081 Venezia Spazio: Studio d'Arte Mirabilia Area geografica: Nord Email: gigibonvenezia@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://gigibonvenezia.com/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Emanuela Sforza, fotografie. Io danzo tu vedi Introduzione: Questa mostra vede unite tre Soroptimiste: una fotografa, Emanuela Sforza, una gallerista Patrizia Raimondi ed una scultrice Mirta Carroli, che esprimono lo spirito di Sorellanza che caratterizza l'associazione di donne impegnate in attività professionali, artistiche e manageriali. Descrizione: Emanuela Sforza, fotografie Io danzo tu vedi a cura di Mirta Carroli Bologna - L’ARIETE Arte Contemporanea - dal 5 al 28 maggio 2015 inaugurazione martedì 5 maggio, ore 17.30 con Luciana Savignano COMUNICATO STAMPA- “Per Emanuela Sforza la fotografia è un atto d’amore, per lei fotografare la danza è cogliere l’essenza, la perfezione formale dell’azione, la comunicazione, è esternare il suo amore per l’arte e per chi la crea. La danza nasce da questo bisogno di dire l’indicibile, di conoscere l’ignoto, di essere in rapporto con l’altro. Con la sua macchina fotografica, quasi un terz’occhio per lei, ha iniziato a frequentare i più importanti teatri immortalando le grandi étoiles internazionali come Paolo Bortoluzzi, Luciana Savignano, Marga Nativo,Carla Fracci, Jorge Donn, Daniel Lommel, Carolyn Carlson, Rudolf Nureyev, Marcia Haydée, Antonio Gades. Protagonista della fotografia di danza, inizia a fotografare dal 1976. Sarà proprio Maurice Béjart, ballerino e coreografo, che riferendosi alla sua copiosa produzione artistica, le dirà questa frase emblematica: Io danzo tu vedi. Così Mirta Carroli, curatrice della mostra che si inaugura martedì 5 maggio (ore 17.30) a Bologna presso la Galleria L’ARIETE Arte contemporanea, racconta le 25 fotografie della Sforza, tutte rigorosamente in bianco e nero. Un bianco e nero fortemente contrastato, con numerosissimi passaggi di gradazioni e di toni, che modulano le figure ed accentuano la plasticità ed il movimento. Il suo obiettivo privilegia e scruta a fondo la fase di costruzione del balletto per individuare lo spazio creativo dell’artista teso ad ottenere dal gesto e dal movimento il massimo della resa spettacolare. Penetra profondamente in ogni espressione, quasi a “bloccare” la figura nel momento preciso in cui modella il movimento. Si veda ad esempio il gesto plastico e l’intensa espressione di Luciana Savignano nel “Bolero” di Maurice Ravel, con la coreografia di Béjart . La qualità delle fotografie va anche ricercata nell’uso di diverse macchine fotografiche analogiche e dei relativi obiettivi. Oltre alle lunghe ore trascorse da Emanuela nella camera oscura, vestale di quella fase importantissima dello sviluppo dei negativi edella stampa delle immagini fotografiche nell’acido delle bacinelle, in attesa del formarsi del bianco e nero perfetto. Fondamentale la scelta della carta sensibile ritenuta più idonea: tutta la sua produzione fotografica è stampate su carta baritata. All’inaugurazione della mostra parteciperà Luciana Savignano: un dovuto omaggio alla sua vita interamente dedicata all’arte della danza. Info mostra: Emanuela Sforza 051 233471 - 3386507989 Galleria l’Ariete Arte Contemporanea, Via d’Azeglio 42-telefono 348 9870574 Orari mostra: Lu/gio/ven/sab 15.30- 19,30 - Mar/merc 15,30- 17,30 --------------------------------- Ufficio Stampa : Gabriella Papini per Emanuela Sforza- info@gabriellapapini.com- 3475080306 -3338358071 Inizio: 05/05/2015 Fine: 28/05/2015 Indirizzo: Via d’Azeglio 42, Bologna Spazio: Galleria l’Ariete Arte Contemporanea Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: open call:Anonymous Drawings Introduzione: artQ13 è lieto di annunciare l’OPEN CALL per ANONYMOUS DRAWINGS, prima tappa italiana del progetto fondato nel 2006 dall’artista berlinese Anke Becker a cui hanno preso parte più di 5000 artisti provenienti da tutto il mondo. La mostra è preceduta da un’open call internazionale (dal 1 maggio al 1 giugno 2015), aperta a tutti, per partecipare: www.anonyme-zeichner.de/1/call-for-submissions Descrizione: open call: Anonymous Drawings dal 1 maggio al 1 giugno 2015 artQ13 Via Nicola Coviello 15, Roma artQ13 è lieto di annunciare l’OPEN CALL per ANONYMOUS DRAWINGS, prima tappa italiana del progetto fondato nel 2006 dall’artista berlinese Anke Becker a cui hanno preso parte più di 5000 artisti provenienti da tutto il mondo. Come cambia il proprio metodo di valutazione in assenza di informazioni sull’artista? Come si può sviluppare una personale idea di valore se i prezzi di vendita sono tutti uguali? Che cosa è poi un buon disegno? ANONYMOUS DRAWINGS è arte concettuale e progetto espositivo tutto in uno: ogni artista anonimo diventa parte di un lavoro artistico collettivo in cui non esistono gerarchie. Attraverso l’assenza di nomi e biografie degli artisti e con un prezzo di vendita unitario si crea un nuovo spazio per la fruizione, valutazione e acquisto imparziale dell’arte. La mostra ANONYMOUS DRAWINGS è preceduta da un’open call internazionale (dal 1 maggio al 1 giugno 2015), aperta a tutti. Informazioni relative all’età, alla biografia o al sesso dei partecipanti non verranno richieste e non hanno nessuna importanza per la selezione. La selezione per la mostra avverrà in forma anonima senza conoscere il nome dell’artista. Non ci sono costi di partecipazione. per partecipare: www.anonyme-zeichner.de/1/call-for-submissions open call: dal 1 maggio al 1 giugno 2015 mostre: artQ13, Roma, Italia (Ottobre 2015); GEYSO20, Braunschweig, Germania (Novembre/Dicembre 2015); Kunstverein Rüsselsheim, Rüsselsheim, Germania (Marzo 2016). Inizio: 01/05/2015 Fine: 01/06/2015 Indirizzo: Via Nicola Coviello 15, Roma Spazio: artQ13 Area geografica: Roma Email: comunicazione.artq13@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: UNA GONDOLA ‘ARMATA’ INVADE LA LAGUNA Introduzione: DAL 9 MAGGIO AL 9 LUGLIO 2015 ALLO SQUERO SAN TROVASO DI VENEZIA BLACK SWALLOW-V14 DI CRISTIANO CAROTTI Descrizione: La nuova installazione site specific dell’artista umbro presenta la caratteristica imbarcazione veneziana, lunga 11 metri, corazzata e sovrastata da un cannone che si prefigge simbolicamente di proteggere l’etica dell’arte opponendosi all’assalto delle leggi del mercato e di denunciare l’uso indiscriminato della violenza nella società d’oggi. Inaugurazione: sabato 9 maggio 2015, ore 18.00 Nei giorni di apertura della Biennale d’Arte, Cristiano Carotti (Terni, 1981) presenta Black Swallow-V14, la sua nuova installazione pubblica site specific. Dal 9 maggio al 9 luglio 2015, lo Squero San Trovaso a Venezia sarà il palcoscenico che ospiterà un’enorme gondola armata e corazzata di 11 metri, sovrastata da un cannone. In contemporanea, nella vicina sede di El Magazen dell’Arte, saranno esposti alcuni studi preliminari e piccole opere ispirate a Black Swallow-V14. L’iniziativa, curata da Lorenzo Respi, organizzata da Galleria Al Blu di Prussia e All Around Art, in collaborazione con El Magazen dell’Arte e associazione culturale RO.SA.M., è il primo dei tre eventi che chiuderanno idealmente il percorso di ricerca intrapreso da Cristiano Carotti nel 2012 in occasione della personale “Waterloove” alla galleria Al Blu di Prussia di Napoli, dove proprio a fine anno si terrà la mostra conclusiva della rassegna “Waterloove 2.0”. Black Swallow-V14 è il relitto di una vecchia gondola veneziana restaurata e trasformata a mano dall’artista in un’imbarcazione da guerra, armata e blindata, che porta sullo scafo i segni inequivocabili della battaglia e della caparbia resistenza a un mondo che vuole annientarla. La volgarità della società contemporanea infatti contamina le passioni e annulla gli ideali, tenta di affondare la gondola che protegge l’etica dell’arte opponendosi all’assalto delle leggi del mercato e di denunciare l’uso indiscriminato della violenza nella società d’oggi. Il narcisismo, l’ignoranza e la superficialità portano necessariamente molti all’esibizione dell’effimero e alla morbosa caccia allo scoop, alla strategia del tornaconto e alla “non” logica dell’omertà, alla spettacolarizzazione delle emozioni più intime e alla ricerca dei famosi quindici minuti di celebrità augurati da Andy Warhol. “E cosa succede all’arte? Cosa fa per l’arte chi dice di amarla? - si chiede Cristiano Carotti - Di certo l’amore è anche cercare il compromesso, ma non in nome del denaro o ancor peggio dello spettacolo. La gondola armata è una mutazione genetica dell’oggetto e del suo valore rispetto al proprio contemporaneo”. “L’arte di Cristiano Carotti è visione. Con impeccabile puntualità - sottolinea il curatore, Lorenzo Respi - la sua installazione lancia un grido sofferto, per rappresentare emblematicamente la crisi geopolitica che tocca oggi l’Italia e l’Europa nel suo rapporto con il mare. La gondola, simbolo romantico e antico della città regina delle arti, si fonde con il carro armato, per ricordarci che, oltre i canali, Venezia navigava e fu dominatrice del mare”. Nell’immaginario collettivo la gondola veneziana è un’icona indiscussa dell’amore, l’archetipo di un’età dell’oro delle passioni, che rivive provocatoriamente armata in Black Swallow-V14. Immagine romantica da cartolina, la gondola ritrova il suo valore tradizionale e la forza dirompente della passione amorosa attrezzandosi e armandosi per combattere sul campo di battaglia della Biennale d’Arte di Venezia 2015. Black Swallow-V14 è realizzata con il supporto tecnico di BAB LAB. Sponsor tecnici dell’evento sono CO.I.MONT. Terni e Gruppo Trasporti Bernardini Terni. In contemporanea Allo Squero San Trovaso sarà installata anche la scultura The Bird Man di Marco Agostinelli. Note biografiche Cristiano Carotti è un artista umbro, nato a Terni nel 1981. Il suo lavoro spazia dalla tela ai supporti digitali, dalla carta alle animazioni video e alla scultura. Studia pittura italiana all'Accademia di Belle Arti di Terni. Dopo la prima mostra personale alla Galleria Canovaccio di Terni, a cura di Francesco Santaniello, partecipa alla selezione finale del Premio Italian Factory 2010. Espone a Berlino per la mostra Human&Gods alla Infantellina Contemporary e il Kunst Magazine Berlin pubblica l’opera "The Birth of Venus at Burning Hotel". A fine 2010 inizia a collaborare con la Galleria il Gianicolo. Nel 2011 allestisce la sua seconda mostra personale alla Galleria Mio Mao di Perugia dal titolo "Sospesi tra il circo e la notte". Sempre nel 2011 viene selezionato da Vittorio Sgarbi e Gianluca Marziani per il Padiglione Italia/Umbria della 54 Biennale di Venezia. "Remember the 5th of November" è il titolo che la Mondo Bizzarro Gallery Roma sceglie per presentare il triplo solo show con le personali di Cristiano Carotti, Michele Guidarini e Blue&Joy. Il 2012 si apre con la partecipazione alla collettiva Hasta la Muerte - Fino alla Morte, a cura di Alberto Zanchetta, in anteprima all'Affordable Art Fair di Milano e poi alla Galleria Mio Mao di Perugia. Realizza il site specific “Carte da Favola” al Teatro Franco Parenti di Milano per lo spettacolo “Favola” di Filippo Timi. A giugno Gianluca Marziani cura la mostra per il cinquantenario della storica rassegna Sculture in Città dal titolo +50, scegliendo il progetto site specific "Davide e Golia" di Carotti, Pinchi e Deflorio per Piazza della libertà a Spoleto. A ottobre è invitato a partecipare al Surreality Show, Roma Officina 468, a cura di Julie Kogler e Sofia F. Miccichè. Nel 2013 Carotti dà vita a un nuovo progetto espositivo che ha inizio con due mostre personali: “Waterloove” al Blu di Prussia di Napoli e “Nothing But the Rainbows” alla Canovaccio di Terni; espone all’officina Zattere di Venezia per la seconda edizione del Surreality Show. È tra gli artisti chiamati a partecipare al progetto ideato e promosso da Manuel Agnelli e dagli Afterhours “Hai Paura del Buio?” (Torinio, Traffic Festival - Roma, Auditorium Parco della Musica - Milano, Alcatraz).Nel 2014 partecipa con Franko B al progetto espositivo “Do not follow the White Rabbit!”, a cura di Lorenzo Respi, presentato alla seconda edizione di SetUp Art Fair a Bologna. Vive e lavora tra Terni e Roma. Venezia, aprile 2015 Cristiano Carotti. Black Swallow V-14 Venezia, Squero San Trovaso (Dorsoduro 1097) 9 Maggio - 9 Luglio 2015 Inaugurazione: sabato 9 maggio, ore 18.00 Informazioni: All Around Art +39 366 52 32 551 info@aaa-allaroundart.com www.aaa-allaroundart.com Inizio: 09/05/2015 Fine: 09/07/2015 Indirizzo: Squero San Trovaso Dorsoduro 1097, Venezia Spazio: SQUERO SAN TROVASO DI VENEZIA Area geografica: Nord Email: info@aaa-allaroundart.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Venezia, 56ema Biennale d'Arte Evento Collaterale Faultline/Timeline. Un'istallazione site specific di Beat Kuert a Palazzo Bembo. Introduzione: Una dimora storica nel cuore di Venezia. Trasformata in uno scrigno dove, grazie all’arte contemporanea, spazio e tempo si espandono verso dimensioni altre. Dal 9 maggio al 22 novembre 2015 Palazzo Bembo ospita Beat Kuert in FaultLine / TimeLine, installazione site-specific inserita nel progetto collettivo Personal Structures / Crossing Borders, evento collaterale alla 56ema Biennale d’Arte prodotto dalla Global Art Affairs Foundation e realizzato con dust&scratches pictures and scenes. Descrizione: Una dimora storica nel cuore di Venezia. Trasformata in uno scrigno dove, grazie all’arte contemporanea, spazio e tempo si espandono verso dimensioni altre. Dal 9 maggio al 22 novembre 2015 Palazzo Bembo ospita Beat Kuert in FaultLine / TimeLine, installazione site-specific inserita nel progetto collettivo Personal Structures / Crossing Borders, evento collaterale alla 56ema Biennale d’Arte prodotto dalla Global Art Affairs Foundation e realizzato con dust&scratches pictures and scenes. Nato come regista cinematografico, sperimentatore delle avanguardie dell’immagine e dei linguaggi di frontiera, Kuert prende possesso di una delle magnifiche sale affacciate sul Ponte di Rialto, astraendola dalla realtà sensibile e plasmandola in forma di scatola onirica, dove le leggi dello spazio e del tempo si piegano a quelle della percezione sensibile, in uno scambio osmotico tra l’opera e lo spettatore. Indugiando su un aspetto di forte e istintiva empatia tra l’immagine e chi ne fruisce; con riferimenti estetici e formali al pittorialismo che, a fine Ottocento, limò le distanze concettuali tra la fotografia e le arti tradizionali. Beat Kuert agisce sullo spazio reale con un approccio multilayer, che corrisponde alla sua volontà di toccare più tipologie di espressione, nella convergenza tra la mistica orientale e la tradizione post-romantica di matrice mitteleuropea: dipinti di grande formato dalla profonda carica materica e gestuale si sovrappongono creando ipnotici labirinti visuali; gli stessi che seducono e al tempo stesso inquietano nelle video installazioni che dilatano all’infinito lo spazio espositivo. Una FaultLine, spaccatura fisica e al tempo stesso ideale, attraversa le pareti e il pavimento della sala di Palazzo Bembo in cui agisce Beat Kuert; una TimeLine scorre in forma di immagini video lungo tre schermi posti sul pavimento, su cui si affacciano i dipinti. L’immaginario visuale si orienta sul cinema espressionista tedesco, con particolare riferimento al Metropolis di Fritz Lang, orchestrando un ritratto del presente che nasce dalla critica della società contemporanea; con lo spazio urbano e le sue architetture che si trasformano in quinte teatrali per la rappresentazione del Caos. Venezia, Palazzo Bembo Riva del Carbon 4793 BEAT KUERT FAULTLINE / TIMELINE installazione inserita all’interno di Personal Structures evento collaterale della 56ema Biennale d’Arte di Venezia 9 maggio – 22 novembre 2015 Orari: da mercoledì a lunedì, 10-18 (chiuso il martedì) Ingresso libero info: info@globalartaffairs.org, tel.: +39 340 5300 437 info@beatkuert.com, tel.: +41 91 646 01 41 Beat Kuert (Zurigo, 1946) – Si esprime come filmmaker, regista indipendente, documentarista. Dal 2005 si concentra sulla fusione tra linguaggi espressivi differenti, lavorando principalmente su video e performance insieme al collettivo dust&scratches. La sua prima performance, Donna Carnivora, è stata presentata a Venezia presso la Scoletta dei Battioro e Tiraoro nel 2007. Ha esposto il progetto Destroyed Lines a Pechino (Yuanfen Flow ed Imagine Gallery, 2010) e la serie fotografica Wunderkammer alla M&C Saatchi Gallery di Shanghai (2012). Nel 2013 è invitato come ospite d‘onore alla IX New Florence Biennale con la sua prima installazione site-specific Et Sic in Infinitum. dust&scratches pictures and scenes - è un gruppo artistico sperimentale nato nel 2005 su iniziativa di Beat Kuert: riunisce attori, performers, musicisti, fotografi e filmmakers. Negli anni ha realizzato performance ed esposto a Venezia, Pechino, Shanghai, Firenze. Inizio: 09/05/2015 Fine: 22/11/2015 Indirizzo: Riva del Carbon 4793, Venezia Spazio: Palazzo Bembo Area geografica: Nord Email: info@globalartaffairs.org, tel.: +39 340 5300 437 info@beatkuert.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Fleur d’amour Introduzione: Fleur d’amour: dal 6 maggio le icone contemporanee della pittrice Carolina Franza alla Sala Comunale d’Arte di Trieste Descrizione: Fleur d’amour: dal 6 maggio le icone contemporanee della pittrice Carolina Franza alla Sala Comunale d’Arte di Trieste S’inaugura mercoledì 6 maggio 2015 alle ore 18 alla Sala Comunale d’Arte di Trieste la mostra personale della pittrice e iconografa triestina Carolina Franza, promossa dal Comune di Trieste e intitolata Fleur d’amour. La rassegna propone, attraverso un linguaggio fresco e suadente, un’interpretazione contemporanea del concetto d’icona, che tuttavia rimane profondamente fedele ai canoni compositivi e pittorici di quest’antica e affascinante espressione artistica. Presentata da Antonio Cattaruzza, l’esposizione è incentrata sulla figura di Maria, la Madre di Dio o Theotokos, che in greco significa “colei che genera Dio”, tematica che nella tradizione russo-bizantina trova riscontro in più di 300 modelli. Di tale soggetto - scrive Marianna Accerboni - l’artista ci offre con tecnica ineccepibile, supportata da una profonda conoscenza teologica e filosofica, una visione nel contempo intensa e delicata, sottolineata da un cromatismo luminoso e morbido, che avvicina il fruitore al concetto di Divino attraverso la bellezza e il sentimento. Formatasi alla Scuola di Tommaso Palamidessi e del maestro d’arte Alessandro Benassai, in questa mostra la Franza espone opere recenti e inedite: l’accuratezza e l’originalità nella composizione e tratto figurativo - scrive Cattaruzza - aggiornato con sensibilità e misura nell’espressione degli elementi del dipinto, non trascura fondamenti simbolici e allusivi ai temi della verginità della Madre di Dio, del mistero dell’incarnazione e dell’amore che Dio le dona…Pertanto le nuove icone di Carolina Franza esprimono gioiosamente, anche nella loro modernità, quegli elementi che ci consentono di valicare una porta simbolica - l’icona stessa - che ci mette a contatto con il trascendente attraverso un’accurata osservazione degli elementi tecnico-compositivi costituenti il dipinto ed una successiva meditazione sul messaggio ivi contenuto. Fino al 24 maggio (orario: feriale e festivo 10 · 13 / 17 · 20). DOVE: Sala Comunale d’Arte · Piazza Unità d’Italia 4 · Trieste QUANDO: 7 · 24 maggio 2015 ORARIO: feriali e festivi 10 · 13 e 17 · 20 CATALOGO: no INFO: 333 3215658 Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 07/05/2015 Fine: 24/05/2015 Indirizzo: Piazza Unità d’Italia 4 · Trieste Spazio: Sala Comunale d’Arte Area geografica: Nord Email: urp@comune.trieste.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Il Caffè Florian si trasforma con i riflessi creati da Qiu Zhijie Introduzione: Il Caffè Florian di Venezia presenta la XIII edizione di “Temporanea - Le Realtà possibili del Caffè Florian”, con la mostra “So, we’ll go no more a roving” dell’artista Qiu Zhijie curata da Stefano Stipitivich. Descrizione: Dall’8 maggio al 31 agosto il Caffè Florian di Venezia presenta la XIII edizione di “Temporanea - Le Realtà possibili del Caffè Florian”, con la mostra “So, we’ll go no more a roving” dell’artista Qiu Zhijie curata da Stefano Stipitivich. Dopo Bruno Ceccobelli, Mimmo Rotella, Fabrizio Plessi, Gaetano Pesce, Luca Buvoli, Arcangelo, Irene Andessner, Fausto Gilberti, Botto&Bruno, Marco Tirelli, Pietro Ruffo, Omar Galliani, il tradizionale appuntamento con “Temporanea” presenta quest’anno un artista cinese di fama internazionale. Il Florian continua così da più di vent’anni ad essere protagonista, durante la Biennale d’Arte Contemporanea, di un’iniziativa artistica con la quale si vuole ricordare che proprio all’interno dello storico locale di Piazza San Marco nel 1893 nacque l’idea, grazie a Riccardo Selvatico e ad altri intellettuali veneziani, di organizzare la Prima Esposizione della Città di Venezia, conosciuta poi internazionalmente come la Biennale. Il titolo della mostra di Qiu Zhijie è tratto da una poesia di Lord Byron il quale, nel periodo in cui visse a Venezia, in una lettera indirizzata a Thomas Moore scrisse: “Così non andremo più vagando” (So, we’ll go no more a roving). Zhijie reinterpreta la Sala Cinese del Caffè più antico del mondo con un’opera site specific realizzata in esclusiva per la collezione Florian: pareti, soffitto, pavimento, tavolo e sedie sono rivestiti con specchi sui quali sono state incise frasi di frequentatori famosi del Florian (Byron, Goethe, Carlo Goldoni, Dickens e altri) che rievocano conversazioni avvenute all’interno della Sala. Le scritte appaiono rovesciate e quindi possono essere lette soltanto attraverso lo specchio situato in posizione opposta. L’idea dell’artista è legata, in parte, alla storia di Venezia: lo specchio, infatti, è stato inventato proprio nella città lagunare nel 1460 e per centocinquant’anni Venezia ha avuto il monopolio dell’industria degli specchi. La tradizione delle scritture speculari risale invece all’epoca pre-islamica nella Penisola Arabica; la maggior parte delle scritture personali di Leonardo da Vinci, inoltre, è in corsivo speculare. Venezia diventa quindi il luogo di incontro di tradizioni europee, arabe e asiatiche. Oltre alla Sala Cinese, è l’intero Caffè a essere coinvolto nell’opera di Qiu Zhijie. Frasi di personaggi celebri sono leggibili sugli specchi che decorano le Sale. Anche i tavoli in Piazza San Marco sono ricoperti da specchi con incise delle frasi che formano un cerchio; per leggerle, il visitatore deve camminare intorno al tavolo rendendo i caratteri una sorta di "motore di azionamento". “L’installazione di Qiu Zhijie all’interno e all’esterno dello storico Caffè di Piazza San Marco - spiega Stefano Stipitivich – diventa strumento che contemporaneamente specchia la nostra immagine, facendoci diventare parte integrante e mutevole dell’opera, e ci fa riflettere, attraverso le frasi celebri incise sul vetro, sulla storia, sulle tante storie scritte da personaggi famosi che sono passati al Florian nel corso dei secoli. Il progetto di Qui Zhijie è particolarmente affascinante, quasi una sorta di tributo a una Venezia che è stata per secoli, a partire dalla metà del ‘300, la più grande produttrice al mondo di specchi”. Inizio: 08/05/2015 Fine: 31/08/2015 Indirizzo: Piazza San Marco, Venezia Spazio: Caffè Florian Area geografica: Nord Email: press@studiocalliandro.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Oltre il reale Introduzione: Oltre il reale: mercoledì 6 maggio 2015 alla galleria Melori & Rosenberg di Venezia inaugurazione della mostra della pittrice Serena Zors Breuer con una performance multimediale di luce, parole e musica Descrizione: Oltre il reale: mercoledì 6 maggio 2015 alla galleria Melori & Rosenberg di Venezia inaugurazione della mostra della pittrice Serena Zors Breuer con una performance multimediale di luce, parole e musica S’inaugura mercoledì 6 maggio alle 19 alla Galleria Melori & Rosenberg di Venezia, situata nella fascinosa e storica cornice del Campo del Ghetto Novo (Cannaregio 2919), la mostra “Oltre il reale”, personale della pittrice, designer e scultrice italiana Serena Zors Breuer, attiva da decenni a Monaco di Baviera, che sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni: in mostra più di una trentina tra acrilici, oli, vetri Tiffany e sculture in speckstein, recenti e di squisita fattura e fantastica ispirazione. La vernice sarà sottolineata da una particolare performance multimediale di luce, parole e musica, ideata da Accerboni: gli attori Gualtiero Giorgini e Roberta Colacino, immersi in una sequenza di effetti cromatici in dissolvenza, leggeranno la favola “Il mistero della bambina e dell’albero”, composta per le opere della Zors dallo scrittore e saggista Khaled Fouad Allam, già editorialista di Repubblica e ora de Il Sole 24 Ore e autore de “Il jihadista della porta accanto” (Piemme). Silvio Donati, compositore di livello europeo, eseguirà al pianoforte dei brani da lui creati per l’occasione e ispirati alle opere dell’artista (fino al 16 maggio/ orario: da martedì a domenica 10 · 17/ info 335 6750946). Un’artista al tempo stesso semplice per i temi trattati, giocosi, simbolici, colorati, allegri - scrive Marianna Accerboni - ma complessa per l’universo molteplice e simbolico che sottende le sue articolate e vivaci composizioni, che nella scultura sembrano trovare un momento di pace e di riflessione. Da un canto compare un entusiasmo istintivo e vitale, quasi infantile, verso il mondo e i suoi segreti, dall’altro l’intuizione quasi fatale di una donna che dell’esistenza sa cogliere l’elemento irrazionale e magico, rifugiandosi nel sogno e in un mondo irreale e fatato per fuggire il male e per esprimere il bisogno di libertà; ma anche per donare al fruitore un attimo di magica bellezza, di divertissement e di onirica speranza, distraendolo da un universo tecnologico e spesso intriso di solitudine. Serena Zors, nata a Trieste, si dedica fin da giovanissima al disegno e alla pittura. Poco più che ventenne si trasferisce a Monaco di Baviera, dove apprende la tecnica Tiffany, secondo cui realizza su proprio design, oggetti, lampade e vetrate che riscuotono grande consenso e la portano a operare pure nell’arredamento d’interni. Dal ’91 espone a Trieste, Venezia e Monaco, dove, allo Spazio Arte Vinissimo riceve la Medaglia al Merito per gli Italiani all’estero.Verso la fine degli anni ’80 al Metropolitan Museum di New York scatta l’interesse per la scultura ed ecco le eleganti e morbide opere in speckstein (steatite). Nel 2014 ha esposto con grande successo alla Sala del Giubileo e alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste. La Galleria Melori & Rosenberg, prima galleria d’arte contemporanea del Campo del Ghetto Nuovo, espone arte contemporanea dal 1996: in quasi 20 anni di attività è stata visitata da migliaia di persone di tutto il mondo, tuttora in contatto anche attraverso la newsletter mensile, con cui la galleria divulga le novità e il lavoro dei suoi artisti. Alla Galleria è collegata la Casa Editrice Melori&Rosenberg Publisher, che pubblica le monografie degli artisti e i cataloghi delle mostre organizzate. DOVE: Galleria Melori & Rosenberg - Campo del Ghetto Novo (Cannaregio 2919) · Venezia QUANDO: 6 - 16 maggio 2015 ORARIO: da martedì a domenica 10 · 17 A CURA DI: Marianna Accerboni INFO: www.melori-rosenberg.com / 340 2767289 / info@melori-rosenberg.com / 335 6750946 Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 06/05/2015 Fine: 16/05/2015 Indirizzo: Campo del Ghetto Novo (Cannaregio 2919) · Venezia Spazio: Galleria Melori & Rosenberg Area geografica: Nord Email: info@melori-rosenberg.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: IL PONTE CASA D'ASTE ASTA MODERNA E CONTEMPORANEA Introduzione: Il 10 giugno Il Ponte Casa d'aste presenta l'asta d'Arte Moderna e Contemporanea attraverso più di 300 opere scelte di artisti nazionali e internazionali provenienti da collezioni private italiane. Descrizione: Il 10 giugno Il Ponte Casa d'aste presenta l'asta d'Arte Moderna e Contemporanea attraverso più di 300 opere scelte di artisti nazionali e internazionali provenienti da collezioni private italiane: un'asta molto ricca e diversificata con un'impronta dedicata sia artisti storicizzati che ad artisti con ancora grandi margini di valorizzazione. Le opere ricoprono l'arco temporale che va dal figurativo italiano dei primi anni del XX secolo al Futurismo e al Surrealismo, nonché all'Informale italiano e internazionale del Dopoguerra, alla Pop Art, alla Mec Art e al Nouveau Realisme, per approdare al gruppo Zero, al GRAV, al Gruppo Enne e al Cinetismo degli anni '60 e '70. Nell'ambito della sezione del '900 un importante acquerello di Morandi, pluriesposto in prestigiosi musei europei e, sempre del maestro bolognese, una collezione di 8 rare acqueforti realizzate tra il 1912 e il 1956, tra cui spicca "Natura morta col panneggio a sinistra". In asta due disegni di Savinio eseguiti a Parigi nel 1929; "Natura morta con Popone " del 1933 di Carlo Carrà, proveniente dalla collezionista mecenate Pecci Blunt e, così ancora, in asta "Notturno", dipinto da Licini nel 1954, già collezione Pinottini, per proseguire con uno studio per "L'idea" di Balla del 1920, una natura morta di Severini del 1945 e un dipinto di Campigli del 1946. Da sottolineare l'importanza che questo catalogo d'asta dedica alla scultura, esemplificata in molte delle sue forme espressive e con materiali diversi: ferri, fibre, ceramiche, bronzi, marmi, legni. All'incanto lavori di A. Fabbri, A. Pomodoro, Giò Pomodoro, Spagnulo, Vangi, Picasso, Negri, Mastroianni, Epstein, Cappello, Arman, Ceroli, Minguzzi, Finotti, Nam June Paik, Hsiao Chin e Nobuo Sekine con "Phases of nothingness" bozzetto per la grande scultura esposta alla Biennale veneziana del 1970. Di altissima qualità, in catalogo, è la sezione intitolata "Elogio della ceramica: Fontana - Melotti”, con piatti e formelle in ceramica smaltata, barocchi e spazialisti, del grande maestro argentino, posti a dialogare con vasi, ciotole ,coppe in ceramica dello scultore trentino e ancora terrecotte di Nanni Valentini, Scanavino e Lam. In totale una raccolta di più di 30 opere provenienti da due importanti collezioni private. Tra gli americani, da citare Sol Lewitt, Paul Jenkins, Robert Barry e Warhol, i sudamericani Antonio Dias, Portocarrero e Sosabravo. All'incanto anche due maestri del Surrealismo, Yves Tanguy con una rara gouache del '40 e Matta con un importante olio del 1950. Per il Nouveau Realisme, in catalogo due accumulazioni e un violino di Arman, "Running Fence" di Christo del 1973 e Spoerri. Per quanto riguarda le opere informali, si evidenziano Accardi, Novelli, Scanavino, Vedova, Scnheider, Staritsky, Fautrier, De Kermadec, Santomaso, Turcato, Riopelle e una serie di opere storiche dedicate allo spazialismo veneto rappresentate da De Luigi e Morandis. Ricca inoltre la sezione dedicata alla pittura analitica con Vago, Olivieri e Griffa. GRAV, Gruppo Enne, Cinetismo e artisti che hanno incentrato le proprie ricerche sul rapporto luce-superficie-colore sono presenti in catalogo con opere importanti e significative: tra questi Alviani, Soto, Gonschior, Tornquist, A.Biasi, Glattfelder, Garcia Rossi, J. Stein, Dadamaino, Toni Costa, Eusebio Sempere. In catalogo estroflessioni, tele sagomate, rilievi e opere tridimensionali di Aricò, Bonalumi, Simeti, Remo Bianco e Pantaleoni presente con due opere inedite per il mercato attuale esposte alla Galleria Vismara nel 1971. In mostra inoltre un omaggio a due artisti del gruppo del Cenobio: Agostino Ferrari e Arturo Vermi con un nucleo di 8 opere. Tra i top lot dell'asta: "Tres 1", capolavoro di Chillida, esposto alla X Triennale di Milano del 1954 e alla Galerie Maeght di Parigi nel 1956; il "Quadrato Veneziano”, grande tela di Novelli del 1967; "Asta cielare", bronzo di Arnaldo Pomodoro; un dipinto museale di Vedova, i magici paesaggi surrealisti di Tanguy e di Roberto Matta e la grande "Folla", bronzo di Giò Pomodoro del 1964, per finire con le straordinarie ceramiche barocche e spaziali di Lucio Fontana. Inizio: 10/06/2015 Fine: 10/06/2015 Indirizzo: Via Pontaccio 12 20121 Milano Spazio: IL PONTE CASA D'ASTA Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: I Maestri del Gioiello incantano Milano … durante Expo Introduzione: Splendidi gioielli per sentirsi …. Principesse ogni giorno Descrizione: Dal 12 al 14 giugno 2015, in occasione di Expo 2015, il centro di Milano, in particolar modo via Mercanti (angolo Piazza Duomo) e Palazzo Giureconsulti, piazza Mercanti 2, saranno allietati da dimostrazioni dal vivo di tecniche orafe, gallerie fotografiche di gioielli ed una importante rassegna nazionale di gioielleria Made in Italy, “Maestri del Gioiello”… per presentare anche al grande pubblico internazionale splendidi gioielli per sentirsi … Principesse ogni giorno ! Maestri del Gioiello, Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d'Eccellenza, è un evento molto frequentato ed amato dal pubblico, che presenta gioielli dai differenti stili e caratteristiche, tutti all’insegna del bello, della qualità, della creatività, della preziosità e del Made in Italy. Maestri del Gioiello è un’occasione unica in Italia per conoscere da vicino molte delle tecniche orafe che caratterizzano le tipicità del Nostro Paese e l’eccellenza dell’oreficeria artigiana; un evento particolare per approfondire la lavorazione delle pietre preziose e di altri materiali utilizzati, per informarsi direttamente sul campo ricevendo consigli e consulenze, per vedere altresì dal vivo come si realizza un gioiello ed eventualmente per poterne ordinare uno su misura o magari ideato secondo un proprio personale progetto estetico… Maestri del Gioiello è un evento che nasce e cresce a Milano, dal 2009 e che ad ogni edizione, presenta le nuove interessanti ed originali collezioni di maestri orafi, promuove dimostrazioni dal vivo al banchetto e mostra video di approfondimenti sulla realizzazione di un gioiello dal disegno al pezzo finito, consentendo l’acquisto di un prezioso, unico e fatto a mano in Italia. Tra i vari orafi partecipanti all’evento Maestri del Gioiello dal 12 al 14 giugno, Palazzo Giureconsulti, Milano, rappresentanze da diverse Regioni italiane, come ….. In questa edizione speciale di Maestri del Gioiello, in occasione di Expo, verranno presentati anche alcuni gioielli ispirati al titolo di Expo 2015 “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, appositamente realizzati ed esposti per l’occasione. -------------------------- In poche righe questo evento è sinonimo di: presentazione di selezionate produzioni di oreficeria artigiana italiana, splendidi gioielli realizzati da Maestri orafi, pezzi unici fatti a mano in Italia, per fare o farsi un regalo veramente Made in Italy La 10° Rassegna Nazionale d’Oreficeria Artigiana d’Eccellenza luccica di preziosità, custodisce l’amore in un palmo di mano, temperato come un diamante che si scalda quando un corpo l’indossa, festeggia i colori delle pietre preziose dove si riflette l’anima del mondo. Dal 12 al 14 giugno, tra luci e trasparenze, al prestigioso Palazzo dei Giureconsulti, in piazza Mercanti 2 a fianco di Piazza del Duomo, nel centro culturale, storico e dello shopping di Milano, si terrà “Maestri del gioiello”, promosso dall’Associazione Culturale ed Artistica Iperbole con il supporto organizzativo di Eventi Doc di Myriam Vallegra e del gruppo orafi Maestri del Gioiello e patrocinato, fin dalla prima edizione datata 2009, da Comune di Milano e Regione Lombardia. Maestri del gioiello è una finestra su differenti, originali, particolari e creative realtà orafe a livello nazionale che coinvolge diverse Regioni Italiane … una porta sulle nuove collezioni dell’anno che rendono ancora più entusiasmante l’invito ad ammirare questa manifestazione ricca di sorprese raggianti e inaspettate, tesa a promuovere l’alto artigianato orafo italiano. I meravigliosi gioielli presentati, tra i quali parure, collier, anelli, ciondoli, orecchini, spille, in metalli e pietre preziose, a volte con anche contaminazioni di materiali più comuni come ebano, avorio, legno e metalli non nobili, rappresentano numerose tecniche tipiche dell’oreficeria, che rappresentano le varie specificità territoriali, quali la filigrana abruzzese e quella sarda, le tecniche di lavorazione celtiche, longobarde ed etrusche, gli smalti, ma danno vita a personali interpretazioni e stili unici che caratterizzano ogni artista presente. Maestri del Gioiello è un evento aperto al pubblico gratuitamente, che permette di poter vedere tutti insieme, in un’occasione di grande livello artistico, in un contesto centrale, elegante, suggestivo e prestigioso, gioielli d’arte adatti anche alla portabilità ed all’acquisto per tutti i tipi di budget. Con la manifestazione Maestri del Gioiello si vuole comunicare come al centro di tutto ci sia la manualità, la creatività e l’originalità, la capacità, la competenza e l’esperienza degli orafi, in grado di realizzare dall’oggetto più semplice e simpatico al gioiello più importante e specifico per occasioni particolari, anche scegliendo insieme al cliente i materiali, le quantità, le caratteristiche stesse del pezzo, partendo anche dal disegno del cliente e dando così vita ad un gioiello unico in assoluto e su misura delle esigenze e gusti della persona che lo indosserà. L’estrosità e la creatività degli orafi regalano allo sguardo degli spettatori differenti emozioni; nell’evento i visitatori sono coinvolti dai maestri orafi, che raccontano con entusiasmo il loro lavoro, come nascono i loro gioielli, come sono in grado di riadattare e modificare vecchi modelli, di restaurare gioielli antichi, di creare oggetti nuovi partendo da semplici schizzi e bozze di idee. Maestri del Gioiello è un’opportunità di conoscere da vicino chi è in grado di tradurre “con l’opera delle mani l’arte dei poeti” e che con “l’armonia delle forme, par suonare una musica che va al cuore”… di poter relazionarsi con chi ha un profondo rispetto della natura e che nella sua ricerca studia “il lavoro di un insetto, l’intreccio dei rami, i colori del cielo”; oppure con chi riprende antiche tecniche per riprodurle in modo fedele o per interpretarle in chiave moderna, chi realizza gioielli scultura, chi ama i gioielli belli e classici, chi ama il traforo, chi lavora con gli smalti, chi si dedica all’incisione ed al bulino … Altre tecniche usufruite che si potranno ravvisare mediante i prodotti materici sono lastra e filo, traforo, microsaldatura con incastonature di pietre preziose e semipreziose dal taglio esclusivo, trucchi del mestiere che sono in grado di dare alla luce vere e proprie “opere d’arte da indossare”… tra gli orafi di successo che si potranno incontrare ci sarà anche chi tramite tecniche e segreti tramandati da antiche civiltà “reinterpreta in chiave moderna le tracce di storia del nostro passato per consegnarle al futuro”. In questa edizione dell’evento Maestri del Gioiello, dal 7 al 9 Marzo 2014, saranno presentati inoltre alcuni gioielli unici realizzati appositamente per il tema della “Festa della Donna”. Uno spunto in più per un regalo originale e veramente fatto a mano in Italia e per un supporto concreto alla preservazione e valorizzazione dell’antico, ma sempre attuale mestiere dell’orafo ed una tutela delle nostre radici, tradizioni e culture. A questo punto quindi non ci resta che invitare tutte le Signore ed i Signori all’evento Maestri del Gioiello ! Per informazioni: E-mail: maestri@maestridelgioiello.it Sito Internet www.maestridelgioiello.it Pagina FB: Maestri del Gioiello Eventi doc di Myriam Vallegra – cel. 347-4009542 – info@eventi-doc.it – www.eventi-doc.it Associazione culturale e artistica Iperbole – cel. 329-8989533 – – www.associazioneiperbole.it Inizio: 12/06/2015 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: via Mercanti 2, Milano Spazio: Palazzo Giureconsulti Area geografica: Milano Email: info@associazioneiperbole.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: La bellezza dell’Artigianato Artistico Italiano in mostra nel centro di Milano in occasione di Expo Introduzione: Creatività Artigiana Rassegna Artigianato Artistico Italiano – Speciale Expo 2° edizione Descrizione: La bellezza dell’Artigianato Artistico Italiano in mostra nel centro di Milano in occasione di Expo “Creatività Artigiana” è un evento creato per valorizzare e promuovere l’Artigianato Artistico Italiano ad italiani e stranieri, nel centro di Milano. All’interno di Palazzo Giureconsulti, nel cuore culturale, economico e dello shopping della città, dal 29 al 31 maggio 2015, la manifestazione accoglierà le originali produzioni di numerosi ed interessanti artigiani artisti italiani, provenienti da numerose Regioni. Creatività Artigiana, mostra promossa da Associazione Iperbole con il supporto organizzativo di Eventi doc di Myriam Vallegra, è Patrocinata da Regione Lombardia e Comune di Milano ed è un Evento certificato Expo in Città. La mostra “Creatività Artigiana” presenterà collezioni moda ed accessori primavera-estate donna e bambino, nuove linee di tendenza di gioielleria e bijoux, eleganti e raffinati complementi per la casa e la tavola in ceramica, vetro, metalli, proposti da artigiani insigniti di numerosi riconoscimenti nazionali ed internazioni, ma anche oggetti per il regalo di alto artigianato artistico da proporre ai numerosi turisti. Inoltre verranno presentati pezzi unici e originali creati appositamente in linea con i temi di Expo 2015, temi inerenti la sostenibilità ambientale, il riuso dei materiali, le filiere produttive controllate, l’uso di materiali naturali per realizzare creazioni di artigianato. Tra i numerosi espositori che prenderanno parte alla manifestazione presenzierà con i suoi lavori Franchina Tresoldi che sin dalla metà degli anni ’90 esordisce con la produzione del “Ciottolo di città” e successivamente “Ciottolo del parco”, selezionando sul greto del fiume Adda i ciottoli con la forma più espressiva e dipingendovi in superficie immagini di piazze e architetture di centri storici o luoghi d’arte. In seguito, con la riproduzione in ceramica rende il suo lavoro ancora più particolare, unendo così la bellezza del prodotto al suo interesse per la conformazione dell’architettura urbanistica “storica”. Tra gli artigiani presenti all’evento citiamo anche gli art-creators Guido e Sabrina Niest, conosciuti prima come gioiellieri e poi come creatori di oggetti d’arte, grazie alla loro passione per i metalli preziosi e alle loro originali visioni, che hanno saputo sorprendere il mondo del design, portando il loro atelier a diventare uno dei più apprezzati laboratori di oggettistica moderna al mondo. Un design particolare ed innovativo, abbinato ad un processo di lavorazione completamente manuale, fanno di ogni creazione Guido Niest un oggetto prezioso e semplicemente unico. Le loro collezioni sono vendute nei negozi più lussuosi di tutto il mondo ed esposte nelle più famose mostre e gallerie d’arte nazionali ed internazionali. Passeggiando nelle sale espositive del palazzo non passeranno inosservate le creazioni di Laura Morandotti e della figlia Sara. Per Laura lavorare il vetro è la "ricerca, il suo modo, il punto d'arrivo e il punto di partenza”, di quasi trent'anni di lavoro. Dietro la ricerca del colore e la trasparenza si manifesta la sua personalità artistica che caratterizza il suo stile, rendendolo riconoscibile. Servendosi di differenti strati sovrapposti di vetri dalle tonalità tenui ricrea l’effetto della pittura ad acquerello, donando maggior risalto all’opera attraverso un variegato ed elegante impatto traslucido. Nascono grandi vetrate composte da pannelli verticali, lastre in grado di illuminare stanze da letto, finestre sagomate di ispirazione liberty. L'esperienza nel campo del vetro di Laura Morandotti si fonde a un tocco di freschezza della figlia Sara che lavora con lei, dando vita a Bijoux originali creati con la tradizionale lavorazione a lume del vetro. Tra le produzioni di moda e accessori che verranno presentate, ricordiamo le originali creazioni di Nanette Libiszewski, artigiana tessile, con una grande passione per il tessuto ed i colori; Nanette tinge, con antiche tecniche “a riserva” tessuti di seta e cotone, ottenendo i motivi legando, stringendo, cucendo, piegando il tessuto prima di immergerlo nel colore e, con questi tessuti, confeziona sciarpe, parei, vestiti, copriletti, arazzi, cravatte. Tutti pezzi unici realizzati con colori di sintesi o naturali. Cinzia Mauri di Amàno, designer e artigiana, in equilibrio costante tra progettazione e sperimentazione, tra arte e artigianato, presenterà le sue nuove collezioni di borse ed accessori moda, oltre ai suoi particolari oggetti per la casa e quadri. “Non smettere mai di osservare il mondo con occhi curiosi”: questa è la regola sulla quale si basa il lavoro di Amàno, creando pezzi unici o edizioni d’arte in serie limitata, interamente costruiti e decorati a mano, puntando sul valore del progetto associato all’unicità della lavorazione artigianale, dalle opere fotografiche su tela agli oggetti di uso quotidiano. Il lavoro di Amàno è un percorso nella natura che si sviluppa attorno al legno compensato: un legno volutamente povero per dare un segno ancora più forte alla forma ed alle linee della produzione, senza che la bellezza del materiale o le venature possano influenzarlo, nel pieno rispetto dell’equilibrio ambientale. Per informazioni: www.creativitaartigiana.it info@creativitaartigiana.it Eventi doc di Myriam Vallegra – tel. 347-4009542 – info@eventi-doc.it – www.eventi-doc.it Associazione culturale e artistica Iperbole – tel. 329-8989533 – – www.associazioneiperbole.it Inizio: 29/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: via Mercanti 2, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: info@associazioneiperbole.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: GR | Giovanna Ricotta Introduzione: Nuova personale dell'artista Giovanna Ricotta in mostra a Palazzo Pretorio. Descrizione: GR | GIOVANNA RICOTTA A cura di Guido Bartorelli, Silvia Grandi 6 Giugno – 30 settembre 2015 PALAZZO PRETORIO Cittadella (PD) Sul sito www.culturaliart.com disponibile download di cartella stampa e immagini ad alta risoluzione Sabato 6 Giugno alle ore 18, Palazzo Pretorio, dopo i restauri durati quasi due anni, torna a volgersi alla ricerca artistica di più stretta attualità con l’inaugurazione dell’affascinante personale GR|Giovanna Ricotta, una delle artiste di maggior rilievo all’interno del panorama della video arte a livello nazionale ed internazionale. La mostra, a cura di Guido Bartorelli e Silvia Grandi, è realizzata dalla Fondazione Palazzo Pretorio Onlus, con la collaborazione del Comune di Cittadella, patrocinata dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi Di Padova e con la sponsorizzazione di Metalservice s.p.a.. GR | Giovanna Ricotta presenta in anteprima l’installazione inedita site-specific Non sei più tu (2015), creata appositamente per la cornice di Palazzo Pretorio, oltre ai tre importanti lavori realizzati dall’artista per spazi museali e fondazioni (Toilette, 2008; Fai la cosa giusta, 2010; Falene, 2012) composti da fotografie, video, installazioni e sculture, il tutto organizzato secondo un progetto coerente e allo stesso tempo molto complesso. In particolare il cuore della mostra sarà l’installazione Non sei più tu (2015): una singolare scultura di marmo nero, dal design sinuoso ed essenziale, un’urna che custodisce un prezioso nucleo occultato alla vista del pubblico che rappresenta una sorta di sé interiore dell’artista composto da polvere di graffite, chiuso da un copricapo/coperchio che solo alla sua apertura svela l’incisione in oro del logo GR, la traduzione della presenza dell’artista in forma grafica. Quest’opera, caratterizzata da monocromi neri e grigio grafite carichi di intensità concettuale ed evocativa e da grande rigore formale, si contrappone alle immagini di fortissimo impatto scenico e narrativo, intrise di complessa visionarietà fantastica, realizzate dall’artista all’inizio della sua carriera. Non sei più tu manifesta un astrattismo denso di quella stessa spiritualità che ritroviamo nelle meravigliose creature impegnate in performance cariche di mistero di Toilette, (2008) Fai la cosa giusta (2010), Falene (2012), le quali solo a uno sguardo attento rivelano tutta la loro ritualità, ossia una gestualità disciplinata verso un fine mitico: attualizzare la possibilità di una metamorfosi, o più semplicemente cantare il desiderio insito in ognuno di noi di elevarsi e trascendere i propri limiti. Palazzo Pretorio nasce dalla volontà delle famiglie dei Sanseverino e dei Malatesta, signori di Cittadella rispettivamente alla fine del Quattrocento e agli inizi del Cinquecento, di conferire a questo edificio la caratteristica di residenza signorile, sia decorandolo internamente ed esternamente con affreschi che lo rendono un esempio unico nel panorama veneto, sia grazie allo splendido portale d’ingresso in marmo rosato di Verona. Sede anche delle carceri nel periodo della dominazione austro-ungarica, Palazzo Pretorio è stato recentemente ristrutturato e ospita al piano nobile esposizioni temporanee di opere d’arte moderna e contemporanea, tra cui, dall’estate la mostra GR. INFORMAZIONI UTILI TITOLO DELLA MOSTRA GR | GIOVANNA RICOTTA A CURA DI GUIDO BARTORELLI, SILVIA GRANDI SEDE ESPOSITIVA PALAZZO PRETORIO – VIA MARCONI, 30 – CITTADELLA (PD) PERIODO DI APERTURA DAL 6/06 AL 30/09, CHIUSO MESE DI AGOSTO GIORNI E ORARI DI APERTURA LUNEDì MATTINA CHIUSO, LUNEDì POMERIGGIO DALLE 16 ALLE 19.30 MARTEDì CHIUSO MERCOLEDì – DOMENICA DALLE 10 ALLE 12.30 E DALLE 16 ALLE 19.30. INFO E CONTATTI: TEL: 049/9413474 - fax 049/9413476 EMAIL: info@fondazionepretorio.it SITO WEB: www.fondazionepretorio.it PERSONAL WEB PAGE: WWW.GIOVANNARICOTTA.IT PROMOSSA DA: FONDAZIONE PALAZZO PRETORIO ONLUS COMUNE DI CITTADELLA FONDAZIONE CARIPARO DIPARTIMENTO DELLE ARTI DELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA DIPARTIMENTO DEI BENI CULTRALI: ARCHEOLOGIA, STORIA DELL’ARTE, DEL CINEMA E DELLA MUSICA DELL’UNIVERSITÀ DI PADOVA VERNISSAGE SABATO 6 GIUGNO - ORE 18 AGENZIA DI COMUNICAZIONE E UFFICIO STAMPA Culturalia di Norma Waltmann tel : +39-051-6569105 mob: +39-392-2527126 email: info@culturaliart.com web: www.culturaliart.com facebook: culturalia – Instagram: culturalia_comunicare_arte Inizio: 06/06/2015 Fine: 30/09/2015 Indirizzo: Via Marconi 30, Cittadella (PD) Spazio: Palazzo Pretorio Area geografica: Nord Email: info@culturaliart.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: DepurArt Lab Gallery Introduzione: DepurArt Lab Gallery, galleria/laboratorio sperimentale del Movimento di “Arte da mangiare mangiare Arte” all’interno del Depuratore di Milano Nosedo, inaugurerà il 9 maggio 2015 alle ore 19.00. Descrizione: DepurArt Lab Gallery DepurArt Lab Gallery, galleria/laboratorio sperimentale del Movimento di “Arte da mangiare mangiare Arte” all’interno del Depuratore di Milano Nosedo, inaugurerà il 9 maggio 2015 alle ore 19.00. I visitatori saranno condotti dagli artisti stessi, artefici di una nuova rigenerazione di pensiero, alla scoperta delle installazioni che saranno protagoniste della IV edizione di DepurArt Lab Gallery. Sarà possibile inoltre visitare, secondo gli orari indicati in programma e previa prenotazione, le sale di uno dei più importanti impianti di depurazione in Europa*. Il Depuratore di Milano Nosedo sarà una delle locations di EXPO in città! Nell’antica valle dei monaci l’arte dialoga con il paesaggio circostante e la tecnologia. Gli artisti si confrontano sul tema dell’acqua. Sono ammessi animali, purché al guinzaglio. La visita all’impianto potrà essere effettuata solo previa prenotazione obbligatoria. Per le prenotazioni con DepurArtè DepurArt Lab Gallery è un format ideato da Ornella Piluso in arte topylabrys, Direzione Artistica di Ornella Piluso, Teorico del Movimento Rolando Bellini, Coordinamento Artistico di Vito Giacummo, Organizzazione di Monica Scardecchia. Foto: Clara Bartolini “ Gocce” Info: Arte da mangiare mangiare Arte Via Daverio 7 - 20122 Milano - 02/54122521 - info@artedamangiare.it www.artedamangiare.it; www.depuratorenosedo.eu Inaugurazione 9 Maggio ore 19 Finissage 9 maggio Milano, Via San Dionigi 90 Inizio: 09/05/2015 Fine: 09/05/2015 Indirizzo: Via Daverio 7 - 20122 Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Antonio Pedretti, La naturalità come processo mentale Introduzione: La mostra di Antonio Pedretti dal titolo "La naturalità come processo mentale" sarà inaugurata nel suggestivo Chiostro di Voltorre domenica 10 maggio alle ore 18 alla presenza di Vittorio Sgarbi. La mostra propone una selezione di lavori di grande formato, la maggior parte inediti.Nell’arte di Pedretti c’è tutta la sintesi del paesaggio degli ultimi due secoli di storia dell’arte sud europea, ma in versione personale e contemporanea; egli, attraverso la tecnica informale, riesce a esprimere la figurazione paesaggistica e a trasmettere le emozioni che scaturiscono nel guardare luoghi cari. Descrizione: L’Associazione Amici del Chiostro di Voltorre, presieduta da Silvana Alberio, e la direzione artistica di Piero Lotti sono lieti di presentare la mostra di Antonio Pedretti dal titolo La naturalità come processo mentale che sarà inaugurata alla presenza di Vittorio Sgarbi domenica 10 maggio alle ore 18. La mostra, patrocinata dalla Provincia di Varese e dal Comune di Gavirate e con il sostegno di UBI-Banca Popolare di Bergamo e del Distretto Due Laghi, è ospitata nel suggestivo Chiostro di Voltorre, edificio risalente al XII secolo, le cui fondamenta poggiano su rovine databili al V e VI sec. d.C. Le opere di Antonio Pedretti, sono state ammirate in tutto il mondo ed esposte nei musei più importanti del Sud America e d'Europa. Nel 2011 è invitato alla 54° Biennale Internazionale d'Arte di Venezia, dove espone alle Corderie dell'Arsenale nel Padiglione Italia. Artista varesino dal profilo internazionale, Antonio Pedretti riparte dal Chiostro di Voltorre con un progetto che lo porterà, nel prossimo anno, a proporre il suo lavoro a Milano, Parigi, Kyoto, Osaka e New York. Nell’arte di Pedretti c’è tutta la sintesi del paesaggio degli ultimi due secoli di storia dell’arte sud europea, ma in versione personale e contemporanea; egli, attraverso la tecnica informale, riesce a esprimere la figurazione paesaggistica e a trasmettere le emozioni che scaturiscono nel guardare luoghi cari. La mostra propone una selezione di lavori di grande formato, la maggior parte inediti, realizzati appositamente per l’occasione. Alcuni fanno parte del ciclo dei Bianchi lombardi, ove ciascuna opera trasmette sensazioni ed emozioni differenti: dalla forza dirompente della tempesta alla calma nevicata, dalla rigenerazione della natura dopo il disgelo alla somma copertura dell’inverno. Altri testimoniano, da angolazioni particolari, quello che la natura genera ogni giorno da millenni tra i margini del lago. Nella natura Antonio Pedretti vede la quintessenza della vita: per l’artista è un’entità che opera lentamente come l’acqua ferma della palude, ma talvolta interviene con impeto, forza e guizzo e si presenta a noi per ricordarci che siamo tutti suoi figli. Vittorio Sgarbi conclude così il testo critico pubblicato sul catalogo della mostra: E' troppo, d'altronde, l'appagamento psicologico che ogni volta Pedretti ricava dai suoi riti pittorici, congegnati per essere sistematici, quindi inevitabilmente ripetitivi, ma capaci di conseguire esiti, in termini emotivi e di valore formale, ogni volta diversi, per potersi occupare più di tanto della conversione altrui. Peggio per chi non gli dà retta. Non sa davvero cosa si perde, chi non lo segue nelle sue silenziose perlustrazioni, assorte a gustare l'impalpabile, sfolgorante magia di ciò che ci circonda, retaggio di un senso dell'eternità che ancora sopravvive, nascondendosi gelosamente fra i meandri dell'ordinario contemporaneo, in luoghi che, più che a qualunque apparenza, più che a qualunque geografia effettiva, appartengono allo spirito, il grande spirito della natura. Ma il lago salvifico é sempre lì, a disposizione di noi tutti. Basta volerci andare. Chiostro di Voltorre, Piazza Chiostro, 23, 21026, Gavirate, VA Inizio: 10/05/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Piazza Chiostro, 23, 21026, Gavirate, VA Spazio: Chiostro di Voltorre Area geografica: Lombardia Email: ufficiostampa@chiostrodivoltorre.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: SANTINA PORTELLI "LASCIANDO TRACCE..." Introduzione: GALLERIA D’ARTE EUSTACHI via B.Eustachi, 33 20129 Milano 16 – 28 maggio 2015 Inaugurazione: SABATO 16 MAGGIO 2015, ore 17.30 Orari di apertura: da martedì a sabato 9.30-12.00 /16.00-19.00 | lunedì 16.00- 19.00 | domenica chiuso Informazioni al pubblico: tel. 02-29512395 galleriaeustachi@libero.it «Dipingo con la bocca fin da bambina: giocavo con i colori, mi sporcavo, li mangiavo come se fossero pane; i colori mi hanno sempre affascinato e imbrattarmi mi è sempre piaciuto. Se avessi potuto usare le mani, avrei spremuto tubetti come se fossero limoni” - Santina Portelli Dipinge fin da Bambina. Santina Portelli nata nel ’48, siciliana di nascita e milanese d’adozione, pittrice e psicologa, presenta la sua personale dal 16 al 28 maggio 2015 alla Galleria d’Arte Eustachi di Milano, a cura di Enrica Gamalero. Si parte dal titolo della mostra “Lasciando tracce…” in un percorso artistico che si è via via formato in vari laboratori, studiando storia dell’arte e sperimentando varie tecniche e stili, spinta dal desiderio di provocare, stimolare, comunicare, in sostanza “esserci”. Una trentina di opere, olio su tela e acquarelli, scelte con cura e amore, nel senso più vero della poetica pittorica. Si può dire che in tutta la sua pittura successiva, che qui ci mostra in variazione del tema movimento, fiori, paesaggio, dissolvenze e colore scopriamo una forza innata, una leggerezza nel tratto e una capacità preziosa ad esprimere tutta quella parte nascosta che le appartiene, che è solo sua. Descrizione: GALLERIA D’ARTE EUSTACHI via B.Eustachi, 33 20129 Milano 16 – 28 maggio 2015 Inaugurazione: SABATO 16 MAGGIO 2015, ore 17.30 Orari di apertura: da martedì a sabato 9.30-12.00 /16.00-19.00 | lunedì 16.00- 19.00 | domenica chiuso Informazioni al pubblico: tel. 02-29512395 galleriaeustachi@libero.it «Dipingo con la bocca fin da bambina: giocavo con i colori, mi sporcavo, li mangiavo come se fossero pane; i colori mi hanno sempre affascinato e imbrattarmi mi è sempre piaciuto. Se avessi potuto usare le mani, avrei spremuto tubetti come se fossero limoni” - Santina Portelli --- Dipinge fin da Bambina. Santina Portelli nata nel ’48, siciliana di nascita e milanese d’adozione, pittrice e psicologa, presenta la sua personale dal 16 al 28 maggio 2015 alla Galleria d’Arte Eustachi di Milano, a cura di Enrica Gamalero. Si parte dal titolo della mostra “Lasciando tracce…” in un percorso artistico che si è via via formato in vari laboratori, studiando storia dell’arte e sperimentando varie tecniche e stili, spinta dal desiderio di provocare, stimolare, comunicare, in sostanza “esserci”. Una trentina di opere, olio su tela e acquarelli, scelte con cura e amore, nel senso più vero della poetica pittorica. Si può dire che in tutta la sua pittura successiva, che qui ci mostra in variazione del tema movimento, fiori, paesaggio, dissolvenze e colore scopriamo una forza innata, una leggerezza nel tratto e una capacità preziosa ad esprimere tutta quella parte nascosta che le appartiene, che è solo sua. ********************************* Note biografiche di Santina Portelli Santina Portelli (classe 1948) nasce a Ragusa, ma presto si trasferisce a Milano ove risiede e lavora; ha la tetraplegia spastica ed impara presto a dipingere con la bocca, alla Scuola Gaetano Negri di Milano, dove inizia lo studio della pittura e storia dell'arte. Nel 1985 si Laurea in Psicologia, Università "La Sapienza" Roma, 110/110 e lode con facoltà di pubblicazione, con tesi dal titolo "Quattro storie di vita di handicappati fisici: rapporti ed evoluzione con la famiglia, con il proprio corpo, con la scuola, con gli altri amicizia e amore". Abilitazione professionale nel 1994. Nel 2000 riceve l’ Onorificenza Honoris Causa di “Accademico Benemerito dell’Arte Italiana per il mondo”, riconoscimento che vuole premiare il valore, il talento e la genialità espressi nella continua ricerca che ha contribuito alla conquista di nuovi traguardi, in una crescente elevazione di perfezionamento al fine di dare una migliore impronta qualitativa alla creatività artistica personale con chiara eleganza ed eccezionale buon gusto. Nello stesso anno è socia dell'Associazione VDMFK, che si propone di promuovere l'attività artistica di tutti i pittori che dipingono con la bocca o con il piede, organizzando mostre in gallerie e istituzioni in tutto il mondo. (www.vdmfk.com), in Italia l’editore è SPAM sede a Verona (www.spam.it ). Santina Portelli ha esposto le sue opere, durante tutta la sua intensa attività artistica, in numerose mostre d'arte personali in Italia e all’estero (collettive con la VDMFK, Vaduz) come pittrice d'opere ad olio e di porcellane al terzo fuoco, tra le tante citiamo alcune personali in Italia: 1994 Roma, Realizzazione originale acquerello su tela "Princesas Mayas" per la copertina del libro "Principesse e sognatori nelle strade del Guatemala" di 59 ragazze e ragazzi di strada con Gérard Lutte, della collana Sviluppo Umano e Storia, Kappa, Roma. Presentato alla Casa delle Culture, con la partecipazione di AMNESTY INTERNATIONAL". 1996 INNSBRUCK- Galleria Bertrand Kass patrocinio dell'IST. CULTURALE ITALIANO;2009, mostra “Mai Soli” Basilica di S. Ambrogio; 2011 Lainate -Villa Borromeo Visconti Litta “Colore non colore”;2014 MILANO, Art-line “Amica solitudine”; Artecultura – Milano 2014, Ass. Culturale G. Verdi- Segrate 2014; tra le mostre collettive in Italia: 1966,1967,1979 Arengario di Milano;1968 Palazzo delle esposizioni,Roma; 1968 Venezia- Sala delle Colonne Ca’ Giustinian; 1974, Milano – Museo della Scienza e della Tecnica; ;1975- Torino –Iistituto Maffei1992, 1976- Pavia, Castello Visconteo ; 1992 Roma - Palazzo Ruspoli; 2002 Roma – Università La Sapienza; 2014 Spoleto- Spoleto International Art Fair;2006 Milano, Biennale del Disarmo;2009 Venezia Galleria San Vidal;2010 Imperia – Pinacoteca Civica;2014 Albenga Biennale della Liguria “ Arte 2013” Palazzo Oddo; 2014 Nova Milanese Mostra Bugatti; tra le mostre collettive all’estero: 1981 Ginevra- Palazzo delle Nazioni, patrocinato dal Comitato Culturale dell’ONU;1985 Madrid – Al Patio del Giarino di Rodriguez; 1988 Lugano - Palazzo dei Congressi; 1991 Taipei – Libreria Municipale Taiwan- col Patrocinio del Ministro degli Affari estero della Repubblica cinese;1992 Strasburgo – Consiglio d’Europa;1995 Canada- Vancouver Museum;1998 Ginevra- Palazzo delle Nazioni “ Salle des Pas” promossa in occasione del 50° anniversario Universale dei dirittti umani, per l’Alto commissario delle Nazioni;2007 Vienna, Museo Albertina; 2008 e 2014 Berlino, Galleria Pinna; 2012 Parigi – Carrousel du Louvre; 2013Helsinky- Galleria Ava;2014 Baden-Baden, Biennale Luxory Art. Tra le Onorificenze e Premi citiamo: Milano, 2000 –Onorificenza di Accademico Benemerito dell’Arte Italiana per il Mondo” quale ceramista e maestra del colore nell’arte Contemporanea;Cremona, 2005, 1° Premio Concorso nazionale di Belle Arti; 2012 Roma, Premio “ Artista Internazionale” per le Arti visive e Nuove Tecnologie del Terzo Millennio; Roma, 2012, Premio alla Carriere -Festival Internazionale dell’Arte di Roma.Tra le pubblicazioni citiamo: 2009 Catalogo mostra Internazionale “Nuances d’Autore”, Loreggia- Padova;2010, catalogo mostra “ La materia e lo spirito”, 2012 Annuario Artisti Internazionali – Roma , pag. 70; 2012, Arteromaeuropa, anno 5 - n.11. “L’intervista” Santina Portelli. Info pagina facebook: Il rifugio di Santina Portelli *************************************************************** Informazioni stampa e pubblico: SANTINA PORTELLI - “Lasciando Tracce” Galleria D’Arte Eustachi tel. 02-29512395 galleriaeustachi@libero.it Orari di apertura mostra: da martedì a sabato 9.30-12.00 /16.00-19.00 lunedì 16.00- 19.00 | domenica chiuso Inizio: 16/05/2015 Fine: 28/05/2015 Indirizzo: Via B. Eustachi, 33 - 20129 Milano Spazio: Galleria d'Arte Eustachi Area geografica: Milano Email: galleriaeustachi@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://it-it.facebook.com/ilrifugiodisantinaportellicampo Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Chiara Mu: Ultimo Atto | il Web Documentary Introduzione: Mercoledì 13 maggio alle 18:30, AlbumArte è lieta di presentare l'ultima tappa del progetto site-specific di Chiara Mu 'From Here to Eternity: l’artista ha voluto documentare il percorso installativo e relazionale del progetto trasformando AlbumArte in uno spazio virtuale e interattivo, attraverso la realizzazione un web documentary che sarà visitabile in esclusiva sul sito www.undo.net da mercoledì 13 maggio 2015 in poi. Alla presentazione interverranno Anna Stuart (Undo.net), Elena Giulia Rossi (Arshake), Fabio Ciaravella (Studio ++) e Chiara Mu. Descrizione: AlbumArte presenta Chiara Mu: Ultimo Atto | il Web Documentary Presentazione e lancio del progetto con la partecipazione di Anna Stuart (Undo.net) Elena Giulia Rossi (Arshake), Fabio Ciaravella (Studio ++) e Chiara Mu Mercoledì 13 maggio 2015 ore 18:30 AlbumArte, Via Flaminia 122 – Roma Giunge a conclusione il progetto site-specific From Here to Eternity, creato per lo spazio di AlbumArte e che ha permesso a oltre duecento visitatori di fare una radiografia emozionale del luogo, sia durante l’opening che durante le sei settimane di visite dedicate a una persona alla volta. L’artista ha voluto documentare questo percorso installativo e relazionale trasformando AlbumArte in uno spazio virtuale e interattivo, realizzando un web documentary interamente prodotto dalla campagna di crowdfunding Esercizi di Visione, lanciata a sostegno del progetto nel dicembre 2014 e sostenuta da AlbumArte. Il web documentary è una piattaforma web articolata come un’immagine spaziale (in questo caso raffigurante l’interno di AlbumArte) da poter navigare con il mouse, attivando in questo percorso delle parti che diventano interattive e che aprono a loro volta contenuti video, audio fotografici e narrativi. L’intento è quello di ricostruire lo spazio vissuto proponendo ciò che è avvenuto al suo interno, permettendo dunque a un lavoro effimero – definito da spazio, tempo e azione – di essere documentato e reso nuovamente in forma esperienziale per chi lo naviga. Il web documentary sarà visitabile in esclusiva sul sito www.undo.net da mercoledì 13 maggio 2015 in poi. Sempre il 13 maggio, alle ore 18.30, verrà presentato ad AlbumArte, con la partecipazione dialogante di Anna Stuart (Undo.net), Elena Giulia Rossi (Arshake), Fabio Ciaravella (Studio ++) e Chiara Mu. Inizio: 13/05/2015 Fine: 13/05/2015 Indirizzo: Via Flaminia 122 Roma Spazio: AlbumArte Area geografica: Roma Email: info@albumarte.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.albumarte.org/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Profumi di Primavera Introduzione: Domenica 24 maggio, fin dalla mattina, una miscela inebriante di profumi, sapori e colori percorrerà le strade di San Mauro a Signa, il suggestivo borgo dell’omonimo comune. Descrizione: Domenica 24 maggio, fin dalla mattina, una miscela inebriante di profumi, sapori e colori percorrerà le strade di San Mauro a Signa, il suggestivo borgo dell’omonimo comune. Sarà una domenica dedicata agli aromi e ai sapori della Primavera, col suo tripudio di colori e profumi. La festa, organizzata dalla Pro Loco di Signa, con il patrocinio del Comune di Signa ed in collaborazione con l’Associazione per San Mauro e Colli Alti e la Polisportiva SORMS, si propone di offrire al visitatore varie attrazioni: stand gastronomici dove potrete gustare specialità stagionali, mostra mercato di fiori e piante primaverili, aziende agricole che venderanno prodotti locali, mercatino di oggetti d'epoca e modernariato, animazione di strada e musica. Oltre ai prodotti tipici, ai fiori, all'animazione e alla musica itinerante, ci saranno iniziative anche per i più piccoli, con giochi e gonfiabili! Ricco quindi il programma di questa seconda edizione della festa Profumi di Primavera che spazia dall’ambiente, all’enogastronomia, dall'artigianato alle iniziative per i più piccini! La Pro Loco, promotrice dell’evento, è contenta di essere riuscita a spostare questo tipo di manifestazione nella più grande frazione del Comune di Signa, a San Mauro, e si augura che questo evento attragga tantissimi visitatori e curiosi! Vi aspettiamo quindi numerosi a San Mauro!!! Inizio: 24/05/2015 Fine: 24/05/2015 Indirizzo: Piazza Ciampi 1 San Mauro a Signa Spazio: Pro Loco Signa Area geografica: Centro Email: info@prolocosigna.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Black Wite Dark Introduzione: Questo lavoro fotografico è un idea di chiari e scuri. tutto impressionato su pellicola b/n utilizzando vari soggetti esposti a delle luci di vario genere . Descrizione: Questo lavoro fotografico è un idea di chiari e scuri. tutto impressionato su pellicola b/n utilizzando vari soggetti esposti a delle luci di vario genere . Inizio: 19/06/2015 Fine: 14/07/2015 Indirizzo: via de'Neri 32 Empoli Spazio: Maciste Wine bar Area geografica: Centro Email: fotocianfy@alice.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: BRUNO MUNARI - La genialità tra regola e caso Introduzione: Galleria Granelli, con la mostra “Bruno Munari - La genialità tra regola e caso”, presenta 35 preziose opere uniche che ripercorrono il percorso storico dell'artista a partire dal Futurismo fino agli anni '90. Descrizione: Bruno Munari ha utilizzato l’arte come primaria forma espressiva.Prima della grafica, del design, della pedagogia, dell’editoria, l’arte guidava il genio creatore di questo autore. Artista poliedrico, indiscusso protagonista eclettico di numerosi movimenti artistici nel panorama dell'arte italiana ed europea nel corso del Novecento. “Quello che fa scattare la scintilla credo che sia in molti aspetti la casualità perché quando la casualità incontra la cultura allora possono nascere cose nuove sia nella scienza che nell'arte. […] Il caso è dunque una condizione per molti aspetti indispensabile perché è fuori dalla logica. Con la logica, e quindi con la tecnologia, si può provare qualche cosa che già si pensa che ci sia, mentre con l'intuizione, con la fantasia e con la creatività, grazie anche a questa casualità che gli orientali chiamano zen, c'è un contatto con la realtà diverso che permette di scoprire altre qualità che non portano ad un risultato pratico ma conoscitivo”. Bruno Munari -In equilibrio tra regola e caso- Munari osserva che la ripetizione compositiva, carente di originalità e fantasia, può condurre la pittura, di formazione costruttivista e concretista, verso una strada senza uscita, in un vicolo cieco. Per questo egli non si irrigidisce mai sulle posizioni teoriche di un astrattismo puro, tutt'altro, egli si preoccupa di sfruttare la casualità che, analogamente a quanto avviene in natura, viene impiegata per demolire un rigore talvolta troppo razionale. Lo storico Enrico Crispolti ci ricorda le finalità più recondite di Munari: “voglio andare a vedere che cosa c'è oltre l'arte astratta, non crediate che queste esperienze si superino tornando indietro”. Munari sintetizza in uno slogan - la regola e il caso - la formula necessaria ad allontanare l'arte astratta da un rigore algoritmico che induce tanti artisti, anche molti dei compagni di viaggio del Movimento Arte Concreta, a ripetersi con pitture destinate ad un inutile decorativismo. Munari si serve frequentemente dello schema duale del contrasto tra opposti. Egli utilizza questo paradosso persino nella denominazione stessa delle opere: si pensi ai negativi/positivi, al concavo/convesso, ai libri/illeggibili, alle xero-copie/originali, alle macchine/inutili o aritmiche. L'idea è in realtà molto semplice, nasce dalla comprensione teorica che solo dall'equilibrio tra l'evento casuale – o in altri contesti intellettuali, dallo stimolo della fantasia - e la programmazione - la razionalità del pensiero - si può ottenere il massimo di espressività, attraverso un dinamismo di forze opposte che è forse la costante di maggior rilievo in tutta l'opera dell'autore, fin dai tempi della sua appartenenza al movimento futurista. [dal testo in catalogo di Luca Zaffarano] Inizio: 30/05/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Via Marconi 1d, Castiglioncello (LI) Spazio: GALLERIA GRANELLI Area geografica: Centro Email: info@galleriagranelli.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.galleriagranelli.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: ID-entity Introduzione: Gli artisti selezionati dalla direzione artistica a seguito della chiusura del bando proveranno, tramite l’interconnessione e giustapposizione di fotografie e still da video, di immagini a colori e in bianco e nero, come in una sorta di quadreria ottocentesca, a suscitare una riflessione generica e libera sul principio dell'identità di Genere. Descrizione: ID-entity Giovanni Albore | Davide Allieri | Stefano Bergna | Pamela Breda | Angela Carotenuto | Elenia Depedro | Alessandro Di Giampietro | Daniele Girardi | Yamada Hanako | Pesce Khete | Yulia Knish | Rafael Kouto | Silvia Mariotti | Francesco Martines | Ruben Montini e Alexander Pohnert | Maddalena Rocco | Studio Pace10 | Marcello Tedesco | Sophie Usunier | Giorgia Vian MARS, a seguito della chiusura del bando, è lieto di presentare e ospitare ID-entity: mostra tematica sul principio di “Identità” di “ritratto/rappresentazione” della persona in “Genere”. La parola identità deriva dal termine latino “idem”, indicante la relazione che l’io intrattiene con se stesso e implicando la continuità dell’individuo nel tempo e nello spazio in quanto distinto dagli altri. Da sempre l’uomo si pone domande circa il tema dell’identità: elemento inscindibile dalla natura umana, intimamente collegato al nostro continuo desiderio di scoperta e conoscenza, è un concetto tuttora in continua evoluzione. Gli artisti selezionati dalla direzione artistica proveranno, tramite l’interconnessione e giustapposizione di fotografie e still da video, di immagini a colori e in bianco e nero, come in una sorta di quadreria ottocentesca, a suscitare una riflessione generica e libera sul principio dell'identità di Genere. MARS Milan Artist Run Space via G. Guinizelli 6, Milano 20127 (MM Pasteur) www.marsmilano.com - mars.mailto@gmail.com Inizio: 13/05/2015 Fine: 13/05/2015 Indirizzo: via Guido Guinizelli, 6, Milano Spazio: MARS Area geografica: Milano Email: mars.mailto@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Rassegna d'arte visiva "Esiti trasversali" Introduzione: Al Museo Emilio Greco di Catania la Rassegna d'arte visiva "Esiti trasversali" propone le opere di 34 artisti. Descrizione: Fino al 17 maggio al Museo Emilio Greco di Catania si terrà la Rassegna d'arte visiva "Esiti trasversali". Promossa dall'Accademia Federiciana e curata da Fortunato Orazio Signorello, la mostra proporrà - costituendo una panoramica diversificata delle più varie tendenze, opere eseguite da 34 artisti contemporanei: Michelangelo Beltrami, Carmelo Cafici, Cettina Cannella, Iole D'Amore, Rosaria Dattero (Roda), Anna Di Mauro, Nelly D'urso, Anna Fazio Rubino, Fili Giarratana, Angela Giglio, Pinella Insabella, Giovanna Isaia, Anna Maria La Torre, Francesco Lotti, Carmen Marino Speciale, Giuseppina Martinez, Salvatore Milazzo, Ciro Mozzillo, Francesca Musumeci, Amelia Nicolosi Ferro, Celestina Pace, Ida Pace, Letizia Pace, Angela Palmieri Beltrami, Ina Pizzino, Vittorio Ribaudo, Elio Ruffo, Antonella Serratore, Ada Sozzi, Giuseppe Spinoso (Jos), Rosa Maria Taffaro, Luisa Turinese, Angela Maria Viscuso e Pasquale Viscuso. Sono in mostra opere differenti per stili e tecniche (oli, acrilici, disegni, pastelli, tempere, computer art e tecniche miste) che rivelano anche tecniche e approcci formali singolari in cui prendono corpo, offrendo un serio ventaglio di misurate declinazioni del linguaggio plastico e pittorico contemporaneo, linguaggi tradizionali e innovativi. Il percorso espositivo offre un quadro esaustivo della creatività degli espositori e delle loro possibilità espressive. La mostra - visitabile da lunedì a sabato dalle 9.00 alle 19.00, domenica dalle 9.00 alle 13.00 - è promossa nell'ambito del V Festival siciliano della Cultura. Nella stessa sede dal 30 maggio al 7 giugno si terrà, curata da Fortunato Orazio Signorello, la bipersonale "Esplicitazioni cromatiche" delle artiste Nelly D'Urso e Giuseppina Martinez. Inizio: 09/05/2015 Fine: 17/05/2015 Indirizzo: piazza San Francesco d'Assisi 3, Catania Spazio: Museo Emilio Greco Area geografica: Sud Email: accademiafedericiana@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Australian Icons Introduzione: Arte Aborigena contemporanea dall'Aboriginal Art Museum di Utrecht è il tema della mostra che verrà inaugurata Mercoledi 13 Maggio 2015 alle ore 18 alla Galleria Bolzani di Milano in via Gerolamo Morone 2 Descrizione: Australian Icons Arte Aborigena contemporanea dall'Aboriginal Art Museum di Utrecht è il tema della mostra che verrà inaugurata Mercoledi 13 Maggio 2015 alle ore 18 alla Galleria Bolzani di Milano in via Gerolamo Morone 2 L'esposizione, curata da Alberto Bolzani e da Margherita Zanoletti, è un'imperdibile occasione per incontrare l'arte contemporanea degli Aborigeni Australiani. Le opere esposte provengono dall'unico museo europeo dedicato a fare conoscere l'autentica Arte Aborigena Australiana. Le opere rimarranno esposte fino a Sabato 6 Giugno 2015 con orario: da Martedi a Sabato: 10:30/13 e 16/19:30, Domenica 16/19:30 La Galleria Bolzani è stata la prima galleria privata a proporre in Italia nel 1998 Arte Aborigena con mostre periodiche accompagnate da musiche, letture, filmati e dibattiti. Evento organizzato da Galleria Bolzani in collaborazione con l’Aboriginal Art Museum di Utrecht e con il patrocinio dell’Ambasciata d’Australia a Roma www.galleriabolzani.it 02 781026 336 662492 Inizio: 13/05/2015 Fine: 06/06/2015 Indirizzo: via Morone 2 - Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Percorso espositivo dell'Archivio-Museo dello CSAC Introduzione: Sabato 23 maggio aprirà al pubblico nell’Abbazia di Valserena (conosciuta anche come la “Certosa di Parma”) il percorso espositivo dell'Archivio-Museo dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma), che conserva un patrimonio straordinario di oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Descrizione: Sabato 23 maggio aprirà al pubblico nell’Abbazia di Valserena (conosciuta anche come la “Certosa di Parma”) il percorso espositivo dell'Archivio-Museo dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma), che conserva un patrimonio straordinario di oltre 12 milioni di materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Questi 12 milioni di materiali sono suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi). Con il nuovo Archivio-Museo dello CSAC nasce un nuovo spazio multifunzionale, dove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività di supporto all’istruzione universitaria, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei (come il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi e il Tokyo Design Center). Il percorso espositivo del nuovo Museo rappresenterà la complessità e la ricchezza delle collezioni dell’archivio con oltre 600 opere in mostra. Le sedici sezioni esposte nell’ampio spazio della Chiesa faranno emergere le interazioni trasversali delle sue collezioni con opere e progetti, solo per citarne alcuni, di Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Man Ray, Luigi Ghirri, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Armando Testa, Tullio Pericoli. Chiude questo percorso la mostra monografica dedicata alla cultura figurativa e progettuale degli anni ’60 e ’70 con opere di artisti entrate nelle collezioni dello CSAC sin dai primi anni di attività, come quelle di Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass, Emilio Tadini. Apre al pubblico il percorso espositivo dell’Archivio-Museo dello CSAC Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma Dal 23 maggio 2015 CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione Abbazia di Valserena Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma) Sabato 23 maggio aprirà al pubblico nell’Abbazia di Valserena, a pochi chilometri da Parma, l’Archivio-Museo dello CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università), che raccoglie e conserva materiali originali della comunicazione visiva, della ricerca artistica e progettuale italiana a partire dai primi decenni del XX secolo. Uno straordinario patrimonio di oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni: Arte (oltre 1.700 dipinti, 300 sculture, 17.000 disegni), Fotografia (con oltre 300 fondi e più di 9 milioni di immagini), Media (7.000 bozzetti di manifesti, 2.000 manifesti cinematografici, 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 disegni per illustrazione), Progetto (1.500.000 disegni, 800 maquettes, 2000 oggetti e circa 70.000 pezzi tra figurini, disegni, schizzi, abiti e riviste di Moda) e Spettacolo (100 film originali, 4.000 video-tape e numerosi apparecchi cinematografici antichi). Lo CSAC, fondato nel 1968 da Arturo Carlo Quintavalle e in seguito diretto da Gloria Bianchino, dal 2007 ha sede nella Abbazia cistercense di Valserena, tradizionalmente identificata come la stendhaliana “Certosa di Parma”. Gli spazi dell’abbazia sono stati oggi rinnovati attraverso un importante progetto architettonico promosso e sostenuto dall’Università di Parma. A partire dal 23 maggio, lo CSAC si propone però soprattutto come un nuovo spazio multifunzionale, una macchina vivadove si integrano un Archivio, un Museo e un Centro di Ricerca e Didattica, con una partecipazione attiva da parte della comunità scientifica e del circuito dei ricercatori, dei dottorandi e degli studenti. Una formula unica in Italia, che mantiene e potenzia le attività sino ad ora condotte di consulenza e di supporto all’istruzione univer-sitaria con seminari, workshop e tirocini, di organizzazione di mostre e pubblicazione dei rispettivi cataloghi (oltre 120 dal 1969 ad oggi), e di prestito e supporto ad esposizioni in altri musei (tra quelli internazionali citiamo il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Tokyo Design Center e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid). Il percorso espositivo del nuovo Archivio-Museo, attraverso gli spazi della grande Chiesa cistercense, della Sala delle Colonne, della Sala Ipogea e della Corte delle sculture, rappresenterà la complessità e la ricchezza delle collezioni dell’archivio con oltre 600 opere in mostra. Un’esposizione permanente in grado di rinnovarsi potenzialmente all’infinito attingendo allo straordinario repertorio visivo dell’Archivio, i cui materiali saranno esposti a rotazione. Le sedici sezioni della Chiesa saranno dedicate a temi che faranno emergere la complessa natura di questo Archivio/Museo, attraverso le interazioni trasversali delle sue collezioni: dall’Arte alla Moda, dal Design alla Fotografia, dall’Architettura alla Pubblicità fino al Disegno della satira, con opere e progetti, solo per citarne alcuni, di Lucio Fontana, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Nizzoli e Bellini per Olivetti, Man Ray, Luigi Ghirri, Dorothea Lange, Giò Ponti, Pier Luigi Nervi, Giuseppe Samonà, Armando Testa, Tullio Pericoli, Vincino. Chiude questo percorso la mostra monografica dedicata alla cultura figurativa e progettuale degli anni ’60 e ’70 con opere di artisti entrate nelle collezioni dello CSAC sin dai primi anni di attività, come quelle di Enrico Baj, Mario Ceroli, Luciano Fabro, Emilio Isgrò, Enzo Mari, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Ettore Sottsass, Emilio Tadini. La Sala delle Colonne espone il lavoro di raccolta e studio delle opere conservate nell’archivio della Sezione Arte con un percorso cronologico dai disegni di Mario Sironi alla Poesia Visiva, insieme a documenti progettuali e di lavoro. Ai visitatori sarà offerta anche la possibilità di consultare, su prenotazione, i materiali degli archivi conservati nelle aree dell’Abbazia non aperte al pubblico La Sala Ipogea, introdotta da Il Sentimento della Rivoluzione di Fausto Melotti, integra l’itinerario della scultura creato nella corte dell’Abbazia, che comprende numerose sculture di grandi dimensioni. Il nuovo CSAC è dotato di servizi di accoglienza e ospitalità, come un bistrot e una foresteria allestita in quelle che un tempo erano le celle dei monaci. Sarà presente anche un bookshop dove sarà possibile acquistare i cataloghi delle mostre che lo CSAC ha realizzato a partire dal 1969. Lo CSAC ha in programma progetti didattici per le scuole primarie e secondarie, iniziative speciali per i visitatori e aperture straordinarie con eventi a tema. CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione Università di Parma Abbazia di Valserena Strada Viazza di Paradigna, 1 Apertura al pubblico da sabato 23 maggio 2015 Orari dal martedì al venerdì dalle 10 alle 15 sabato e domenica dalle 10 alle 20 Ingresso 10 euro Riduzioni per gruppi, giovani sotto i 18 anni, studenti, docenti e persone con disabilità. Gratuità per i bambini sotto i 12 anni. Per informazioni al pubblico www.csacparma.it info@csacparma.it +39 0521 033652 Per prenotazioni servizimuseali@csacparma.it Ufficio stampa Irene Guzman press@csacparma.it +39 349 1250956 Inizio: 23/05/2015 Fine: 23/06/2015 Indirizzo: Strada Viazza di Paradigna, 1 (Parma) Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6148014897580245281 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Sbarca a Melbourne l’artista Adele Ceraudo Introduzione: È partita al meglio l’esperienza australiana di Adele Ceraudo, artista calabrese nota per le sue sperimentazioni pittoriche sul tema del corpo femminile, che hanno avuto come palcoscenico anche la Biennale di Venezia. La settimana scorsa, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia, è stata inaugurata la sua personale con notevole successo. presso Graham Geddes Antiques – Exhibition Rooms, 828 High St., Armadale (Melbourne, Australia) fino al 23 maggio. Descrizione: Sbarca a Melbourne l’artista Adele Ceraudo, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia. È partita al meglio l’esperienza australiana di Adele Ceraudo, artista calabrese nota per le sue sperimentazioni pittoriche sul tema del corpo femminile, che hanno avuto come palcoscenico anche la Biennale di Venezia. La settimana scorsa, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia, è stata inaugurata la sua personale con notevole successo: sia alla vernice per collezionisti che all’inaugurazione formale erano presenti decine di appassionati, accorsi per ammirare le reinterpretazioni dei capolavori della storia dell’arte italiana aventi come soggetto la stessa artista. A tagliare il nastro, il Console Generale Marco Maria Cerbo e l’attrice Lidia Vitale, a Melbourne per proporre “Solo Anna”, monologo dedicato ad Anna Magnani. L’iniziativa è la prima organizzata dalla fondazione Gaia, che l’anno scorso ha vinto il premio ProArte del Forum Nazionale Giovani. Il riconoscimento era stato assegnato per valorizzare un’idea progettuale, quella di avviare una serie di programmi di scambio volti a consentire a giovani artisti italiani di affacciarsi sul panorama australiano. I prossimi eventi promettono infatti di colmare un vuoto nella promozione dell’arte contemporanea italiana nei confronti del pubblico di Melbourne, la cui conoscenza del nostro patrimonio artistico è spesso limitata a quanto realizzato nei periodi classico e rinascimentale. presso Graham Geddes Antiques – Exhibition Rooms, 828 High St., Armadale (Melbourne, Australia) fino al 23 maggio. (Melbourne, 11/05/2015) Inizio: 06/05/2015 Fine: 23/05/2015 Indirizzo: 828 High St., Armadale , Melbourne, Australia Spazio: Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: …Il profumo delle parole Antonella d’Auria - Introduzione: L’artista, diplomata al Liceo Artistico di Latina, svolge la professione di logopedista e collabora a diverse iniziative quali laboratori creativi rivolti soprattutto a bambini disabili; ha inoltre frequentato la Scuola Romana di Arte terapia. Queste esperienze hanno incentivato in lei la ferma convinzione della capacità tipica della creazione nello stimolo e sviluppo delle potenzialità personali e nella formazione in toto degli individui a partire dalla più tenera età, con un occhio di riguardo per i diversamente abili. Descrizione: Il Clari Caffè di Via Isonzo a Latina, spazio espositivo che da circa un anno è entrato a far parte dell’isola culturale del Museo d’Arte Diffusa, venerdì 15 maggio alle ore 18,00 ospiterà il vernissage della personale pittorica di Antonella d’Auria, a cura di Fabio D’Achille, in esposizione fino al 30 giugno 2015. L’artista, diplomata al Liceo Artistico di Latina, svolge la professione di logopedista e collabora a diverse iniziative quali laboratori creativi rivolti soprattutto a bambini disabili; ha inoltre frequentato la Scuola Romana di Arte terapia. Queste esperienze hanno incentivato in lei la ferma convinzione della capacità tipica della creazione nello stimolo e sviluppo delle potenzialità personali e nella formazione in toto degli individui a partire dalla più tenera età, con un occhio di riguardo per i diversamente abili. Ha partecipato a diverse mostre nel territorio nazionale e recentemente è stata una delle protagoniste delle Rassegne Mad Donna e Le isole delle donne, curate da Fabio D’Achille. Durante il vernissage di venerdì (in cui si potrà degustare un aperitivo offerto da Filippo e Francesca Clarizia) Lina Maietta leggerà delle poesie che Raffaella Fiori ha scritto ispirandosi alle creazioni di Antonella d’Auria. Secondo la lettura critica di Laura Cianfarani “L’ut pictura poesis oraziano, al centro di dibattiti e querelle sulla maggiore efficacia comunicativa della pittura o della poesia, sembra trovare nell’arte di Antonella d’Auria una sintesi, sempre soggetta a revisione da parte di chi è chiamato ad osservare e ad interrogarsi sull’operato dell’artista. Lungi da me, infatti, voler dare una spiegazione univoca all’opera o pretendere di carpirne il vero significato (ammesso che esista), quanto piuttosto stimolare curiosità nel pubblico a guardare, toccare, ascoltare e soprattutto sentire, sentendosi liberi d’interpretare la ricerca pittorica. Sì, perché l’espressione artistica non si esaurisce con la vista ma coinvolge tutti i sensi: di fronte a un quadro di Antonella non viene forse spontaneo chiedersi perché l’autrice ha scelto di usare, che so, una carta leggera, bianca e trasparente che non è supporto ma fuoriuscita di un materiale etereo, esile controcanto al turbinio cromatico denso e pastoso che costituisce il primo strato di stesura? E chi può spiegare una scelta simile, chi può stabilire se nell’animo dell’artista prevaleva la fragilità o la forza emotiva e passionale? Probabilmente neanche l’artista stessa. È chiaro che il nucleo portante della poetica della d’Auria sono le emozioni, la volontà di esternare il profumo degli elementi floreali rappresentati, ben lontani da un realismo pedissequo, anzi portatori di un’introiezione di ricordi legati a sensazioni olfattive, di un momentaneo rifugiarsi nella serenità della bellezza per poi uscirne serenamente rinnovati. E la forza centripeta che dalla corolla s’irradia al centro di alcuni fiori sembra catturare fisicamente il fruitore per coinvolgerlo e immergerlo nel profumo evocato e ricercato dall’arte di Antonella, in una dimensione panica ma non arcadica, dove cosmo e caos interagiscono. L’intento della d’Auria –oltre di rendere visibile, attraverso l’incontro tra immaginazione e rappresentazione, ciò che non lo è- è di creare un ponte, una condivisione delle sue sensazioni con il pubblico… resta tuttavia da chiedersi se l’artista non sia capace di instillarne altre in chi osserva, perché se l’Arte è qualcosa che accomuna e in cui molti di noi proiettano aspetti similari, intende anche e soprattutto porre interrogativi personali, stimolare capacità di riflessione individuale. Soltanto così può essere concepita come attività umana, viva, per chi la fa e per chi ne fruisce. Tornando all’ut pictura poesis, i versi scritti da Raffaella Fiori che accompagnano le creazioni di Antonella, permeati di una sensibilità e di una spontaneità oserei dire disarmante, che sembrano scaturire da un’esternazione di getto, con un impatto che attraversa diverse suggestioni di una forza travolgente, senza alcun artificio letterario o affettazione stilistica, sono sicuramente legati alle opere, ma, viene da domandarsi, costituiscono solo un compendio alla pittura? Sono esclusivamente complementari ad essa? Sono nate come tali sì, dimostrando la forza che è in grado di scaturire dall’unione tra Arte e Poesia, e allo stesso tempo –come le creazioni della d’Auria- possono essere capaci di continuare su nuove e infinite strade, di perdersi e, perché no, ritrovarsi. D’altra parte, la ricerca artistica e letteraria non conosce punti di arrivo ma si alimenta di un cammino in continua metamorfosi”. (Laura Cianfarani) Inizio: 15/05/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Via Isonzo, 96 - Latina Spazio: Clari caffè Area geografica: Centro Email: eventi@madarte.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://madarte.tumblr.com/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Luce e gioia di vivere Introduzione: Luce e gioia di vivere: sabato 16 maggio 2015 alla galleria Rettori Tribbio di Trieste inaugurazione della mostra del pittore belga François Piers Descrizione: COMUNICATO STAMPA Luce e gioia di vivere: sabato 16 maggio 2015 alla galleria Rettori Tribbio di Trieste inaugurazione della mostra del pittore belga François Piers Sabato 16 maggio alle 19 alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (piazza Vecchia 6) s’inaugura la prima esposizione italiana del pittore belga François Piers, intitolata Luce e gioia di vivere. Nella rassegna, curata dall’arch. Marianna Accerboni con Flavio Tossi, incontriamo più di una sessantina di vivaci ma nel contempo delicati acquerelli, dipinti dall’artista dal 2004 a oggi. In questa sorta di luminosa antologica spicca anche l’ultima, originale produzione del poliedrico autore di Ostenda: una serie di vetri ispirati ai personaggi che popolano le sue opere ambientate in Tunisia, della quale è console onorario in Belgio, e che vengono presentati in prima assoluta a Trieste. Alle affascinanti spiagge dorate del Mare del Nord e ai verdi paesaggi delle Fiandre e della Francia, Piers accosta il ricco, colorato e a volte misterioso mondo orientale, sottolineando in tal modo ineffabilmente la propria capacità d’interpretare il reale anche attraverso la terza dimensione. La mostra propone una visione sottilmente lirica della realtà, dietro alla quale scorre con semplicità la lunga storia dell’arte fiamminga, nelle sue propaggini più contemporanee e romanticamente idealiste, come per esempio quella perseguita dal grande pittore brussellese Jean-Michel Folon. Nel corso della vernice sarà presentata anche la monografia dell’artista con testi di Flavio Tossi e Marianna Accerboni (fino al 22 maggio/ orario: feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30 / domenica 10.00 - 12 / lunedì e venerdì pomeriggio chiuso). Artista intuitivo e rapido - scrive Marianna Accerboni - Piers trova per anni nell’acquerello il proprio medium ideale, che gli consente di consegnare al fruitore un’interpretazione sapida e luminosa del reale: attraverso pochi tratti e un vivace cromatismo, sospeso spesso al limite della sensibilità fauve, il pittore belga interpreta la realtà umana e la natura riconducendosi ai parametri di un espressionismo figurativo, venato da un canto da un lieve sospiro neoromantico, dall’altro da un senso gioioso e luminoso del fluire della vita. Situazioni e attitudini che il suo pennello fissa sulla carta in modo frizzante e amabile, discostandosi in tal senso dall’angoscia propria dell’espressionismo nordico in favore di una luce e di una propensione più simile all’espressionismo di matrice mediterranea, francese e italiana. Definire in estrema sintesi il personaggio François Piers e il suo rapporto con l’arte è arduo - scrive Flavio Tossi - perché si rischia di scivolare in connotazioni che lascerebbero adito a malintesi. Con riferimento all’architettura si potrebbe pensare a “composito”, l’ordine architettonico di creazione romana che nel capitello accoppia alle volute ioniche l’acanto corinzio. Ma l’accostamento è forse eccessivo. Più sobriamente, con riferimento all’arte in generale, e anche sul piano umano, sarebbe preferibile “eclettico”, che tuttavia i malintenzionati potrebbero interpretare nell’accezione riduttiva di dispersivo (“touche-à-tout”). Con riferimento alla letteratura, il maligno sbrigativo certamente opterebbe per “Dr. Jekill e Mr. Hyde”. Il personaggio è sicuramente complesso, poliedrico, e il suo curriculum ne è la prova irrefutabile: pluridiplomato, ex direttore di azienda commerciale, presidente di un gruppo assicurativo e contemporaneamente attivissimo console onorario e giudice di tribunale di commercio. Sempre pervaso dall’amore per l’arte, fra uno stadio e l’altro della sua carriera professionale, trova anche il modo di seguire corsi all’Accademia delle Belle Arti. In età tutt’altro che giovanile lo si ritrova a destreggiarsi in vari gruppi di artisti dilettanti, per semplice piacere personale, per scambiare esperienze, senza pretese di riconoscimento artistico. Ed ecco nell’evidente ambivalenza emergere il contrasto. Tutta questa complessità di vita, per certi versi quasi farraginosa, si stempera nei suoi acquerelli per scomparire trasformandosi in accattivante e spontanea semplicità espressa con veloci pennellate che trasmettono gioiosa pacatezza. Ha ragione il maligno sbrigativo che scomoda Dr. Jekill e Mr. Hyde ? O, semplicemente, il pennello è l’inconscio antidoto, il rimedio omeopatico, a un’intensa vita professionale che metabolizza un certo modo di stare in società? Un amico di lunga data, per la verità talvolta evanescente, vi intravede il François “depurato”, ne apprezza l’espressione, ne intuisce il talento, lo incoraggia. Con la complicità di altri due amici, navigati nel mondo dell’arte, gli tende un tranello. Lui dapprima si schernisce, poi incredulo e titubante, si lascia tentare e infine, timorato ma con crescente fiducia, si lancia e presenta la sua prima mostra personale a Trieste, porto di mare come la sua Ostenda. Un’Europa intima e sconosciuta per noi che viviamo nel paese “wo die Zitronen blühen" (dove fioriscono i limoni) di goethiana memoria; un’Europa del Nord, dove le spiagge di rena finissima sono appena dorate da una luce limpida e dai toni talvolta freddi; oppure la Tunisia, con i suoi ampi orizzonti e le piazze e le oasi brulicanti di gente avvolta in lunghi caffetani - scrive ancora Accerboni - che poi l’abile occhio dell’artista trasforma in luminose, trasparenti caraffe di vetro; o ancora la natura e gli uccelli, che volano in formazione a un pelo dall’acqua, e gli altri animali domestici o feroci, che popolano la realtà, l’immaginario e le favole, come leoni, asinelli, cani mansueti dal pelo lungo e morbido; e a volte un paesaggio verdissimo, colto nei suoi silenzi, e la famiglia, i bambini, che corrono e giocano nel vento, sulle spiagge dorate del Nord. Una biografia per immagini dal sapore universale: così si potrebbe definire la pittura di François Piers, artista fiammingo contemporaneo, dal carattere delicato e solare che compendia una vita e un’attività pragmatica come quella di giudice e console con il fluire a lunga gittata della pittura e della creatività, che lo inducono verso spazi di luce liberi e infiniti. La luce rappresenta per questo autore, dotato di un talento istintivo e naturale per il racconto, la prima chiave di lettura del mondo; quella luce che al Nord, la sera, permane a lungo e che Piers riesce istintivamente a catturare con un guizzo incredibilmente rapido e immediato, dote precipua di chi frequenta la difficile arte dell’acquarello, la più perigliosa delle tecniche pittoriche, perché non ammette ripensamenti. Scaturisce, la luce, quasi magicamente dall’accostamento di cromatismi spesso lievi e quasi impalpabili come le sabbie del Mare del Nord, o accesi e intensi come le sete e i tessuti tinti a mano in Oriente e in Africa. Una luce che spesso emerge quasi per sottrazione, un concetto che in fondo è simile al silenzio, a volte denso di significati. E che è patrimonio e dote dei veri artisti di tutti i tempi, a partire dalla raffinatezza luministica di Giovanni Bellini, uno dei grandi protagonisti del Rinascimento italiano, e dalle adamantine trasparenze di Vermeer, per arrivare ai virtuosismi luministici della Scuola veneta, alla pittura en plein air degli Impressionisti, al linguaggio delle avanguardie del primo Novecento, da Picasso a Braque, e all’Orfismo di Robert Delaunay, che, dalla frantumazione delle forme e dei volumi, facevano scaturire la valenza della luce e del colore. Fino alla luce tecnologica contemporanea. Perché quasi tutta la grande pittura è stata sinonimo di luce. Così, attraverso un linguaggio espressivo positivo e apparentemente pacato, in ogni caso foriero di tranquillità, l’artista ci consegna un mondo naturale e umano, colto con vivacità e destrezza, contrappunto sereno e interpretazione sottilmente lirica della realtà, dietro a cui alberga e scorre con semplicità la lunga storia dell’arte fiamminga, nelle sue propaggini più contemporanee e romanticamente idealiste, come per esempio quella perseguita dal grande pittore e illustratore brussellese Jean-Michel Folon, che confessò una volta di dipingere attraverso colori luminosi e vivaci per sopperire a certi pomeriggi grigi di pioggia del suo quotidiano in Belgio. François Piers nasce a Ostenda (Belgio, Fiandre) nel 1950, figlio di un farmacista del vecchio centro della città, vicino al quartiere dei pescatori. Ottiene la laurea in Giurisprudenza, Diritto economico e finanziario e un MBA; si forma sotto il profilo artistico ai corsi di disegno, scultura e pittura dell’Accademia di Belle Arti di Ostenda. Attivo nella società familiare di distribuzione di prodotti farmaceutici fino alla cessione a un gruppo tedesco, diventa giudice del Tribunale di commercio della stessa città e Vice Presidente dell'Assicurazione belga e mobilità del gruppo Touring. Ė Console Onorario della Tunisia nelle Fiandre occidentali da 25 anni. Proseguendo nella sua formazione artistica, frequenta a Gand il gruppo dei Jeudart (da jeudi d’art, giovedì d’arte), nel cui ambito apprende la tecnica dell’acquarello. Con i membri di questo gruppo viaggia molto per trovare ispirazione per i suoi lavori in Toscana, Costa Azzurra, Baia della Somme (Francia del Nord), sulle chiatte di Parigi, a Muggia (Trieste), dipingendo en plein air, secondo un’abitudine inaugurata in Francia dagli Impressionisti nella seconda metà del 1800 per catturare e intridere i propri quadri di luce naturale. Nel suo girovagare assieme ai colleghi artisti in Belgio, ritrova un vecchio amico che abita in Olanda a Retranchement, un piccolo villaggio vicino al confine con il Belgio, dove crea un gruppo di lavoro. Qui François scopre nuove tecniche e nuovi temi. I membri del gruppo usano riunirsi in un capannone di rigatteria e, poichè in olandese gli oggetti da rigattiere sono chiamati brol, assumono ben presto il nome di Brolistes. Di tanto in tanto vanno a dipingere anche a casa Piers, nell'entroterra belga del paesino costiero di De Haan-Le Coq: al gruppo sono invitati a unirsi pure altri artisti locali e nasce così il gruppo dei Coqart. Per quanto riguarda i suoi lavori successivi, Piers trae crescente ispirazione dai suoi frequenti viaggi in Tunisia. DOVE: Galleria Rettori Tribbio · Piazza Vecchia 6 · Trieste QUANDO: 16 · 22 maggio 2015 ORARIO: feriali 10.00 · 12.30 e 17.00 · 19.30 / domenica 10.00 · 12.00 / venerdì pomeriggio e lunedì chiuso A CURA DI: Marianna Accerboni e Flavio Tossi CATALOGO: no INFO: 335 6750946 • www.marianna.accerboni.com Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 16/05/2015 Fine: 22/05/2015 Indirizzo: Piazza Vecchia 6 · Trieste Spazio: Galleria Rettori Tribbio Area geografica: Nord Email: marianna.accerboni@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: “Il cammino universale” di Angel Leòn Ibarra Introduzione: In Galleria Arte e Scienza (via mortara 5, Milano) si presenta il lavoro pittorico di Angel Leòn Ibarra, artista peruviano che già da molti anni vive e lavora in Milano. Descrizione: L’esposizione intitolata “Il cammino universale” racconta in immagini il percorso di vita messo in atto dall’artista e simboleggia allo stesso tempo quello dell’uomo d’oggi, sintomo di un cambiamento epocale. Dopo il susseguirsi di tele variopinte dallo stile espressionista che invita alla conoscenza del popolo andino, ripreso nella semplice quotidianità di tutti i giorni, durante il lavoro nei campi o nel chiacchiericcio dei mercatini, si mostrano dipinti come specchi di un intimo sentire, in cui il surrealismo prende voce. Utilizzando simbologie Inca avvicina il visitatore ad un’altra cultura. Dalla tematica etnica in cui il reale strabocca di verità estetica, il cammino artistico di Leon si cimenta in argomentazioni oniriche dove riflette sulle sofferenze dell’uomo contemporaneo colto nel vortice della globalizzazione attuale. Con Expo, attualmente in corso, l’esposizione risulta al passo con i tempi, conquistando sia per la sua genuinità che per le profondità di linguaggio. Da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.00 Inizio: 03/06/2015 Fine: 16/06/2015 Indirizzo: Via Mortara 5, Milano Spazio: Galleria Arte e Scienza Area geografica: Lombardia Email: costanza.zappa@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Acqua e Luce, la mostra fotografica che racconta un secolo di energia rinnovabile Introduzione: Progetto, mostra e catalogo a cura di Fabrizio Trisoglio Con la collaborazione di Ornella Selvafolta, Caterina Maria Carla Bona, Francesco Carlo Toso e Maurizio Introini Coordinamento generale a cura di Luisa Toeschi Descrizione: Un viaggio lungo tutto il Novecento fra la Valtellina e Milano sulla via dell’energia idroelettrica. Partendo dalle montagne, dove l’acqua scorre purissima inconsapevole del proprio valore, passando fra le dighe che ne incanalano il corso e le centrali che la trasformano in energia, fino ad arrivare a Milano. È in quest’energia nata lontano dai territori urbanizzati, fra le alte vette della Lombardia, che Milano troverà infatti le risorse necessarie non solo per illuminare i luoghi simbolo della città, celebrare i grandi avvenimenti e successivamente dare luce alle periferie, ma anche per crescere come metropoli e diventare la capitale economica e industriale del nostro Paese. La potenza sprigionata dall’acqua che diventa luce, il lavoro dell’uomo al servizio del territorio e della città insieme al potere dell’energia che illumina il mondo emergono prepotentemente dalle foto scattate nel corso di un secolo dai fotografi chiamati ad immortalare una stagione epica e irripetibile, di cui ancora oggi godiamo i frutti. Fra questi alcune grandi firme della fotografia italiana storica e contemporanea: Vincenzo Aragozzini, Antonio Paoletti, Guglielmo Chiolini, Gianni Berengo Gardin, Luigi Bussolati e Francesco Radino. Questo è il cuore della mostra Acqua e Luce, Un secolo di energia rinnovabile per lo sviluppo del territorio, ospitata dal 21 maggio 2015 negli spazi della Casa dell’Energia e dell’Ambiente: un centinaio di scatti inediti provenienti dall’archivio storico di Fondazione Aem – Gruppo A2A che ripercorrono le tappe dello straordinario processo di innovazione messo in atto a partire dai primi del Novecento dall’Azienda Elettrica Municipale grazie allo sviluppo dell’energia idroelettrica a Milano e nel territorio valtellinese; foto che documentano l’evoluzione e la metamorfosi della Valtellina, un territorio completamente ridisegnato dai “segni” dell’idroelettrico e raccontano infine la storia centenaria e i valori di un’impresa modernissima e all’avanguardia che ha sempre cercato il progresso della tecnica nel rispetto del territorio e l’ottimizzazione delle risorse energetiche nel nome della sostenibilità. Secondo Alberto Martinelli, presidente di Fondazione Aem – Gruppo A2A «la selezione proposta intende raccontare per immagini una storia centenaria dove innovazione tecnica, buona gestione e interesse pubblico sono state le solide fondamenta di uno dei più virtuosi processi di modernizzazione nel nostro Paese in campo energetico». Prosegue sottolineando che «è d’obbligo inoltre una riflessione specifica sul territorio valtellinese, tuttora epicentro produttivo dell’impresa - oggi Gruppo A2A - e sede di un patrimonio storico-ambientale unico, da qualche anno oggetto di valorizzazione da parte della nostra Fondazione con mostre, percorsi di turismo industriale e proposte di nuove sedi museali». Alberto Martinelli conclude infine « al di là degli imprescindibili valori storici, economici e sociali che il tema assume in sé, è opportuno sottolineare la coerenza del soggetto della mostra con le tematiche di sostenibilità energetica e educazione ambientale, questioni di primaria importanza per l’impresa e che Fondazione Aem – Gruppo A2A valorizza ogni giorno attraverso le attività didattiche e di comunicazione di Casa dell’Energia e dell’Ambiente». «Il percorso espositivo si apre con Il potere dell’acqua: energia per lo sviluppo della metropoli, spiega Fabrizio Trisoglio, curatore e storico del patrimonio industriale dell’impresa. La prima sezione riunisce una selezione di immagini raffiguranti i progetti realizzati da Aem in Valtellina e a Milano a partire dall’inizio del Novecento fino agli anni del boom economico, illustrando mezzo secolo di progetti e realizzazioni che resero possibile la modernizzazione del capoluogo milanese e l’ottimizzazione delle sue risorse energetiche. Il binomio estetico acqua-luce come simbolo della modernità all’interno della tradizione celebrativa milanese è invece al centro della seconda sezione, che abbiamo chiamato La celebrazione della modernità: nella storia di Milano la luce è infatti più volte assunta come simbolo del progresso sociale, scientifico ed economico, diventando dall’Ottocento ai giorni nostri protagonista indiscussa di grandi manifestazioni pubbliche. La mostra si chiude con Il paesaggio idroelettrico in Valtellina, sezione conclusiva focalizzata sull’evoluzione del territorio montano della Lombardia attraverso i “segni” impressi dall’idroelettrico sul paesaggio. Questo territorio, dove Aem pone le basi della sua produzione all’inizio del Novecento dimostrando lungimiranza e visione, è oggi anche luogo di valorizzazione culturale e ambientale anche grazie alle recenti realizzazioni di musei e percorsi dedicati al patrimonio idroelettrico». L’archivio storico fotografico Aem Dichiarata di interesse storico-culturale dalla Soprintendenza archivistica per la Lombardia, la raccolta Aem, che consta di oltre 180.000 documenti fotografici, illustra dai primi anni del Novecento fino ai giorni nostri non solo la storia e lo sviluppo di una azienda elettrica municipalizzata, divenuta oggi una grande impresa multiservizi, ma anche i cambiamenti storico-economici e politici della nostra città, le trasformazioni sociali di una comunità e le evoluzioni del territorio lombardo, a partire da quello montano valtellinese. Suddiviso in vari fondi, l’archivio si è progressivamente composto per addizioni grazie all’opera dei tanti fotografi che hanno collaborato con l’Azienda Elettrica Municipale. In particolare, dal fascismo ai primi anni Cinquanta, autori del calibro di Antonio Paoletti, Vincenzo Aragozzini e Guglielmo Chiolini hanno costituito con i loro servizi fotografici un diario serrato di immagini che racconta la progressiva modernizzazione elettrica di Milano e la costruzione dei grandi impianti in Valtellina. Uno “stato dell’arte”, tecnico e lirico, ma anche specchio della celebrazione dell’impresa, impressa indelebilmente nel racconto visivo delle manifestazioni politiche cui Aem ha contribuito durante il ventennio fascista. La Fondazione Aem – Gruppo A2A Costituita nel 2007, Fondazione Aem – Gruppo A2A ha tra i suoi scopi statutari «la salvaguardia e la valorizzazione della storia e della cultura aziendale di Aem», impegno fondamentale cui l’istituzione ha costantemente adempiuto attraverso interventi di riordino, mostre e pubblicazioni, e che continua ad assolvere con nuovi progetti di tutela e di promozione. ACQUA E LUCE Un secolo di energia rinnovabile per lo sviluppo del territorio Archivio storico fotografico di Fondazione Aem Inaugurazione mercoledì 20 maggio 2015 ore 18.00 Dal 21 maggio al 31 luglio 2015 e dal 24 agosto al 30 settembre 2015 Casa dell’Energia e dell’Ambiente, piazza Po 3, Milano Dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle 17 Ingresso Libero INFORMAZIONI fondazioneaem@a2a.eu tel. 02 77203935 www.fondazioneaem.it Ufficio stampa The Round Table per Fondazione Aem Veronique Enderlin – 340 85 25 313 – veronique.enderlin@theroundtable.it Inizio: 21/05/2015 Fine: 30/09/2015 Indirizzo: Piazza Po, 3, Milano Spazio: Casa dell'Energia e dell'Ambiente Area geografica: Lombardia Email: fondazioneaem@a2a.eu Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.fondazioneaem.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Mattia Bosco, Come cera per le api Introduzione: Inaugura lunedì 8 giugno alle ore 19.00 al Museo Diocesano di Milano una mostra personale di Mattia Bosco. L’artista presenta una selezione di sculture in pietra, legno e ceramica (quest’ultime mai esposte prima) appartenenti a cicli differenti e oggetto di una medesima indagine sui materiali tradizionali della scultura. Descrizione: Inaugura lunedì 8 giugno alle ore 19.00 al Museo Diocesano di Milano una mostra personale di Mattia Bosco (Milano, 1976). L’artista presenta una selezione di sculture in pietra, legno e ceramica (quest’ultime mai esposte prima) appartenenti a cicli differenti e oggetto di una medesima indagine sui materiali tradizionali della scultura e sulla loro vitalità. Le opere esposte al Museo Diocesano mostrano la trasversalità e la convergenza di materiali con vocazioni formali diverse, se non addirittura opposte. Da anni Mattia Bosco indaga i materiali e le loro potenzialità scultoree. Lavora il marmo, il legno, la ceramica seguendo il filo delle sue personali riflessioni, estetiche e filosofiche. L’indagine porta l’artista a scoperte sorprendenti, che gli rivelano il carattere nascosto degli elementi primari della natura, ben al di là dell’immagine convenzionale che di essi abbiamo. Nel lavoro di Mattia Bosco gli elementi dialogano tra loro per effetto di intuizioni e di intime corrispondenze. Non c’è sudditanza tra un materiale e l’altro. Le questioni formali affrontate lavorando il legno, ad esempio, trovano conseguenziale risposta nella pietra, oppure si ritrovano nella sensualità della ceramica, e vice-versa. Nessun materiale ha l’ultima parola, e quello che si apprende da una parte può avere effetti imprevisti altrove. L’artista afferma: “tra la mia ricerca in pietra e quella in legno, io sento una consanguineità, un'alleanza più che una sottomissione dell'uno ai valori dell'altro. Il pensiero che questi materiali possano portarsi reciproco vantaggio è quello che mi spinge a presentarli all'interno di una stessa mostra, dopo averli proposti separatamente”. Nel caso del marmo, Bosco è sedotto dalla durezza respingente della pietra. Per il legno, dalla sua duttile versatilità, dal verticalismo degli alberi e dai contrasti, senza mai considerare queste qualità come caratteri definitivi o punti d’arrivo imprescindibili. Nel legno scolpisce e lavora accuratamente alcune parti mentre altre sono lasciate grezze, marcando volutamente le differenze tra naturale e artificiale, tra lavorato e non lavorato. Il senso dell’operazione è quello di mostrare come all’interno dell’elemento legno (albero) esista già un’idea di forma preesistente che l’artista ha il compito di tirare fuori, isolandola come concetto. Emblematico il caso dell’opera Architrave (2015) dove la trave è la maturazione di una forma che l’albero conteneva già in sé come possibilità e come spunto. La seducente plasticità della ceramica, infine - per terminare con il terzo elemento della triade - che permette così ampia libertà di esecuzione, è nelle sue opere spinta alle estreme conseguenze. Da materia morbida e avvolgente, diventa una sconcertante composizione finale di sottili nastri, cristallizzati e ritorti. Un’idea di forma spinta al limite delle sue possibilità. Tra i lavori esposti in mostra anche la scultura x, y, z (2014), una sorta di manifesto della poetica di Mattia Bosco, e opera capostipite di sculture successive. Quest’opera è nata dall’idea di utilizzare la specificità di due segni profondamente diversi, quello della natura e quello del robot, per comporre un’immagine unitaria, ottenuta a partire da questi due tracciati, facendoli convivere nella loro differenza. L’artista ha chiesto al robot di scolpire esattamente la forma della pietra su cui avrebbe lavorato, di ridisegnarla, in alcune parti, con il suo stile, in modo tale che non venisse mai sacrificata parte della superficie della pietra con qualità che non fossero presenti altrove. Per fare questo è stato necessario un complesso lavoro preliminare di acquisizione del volume della pietra con uno scanner 3d e di programmazione. Il robot ha assecondato le forme della pietra entrando al suo interno di 3 millimetri, sufficienti a rivelare al di sotto della pelle invecchiata e consumata il candore del marmo bianco e la sua luce, insieme alla purezza rigorosa delle sue linee di calcolo. La materia della scultura, per Mattia Bosco, è come cera per le api. “Non è un mezzo espressivo” dice l’artista, “ma è ciò che rende l'opera viva, che la fa esistere. In scultura non si usa la materia, si forma una materia e con essa l'opera. Formarla non è violarla, ma assecondarne le tendenze, disinfiammare lentamente le resistenze, accelerarne la maturazione, visitarne il destino”. Disponibile un catalogo edito da Gli Ori, italiano/inglese, formato 13x18 cm, pp. 96 4+4, circaa 60 immagini tra foto di opere, disegni e bozzetti, con una conversazione tra l’artista e la giornalista Anna Siccardi e testi di Haroon Mirza, del filosofo Alfonso Cariolato, degli scrittori Maurizio Torchio, Orazio Labbate, Alcide Pierantozzi e Benedetta Tobagi. Coerentemente con la mostra il libro illustra la ricerca artistica di Mattia Bosco attraverso il marmo, il legno e la ceramica. Sostegno e promozione: Nicoletta Rusconi Art Projects Orari di apertura: per informazioni sugli orari di apertura al pubblico consultare il sito www.museodiocesano.it o contattare il Museo: tel. 02 89420019 info.biglietteria@museodiocesano.it Ingressi: intero € 8.00 (martedì € 4.00); ridotto € 5.00; scolaresche € 2.00; gruppi € 6.00 Inizio: 08/06/2015 Fine: 30/08/2015 Indirizzo: corso di Porta Ticinese, 95, Milano Spazio: Museo Diocesano di Milano Area geografica: Milano Email: valentina@nicolettarusconi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: DAH Theatre THE SHIVERING OF THE ROSE Introduzione: Spazio Teatro NO'HMA Teresa Pomodoro 20-21 maggio ore 21.00 DAH Theatre THE SHIVERING OF THE ROSE ideato da Dijana Milošević e Maja Mitić con Nemanja Ajdačić, Dijana Milošević e Maja Mitić Descrizione: Spazio Teatro NO'HMA Teresa Pomodoro 20-21 maggio ore 21.00 DAH Theatre THE SHIVERING OF THE ROSE ideato da Dijana Milošević e Maja Mitić con Nemanja Ajdačić, Dijana Milošević e Maja Mitić scenografia Neša Paripović costumi DAH Theatre e Marija Marković musiche Jugoslav Hadžić violini Nemanja Ajdačić luci Milomir Dimitrijević promozione e organizzazione Ivana Milenović Popović e Nataša Novaković Spettacolo in lingua originale sovratitolato in italiano Entra nel vivo la stagione internazionale dello Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro, con compagnie soprattutto straniere che si succedono per dodici mesi sul palcoscenico di Via Orcagna all’interno del Premio Il Teatro Nudo di Teresa Pomodoro. Mercoledì 20 e giovedì 21 maggio la compagnia del Teatro DAH di Belgrado porta in scena uno spettacolo sul tema delle persone scomparse, che è insieme una riflessione sulla forza e la fragilità della memoria, sul significato della scomparsa e la possibilità di trasformazione. The Shivering of the Rose (in italiano Il tremolio della rosa) affronta le memorie post-traumatiche dei membri di una famiglia che hanno perso delle persone nel corso delle tragiche vicende della storia. Le loro scomparse sono eventi traumatici per i singoli e per le famiglie, ma l’arte - e in particolare l’arte teatrale - è in grado di superarle, facendo rivivere le loro storie attraverso la parola viva e la presenza degli attori. Grazie a queste storie possiamo fare nostri anche gli accadimenti più terribili, dare un nome ai volti, un significato a luoghi ed eventi, comprendere l’umanità dietro alle vittime e ai carnefici, rivivere gli eventi della storia. Nel lungo viaggio che lo conduce in giro per il mondo (dalla Russia ad Israele, dalla Slovenia al Giappone) in questa stagione internazionale di NO’HMA, il pubblico è fornito di uno speciale ‘Passaporto per la cultura’ da timbrare all’ingresso e all’uscita di ogni spettacolo, contenente una scheda con i titoli in concorso: ogni spettatore potrà esprimere il proprio giudizio riguardo al singolo spettacolo contribuendo, insieme alla prestigiosa giuria di esperti internazionali, a stabilire il vincitore di questa 6° edizione de Il Teatro Nudo di Teresa Pomodoro. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti Si consiglia la prenotazione tramite telefono o mail 0245485085/ 0226688369 - nohma@nohma.it Spazio Teatro NO’HMA Teresa Pomodoro Via Andrea Orcagna 2, Milano, www.nohma.it Inizio: 20/05/2015 Fine: 21/05/2015 Indirizzo: Via Andrea Orcagna, 2 Milano Spazio: Spazio Teatro NO'HMA Area geografica: Milano Email: nohma@nohma.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.nohma.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Vincenzo Colucci. 1898 – 1970 Introduzione: In esposizione al civico 55 della via dell’arte, un’ampia raccolta di opere che rappresenta un interessante spaccato della sua feconda attività lavorativa. Grazie alla mostra il pubblico potrà conoscere a pieno un artista appassionato, dotato di un naturale temperamento pittorico Descrizione: Dal 22 al 31 maggio, la Galleria “Il Mondo dell’Arte” ospita nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) una mostra antologica dal titolo “Vincenzo Colucci. 1898 – 1970” dedicata a un artista dalla personalità tanto straordinaria ed eccezionale quanto affascinante, dotato di una educazione estetica unica, ma soprattutto “in possesso di una libera concezione degli schemi compositivi, quale può ritrovarsi soltanto in un pittore che ha della realtà un’idea poetica totalitaria”, come scrive Carlo Carrà. Capace di avvicinarsi a luoghi, cose e persone dosando sapientemente il cuore dell’uomo e l’occhio del pittore, Colucci è dotato di un talento innato e naturale, caratterizzato da una significativa capacità espressiva e comunicativa, e arricchito da un margine di invenzione spontanea e casuale, da una tecnica immediata e virtuosa, da una notevole vivacità cromatica, da una semplicità e da una solidità della costruzione che gli regalano il lusso di non dover ripudiare neanche l’uso di una tavolozza fatta di colori elementari. A lasciar traccia sull’autentica vocazione di questo pittore prolifico, geniale e raffinato al tempo stesso, incapace di dipingere sotto i dettami di una scuola, gli artisti della tradizione napoletana, Utrillo, i paesaggisti lagunari del Settecento, diversi pittori neo-impressionisti (da Parquet a De Pisis, da Dufy a Van Dongen) ma anche Cezanne e Morandi o le grandi firme del filone della pittura intimistica e decadente, che ha il suo più geniale esponente in Mario Mafai. Che siano vedute, marine, ritratti o nature morte, realizzate quasi sempre con la tecnica dell’olio su tela o su legno, egli dimostra “di perseguire un principio d’arte che, se non può dirsi avanguardiero nel senso corrente della parola, mira alla salvezza ed omogeneità pittorica, il che conta anche di più, se la pittura deve essere quella che fu sempre nelle buone epoche della storia”, come scrive ancora Carlo Carrà. Sicuro analizzatore del paesaggio, Vincenzo Colucci ritorna da ogni viaggio con un grosso carico di dipinti: la Liguria, la Toscana, Napoli, Roma ma anche la Francia, l’Inghilterra, il Belgio, l’Olanda, la Svizzera, la Tripolitania e ancora l’America e il Giappone. A costituire i temi dominanti l’intera sua produzione sono, però, soprattutto Venezia e Ischia: la prima amata per la sua intima essenza di vita; la seconda osservata con goethiana serenità, evitando la facile commozione della nostalgia sentimentale verso il mondo della sua infanzia. E’ proprio con la presa di contatto con il paesaggio lagunare che arriva la svolta decisiva nella sua pittura: è allora che il colore si schiarisce, gli orizzonti si allargano, prendendo profondità, la luce diventa protagonista del quadro e il taglio si raffina. Nell’esposizione con la quale la nipote Annamaria Petti ha scelto di rendergli omaggio un’ampia raccolta di opere pittoriche caratterizzate da un solido impianto tonale, studiato sulla scia dei pittori della generazione precedente alla sua, all’interno del quale, a seconda dei momenti, la pennellata è più leggera o tenace mentre il cromatismo più chiaro, delicato e vivace, arriva ad assumere toni più grevi. Tutti questi lavori offrono al pubblico la possibilità di ammirare uno spaccato importante della vasta e ricca attività di quest’esponente di spicco della scuola napoletana, generando un percorso che dagli esordi arriva fino alla piena maturità artistica e testimonia la poliedricità di tematiche che caratterizza questo pittore: paesaggi e vedute marine, in cui l’artista riesce a trasportare i suoi stati d’animo, ritratti e figure umane, nature morte e fiori, genere nel quale più chiaramente si colgono i caratteri della sua sensibilità e in cui la verve di Colucci ha modo di esprimersi con maggiore libertà. A curare la mostra, che ripercorre attraverso un’ampia raccolta dei suoi lavori e alcune preziose testimonianze sia la sua carriera artistica che le fasi più significative della sua vita, il Maestro Elvino Echeoni e Remo Panacchia, soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che da anni propone, nella sede espositiva di Via Margutta, Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo. All’allestimento ha contribuito anche il gallerista Adriano Chiusuri. L’appuntamento per il vernissage è fissato per venerdì 22 maggio 2015 dalle 18.30 alle 21.30. Inizio: 22/05/2015 Fine: 31/05/2015 Indirizzo: Via Margutta 55, Roma Spazio: Palazzo Margutta Area geografica: Roma Email: paola_pacchiani@yahoo.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: “Dalla città vecchia alla scoperta metafisica” Introduzione: Inaugurazione mostra di Mario Vergani, “Dalla città vecchia alla scoperta metafisica” Orari: 17,00 ingresso libero Sabato 23 Maggio 2015 alle ore 17,00 il Centro Culturale Artistico Click Art inaugura la mostra personale di Mario Vergani nel centro storico di Cormano, in via Dall’Occo 1, tra corti, cortili e palazzi del 1600. Descrizione: E’ sempre difficile parlare di Arte, o peggio ancora scrivere di Arte, qualunque essa sia, le parole che al momento di pronunciarle ci significavano qualcosa, una volta dette si svuotano d’improvviso, diventano concettuose, spesso assurde, quasi sempre inutili; davanti ad un’opera di Mario Vergani, poi, questa sensazione , bruciante, si acuisce a dismisura tanto da farci avvertire il senso di una profanazione. Quei silenzi desolati, appena vivacizzati da poche note di sottile musicalità, spesso poche macchie di colore sparse con elaborata sapienza, pur nella loro ferma imperturbabilità, sono di tale levità, di tale disarmante candore da indurci a riflettere sulle parole in una meditata e pacata contemplazione. Non furono pochi i pittori che rimasero affascinati davanti al mistero del silenzio, che lo intrappolarono nello spazio angusto delle cose, che si servirono di esso per renderci ignote le cose più conosciute, Vergani, al contrario, pare non curarsi di tutto ciò, tanto è radicato in lui il concetto di spazio e silenzio proprio come disposizione d’animo, sentimento puro, poesia. Non c’è nulla quindi di concettoso in lui, nessuna ricerca dell’effetto, nessun sogno proibito, ma pura e semplice trasposizione sulla tela di quanto è insito in lui. Il suo stesso attaccamento alla natura, e alla vita, filtrato attraverso anni di serene meditazioni, le sue manipolazioni di essa per una sempre maggiore aderenza alle sue esigenze interiori sono la testimonianza più sincera ed inconfutabile della sua vocazione. Da pittore lombardo, anche la sua tavolozza è lombarda, i colori sono chiari, opachi, spesso gessosi, sono trattati con sapiente noncuranza, con amore infinito quasi temesse lui stesso di rompere quel sottile incantesimo che man mano che il quadro prende la forma voluta, si sprigiona attorno. L’evento è Patrocinato dal comune di Cormano. Il Sindaco di Cormano Tatiana Cocca, e l’assessore alla cultura Fabrizio Vangelista, saranno presenti all’evento. Contatti: Click Art via Dall’Occo 1, Cormano (MI) E-mail: c.culturaleclickart@gmail.com tel. 3400630560 – 3400689729 Inizio: 23/05/2015 Fine: 04/06/2015 Indirizzo: Via Dall'Occo, 1, Cormano (MI) Spazio: Click Art Area geografica: Milano Email: c.culturaleclickart@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Le Stanze d'Aragona (Capitolo II) - Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio Introduzione: Dopo la prima mostra ospitata in galleria dal 12 marzo al 9 maggio 2015, con un coordinamento specifico di Andrea Bruciati e i lavori di Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli e Serena Vestrucci, verrà inaugurato venerdì 22 maggio 2015 il secondo appuntamento che, col coordinamento di Helga Marsala, presenterà le opere di Giuseppe Adamo, Paola Angelini, Jacopo Casadei, Stefano Cumia, Matteo Fato, Gaia Fugazza, Tiziano Martini, Alessandro Roma. Descrizione: Le Stanze d'Aragona Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio a cura di Andrea Bruciati ed Helga Marsala un progetto promosso da RizzutoGallery e dal Comune di Palermo in collaborazione con la Regione Siciliana ed ERSU Palermo Sarà inaugurato venerdì 22 maggio 2015 ore 19.00 alla RizzutoGallery (Palermo, via Monte Cuccio 30) il secondo appuntamento de “Le Stanze d’Aragona” progetto dedicato alla pittura contemporanea Italiana, orientata verso le nuove tendenze dell’astrazione. Il progetto, curato da Andrea Bruciati ed Helga Marsala, è promosso dalla RizzutoGallery e dal Comune di Palermo, in collaborazione con la Soprintendenza Regionale dei Beni Culturali, col supporto dell’Ersu (Ente Regionale Diritto allo Studio) e col patrocinio dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana. Suddiviso in tre appuntamenti - in programma tra marzo e novembre 2015 - il progetto si articola attraverso due prime collettive negli spazi della galleria, con otto artisti ciascuna, e una terza mostra in uno spazio pubblico della città, che riunisce i primi sedici artisti insieme ad altri sedici. Una trilogia espositiva dedicata ad una specifica parte della pittura contemporanea italiana orientata verso una diversa accezione di astrazione. Una ricognizione ragionata dunque sulla scena pittorica italiana degli ultimi anni, inevitabilmente non esaustiva, che partendo da una prospettiva critica riunisce alcuni tra i più interessanti talenti italiani delle ultime generazioni, impegnati in una ricerca (principalmente, ma non esclusivamente) pittorica in cui l’astrazione è protagonista, e che si lega a linguaggi e istanze concettuali e post-concettuali. CAPITOLO II Dopo la prima mostra ospitata in galleria dal 12 marzo al 9 maggio 2015, con un coordinamento specifico di Andrea Bruciati e i lavori di Anna Gramaccia, Cristiano Menchini, Lorenzo Morri, Barbara Prenka, Massimo Stenta, Sulltane Tusha, Marco Useli e Serena Vestrucci, verrà inaugurato venerdì 22 maggio 2015 il secondo appuntamento che, col coordinamento di Helga Marsala, presenterà le opere di Giuseppe Adamo, Paola Angelini, Jacopo Casadei, Stefano Cumia, Matteo Fato, Gaia Fugazza, Tiziano Martini, Alessandro Roma. In questo secondo capitolo ancora immagini d’astrazione, ancora esperimenti aniconici, che si muovono nel solco dell’esperienza fisica, sensoriale, evocativa. Artisti in cui l’elaborazione del mondo passa attraverso forme non più narrative, né rappresentative, oltre estetiche simboliste, romantiche, fantastiche o di taglio politico-sociale; superando al contempo il più algido formalismo e giungendo – per sottrazione, sintesi, elevazione o rarefazione – ad un’epifania visiva fatta di vibrazioni e di scambi osmotici tra la natura spazio e il tempo dello sguardo, tra gli oggetti e le loro tracce ultime, tra la superficie come dimensione epidermica ed il processo pittorico come elaborazione alchemica. LA MOSTRA FINALE L’ultima fase, attesa per settembre 2015, vedrà coinvolte anche figure riconosciute a livello internazionale, che abbiano rappresentato dei riferimenti diretti o indiretti per le nuove generazioni: una maniera per tracciare delle linee di continuità e di divergenza, identificando processi più o meno sotterranei di germinazione intellettuale e visiva. Così, accanto ai sedici artisti già presentati, che torneranno con opere diverse, esporranno anche: Stefano Arienti, Antonio Catelani, Manuele Cerutti, Paolo Chiasera, Giulio Frigo, Andrea Grotto, Andrea Mastrovito, Maria Morganti, Marco Neri, Paolo Parisi, Alessandro Pessoli, Riccardo Previdi, Pietro Roccasalva, Giovanni Sartori Braido, Vito Stassi, Marco Tirelli. La sede individuata per l’appuntamento conclusivo è il prestigioso Villino Favaloro, gioiello dei Liberty palermitano, firmato dai due grandi architetti Giovan Battista ed Ernesto Basile, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Uno spazio incantato, di immenso fascino, impreziosito da affreschi e decorazioni d’epoca, immerso in un giardino nel cuore del centro storico, e oggi in attesa di definitivi restauri. Grazie alla concessione della Soprintendenza Regionale Beni Culturali e Ambientali di Palermo, il Villino Favaloro sarà eccezionalmente ridestato dal suo sonno temporaneo, per accogliere l’ultimo step de “Le stanze d’Aragona”. La mostra finale sarà accompagnata da un ampio catalogo, in cui raccogliere – accanto alla documentazione dell’intero progetto - saggi critici, riflessioni e spunti teorici intorno alla pittura contemporanea. APPROFONDIMENTO In un momento in cui l’Italia recupera il linguaggio pittorico come pratica à la page (dopo decenni di isolamento e di mortificazione), “Le stanze d’Aragona” vuole essere un progetto mosso da un’urgenza storico-critica e da una necessità di analisi ad ampio raggio, tra riflessioni estetiche, culturali, di linguaggio e di sistema. La grande tradizione della pittura italiana, nell’ultimo scorcio di secolo non sufficientemente premiata dai contesti internazionali, resta una realtà intorno a cui recuperare consapevolezza e costruire dinamiche virtuose di pensiero, di indagine intellettuale, di veicolazione istituzionale e anche di mercato. Che la pittura torni di moda non è utile a nessuno. Che la pittura sia – e continui a diventare, ogni giorno – una delle massime espressioni della cultura italiana, in dialogo con le vicende internazionali, è la vera questione calda. Riaccendendo un dibattito di spessore sulla contemporaneità, la storia dell’arte recente e le direzioni future da immaginare. Tantissimi sono i pittori italiani, oggi, che portano avanti ricerche di qualità. Tantissimi sono gli stili, gli approcci, gli immaginari. “Le stanze d’Aragona” ha scelto alcune linee guida, identificando delle emergenze e dei tratti comuni intorno a cui tessere un discorso critico. Il vento nuovo e ciclico dell’astrazione è senz’altro protagonista, ma accanto ad alcune ricerche legate alla figurazione: una maniera per assottigliare la dicotomia netta tra questi due poli, concentrandosi su un pittura dalla natura fortemente concettuale ed intellettuale. In un dialogo nuovo e spesso audace con altri linguaggi affini, dalla scultura all’architettura, passando per l’installazione. Scegliere Palermo e scegliere un titolo dal sapore quattrocentesco, che riporti alla celebre “stagione internazionale” della cultura siciliana, culminata nei regni di Ferdinando I e Alfonso d'Aragona, non è un caso. E probabilmente è anche una provocazione. Non Milano o Torino, non i circuiti più accreditati, non il centro del sistema italiano. “Le stanze d’Aragona” riparte da un luogo oggi considerato marginale, che un tempo fu fucina di avanguardie e talenti straordinari, per ribadire che il cuore delle cose, e la sostanza, e lo sguardo differente, appartengono non alle forme, non agli equilibri provvisori, non alle gerarchie e le tendenze accreditate. Anzi. Qualche volta è intorno alle luminose periferie – del mondo, ma soprattutto del pensiero – che i tanti centri possibili ruotano e si ridefiniscono. LE STANZE D’ARAGONA (Capitolo II) Pratiche pittoriche in Italia all’alba del nuovo millennio a cura di Andrea Bruciati e Helga Marsala Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982) Paola Angelini (San Benedetto del Tronto. 1983) Jacopo Casadei (Cesena, 1982) Stefano Cumia (Palermo, 1980) Matteo Fato (Pescara, 1979) Gaia Fugazza (Milano, 1985) Tiziano Martini (Soltau, Germania, 1983) Alessandro Roma (Milano, 1977) Inaugurazione venerdì 22 maggio 2015, ore 19.00 fino al 4 luglio 2015 Orari: da giovedì al sabato, dalle 16 alle 20 gli altri giorni su appuntamento RizzutoGallery – Palermo Via Monte Cuccio 30 Per informazioni: Tel: +39 3471769901 rizzutogallery@gmail.com www.rizzutogallery.com Eva Oliveri +39 3483622577; evaoliveri@rizzutoarte.com Tiziana Pantaleo +39 091 526843; tizianapantaleo@rizzutoarte.com Inizio: 22/05/2015 Fine: 04/07/2015 Indirizzo: via Monte Cuccio, 30, Palermo Spazio: RizzutoGallery Area geografica: Sud Email: tizianapantaleo@rizzutoarte.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/events/1448973945401541/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Contrappunto Introduzione: Miranda Gibilisco sbarca a Bologna: alla Stefano Forni ci presenta i suoi paesaggi in veste nuova, in frammenti sapientemente allestiti dall'amico e curatore Mariano Cipollini Descrizione: CONTRAPPUNTO Personale di Miranda Gibilisco Dal 5 al 24 giugno 2015 Galleria Stefano Forni, Bologna Venerdì 5 giugno alle ore 18.00, s’inaugura, presso la Galleria Stefano Forni di Bologna COTRAPPUNTO, una personale della fotografa Miranda Gibilisco a cura di Mariano Cipollini. Per l’occasione l’artista ci presenta una sorta di sintesi del suo percorso artistico - estetico attraverso una serie di lavori che racchiudono, nel suo complesso, l’intera esperienza maturata in un ventennio d’indagine fotografica. Come scrive il curatore della mostra, Mariano Cipollini: “Con il suo lavoro ci ha abituati a un approccio strutturato in cui immagine e contenuto risolvono sia la necessità narrativa della fotografa motivata a viaggiare per documentare, sia quella dell’artista che trae vigore dallo stimolo vitale che la natura fotografata esercita sulla sua formazione”. Le opere presentate nella loro completezza, come caleidoscopiche composizioni, ci introducono con determinazione nel suo lavoro. I singoli pezzi fotografici che compongono le istallazioni nel loro insieme, diversamente accostati tra loro, in totale libertà di ordine e numero, ci restituiscono oltre i temi a lei cari, anche l’incredibile possibilità di interagire con le opere stesse. Generosa partecipazione che la Gibilisco ha ampiamente previsto e favorito. In questo incontro ci offre la possibilità di vivere in prima persona il rapporto che la lega ai suoi scatti e ai percorsi documentali che ne motivano i lunghi viaggi. “CONTRAPPUNTO”, sintetizza le infinite potenzialità narrative che scaturiscono libere dal suo lavoro e dal nostro desiderio di parteciparvi. Un racconto in continua evoluzione. Un canto e il suo controcanto, la sua voce con le nostre voci. Un inno aperto, un dialogo aperto”. SCHEDA TECNICA Mostra CONTRAPPUNTO Galleria Stefano Forni Piazza Cavour, 2 - Bologna A cura di Mariano Cipollini Dal 5 al 24 giugno 2015 Vernissage venerdì 5 giugno ore 18.00 Allestimento Mariano Cipollini Ufficio Stampa ArtComunicazione Adele Ziino Carasi Giulia Smeraldo artcomunicazione@gmail.com Orari: Dal martedì al sabato 10.00-12.30 e 16.00-19.30 Ingresso libero Galleria Stefano Forni Telefono per informazioni: +39 051 225679 E-Mail info: arte@galleriastefanoforni.com Sito ufficiale: http://www.galleriastefanoforni.com Inizio: 05/06/2015 Fine: 24/06/2015 Indirizzo: Piazza Cavour 2 Bologna Spazio: Galleria Stefano Forni Area geografica: Nord Email: artcomunicazione@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: About New Ideas | Murano Introduzione: No Title Gallery: dopo il successo di Milano About New Ideas arriva a Murano. Descrizione: About New Ideas, ambizioso progetto di No Title Gallery, arriva a Murano per la sua seconda e ultima tappa. Dopo il successo milanese, che ha visto la partecipazione di numerosissime persone all’inaugurazione del 3 maggio presso l’Area35 Artfactory di Via Vigevano, l’associazione culturale veneziana punta al bis. L’evento, patrocinato dalla Regione Veneto con il contributo della Municipalità di Venezia Murano e Burano, è stato inserito all’interno del prestigioso programma di Palazzo Aperto e inaugurerà venerdì 12 giugno alle ore 18:30 presso Palazzo Da Mula con una suggestiva performance di Drunkenrabbit e Mariam Al Ferjani. Inoltre fino al 19 giugno, data di finissage, Indastria Design, partner di No Title Gallery, sarà presente in loco con i propri sgabelli e lampade Pregadio che il pubblico potrà non solo ammirare ma anche utilizzare. Ideato e curato da Francesco Liggieri questo progetto multidisciplinare, che coniuga arte, grafica e industrial design, ha come minimo comune denominatore l’idea, la scintilla iniziale che, elaborata attraverso processi creativi differenti, scaturisce nelle opere artistiche, di design e di grafica degli artisti selezionati per About New Ideas ma non solo. About New Ideas si svolgerà presso Palazzo Da Mula in Fondamenta da Mula 143 a Murano dal 12 al 19 giugno. Artisti in mostra: Luca Bortolato, Diego Corazza, Dario Lazzaretto, Alessandro Minoggi, Drunkenrabbit e Mariam Al Ferjani, Antonio Pipolo e Nicola Pisanti, Matteo Suffritti, Indastria Design. Per maggiori informazioni: Ester Baruffaldi/No Title Gallery: notitlegallery@gmail.com Francesca Arrigo/Hoodooh: info@hoodooh.com About New Ideas un progetto di No Title Gallery Con il patrocinio della Regione del Veneto Con il contributo della Municipalità di Venezia, Murano, Burano In partnership con Area35 Art Gallery, Indastria Design, L’identità aumentata Ufficio stampa e PR: Hoodooh snc Mediapartner: Arsenale Creativo Partner tecnico: Ca’ Due Leoni A cura di Francesco Liggieri Inizio: 12/06/2015 Fine: 19/06/2015 Indirizzo: Fondamenta da Mula 153, Isola di Murano, Venezia Spazio: Palazzo da Mula Area geografica: Nord Email: info@notitlegallery.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.notitlegallery.com/homepage/about-new-ideas/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Dialoghi del silenzio - personale di Pedro Zamora Introduzione: Pedro Zamora è un artista a tutto tondo che ha in cuor suo l’intento di voler sperimentare molteplici tecniche incrociandole tra loro. Angoli ottusi, acuti, diagonali, verticali che sono la proiezione di cornici di legno, tagliate, smussate e adagiate sul supporto che a sua volta funge da baricentro per tutta la composizione artistica. Lo stesso accade con i lavori che l’artista spagnolo Zamora ci propone su supporti di cartone e materiale ready made, dove l’equilibrio sembra intonare una sinfonia tra materia, colore e sentimento... Descrizione: “Dialoghi del silenzio” Mostra personale di: Pedro Zamora A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 1 luglio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 14 luglio 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato “…a volte i dialoghi d’intesa intellettiva o addirittura i dialoghi del silenzio sanno essere molto più diretti e percepibili”. (Massimiliano Bisazza, curatore della mostra). Pedro Zamora è un artista a tutto tondo che ha in cuor suo l’intento di voler sperimentare molteplici tecniche incrociandole tra loro. Angoli ottusi, acuti, diagonali, verticali che sono la proiezione di cornici di legno, tagliate, smussate e adagiate sul supporto che a sua volta funge da baricentro per tutta la composizione artistica. Lo stesso accade con i lavori che l’artista spagnolo Zamora ci propone su supporti di cartone e materiale ready made, dove l’equilibrio sembra intonare una sinfonia tra materia, colore e sentimento. L’angolarità e l’idea delle linee spezzate mi fanno soffermare sul pensiero della vita, a volte complessa (come un angolo appunto), a volte spezzata, a volte continua e lineare. La potente metafora applicata dall’artista funziona molto bene, arriva diretta al cuore e senza necessariamente romperlo in più pezzi, sussurra quanto sia caduca la nostra esistenza. Notevoli sono gli omaggi di Pedro Zamora a nomi di artisti italiani che sicuramente echeggiano nella memoria collettiva del nostro Paese - per fare alcuni esempi: “omaggio a Massimo Campigli, Michelangelo Antonioni e a Rino Gaetano - oltre al ricordo dedicato al grande maestro dell’espressionismo astratto Philip Guston, tanto caro all'artista Pedro Zamora. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 01/07/2015 Fine: 14/07/2015 Indirizzo: Via Statuto 13, Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Lombardia Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Fiddle in art (Il violino nell'arte) - Dipinti e disegni di Tonino Ospedale Introduzione: Tonino Ospedale, pittore e violinista in mostra e in concerto ad Avigliana (To) Descrizione: Titolo mostra: Fiddle in art (Il violino nell’arte) Luogo: Galleria “Arte per Voi” Piazza Conte Rosso, 3 – 10051 Avigliana (To) Tipologia: Dipinti e disegni Artista: Tonino OSPEDALE (violinista e pittore) Organizzazione: Associazione culturale “Arte per Voi” - Avigliana (To) Patrocinio: Città di Avigliana Vernissage: sabato 6 giugno 2015 ore 16:00 Durata: da sabato 6 a domenica 28 giugno 2015 Orario di apertura: sabato e domenica dalle 15:00 alle 19:00 A cura di: Luigi Castagna e-mail: lcastagna@artepervoi.it e Giuliana Cusino e-mail: giuli@ilrakueio.it Sito web: http://artepervoi.it/ A complemento della mostra: Titolo: Musica irlandese sotto i portici Luogo: Portici di Piazza Conte Rosso, 3 Tipologia: Musica tradizionale irlandese Artisti: Gruppo Filid con la partecipazione straordinaria di Tonino Ospedale Inizio spettacolo: Domenica 21 giugno 2015 ore 19:00 Fiddle in art (Il violino nell’arte) “O signora dai capelli biondi, canta per me della bella terra antica. La tua voce divina Sussurra la poesia della magia Che fluisce attraverso il vento Come l’acqua dal sapore dolce del Boyne” Una delle guide da viaggio più famose del mondo definisce l’Irlanda come un luogo che una volta visitato non si potrà più dimenticare. Chi c’è stato, come il protagonista di questa mostra, sa che è vero. L’Irlanda è una terra di panorami incredibili, colorati di verde e di blu intenso, dove il vento porta con sé la musica delle ballate ed evoca le storie dei cavalieri, magari in un antico pub, davanti a una birra, raccontate da vecchi cantastorie. Proprio così, il pub in Irlanda è una vera tradizione, o meglio è la tradizione. Non esiste in Irlanda un villaggio, un angolo del quartiere o un appezzamento di verde brughiera senza almeno un pub! Nella sua mostra Tonino Ospedale ci invita in questo mondo colorato di magia, in cui il tempo è scandito dai ritmi della musica tradizionale suonata da violini (fiddles), flauti, fisarmoniche e cornamuse. Ma non mancano di comparire, accanto al variegato popolo dei pub, anche altre figure appartenenti alla tradizione come le donne fatate e misteriose delle antiche leggende. Nato a Cassino e diplomatosi nel locale Liceo Artistico, la sua contemporanea formazione di violinista conduce Tonino Ospedale ad innamorarsi e ad affrontare i repertori delle musiche irlandesi che lo spingono a frequenti soggiorni nell’isola. In questi periodi, si affiancano alle esecuzioni musicali occasioni per realizzare illustrazioni, mostre, dipinti murali e live painting. Per primo realizza dipinti all’interno di un Irish Pub, dal momento che la tradizione della figurazione era riservata piuttosto alle insegne esposte all’esterno. Crea la tecnica “pygmalium”, in cui si usano, per preparare i colori, elementi naturali come terre, foglie, fiori, bacche, frutti, ossidi, cenere, etc., usando come legante l’olio di lino grezzo e come stabilizzatori dei colori alcuni diluenti che variano a seconda della gamma o della trasparenza che si intendono ottenere. G.C. Inizio: 06/06/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Piazza Cont Rosso 3, Avigliana Torino Spazio: Galleria "Arte per Voi" Area geografica: Nord Email: lcastagna@artepervoi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://artepervoi.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Soul Food - personale di fotografia di Kleoniki Vanos Introduzione: Il ritorno dell’artista sudafricana, molto apprezzata sia all’estero sia in Italia per la sua fotografia astratta, combacia volutamente con l’avvento di EXPO 2015 a Milano e la tematica trattata è chiaramente connessa al cibo. Essendo un personaggio profondamente spirituale e attento al mondo circostante decide, assieme al Curatore della mostra, di parlare però del “Cibo per l’Anima” Descrizione: “Soul Food” Mostra personale di fotografia: Kleoniki Vanos A cura di Massimiliano Bisazza -Opening: 15 luglio 2015 dalle h 18,30 alle h 21,00 In mostra fino al 28 luglio 2015 mattino Presso: Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13 Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato Il ritorno dell’artista sudafricana, molto apprezzata sia all’estero sia in Italia per la sua fotografia astratta, combacia volutamente con l’avvento di EXPO 2015 a Milano e la tematica trattata è chiaramente connessa al cibo. Essendo un personaggio profondamente spirituale e attento al mondo circostante decide, assieme al Curatore della mostra, di parlare però del “Cibo per l’Anima”; di raccontarci la sua prospettiva, la sua intima percezione artistica. Kleoniki Vanos lo fa come sempre - partendo da se stessa in primis - con grande delicatezza e umanità attraverso immagini astratte che ci permettono di sondare il nostro mondo interiore con poesia, verità e profonda consapevolezza. I suoi nuovi scatti dedicati a questo lungo progetto di un anno di lavoro - l'artista è stata molto ispirata anche dal libro di Eckart Tolle “A New Earth” - raccontano come il cibo per l’anima sia cibo per l’umanità stessa e come il continuo cambiamento, voluto e introiettato nella propria psiche, permetta al singolo l’evoluzione intellettuale e spirituale. La serie di “Soul Food” esplora il “sentire” umano partendo dall’individuo con l’obiettivo di giungere a un ambito più esteso e comprensivo dell’umanità intera; tutto ciò grazie al mezzo dell’Arte. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 15/07/2015 Fine: 28/07/2015 Indirizzo: Via Statuto 13, Milano Spazio: Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13 Area geografica: Milano Email: info@statuto13.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Mostra "African style" Introduzione: Mostra "African Style" Dall’arte africana tradizionale all’arte contemporanea.Palazzo Salmatoris Cherasco(CN) Italy. Descrizione: African Style Dall’arte africana tradizionale all’arte contemporanea Palazzo Salmatoris, Cherasco (Cn) dal 17 ottobre 2015 al 17 gennaio 2016 A cura di Bruno Albertino e Anna Alberghina. La mostra, “African Style. Dall’arte africana tradizionale all’arte contemporanea”, vuole offrire - attraverso la fusione di quattro nuclei artistici differenti ma complementari - un ponte immaginario tra la grande scultura dell'Africa nera carica di forza, che ci riporta alle origini, e l'arte contemporanea africana ed occidentale. Una prima sezione è rappresentata dalla collezione di arte africana tradizionale appartenente ai curatori della mostra, Bruno ALBERTINO ed Anna ALBERGHINA, medici torinesi, grandi viaggiatori e studiosi di arte africana ; accanto a questa saranno esposte una serie di fotografie artistiche, che documentano la vita di popoli africani custodi di tradizioni ancestrali, della fotografa torinese Anna ALBERGHINA e degli americani Tomas D.W. FRIEDMANN e Phil BORGES. Sarà inoltre presente un settore di arte contemporanea africana curato da Cesare Pippi. Infine, il quarto nucleo della rassegna è rappresentato dalle opere di alcuni importanti artisti contemporanei : Ugo NESPOLO, Plinio MARTELLI, Titti GARELLI, Renza SCIUTTO e Marian HEYERDAHL con opere ispirate alla tradizione africana. Contributo storico di Paolo NOVARESIO e contributo critico di Armando AUDOLI. L’African style è il complesso delle manifestazioni materiali ed immateriali che definiscono l’estetica africana,un modo di essere e vivere che si esprime principalmente nella scultura sacra e profana,negli ornamenti e nelle decorazioni corporee.L’African style è un sistema dinamico di valori sociali,estetici,funzionali e rituali,che ha profondamente influenzato l’arte ed il modo di vivere del mondo occidentale. La Mostra sara’ corredata da audiovisivi dedicati e catalogo. Inizio: 17/10/2015 Fine: 17/01/2016 Indirizzo: Via Vittorio Emanuele 29 Cherasco.Palazzo Salmatoris Spazio: Palazzo Salmatoris Area geografica: Nord Email: brunoalbertino@virgilio.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.africantribalart.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Maurizio Laurenti. Nelle derive dell’Infinito Introduzione: L’esposizione, a cura dello storico e critico d’arte Michele Loffredo, e sotto la direzione artistica di Danielle Villicana D'Annibale, ospiterà una fantasiosa selezione di opere dipinte a olio, inedite ad Arezzo. In occasione del vernissage ci sarà anche il giornalista Fabrizio Borghini. Descrizione: MAURIZIO LAURENTI “Nelle derive dell’Infinito” L’arte surreale di Maurizio Laurenti in mostra ad Arezzo dal 30 maggio all’11 giugno 2015 Arezzo - Dal 30 maggio all’11 giugno 2015 gli spazi espositivi di Via Cavour 85, ad Arezzo, ospitano “Nelle derive dell’Infinito”, mostra personale di pittura di Maurizio Laurenti, artista grossetano di nascita ma aretino d’adozione. Sabato 30 maggio, alle ore 18, l’inaugurazione alla presenza del pittore. In occasione del vernissage ci sarà anche il giornalista Fabrizio Borghini per la trasmissione Incontri con l’Arte. L’esposizione, a cura dello storico e critico d’arte Michele Loffredo, ospiterà una fantasiosa selezione di opere dipinte a olio, inedite ad Arezzo. «Dedicandosi all’esplorazione della pittura – spiega il curatore – l’artista si offre all’indagine dei propri sogni a occhi aperti che, come viscerali intuizioni partorite da limpide aspirazioni, da desideri trasparenti affiorati alla soglia della coscienza, sono raccolti in punta di pennello, prendendo corpo nel colore e forma sulla tela diventano fertili visioni del dolce peregrinare nelle dimensioni dello spazio tempo della memoria». Sabato 6 giugno, alle ore 18, un evento collaterale dal titolo “La pittura incontra la musica” con Giuseppe Ciccone alla chitarra e Ada Diana al canto, con una selezione di musiche napoletane e la presentazione di un quadro inedito a tema musicale. Il catalogo che accompagnerà la mostra è curato da Michele Loffredo e include un suo testo critico e un prologo dell’artista Maurizio Laurenti. La presentazione e la traduzione in inglese sono di Danielle Villicana D’Annibale. La personale di Laurenti sarà visitabile, a ingresso gratuito, fino a giovedì 11 giugno 2015 con il seguente orario: lunedì al venerdì, dalle ore 16 alle ore 20, sabato e domenica dalle ore 9:30 alle ore 13 e dalle ore 16 alle ore 20 e dietro appuntamento. L’evento espositivo è sotto la direzione artistica e l’organizzazione di Danielle Villicana D’Annibale e gode della collaborazione dell’Associazione Toscana Cultura e Villa Margherita a Paradise for Artists in Tuscany e della partecipazione del media partner Toscana TV. Breve biografia dell’artista: Maurizio Laurenti nasce a Grosseto nel 1961. Da sempre amante del disegno, nel 2000 ha cominciato a dipingere seguendo gli insegnamenti del maestro Franco Rossi. Grazie a lui ha potuto mettere sulla tela le idee e le sensazioni che via via crescevano dentro. Ha partecipato a varie collettive, fino all'esperienza del 2009, anno in cui ha esordito con la sua prima "personale" curata dal critico e storico dell'arte Michele Loffredo, direttore del Museo Statale di Casa Vasari. Successivamente ha partecipato a numerosi concorsi d'arte e mostre collettive, entrando in contatto con il maestro Maxmilian Ciccone. Per tutte le altre informazioni si prega di contattare Danielle Villicana D’Annibale a (+39) 338 600 5593 o alla seguente email: danielle@villicanadannibale.com, o visitare nostro sito www.VillicanaDAnnibale.com. Si prega di seguire e condividere con Danielle Villicana D’Annibale e Via Cavour 85 su Facebook (@viacavour85Arezzo), Twitter (@ViaCavour85AR), Pinterest (pinterest.com/daniellevillica), YouTube (youtube.com/user/villicanadannibale), Google+ (@Danielle Villicana D’Annibale) o tramite gli hashtags #MaurizioLaurenti, #NelleDerivedellInfinito, #MicheleLoffredo, #Fabrizio Borghini, #ToscanaCultura, #ToscanaTV, #ViaCavour85 e #DanielleVillicanaDAnnibale. Immagine: Maurizio Laurenti Natura Morta Sospesa, 2014 - olio su tavola, cm 79 x 79 (31.1 x 31.1 inches). _____ INFO EVENTO: Mostra di pittura ARTISTA / TITOLO DELL’EVENTO / CURATORE: “Maurizio Laurenti: Nelle derive dell’Infinito” a cura di Michele Loffredo PERIODO EVENTO: Sabato 30 maggio – giovedì 11 giugno 2015 LOCATION: Via Cavour 85 - 52100 Arezzo (AR), Italia Cell: (+39) 338 600 5593 DATA APERTURA / INAUGURAZIONE: Sabato 30 maggio ore 18:00 con la presenza dell’artista e del giornalista Fabrizio Borghini per la trasmissione Incontri con l'Arte di Toscana TV EVENTO COLLATERALE: Sabato 6 giugno ore 18:00 “La pittura incontra la musica” Giuseppe Ciccone alla chitarra e Ada Diana al canto - selezione di musiche napoletane Presentazione di un quadro inedito a tema musicale CATALOGO: a cura di e con un testo critico di Michele Loffredo, un prologo dell’artista Maurizio Laurenti e una presentazione e traduzioni in inglese di Danielle Villicana D’Annibale INFO: INGRESSO LIBERO lunedì-venerdì ore 16-20, sabato e domenica ore 9:30-13 e 16-20 e dietro appuntamento Web: www.VillicanaDAnnibale.com Email: danielle@villicanadannibale.com Web: www.MaurizioLaurenti.com Email: info@mauriziolaurenti.com Web: www.ToscanaCultura.it ORGANIZZAZIONE: Artista, Curatrice & Educatrice - Danielle Villicana D’Annibale Cell: (+39) 338 600 5593 Web: www.VillicanaDAnnibale.com Email: danielle@villicanadannibale.com Light Designer & Installazione – Maurizio D’Annibale Progetto Grafico – Riccardo Terziani Copy Service D/Sign (AR) Ufficio Stampa - Giornalista Marco Botti SPONSOR: VILLA MARGHERITA A PARADISE FOR ARTISTS IN TUSCANY _____ _____ PRESS RELEASE: For immediate release MAURIZIO LAURENTI “On the drift of Infinity” The surreal art of Maurizio Laurenti on exhibit in Arezzo from May 30 to June 11, 2015 Arezzo – Via Cavour 85, in Arezzo, will host from May 30 until June 11, 2015, the solo exhibition of painting entitled “On the drift of Infinity,” by Maurizio Laurenti, artist from Grosseto and adoptive of Arezzo. Saturday, May 30, at 6PM, will be the opening reception with the presence of the artist. At the opening reception will also be present journalist Fabrizio Borghini for the transmission Encounters with Art (Incontri con l’Arte). The exhibition, curated by art historian and art critic Michele Loffredo, will host an imaginative selection of works in oil, exhibited for the first time in Arezzo. The curator explains that, “Devoting himself to the exploration of the painting, the artist offers himself to the investigation of his own open eyed dreams that, as visceral intuitions given birth by clear aspirations, from transparent desires appeared on the surface to the threshold of the conscience, they are gathered on the point of the brush, taking shape in the color and form on the canvas they become fertile visions of sweet wandering in the dimensions of the space time of the memory.” Saturday, June 6, at 6PM, a collateral event by the title “Painting meets music” where Giuseppe Ciccone on guitar and Ada Diana, voice, will perform a selection of Neapolitan music along with the presentation of a new painting of musical theme. The catalogue that will accompany the exhibit is curated by Michele Loffredo with a prologue by the artist Maurizio Laurenti. The presentation and English translations are by Danielle Villicana D’Annibale. The solo exhibition of Laurenti may be visited, at free entrance, until Thursday, June 11, 2015 with the following hours: Monday to Friday, from 4PM to 8PM, Saturday and Sunday from 9:30AM to 1PM and from 4PM to 8PM or by appointment. The exhibit is under the artistic direction and organization of Danielle Villicana D’Annibale enjoys the collaboration with the Toscana Cultura Association and Villa Margherita a Paradise for Artists in Tuscany and media partner Toscana TV. Brief biography of the artist: Maurizio Laurenti was born in Grosseto in 1961. Since the beginning a lover of drawing, in 2000 he started to paint following the teachings of Master Franco Rossi. Thanks to him he has been able to put on the canvas the ideas and the feelings that along the way have grown inside of him. He has participated in various group exhibitions, up until the experience of 2009, year when he had his first “solo exhibition” curated by critic and art historian Michele Loffredo, current director of the National Museum and Home of Giorgio Vasari. For further information, please contact Danielle Villicana D’Annibale at (+39) 338 600 5593 or at the following email: danielle@villicanadannibale.com, or visit our website www.VillicanaDAnnibale.com. Please follow and share with Danielle Villicana D’Annibale and Via Cavour 85 on Facebook (@viacavour85Arezzo), Twitter (@ViaCavour85AR), Pinterest (pinterest.com/daniellevillica), YouTube (youtube.com/user/villicanadannibale), Google+ (@Danielle Villicana D’Annibale) or by the hashtags #MaurizioLaurenti, #NelleDerivedellInfinito, #MicheleLoffredo, #Fabrizio Borghini, #ToscanaCultura, #ToscanaTV, #ViaCavour85 and #DanielleVillicanaDAnnibale. Image: Maurizio Laurenti Suspended Still-life, 2014 - olio on board, 31.1 x 31.1 inches (cm 79 x 79). _____ INFO EVENT: Exhibit of painting ARTIST / TITLE/ CURATOR: “Maurizio Laurenti: On the drift of Infinity” curated by Michele Loffredo EXHIBIT DATES: Saturday, May 30 – Thursday, June 11, 2015 LOCATION: Via Cavour 85 – 52100 Arezzo (AR), Italy OPENING RECEPTION: Saturday, May 30 at 6PM with the presence of the artist and journalist Fabrizio Borghini for the transmission Incontri con l'Arte (Encounters with Art) on Toscana TV SPECIAL EVENT: Saturday, June 6 at 6PM “Painting meets music” Giuseppe Ciccone, guitar & Ada Diana, voice - a selection of Neapolitan music Presentation of a new painting of musical theme CATALOGUE: curated by and with a critical text by Michele Loffredo, a prologue of the artist Maurizio Laurenti and a presentation and English translations by Danielle Villicana D’Annibale INFO: FREE ENTRANCE Hours: Monday - Friday from 4PM-8PM, Saturday & Sunday from 9:30AM-1PM and 4PM-8PM and by appointment Web: www.VillicanaDAnnibale.com Email: danielle@villicanadannibale.com Web: www.MaurizioLaurenti.com Email: info@mauriziolaurenti.com Web: www.ToscanaCultura.it ORGANIZATION: Artist, Curator & Educator - Danielle Villicana D’Annibale Cell: (+39) 338 600 5593 Web: www.VillicanaDAnnibale.com Email: danielle@villicanadannibale.com Light Designer & Installation – Maurizio D’Annibale Graphic Project – Riccardo Terziani Copy Service D/Sign (AR) Press Office - Journalist Marco Botti SPONSOR: VILLA MARGHERITA A PARADISE FOR ARTISTS IN TUSCANY Inizio: 30/05/2015 Fine: 11/06/2015 Indirizzo: Via Cavour 85, Arezzo Spazio: VIA CAVOUR 85 Area geografica: Centro Email: danielle@villicanadannibale.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/viacavour85Arezzo/photos/pcb.627936020684162/611898788913153/?type=1&theater Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: XI Festival internazionale della Storia Introduzione: DOMENICA 24 MAGGIO AL FESTIVAL INTERNAZIONALE “èSTORIA” DI GORIZIA CONFERENZA SPETTACOLO DEL GIORNALISTA E CRITICO LETTERARIO PIERO DORFLES SU PINOCCHIO Descrizione: DOMENICA 24 MAGGIO AL FESTIVAL INTERNAZIONALE “è STORIA” DI GORIZIA CONFERENZA SPETTACOLO DEL GIORNALISTA E CRITICO LETTERARIO PIERO DORFLES SU PINOCCHIO Domenica 24 maggio alle ore 10.30 alla Tenda Erodoto dei Giardini pubblici di Corso Verdi a Gorizia, Piero Dorfles, giornalista e intellettuale d’eccezione, grande comunicatore e “attore”, terrà una conferenza spettacolo su Pinocchio, intitolata Palline di zucchero: un evento da lui ideato, in cui il poliedrico e raffinato critico letterario, di antica famiglia goriziana, racconterà e commenterà le avventure del celebre burattino, accompagnato dal suono fiabesco e popolare dell’organetto di Clara Graziano (che eseguirà motivi di sua ideazione), riproponendo la brillante e intima verve de La banda, programma televisivo di alcuni anni fa da lui scritto (con Maria Grazia Putini) e interpretato. Gli sbilenchi monologhi del burattino di Collodi, la presenza di entità misteriose, di animali antropomorfi e i riti di passaggio costituiscono l’ossatura del racconto di Collodi: nell’incontro Piero Dorfles individuerà con acutezza gli elementi di astrazione che fanno di Pinocchio un libro fondativo della cultura italiana, una miniera di archetipi di comportamenti umani, un’allegoria del travagliato percorso di maturazione dall’infanzia alla maturità. Un libro che, riletto con il consueto originale aplomb da Dorfles alla luce della cronaca, è ancora oggi, dopo 150 anni, di impressionante attualità. Piero Dorfles, già responsabile dei servizi culturali del Giornale Radio Rai, autore di vari libri legati al mondo della comunicazione radiotelevisiva e curatore di diversi programmi radiofonici e televisivi, è molto noto al grande pubblico anche quale protagonista della fortunata trasmissione televisiva Per un pugno di libri. Ha curato inoltre, fino al 2007, la rubrica radiofonica Il baco del millennio per Radiouno. Tra i suoi libri, si segnalano Atlante della radio e della televisione (Nuova ERI,1988), Guardando all'Italia (Nuova ERI, 1991), Carosello (Il Mulino, 1998), Il Ritorno del Dinosauro, una difesa della cultura (Garzanti Libri, 2010) e I cento libri che rendono più ricca la nostra vita (Garzanti libri, 2014). DOVE: XI Festival internazionale della Storia • Tenda Erodoto, Giardini pubblici di Corso Verdi • Gorizia QUANDO: 24 maggio 2015 ORARIO: 10.30 A CURA DI: Adriano Ossola INFO: 335 6750946 Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 24/05/2015 Fine: 24/05/2015 Indirizzo: Tenda Erodoto, Giardini pubblici di Corso Verdi • Gorizia Spazio: Tenda Erodoto Area geografica: Nord Email: eventi@leg.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: 2° Concorso Nazionale di Poesia CAELUM Introduzione: La Pro Loco Signa e l’Associazione Pro Lastra Enrico Caruso presentano il 2° CONCORSO DI POESIA NAZIONALE "CAELUM" Descrizione: La Pro Loco Signa e l’Associazione Pro Lastra Enrico Caruso presentano il 2° CONCORSO DI POESIA NAZIONALE "CAELUM" Il concorso è organizzato con il patrocinio della Regione Toscana, dei Comuni di Signa, di Lastra a Signa e della Banca di Credito Cooperativo di Signa. L’intento del concorso è quello di valorizzare i talenti in campo poetico del territorio italiano utilizzando la sinergia tra le due principali associazioni dei Comuni di Signa e di Lastra a Signa che per la prima volta si sono unite per promuovere un’iniziativa culturale di rilevanza nazionale. Il concorso è rivolto a chiunque abbia superato il 18° anno di età. Gli interessati potranno partecipare compilando la SCHEDA scaricabile dal sito web della Pro Loco Signa all’indirizzo: www.prolocosigna.it ed inviandola entro il 10 ottobre 2015 presso il “Punto Informazioni Turistiche Signa”, piazza Stazione 1 50058 SIGNA (FI). Sul sito sarà consultabile anche il REGOLAMENTO completo del concorso. I primi tre classificati riceveranno un premio in denaro: € 500,00 per il primo classificato € 300,00 per secondo classificato € 200,00 per il terzo classificato. Per maggiori Info: Premio Nazionale di Poesia “ Caelum ” Ufficio segreteria presso “Punto Informazioni Turistiche” piazza Stazione 1 50058 SIGNA (Fi) tel.0558790183 Inizio: 24/05/2015 Fine: 10/10/2015 Indirizzo: Piazza Stazione 1, Signa Spazio: Pro Loco Signa Area geografica: Centro Email: info@prolocosigna.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Salvatore Frangiamore (1853-1915) Introduzione: RECTA Galleria d'arte via dei Coronari 140 Roma presenta in occasione del primo centenario della morte del pittore siciliano Salvatore Frangiamore una mostra monografica. Descrizione: In mostra presso la sede di RECTA Galleria d'Arte in Roma: "Salvatore Frangiamore (1853-1915) e le sue opere" 30 Maggio - 27 giugno 2015. RECTA Galleria d'Arte (Via dei Coronari 140, Roma) dedica una mostra monografica al pittore Salvatore Frangiamore in occasione del primo centenario della sua morte e, con l'occasione presenta un catalogo rappresentativo della sua produzione artistica. Nato in Sicilia, a Mussomeli (provincia di Caltanissetta) nel 1853, il Frangiamore si trasferì da giovane a Roma, pur restando sempre legato alla propria terra di origine. Il suo studio al n° 51 di via Margutta divenne un punto di contatto per gli altri pittori che operavano a Roma in quegli anni, siciliani e non solo, per i commercianti, tra i quali la famosa bottega d'arte D'atri, e per i committenti, anche stranieri, che molto apprezzavano le sue di ambientazione sei/settecentesca e la sua particolare abilità di ritrattista nel rendere la somiglianza ed i particolari. Oggi molte delle sue opere più interessanti rimangono in collezioni estere ed è sempre all'estero che i suoi dipinti ottengono i risultati migliori sul mercato antiquario. Lo spazio espositivo di RECTA, nel cuore della Roma antiquaria, diventerà per l'occasione un piccolo ma prezioso scrigno, contenitore dei dipinti dell'artista, dal suo autoritratto ai paesaggi ed alle scene di genere, tutti eseguiti con estrema cura dell'ambientazione, attenzione ai particolari e ricerca della naturalezza. Sin dal primo giorno della sua apertura RECTA ha comunicato "amore per l'arte" ad appassionati e collezionisti della pittura e della scultura dell'800 e del '900 rivolgendo la sua attenzione a privati ed istituzioni, con la passione ed il piacere di condividere con altri amanti del "bello", collezionisti e mercanti di opere d'arte, esperienze emozionanti. L'arte deve emozionare e Salvatore Frangiamore ne è tangibile testimonianza. Inizio: 30/05/2015 Fine: 27/06/2015 Indirizzo: via dei coronari 140 Roma Spazio: RECTA Galleria d'arte Area geografica: Roma Email: info@galleriarecta.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Ciro Pompeo mi arrampico senza vedere. Solo Exhibition Introduzione: Al via la mostra "Ciro Pompeo mi arrampico senza vedere" Solo Exhibition che si terrà dal 5 giugno, con vernissage alle ore 17.00, al 5 luglio 2015 presso gli spazi del Palazzo Sant'Agostino di Salerno (Sala Giunta), in via Roma, 104. La mostra è a cura di Gina Affinito. Descrizione: CIRO POMPEO mi arrampico senza vedere SOLO EXHIBITION a cura di Gina Affinito 05 giugno - 5 luglio 2015 Palazzo S. Agostino - Salerno testo critico Carlo Roberto Sciascia Vernissage venerdì 5 giugno h 17.00 Sala Giunta Ciro Pompeo, nato a Napoli il 28 maggio 1979, fin da giovane sviluppa una spiccata vena artistica. Dipinge il suo primo quadro nel 1992. Tiene viva questa passione nel corso degli anni grazie ai viaggi, all’incontro con diversi artisti del panorama italiano e non, ed al bagaglio di emozioni esprimibili attraverso l’arte. A soli venti anni parte per Londra ed in seguito si dedica agli studi di “chimica generale” dando seguito alla passione giovanile per il “comportamento” dei materiali, nata anche attraverso l’esperienza presso l’azienda familiare. Oggi vive ed esprime la sua prima passione in Pompei. Autodidatta, non proveniente da studi accademici, crea e plasma materiali grezzi trasformandoli in vere e proprie opere d'arte. Per Pompeo l’arte è, in sostanza, l’indicibilità della vita, non dissimile dai gesti più naturali e semplici come respirare, ascoltare, “sentire” le sensazioni. Non occorre soltanto esprimere una tecnica artistica, ma raggiungere la visione generale delle cose. Interrogarsi sul mistero della passione artistica diventa un penetrare nella propria anima. Questo interrogarsi diviene la “Risposta”. L’artista Pompeo utilizza, per la realizzazione delle sue opere, una tecnica da lui stesso elaborata: la miscelazione di materie come paste cementizie, collanti, colori acrilici e l’apporto fisico e materico di legno, polietilene, assemblati su un supporto di poliestere espanso. Il continuo desiderio di “giocare” con la materia, miscelare, comporre. “Tutto quello che avviene è inesprimibile e si compie in una ragione invulnerata del nostro sentimento” R. Maria Rilke Le Opere Al parco con il mio migliore amico All'orizzonte Appocundria Comfort Zone Adamo Eva Hotel a 5 stelle Le attese di Maggio e di Giugno Matt Control Mi arrampico senza vedere Opera n. 53 Ostello della gioventù Rimessaggio Spiacevoli reazioni Punta Licosa Giardino fiorito Inciampo Alligatori Costiera Amalfitana Affanni Dissesto Esposizioni II edizione del concorso sc’Arti in mostra. Museo Irpino, Complesso Monumentale ex Carcere Borbonico di Avellino 2015 Premio Art Gallery 2013 Premio Terna 2014 TERRA FURORIS, mostra d'arte contemporanea in collaborazione con il Comune di Furore, a cura di Gina Affinito FURORE PAESE DIPINTO opera in permanenza collocata per la rassegna “Furore Muri in cerca d’Autore” Italian Soul - Dubai Contemporary Art Exhibition, mostra d’arte contemporanea in UAE, dicembre 2014 a cura di Gina Affinito (I edizione) Italian Soul - Abu Dhabi Art Hub, mostra d’arte contemporanea in UAE, marzo 2015 a cura di Gina Affinito (II edizione) ufficio stampa Tania Sabatino documentazione immagini vernissage Alessandro Santulli progetto grafico Mariano Cervone Contatti ed orari www.ciropompeo.com ciropompeo@gmail.com curatela: Gina Affinito art consultant & curator gina.affinito@gmail.com - 327.3463882 La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì in orario di apertura al pubblico della Provincia e si articola nelle sale poste al secondo piano di Palazzo S. Agostino. Si ringrazia per aver reso possibile questa mostra il Presidente della Provincia di Salerno, dott. Giuseppe Canfora, la dott.ssa Maria Mastrullo, ed il Sindaco di Furore Raffaele Ferraioli. Inizio: 05/06/2015 Fine: 05/07/2015 Indirizzo: via Roma, 104 Spazio: Palazzo Sant'Agostino Area geografica: Sud Email: gina.affinito@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Visioni tra pelle e radice. Introduzione: Gli artisti Grazia Gabbini, Maria Mulas, Massimiliano Orlandoni e Pino Pinelli incrociano i propri percorsi alla Galleria Memoli a Milano in occasione dell’Expo 2015 e danno origine a “Visioni tra pelle e radice”. Descrizione: Gli artisti Grazia Gabbini, Maria Mulas, Massimiliano Orlandoni e Pino Pinelli incrociano i propri percorsi alla Galleria Memoli a Milano in occasione dell’Expo 2015 e danno origine a “Visioni tra pelle e radice”. Il loro è un dialogo di confronto tra materia e fotografia dove la sensualità delle superfici danno origine a nuove identità. Dal bianco al nero passando solo per alcuni colori creano visioni dal forte carattere, una pelle nuova che ricopre l’anima sensibile del visitatore. Percorsi con radici profonde in ricerche intime ed alchemiche. La mostra è a cura di Raffaele Memoli. Inizio: 28/05/2015 Fine: 09/07/2015 Indirizzo: Via G.B. Bertini, 12 - Milano Spazio: Galleria Memoli Arte Contemporanea Area geografica: Milano Email: info@atelierchambre.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/events/1585383621720599/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: 23°corso curatori Introduzione: IL CORSO IN PRATICHE CURATORIALI E ARTI CONTEMPORANEE è finalizzato alla formazione specifica della figura professionale del Curatore, la cui rilevanza nell’ambito del sistema artistico-culturale ed espositivo è sempre più determinante. Descrizione: Il corso si propone di formare operatori nel settore dell’arte contemporanea con una specifica preparazione nel campo della curatela di mostre, eventi artistici e culturali. La figura del Curatore nasce in connessione con la storia più recente delle arti visive, con il contesto sociale/economico e culturale, con le concezioni storico-critiche e teoriche più recenti. La formazione nel settore delle arti visive è considerata connessa a conoscenze di scienze e storia sociale, filosofia, sociologia, semiotica, economia. Attraverso un percorso multidisciplinare verranno impartite nozioni di allestimento, strategie della comunicazione (on-line e off-line), organizzazione e pianificazione progettuale, gestione delle risorse finanziarie, gestione delle risorse umane, marketing, analisi-metodo-gestione della sponsorizzazione, management. Il Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee associa a una solida formazione nel campo della produzione delle arti visive l’esperienza e la professionalità di figure di rilievo nazionale ed internazionale, per un programma curatoriale altamente qualificato. La conclusione del Corso vede i giovani curatori impegnati nella realizzazione di un evento espositivo organizzato da loro in tutte le sue fasi: dall’ideazione iniziale all’allestimento concreto, occupandosi trasversalmente degli aspetti di marketing e comunicazione. OBIETTIVI, PROFILI E SBOCCHI PROFESSIONALI Uno degli obiettivi del corso è formare delle figure professionali e manageriali globali, capaci di gestire le risorse artistiche e culturali di un territorio con un’ottica innovativa, fornendo loro gli apparati critici e gli strumenti pratici per interagire e relazionarsi con i numerosi soggetti che operano nell’ambito della produzione artistica. Operare nel campo dell’arte contemporanea significa relazionarsi con una serie di protagonisti quali artisti, giornali, gallerie, istituzioni pubbliche. Oltre alle occasioni fornite dai laboratori e dalle lezioni frontali, offriamo ai nostri studenti i contatti per proseguire la loro formazione ed acquisire nuove competenze, attraverso una rete di partner istituzionali presso i quali sono attivi servizi di stage e tirocinio. I corsisti possono inoltre usufruire dei servizi e degli spazi espositivi della School for Curatorial Studies Venice, capace di ospitare iniziative individuali e progetti artistici sperimentali. Rendendo accessibile agli studenti il nostro archivio di artisti emergenti, infatti, vogliamo realizzare una mappatura della scena artistica locale con la quale i giovani curatori potranno operare in piena autonomia di ricerca. I corsi si svolgono presso la sede di A plus A di Venezia. La School for Curatorial Studies Venice è una sede espositiva no-profit, da anni attiva a Venezia nella promozione di mostre ed eventi di arte contemporanea. L’evento espositivo verrà realizzato a Venezia è sarà finanziato dalle nostre strutture in collaborazione con partner privati. DOCENTI I docenti che hanno partecipato ai corsi precedenti: Chiara Artico, Luca Massimo Barbero, Chiara Barbieri, Chiara Bertola, Giovanni Bianchi, Andrea Bruciati, Clarenza Catullo, Viviana Checchia, Francesca Colasante, Marco Ferraris, Manuel Frara, Marco Giacomelli, Enrico Glerean, Andrea Goffo, Mario Gorni, Agnes Kohlmeyer, Cornelia Lauf, Roberta Lombardo, Luca Lo Pinto, Filippo Lotti, Paolo Lughi, Luisa Mensi, Domitilla Musella, Patrizia Nuzzo, Cesare Pietroiusti, Sandro Pignotti, Domenico Quaranta, Luca Racchini, Gaston Ramirez Feltrin, Daniela Rossi, Matteo Efrem Rossi, Gabi Scardi, Massimo Simonetti, Tommaso Speretta, Tankboys, Angela Vettese. DURATA E STRUTTURA DEL CORSO Il corso ha una durata complessiva di 450 ore a cui farà seguito la realizzazione di un progetto espositivo. Le lezioni si tengono dal martedì al sabato dalle ore 9:30 alle ore 13:30 e dalle 14.30 alle 17.30 presso la sede della Curatorial School Venice. La mattina è occupata dalle lezioni frontali, finalizzate a fornire gli strumenti concettuali e operativi per gestire autonomamente un evento espositivo. Le ore pomeridiane saranno dedicate agli approfondimenti tematici attraverso seminari e workshop. Il corso prevede l’elaborazione di un progetto di mostra che verrà discusso e analizzato insieme, per verificarne la possibilità di una realizzazione concreta da parte degli studenti in completa autonomia. A tutti loro sarà infatti data l’opportunità di sviluppare i propri progetti curatoriali confrontandosi direttamente con i curatori e con gli artisti chiamati a collaborare. Inoltre, si organizzeranno incontri e visite guidate ai musei e alle mostre che animano la ricca offerta culturale della città di Venezia. La frequenza è obbligatoria all’80%. Il Corso è composto da tre moduli: Il Modulo A avrà inizio martedì 6 ottobre e terminerà il 21 novembre 2015. Il Modulo B dal 7 al 16 gennaio 2016. Il Modulo C dal 20 al 29 marzo 2016. A) Dal 6 ottobre al 21 novembre 2015. Sei settimane di preparazione teorica in cui le lezioni frontali saranno affrontate la mattina, mentre il pomeriggio sarà dedicato a lezioni di approfondimento e seminari. Verranno presentati e analizzati i portfolio dei giovani artisti del nostro archivio e saranno eseguite delle esercitazioni pratiche sulla strutturazione di testi curatoriali. Nella parte finale del modulo saranno inoltre presentati gli spazi espositivi e si incomincerà a lavorare all’ideazione della mostra di fine corso. B) Dal dal 7 al 16 gennaio 2016 i curatori si divideranno in èquipe e procederanno ad una revisione dei progetti curatoriali presentati, iniziando a lavorare concretamente all’elaborazione della mostra. Saranno definiti gli aspetti tecnici legati a comunicazione, logistica ed allestimento, progetto visivo, budget e sponsorizzazioni. Le nostre strutture provvederanno al coordinamento dei soggetti coinvolti. C) Dal 20 al 29 marzo 2016. Dieci giorni di lavoro sul campo, volti alla realizzazione effettiva e allestimento della mostra. Inizio: 06/10/2015 Fine: 29/03/2016 Indirizzo: Calle Malipiero, San Marco 3073 Spazio: Galleria AplusA Area geografica: Nord Email: info@aplusa.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Semiotica della Natura di Barbara Nicoli Introduzione: La mostra propone cinque cicli di lavori di incisione, disegno e cucito compiuti nell’ultimo anno. L’artista, attratta dalla vita del mondo vegetale, incentra la propria attenzione sulla forma delle foglie e sul prolungamento virtuale delle loro facoltà invisibili nello spazio. Descrizione: Attiva nella performance e nel teatro, oltre che nell’incisione e nella sperimentazione pittorico/scultorea, Barbara Nicoli presenta “Semiotica della Natura”, una nuova serie di lavori, alla Fabbrica Eos di Milano. La personale di Nicoli, organizzata da Fabbrica Eos e 29 Arts In Progress e curata da Manuela Gandini, propone cinque cicli di lavori di incisione, disegno e cucito compiuti nell’ultimo anno. L’artista, attratta dalla vita del mondo vegetale, incentra la propria attenzione sulla forma delle foglie e sul prolungamento virtuale delle loro facoltà invisibili nello spazio. Con una metodica certosina Nicoli, lontana dalla distrazione dell’era mediatica, elabora il dettaglio e trascrive visivamente la poesia del vegetale. Incide le foglie passandole al torchio e, su preziose carte bianche, traccia linee di continuità a partire dalle venature. Scrive Manuela Gandini in catalogo: “Immobilità e movimento coesistono nella stessa opera e non sono in contraddizione. Diversamente dalla fissità delle tavole botaniche settecentesche, dall’intento scientifico e archivistico, Nicoli mantiene, del vegetale, la vitalità originaria, l’organicità e il panorama interiore. Ogni singola foglia è una short-story (allungata, simmetrica, strappata, aghiforme) che nessuno - nel razionale procedere della vita - si sognerebbe mai di leggere. Per quell’indifferenza all’ambiente che ci ha portati ad avvelenare il nostro stesso cibo.” Spiritualità, manualità, poesia, sono gli elementi che caratterizzano i cinque cicli qui presentati. In “Impronte vegetali”, l’artista sovrappone l’impronta della propria mano alla foglia; “Espansioni” è un ciclo legato all’espansione della foglia che afferma la propria presenza discreta occupando lo spazio della sua invisibilità. In “Intarsi” le venature sono ricamate e accentuate dal filo che crea rilievo e accenna alla tridimensione. E mentre, “Scomposizioni” implica un intervento umano geometrico di suddivisione della forma, “Artifici” mostra, in modo quasi drammatico, il liquido interno dei fiori. L’artista si appropria infatti di varie tipologie arboree e ricrea – con l’inchiostro – quelle tonalità che non corrispondono al colore dei petali. Inserendosi nel solco delle ricerche che dall’arte povera, alla land art, giungono alla performing art, e agli orti urbani dei collettivi artistici, Nicoli, aggiunge una visione minimalista, antica e meditativa, degli elementi naturali, facendo danzare le foglie nel teatro contemporaneo dell’arte. La forma che Barbara cattura è segno e significato, espressione di un linguaggio che, come direbbe Joseph Beuys, il popolo vegetale trasmette al popolo umano ma anche animale e minerale. Un incontrovertibile appello alla vita. Inizio: 09/06/2015 Fine: 30/07/2015 Indirizzo: Piazzale Baiamonti 2, Milano Spazio: Fabbrica Eos Area geografica: Milano Email: info@fabbricaeos.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: La ceramica c'è Introduzione: Un mese per conoscere meglio le produzioni artigianali ed artistiche locali. Filo conduttore dell'iniziativa il numero 10, numero che si replica nelle diverse categorie in cui è stata pensata. Dieci infatti è il numero di negozi sfitti che sono stati affidati ad altrettante selezionate aziende del territorio. Dieci sono le vetrine di esercizi in attività che ospiteranno le opere di altrettanti artisti della generazione più giovane. Dieci sono le opere di altrettanti artisti che hanno fatto della ceramica fischiante uno dei loro ambiti di ricerca, ospitate in una collettiva al civico 50 di via Gamba. Dieci più dieci sono gli artisti delle generazione matura e quelli che hanno fatto la storia dell'arte ceramica a livello nazionale e internazionale Descrizione: “LA CERAMICA C'É” Bassano del Grappa, 29 maggio – 28 giugno 2015 Un mese per conoscere meglio le produzioni artigianali ed artistiche locali COMUNICATO STAMPA La ceramica torna alla ribalta nel centro di Bassano del Grappa grazie ad una manifestazione dal titolo programmatico: “LA CERAMICA C'É”. Si tratta una piacevole novità per la città posta allo sbocco della Valsugana che, nella volontà degli organizzatori, vuol far tornare protagonista la ceramica e nel contempo tenta una via alla riqualificazione di spazi sfitti del centro storico. La ceramica trova ampio spazio nella storia di Bassano del Grappa con un riscontro non solo nell'ambito dell'artigianato locale: dai Manardi agli Antonibon, trasferitisi nella vicina Nove, fino alla ricerca artistica del Novecento e al boom economico del dopoguerra. Negli ultimi decenni, tuttavia, si è evidenziata una sempre più parziale presenza di aziende e artigiani del settore; l'evoluzione economica recente ha costituito uno spartiacque in ogni ambito produttivo, anche in quello ceramico. Con queste premesse ecco quindi nascere una manifestazione ad hoc, ideata dalla restauratrice bassanese Fabiola Scremin che ha trovato il sostegno del consiglio di quartiere “Centro Storico” grazie alla caparbia determinazione del presidente Erio Piva. L'evento vanta il patrocinio dell'AICC-Associazione Italiana Città della Ceramica, dei comuni di Bassano del Grappa e Nove. Filo conduttore dell'iniziativa il numero 10, numero che si replica nelle diverse categorie in cui è stata pensata. Dieci infatti è il numero di negozi sfitti che sono stati affidati ad altrettante selezionate aziende del territorio. Dieci sono le vetrine di esercizi in attività che ospiteranno le opere di altrettanti artisti della generazione più giovane. Dieci sono le opere di altrettanti artisti che hanno fatto della ceramica fischiante uno dei loro ambiti di ricerca, ospitate in una collettiva al civico 50 di via Gamba: tra gli altri è impossibile non menzionare Federico Bonaldi, di cui si inaugurerà a metà mese la retrospettiva. Dieci più dieci sono gli artisti delle generazione matura e quelli che hanno fatto la storia dell'arte ceramica a livello nazionale e internazionale con riconoscimenti in tutto il mondo: il già citato Bonaldi, Pompeo Pianezzola, Giuseppe Lucietti, Alessio Tasca, Lee Babel, Candido Fior e molti altri; una panoramica sulla produzione artistica del Novecento che sarà ospitata negli ambienti del “Corpo di Guardia” nel Castello degli Ezzelini. Uno spazio specifico, in via Roma, sarà poi riservato anche per il per il liceo artistico “G. De Fabris” di Nove, con qualificati esempi del lavoro didattico svolto nell'istituto proprio sulla materia ceramica. Nell'unica galleria espositiva rimasta nel centro storico, i 10mq di FuturoAntico, sarà invece l'ambiente che ospiterà il collezionismo del Novecento. Dieci infine sono gli appuntamenti ospitati al Museo civico e che permetteranno di incontrare, durante tutto il mese di giugno, affermati maestri disponibili a condividere diverse tecniche sia di foggiatura che decorazione. Una possibilità per qualsiasi persona che voglia avvicinarsi al mondo ceramico attraverso alcune tecniche che spaziano dal decoro popolare al cuco, dal traforo, all'intreccio, dal graffito all'ingobbio. Appuntamento quindi all'inaugurazione di venerdì 29 maggio alle 18, nel “Corpo di Guardia” nel Castello degli Ezzelini, per l'avvio ufficiale. “LA CERAMICA C'É” Ideazione: Fabiola Scremin Organizzazione: Erio Piva e Fabiola Scremin Coordinamento: Marco Maria Polloniato Gestione amministrativa: CNA Grafica: AlePOP | AgitKOM “LA CERAMICA C'É” esposizioni, 29 maggio – 28 giugno 2015 “10+10 artisti” Bassano del Grappa, “Corpo di Guardia” del Castello degli Ezzelini. Collettiva di 10+10 artisti della ceramica artistica contemporanea: una selezione dei ceramisti di Bassano del Grappa, Nove e del territorio con particolare attenzione alle diverse generazioni locali che hanno contribuito a livello nazionale ed internazionale dal dopoguerra ai giorni nostri. In esposizione: Lee Babel, Federico Bonaldi, Candido Fior, Giuseppe Lucietti, Mario Mossolin, Pompeo Pianezzola, Roberto Rigon, Cesare Sartori, Alessio Tasca, Gianni Tosin + Antonio Bernardi, Raffaello “Sorio” Bonato, Floriano Gheno, Elisabetta Nicoli, Vania Sartori, Angelo Spagnolo, Enrico Stropparo, Vittore tsca, Nico Toniolo, Piergiuseppe Zanolli. Aperto tutti i giorni con orario 10-12.30 e 16-19. “Ceramiche fischianti” Bassano del Grappa, “Civico 50 di via Gamba”. Una selezione di 10 opere di altrettanti ceramisti tra Bassano del Grappa, Nove e del territorio, che hanno dedicato il loro percorso ad approfondire la ricerca artistica nell'ambito dei cuchi, arcicuchi e sculture fischianti. In esposizione: BAUM (Denis Imberti – Stafano Tasca), Federico Bonaldi, Claudio Bonotto, Luigi Carletto, Andrea Comacchio, Andrea Parini, Diego Poloniato, Domenico Poloniato, Armando Rausse, Luigi Giuseppe Scuro. “10 aziende” Bassano del Grappa, vetrine sfitte del centro storico. 10 aziende dedite alla produzione di ceramica artistica mettono in mostra il meglio della propria produzione: la ceramica torna nelle vetrine del centro storico riqualificando dieci spazi sfitti. In vetrina: Linea Sette ceramiche snc, La ceramica VBC snc, Bosa srl, Sibania srl, Il Gattopardo snc, Ada De Mori bottega artigiana snc, MPM porcellane snc, Vion design. “10 artisti emergenti” Bassano del Grappa, vetrine di esercizi commerciali in attività. 10 artisti emergenti vengono ospitati in altrettanti negozi attivi in pieno centro storico, contribuendo all'allestimento di altrettante vetrine e permettendo una panoramica sulla creatività contemporanea. In esposizione: Giulia Bertolin, Marco Bolzenhagen, Bottea Krua (Arianna Piazza), Andrea Dal Prà, Giuseppe Facchinello, Opposti (Edoardo Battaglia, Beatrice Borso, Alessadra Cannella, Sofia Ferroni, Giulio Polloniato, Davide Tosin), Roberta Penzo, Paolo Polloniato, Carlo Stringa, Lorenzo Zanovello “Didattica in vetrina: liceo artistico G. De Fabris - Nove” Bassano del Grappa, “Civico 37 di via Roma” Allievi del liceo artistico “G. De Fabris”, un allestimento appositamente studiato per gli elaborati in ceramica realizzati nel corso dell'anno. “Didattica in vetrina: borsisti Fondazione Roi” Bassano del Grappa, “Civico 65/A di via Angarano” Direttamente dai borsisti della Fondazione Roi, una selezione delle opere realizzate al termine di un anno di approfondimento sulle tecniche decorative tradizionali “10mq di collezionismo” Bassano del Grappa, “civico 4 di via Bellavitis” Lo spazio espositivo, unico spazio privato dedicato all'arte rimasto nel centro storico, ospita opere messe a disposizione dai collezionisti. Inizio: 29/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: piazza Terraglio, Bassano del Grappa Spazio: Corpo di guardia del Castello degli Ezzelini Area geografica: Nord Email: marcomaria.polloniato@tin.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/pages/La-Ceramica-c%C3%A9/814965865219558 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Natura Viva Viva la Natura Introduzione: Dal 5 giugno al 31 luglio 2015 il Centro Ceco di Milano ospiterà la mostra di arte contemporanea "Natura Viva - Viva la natura", che ha l´obiettivo di celebrare la natura e la sua forza nel cuore della città. La mostra è organizzata dal Centro Ceco di Milano, in collaborazione con la galleria Go green Art e le curatrici Barbara Gerny e Michaela Brachtlová. I giovani artisti cechi – che hanno preparato la mostra – si sono ispirati al tema dell´EXPO, attualmente in corso a Milano, e alla necessità di pensare alle modalità di rappresentazione dei temi ambientali nell´arte contemporanea. Tra gli oggetti esposti sarà possibile vedere le opere, tra gli altri, di Kateřina Michálková, Ondřej Bílek e Linda Čihařová. L‘inaugurazione della mostra si terrà il 4 giugno 2015, a partire dalle ore 19:00, presso la Galleria del Centro Ceco di Milano (Via G. B. Morgagni 20 – M1, fermata Lima). La mostra resterà aperta fino al 31 luglio 2015. Descrizione: La mostra "Natura Viva – viva la Natura" è stata progettata specificamente per l’edificio del Centro Ceco, che è stato fonte di ispirazione per gli artisti. Le opere di alcuni dei migliori talenti del panorama ceco porteranno la struttura del Centro a "fondersi" con la Natura. Le parole chiave dell´esposizione sono arte, natura ed ecologia. L´obiettivo degli artisti è quello di rivelare la potenza e la vulnerabilità della natura e di raccontare la capacità dell´ecosistema di rigenerarsi, invitando allo stesso tempo i visitatori ad "ascoltare e osservare in armonia". Da sempre l´uomo modifica gli spazi naturali a proprio beneficio. Tuttavia questo processo non può essere infinito e ogni giorno leggiamo notizie preoccupanti sullo stato dell'ambiente. La mostra – attraverso le installazioni e le opere esposte – intende stimolare una riflessione sul rapporto tra uomo e natura. Gli artisti esposti Ondřej Bílek (*1988) propone un’interpretazione realistica del mondo animale. L‘autore vuole sottolineare la vulnerabilità e la fragilità delle relazioni nella natura attraverso animali morti o privi di pelo; Linda Čihařová (*1982) esplora i rapporti complessi e paradossali tra l'uomo e la natura. Il desiderio di vivere in armonia con gli ecosistemi è in contraddizione con il nostro modello di vita nell´ambiente urbano. L’uomo si allontana dalla natura, ma continua a desiderarla; Jaroslava Kadlecová (*1987) è impegnata sul tema del riciclo e utilizza materiali in plastica, spesso scarti derivanti per esempio dalla produzione di giocattoli; Šárka Klimešová (*1989) ha preparato un´area di lavoro con l´installazione di campioni d´argilla e fotografie della cava da cui sono stati prelevati. Il suo lavoro rappresenta un approccio sistematico all’esplorazione e all'uso razionale delle risorse fornite dalla natura; Kateřina Michálková (*1990) esplora la rappresentazione di città e natura, rimodellando il paesaggio e l'ambiente urbano. Le sue opere rispondono all´ambiente specifico della Galleria, dove sono installate; Petr Zinke (*1966) si concentra sul riflesso della natura nella nostra mente e sulla negazione degli stereotipi sulla percezione dello spazio. La mostra potrà essere visitata dal 5 giugno al 31 luglio 2015, con ingresso libero, presso la Galleria del Centro Ceco in via G. B. Morgagni 20 a Milano (M1, fermata Lima). Orari di apertura Lunedì – Giovedì: 13.00 - 18.00 Venerdì: 10.00 - 16.00 Ultimo sabato del mese: 10.00 - 17.00 Inizio: 04/06/2015 Fine: 31/07/2015 Indirizzo: Via G. B. Morgagni, 20, Milano Spazio: Galleria del Centro Ceco Area geografica: Lombardia Email: cimmino@czech.cz Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://milano.czechcentres.cz/program/travel-events/mostra-natura-viva-la-natura-vivo/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: DAL COLORE ALLA MATERIA – Percorso di un pensiero creativo Introduzione: Si terrà a Roma il dal 3 al 17 giugno presso l’Hotel Art di Via Margutta a Roma la mostra “Dal colore alla materia” della pittrice Marina Spirei, con l’appoggio e il sostegno del Maestro Paolo Guiotto, pittore e scultore di grande fama, autore, fra le altre opere, della scultura Il corpo assente, considerato un capolavoro assoluto. La mostra di quadri e sculture è una sintesi del percorso artistico della pittrice, che si ispira ai principi della Scuola Antroposofica (Rudolf Steiner), con una ricerca e uno studio sul colore portati avanti negli anni. Descrizione: Si terrà a Roma il dal 3 al 17 giugno presso l’Hotel Art di Via Margutta a Roma la mostra “Dal colore alla materia” della pittrice Marina Spirei, con l’appoggio e il sostegno del Maestro Paolo Guiotto, pittore e scultore di grande fama, autore, fra le altre opere, della scultura Il corpo assente, considerato un capolavoro assoluto. La mostra di quadri e sculture è una sintesi del percorso artistico della pittrice, che si ispira ai principi della Scuola Antroposofica (Rudolf Steiner), con una ricerca e uno studio sul colore portati avanti negli anni. Quando il colore è protagonista assoluto, vengono meno i parametri oggettivi con i quali siamo abituati a contemplare il mondo e le sue forme: l’immagine non definisce un oggetto sicuro ma costituisce, piuttosto, l’ordito quasi indecifrabile di un tessuto prezioso, allo spettatore il compito di trasformarlo in trama, enucleando quel punto di origine da cui far partire il cammino di appropriazione. Appropriazione e non soltanto identificazione, perché l’assoluto cromatico è in grado di ricostruire non solo le sembianze della nostra percezione esterna, ma di interpretare la memoria dei moti dell’anima. Marina Spirei vive a Roma ed è qui che ha iniziato il suo percorso pittorico presso la Scuola di Arti Ornamentali in Via San Giacomo, prosegue presso la sede della Scuola Antroposofica di Roma, dove inizia la sua esperienza di pittura antroposofica portata avanti negli anni. E’ allieva di Marta Cilento (allieva, a sua volta, a Dornach di Beppe Assenza), impara con Marco Rossi il chiaro scuro e l’incisione all’acquaforte, segue a Londra un corso di acquarello con studio dell’uso di pigmenti vegetali presso il Chelsea College of Arts of London, inizia, infine, di recente lo studio della scultura sotto la guida del Maestro Massimiliano Giara. Inizio: 03/06/2015 Fine: 17/06/2015 Indirizzo: Via Margutta 56 Roma Spazio: Art Hotel Area geografica: Roma Email: mariarita.meucci@unocomlavoro.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: La scoperta archeologica di Populonia: Isidoro Falchi-La tomba delle Idrie di Meidias, con un omaggio di Rodolfo Meli Introduzione: Mostra organizzata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di S.Miniato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia ed il Polo Museale della Toscana presso la prestigiosa e storica sede di Palazzo Grifoni, e aperta dal 24 maggio al 28 giugno 2015 ad ingresso gratuito con orario martedì-venerdì 10-13/15-18; sabato, domenica e festivi 10-19 Descrizione: Centododici anni fa un medico appassionato di archeologia portò alla luce a Populonia meravigliosi oggetti etruschi. Era Isidoro Falchi, nato a Montopoli Valdarno nel 1838, eclettico protagonista di quella particolare epoca che, a cavallo del diciannovesimo e ventesimo secolo, unì la passione scientifica al patriottismo - si imbarcò con i Mille di Garibaldi e fu consigliere comunale – e subì il fascino della modernità così come quello della storia antica. Gli scavi archeologici allora non erano regolamentati come lo sono oggi, ma la formazione del dottor Falchi fece sì che il suo approccio fu scientifico, tanto da redigere un diario di scavo simile alle attuali relazioni tecniche delle Soprintendenze, preziosissimo documento da cui ricavare informazioni sul territorio e sulle tecniche di indagine e dissotterramento dei reperti. A lui ed a venti tra i più importanti pezzi rinvenuti a Popolunia è dedicata la Mostra dal titolo “La scoperta archeologica di Populonia: Isidoro Falchi-La tomba delle Idrie di Meidias, con un omaggio di Rodolfo Meli”, organizzata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di S.Miniato in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia ed il Polo Museale della Toscana presso la prestigiosa e storica sede di Palazzo Grifoni, e aperta dal 24 maggio al 28 giugno 2015 ad ingresso gratuito con orario martedì-venerdì 10-13/15-18; sabato, domenica e festivi 10-19. L’esposizione è curata dall’archeologo Andrea Camilli, funzionario archeologo per l’area di Populonia e Baratti, mentre l’allestimento delle tele di Rodolfo Meli è ad opera di Paolo Bitossi. Tra gli oggetti esposti, concessi dalla Soprintendenza Archeologia per la Toscana, spiccano due straordinarie idrie, vasi attici per l’acqua decorati da Meidias, uno dei massimi esponenti della pittura vascolare ateniese del V sec. a. C.. Finemente dipinte e con ancora presente parte della doratura originale, le idrie ed il corredo che da esse prende il nome sono conservati nei depositi del Museo di Firenze e raramente sono visibili al pubblico, se non quando esposti in eventi temporanei. Nella mostra si affiancano ai vasi greci una ricca serie di suppellettili, strumenti ed arredi bronzei dalla raffinatissima decorazione, che testimoniano il sorprendente livello dell’artigianato artistico e della metallurgia etruschi. L’esposizione è completata dalla documentazione di archivio inerente gli scavi del Falchi, e da un gioiello in oro identificato dal suo scopritore e disegnato in una delle relazioni. Populonia, città etrusca che sia affaccia sul mare e sull’Isola d’Elba, antico centro siderurgico e crocevia di traffici commerciali del mediterraneo che raggiunse il suo massimo splendore tra i secoli VI e IV a.C., ha ispirato il pittore Dafni e Cloe, scritto dall’antico romanziere greco Longo Sofista. Sono protagonisti di questa nuova favola Timodemo e Tedeo, con la rocca di Popolunia individuata come palazzo dal quale i due fratelli furono allontanati in tenera età dai ricchi genitori per farli vivere da pastori. Lì si svolge una festa, nella quale tutti, compresi il re e la regina, indossano la maschere; ad esse, anime protagoniste dietro le quali spesso si cela il pittore quale modello di se stesso, sono dedicate molte opere. Gli echi di una natura potente che avvolge i protagonisti, l’atmosfera mediterranea ed il mistero del popolo etrusco, il mito percepito come parte fondamentale della nostra cultura e cordone ombelicale con le nostre radici più arcaiche sono evocati nelle pitture di Rodolfo Meli, artista fiorentino da sempre legato alla rappresentazione della figura umana ed affascinato dalle epoche antiche, capace di esprimersi attraverso tecniche che vanno dalla pittura ad olio alla fotografia ed alla cinematografia. “Con questa straordinaria mostra abbiamo voluto rendere omaggio al nostro illustre conterraneo Isidoro Falchi che, grazie alla sua capacità analitica, alla indomita curiosità ed allo spirito moderno ci ha restituito una parte importante della nostra cultura antica, che ci affascina profondamente e dal cui legame non possiamo prescindere. La sensibilità e la straordinaria capacità espressiva delle opere di Rodolfo Meli sono l’elegante cornice di oggetti etruschi di incalcolabile valore artistico, storico e scientifico. All’artista Rodolfo Meli ed alla Soprintendenza ed al Polo museale della Toscana va il nostro sentito ringraziamento per la realizzazione di una mostra di grande valore per il nostro territorio.”, ha dichiarato il Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di S.Miniato Antonio Guicciardini Salini. Inizio: 28/05/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: piazza Grifoni, 2 S.Miniato (Pi) Spazio: Fondazione Cassa di Risparmio S.Miniato Area geografica: Centro Email: fabiolafavilli@yahoo.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://youtu.be/Mog68rD-3HY Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: The Stable - Enej Gala Introduzione: Il giovane artista sloveno Enej Gala presenta negli spazi della A plus A un progetto ideato e pensato esclusivamente per la galleria dal titolo The Stable, parola che rimanda ad alcuni aspetti tradizionali del suo paese e che nella sua semantica connota anche il significato di stabilità e continuità. La stalla è infatti intesa come metafora dell’eredità culturale di una nazione legata alla terra e alla tradizione contadina. In galleria Enej Gala ha progettato un’installazione ambientale, dove disegni, tele e sculture si collegano con la poesia contemporanea di Aleš Šteger alludendo cosi al processo in cui la cultura fu tramandata attraverso le immagini insediate dalla poesia nella coscienza degli abitanti. Le opere sono accompagnate da una serie di oggetti ed elementi, che contribuiscono a ricostruire quell’ambiente rurale che per secoli è stato alla base della cultura contadina del suo Paese. Una cultura spesso rinnegata, ma che rappresenta invece un grande punto di forza, un aspetto che l’artista ha acutamente intuito potenziandone le caratteristiche fino a farle diventare delle ironiche rappresentazioni della realtà. Descrizione: Il giovane artista sloveno Enej Gala presenta negli spazi della A plus A un progetto ideato e pensato esclusivamente per la galleria dal titolo The Stable, parola che rimanda ad alcuni aspetti tradizionali del suo paese e che nella sua semantica connota anche il significato di stabilità e continuità. La stalla è infatti intesa come metafora dell’eredità culturale di una nazione legata alla terra e alla tradizione contadina. In galleria Enej Gala ha progettato un’installazione ambientale, dove disegni, tele e sculture si collegano con la poesia contemporanea di Aleš Šteger alludendo cosi al processo in cui la cultura fu tramandata attraverso le immagini insediate dalla poesia nella coscienza degli abitanti. Le opere sono accompagnate da una serie di oggetti ed elementi, che contribuiscono a ricostruire quell’ambiente rurale che per secoli è stato alla base della cultura contadina del suo Paese. Una cultura spesso rinnegata, ma che rappresenta invece un grande punto di forza, un aspetto che l’artista ha acutamente intuito potenziandone le caratteristiche fino a farle diventare delle ironiche rappresentazioni della realtà. La maestria di Enej Gala consiste nello sfruttare i linguaggi sia contemporanei che tradizionali, manifestando le diverse sfumature che si celano dietro ogni realtà attraverso il filtro dell’ironia che gli permette di mantenere una distanza consapevole. Le forme fantasiose che l’artista realizza con una logica molto precisa racchiudono in sé la capacità di rivelare forme imprevedibili svelando i segnali inconsci e sottili. Enej Gala attraverso la sua pittura, scultura e installazioni ambientali cerca di stimolare una presa di coscienza della propria identità, nel contesto rurale della gente comune per mostrare alcuni miti legati alla loro esistenza. Un processo che porta all’esaltazione di una concezione del “passato beffardo” elevandolo a un ricco piano iconografico. Un linguaggio che attinge nella tradizione delle sue origini e che Gala trasforma e stravolge. L’intento però non è quello di ridicolizzare o sminuire le proprie radici culturali, ma è piuttosto un’azione autoironica che gli permette di superare preconcetti radicati nell’immaginario collettivo in cui le stesse debolezze diventano dei punti di forza. La consapevolezza del valore di una tradizione contadina è la chiave, per poter concepire una visione più ampia del nostro presente, come conseguenza delle azioni passate. La mostra si svilupperà attraverso una serie di dipinti ad olio su tela di varie dimensioni e sculture, partendo dalle miniature fino a giungere ad opere a grandezza d’uomo, come per esempio un’enorme mangiatoia riempita di fieno a forma di abaco. L’allestimento è stato ideato per lo spazio della galleria e le opere saranno collocate in un contesto che a tratti riprenderà la tipica ambientazione campestre. Enej Gala è nato a Lubiana nel 1990 e lavora a Venezia. Nel 2013 consegue la laurea triennale presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, specializzandosi in Pittura. Trascorre un periodo di studi all'estero presso la Williem De Kooning Academy of Fine Arts a Rotterdam. Nel 2015 si laurea al biennio presso la stessa Accademia di Venezia, sempre in Pittura. Partecipa a diverse mostre collettive e personali in Slovenia, Italia, Montenegro, Croazia, Albania, Senegal, Paesi Bassi e Portogallo. Dal 2010 partecipa ai workshop di Disegno e Pittura Atelier F a cura di Carlo di Raco, a Forte Marghera. Nel 2012 vince la borsa di studio della 96a collettiva giovani artisti della Fondazione Bevilacqua la Masa. Membro del collettivo Fondazione Malutta. Nel corso della 56° Biennale d’arte è invitato a partecipare al Rob Pruitt’s Flea Market in Venice. Inizio: 13/06/2015 Fine: 20/09/2015 Indirizzo: San Marco 3073, Venezia Spazio: Galleria A plus A Area geografica: Nord Email: info@aplusa.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Nicola Alberto Bottalico " Il Colore si accende" Alberi, boschi di notte ed altre opere Introduzione: Nicola Alberto Bottalico “Il Colore si accende” Alberi, boschi di notte ed altre opere 10/14 giugno 2015 GALLERIA ARTESPRESSIONE Via della Palla 3 20123 Milano Negli spazi della galleria ARTESPRESSIONE di via della Palla 3 a Milano, saranno esposte, per la prima volta al pubblico, le opere di Nicola Alberto Bottalico con la mostra dal titolo “Il colore si accende”. Alberi, boschi di notte ed altre opere. Attraverso un’accurata selezione di acquarelli, chine e tecniche miste esaltate dalla luce, l’artista, in questa breve ma intensa personale, lancia il progetto degli acquarelli che si “accendono”. La mostra inaugura mercoledì 10 giugno alle 18.30 e rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 14 giugno, con ingresso libero e un’ apertura straordinaria anche nella giornata di domenica, tutti i giorni dalle 12 alle 19. “Il Colore si accende” Alberi, boschi di notte e altre opere di Nicola Alberto Bottalico è l’esempio perfetto e assolutamente innovativo, tra creatività e tecnica di light design, di un percorso artistico fatto di ricerca e sperimentazione che si concretizza in opere dal grande impatto visivo.In mostra oltre venti lavori di varie dimensioni, dove la ricerca fuori dagli schemi tradizionali propone in tutta la sua sperimentazione la capacità di rappresentare in modo totalmente personale acquarelli, disegni, chine e carboncini di straordinaria intensità emotiva, compiuti così come l’autore li aveva immaginati prima di realizzarli. Nella totale concentrazione e studio dell’effetto ultimo dell’opera, l’autore ha volutamente valorizzato gli acquerelli dando loro forza e luminosità attraverso la luce, sperimentandola in tutte le sue potenzialità attraverso una illuminazione prima e retroilluminazione poi, senza trascurarne gli aspetti tecnici,come la ricerca della grammatura per la carta più adatta o la giusta intensità cromatica del calore della luce, aspetti questi fondamentali per la riuscita del progetto. Con la giusta intensità di luce e di calore gli elementi di ogni singolo lavoro divengono dunque “animus” vitale dell’opera. Ed è proprio nella continua ricerca e sperimentazione delle varie tecniche di illuminazione, fino ad adottare gli attuali sistemi di retroilluminazione, che si arriva all’esaltazione delle forme e dei colori dell’opera stessa, offrendo al pubblico un risultato sorprendente che esalta la cromia moltiplicandola. La luce che ne consegue si diffonde, rimbalzando all’attenzione dello spettatore e creando metafore di immagini o reali paesaggi boschivi fatti di linee lievi e delicate. Lavori minuziosi, quasi maniacali nella loro perfezione, a formare un fantastico reale tra scrigni (visibili e invisibili) fatti di legno e vetro, che spaziano tra forme e colori come foglie pregiate su bachi di seta o tappeti di fili dorati che tornano a noi nel pieno della luce che li avvolge. Descrizione: Nicola Alberto Bottalico “Il Colore si accende” Alberi, boschi di notte ed altre opere 10/14 giugno 2015 GALLERIA ARTESPRESSIONE Via della Palla 3 20123 Milano Negli spazi della galleria ARTESPRESSIONE di via della Palla 3 a Milano, saranno esposte, per la prima volta al pubblico, le opere di Nicola Alberto Bottalico con la mostra dal titolo “Il colore si accende”. Alberi, boschi di notte ed altre opere. Attraverso un’accurata selezione di acquarelli, chine e tecniche miste esaltate dalla luce, l’artista, in questa breve ma intensa personale, lancia il progetto degli acquarelli che si “accendono”. La mostra inaugura mercoledì 10 giugno alle 18.30 e rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 14 giugno, con ingresso libero e un’ apertura straordinaria anche nella giornata di domenica, tutti i giorni dalle 12 alle 19. “Il Colore si accende” Alberi, boschi di notte e altre opere di Nicola Alberto Bottalico è l’esempio perfetto e assolutamente innovativo, tra creatività e tecnica di light design, di un percorso artistico fatto di ricerca e sperimentazione che si concretizza in opere dal grande impatto visivo. In mostra oltre venti lavori di varie dimensioni, dove la ricerca fuori dagli schemi tradizionali propone in tutta la sua sperimentazione la capacità di rappresentare in modo totalmente personale acquarelli, disegni, chine e carboncini di straordinaria intensità emotiva, compiuti così come l’autore li aveva immaginati prima di realizzarli. Nella totale concentrazione e studio dell’effetto ultimo dell’opera, l’autore ha volutamente valorizzato gli acquerelli dando loro forza e luminosità attraverso la luce, sperimentandola in tutte le sue potenzialità attraverso una illuminazione prima e retroilluminazione poi, senza trascurarne gli aspetti tecnici,come la ricerca della grammatura per la carta più adatta o la giusta intensità cromatica del calore della luce, aspetti questi fondamentali per la riuscita del progetto. Con la giusta intensità di luce e di calore gli elementi di ogni singolo lavoro divengono dunque “animus” vitale dell’opera. Ed è proprio nella continua ricerca e sperimentazione delle varie tecniche di illuminazione, fino ad adottare gli attuali sistemi di retroilluminazione, che si arriva all’esaltazione delle forme e dei colori dell’opera stessa, offrendo al pubblico un risultato sorprendente che esalta la cromia moltiplicandola. La luce che ne consegue si diffonde, rimbalzando all’attenzione dello spettatore e creando metafore di immagini o reali paesaggi boschivi fatti di linee lievi e delicate. Lavori minuziosi, quasi maniacali nella loro perfezione, a formare un fantastico reale tra scrigni (visibili e invisibili) fatti di legno e vetro, che spaziano tra forme e colori come foglie pregiate su bachi di seta o tappeti di fili dorati che tornano a noi nel pieno della luce che li avvolge. L’autore è un autodidatta. Non ha seguito corsi, non è stato all’Accademia, non ha avuto insegnanti di disegno, ma l’infinita passione per l’arte, la pittura e il disegno gli hanno permesso di realizzare nel massimo riserbo del piacere solitario del fare e dello sperimentare, mediante la giusta intensità tra luce artificiale e colore, la trasformazione delle sue opere in altra dimensione, dove la prospettiva e la profondità si esaltano affinandone la forza espressiva. Ogni singola pennellata, ripensamento, colore, appaiono e vengono messi a nudo: l’opera si anima. Una teoria che parte dal fondo scuro per arrivare alla luce, sviluppo della vita delle cose, dei paesaggi, degli animali fantastici che prendono vita e si muovono liberi come antiche ombre cinesi: ballerine, fiori, tronchi d’alberi, figure, si fanno simbolo dell’era moderna con una vena malinconica tra passato e presente. Da sempre concentrato nello studio di alcuni particolari periodi della storia dell’arte per lui significativi, e nei quali maggiormente trova ispirazione, i suoi lavori sono affascinati da quei momenti storici, tra arte antica e primitiva, in cui l’arte ha cercato di rappresentare l’essenza della vita e della realtà con forme di assoluta stilizzazione. Influenzato in particolare dalla pittura parietale preistorica e dalla raffigurazione della natura nella monetazione celtica, esplosione del dinamismo figurativo che porta all’astrazione delle forme reali, che qui troviamo nelle raffigurazioni di alcune opere esposte. Altro tema che ha appassionato l’autore è quello dell’architettura, che vediamo rappresentato nella sua massima espressione nell’opera “Duomo di Milano”, dove a prevalere è soprattutto il lato ordinato, disciplinato, minuzioso, in contrapposizione con la prospettiva scrupolosa di altri suoi lavori di assoluta invenzione, grotteschi quasi ironici. Opere nelle quali la fantasia e la creatività sono lasciate libere di esprimersi senza limiti, quasi inghiottite da evoluzioni cromatiche fatte di luce e fantasia, a formare effetti e sintesi di un capitolo artistico contemporaneo affine agli elementi di light design, e che permettono allo spettatore di fruire dell’opera interagendo direttamente su di essa attraverso la regolazione di intensità di luce, regalando romanzi pittorici pieni di armonia ed emozione. Blu cobalto e scale di marroni intinte nel pennello o nella sottile punta di matita, bagnata nell’acqua o nel colore, creano macchie come pozzanghere che riflettono il primo sole dopo la pioggia d’estate e donano un momento di svolta e insieme di ritorno all’arte pittorica, al piacere di dare e ricevere. Tra concettuale astratto e contemporaneo, meditata e visionaria, l’opera finale appare e accoglie la tecnica dell’acquarello e non solo, la sperimenta attraverso la luce tra linguaggi antichi immersi nel tempo moderno. Nicola Alberto Bottalico Nicola Alberto Bottalico nasce a Milano nel 1952 da una famiglia da generazioni di notai ed avvocati. Fin da bambino esprime una forte vocazione per il disegno e l’arte, ma il padre lo convince ad essere “serio” e lui studia al liceo classico, anziché all’artistico, si laurea in legge, anziché all’Accademia di Brera ed infine diventa avvocato, ma ora, dopo quarant’anni di professione, decide di svelare la vera passione che lo ha accompagnato tutta la vita: l’arte, il disegno e la pittura. Catalogo in Galleria. Info Galleria Inaugurazione: Mercoledì 10 giugno 2015, ore 18.30 Orario apertura mostra: dalle 12.00- alle 19.00 da giovedì 11 a domenica 14 giugno 2015 t. 0039 329.9648086 pnseegy@artespressione.com | mpacini@artespressione.com Info stampa Studio De Angelis, Milano t. 02 324377 - 345 7190941 info@deangelispress.it | sonia@deangelispress.it|www.deangelispress.it Inizio: 10/06/2015 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: Via della Palla, 3 - Milano Spazio: GALLERIA ARTESPRESSIONE Area geografica: Milano Email: artespressione@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: XIV edizione della Margherita d’Argento Introduzione: ALL’OASI FELINA DI TRIESTE SABATO 13 GIUGNO XIV EDIZIONE DEL PREMIO MARGHERITA D’ARGENTO IL PREMIO 2015 VIENE ASSEGNATO ALL’ON. MICHELA VITTORIA BRAMBILLA Descrizione: ALL’OASI FELINA DI TRIESTE SABATO 13 GIUGNO XIV EDIZIONE DEL PREMIO MARGHERITA D’ARGENTO IL PREMIO 2015 VIENE ASSEGNATO ALL’ON. MICHELA VITTORIA BRAMBILLA Sabato 13 giugno alle 18 avrà luogo all’Oasi Felina Miranda Rotteri di Trieste (via Costalunga-Brigata Casale) la XIV edizione della Margherita d’Argento, il premio annuale che l’Associazione Il Gattile conferisce a una donna che ne condivide le finalità di cura e ricovero dei gatti randagi. Il premio, istituito nel 2001 per festeggiare il compleanno di Margherita Hack, illustre socia fondatrice de Il Gattile (Firenze 12.6.1922 - Trieste 29.6.2013), anche quest’anno si svolge, purtroppo, senza la sua presenza, per commemorarla. In questa edizione Il Gattile assegna il premio all’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, la quale recentemente ha affermato che “difendere l’ambiente e gli animali, vuol dire scrivere i primi articoli di un nuovo trattato di pace tra gli uomini e la terra”. In precedena il riconoscimento è stato conferito nel 2002 alla giornalista Laura Tonero, nel 2003 a Susanna Hucksteap, testimonial de “Il Gattile”, modella in carriera e già miss Italia; nel 2004 a Gioia Meloni, giornalista Raitre, nel 2005 a Giuliana Cicognani, responsabile Area Affari Generali e Istituzionali del Comune, nel 2006 a Rosella Pisciotta della Cooperativa Bonawentura, direttrice del Teatro Miela, nel 2007 all’architetto e critico d’arte Marianna Accerboni, nel 2008 a Zita Fusco, conduttrice e attrice, nel 2009 alla nota giornalista animalista Licia Colò, nel 2010 a Federica Sgarbi, scrittrice e gattofila, nel 2011 alla valente pittrice Elettra Metallinò, nel 2012 a Daniela Schifani Luchetta, insegnante e animalista triestina, e nel 2013 all’attrice Loredana Cannata. Il Gattile, fondato nel ’96, è sorto per dare ricovero e ospitalità ai gatti in pericolo di sopravvivenza. Nel tempo si è dotato di un ambulatorio veterinario e partecipa alla campagna di sterilizzazione in convenzione con il Comune di Trieste e la collaborazione dell’A.S.S. L’Oasi Felina, che Margherita Hack amava moltissimo, è un ulteriore spazio per ricoverare i gatti che hanno perduto temporaneamente il loro habitat. DOVE: Oasi felina - via Costalunga - Trieste QUANDO: 13 giugno 2015 ore 18 A CURA DI: Il Gattile INFO: 040364016 - 3314831149 Con cortese preghiera di pubblicazione/ diffusione Inizio: 13/06/2015 Fine: 13/06/2015 Indirizzo: via Costalunga - Trieste Spazio: Oasi felina Area geografica: Nord Email: info@ilgattile.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: CONVIVIALIS: colori, sapori, cantori della tavola vigezzina Introduzione: Sarà un vero e proprio omaggio al tema trattato dall’Esposizione Universale di Milano. Una mostra dedicata ai colori, sapori e cantori della tavola vigezzina. Un legame, quello con il tema di Expo Milano 2015, che ha permesso alla mostra di fregiarsi del patrocinio di Expo, nello specifico del Padiglione Italia. Descrizione: L’esposizione “Convivialis” attraverserà tre secoli di pittura vigezzina e sarà declinata secondo differenti filoni tematici: dalla natura morta al lavoro agricolo, dalle feste ai banchetti. All’interno del percorso espositivo, ospitato come di consueto presso le sale del Centro Culturale Vecchio Municipio, figureranno i più importanti nomi della pittura vigezzina, da Fornara a Ciolina, da Magistris a Gennari. A complemento della mostra, alcune installazioni e ricostruzioni d’ambiente, con particolare riguardo agli oggetti e alle attrezzature culinarie, ricorderanno la tavola alpina di un tempo, anche attraverso brani letterari, giochi e indovinelli per i bambini. La scuola di pittura vigezzina è stata per secoli un punto di riferimento a livello nazionale e non solo, per la portata qualitativa dei lavori che ancora oggi sono considerati testimonianze preziose della Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, ad oggi l’unica di tutto l'arco alpino, che propone ogni anno corsi ed eventi di alta qualità, oltre ad ospitare una collezione permanente di opere dall’inestimabile valore artistico. Santa Maria Maggiore torna dunque a rendere omaggio a questi grandi artisti del passato, considerati ormai a livello nazionale come un grande patrimonio culturale e ancor oggi da valorizzare e promuovere. La mostra sarà visitabile dal 4 luglio (l’inaugurazione è fissata alle ore 21, accompagnata da una presentazione storica ed eventi a corollario, oltre ad una degustazione rigorosamente “a km 0”) fino al 27 settembre 2015 presso le sale del meraviglioso Centro Culturale Vecchio Municipio in Piazza Risorgimento. Orario: 10-12 / 16.30-19. Ingresso 2 €. Per maggiori informazioni: www.santamariamaggiore.info Inizio: 04/07/2015 Fine: 27/09/2015 Indirizzo: Piazza Risorgimento, 1. Santa Maria Vigezzo Spazio: Centro Culturale Vecchio Municipio Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Aperte iscrizioni al 23esimo corso in pratiche curatoriali - Introduzione: Il Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee è finalizzato alla formazione specifica della figura professionale del Curatore, la cui rilevanza nell’ambito del sistema artistico-culturale ed espositivo è sempre più determinante. Il corso si propone di formare operatori nel settore dell’arte contemporanea con una specifica preparazione nel campo della curatela di mostre, eventi artistici e culturali. Descrizione: Il Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee è finalizzato alla formazione specifica della figura professionale del Curatore, la cui rilevanza nell’ambito del sistema artistico-culturale ed espositivo è sempre più determinante. Il corso si propone di formare operatori nel settore dell’arte contemporanea con una specifica preparazione nel campo della curatela di mostre, eventi artistici e culturali. La figura del Curatore nasce in connessione con la storia più recente delle arti visive, con il contesto sociale/economico e culturale, con le concezioni storico-critiche e teoriche più recenti. La formazione nel settore delle arti visive è considerata connessa a conoscenze di scienze e storia sociale, filosofia, sociologia, semiotica, economia. Attraverso un percorso multidisciplinare verranno impartite nozioni di allestimento, strategie della comunicazione (on-line e off-line), organizzazione e pianificazione progettuale, gestione delle risorse finanziarie, gestione delle risorse umane, marketing, analisi-metodo-gestione della sponsorizzazione, management. Il Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee associa a una solida formazione nel campo della produzione delle arti visive l’esperienza e la professionalità di figure di rilievo nazionale ed internazionale, per un programma curatoriale altamente qualificato. La conclusione del Corso vede i giovani curatori impegnati nella realizzazione di un evento espositivo organizzato da loro in tutte le sue fasi: dall’ideazione iniziale all’allestimento concreto, occupandosi trasversalmente degli aspetti di marketing e comunicazione. Obiettivi, profili e sbocchi professionali Uno degli obiettivi del corso è formare delle figure professionali e manageriali globali, capaci di gestire le risorse artistiche e culturali di un territorio con un’ottica innovativa, fornendo loro gli apparati critici e gli strumenti pratici per interagire e relazionarsi con i numerosi soggetti che operano nell’ambito della produzione artistica. Operare nel campo dell’arte contemporanea significa relazionarsi con una serie di protagonisti quali artisti, giornali, gallerie, istituzioni pubbliche. Oltre alle occasioni fornite dai laboratori e dalle lezioni frontali, offriamo ai nostri studenti i contatti per proseguire la loro formazione ed acquisire nuove competenze, attraverso una rete di partner istituzionali presso i quali sono attivi servizi di stage e tirocinio. I corsisti possono inoltre usufruire dei servizi e degli spazi espositivi della School for Curatorial Studies Venice, capace di ospitare iniziative individuali e progetti artistici sperimentali. Rendendo accessibile agli studenti il nostro archivio di artisti emergenti, infatti, vogliamo realizzare una mappatura della scena artistica locale con la quale i giovani curatori potranno operare in piena autonomia di ricerca. I corsi si svolgono presso la sede di A plus A di Venezia. La School for Curatorial Studies Venice è una sede espositiva no-profit, da anni attiva a Venezia nella promozione di mostre ed eventi di arte contemporanea. L’evento espositivo verrà realizzato a Venezia è sarà finanziato dalle nostre strutture in collaborazione con partner privati. Docenti I docenti che hanno partecipato ai corsi precedenti: Chiara Artico, Luca Massimo Barbero, Chiara Barbieri, Chiara Bertola, Giovanni Bianchi, Andrea Bruciati, Clarenza Catullo, Viviana Checchia, Francesca Colasante, Marco Ferraris, Manuel Frara, Marco Giacomelli, Enrico Glerean, Andrea Goffo, Mario Gorni, Agnes Kohlmeyer, Cornelia Lauf, Roberta Lombardo, Luca Lo Pinto, Filippo Lotti, Paolo Lughi, Luisa Mensi, Domitilla Musella, Patrizia Nuzzo, Cesare Pietroiusti, Sandro Pignotti, Domenico Quaranta, Luca Racchini, Gaston Ramirez Feltrin, Daniela Rossi, Matteo Efrem Rossi, Gabi Scardi, Massimo Simonetti, Tommaso Speretta, Tankboys, Angela Vettese. Durata e struttura del corso Il corso ha una durata complessiva di 450 ore a cui farà seguito la realizzazione di un progetto espositivo. Le lezioni si tengono dal martedì al sabato dalle ore 9:30 alle ore 13:30 e dalle 14.30 alle 17.30 presso la sede della Curatorial School Venice. La mattina è occupata dalle lezioni frontali, finalizzate a fornire gli strumenti concettuali e operativi per gestire autonomamente un evento espositivo. Le ore pomeridiane saranno dedicate agli approfondimenti tematici attraverso seminari e workshop. Il corso prevede l’elaborazione di un progetto di mostra che verrà discusso e analizzato insieme, per verificarne la possibilità di una realizzazione concreta da parte degli studenti in completa autonomia. A tutti loro sarà infatti data l’opportunità di sviluppare i propri progetti curatoriali confrontandosi direttamente con i curatori e con gli artisti chiamati a collaborare. Inoltre, si organizzeranno incontri e visite guidate ai musei e alle mostre che animano la ricca offerta culturale della città di Venezia. La frequenza è obbligatoria all’80%. Il Corso è composto da tre moduli: Il Modulo A avrà inizio martedì 6 ottobre e terminerà il 21 novembre 2015. Il Modulo B dal 7 al 16 gennaio 2016. Il Modulo C dal 20 al 29 marzo 2016. A) Dal 6 ottobre al 21 novembre 2015. Sei settimane di preparazione teorica in cui le lezioni frontali saranno affrontate la mattina, mentre il pomeriggio sarà dedicato a lezioni di approfondimento e seminari. Verranno presentati e analizzati i portfolio dei giovani artisti del nostro archivio e saranno eseguite delle esercitazioni pratiche sulla strutturazione di testi curatoriali. Nella parte finale del modulo saranno inoltre presentati gli spazi espositivi e si incomincerà a lavorare all’ideazione della mostra di fine corso. B) Dal dal 7 al 16 gennaio 2016 i curatori si divideranno in èquipe e procederanno ad una revisione dei progetti curatoriali presentati, iniziando a lavorare concretamente all’elaborazione della mostra. Saranno definiti gli aspetti tecnici legati a comunicazione, logistica ed allestimento, progetto visivo, budget e sponsorizzazioni. Le nostre strutture provvederanno al coordinamento dei soggetti coinvolti. C) Dal 20 al 29 marzo 2016. Dieci giorni di lavoro sul campo, volti alla realizzazione effettiva e allestimento della mostra. Tematiche e Moduli didattici: Management e organizzazione 1 Ideazione e management di mostre d’arte ed eventi culturali. 2 Gestione degli eventi culturali 3 Analisi costi e benefici. Studio di fattibilità degli eventi artistici e culturali 4 Organizzazione e gestione delle risorse umane Marketing e comunicazione. 5 Relazioni istituzionali e fundraising 6 Strategie di comunicazione locali, nazionali e internazionali 7 Realizzazione di materiali di documentazione e comunicazione virtuale 8 Pubbliche relazioni e promozione degli eventi d’arte Storia delle Idee e delle pratiche artistiche. 9 Filosofia estetica 10 Storia dell’arte contemporanea 11 Mezzi analogici e tecnologie digitali (Fotografia, Grafica, Video/Sound/Net Art) 12 Architettura,design e storia degli spazi espostivi 13 Pratiche curatoriali dal ‘900 ad oggi Requisiti di ammissione Il corso è aperto a tutti coloro che sono in possesso almeno di un diploma di scuola media superiore e si rivolge a chi voglia approfondire le proprie conoscenze sulle tendenze e i linguaggi più innovativi dell’arte contemporanea per essere introdotti alla professione di curatore e quindi fare un’esperienza concreta di curatela sul campo. • Per le modalità di iscrizione visitate il sito www.corsocuratori.com. • Al termine del corso si rilascia diploma e attestato di frequenza. • La School for Curatorial Studies Venice non copre le spese di vitto e alloggio. Coloro che avessero bisogno di un supporto per trovare una sistemazione possono rivolgersi alla nostra struttura. IL CORSO È VALIDO PER L’ACQUISIZIONE DI CREDITI FORMATIVI UNIVERSITARI E RICONOSCIUTO DALL’ORDINAMENTO PUBBLICO Il corso è organizzato in collaborazione con il Comune di Venezia (Assessorato alle Politiche Giovanili, Ambiente e Cittadinanza Digitale), Artribune, Accademia di Belle Arti di Venezia, e il patrocinio della Fondazione Bevilacqua la Masa. Contatti e informazioni: Informazioni iscrizioni: info@corsocuratori.com Le domande di ammissione possono essere scaricate su: www.corsocuratori.com I documenti completi devono essere spediti a: info@corsocuratori.com Per informazioni chiamare: +39 041 2770466 Inizio: 01/06/2015 Fine: 10/09/2015 Indirizzo: San Marco 3073 , Venezia, VE, Italia Spazio: School for Curatorial Studies Area geografica: Nord Email: info@corsocuratori.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.corsocuratori.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Ritrovarsi. Bando per artisti 2015 Introduzione: L’associazione culturale >>>ritrovarsi ha ideato per Sciacca, città d’arte e dalla grande vocazione turistica, un progetto di valorizzazione del patrimonio culturale ed urbano del territorio. Il progetto, Festival Internazionale d’Arte Contemporanea, vuole creare un punto di contatto tra la cultura contemporanea e la tradizione e per la sua realizzazione prevede l’allestimento di quindici curtigghi (cortili), con i quali altrettanti artisti contemporanei si confronteranno e dialogheranno. La selezione avverrà attraverso un concorso (vedi bando pubblico con scadenza 10 Giugno 2015) rivolto a tutti gli artisti maggiorenni che hanno partecipato ad almeno altre tre mostre. Il Festival avrà una durata di tre giorni – dal 31 Luglio al 2 Agosto 2015 – e si svolgerà dalle 20.30 alle 00.30. L’itinerario scelto per questa quarta edizione prevede la realizzazione di un evento espositivo all’interno del Quartiere dei Marinai e la pubblicazione di un catalogo a colori dedicato agli artisti che saranno selezionati per la manifestazione. Il tema di questa edizione è “ritornare”, il quale sarà rappresentato dai più diversi medium artistici, dalla pittura alla scultura, dalla video art alla performance. Ogni cortile, dunque, con le sue peculiarità diventerà il teatro in cui ogni opera andrà in scena, un luogo in cui il passato magicamente si fonderà con il presente. Descrizione: Inizio: 31/07/2015 Fine: 02/08/2015 Indirizzo: Vicolo Caracappa 8A - 92019 Sciacca AG Spazio: Sciacca Area geografica: Sud Email: giusi.affronti@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Tempi del mio (ir)reale Introduzione: Gli scatti di Nuccia Cammara descrivono solitudini, spazi aperti e disadorni, muri scrostati, sedie e oggetti decontestualizzati, luoghi dove il tempo pare essersi fermato, autoritratti e ritratti senza volto, immagini dal forte impatto emotivo che rimandano attraverso i contenuti psicologici a una ricerca intimistica e a una dimensione fascinosa e stimolante del proprio mondo interiore. Descrizione: Modica (RG) - Dal 13 al 28 giugno Palazzo Grimaldi ospiterà la mostra fotografica "Tempi del mio (ir)reale" dell'artista palermitana Nuccia Cammara (inaugurazione sabato 13, ore 18.30; sarà presente l'autrice. Visite: da lunedì a sabato, ore 10.00-13.00 e 16.00-20.00, ingresso libero). La mostra è allestita nell'ambito della 7a edizione del Med Photo Fest, la manifestazione dedicata alla fotografia d'autore, promossa dall'Associazione culturale Mediterraneum di Catania con il patrocinio e il supporto di istituzioni pubbliche e private tra cui il Gruppo fotografico Luce iblea di Scicli e la Fondazione Giovan Pietro Grimaldi di Modica. Nuccia Cammara vive a Palermo, dove lavora come assistente sociale. Ha al suo attivo diverse personali e collettive e vari riconoscimenti, tra cui l'edizione 2010 del "Portfolio Insieme" al XVI Etna Photo Meeting. La ricerca artistica, coniugata con il suo lavoro, l'ha portata ad approfondire l'uso sociologico e terapeutico della fotocamera come strumento di auto-rappresentazione, foto-racconto biografico, in processi riabilitativi dalla tossicodipendenza o di prevenzione da alcune forme di devianza giovanile. Da questo originale percorso nasce un approccio alla fotografia come processo esplorativo del proprio mondo interiore e delle emozioni. "Tempi del mio (ir)reale" ci propone appunto un viaggio intorno all'Io, tra le pieghe nascoste di due realtà, una vissuta e percepita e l'altra sognata, immaginata, creata ad hoc. Le immagini della Cammara – scrive il critico fotografico Fausto Raschiatore nel testo che accompagna la mostra – suscitano riflessioni «autentiche, vere, efficaci e cariche di sensualità e di passione. Una tavolozza di emozioni che coniugate tra di loro diventano metafora eletta a simbolo dell'istinto, degli impulsi primordiali e incontrollabili, dell'irrazionalità, delle pulsioni profonde, come sanno essere solo certe speciali sensibilità femminili». Gli scatti di Nuccia Cammara descrivono solitudini, spazi aperti e disadorni, muri scrostati, sedie e oggetti decontestualizzati, luoghi dove il tempo pare essersi fermato, autoritratti e ritratti senza volto, immagini dal forte impatto emotivo che rimandano attraverso i contenuti psicologici a una ricerca intimistica e a una dimensione fascinosa e stimolante del proprio mondo interiore. Info e contatti Fondazione Giovan Pietro Grimaldi Corso Umberto I, 106 - 97015 Modica (RG) tel. 0932 757459 fax 0932 752415 mail: info@fondazionegrimaldi.it Web: www.fondazionegrimaldi.it Inizio: 13/06/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Corso Umberto I, 106 - Modica (Ragusa) Spazio: Palazzo Grimaldi Area geografica: Sud Email: info@fondazionegrimaldi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Novità prima edizione Bologna Design Week Introduzione: Design e creatività, ma anche formazione e tecnologia. Dopo l’entusiasmo con cui stampa e operatori hanno accolto l’annuncio della prima edizione di Bologna Design Week, i curatori presentano le prime novità del programma che animerà questa quattro giorni dedicata alle culture del progetto della città. Descrizione: Da mercoledì 30 settembre a sabato 3 ottobre, in occasione e con il patrocinio gratuito di CERSAIE, Bologna diventerà palcoscenico di mostre, workshops, design talks, esposizioni di prototipi, kermesse artistiche e business meeting per professionisti del mondo del design. Un appuntamento senza precedenti per la città metropolitana che vede per la prima volta riunite le eccellenze culturali, produttive e creative del territorio in un sistema integrato di comunicazione. Un’operazione di mappatura delle ricchezze e dei talenti che coinvolgerà Showroom, Aziende produttrici, studi di architettura, gallerie d’arte ed enti locali. Nove gli itinerari tematici che si snoderanno in città. Nove circuiti per conoscere il sistema design nel tessuto cittadino, dalle start-up del percorso Incredibol, dedicato ai vincitori delle quattro edizioni del bando, ai produttori raccolti in Design Made in Bologna da Silvia Santachiara, ai creative talks organizzati dai giovani di CNA, al percorso Design Schools, con cui i corsi di design attivi sul territorio entreranno in contatto con aziende e addetti presentando workshop e esposizioni, fino alle gallerie d’arte di Crossover Art, che ospiteranno eccezionalmente pezzi di design. Non mancherà un percorso Showcase che trasformerà gli spazi commerciali in location in cui designer selezionati potranno presentare progetti ad alto valore d’innovazione mentre il circuito Design Gallery sarà interamente dedicato ad esposizioni monografiche di importanti brand nazionali e designer. Sarà inoltre l’occasione per conoscere professionisti del settore che apriranno le porte dei loro studi nel percorso Open Studio. Infine il circuito DESIGN_on District proporrà esposizioni, workshops e talks di giovani designer italiani e stranieri. Lo show room Giampaolo Gazziero in Galleria Cavour e Campogrande Concept in via Castiglione diventeranno cuore pulsante dell’evento, Infopoint e luoghi di riferimento per pubblico, addetti e giornalisti. Bologna Design Week sarà inoltre l’occasione per visitare i palazzi e le corti del centro storico che si vestiranno di design per diventare sedi di incontro e condivisione. Tra gli eventi espositivi ospitati da Bologna Design Week, citiamo la seconda tappa del “supercut” Kitchens e della mostra Fashion loves food (dal 9 al 28 giugno visibili presso il Museo della Città di Rimini). Ideato e realizzato da Ines Tolic e Roy Menarini, Kitchens è una videoinstallazione realizzata con il montaggio di oltre 300 sequenze cinematografiche in cui sono rappresentate le cucine e i diversi possibili modi di abitarle. Un progetto ambizioso, nato dalla sinergie fra il Corso in Storia del design e dell’architettura contemporanea, quello di Cinema e industria culturale del Campus di Rimini dell’Università di Bologna e la Cineteca di Rimini. Design, cultura, business e arte. Una Bologna come non si è mai vista. Ricordiamo che il termine ultimo per la presentazione di progetti è il 30 giugno. www.bolognadesignweek.com Inizio: 30/09/2015 Fine: 03/10/2015 Indirizzo: Bologna, sedi varie Spazio: Bologna, sedi varie Area geografica: Nord Email: hello@youtool.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Arno Stream Fest 2015 Introduzione: Dal 12 al 14 giugno si svolgerà a Signa la seconda edizione del concorso internazionale di cortometraggi Descrizione: ARNO STREAM FEST 2015 Arno Stream Fest è un concorso internazionale per cortometraggi organizzato da Firenze Film A.p.s. ed è alla sua seconda edizione. Alla prima edizione del concorso nel 2014 hanno partecipato 251 cortometraggi, tra i quali sono stati selezionati 12 finalisti, proiettati durante la serata di premiazione il 17 maggio 2014 presso la Salablu del Comune di Signa (Firenze). Quest’anno il numero dei cortometraggi è attualmente a 280. I premi di Arno Stream Fest sono il Miglior Cortometraggio e la Miglior Idea (low budget). La particolarità del concorso è il premio Miglior Idea che va ad un cortometraggio realizzato con un basso budget e che quindi presenta dei limiti qualitativi, ma che, mostrando una buona idea cinematografica e professionalità, merita comunque un riconoscimento, che normalmente non riesce ad ottenere. I vincitori della prima edizione sono stati due cortometraggi dalle tematiche sociali: per la categoria Miglior Cortometraggio ha vinto un’opera iraniana di Ali Asgari dal titolo “More than two hours”, una storia drammatica di una coppia di innamorati che deve fare i conti con le leggi del proprio Paese che entrano nel privato, e per la categoria Miglior Idea ha vinto un’opera di Marco di Gerlando, di Genova, con “Nella tasca del cappotto”, una piccola favola dei giorni nostri, protagonista un bambino coraggioso, lieto fine amaro. Il concorso, patrocinato dal Comune di Signa, ha ottenuto il sostegno della Fondazione Alimondo Ciampi e della Sezione Soci Coop Le Signe. La serata di premiazione ha il patrocinio del Comune di Signa e della Regione Toscana. Dopo il festival l’organizzazione ha continuato a lavorare per aumentare la visibilità dei cortometraggi, con proiezioni presso l’estate del Parco dell’Anconella di Firenze, presso la rassegna “L’uomo dei sogni. Il cinema di Giuseppe Tornatore” alla Limonaia di villa Strozzi a Firenze e presso la sezione soci di Coop.fi a Lastra a Signa (FI). Tra i cortometraggi che hanno dato il consenso, circa un centinaio sono stati mandati in onda sul canale regionale Antenna 5. Per l’edizione 2015 si ripropone la formula dei due premi (500 euro l’uno), con iscrizione gratuita e tema libero. Ogni regista può inviare fino a tre cortometraggi la cui data di produzione sia risalente al massimo al 2010. Sarà presente una giuria di esperti del settore che decreterà i vincitori e sarà introdotta la possibilità per il pubblico di dare un voto ai cortometraggi e conferire un premio simbolico. La serata di premiazione si terrà il 13 giugno 2015 presso la Salablu di Signa (Firenze) e nei giorni 12-13-14 giugno ci saranno proiezioni presso l’evento “Mangiando 2015” organizzato dall’associazione A.S.D. Polisportiva 2M, un viaggio attraverso i sapori ed i profumi di alcune strade italiane. Protagonista del festival sarà il cibo di strada che, rivalutato ai nostri giorni dalle mode gastronomiche con il nome di street food, appartiene in realtà ad una tradizione molto antica. L’iniziativa prenderà il via a Signa tra via Mazzini e Piazza Cavour dalle ore 17.00 di venerdì 12 Giugno alle 24.00, sabato 13 giugno dalle 16.30 alle 24.00 e domenica 14 marzo dalle 16.30 alle 23.00. L’accesso all’area del Festival è libero, senza alcun biglietto di ingresso e offre l’opportunità di passeggiare attraverso numerose isole gastronomiche che presenteranno i cibi di strada provenienti da svariate regioni italiane ma anche vini, prodotti tipici regionali, birre artigianali. Inoltre ci saranno incontri e degustazioni sul tema del cibo, esposizioni, animazioni per bambini, musica, teatro di strada e officine gastronomiche con laboratori. Firenze Film A.p.s. Per info contattare gli organizzatori: arnostreamfest@firenzefilm.it Elena Polverosi: 340 7127906 – 055 8790080 Andrea Rapallini: 388 7658954 Bando e informazioni su www.firenzefilm.it Inizio: 12/06/2015 Fine: 14/06/2015 Indirizzo: Viale Mazzini, Signa Spazio: Viale Mazzini Area geografica: Centro Email: info@prolocosigna.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.prolocosigna.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: RUN "L'Uomo con la coda" Introduzione: La Galleria Varsi è lieta di presentare L’uomo con la coda, mostra personale di Run, curata da Marta Gargiulo e Massimo Scrocca, il grande ritorno in Italia di questo artista che dal 2007 vive e lavora a Londra. Descrizione: La Galleria Varsi è lieta di presentare L’uomo con la coda, mostra personale di Run, curata da Marta Gargiulo e Massimo Scrocca, il grande ritorno in Italia di questo artista che dal 2007 vive e lavora a Londra. Lo spazio della galleria ospiterà una monografica, all’interno della quale Run sviluppa i diversi percorsi stilistici e le differenti modalità tecniche acquisite nella sua formazione e crescita creativa, che oggi connotano la sua personalità artistica, rintracciabile in ogni lavoro dell’artista, dal supporto limitato alle grandi dimensioni dei muri. Le sue icone sono animate da una atmosfera primitiva, e i suoi personaggi sembrano immersi in rituali antichi alla ricerca dell’origine del mondo e della nostra specie, animati da un’esperienza intima e profonda, mentre vivono un continuo rinnovamento, illuminati da energie terrene, e si nutrono della forza che la natura mette a loro disposizione. Run ha realizzato all’interno dello spazio un percorso che condurrà lo spettatore in un viaggio dai toni ascetici. L’artista evoca riti atavici, determinato da suggestioni primordiali e da profonde riflessioni spirituali. La produzione realizzata in occasione di questa personale vede un alternarsi di monotipo, serigrafia, pittura, scultura, disegno, in cui ogni tecnica convoglia il pubblico dentro il sentiero percorso da Run a oggi. Dopo l’opening de L’uomo con la coda, lo Street-Heart Project realizzerà il suo quinto muro nel quartiere Pigneto. Inizio: 04/06/2015 Fine: 16/07/2015 Indirizzo: via di san salvatore in campo 51, Roma Spazio: Galleria Varsi Area geografica: Roma Email: info@galleriavarsi.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Spazioporpora a Firenze/Mostra collettiva Introduzione: Mostra collettiva di pittura, grafica, fotografia e scultura a cura di Rita Caracausi per Spazioporpora - Milano Descrizione: Mostra collettiva di pittura, scultura e grafica A cura di Rita Caracausi per Galleria Spazioporpora di Andrea Colombo e Rita Caracausi Espongono Claudio Botta/ Reol Anulao Capuno / Silvana Castellucchio / Vittoria Cordella Lidia Dell’Ajra Mengoli / Corinna Ecobì / Ludovica Fratus de Balestrini Annamaria Gagliardi / Itala Gasparini / Giuseppe Gentile / Igomenico Maristella Laricchia / Livia Lizza / Alberto Mesiano / Simona Moroni Carla Rotta / Alberto Verona 15 - 25 giugno 2015 Opening mercoledì 17 ore 17.30 Dal 15 al 25 giugno, Simultanea Spazi d’Arte, realtà curatoriale ideata e diretta da Roberta Fiorini e Daniela Pronestì, presenta la mostra organizzata dalla galleria milanese Spazioporpora di Andrea Colombo e Rita Caracausi. Si tratta del primo di una serie di appuntamenti che vedrà Simultanea e Spazioporpora collaborare nel segno della promozione artistica e della pratica curatoriale. L’inaugurazione ufficiale dell’evento si terrà mercoledì 17 alle ore 17.30 La mostra, a cura di Rita Caracausi, offre uno spaccato sui diversi generi figurativi (ritratto, paesaggio, nudo femminile), la pittura astratto - informale, l’espressionismo cromatico e l’astrazione geometrica, per poi approdare all’oggetto scultoreo e alla ceramica raku. Molte anche le tecniche presentate, dalla pittura ad olio e con colori acrilici alle tecniche miste, l’acquerello, la china e il fotocollage. L’evento è promosso dalla Galleria Spazioporpora, attiva nel panorama artistico milanese come luogo di incontro tra le diverse instanze creative e coloro che intendono avvicinarsi al mondo dell’arte. La sede ospitante è Simultanea Spazi d’Arte, associazione artistico - culturale e spazio curatoriale che dal 2011 sostiene il dialogo tra artisti e curatori, ospitando mostre, eventi poliartistici e progetti espositivi che coinvolgono oltre ai linguaggi artistici tradizionali, anche il design e la creatività a tuttotondo. La mostra resterà aperta fino al 25 giugno è sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30. Per info e contatti: Galleria Spazioporpora, Via Nicola Antonio Porpora 16, 20131 Milano www.spazioporpora.it you@spazioporpora.it Fb: Spazio Porpora Simultanea Spazi d’Arte, Via San Zanobi 45 r, 50129 Firenze www.simultaneaspazidarte.blogspot.com simultaneaspazidarte@gmail.com Fb: Simultanea Spazi d’Arte e Simultanea Spazi d’Arte Official English and Spanish Twitter: SimultaneaArte (@ArteSimultanea) Instagram e Tumblr: Simultaneaspazidarte Inizio: 15/06/2015 Fine: 25/06/2015 Indirizzo: via San Zanobi 45, Firenze Spazio: Simultanea Spazi d'Arte Area geografica: Centro Email: simultaneaspazidarte@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Cibi condimentum esse famem Introduzione: Cibi condimentum esse famem La fame e' il condimento del cibo - Cicerone dal 18 giugno al 31 luglio 2015 - Galleria Sabrina Rafaghello Milano dal 15 settembre al 15 di ottobre - Palazzo Grifoni San Miniato Saranno sedici gli artisti italiani, ma di profilo internazionale (molti degli artisti coinvolti in questo progetto hanno partecipato ad almeno una edizione della Biennale Arti Visive di Venezia negli ultimi dieci anni), chiamati a raccontare, attraverso il proprio lavoro, il rapporto contrastante, a tratti morboso, tra la nostra societa' e cio' che mangia; conducendo un viaggio che ci porta a considerare la cucina come spazio dell'identita' e della memoria, ma anche come luogo dove ci si misura con le proprie fragilita'. Arrivando poi ad ampliare lo sguardo a riflessioni, etiche e politiche, legate ai temi degli sprechi, delle sofisticazioni, delle disparita' tra chi ha troppo e chi nulla. Descrizione: Cibi condimentum esse famem La fame e' il condimento del cibo - Cicerone Comunicato stampa dal 18 giugno al 31 luglio 2015 - Galleria Sabrina Rafaghello Milano dal 15 settembre al 15 di ottobre - Palazzo Grifoni San Miniato Saranno sedici gli artisti italiani, ma di profilo internazionale (molti degli artisti coinvolti in questo progetto hanno partecipato ad almeno una edizione della Biennale Arti Visive di Venezia negli ultimi dieci anni), chiamati a raccontare, attraverso il proprio lavoro, il rapporto contrastante, a tratti morboso, tra la nostra societa' e cio' che mangia; conducendo un viaggio che ci porta a considerare la cucina come spazio dell'identita' e della memoria, ma anche come luogo dove ci si misura con le proprie fragilita'. Arrivando poi ad ampliare lo sguardo a riflessioni, etiche e politiche, legate ai temi degli sprechi, delle sofisticazioni, delle disparita' tra chi ha troppo e chi nulla. LíArte spesso racconta la tavola degli uomini. La tavola degli uomini e' il risultato della storia degli uomini. E il periodo storico riflette ogni sfumatura dell'esistente. Per citare alcuni esempi, risalgono agli Anni Sessanta i coloratissimi dolci pop, dai colori shocking, di Dorothe Selz e Antoni Miralda, immagine di un periodo in cui il benessere dell'Occidente imponeva di guardare al cibo con giocosa superficialita'; tutt'altro tipo di approccio quello di Edoardo Neto e Jannis Kounellis, entrambi alle prese con opere basate su semi: simbolo della frugale umilta' della natura, della sua fragile ma dirompente vitalita'. La nostra attenzione si e' soffermata quindi, su ci0' che probabilmente ad un primo sguardo non si coglie: quale fu il motivo della cena? Perche' quella cena piu' di altre e' rimasta nella storia? Qual era il luogo? Da questa riflessione e' partito il progetto. Agli artisti selezionati e' stato chiesto un arduo compito: rendere visibile l'invisibile; ispirarsi al Cenacolo non per reinterpretare ma per seguire líazione: Comunicare. Il progetto vuole indagare il concetto di fame intesa come necessita', come mancanza, come soddisfazione, non solo fisica ma atavica e spirituale, una fame di emozioni, di conoscenza, di paure, di vita, di comunicazione, di attese, di affetto, di amore, di cultura, una fame esistenziale che ci accomuna mutando nelle sue sfaccettature, quasi come fosse un non luogo. Da qui il Cenacolo, il non luogo piu' famoso della storia, nessuno pu0' dire quale fosse, e' un paesaggio, una visione. La scelta degli artisti e' stata effettuata anche sulla base delle diversita' delle tecniche da loro utilizzate, infatti essi spaziano dalla fotografia alla pittura all'arte digitale, multimediale, installativa e performativa. ARTISTI COINVOLTI NEL PROGETTO ESPOSITIVO Alessandra Baldoni; Alizia Lottero; Christian Zanotto; Franco Donaggio: Giancarlo Marcali; Gianluca Chiodi; Marco Bertin; Marianna Gasperini; Matteo Bosi; Maurizio Gabbana; Nicola Fornoni; Paola Turroni; Pierpaolo Koss; Toni Bullo; Vania Elettra Tam; Vittorio Comi Informazioni e contatti: Inaugurazione 18 giugno ore 18.30 presso: Sabrina Raffaghello Contemporary Art - via Gorani 7, 20123 Milano Curatela di Sandra Benvenuti - sandrabenv@gmail.com Ideazioe e progettazione - Frattura Scomposta contemporary art magazine www.fratturascomposta.it info@fratturascomposta.it Spazi Espositivi: 18 giugno - 31 luglio 2015 Sabrina Raffaghello Contemporary Art - via Gorani 7, 20123 Milano http://www.sabrinaraffaghello.com/ 15 settembre - 15 ottobre 2015 Palazzo Grifoni - San Miniato Inizio: 18/06/2015 Fine: 31/07/2015 Indirizzo: via Gorani 7, 20123 Milano Spazio: Sabrina Raffaghello Contemporary Art Area geografica: Lombardia Email: info@fratturascomposta.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Franco Mussida Musica: Respiro celeste Introduzione: Venerdì 12 giugno è stato inaugurato Artlab del Teatro dell’Arte la mostra personale di Franco Mussida, “Musica: Respiro Celeste”, a cura di Martina Corgnati. Un articolato itinerario, organizzato in due momenti o “atti” distinti, guida il visitatore alla scoperta del patrimonio emozionale e conoscitivo che la musica contiene e offre ai suoi frequentatori attraverso l’esecuzione e l’ascolto. Descrizione: Franco Mussida Musica: Respiro celeste Venerdì 12 giugno è stato inaugurato Artlab del Teatro dell’Arte la mostra personale di Franco Mussida, “Musica: Respiro Celeste”, a cura di Martina Corgnati. Un articolato itinerario, organizzato in due momenti o “atti” distinti, guida il visitatore alla scoperta del patrimonio emozionale e conoscitivo che la musica contiene e offre ai suoi frequentatori attraverso l’esecuzione e l’ascolto. Il primo Atto, cui è destinato lo spazio più ampio, propone un’installazione composta da tredici stazioni, una per ciascun intervallo musicale, le cui risonanze vengono attivate dal passaggio di un visitatore. Un suono profondo e continuo pervade l’ambiente, creando un clima di meditazione e di attesa. Ciascun intervallo però si completa solo quando una presenza umana si avvicina alla relativa stazione e, in un certo senso, la “sceglie” sulla base delle sue esigenze emozionali e caratteriali. Ciascun intervallo, infatti, è portatore di valori e di contenuti esperienziali diversi, dalla sicurezza alla paura, dall’ambiguità alla malinconia alla speranza. Ogni stazione è composta da una stele ceramica dipinta d’oro, argento o rame, che rappresenta la nota grave (tonica) degli intervalli, mentre un sole radiante, ugualmente in ceramica dorata, posto in alto, ne rappresenta la nota acuta (dominante). Ogni intervallo è caratterizzato da un disegno che decora la parte centrale del sole e che Franco Mussida ha elaborato per raccontarne le qualità caratteristiche e i modi d’espansione nello spazio. Il secondo Atto consiste in una particolarissima audioteca, a disposizione del pubblico. Si tratta di una copia fedele delle quattro già presenti in altrettante carceri italiane, nei cui angusti spazi si sta effettuando una straordinaria sperimentazione che unisce Arte e Scienza, con l’obiettivo di rendere oggettivamente osservabili specifici effetti della Musica sull’organizzazione affettiva dei detenuti. Un’audioteca divisa per stati d’animo, che offre l’opportunità di un ascolto guidato e consapevole delle composizioni di tutti i generi musicali presenti. Franco Mussida intende l’arte con spirito di servizio, ritiene che sia dovere della persona creativa il promuovere consapevolezza e collaborare a riaprire la porta verso quel vuoto interiore a partire dal quale sia di nuovo possibile tornare ad ascoltare e ad ascoltarsi. Per questo, probabilmente, la sua installazione, o meglio la sua non facile opera, vive di un equilibrio mirabile, una segreta armonia visiva che la rende penetrante e al tempo stesso suggestiva di un’ineffabile lontananza. Da molti anni Franco Mussida, notissimo musicista e compositore, si dedica all’esplorazione delle misteriose relazioni che collegano la musica e l’universo sonoro agli esseri umani nelle loro componenti affettive ed emozionali così come nei loro comportamenti collettivi, passibili di analisi sociologica. Un percorso che l’ha portato lontano dagli aspetti più esteriori e popolari del mondo dello spettacolo, di cui pure continua a fare parte con pieno successo, fino ad immergersi in un territorio ancora sconosciuto: quello delle vibrazioni più profonde che collegano le onde sonore ai loro ricettori umani, alla sensibilità ai sentimenti e alle reazioni affettive dei diversi individui. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Skira, con testi di Franco Mussida e di Martina Corgnati, storica dell’arte e curatrice, che da qualche anno ne segue felicemente il percorso. Milano, illy Artlab Teatro dell’Arte, Viale Alemagna 7 dal 12 al 28 Giugno 2015 apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 23 Inizio: 12/06/2015 Fine: 28/06/2015 Indirizzo: Teatro dell’Arte, Viale Alemagna 7, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Da Vinci dal futuro Introduzione: Da Vinci dal futuro: giovedì 18 giugno inaugurazione della mostra personale della pittrice russa Nina Vlados alla sala Arturo Fittke di Trieste Descrizione: Da Vinci dal futuro: giovedì 18 giugno inaugurazione della mostra personale della pittrice russa Nina Vlados alla sala Arturo Fittke di Trieste S’inaugura il 18 giugno alle 18 alla Sala Arturo Fittke di Trieste (piazza Piccola 3) la personale della pittrice russa Nina Vlados, intitolata Da Vinci dal futuro, che sarà presentata dall’arch. Marianna Accerboni. In esposizione una serie di raffinate e poetiche tecniche miste e disegni a matita in bianco e nero, realizzati dall’artista negli ultimi 15 anni (fino al 30 giugno/ orario: feriale e festivo 10 • 13 e 17 • 20/ info +386 31287898). Un’energia cromaticamente armonica pervade il tessuto vitale - scrive Accerboni - si posa sulla pittura e s’intreccia all’arte di Nina Vlados, artista esoterica russa nata a Soči sul Mar Nero, attiva da un anno a Trieste. Soave, lieve ma intenso, il segno della pittrice, che è autodidatta e dipinge da una quindicina d’anni, c’induce a una sorta di serena meditazione, come se la musica per cui lei scrive i versi, raccolti di recente in due libri (editi in russo e sloveno), facesse vibrare dolcemente e ritmicamente la carta che fa da supporto alle opere. Scrive Nina in una sua composizione: Bellissima madre, grazie per la cura, per le lacrime, che spengono le guerre, per l'alba sopra il viale di salici, e per l'amore reciproco. Suadenti e iterati, segni e colori rivelano una matrice organica, come se - seguendo un’ispirazione esoterica - andassero alla fonte del sapere; una matrice antica, o meglio senza tempo, come se una mano misteriosa guidasse il segno e l’intelletto nel dipingere i quadri e nel comporre i versi, articolati quest’ultimi assieme a note molto complesse, perfettamente declinate pur senza una competenza specifica in ambito musicale. Nina ha una storia particolare: dalla Russia si trasferisce nel ’92 in Slovenia, dov’è vissuta a Raune, e da qui approda a Trieste, porta d’Oriente, dove la sua pittura raffinata seduce il pubblico e la conduce a questa prima personale. La sua è un’arte organica e delicatamente onirica che promuove l’armonia tra l’arte e la natura, in una sorta di rapporto simbiotico. Un mondo ideale, iperboreo e quindi felice e foriero di serenità, traspare dalle sue opere, che nel corso del tempo si sono fatte sempre più complesse, emanando tuttavia sempre un grande messaggio di luce. Con il suo segno incisivo ma non troppo, nella cui iterazione e frastagliata ma unitaria realtà troviamo via via nel corso del tempo sempre più sorprese, come dettagli, volti, particolari organici che intrecciano la presenza umana alla natura, Nina costruisce un mondo e invia un messaggio dagli echi idilliaci, misteriosi e allusivi, estremamente positivo poiché in essi suggerisce che l’uomo può sempre evolversi e migliorare, riconoscendo in se stesso e sviluppando capacità e inclinazioni sempre nuove e più ampie: un messaggio dunque di amore, fiducia e speranza, che l’artista afferma di recepire dall’alto. La pittura e la scrittura per la musica sono in Nina due aspetti biunivoci, in perfetta simbiosi con la sua prima vocazione e attività che è quella di curare le persone attraverso la pranoterapia, pratica per la quale è stata insignita, unica in Europa, del certificato d’oro dall’Istituto di Bioelettromagnetica e Nuova Biologia “Bion” di Lubiana. Frequente è infine, anche nei suoi scritti, la menzione dell’Iperboreo, spazi incantati che la tradizione e la cultura greca delle origini situava in un Nord estremo, allora sconosciuto. Un paese perfetto, intriso di luce intensa, che ai tempi della Grecia antica fu collocata, tra le varie ipotesi, nella regione delle “ombrose sorgenti” del fiume Istro, oggi Danubio, che alla fine del suo corso si getta nel Mar Nero, dov’è nata Nina. Sempre vicino all’acqua - conclude Accerboni - portatrice di vita e di energia. DOVE: Sala Arturo Fittke • Piazza Piccola 3 • Trieste QUANDO: 18 • 30 maggio 2015 ORARIO: feriali e festivi 10 • 13 e 17 • 20 A CURA DI: Marianna Accerboni CATALOGO: no INFO: 335 6750946 • www.mariannaaccerboni.com Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 18/06/2015 Fine: 30/06/2015 Indirizzo: Piazza Piccola 3 • Trieste Spazio: Sala Arturo Fittke Area geografica: Nord Email: marianna.accerboni@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Il colore, la mia vita Introduzione: Il colore, la mia vita: sabato 13 giugno alla galleria Rettori Tribbio di Trieste inaugurazione della mostra della pittrice Olivia Siauss. Descrizione: Il colore, la mia vita: sabato 13 giugno alla galleria Rettori Tribbio di Trieste inaugurazione della mostra della pittrice Olivia Siauss. Sabato 13 giugno alle 18.30 alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (piazza Vecchia 6) s’inaugura un’interessante personale della pittrice triestina Olivia Siauss, intitolata “Il colore, la mia vita”, curata e presentata dall’arch. Marianna Accerboni: nella mostra, che si configura come una sorta di antologica, è esposta una quarantina di opere, tra dipinti realizzati ad acrilico su tela, pastelli acquerellati e computergrafica, realizzati negli ultimi 15 anni. Artista contemporanea di grande sensibilità, entusiasmo e modernità, Olivia Siauss - scrive Accerboni - ripercorre in questa rassegna, attraverso una quarantina di opere, il proprio itinerario creativo degli ultimi 15 anni, componendo in tal modo una sorta di essenziale antologica. Olivia ci stupisce piacevolmente, giungendo, dopo gli acrilici su tela e i pastelli acquerellati e a volte lievemente sottolineati con un cenno d’inchiostro, a un approdo inatteso: la computergrafica, lessico contemporaneo, che ha suscitato l’entusiasmo di molti artisti. Attraverso questo nuovo mezzo, la pittrice ripropone con la consueta padronanza linguistica una personalissima interpretazione del paesaggio: rilegge infatti il dato naturale secondo una scomposizione la quale ricorda, con molta dolcezza, l’intuizione cubista che, dalla frantumazione delle forme, faceva scaturire il colore e la luce. Un Leitmotiv questo, che ha accompagnato per molto tempo, fino a oggi, la fervida creatività della Siauss, facendo seguito a un decennio d’inizio completamente dedicato alla grafica incisoria, approfondita nell’atelier di Federico Righi a Saciletto, da Marjan Kravos a Trieste e sotto la guida dei famosi stampatori urbinati Corrado Albicocco e Federico Santini. Un periodo completamente in bianco e nero conclusosi negli anni ’70, dopo il quale l’artista è decollata verso il colore e verso la scomposizione e la ricomposizione per sintesi dei volumi. Con molta attenzione al concetto di matericità, declinato con misura ma con efficacia attraverso la preparazione del supporto, tela o carta grossa di Fabriano che sia, con uno strato di gesso, talvolta ulteriormente sottolineato e rafforzato dall’applicazione di carte veline sottili e non. Da questa maniera, contemporanea e nel contempo classica, sono scaturite visioni magiche e quasi astratte, che segnano il passo di un immaginario moderno e molto personale, in cui un’intrinseca armonia e un lessico lievemente simbolico interpretano il mistero e i molteplici aspetti della natura - mare, autunno, bosco, sottobosco - temi prediletti dall’artista, ora raccontati attraverso la computergrafica o pittura al computer, in cui la Siauss conferma una capacità compositiva eccellente, intrecciata a una sensibilità cromatica ancora più decisa che in passato. Il colore, appunto, la sua vita. DOVE: Galleria Rettori Tribbio • Piazza Vecchia 6 • Trieste QUANDO: 13 • 26 giugno 2015 ORARIO: feriali 10.00 • 12.30 e 17.00 • 19.30 / domenica 10.00 • 12.00 / venerdì pomeriggio e lunedì chiuso A CURA DI: Marianna Accerboni CATALOGO: INFO: www.mariannaaccerboni.com Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione Inizio: 13/06/2015 Fine: 26/06/2015 Indirizzo: • Piazza Vecchia 6 • Trieste Spazio: Galleria Rettori Tribbio Area geografica: Nord Email: marianna.accerboni@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Diramante #2 Introduzione: La Galleria Eduardo Secci Contemporary è lieta di inaugurare Sabato 13 Giugno alle ore 18:30, presso la galleria di Via Barsanti n. 1 a Pietrasanta, la mostra personale di Maurizio Donzelli intitolata Diramante. Dopo la grande esposizione presso la sede fiorentina l’artista fa capolino in Versilia con una selezione di opere inedite. La due mostre, curate da Bartholomew F. Bland, già curatore della mostra “American Dreamers”, tenutasi alla CCC Strozzina di Palazzo Strozzi nel 2012, saranno accompagnate da un catalogo comune di prossima pubblicazione. Snodandosi lungo il filo conduttore dell’idea di bellezza nell’arte contemporanea, la mostra analizza come i più recenti lavori di Donzelli vadano a collocare l’artista al centro del dibattito e della narrativa internazionale nel panorama di un mondo dell’arte professionale che, dopo averlo guardato con sospetto per decenni, ha gradualmente iniziato a fare nuovamente proprio il concetto di “bellezza”. Descrizione: La Galleria Eduardo Secci Contemporary è lieta di inaugurare Sabato 13 Giugno alle ore 18:30, presso la galleria di Via Barsanti n. 1 a Pietrasanta, la mostra personale di Maurizio Donzelli intitolata Diramante. Dopo la grande esposizione presso la sede fiorentina l’artista fa capolino in Versilia con una selezione di opere inedite. La due mostre, curate da Bartholomew F. Bland, già curatore della mostra “American Dreamers”, tenutasi alla CCC Strozzina di Palazzo Strozzi nel 2012, saranno accompagnate da un catalogo comune di prossima pubblicazione. Snodandosi lungo il filo conduttore dell’idea di bellezza nell’arte contemporanea, la mostra analizza come i più recenti lavori di Donzelli vadano a collocare l’artista al centro del dibattito e della narrativa internazionale nel panorama di un mondo dell’arte professionale che, dopo averlo guardato con sospetto per decenni, ha gradualmente iniziato a fare nuovamente proprio il concetto di “bellezza”. Accanto ad un’intervista all’artista, il catalogo della mostra proporrà un saggio panoramico di Bland sui lavori in mostra e sul posto che questi ultimi occupano all’interno del corpus delle opere dell’artista, dal titolo “Glittering Nature: Reflected Surface and the Biomorphic Form in Contemporary Art.” (“Natura sfavillante: la superficie riflessa e la forma biomorfica nell’arte contemporanea”). I lavori di Donzelli spaziano dagli intimi disegni ad acquerello alle grandi in- stallazioni di specchi e guardano allo spazio che separa l’opera d’arte da chi la osserva e all’in- terazione che si viene a generare fra i due soggetti. Nelle opere dell’artista si ritrovano sia le geometrie nette e cristalline proprie delle superfici riflesse, in cui il margine è un concetto ben definito, che quelle frammentate e rivelatrici di una nitidezza rarefatta, che si compiacciono nel prendere le distanze dall’osservatore a dispetto della seducente lucentezza delle superfici.  Al contempo, le forme curvilinee di cui Donzelli fa uso traendole dalla natura pulsano di vita. Turgide e raggomitolate, serbano segreti ed un insinuato potere fecondo. A differenza delle forme nette e pulite che caratterizzano le sue opere “specchianti”, questi lavori hanno margini sfumati, indefiniti, che abbattono le barriere che distinguono le forme. I contorni si confondono come se la vista si stesse annebbiando, come se l’osservatore fosse preda di una sensazione di stordimento, di inebriamento. Tutto ciò provoca nell’osservatore un necessario senso di disagio, regalando alle opere di Donzelli l’elemento distintivo che consente loro di issarsi dal dominio del meramente grazioso a quello del “bello”. Nella sua sapienza artistica, Donzelli riconosce come la “bellezza” esiga sempre un elemento di imprevedibilità — quell’ingrediente che, pur richiedendo qualche attimo perchè l’osservatore lo possa collocare nella tavolozza cromatica, regala all’esperienza visiva il sapore necessario. Per Donzelli, il suggestivo utilizzo delle forme, delle superfici lucide e dei colori, spesso declinati in delicate tonalità pastello, attira e coinvolge l’osservatore nella sua estetica artistica. Le sue forme spaziano dal gravosamente “basso” all’ariosamente coreografico fungendo da contrappeso all’essenzialità dei colori e delle superfici, e in questo Donzelli si rivela un vero maestro della forma pittorica. Nette e precise, hanno l’aspetto di protozoi o amebe analizzate sotto il fine occhio artistico del microscopio. Vibrano di energia propria, trasportate dalla loro innata forza vitale ed attraendolo con le loro accattivanti superfici instillano nell’osservatore un senso di sgomento che lo fa rabbrividire. Un attrito questo che, creando un distinto miasma di contraddizione superficiale, di- mostra il potente impulso che Donzelli esercita all’interno del panorama dell’arte contemporanea. Maurizio Donzelli è nato nel 1958 a Brescia, dove vive e lavora. E’ stato per sette anni docente di Teoria della Percezione e Psicologia del Colore presso l’Accademia NABA di Brescia. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni tra cui: Spettacolo di niente, Mazzotta, 2003, pubblicato in occasione dell’omonima mostra tenutasi presso la Calcografia Nazionale di Roma, a cura di Luigi Ficacci; Lo sguardo del disegnatore, edizioni l’Obliquo, 2003; Metamorfosi, Mousse Publishing, 2012; Maurizio Donzelli, Shin edizioni, 2014. Parlando di disegno, si ricordano le performance della sua Macchina dei disegni che fra il 1999 e il 2004 sono state ospitate in varie città Italiane, in Germania e negli Stati Uniti; la performance intitolata Il contorno delle cose presso la GAMeC di Bergamo, nel 2003; la mostra intitolata La natura delle cose, a cura di Francesco Poli, alla galleria Caterina Tognon di Venezia, nel 2009. Maurizio Donzelli ha esposto i suoi Mirror in varie occasioni, tra cui la mostra tenutasi alla Galleria Massimo Minini nel 2007 e le mostre tenutesi presso Palazzo Fortuny di Venezia a cura di Axel Vervoordt: In-Finitum nel 2009 e TRA - Edge of Becoming nel 2011, in occasione della quale l’artista ha presentato un’importante opera site-specific, Aleph. Nel 2012 Donzelli intitola la sua personale di Palazzo Fortuny, a cura di Andrea Villiani, Metamorfosi; quella tenutasi nel 2013 a Palazzo Barbò, a cura di Angela Madesani, prende, invece, il nome di Inenigma. Bartholomew F. Bland è un curatore e scrittore newyorkese. Riveste attualmente la carica di vice-di- rettore dell’Hudson River Museum presso il quale ha curato numerose mostre, tra cui Paintbox Leaves: Autumnal Inspiration from Cole to Wyeth e I WANT Candy: The Sweet Stuff in American Art, che ha avuto diverse sedi a livello nazionale. Ha curato, inoltre, varie mostre e progetti presso la Yale University, lo Staten Island Museum di New York, la Ronchini Gallery di Londra ed il Flagler Museum di West Palm Beach, Florida; è stato autore di numerosi saggi ed articoli sull’arte contemporanea. Ufficio Stampa Ottavia Sartini Per ulteriori informazioni si prega di visitare: www.eduardosecci.com oppure contattare la Galleria al nume- ro (+39) 0584 70322 o scrivere a pietrasanta@eduardosecci.com Si prega di partecipare alla conversazione con Eduardo Secci Contemporary con #MaurizioDonzelli su: Instagram (@eduardoseccicontemporary) _ Twitter (@EduardoSecci) _ Facebook (Eduardo Secci Contemporary) Inizio: 13/06/2015 Fine: 07/08/2015 Indirizzo: via Barsanti, 1, Pietrasanta Spazio: Eduardo Secci Contemporary Area geografica: Centro Email: gallery@eduardosecci.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.eduardosecci.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Painting Introduzione: L’evento, in programma a Via Margutta 55 fino al 2 luglio prossimo, è un appuntamento annuale nel calendario della nota Galleria e punta a far nascere nello spettatore una coscienza critica in grado di riconoscere le differenze presenti all’interno della visione della realtà propria di ciascun artista Descrizione: Esprimere sé stessi e il proprio talento, condividere con il pubblico i propri pensieri e le proprie emozioni mediante percorsi, tecniche e linguaggi diversi tra loro ma capaci di raccontare sempre e comunque allo spettatore la propria visione del mondo. E’ questo il filo conduttore sulla base del quale si sviluppa la collettiva “Painting”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’Arte” e in programma nella storica sede di Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) da giovedì 25 a giovedì 2 luglio, con orario 10.30-13.00 e 16.00-20.00 (ingresso gratuito, domenica 28 aperto). L’esposizione, che è uno degli appuntamenti più attesi nel calendario della nota galleria romana, punta a far sì che il pubblico entri in contatto con artisti caratterizzati da origini, percorsi formativi, patrimoni conoscitivi, esperienze e produzioni assolutamente diversi. Così, una accanto all’altra eppure perfettamente amalgamate in questa preziosa collettiva, trovano il proprio spazio tele di enorme impatto visivo, caratterizzate da un linguaggio forte e da una vitalità espressiva unica ma anche da una padronanza completa e assoluta dei mezzi tecnici. Tutti questi lavori sono il segno incisivo e fiero del mondo interiore che anima e ispira i pittori in mostra, un intreccio estremamente variegato di fili differenti tra di loro ma assolutamente capaci di accendere l’immaginazione di ognuno di noi nella ricerca di una identificazione personale e di generare nello spettatore emozioni intense fino a spingerlo in un interminabile viaggio all’interno dell’animo umano. Diversi tra loro i generi in esposizione: si passa dall’espressionismo astratto al figurativo, anche di ispirazione metafisica, fino all’astrattismo. Tante anche le tecniche utilizzate: da quelle tradizionali dell’olio e dell’acrilico a quelle miste. A prendere parte con i propri lavori a questo piacevole scambio artistico sei pittori di provenienza, non soltanto culturale, assolutamente diversa: Helmut Bredehorn, Alessia Meddi, Afsanè Moghaddam Mitus, Anna Novak, Fernando Palmacci e Nina Voluta. A selezionarli il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico di Palazzo Margutta e Presidente dell’Associazione Margutta Arte, e il gallerista Remo Panacchia, entrambi soci fondatori de “Il Mondo dell’Arte”, che, da sempre, propone in questo prestigioso luogo espositivo artisti professionisti e pittori che hanno portato l’arte italiana nel mondo. “In quest’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni – abbiamo fatto confluire autori che presentano tecniche impegnative e affrontano tematiche diverse. Si va dall’impressionismo all’arte astratta, passando per pezzi in cui si evidenzia un uso del colore forte, talvolta inquieto, che fa vibrare l’animo di chi lo osserva. Così facendo siamo riusciti a dar vita a un’esposizione completa capace, ancora una volta, di emozionare”. L’appuntamento per il vernissage è fissato per giovedì 25 giugno 2015 dalle 18.30 alle 21.30. Helmut Bredehorn: nasce in Germania nel 1915 da Wilhelm Bredehorn, editore e titolare della casa editrice Pestolazzi di Düsseldorf. Conclusa l’accademia d’arte di Düsseldorf, Bredehorn intraprende diversi viaggi-studio in Inghilterra, Francia, Italia e Spagna. Affascinato dall’intesa uomo-animale-natura nella perenne alternanza delle forme e nei giochi di luce, l’artista sviluppa il proprio stile impressionistico. Pur prediligendo la pittura a olio, utilizza in seguito anche l’acrilico che esprime con tratto sicuro e con colori vivaci di consistenza pastosa. Più tardi la sua attenzione si concentra anche sulla figura in azione: è così che si avvicina all’illustrazione. Per molti anni, da libero professionista, realizza illustrazioni per l’editore Burda in Germania e si dedica a una serie di caricature. La sua passione per i paesaggi mediterranei del continente europeo lo portano sovente a soggiornare per lunghi periodi in Italia, Portogallo e Francia. E’ proprio nel sud-ovest della Francia che passa gli ultimi anni della sua vita. Alessia Meddi: nasce a Roma nel 1978, dove tuttora vive e opera. Chiaro è che i geni artistici precedono, con la loro esistenza di derivazione paterna (Aldo Meddi, pittore surrealista), quella che è per definizione la “nascita” genetica. Talento e vocazione da ricercarsi dunque nel sangue, nell’animo e in un carattere chiuso, implosivo, ma sempre tendente alla comunicazione con l’“altro”, avvalendosi dell’unico mezzo da Meddi ritenuto valido perché sincero, la pittura. Inizia a dipingere fin dalla giovane età, in una sorta di inconscia mimesis, prosegue gli studi al Liceo Artistico che termineranno all’Accademia di Belle Arti, in via Ripetta a Roma, con il massimo dei voti, discutendo una tesi in Scenografia: Dante Ferretti. Spaventosa genialità della semplicità…e l’universo pasoliniano. Dopo poco tempo firmerà la scenografia di un film italoamericano Sons of Italy, dove la giovane trasformerà piccoli vicoli campani in una realtà algerina, totalizzante per colori e profumi. Alcune delle opere dell’artista partecipano, come protagonisti indiscussi in diverse realtà teatrali, non come decorativi elementi scenografici ma come silenti attori parlanti. Suoi lavori sono in collezioni private italiane e a New York. “Caratteristiche dello stile di Alessia Meddi sono l’assoluta padronanza dei mezzi tecnici e la sua capacità di sintesi contenutistica in immagini che spesso raffigurano solo dei particolari di figure o di volti in primissimo piano. (…). Un modo di fare pittura che provoca e comunica, rivelando inoltre le validissime capacità rappresentative di una pittrice che sa come trattare il colore, piegandolo a plasmare quasi le forme, con sobrietà di timbri e improvvisi baluginii di luci” (R. Perdicaro) Afsanè Mitus Moghaddam: nata a Teheran nel 1964, si laurea in pittura alla Facoltà di Belle Arti dell’Università di Teheran nel 1991. Dal 1988 al 1994 espone in molte mostre, sia collettive che personali, nel suo paese d’origine. Nel 1994 giunge a Roma, dove vive e lavora respirando l’aria di pittura, architettura e musica antica italiana e frequenta l’Accademia di Belle Arti prendendo anche parte a ulteriori esposizioni. Prosegue poi la sua attività in Italia. Diverse le mostre significative, sia a Roma che a Milano, in cui riceve premi e riconoscimenti. Il suo interesse artistico si è sviluppato anche nel campo del design, della scultura e della ceramica, spaziando nell’incisione, nella musica, nella danza, nel teatro e nella grafica. Centrale nella pittura di Afsanè Moghaddam è la donna, simbolo polivalente che “assume fascinazione di desiderio e slancio, di turbamento e riappacificazione nelle profondità del nostro io. (…).Le raffigurazioni di Afsanè sono presenze enigmatiche attestate in una solitudine sfingica eppure stranamente belle, conturbanti e forti come rocce di Marfisa nel loro distanziato equilibrio di grazia e vertigine. Ci stanno di fronte come archetipi d’amore e di armonia cosmica. Colpisce l’accentuato tratteggio delle forme smaccatamente scultoree di emblematiche Pomone variamente posturate, intrise sulla tela o su carta di tonalità umbratili e grigiastre che accentuano l’enigma allo sguardo indagante”.(Paolo Miccoli) Anna Novak: polacca, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Cracovia - dove consegue la laurea in Grafica e Manifesto - prosegue il proprio tirocinio a Cracovia, la città più occidentalizzata della Polonia, ricca di un passato culturale influenzato di benefici contatti con l’Europa, soprattutto con l’Italia e con la Francia. Nei suoi quadri disegno e pittura si incontrano perfettamente. E’ appunto nella schematizzazione di idee e atteggiamenti interpretati attraverso il corpo umano, strutturato con movenze e curve agili ma decise, che la pittrice trova la risoluzione simbiotica tra forma e psicologia della forma, tra stile e contenuto in cui è sempre la linea frontale a cogliere e affascinare l’occhio. I soggetti da lei ritratti, quasi sempre donne e ballerine, si liberano dalla dimensione terrena e riescono a raccontare storie che vanno oltre la loro corposità e obbligano l’osservatore a riflettere sulla tristezza e sulla gioia di vivere. Così l’artista, in un ideale itinerario, racconta le lunghe dissonanze della vita indicendoci a pensare che tutto è nel presente. Affascinata da suggestivi scorci di Roma che, fin dal suo primo viaggio come turista, l’hanno conquistata, la Novak rievoca e rivisita, in chiave moderna, l’atmosfera e il sapore dell’ottocento. Ad oggi l’artista ha preso parte a più di 50 mostre collettive e individuali, sia in Italia che all’estero. “La realtà, il sentimento non sono fatti esteriori e temporanei, ma vengono a far parte di un tessuto emotivo che opera e detta con saggezza le vesti cromatiche con le quali, la nostra artista, copre le sue figure di donne evanescenti e sognanti”. (Giovanni Gentile) Fernando Palmacci: nasce a Terracina (LT). Artista autodidatta, inizia a dipingere giovanissimo. Il segreto della sua pittura è da cercare con buona probabilità nella capacità di trasferire oniricamente la realtà in sogno e fantasia. Nelle sue tele sono numerosi i richiami ai grandi maestri da cui trae ispirazione, primo fra tutti Giorgio De Chirico. Dai suoi quadri sgorga una sorgente di poesia e la figurazione tradizionale diventa astrazione interiore in un paese fatato, ma nello stesso tempo vigorosamente legato alle radici della sua infanzia e della vita vissuta che viene rappresentata come rami e sotterranei aperti al cielo dell’umanità. L’utilizzo esclusivo della pittura a olio gli consente di creare sofisticate velature trasparenti e di lavorare il colore, permettendo effetti di luce e profondità, difficilmente raggiungibili con altre tecniche. Nina Voluta: moldava di nascita (1974) ma naturalizzata italiana, dopo il diploma all'Accademia di Costume e Moda di Roma, lavora come stilista e designer d'accessori nel nostro paese e all'estero. Spinta dall'amore per l'arredamento d’interni, già da qualche tempo si sta dedicando alla pittura, realizzando tele che sono oggetti di design e decorazione. I suoi quadri contengono una chiara contaminazione tra moda e design e sono un'infinita ricerca della perfezione del colore e della forma, per lo più astratta, che riesce a esprimere il mood contemporaneo e che offre una lettura multistrato. Ogni suo quadro, infatti, nasconde un significato diverso, percepibile a seconda dello stato d'animo dell’osservatore, una sorta di mandala che agisce come lente d’ingrandimento catturando ciò che è presente nell’inconscio. Alla ricerca di nuove tecniche miste, tra cui l’acrilico, la colla, la china, i tessuti e i quarzi, da impiegare su tela e legno, utilizza il colore come una terapia. Secondo l’artista le tinte sono, infatti, indispensabili per ritrovare l'armonia e l'equilibrio del corpo e dello spirito: appassionata di Feng Shui propone, pertanto, i suoi quadri come complementi d'arredo capaci di ristabilire l'armonia e l'equilibrio tra l'ambiente e lo stato d'animo di chi lo abita, ma anche di regalare un’atmosfera calda e risvegliare nell’osservatore l’innata capacità di esprimere sé stesso attraverso immagini e colori. Inevitabili i richiami a Pollock, così come a Monet e Gustave Moreau, rappresentati in chiave astratta. Galleria Il Mondo dell’Arte “Palazzo Margutta” (www.ilmondodellarte.com) - Via Margutta, 55 Roma Mostra collettiva degli artisti: Helmut Bredehorn, Alessia Meddi, Afsanè Moghaddam Mitus, Anna Novak, Fernando Palmacci e Nina Voluta. Vernissage cocktail giovedì 25 giugno 2015, ore 18.30 - 21.30. La mostra si protrarrà fino al 2 luglio 2015: dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Domenica 28 aperto, lunedì mattina chiuso. Inizio: 25/06/2015 Fine: 02/07/2015 Indirizzo: Via Margutta 55, Roma Spazio: Palazzo Margutta Area geografica: Roma Email: paola_pacchiani@yahoo.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: No Violence! La Bellezza contro la Brutalità Introduzione: La violenza: una forza bruta che avvelena il mondo sin dalle epoche più remote, una ferita aperta che si è trasformata in una vera e propria piaga soprattutto nella società attuale. Violenza sulle donne, violenza su bambini ma anche violenza nelle scuole, negli stadi sono argomenti sempre più all’ordine del giorno, notizie che apprendiamo di sfuggita e che il più delle volte evitiamo anche di commentare perché ormai entrate a far parte del nostro quotidiano. Descrizione: Si aprirà dal 29 Giugno la collettiva No Violence! La bellezza contro la brutalità. L'associazione Kouros, organizzatrice dell'evento vuole dedicare questa mostra a tutte le vittime di violenza, evidenziando come la violenza sia sempre un più un male da estirpare definitivamente. Ogni artista, attraverso le proprie opere, grida a suo modo il proprio “No alla Violenza”, a qualunque forma di violenza, praticata non soltanto ai danni di donne spesso innamorate dei loro carnefici, ma su qualsiasi essere umano!! Esporranno i seguenti artisti: Roberta Ferrari, Lavinia Longhetto, Anna Nocera, Cesare Cassone, Maruska Berti, Daniela De Simone. Curatore: Francesca Callipari La mostra sarà visitabile da lun a dom dalle 10.30-12.00/17.30-19.00 Il vernissage si terrà il 29 GIUGNO 2015 alle ore 18.30 (ingresso libero) Inizio: 29/06/2015 Fine: 08/07/2015 Indirizzo: via roma , Lucca Spazio: Sala Corte dell'angelo Lucca Area geografica: Centro Email: kouros.associazioneculturale@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.facebook.com/kouros.servizi/photos/gm.864934070267715/1453609464953175/?type=1&theater Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Mount Vesuvius Introduzione: Il lavoro recente di Italo Mustone merita oggi perciò ancor più attenta considerazione: indica infatti, una possibilità di sviluppo originale, un modo per connettere radicamento e visione ampia, come simboleggiano esplicitamente alcune sue figure. Se, infatti, in altre ricerche si è teso alla scoperta e al recupero delle matrici più arcaiche e primitive, cercandovi una fonte di ispirazione, nel caso di Mustone, anche quando rimane il richiamo alle figure archetipiche, lo sguardo è sicuramente più disincantato, forse, distaccato, ma sicuramente meno indulgente. Descrizione: La mostra “MOUNT VESUVIUS” di Italo Mustone si inaugura il 20 giugno 2015 alle ore 18.30 presso la galleria Nuvole Arte Contemporanea di Montesarchio e chiude la stagione espositiva, prima della pausa estiva. Si tratta di un nuovo significativo appuntamento che completa un ciclo ricco di proposte: consolidatasi nel panorama espositivo campano, Nuvole Arte rappresenta ormai un punto di riferimento imprescindibile per la conoscenza della scena artistica, in particolare del sud. Pur non dedicandosi esclusivamente ad artisti del sud, Nuvole arte, negli ultimi anni è diventata un crocevia frequentato da diverse generazioni di artisti che provengono da Campania e Puglia, in particolare. Italo Mustone è parte di questa scena che riserva spesso notevoli sorprese, perché artisti come Italo pur continuando a lavorare nel proprio territorio hanno saputo confrontarsi con ricerche e artisti internazionali, conservando sempre una propria specificità originaria. Il lavoro recente di Italo Mustone merita oggi perciò ancor più attenta considerazione: indica infatti, una possibilità di sviluppo originale, un modo per connettere radicamento e visione ampia, come simboleggiano esplicitamente alcune sue figure. Se, infatti, in altre ricerche si è teso alla scoperta e al recupero delle matrici più arcaiche e primitive, cercandovi una fonte di ispirazione, nel caso di Mustone, anche quando rimane il richiamo alle figure archetipiche, lo sguardo è sicuramente più disincantato, forse, distaccato, ma sicuramente meno indulgente. La biografia di Mustone evidenzia come si sia accostato ai temi dell’antropologia e della cultura popolare, soprattutto attraverso il lavoro di Roberto De Simone, ma come il ricorso ai topos, come quello per esempio del vulcano, pur avvicinabile alle esperienze di altri, a cominciare da Warhol fino a Tatafiore, solo per citare due estremi, si proponga nel suo lavoro come un modo per trattare una figura retorica fondamentale. Il Vesuvio è infatti immagine che si compone di molte immagini in una rappresentazione oleografica tesa sino allo straniamento e alla perdita del significato originario. È questa l’elaborazione tipica di una narrazione ripetuta fino a dimenticare il suo autore originario, divenendo narrazione antica e insieme sempre variante. Tipologia replicata spersonalizzante è anche il senso delle figure umane che si ripetono in apparenza simili, nei lavori di Mustone, ma che variano in intensità per la quantità e qualità di colore, nel rapporto tra figura e sfondo, fino a diventare presenze fantasmatiche. L’artista ci avverte, così, che una maggiore autenticità non è da cercare nell’intensità della visione. Non perché una frase è ripetuta e che è ripetuta con maggior forza che acquista in verità, infatti. Luogo dei luoghi comuni, eppure sempre magmaticamente inafferrabile è Napoli, il termine di un tributo di riconoscenza dell’artista, celebrato con la mostra da Nuvole Arte, che però non nasconde come il fondo ribollente della città sia in grado di accogliere e insieme espellere ogni cosa, compresi i suoi figli. Avvicinamento e allontanamento rimangono così i movimenti propri di chi si radica, ma al tempo stesso vuole distaccarsi per guardare con maggiore oggettività. Questo fa l’antropologo, e questo fa l’artista. Domenico Maria Papa Inizio: 20/06/2015 Fine: 31/07/2015 Indirizzo: iv novembre, montesarchio Spazio: nuvole arte contemporanea Area geografica: Sud Email: nuvolearte@alice.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: “Astrattismo delle origini” Introduzione: Giovedì 25 giugno, alle ore 18:30, inaugura a Lecce, nel Castello Carlo V, la mostra di Andrea Benetti intitolata “Astrattismo delle origini”, allestita con venticinque opere su tela e la presentazione dell'opera di videoarte intitolata “essentia”. Descrizione: “Astrattismo delle origini” è un progetto promosso e patrocinato dal Comune di Lecce, dal MUST (Museo storico di Lecce) dall'Associazione Culturale Italian Art Promotion e dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Theutra, Oasimed e Novamusa, e curata dal prof. Toti Carpentieri. Una mostra di pittura Neorupestre di Andrea Benetti, ispirata all'astrattismo delle origini con la presentazione dell'opera di videoarte intitolata “essentia”, realizzata da Andrea Benetti, Audrey Coianiz, Saul Saguatti e Frank Nemola. L'opera di videoarte è già stata presentata in anteprima ad aprile, all'interno della mostra di Andrea Benetti intitolata “VR60768 anthropomorphic figure”, promossa dalle Università di Bologna e Ferrara ed allestita a Roma presso la Camera dei Deputati. “Astrattismo delle origini” nasce dalla ricerca creativa di Andrea Benetti, che convoglia la propria esperienza nel progetto, unendo la pittura alla videoarte, mescolando sensazioni visive ed acustiche, con la creazione di un ponte ideale tra le origini dell'uomo e la contemporaneità. Egli focalizza la propria attenzione sull'odierno modo di comunicare, basato sull'utilizzo diffuso di una neo-iconografia, tesa ad estremizzare e a semplificare la comunicazione, in un probabile inconscio ritorno alle origini. Ne consegue l'appropriata analogia alla base del progetto, che evidenzia come i più diffusi dispositivi utilizzati oggi dalle masse interagiscano principalmente con l'uomo attraverso l'uso di due sensi, che fungono da percettori di immagini e di suoni, ovvero la vista e l'udito. Attraverso la televisione digitale ed internet, grazie a strumenti di grande diffusione quali i tablet, gli smartphone ed i computer, percepiamo e trasmettiamo la realtà, o l'illusione di essa, sempre attraverso quei due sensi. Effettuando una trasfigurazione ed una rivisitazione ideale, Andrea Benetti in collaborazione con Audrey Coianiz, Frank Nemola e Saul Saguatti, tra l'onirico ed il reale, grazie alla creazione di un neo-simbolismo, fa rivivere in “essentia” colori, forme e suoni delle origini, che agli albori dell'umanità, i nostri antenati scoprivano per la prima volta ed utilizzavano per comunicare. Da parecchi anni Andrea Benetti svolge la propria ricerca sulla pittura Rupestre, rendendole omaggio con opere che la rivisitano e la trasfigurano. Egli parte dal concetto che nella pittura Rupestre erano già contenute tutte le future vie della pittura, tra cui il figurativo, l'astrattismo, il simbolismo ed il concettuale. Usando la tela come supporto, le sue opere sono formate da bassorilievi realizzati col fondo gesso ad emulare simbolicamente le sporgenze delle pareti rocciose; il bassorilievo è successivamente anticato con sostanze naturali, quali caffè, hennè, cacao, curcuma, ecc. e reso simile cromaticamente ai minerali presenti in natura, per poi passare alla fase finale, in cui completano l'opera i colori ad olio. Saranno le tele ispirate all'astrattismo delle origini a costituire l'asse portante della mostra allestita a Lecce, nel suggestivo Castello Carlo V. Andrea Benetti, nato a Bologna nel 1964, ha ideato il "Manifesto dell'Arte Neorupestre" (presentato nel 2009 alla 53. Biennale di Venezia), che si ispira idealmente alla genesi dell’arte, citando, trasfigurando, reinventando concetti e forme proprie della pittura Rupestre. Ha collaborato e collabora tutt’oggi alla realizzazione di progetti artistici con varie Università italiane ed estere, tra cui la Johns Hopkins University, le Università di Bologna, Ferrara, Roma Tre, Lecce, Bergamo, Chieti, Bari e sono in corso nuove importanti realizzazioni. Le sue opere sono presenti nelle Collezioni Istituzionali di tutto il mondo, tra cui l’O.N.U., il Quirinale, la Camera dei Deputati, il Vaticano, Ambasciate, importanti musei di arte contemporanea in Italia e all’estero e prestigiose Collezioni Private. Sono ormai diverse decine i professori universitari ed i critici di rilievo che hanno scritto della sua arte, partecipando attivamente ai molti progetti che sino ad oggi il Maestro ha portato a termine. Da alcuni anni a questa parte, sempre ispirandosi all’arte delle origini, sta realizzando opere di videoarte, che proietta autonomamente o alle inaugurazione delle mostre che realizza ogni anno in luoghi di rilevanza internazionale. www.andreabenetti.com – www.andreabenetti-foundation.org Per informazioni ed interviste: tel. 338 9290128 - info@andreabenetti.com Inizio: 25/06/2015 Fine: 18/07/2015 Indirizzo: via xxv luglio, Lecce Spazio: Castello Carlo V Area geografica: Sud Email: ufficiostampa@tehutra.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: The Paper Game Introduzione: Opere, creative e divertenti, portano lo spettatore a confrontarsi con alcuni momenti cruciali della vita mostrando solo un ricordo, un incontro ravvicinato con la propria essenza più vera e intima: quella della nostra fanciullezza. Silhouettes minuziose assemblate a Papier collé, scene pittoresche incorniciate, paesaggi e scene di vita quotidiana, mondi fantastici di carta, pitture delicate dai continui richiami alla più profonda cultura occidentale rappresentata dai personaggi fiabeschi con un tocco di poesia e semplicità mai scontata sono le particolari creazioni che Andrea Armagni, Daniela Ferretti, Liliana La Vecchia, Federica Petri, Pia Taccone propongono nelle loro interpretazioni che grandi e piccini possono leggere, anche senza essere “addetti ai lavori” o “benpensanti snob” nel campo dell'arte. Il senso profondo e pulsante di una rievocazione autentica quasi come in un rito arcano e magico, una potente contraddizione in termini la concretezza illusoria, ci conduce in avventure eccitanti, in possenti esplorazioni nel nostro passato alla ricerca di quella spensieratezza e leggerezza che caratterizzava la fragilità del nostro essere fanciulli. Descrizione: -Torino - Inaugura giovedì 18 giugno alle ore 18.30 la collettiva d'arte contemporanea “THE PAPER GAMES”- reminiscenze di un tempo che fu, mostra dedicata alle opere di artisti contemporanei ospitata alla All The Best Art Gallery di corso Verona, 21 a Torino e visitabile dal 18 giugno al 10 luglio 2015. Con questa mostra originale, divertente, ambiziosa, la galleria torinese conclude la prima parte del suo intenso programma espositivo che riprenderà a fine settembre 2015. Il percorso espositivo condurrà lo spettatore attraverso l'immaginario individuale degli artisti presenti in un viaggio metafisico diviso tra mondo onirico e quotidiano immaginario fatto di reminiscenza, fantasia e a volte rimpianti nel dialogo costante con il contesto sociale come quello odierno scosso da rivolgimenti e contestazioni che vanno superati puntando sulla forza della fantasia come punto fermo iniziale della realtà circostante. Le opere presenti, creative e divertenti, portano lo spettatore a confrontarsi con alcuni momenti cruciali della vita mostrando solo un ricordo, un incontro ravvicinato con la propria essenza più vera e intima: quella della nostra fanciullezza. Silhouettes minuziose assemblate a Papier collé, scene pittoresche incorniciate, paesaggi e scene di vita quotidiana, mondi fantastici di carta, pitture delicate dai continui richiami alla più profonda cultura occidentale rappresentata dai personaggi fiabeschi con un tocco di poesia e semplicità mai scontata sono le particolari creazioni che Andrea Armagni, Daniela Ferretti, Liliana La Vecchia, Federica Petri, Pia Taccone propongono nelle loro interpretazioni che grandi e piccini possono leggere, anche senza essere “addetti ai lavori” o “benpensanti snob” nel campo dell'arte. Il senso profondo e pulsante di una rievocazione autentica quasi come in un rito arcano e magico, una potente contraddizione in termini la concretezza illusoria, ci conduce in avventure eccitanti, in possenti esplorazioni nel nostro passato alla ricerca di quella spensieratezza e leggerezza che caratterizzava la fragilità del nostro essere fanciulli. Il mondo che gli artisti della collettiva presentano è il nostro mondo, quello che abbiamo lasciato per tuffarci in ambizioni, responsabilità, problematiche, sentimenti sempre più complessi e coinvolgenti, dolori che adombrano le gioie, rapporti spesso difficoltosi: in una parola la vita … piena, coinvolgente, frenetica, palpitante ed eccitante vita che ci sferza come il vento su un'alta scogliera e talvolta ci fa agognare un posto caldo e sicuro, riparato da tutto e tutti, come quando da bambini giocavamo nella nostra camera ignari e inconsapevoli del mondo. In questo luogo incantato si vive il momento senza vergognarsi del passato o preoccuparsi per il futuro, si esprimono i sentimenti e non si ha paura di amare come nei momenti felici dell'infanzia affollata di creature fantastiche, fiori, figure geometriche in un piccolo sogno che vale la pena di essere vissuto: anche solo per pochi istanti. Artisti: Andrea Armagni, Daniela Ferretti, Liliana La Vecchia, Federica Petri, Pia Taccone Curatela e testi Critici Alessandro Allocco Vernissage Ore 18,30 giovedì 18 giugno 2015 “"The Paper Game” reminiscenze di un tempo che fu 18 giugno – 10 luglio 2015 ATB Art Gallery, corso Verona, 21- 10152 – Torino - Italy - Info: Mobile +39 333 3625949 W: www.atbartgallery.com – E: atbartgallery@gmail.com Orari di apertura: lunedì - venerdì 10,30/13,00 – 16,00/18,00 sabato e altri orari su appuntamento Ingresso gratuito Inizio: 18/06/2015 Fine: 09/07/2015 Indirizzo: Corso Verona. 21, Torino Spazio: Atb art gallery Area geografica: Nord Email: atbartgallery@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://www.atbartgallery.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Mostra Internazionale sulle Torture Medievali Introduzione: Le sale espositive del Castello Carlo V di Lecce ospiteranno dal 11 Luglio 2015 al 10 Gennaio 2016 la mostra sugli antichi strumenti di tortura medievali dal titolo “Mostra Internazionale sulle Torture Medievali ”. Descrizione: La mostra, promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese - Theutra, Oasimed e Novamusa - e patrocinata dal comune di Lecce, è stata ospitata in varie nazioni tra le quali Spagna,Portogallo e Malesia e visitata da più di un milione di persone. Attraverso fedeli ricostruzioni di strumenti di tortura, utilizzati nell’epoca medievale ed anche nei processi Inquisitori, si esaminano i motivi ed i mezzi con i quali per secoli l’uomo ha inflitto torture ad altri uomini. Perfetta è l’ambientazione nel Castello Carlo V che ricrea un’atmosfera adeguata all’intera esposizione. In mostra oltre cinquanta strumenti di dolore e morte, dalla sedia inquisitoria alla garrota, dalla “Veglia” o culla di Giuda, alla botte chiodata usata per uccidere Attilio Regolo, per arrivare a strumenti meno conosciuti. Leggii ed illustrazioni tratte da antichi disegni racconteranno nel dettaglio l'utilizzo degli strumenti nel tempo, dal medioevo fino ai giorni nostri, esaminandone i motivi e il contesto storico. La mostra intende far riflettere lo spettatore e sensibilizzare l'opinione pubblica sulle atrocità delle torture e la violazione dei diritti umani in un momento in cui queste tematiche tornano tristemente agli onori della cronaca quotidiana. Un invito a ricordare per non dimenticare Cesare Beccaria, nel pieno ‘700 illuminista, così si esprimeva nel suo “Dei Delitti e delle Pene” : “Parmi assurdo che le leggi che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime e per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinano un pubblico assassinio”. Inizio: 11/07/2015 Fine: 10/01/2016 Indirizzo: via xxv luglio, Lecce Spazio: Castello Carlo V Area geografica: Sud Email: ufficiostampa@tehutra.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.ilecce.it/images/castellocarlov/Mostra-torture/mostratorture2015__DEF_Lecce.jpg Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: RIGENERATIO - MOSTRA PERSONALE ISTITUZIONALE DI GIORGIO CELIBERTI Introduzione: MAG presenta RIGENERATIO MOSTRA PERSONALE ISTITUZIONALE DI GIORGIO CELIBERTI a cura di Salvatore Marsiglione Inaugurazione Giovedì 2 luglio ore 18:00 Descrizione: dal 2 luglio al 2 agosto 2015 SAN PIETRO IN ATRIO Via Odescalchi, 3 Como MAG Via Vitani, 31 Como info: +39 3287521463 info@marsiglioneartsgallery.com www.magcomo.it Con il Patrocinio del Comune di Como Con il Patrocinio di Padiglione Italia EXPO Milano 2015 Con il Patrocinio di SistemaComo 2015 Con il Patrocinio del Canto della Terra, Como Culture Capital 2015 Con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo. orari apertura: tutti i giorni dalle 10:30 alle 19:30, giovedì, venerdì e sabato fino alle 23:00 La MAG - Marsiglione Arts Gallery, con il Patrocinio ed il sostegno del Comune di Como, con il Patrocinio del Padiglione Italia EXPO Milano 2015, con il Patrocinio di SistemaComo2015, nell'ambito delle iniziative Como 2015 Cultural Capital - Il Canto della Terra, e con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Luigi Russolo, presenta la prima mostra personale a Como di Giorgio Celiberti dal titolo Rigeneratio. Nella linea progettuale della galleria, la scelta di un Grande Maestro che esalta e usa la pittura come fosse parola e lettura, non poteva che cadere su Giorgio Celiberti. Maestro di grande spessore quanto uomo umile e gentile, egli ha cavalcato gli ultimi 70 anni della storia dell’arte in modo trasversale tra pittura e scultura, dedicandosi da più di 45 anni, alla rappresentazione delle terribili sofferenze inflitte al popolo ebraico e alla grandezza dell’amore! In mostra è divisa tra gli spazi istituzionali di San Pietro in Atrio e la galleria MAG, con lo stesso concept, La Rigenerazione della vita, della natura, che il curatore Salvatore Marsiglione ha voluto rappresentare con alcune opere inedite e altre già conosciute del Maestro Giorgio Celiberti, che racchiudono un arco di 40 anni di lavoro. Ancora 18enne partecipa, nel 1948, alla prima Biennale d’arte di Venezia del dopoguerra, allievo di Emilio Vedova, lo resterà fino ai primi anni ’50 quando si trasferisce prima a Parigi e poi a Bruxelles per assorbire dai circoli culturali e dalle avanguardie d’oltralpe. Gli ultimi anni ’50 li passa a Londra, dove imperversava l’espressionismo di Bacon e Sutherland, prima di viaggiare e soggiornare anche per lunghi periodi tra gli USA e tutta l’America Latina. Al rientro in Italia si trasferisce per un lungo e fruttuoso periodo a Roma, dove frequenta gli artisti di punta del panorama italiano. Il ritorno a Udine, verso la metà degli anni Sessanta, ha consentito a Celiberti di avviare un lavoro di riflessione su se stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione. Nel 1965 accade un fatto destinato a modificare in senso radicale la sua arte. Visita il lager di Terezin, vicino Praga, dove migliaia di bambini ebrei, prima di essere trucidati dai nazisti hanno lasciato testimonianze della loro tragedia in graffiti, disegni, in brevi frasi di diario e in un libretto di poesie, testimonianze toccanti della loro tragedia. Il Maestro Giorgio Celiberti in 70 anni di profonda ricerca interiore, è stato invitato alle rassegne d’arte più importanti del mondo tra Oriente e Occidente e ha le sue opere esposte in permanente in importanti musei. La mostra vuole offrire lo spunto per la riflessione su un fatto naturale, un atteggiamento positivo verso ciò che caratterizza la vita di tutti gli esseri viventi da sempre, la rigenerazione della natura come fondamento del nostro viaggio. Collegandoci alla celebre frase di Nietzsche «Bisogna avere un caos dentro di sé, per generare una stella danzante», il concetto verso la Rigeneratio è direttamente conseguente: la tragedia di quei poveri bambini costretti nel lager, ha permesso loro di trasmettere le loro emozioni, le loro paure, i loro sogni e le loro speranze attraverso quei graffi, segni e piccoli graffiti; il Maestro ha assorbito quelle immagini che gli hanno fatto esplodere una grande energia che covava dentro di se. La natura, immensamente più grande dell’uomo, genera la vita dalla morte, pensiamo alla morte delle piante che attraverso la loro decomposizione danno il nutrimento ai semi che diventeranno prima vita, poi piccole piante, fino a grandi alberi. Il nutrimento dell’anima - la scintilla - può derivare anche dall’assorbimento di una forte emozione fatta di morte, distruzione e desolazione. Salvatore Marsiglione Inizio: 02/07/2015 Fine: 02/08/2015 Indirizzo: Via Odescalchi, 3 Como Spazio: San Pietro in Atrio Area geografica: Nord Email: info@marsiglioneartsgallery.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: Immagini di uno stare Introduzione: Alla Galleria d'Arte Moderna di Palermo - dal 27 giugno al 7 settembre 2015 - sarà ospitato un originale dialogo tra la pittura di Marc William Zanghi, uno tra i più importanti rappresentanti della giovane arte siciliana, la cui figurazione s’inserisce sul sentiero tracciato dai protagonisti della Scuola di Palermo, e gli interventi architettonici di Gianni Pettena, uno degli esponenti più accreditati dell’architettura radicale, sorta a Firenze alla fine degli anni Sessanta. Il progetto s’inserisce all’interno del ciclo di mostre realizzate nello spazio temporaneo della GAM. Galleria d'Arte Moderna di Palermo per valorizzare il circuito di artisti contemporanei attivi in Sicilia. Quest’ultima tappa ha la peculiarità di creare una maggiore attenzione al confronto tra oggetto osservato e osservatore, contenuto e contenitore – che Zanghi ha da sempre sottolineato nella sua ricerca – grazie alle installazioni di Gianni Pettena che per l’occasione propone alcuni degli lavori nati nel 1968 proprio nel capoluogo siciliano. Descrizione: L’esposizione, a cura di Lorenzo Bruni, presenterà trenta dipinti e sculture di Marc William Zanghi collocati negli spazi del museo palermitano, appositamente modificati da tre interventi di Gianni Pettena. Il percorso espositivo, scandito dalle opere di Marc William Zanghi, prende avvio da sei nuove tele di grandi dimensioni con soggetti di foreste tra l’esotico e il fantasy e continua con quattro esili sculture installative: teste in miniatura che evocano reperti archeologici, realizzate con resina poliuretanica e acrilico. Si chiude, infine, con quindici quadri appartenenti a cicli della produzione precedente, associati da un'originale riflessione sulla figura dell'antieroe. Oltre a questi, saranno esposti due lavori inediti su carta e due teche contenenti altre sculture/teste che, dialogando con gli interventi monocromi realizzati su tre pareti, stabiliscono una relazione particolare con la visita/scoperta del luogo da parte dell'osservatore. L’itinerario di Gianni Pettena corrisponde a tre interventi spaziali volti a scardinare il normale rapporto di contenitore e contenuto su cui si fonda l’architettura occidentale. Questo è evidente con le “Sedie indossabili” - utilizzate per una performance/happening nel centro urbano di Minneapolis nel 1967 - che, durante l’inaugurazione, vestiranno alcuni studenti in un'azione “surreale”. Le stesse saranno successivamente esposte sospese al centro della sala per dare vita ad un’insolita installazione/scultorea. L’opera "Applausi", una valigia portatile con la luce che si accende a intermittenza - creata per la prima volta nel 1968 per il VI Festival della Musica d'Avanguardia, tenutosi al Teatro Biondo di Palermo, quindi presentata alla VI Biennale di Berlino nel 2010 - animerà il secondo ambiente. Il lavoro, nato come sfida ironica all'allora nascente pubblico televisivo, acquista una dimensione amara rispetto all'attuale assenza di pubblico nel mondo globale digitale, dal momento che tutti gli utenti si considerano protagonisti attivi. L’installazione "Milite Ignoto", le cui lettere saranno visualizzate tramite sagome in cartone alte due metri ciascuna, organizzeranno lo spazio di una sala del museo in maniera unica. All’esterno, invece, saranno visibili due oggetti scultorei recanti le scritte "CARABINIERI" e "GRAZIA&GIUSTIZIA", realizzati per la prima volta a Palermo nel 1968 durante una performance che prevedeva una processione per le vie della città. Come scrive Lorenzo Bruni nel testo contenuto nel volume che accompagna la mostra: "[...] Il loro coesistere in questa mostra è reso possibile dalla simile volontà dei due artisti di mettere in discussione proprio il ruolo di pittore (per Marc William Zanghi) e di architetto (per Gianni Pettena) in cui hanno scelto di iscrivere da sempre il loro vocabolario e campo di azione. Così, visitando la mostra appare evidente che per Gianni Pettena è fondamentale stabilire un confronto/scontro con il pubblico per stimolarlo a percepire in maniera differente il luogo che attraversa, più che a fornirgli una delimitazione dello spazio fisico per fini solo funzionali. Mentre, per Marc William Zanghi si tratta di un'infinita attrazione/repulsione per la superficie pittorica, che da sempre ha aggredito per renderla una dimensione magmatica e allucinatoria per mezzo del colore denso e i dei toni squillanti sul rosa”. La mostra s’inserisce nel progetto di indagine dell'arte contemporanea realizzato dalla Galleria d'Arte Modena con ArsMediterranea nell'ultimo triennio. Il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con Galleria Giovanni Bonelli e si avvale del sostegno di Elenka, main sponsor dell’evento. Un ringraziamento speciale a Cantina Settesoli, Hotel Principe di Villafranca e Hotel Plaza Opera di Palermo, C&S congressi ed eventi. Il catalogo - con testi di Leoluca Orlando, Andrea Cusumano, Antonella Purpura, Lorenzo Bruni - è edito da Afa &Glifo Edizioni Inizio: 26/06/2015 Fine: 07/09/2015 Indirizzo: Via Sant'Anna, 21, Palermo Spazio: GAM. Galleria d'Arte Moderna di Palermo Area geografica: Sud Email: giusi.affronti@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2 Titolo: Ode to food - Milano Art Week Introduzione: La collettiva Ode to food, inserita nell'ambito della Milano Art Week, è a cura dell'art consultant Gina Affinito e prevede una doppia inaugurazione. Ingresso libero. Descrizione: Milano - Cibo da mangiare con gli occhi: E’ Ode to food, l’esposizione collettiva, composta dalle opere di ben 32 artisti, inserita nella Milano art Week. Un’ode al cibo ed all’arte contemporanea con lavori appartenenti alla categoria della pittura, della scultura, della fotografia, una installazione ed un’opera di video-arte. Doppia esposizione a Milano: da sabato 27 giugno a sabato 4 luglio 2015 presso la Chie Art Gallery di viale Premuda 27 (l’inaugurazione è in programma per sabato 27 giugno alle ore 19.00) e da giovedì 2 luglio a giovedì 9 luglio 2015 presso la Galleria Pisacane Arte di via Carlo Pisacane 36 (l’inaugurazione è in programma per giovedì 2 luglio alle ore 19.00). La mostra, ad ingresso libero, è promossa dall’Associazione Centro Culturale Arianna, con la curatela dell’esperta d’arte Gina Affinito. Il presupposto Il filosofo Ludwig Feurbach sostiene che l’uomo sia ciò che mangia, mentre l’antropologo Claude Levi Strauss, recentemente scomparso, sostiene che l’uomo mangia non solo ciò che è buono da mangiare ma anche e soprattutto ciò che è buono (ed opportuno) da pensare. Quindi ciò che è conforme alla sua struttura sociale di riferimento, alla sua affettività ed al suo credo. In definitiva si nutre di idee oltre che di cibo. Il cibo è vita, non solo perché è essenziale al suo mantenimento, ma anche perché è fiammella di sentimenti come la felicità ed il dolore. Il cibo è vita, così come la sua assenza o penuria, o al contrario il suo eccesso, è foriero di malattie e morte. Le lancette del cibo segnano l’ora di momenti di convivialità ed aggregazione, dove si intrecciano amori e lievi capricci, o si concludono affari, perché, come recita un vecchio adagio, a tavola non si invecchia”. Cibo che unisce, come succede per l’olio, simbolo della cultura e della saggezza contadina, usato per condire un semplice pezzo di pane. Cibo che divide, portando con sè odio e morte, come accade per il cosiddetto olio nero, il petrolio, re e signore di tanti conflitti, che arricchisce pochi e affama molti. Il cibo nutre i rapporti umani, così come la sua assenza o scarsità, li depriva, fino ad atrofizzarli irrimediabilmente. Perché per cibo intendiamo non solo quello che dalla gola arriva allo stomaco, ma anche quello che si dimostra capace di arricchire l’anima di emozioni ed esperienze. Quindi è il momento di “cibarci d’arte”, alimentando la mente e facendo respirare l’anima, gustando a piccoli e saporiti sorsi il “bello da mangiare”, il cibo buono da mangiare e bello da vedere, come lo definisce Ave Appiano, esperta di semiotica dell’arte, nel suo omonimo libro. Il cibo, da sempre, è indissolubilmente legato alla storia dell’arte. Si pensi solo all’excursus dalle nature morte, presenti sin dall’antichità, ai floridi corpi boteriani, che del cibo si fanno rappresentanti. Il cibo per l’arte è come il dio Mercurio per l’Olimpo: colui a cui è affidato il delicato compito di comunicare numerosi messaggi. Il Progetto Ode To food è un progetto nato dall’incontro con la fotografa americana Beth Galton, che con il suo obiettivo puntato su tutto quello che nutre la vita e un portfolio ideale per gustare still life saporiti, odi alla patata, texture commestibili e la singolare prospettiva offerta dal Cut Food, indaga sugli aspetti estetici ed artistici del cibo, attraverso lo svelamento di quelle prospettive interne, invisibili allo sguardo affamato, ed attraverso la realizzazione di opere che sono una vera e propria poesia visuale. Gli artisti selezionati Un’apposita commissione di esperti ha selezionato 32 artisti. Ecco l’elenco completo: Maria Luisa Acciaioli, Maria Grazia Algisi, Nicola Ancona , Anna De Rosa, Marilena Di Gianvito, Amedeo Esposito, Francesco Fai, Cristina Flaviano, Antonio Franchi, Marisa Fusco, Shakar Galajian, Tommaso Infè , Zaklina Jacoby, Laura Longhitano, Gabriella Lusignani, Giovanna Magugliani, Leonardo Martellucci, Chiara Margherita Mazza, Tittina Mirra, Antonella Modaffari Bartoli, Maurizio Muscettola, Gaia Pasini, Michele Salvatore Pellegrino, Marco Perini, Ivan Pili, Federico Pisciotta, Tina Racioppi, Piero Roca, Maria Antonietta Scala, Marina Taroni, Orlando Tocco, Raffaella Vaira. Guest artist: Beth Galton Food Photographer. Patrocini La Rassegna è realizzata con l’Alto Patrocinio Morale UNESCO Napoli, sotto gli auspici di EXPO in città 2015 e rientra tra le iniziative artistiche sponsorizzate e supportate dalla Camera di Commercio di Milano. Infatti sin da subito è risultato nevralgico ai fini della promozione e del sostegno morale del progetto il partenariato con le due Istituzioni depositarie delle iniziative legate all’Esposizione Universale 2015, Camera di Commercio di Milano ed EXPO in CITTA’. L’esposizione è stata ufficialmente inserita tra gli eventi ritenuti “più meritevoli” nell'incrementare l'attrattività della città durante il periodo Expo. Le Location Due Gallerie milanesi in due zone di prestigio: Galleria “Chie Art Gallery” (Viale Premuda 27 - www.chieartgallery.com) Pisacane Arte (Via C. Pisacane 36 - http://galleria.pisacanearte.it/) Le date e gli orari Vernissage presso la Chie Art Gallery giovedì 27 giugno 2015 h 19.00. La mostra sarà visitabile da sabato 27 giugno a sabato 4 luglio 2015. Vernissage presso la Pisacane Art Gallery il 2 luglio h 19.00. La mostra sarà visitabile da giovedì 2 luglio a giovedì 9 luglio 2015. L’esposizione sarà visitabile alla Chie Art Gallery dal martedì alla domenica dalle 11.30 alle 19.00 L’esposizione sarà visitabile alla Galleria Pisacane Arte dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00. Il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Il team Immacolata Maddaloni (Presidente) Gina Affinito (Curatela e contatti con gli Artisti) Tania Sabatino (rassegna stampa) Mariano Cervone (impaginazione grafica) Ivan Pili (coordinamento generale) Claudia Capozi (segreteria) Per richiedere ulteriori informazioni che non siano indicate nel presente comunicato, contattare la curatrice Gina Affinito ai numeri 327.3463882 (Italia) – 971.554732207 (Emirati) o scrivere a gina.affinito@gmail.com Addetto Stampa: Dr.ssa Tania Sabatino Ph. +393205741842 E-mail press.office.eu@gmail.com Inizio: 06/02/2015 Fine: 07/09/2015 Indirizzo: viale Premuda, 27, Milano Spazio: Chie Art Gallery e Pisacane Arte Area geografica: Lombardia Email: gina.affinito@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.chieartgallery.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2 Titolo: AFRO NOCHE TROPICAL Introduzione: AFRO NOCHE TROPICAL; One night per le coppie e non..... Mix Dj Budda, musica Zouk-Kizomba-Soca-Salsa-Bachata-Afro-Naija-Reggae-Rnb-Reggaeton Via Mecenate 76 Milano Info 3894228237 - www.banafrique.it Descrizione: AFRO NOCHE TROPICAL; One night per le coppie e non..... Mix Dj Budda, musica Zouk-Kizomba-Soca-Salsa-Bachata-Afro-Naija-Reggae-Rnb-Reggaeton Via Mecenate 76 Milano Info 3894228237 - www.banafrique.it Inizio: 26/06/2015 Fine: 27/06/2015 Indirizzo: Via Mecenate 76/24 Milano Spazio: Bana Afrique Area geografica: Milano Email: afrobudda@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.banafrique.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Gallerie d'arte simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: Pino Pinelli - Antologia Rossa Introduzione: La Galleria Dep Art inaugura una importante mostra retrospettiva con opere dagli anni ’70 ad oggi: dai primi monocromi che indagano lo "stato ansioso" della pittura fino alla “rottura del quadro” e le conseguenti “disseminazioni”. Descrizione: Come scrive A. Zanchetta: «Nella seconda metà del XX secolo i pittori avevano rinunciato alla cornice del quadro – sentita come un vincolo e un orpello – e si erano interessati a scandagliare le pareti dei musei o delle gallerie d’arte, permettendo così alle opere di entrare in relazione diretta con l’ambiente espositivo, “luogo di accadimenti” che diventa il nuovo confine spaziale della pittura. Negli anni Settanta, artisti come Pino Pinelli si avvedono anche del limite imposto dal telaio del quadro stesso; rispondono quindi con una deflagrazione e uno sconfinamento in grado di dare corpo alla pittura, rendendola materia (più ancora che materica). Pinelli, ad esempio, avverte l’esigenza di rifondare la natura stessa della pittura, i suoi presupposti, prefigurandone gli sviluppi futuri e tutte le diramazioni possibili. Ancor oggi, la sua è una pittura “pensata” in relazione allo spazio espositivo, “progettata” per vivere in sinergia e in simbiosi con l’architettura». Inizio: 21/03/2015 Fine: 30/05/2015 Indirizzo: Via Mario Giuriati,9, Milano Spazio: Dep Art Area geografica: Milano Email: ufficiostampa@depart.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: =gni dente ha un suo odore Introduzione: Mostra personale di dario molinaro, a cura di domenico maria papa Con “civiltà dell’immagine” indichiamo un momento della storia dell’umanità, quello attuale, caratterizzato dal consumo di rappresentazioni d’ogni tipo,che ci impedisce di trattenerci su significati profondi, ma al tempo stesso, permette di preservare le risorse cognitive che dovremmo imparare a impiegare con maggiore attenzione. Descrizione: Con “civiltà dell’immagine” indichiamo un momento della storia dell’umanità, quello attuale, caratterizzato dal consumo di rappresentazioni d’ogni tipo. Scorriamo fotografie, illustrazioni, video, nel corso di una ricerca su internet, guardando un telegiornale o sfogliando un rotocalco, in una quantità inimmaginabile solo per la generazione che ci ha preceduto. In questa condizione di consumo frenetico esercitiamo l’inevitabile superficialità dello sguardo che ci impedisce di trattenerci su significati profondi, ma al tempo stesso, permette di preservare le risorse cognitive che dovremmo imparare a impiegare con maggiore attenzione. In realtà, la dizione “civiltà dell’immagine” stigmatizza un luogo comune. Sull’uso e abuso dell’immagine si fonda non solo la nostra attualità, ma l’intera modernità, la cui infanzia coincide con quella della stampa e dei mezzi di comunicazione di massa che sull’immagine fondano il loro potere. L’arte ha avviato da subito una riflessione sulla natura e lo statuto dell’immagine, essendo essa stessa la principale fonte di produzione di rappresentazioni. In particolare, negli ultimi decenni, all’interno dell’esperienza della Pop art e, per diversi aspetti, del Nouveau Realisme, il tema dell’immagine d’uso quotidiano ha interessato fortemente gli artisti, spingendoli a indagare tutte le potenzialità della riproduzione meccanica e automatica, da Warhol, a Polke, a Schifano e infine a Koons. Di recente, il recupero della pittura, che ha portato alla rivisitazione dei fondamenti delle avanguardie, si è espressa anche nella riattualizzazione di un approccio neoespressionista, ancora in Germana con i Neuen Wilde, fino a quella che conosciamo come “bad painting” di marca inglese. Le più giovani generazioni che oggi fanno pittura, seppur figli dei selvaggi tedeschi o alla luce della “cattiva” scuola anglosassone, mostrano di non ignorare le suggestioni pop, prospettando una linea di lavoro di interessanti commistioni. È il caso di Dario Molinaro che parte solitamente da immagini tratte dal web, dalla televisione o dalla vita quotidiana per interventi condotti utilizzando una spessa pittura fatta di ampie pennellate e campiture che solo in parte rispettano la composizione originaria. Anzi, l’energia utilizzata dall’artista per trasfigurare l’immagine di partenza fa pensare piuttosto alla volontà di annullarne la forma, fino a renderla irriconoscibile. Dario Molinaro non esprime una predilezione nella scelta delle rappresentazioni di supporto alle sue opere. Sono immagini tratte dalla pubblicità, dal cinema, anche di serie b, dalla cronaca: interviene con forza sulla loro superficie come se volesse cancellare delle figure, che però inevitabilmente in questo modo finisce per restituire a una nuova vita. Quello di Dario Molinaro è un gesto iconoclasta, nel senso autentico della volontà di negazione e rottura della configurazione data, ma se c’è un insegnamento che possiamo trarre dalla retorica della comunicazione è che per abolire un messaggio lo si deve dimenticare. È l’oblio e non la negazione lo strumento: negarlo, anzi, lo rafforza, come mostrano le cronache giornalistiche di affermazioni e successive smentite. Ecco dunque che la ricerca di Molinaro individua una linea, non necessariamente programmatica, spesso frammentaria e casuale, ma utile alla riappropriazione delle immagini, a un atto di trasfigurazione grazie al quale le immagini stesse sono reimmesse nel circuito dell’uso visivo. Utilizzando la pittura e dunque il materiale più nobile e tradizionale della tradizione, l’artista fa in modo, però, che tale uso si inscriva nel dominio proprio dell’arte, di una riflessione profonda, per la quale, non è consentito di scorrere le immagini senza soffermarsi. Le sottrae al consumo parossistico per dare conto di una durata. In fondo, l’arte serve a questo, a restituire tempo allo sguardo. Domenico Maria Papa Inizio: 28/02/2015 Fine: 28/03/2015 Indirizzo: via iv novembre, montesarchio Spazio: nuvole arte contemporanea Area geografica: Sud Email: nuvolearte@alice.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: GIUSEPPE AMADIO / ESTRO...RI...FLESSIONI Introduzione: Vera Agosti, Massimo Ferrarotti, Maurizio Monticelli, testi in catalogo di Vittorio Sgarbi e Tonino Sicoli 14 marzo - 16 aprile 2015 Inaugurazione: sabato 14 marzo, ore 18:30 Si inaugurerà sabato 14 marzo alle ore 18:30 presso il MAON, Museo d'Arte dell'Otto e Novecento nel centro storico di Rende, la mostra personale di Giuseppe Amadio “Estro...ri...flessioni”, curata in collaborazione con l'Associazione culturale Spirale d'Idee di Milano, con testi in catalogo di Vera Descrizione: GIUSEPPE AMADIO / ESTRO...RI...FLESSIONI Vera Agosti, Massimo Ferrarotti, Maurizio Monticelli, testi in catalogo di Vittorio Sgarbi e Tonino Sicoli 14 marzo - 16 aprile 2015 Inaugurazione: sabato 14 marzo, ore 18:30 Si inaugurerà sabato 14 marzo alle ore 18:30 presso il MAON, Museo d'Arte dell'Otto e Novecento nel centro storico di Rende, la mostra personale di Giuseppe Amadio “Estro...ri...flessioni”, curata in collaborazione con l'Associazione culturale Spirale d'Idee di Milano, con testi in catalogo di Vera Agosti, Massimo Ferrarotti, Maurizio Monticelli, Vittorio Sgarbi e Tonino Sicoli. Il patrocinio è del Comune di Rende; partner è la James Goodman Gallery di New York. Circa quaranta le opere in esposizione fino al 16 aprile a raccontare l'ultimo decennio di un coerente percorso artistico iniziato negli anni Ottanta. Giuseppe Amadio è nato a Todi nel 1944 e si occupa anche di design per interni e grafica pubblicitaria. Ha collaborato per un ventennio come tecnico di studio con Piero Dorazio, ma dopo aver abbracciato una iniziale poetica materico-gestuale, ha avviato una produzione di opere realizzate con tele estroflesse monocrome. “C’è – scrive Vittorio Sgarbi - un passato forte alle spalle del presente artistico di Giuseppe Amadio, eccellente creatore di estroflessioni che ribadiscono un’attualità ormai fuori dal tempo, non solo perfettamente adattabile alla sensibilità estetica dell’odierno, ma proiettabile anche nel futuro più immediato. E’ un passato, recentemente consacrato dal mercato internazionale, che rimanda a una Milano rimpianta, quella dinamica e vitale, nel pieno del boom economico, in grado di ritagliarsi un ruolo di tutto rilievo non solo nella nuova produzione industriale, ma anche nell’arte più innovativa del momento, con Lucio Fontana a fare da grande padre spirituale di un manipolo di giovani profeti, raccolti attorno al progetto della rivista "Azimuth”, con la presunzione di voler ricominciare daccapo. Fra questi, anche i primi, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, a proporre delle estroflessioni – tele monocrome “gonfiate” posteriormente da orditi simmetrici di chiodi per il primo, da sagome regolari, prevalentemente curvilinee, per l’altro - nei termini grammaticali che Amadio adotterà e farà propri, convertendoli a nuovi sviluppi espressivi, seppure del tutto coerenti con quei precedenti.” Afferma Tonino Sicoli: “Il filone di shaped canvases (tele sagomate) che si sviluppa a partire dagli anni Sessanta raccoglie vari sostenitori, con approcci diversi e diverse sensibilità: dal più realistico Mare di Pino Pascali (1966) alle superfici monocrome di Castellani e Bonalumi, alle tele traforate e sovrapposte di Paolo Scheggi, fino ai trafori circolari più semplici di Dadamaino. Le estroflessioni di Giuseppe Amadio segnano un apporto dinamico e adornato a questo indirizzo dell'arte contemporanea, con una produzione estremamente ricca di soluzioni plastiche. All'interno di schemi razionali vengono individuate forme di assonanza naturalistica: floreali, unicellulari, a nastro, ameboidi. I rilievi assumono l'aspetto di improbabili microrganismi, che si spostano in uno spazio vuoto; come piccoli esseri viventi, che si muovono sottopelle, corrugando finemente la superficie dai ritmi minuti. C'è un qualcosa di organico, che trasale da queste tele estroflesse anche quando si perde quel brusio fitto da biologia cellulare per adottare le fattezze più macroscopiche di una porzione di corpo o, addirittura, di un paesaggio desertico.” “Dietro all’estroflessione- spiega Vera Agosti - si nasconde un disegno rigoroso ed equilibrato di lamine di una determinata altezza e punti di ottone (trattati e colorati) per creare un’immagine, su cui è tirata il più possibile una tela spessa, fatta di cotone morbidissimo. La tensione è talmente uniforme da suggerire l’idea della purezza. Le linee sono perfette, gli angoli si adattano alle rotondità del tessuto senza forzature e sporgenze. La superficie è inizialmente bianca, poi viene passata con resine e quindi dipinta con tinte realizzate dall’artista a base di gomma di caucciù, che è molto elastica e garantisce la tenuta della tensione. I colori, nella migliore tradizione, sono principalmente i primari: rosso, che a volte vira al magenta, quando altrimenti la cromia pura sarebbe troppo azzardata, blu e giallo leggermente spento. Si trovano anche il bianco avorio e il grigio, chiaro e raffinato. I lavori sono tutti monocromi. Il colore puro, immenso, uniforme e totalizzante diventa una sorta di astrazione mentale, che si sposa armoniosamente alla forma desiderata. I giochi di luce, opportunamente studiati e calibrati, rafforzano la seduzione dei lavori.” Ufficio Stampa: tel 392 7748305 info@maon.it SPIRALE D'IDEE tel. 02 878828 info@spiraledidee.com MAON - Museo d'Arte dell’Otto e Novecento Via de Bartolo, 1, Palazzo Vitari - 87036 Rende (Cs) 0984 444113 – 392 7748505 – 347 8290566 Apertura da Martedì a Sabato, ore 10,00-13,30 /15,30-19:00. Chiuso i festivi e il lunedì. www.maon.it Inizio: 14/03/2015 Fine: 16/04/2015 Indirizzo: Via de Bartolo, 1, Palazzo Vitari - 87036 Rende (Cs) Spazio: Area geografica: Sud Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: La dimensione spirituale dell´arte grafica boema Introduzione: La prima mostra collettiva dell´arte grafica boema in Italia con titolo “La dimensione spirituale dell´arte grafica boema”, proposta dal Centro Ceco dal 18 marzo al 10 aprile a Milano, nasce dalla esclusiva collezione della storica Associazione di grafici boemi Hollar. La mostra segue un percorso artistico degli undici artisti boemi e la loro riflessione su questioni fondamentali dell'esistenza umana e sulle leggi misteriose della natura e dell'universo. Nella mostra rincorrono spesso motivi biblici, richiamano l´attenzione sugli attuali sviluppi della nostra civilizzazione, perseguono i temi letterari, che si ispirano alla storia. L´ispirazione comune è anche la natura, intesa nella sua misteriosa diversità, l'ambiguità ed il continuo cambiamento. Descrizione: La mostra rappresenta uno degli aspetti dell´arte grafica contemporanea ceca e riporta, dunque, solo un frammento delle opere dei membri dell’Associazione Hollar. Gli undici artisti presentati riflettono, nelle loro opere, su questioni fondamentali dell'esistenza umana e sulle leggi misteriose della natura e dell'universo. Rincorrono spesso motivi biblici, richiamano l´attenzione sugli attuali sviluppi della nostra civilizzazione, perseguono i temi letterari, che si ispirano alla storia. L´ispirazione comune è anche la natura, intesa nella sua misteriosa diversità, l'ambiguità ed il continuo cambiamento. Le opere grafiche nella mostra sono testimonianze autentiche, spesso esame di dialettica filosofica, meditazione o relazione con la realtà. Esse descrivono lo stato della mente umana, i suoi sforzi per orientarsi nell'universo infinito dentro di noi e sopra di noi. La diversità di prospettiva e la rappresentazione visiva nelle opera prescinde anche da una varietà di tecniche d’incisione come la litografia, l’acquaforte, l’acquatinta, la linoleografia ed altre tecniche miste. La mostra potrà essere visitata fino al 10 aprile 2015, con ingresso libero, presso la Galleria del Centro Ceco in via G.B. Morgagni 20 (MM1 Lima). Orari di apertura lunedì – giovedì: 13.00 – 18.00 venerdì: 10.00 – 16.00 ultimo sabato del mese: 10.00-17.00. Inaugurazione della mostra Martedì 17 marzo ore 18.30 Presenti dott.ssa Micaela Mander e curatrice della mostra Alena Laufrová. Galleria del Centro Ceco, Via G.B. Morgagni 20. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Inizio: 17/03/2015 Fine: 10/04/2015 Indirizzo: via G.B. Morgagni 20, Milano Spazio: Galleria del Centro Ceco Area geografica: Milano Email: ccmilano@czech.cz Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://milano.czechcentres.cz Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: tomorrow never knows Introduzione: Dal 20 marzo al 12 aprile 2015 inaugura la personale dell’artista Valerio Veneruso Tomorrow never Knows, organizzata dalla galleria A plus A e dagli studenti del “22° Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee” alla School for Curatorial Studies Venice. Progetto a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti. Testi critici a cura di Marta Fassina. Descrizione: La personale di Valerio Veneruso è il risultato di un’approfondita ricerca che l’artista ha condotto sul concetto della morte e le forme della sua rappresentazione e si ispira alla locuzione latina: Et in Arcadia ego. L’espressione è un memento mori che ricorda la presenza della morte nella vita dell’uomo. Il percorso della mostra conduce lo spettatore a capovolgere le paure di fronte a un evento come la morte, trasformandole. L’esposizione è una celebrazione della vita umana, che senza la morte non sarebbe possibile. La mostra traspone queste connotazioni storiche e allegoriche nel contemporaneo. Ancora oggi il teschio è la figura allegorica più comune nell’immaginario collettivo e rappresenta la forma in cui il pensiero della finitezza umana è mercificata e commercializzata. Dall’inizio del Novecento, l’esistenza, così come l’arte, si configura sotto il segno della frantumazione e delle macerie. Oggi gli emblemi barocchi si ripresentano come merci e beni di consumo e la pubblicità sostituisce forme tradizionali e storiche della rappresentazione allegorica. Pensare alla morte è talmente comune e ricorrente, da tramutarsi in una vera e propria armatura, un rivestimento contemporaneo per sentirsi immuni e intoccabili. Nonostante le sue rappresentazioni siano onnipresenti, il significato intimo dell’arte antica di morire bene, sembrano esclusi dal discorso contemporaneo. In questo contesto Veneruso introduce un elemento nuovo: la ricerca sul Bardo Todol, che in tibetano significa “Liberazione con l'Ascolto", noto in occidente come il Libro tibetano dei morti. Il testo descrive le esperienze che la coscienza vive dopo la morte, o meglio nell'intervallo di tempo che secondo la cultura buddista sta tra la morte e la rinascita. Tomorrow never knows è anche il titolo di una canzone scritta da John Lennon per l’album Revolver ed è stato scelto perché aperto a molteplici interpretazioni e rimanda a una forma di “ascolto”. Come nel brano musicale, nella mostra di Veneruso sono presenti le forme occidentali e mercificate della rappresentazione della morte, come per esempio il teschio, ma si rileva anche una forma spirituale di origine orientale. Senza mistificare la compresenza dei due elementi, questo dualismo molto costruito è percepibile nella personale di Veneruso in un percorso artistico insolito, intimo e profondo che affronta il tema della morte, della rinascita e della vita. Inizio: 20/03/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: Palazzo Malipiero Venezia, San Marco 3079A Spazio: A plus A Gallery Area geografica: Nord Email: aplusagallery@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: Pucci in the Kitchen Introduzione: Pucci in the kitchen - mostra di Pucci Zagari Posate sorridenti, bimbi alle prese con impasti e torte, mensole piene di tazze disordinate… nelle mani di Pucci Zagari il mondo della cucina si trasforma in un microcosmo di suggestioni dai tratti fanciulleschi. Il carattere “vissuto” degli oggetti raffigurati si mescola alla leggerezza tipica dello stile dell’illustratrice, creando così atmosfere sospese in cui i volumi galleggiano, senza tuttavia perdere di solidità. Oggetti familiari, volti paffuti, buffi personaggi… stilizzati eppur sempre veri, e raccontati con il sorriso. Durante la mostra sarà possibile ammirare dodici tele originali (50x50 cm), realizzate apposta per l’occasione con colori acrilici. Pucci Zagari nasce nel 1976 a Napoli. Subito dopo la maturità si trasferisce a Londra con tele e pennelli, per diventare una pittrice. Tra le varie discipline artistiche provate nel primo anno universitario alla City and Guilds of London Art School, è stata conquistata dall’illustrazione e così nei successivi tre anni si è specializzata in questo campo. Da allora, dare forma e colore alle storie è la sua vocazione, il modo che ha di raccontare e coinvolgere nel suo mondo chi le sta intorno. Le piace trasformare le pagine e gli spazi bianchi e svelare come un disegno possa arredare un ambiente o dare vita a una favola, amplificando parole ed emozioni. Descrizione: La mostra è aperta al pubblico negli orari di apertura di Kitchen: Lunedì 15,30-19,30 Dal martedì al sabato 10-19,30 Inizio: 18/03/2015 Fine: 30/04/2015 Indirizzo: Via De Amicis 45, Milano Spazio: Kitchen Area geografica: Milano Email: info@puccizagari.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.kitchenweb.it/pagine/mostre.aspx Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: Georgina Spengler | Buone notizie Introduzione: In mostra quindici dipinti inediti, di vario formato, della pittrice Georgina Spengler. "E’ l’esistenza in vita della pittura la buona notizia che ci dà Georgina Spengler. La sua pittura. [..] Stavolta Georgina va in profondità fermandosi alla superficie. La superficie dell’epidermide che è divenuta l’oggetto della sua ricerca è, infatti, insieme una realtà pellicolare e l’osservatorio attraverso il quale affacciarsi sul profondo." [Roberto Gramiccia] Descrizione: Giovedì 26 marzo 2015, alle ore 17, presso la galleria MAC Maja Arte Contemporanea (via di Monserrato 30, Roma), si inaugura la mostra "Buone notizie" in cui si presentano quindici dipinti inediti - di vario formato ed eseguiti tra il 2013 e il 2015 - della pittrice Georgina Spengler. Come afferma il critico Roberto Gramiccia nel testo che accompagna la mostra: "E' l'esistenza in vita della pittura la buona notizia che ci dà Georgina Spengler. La sua pittura. Che non è più, come accadeva fino a non molto tempo fa, una delle tante. Oggi i pittori che continuano a fare i pittori sono mosche bianche. A farlo come si dovrebbe - intendo - con determinazione radicale, impegno assoluto, direi quasi 'cattiveria', come si direbbe di quei giocatori che vogliono vincere a tutti i costi la partita. In questo caso la partita da vincere è quella di ricondurre la pittura al centro della scena. [...] Il lavoro della Spengler è una buona notizia, è una novità positiva. E la novità è che lei continua a fare quello che fa da decenni. E lo fa sempre meglio. Dipingendo otto ore ogni giorno come un operaio. Con la stessa sistematicità certosina degli antichi. Alla ricerca della folgorazione ma anche dello scavo metodico che porta il mestiere a diventare arte. Stavolta Georgina va in profondità fermandosi alla superficie. La superficie dell'epidermide che è divenuta l'oggetto della sua ricerca è, infatti, insieme una realtà pellicolare e l’osservatorio attraverso il quale affacciarsi sul profondo. [...] La pelle è la linea di confine fra il fuori e il dentro. Fra il corpo e l'anima. Laddove - ce lo ricorda Carmelo Bene in uno splendido monologo - l'anima è sempre l'anima 'del' corpo e non l'anima 'nel' corpo destinata a fuggire non appena si libera da esso. Corpo e anima sono inseparabili [...] E questa pittrice ce lo spiega senza parole. Attraverso le velature della sua pittura sistematica e cocciuta. L'occhio che dimostra di avere è clinico e poetico insieme. La clinica della conoscenza e la poesia della compassione che si intuisce muovere le dita abili della pittrice. Compassione per le vicende umane, gagliarde e misere, sempre. Non è la lusinga delle facili seduzioni della bellezza a tentare questa artista ma, al contrario, la riproposizione di un criterio. Il criterio che vede al primo posto l'affermazione della pittura in sé, della pittura in quanto tale. Sembrerebbe una presa di posizione ideologica. E invece no. Perché se ti fermi a osservare le sue tele con l'attenzione che meritano, anche se non ci trovi 'effetti speciali', senti battere il cuore." GEORGINA SPENGLER Georgina Spengler nasce ad Atene (Grecia) nel 1959. All'età di otto anni si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti e successivamente in Olanda dove, a contatto con le opere di Rembrandt, Ruisdael e Vermeer, ha inizio il suo interesse per la pittura. A Parigi frequenta per un anno l'Ecole des Beaux Arts. Tornata negli Stati Uniti studia alla School of Fine Arts della Boston University e alla Corcoran School of Art di Washington DC dove completa gli studi accademici. Nel 1982 si trasferisce stabilmente a Roma. Da allora espone con continuità partecipando sia a mostre collettive che personali, in Italia e all'estero (Vienna, Lipsia, Monaco di Baviera, Wiesbaden, Washington DC). Hanno scritto sul suo lavoro: Enrico Gallian, Roberto Gramiccia, Tiziana Musi, Rosa Pierno, Ivana Porcini, Ian Rosenfeld, Edith Schloss, Rachel Spence, Claudio Strinati, Enrica Torelli Landini, Shara Wasserman. Mostra a cura di Daina Maja Titonel. INFO T. 06.68804621 www.majartecontemporanea.com info@majartecontemporanea.com ORARIO MOSTRA martedì - venerdì h. 15-20 | sabato h. 11-13 / 15-19,30 altri orari su appuntamento ingresso libero apertura straordinaria domenica 19 aprile 2015 h. 11-13 / 15-19,30 Inizio: 26/03/2015 Fine: 09/05/2015 Indirizzo: via di Monserrato 30, Roma Spazio: MAC Maja Arte Contemporanea Area geografica: Roma Email: info@majartecontemporanea.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.majartecontemporanea.com/?l=it&s=m&d=15_spengler&g=y Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: Women to watch 2015 Introduzione: Tra gli espositori presenti a questa nuova edizione di MiArt per la prima volta un’istituzione internazionale impegnata nella tutela e nella promozione della creatività femminile di tutti i tempi. Il National Museum of Women in the Arts (NMWA), con sede a Washington D.C., attraverso l’Associazione italiana degli Amici del NMWA presenta la propria attività e il concorso Women to Watch 2015. Descrizione: La partecipazione del National Museum of Women in the Arts a MiArt 2015 attraverso la sua delegazione italiana, è un’iniziativa organizzata da Nicoletta Rusconi Art Projects che si svolge grazie al sostegno di Vhernier, marchio italiano di alta gioielleria artigianale. Il National Museum of Women in the Arts (NMWA) nasce nel 1987 dalla passione e dall’impegno di Wilhelmina Cole Holladay e del marito Wallace F. Holladay, che a partire dagli anni '60 e per oltre vent'anni collezionarono in maniera pioneristica opere di donne artiste. Con un corpo di più di tremila opere realizzate dal Rinascimento fino ad oggi, il NMWA è uno dei principali interlocutori privati nel circuito artistico americano e internazionale, e unica istituzione al mondo dedicata al riconoscimento dell’opera delle artiste di ogni epoca e nazionalità. Per raggiungere i suoi obiettivi, il NMWA conserva ed espone una collezione permanente, allestisce mostre, svolge programmi educativi e gestisce una biblioteca specialistica, oltre a pubblicare una rivista quadrimestrale, monografie e libri d’artista (www.nmwa.org). Ogni due anni circa il NMWA allestisce una mostra tematica, che ospita opere di artiste emergenti provenienti dai paesi in cui il museo è presente con comitati nazionali, che attraverso la stretta collaborazione con un'Istituzione pubblica propongono una rosa di cinque artiste, delle quali una viene selezionata dai curatori del museo. L’obiettivo finale è stimolare una risposta critica verso i lavori di artiste promettenti e meritevoli di attenzione a livello internazionale. Il titolo dell'edizione del 2015 (dal 5 giugno al 13 settembre), a cura di Virginia Trenor, è Organic matters, e da risalto al lavoro di artiste che partono dalla “natura” intesa nella sua più ampia accezione, come termine di riflessione su tematiche ambientali, sessualità o politiche di genere. Il comitato italiano degli Amici del NMWA ha scelto di collaborare per quest'occasione con il Museo del Novecento di Milano, che attraverso una selezione operata dalla curatrice Iolanda Ratti ha candidato le seguenti artiste: Gabriella Ciancimino, Amalia del Ponte, Cleo Fariselli, Goldschmied & Chiari, Claudia Losi. Il comitato curatoriale dell'NMWA ha selezionato come rappresentanti italiane le artiste del “duo” Goldschmied & Chiari (Sara Goldschmied e Eleonora Chiari), che esporranno l'opera Nympheas#12 (2007, Lambda print, cm 125x333), ironica e poetica rivisitazione dell'immaginario impressionistico di Claude Monet, che combina un registro aulico e uno più popolare, non tralasciando una riflessione su tematiche ambientali e di genere. Giovedì 9 aprile alle ore 16.30, presso lo stand del NMWA (ST1) si terrà un incontro che vedrà la presenza di Claudia Pensotti Mosca, presidentessa dell’associazione italiana degli Amici del NMWA e le artiste Goldschmied & Chiari. L’incontro è promosso da Vhernier, azienda da sempre vicina al mondo dell’arte. Dichiara Carlo Traglio, presidente di Vhernier: “Siamo molto orgogliosi di poter promuovere il National Museum of Women in the Arts. Quello dell’arte è il territorio ideale in cui ritroviamo i valori di innovazione, contemporaneità, unicità che ci ispirano e che da sempre contraddistinguono le nostre creazioni. Riteniamo che la visione femminile dell’arte debba essere valorizzata, poiché centrale nell’esplorare il presente e creare le premesse per il futuro”. Inizio: 09/04/2015 Fine: 12/04/2015 Indirizzo: MiArt, viale Scarampo Milano Spazio: MiArt Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: Creazioni Moda Artigiana: Artigianato, Creatività, Made in Italy Introduzione: Presentazione delle nuove collezioni Primavera e Estate di Moda, Accessori e Gioielli Descrizione: Dal 27 al 29 marzo 2015 torna l’appuntamento fisso ed imperdibile per tutti gli appassionati di moda ed accessori – borse, scarpe, cappelli, gioielli, bijoux … - nell’area dello shopping, in pieno centro a Milano. Un’importante vetrina espositiva per numerose realtà artigiane e creative che per l’occasione presenteranno anche le loro nuove collezioni Primavera-Estate, all’insegna del bello, dell’originale, dell’unico e fatto a mano. Un evento particolare, in un contesto prestigioso, per trascorrere insieme a persone curiose e innovative tre giorni all’insegna di gusti e stili, di raffinate ed eleganti manifestazioni di estro e fantasia. Altresì, con Creazioni Moda Artigiana si promuovono le qualità dell’artigianato italiano a 360°. “Creazioni Moda Artigiana” è un evento promosso da Associazione Culturale ed Artistica Iperbole per la promozione dell’Artigianato Artistico con il supporto organizzativo di Eventi doc di Myriam Vallegra e, per la sua qualità, è Patrocinato da Regione Lombardia e Comune di Milano. Nell’evento i visitatori incontreranno direttamente i produttori di moda, accessori moda e gioielli, potranno avere tutte le informazioni sul pronto e sul su misura e trovare anche ottime proposte e prezzi concorrenziali. “Creazioni Moda Artigiana, Rassegna Nazionale dedicata alla Moda e Accessori moda realizzati da Artigiani e Creativi, è un avvenimento di grande richiamo per tutti gli appassionati del settore, che si cibano di talento e contemporaneità, che amano vestirsi in modo “unico, irripetibile, personale e personalizzato”. «Abbiamo fatto nascere e stiamo portando avanti questo evento specialistico sul settore moda nel centro di Milano – afferma la dott.ssa Myriam Vallegra, ideatrice del progetto insieme ad Associazione Iperbole - in quanto desideriamo “esserci”, cioè far conoscere e valorizzare la moda artigiana nella capitale della moda, portando le nostre piccole realtà produttive sul panorama della moda internazionale e dimostrando che sono in grado benissimo di concorrere con le grandi firme, a livello di qualità e creatività». Tra gli artigiani in mostra c’è sia chi propone abiti su misura dando forma a ogni esigenza del cliente, sia chi, senza dimenticarsi della qualità del capo, mette in risalto questioni etiche che si aggirano intorno all’atto produttivo, come il rispetto dell’ambiente, o le condizioni di vita delle persone che prendono parte alla produzione. Saranno presenti le nuove linee delle collezioni moda ed accessori Primavera - Estate per Donna, Bambina e Bambino, Uomo, abiti, gonne e pantaloni per tutte le occasioni, completi, jeans, borse in tessuto ed in pregiati pellami, portafogli, sciarpe realizzate con tessuti naturali, camicie, calzature eco sostenibili, gioielli e bijoux per tutti i gusti ed in tanti differenti materiali, e tanto altro. Importante sezione sarà dedicata all’Oreficeria a tema “natura”, con la presentazione di stupende collezioni di collane, bracciali, orecchini, anelli e parure in oro, argento, ebano e perle di Cocò “Gioielli di Natura”, gioielli che profumano di natura e quelli realizzati da foglie e fiori veri di Madre Natura Gioielli, le opere artistiche da indossare realizzate in argento a cera persa di Stelitano orafo e le collezioni con pietre preziose “ispirate ai fiori” di Gold Styling Italiana. Il tutto a prezzi accessibili. Creazioni Moda Artigiana Moda, Accessori moda e Gioielli realizzati da Artigiani e Creativi 3° Rassegna Nazionale - Edizione Primavera Venerdì 27, Sabato 28 e Domenica 29 Marzo 2015 Palazzo Giureconsulti via Mercanti 2, Milano (MM1 Duomo) Orario apertura al pubblico: venerdì: dalle 15.00 alle 19.30 sabato e domenica: dalle 10.00 alle 19.30 Ingresso al pubblico gratuito Per informazioni e stampa: Sito Internet evento: www.creazionimodaartigiana.it E-mail: info@creazionimodaartigiana.it Eventi doc di Myriam Vallegra – tel. (+39) 347-4009542 – info@eventi-doc.it – www.eventi-doc.it Associazione culturale e artistica Iperbole: tel. (+39) 329-8989533 – info@associazioneiperbole.it – www.associazioneiperbole.it Inizio: 27/03/2015 Fine: 29/03/2015 Indirizzo: via Mercanti 2, Milano Spazio: Palazzo Giureconsulti Area geografica: Milano Email: info@creazionimodaartigiana.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: The Love Transcriptions (a musical reading) Introduzione: The Love Transcriptions di Augustin Maurs "The Love Transcriptions" È un momento musicale per voce basato su canzoni d'amore ascoltate e trascritte da Augustin Maurs in situazioni giornaliere mentre è seduto a un caffè o naviga in internet. L'incompletezza e la futilità della trascrizione rendono il risultato incerto: una strana giustapposizione di toni e scale. Le canzoni riemergono modificate e la loro originalità remota. Questo intricato processo di trascrizione e resa ricorda in realtà i veri temi delle canzoni e le relative contraddizioni dell'amore: consenso e disillusione, desiderio e rinuncia, fede e parodia. Descrizione: Augustin Maurs THE LOVE TRANSCRIPTIONS (a musical reading) Venerdì 10 Aprile ore 19.00 artQ13, Via Nicola Coviello 15, 00165 Roma. Scroll down for english version "The Love Transcriptions" È un momento musicale per voce basato su canzoni d'amore ascoltate e trascritte da Augustin Maurs in situazioni giornaliere mentre è seduto a un caffè o naviga in internet. L'incompletezza e la futilità della trascrizione rendono il risultato incerto: una strana giustapposizione di toni e scale. Le canzoni riemergono modificate e la loro originalità remota. Questo intricato processo di trascrizione e resa ricorda in realtà i veri temi delle canzoni e le relative contraddizioni dell'amore: consenso e disillusione, desiderio e rinuncia, fede e parodia. Parte di "It from Bit" progetto artistico a cura di Fabio Pinelli concepito per il laboratorio artistico indipendente artQ13, l'intervento di Augustin Maurs inaugura una serie di esplorazioni e pratiche artistiche che rivisitano il convenzionale anche sovvertendolo. Augustin Maurs è un musicista che vive a Berlino. Il suo lavoro di matrice situazionista comprende pratiche performative e concettuali spesso associate a “partiture inutilizzabili”. Solito nel far sconfinare la musica dal suo campo, Maurs ha collaborato con artisti visivi come Saâdane Afif, Annika Larsson e Anri Sala. Alcuni dei suoi progetti sono stati presentati al Goethe Institut di New York, alla Filarmonica di Berlino, all'Auditorium Parco della Musica di Roma, al Museo del Suono di Amsterdam e al KW, Istituto per l'Arte Contemporanea di Berlino. E' fondatore della piattaforma sperimentale written-not-written. Durante l'evento The Love Transcriptions verrà attivato per la prima volta il servizio di ArtSharing, esperimento che permette al pubblico di noleggiare temporaneamente un'opera messa a disposizione dall'artista durante la mostra. Promosso da artQ13 per favorire e sperimentare nuove forme di fruizione dell'arte, Art Sharing è un progetto ideato in collaborazione con la curatrice Roberta Palma e basato sui modelli contrattuali dell'Avvocato Roberto Colantonio, pubblicati nel suo libro L'arte condivisa (Iemme Edizioni, 2012). artQ13 via Nicola Coviello 15, 00165 Roma INFO: comunicazione.artq13@gmail.com www.artq13.com www.facebook.com/artq13 ------------ “The Love Transcriptions” is a musical moment for voice based on love songs heard and transcribed by Augustin Maurs in daily situations while sitting in cafes or browsing through the internet. The incompleteness and futility of the transcriptions make their musical rendition uncertain, resulting in awkward juxtapositions of tones and scales. The songs reappeared modified and sometimes remote from their original versions. This intricate process of transcription and rendition though recalls the very themes of the songs and the contradictions of love: consent and deception, desire and renouncement, faith and parody. Part of "It from Bit" an art project curated by Fabio Pinelli conceived for the independent art-lab artQ13, Augustin Maurs' work inaugurates a series of exploration and artistic practices aimed at revisiting or even subverting what is understood as conventional. Augustin Maurs is a musician based in Berlin. His work is situation related and combines conceptual and performative practices, often in association with “unusable scores”. Regularly bringing music outside the music field, he has collaborated with visual artists including Saâdane Afif, Annika Larsson and Anri Sala. His projects have been presented among others at the New York Goethe Institute, at the Berlin Philharmonie, at the Auditorium Parco della Musica in Rome, at the Sound Museum Amsterdam or at the KW Institute for Contemporary Art in Berlin. He is the founder of the project platform written-not-written. During the event The Love Transcriptions an Art Sharing service will be activated for the first time. As an experiment allowing the public to rent a work provided by the artist ArtSharing is a project curated by Roberta Palma in collaboration with artQ13 based on the lease-contract models published by solicitor Roberto Colantonio in his book L’arte condivisa (Iemme Edizioni 2012). Inizio: 10/04/2015 Fine: 10/04/2015 Indirizzo: via Nicola Coviello 15, Roma Spazio: artQ13 Area geografica: Roma Email: comunicazione.artq13@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: Andare verso. Loredana Galante e Saba Zahra Najafi Testo di Alessandra Redaelli Introduzione: Andare verso. Loredana Galante e Saba Zahra Najafi Testo di Alessandra Redaelli 12 Aprile| 26 Aprile Inaugurazione domenica 12 Aprile ore 16 Con la performance Nodi, di Loredana Galante e Saba Zahra Najafi ore 18.30 e uscita del catalogo Andare Verso | Galleria Today Art Tehran Descrizione: Andare verso. Loredana Galante e Saba Zahra Najafi Testo di Alessandra Redaelli 12 Aprile| 26 Aprile Inaugurazione domenica 12 Aprile ore 16 Con la performance Nodi, di Loredana Galante e Saba Zahra Najafi ore 18.30 e uscita del catalogo Andare Verso | Galleria Today Art Mirdamad blvd, Rudbar-e sharghi Str.- P.19, unit 3 Tehran apertura: tutti giorni dalle 16 alle 20 Patners : PrimaVia, Pink Attitude Info: info@loredanagalante.it www.loredanagalante.it saba.najafi@hotmail.com www.zahranajafi.com Foto: Studio Ilvio Gallo www.ilviogallo.it Andare verso. Loredana Galante e Saba Zahra Najafi Alessandra Redaelli Una sceglie un linguaggio leggero, sussurrato, scandito in colori tenui e in gesti accennati. L’altra usa il colore, gli oggetti espliciti, i materiali morbidi e giganteschi che avvolgono lo spettatore per trasportarlo in un altrove fatato. In comune hanno un entusiasmo intatto e una capacità unica di trasformare completamente lo spazio sul quale agiscono. Sono Saba Zahra Najafi e Loredana Galante – iraniana la prima, italiana la seconda – le due artiste a cui la nuova galleria Today Art di Teheran ha affidato la propria mostra inaugurale. Il senso del lavoro, una grande installazione site-specific che occuperà l’intero spazio espositivo, è quello di raccontare il cambiamento, il flusso, il viaggiare fuori e dentro di sé, la trasformazione. E Saba e Loredana lo fanno con modalità delicate e potenti al tempo stesso, squisitamente femminili. Centro della mostra è una grande installazione di teli fluttuanti che, appesi al soffitto, accoglieranno lo spettatore facendolo entrare fisicamente nell’opera d’arte. Non c’è cesura tra il lavoro di un’artista e il lavoro dell’altra, si sovrappongono e talvolta si confondono – pur rimanendo ognuno figlio di una mano precisa – come non c’è cesura nel simbolo chiave di tutta la mostra: il cerchio. Cerchio inteso come Sole e Luna, emblema di completezza e di femminilità, linea unica e continuativa, tempo infinito e infinito cammino. Morbide, fluttuanti, accoglienti, le stoffe sono state scelte dalle artiste per la loro leggerezza e poi sono state ricamate, dipinte, sfilacciate come se il tempo le avesse vissute e trasformate, ma sono anche state graffiate, bruciate, perché non ci può essere crescita, né trasformazione, né cambiamento senza un passaggio attraverso la sofferenza e la dolorosa coscienza di sé. In questa mostra evocativa, da vivere come un momento di autocoscienza e quasi di iniziazione, accanto al cerchio e insieme ad esso ecco il simbolo del nodo. Legame, certo, ma anche promemoria, scansione, punto fermo nel fluire oceanico del tutto. Nodo che per la cultura iraniana assume il valore aggiunto del Dakhil, il nodo che si intreccia nei santuari a simboleggiare un bisogno, un desiderio e che, si dice, al momento in cui questo desiderio si avvererà si scioglierà da solo. Al nodo e al cerchio è dedicato uno dei momenti più importanti della mostra: la performance che le due artiste metteranno in scena insieme. In un movimento infinito, simbolo di come la natura è vita e morte e resurrezione e spazio per ogni essere in ogni momento sul lungo cammino del tempo, nodi verranno intrecciati e sciolti e poi di nuovo intrecciati e sciolti come in una danza, una danza circolare che coinvolgerà lo spettatore e lo renderà partecipe e protagonista. "Partendo da questa figura del cerchio come movimento senza interruzioni, abbiamo riflettuto sul cambiamento da uno spazio di neutralità", raccontano le artiste. "…..Ci siamo soffermate sulle forme pensiero evocate nelle tele appese sul soffitto, sulle percezioni spigolose e disfunzionali alla ricerca di un’ armonia che è inclusione e sospensione di giudizio. Alla base c’è l’approccio dell’artista come individuo influenzante e la responsabilità sottesa a questo impegno”. “I nodi sono promemoria, sono elenchi, scansioni, punti fermi ma con il potenziale intrinseco del loro scioglimento. Le nostra intenzione era di mettere in relazione il nodo misuratore del tempo, vincolo ma anche liberazione, immortalità, infinito, con il cerchio che è assenza di distinzione. In un fluire da un opposto all’altro, perché ogni elemento contiene il suo contrario”. “La performance è stata pensata in forma di rituale, la forma creativa per eccellenza al servizio di ogni trasformazione, di una magia, di una determinazione”. “La mostra è fatta di simboli, di gesti, contenitori di messaggi condensati, per questo tempo, per il prossimo e per quello già passato, perché possano essere versati in quell’oceano in cui siamo tutti onde singole ma parte costituente. Ogni onda nella sua direzione, intensità, intenzione e durata sa che influenzerà l’oceano intero, ma per sua natura in esso scomparirà. E’ un ulteriore riflessione tra il singolo e l’ambiente, la non dualità e l’ impermanenza." Inizio: 11/04/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: Mirdamad blvd, Rudbar-e sharghi Str.- P.19, unit 3 Tehran Spazio: Today Art Gallery Area geografica: Estero Email: info@loredanagalante.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6131323324865655777 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: Un laboratorio di produzione aperto al pubblico tra estetica industriale, arte e primitivismo Introduzione: Un laboratorio di produzione aperto al pubblico tra estetica industriale, arte e primitivismo di Emanuele Marcuccio con Timothée Calame e Yannic Joray Dal 15 al 18 aprile 2015 Inaugurazione: mercoledì 15 aprile 2015, ore 18.30 Descrizione: Un laboratorio di produzione aperto al pubblico tra estetica industriale, arte e primitivismo di Emanuele Marcuccio con Timothée Calame e Yannic Joray Dal 15 al 18 aprile 2015 Inaugurazione: mercoledì 15 aprile 2015, ore 18.30 Orari: 11.00 - 20.00 - ingresso libero Istituto Svizzero - Milano Via Vecchio Politecnico 3 - 20121 Milano t +39 02 760 16 118 milano@istitutosvizzero.it www.istitutosvizzero.it In occasione del Salone del Mobile 2015, l’Istituto Svizzero di Milano presenta Il Progetto del Terzo Giorno, un laboratorio di produzione aperto al pubblico tra estetica industriale, arte e primitivismo, a cura di Emanuele Marcuccio in collaborazione con Timothée Calame e Yannic Joray. Il Progetto del Terzo Giorno vuole offrire al pubblico un’esperienza che si muove tra i territori di confine collettivamente riconosciuti come arte e design, in relazione alle diverse necessità economiche e culturali che stimolano e regolano la produzione e la diffusione, accogliendo così il pubblico in un luogo misterioso che non è più una galleria, una vetrina, un teatro, una bottega. Gli elementi formali e materiali presenti nello spazio, in particolare i tavoli e la scenografia, sono utilizzati come strumenti di creazione ed esecuzione di forme nuove, oltre ad essere rappresentativi delle diverse pratiche ed esperienze produttive dei tre artisti che animano il laboratorio. I partecipanti sono invitati a realizzare oggetti inediti che prendono corpo dalla convergenza di forme tecniche, linguaggi estetici e modelli di utilizzo provenienti da ambiti produttivi e di distribuzione differenti tra loro e lo spazio espositivo è trasformato in un luogo poliedrico di produzione e partecipazione. Il Progetto del Terzo Giorno propone uno spazio e un tempo critico che precede la moderna differenziazione tra arte e design e che non ha la necessità di rimarcare la consueta distinzione fra la produzione dell’oggetto funzionale e quella dell’oggetto artistico. Il laboratorio, della durata di quattro giorni, si articola in diversi atti all’interno dei quali vengono proposte attività di produzione e interventi di discussione. Programma 15 aprile ore 18.30 Inaugurazione 17 aprile L’intervento di Studio Klass si sviluppa intorno al concetto di utile/inutile e indaga il confine tra forma e funzione degli oggetti. I due designer fondatori dello studio, Marco Maturo e Alessio Roscini, inviteranno i partecipanti a produrre manufatti inediti. Biografie Emanuele Marcuccio (Milano, 1987) è un artista con base a Losanna dove frequenta il Master in Arti Visive dell'ECAL - Ecole cantonal d’art et de design de Lausanne. Attraverso il disegno e l’utilizzo di tecniche di produzione industriale descrive in diverse forme le sue emozioni e la malinconia in relazione al funzionamento della modernità. Ha recentemente esposto il suo lavoro con Lodos Contemporaneo a Mexico City, Boatos Fine Arts a São Paulo, Karma International a Zurigo e al Musée des Beaux Arts di Losanna. Timothée Calame (Ginevra, 1991) ha studiato alla HEAD - Haute école d’art et design di Ginevra ed é uno dei co-fondatori dello spazio indipendente Marbriers4 di Ginevra. La sua pratica artistica è focalizzata sulla pittura e sulla scrittura e, nelle sue mostre più recenti, sulle alterazioni sociali generate dalla costruzione e definizione di situazioni collettive nello spazio espositivo. Il suo lavoro è stato esibito al Paramount Ranch di Los Angeles, UP State a Zurigo, Truth and Consequences, Centre d’Art Contemporain, Forde a Ginevra e New Jerseyy, Basilea. Yannic Joray (Berna, 1986) è tutor della ZHdK - Zürcher Hochschule der Künste e parte del programma educativo della Kusthalle Zurich. Dal 2014 co-organizza un programma espositivo (muda mura muri) a Vienna e Zurigo che si concentra sulla pratica artistica. Ha recentemente esposto nelle gallerie The Duck e Société a Berlino, Studiolo a Zurigo e alla Kunshalle Liestal. Marco Maturo e Alessio Roscini nel 2009 fondano a Milano Studio Klass, realtà che si occupa di industrial design. Il lavoro di Studio Klass predilige l’innovazione dal punto di vista funzionale e di utilizzo del prodotto, con particolare attenzione ai materiali e al linguaggio formale. Inizio: 15/04/2015 Fine: 18/04/2015 Indirizzo: Via Vecchio Politecnico 3 - 20121 Milano Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: Qui si vendono soldi di Giulio Giustini Introduzione: Qui si vendono soldi di Giulio Giustini Vernissage: venerdì 10 aprile 2015, ore 18.00 Dal 10 aprile al 10 Luglio L’arte contemporanea si mostra a Città di Castello. Nel centenario della nascita del tifernate Alberto Burri, la rivista Valley Life ospita nei prestigiosi spazi di Palazzo Vitelli all’Abbondanza, la personale di Giulio Giustini Descrizione: Qui si vendono soldi di Giulio Giustini Vernissage: venerdì 10 aprile 2015, ore 18.00 Dal 10 aprile al 10 Luglio L’arte contemporanea si mostra a Città di Castello. Nel centenario della nascita del tifernate Alberto Burri, la rivista Valley Life ospita nei prestigiosi spazi di Palazzo Vitelli all’Abbondanza, la personale di Giulio Giustini, artista valtiberino dalla sperimentazione multipolare. L’esposizione dal titolo Qui si vendono soldi indaga l’evolversi della tecnica e del processo artistico di Giulio Giustini. Per l’artista infatti tecnica, processo e intenzione hanno la stessa importanza dell’opera finita, sono parte integrante di quest’ultima. Con questa iniziativa culturale la rivista ValleyLife intende sperimentare una nuova organizzazione degli ambienti di lavoro nella commistione dell’eccezionalità della creazione artistica con gli standard e i tempi del lavoro di tutti i giorni. Inizio: 10/04/2015 Fine: 10/07/2015 Indirizzo: Piazza Matteotti 2, 06012 Città di Castello (PG) Spazio: Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6133544094126014161 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: LA BELLEZZA FA 40. Introduzione: I 40 migliori artisti italiani under 40 Chi sono i migliori giovani artisti italiani su cui puntare e su cui investire? “La Bellezza fa 40” risponde con una mostra unica nel panorama artistico italiano. In una location straordinaria. Descrizione: Nell'esclusiva location del Castello Carlo V di Lecce, dal 21 aprile al 7 luglio, si terrà la mostra “La Bellezza fa 40. I 40 migliori artisti italiani under 40”. La mostra, promossa dal Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Theutra, Oasimed e Novamusa, con il patrocinio del Comune di Lecce, è curata da Stefano Bottura e ideata da BETTER DAYS. Fuori dai circuiti dell’arte e dalle mappe ufficiali, c’è un movimento multiforme e in costante espansione di artisti che ibridano spesso il proprio lavoro con discipline finora considerate marginali (grafica, illustrazione, tattoo, street art). Il percorso proposto dalla mostra “La Bellezza fa 40” vuole mettere in fila i nomi degli artisti e delle artiste che negli ultimi anni stanno facendo maggiormente parlare di se. Sempre più corteggiati dalle gallerie e dalle istituzioni più importanti (in Italia e, soprattutto, di tutto il Mondo) i 40 artisti selezionati hanno tutti un proprio solido percorso di credibilità, originalità e ricerca. La mostra è così una fotografia di gruppo di quaranta artisti presi in quell'attimo di passaggio tra l'essere un outsider e un artista riconosciuto. In quell'attimo di passaggio, che per alcuni dura il tempo di una mostra per altri dura anni e dubbi e ripensamenti, sta tutta la Bellezza che la mostra vuole raccontare. La mostra celebra l’età giovanile e l’estro che le appartiene. La forza e il potenziale che i giovani artisti esprimono attraverso le opere non lascerà indifferente il visitatore che parteciperà alla mostra. Incuriosire, far conoscere, proporre e stimolare, questo è l’intento principale dell’esposizione. E perché no, investire sulle giovani promesse dell'arte italiana. Questo l'elenco degli artisti selezionati (in ordine alfabetico): 108, 2501, Alessandro Baronciani, Alessandro Ripane, Alice Pasquini, Andreco, Anna Deflorian, Basik, Bomboland, Br1, Carlo Alberto Rastelli, Cheko’s Art, CT, Dario Molinaro, Dem, Ericailcane, Ester Grossi, Gio Pistone, Giuliano Sale, Luca Barcellona, Luca Font, Luca Zamoc, Magda Guidi, Marco Mazzoni, Marino Neri, Marta Sesana, Martina Merlini, Moneyless, MP5, Mr. Wany, Nicolò Pellizzon, Nocurves, Olimpia Zagnoli, Ozmo, Roberta Maddalena, Silvia Argiolas, Stencil Noire, Thomas Raimondi, Virginia Mori, Vitomanoloroma. Inizio: 21/04/2015 Fine: 07/07/2015 Indirizzo: via xxv luglio, Lecce Spazio: Castello Carlo V Area geografica: Sud Email: ufficiostampa@tehutra.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.betterdays.it/bellezza40 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: "Anima Mundi" Introduzione: mostra di pittura ed incisione di Rossella Baldecchi Descrizione: Sabato 11 Aprile 2015 alle ore 17.00 si inaugurerà, nella sede del MAM'S ( Museo Arte Marche Sassoferrato ) sede della Galleria Civica d’Arte Contemporanea "Giovan Battista Salvi", la nuova personale dell'artista pistoiese Rossella Baldecchi dal titolo "Anima mundi". La mostra, organizzata dal Comune di Sassoferrato ( AN), sarà presentata dalla curatrice Arianna Bardelli alla presenza delle massime Autorità del Comune. Nella mostra, l'artista espone circa 30 opere, fra dipinti e acqueforti, della sua ultima produzione, opere nelle quali emerge con forza l'impegno di Rossella contro i drammi del nostro tempo, in primo luogo il femminicidio e la violenza di genere, per poi parlare dei migranti e delle tragedie del nostro Mediterraneo. Le opere rimarranno esposte fino al 26 Aprile nei locali del MAM'S , nel Palazzo degli Scalzi in Piazza Gramsci 1 a Sassoferrato (AN), nell' orario di apertura del Museo. INFO: Galleria Civica d’Arte Contemporanea G.B. Salvi MAM’S – Mondo Arte Marche Sassoferrato Palazzo degli Scalzi – Piazza Gramsci, 1 – Sassoferrato (AN) www.mamsgallery.it www.sassoferratocultura.it www.sassoferratoturismo.it Inizio: 11/04/2015 Fine: 26/04/2015 Indirizzo: MAM'S ( Museo Arte Marche Sassoferrato (AN) Spazio: MAM'S ( Museo Arte Marche Sassoferrato ) Area geografica: Centro Email: rossella.baldecchi@virgilio.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.mamsgallery.it Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: EL IMPERDIBLE JOANPERE MASSANA Introduzione: 28 Aprile 2015 – 26 Luglio 2015Inaugurazione martedì 28 Aprile 2015 dalle ore 18.00 MUST GALLERY è lieta di ospitare per la prima volta in Svizzera una selezione di opere pittoriche, cartacee e installazioni dell’artista spagnolo Joanpere Massana. Descrizione: EL IMPERDIBLE JOANPERE MASSANA 28 Aprile 2015 – 26 Luglio 2015Inaugurazione martedì 28 Aprile 2015 dalle ore 18.00 MUST GALLERY è lieta di ospitare per la prima volta in Svizzera una selezione di opere pittoriche, cartacee e installazioni dell’artista spagnolo Joanpere Massana. Ogni opera è parte di un racconto, come se fosse una pagina di un libro, ecco perché l’artista è solito utilizzare quale titolo per tutti i suoi progetti “Il libro di…”. Le opere selezionate appartengono ai seguenti progetti: Il libro dei giochi; Il libro degli alberi; Il libro dell’acqua; Il libro dell’aria e Il libro della pelle, principali percorsi che hanno caratterizzato la ricerca artistica di Joanpere Massana dal 2001 a oggi. “El imperdible” (spilla da balia) è il vero e proprio denominatore comune di tutte le opere dell’artista, strumento forgiato dall’uomo per bloccare, contenere ed unire, è usato nelle sue opere con un significato simbolico, infatti, spesso è rappresentato aperto quale sinonimo di un inizio del racconto, non potendo - l’artista - bloccare né il tempo né la memoria nei suoi. Altro elemento peculiare dell’intera opera di Massana è l’utilizzo e l’inclusione di materiali disparati che si amalgamano alla grafia e alla pittura, questa complicità materica, oltre ad aggettare le opere in una vera e propria tridimensionalità, contribuisce ad accentuare la omponente narrativa delle opere stesse. Un’ulteriore interpretazione di queste intrusioni è anche dettata dall’intento di riportare oggetti appartenuti a un passato, come icone contenenti la memoria del tempo. Selezione mostre personali – Selection one man show 2015 - El imperdible de Joanpere Massana. MUST GALLERY. Lugano. Svizzera. - Il libro della pelle. Costantini Art Gallery. Milano. Italia. 2014 - Frontière: Le livre de la peau. Fort de Bellegarde. Le Perthus. France - Works from the Water and Air books. Raffaella De Chirico Contemporany Art. Torino. Italia 2013 - Joanpere Massana. Arte Spagnola Contemporanea. Palazzo del Parco. Diano Marina. Italia 2012 - Il libro dell'aria. Costantini Art Gallery. Milano. Italia. - Leere, Stein, Papier. Enrique Asensi - Joanpere Massana. 100 Kubik Gallery. Köln. Alemanya. 2011 - Del llibre de l'aigua: Com a titelles. Museu Comarcal de Cervera. Lleida. Espana. - Del llibre de l'aigua: Com a titelles. Museu Comarcal de la Noguera. Balaguer. Lleida. Espana. - Del llibre de l'aigua: Formats petits i mitjans. Quiosc Gallery. Tremp. Lleida. Espana. - Del llibre de l'aigua : Com a titelles. Museu Comarcal de l'Urgell. Tàrrega. Espana. - Del llibre de l'aigua : Com a titelles. Museu de Lleida. Espana. - Del llibre de l'aigua : Formats petits i mitjans. Galeria Espai Cavallers 31-33. Lleida. Espana. 2010 - Il libro dell'acqua per Martí. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. 2009 - Un llibre per al Martì. Galeria Paqui Delgado. Sant Sadurnì d’Anoia. Barcelona. Espana. 2008 - Il libro dell’acqua. (II parte). Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. - Il Libro dell’acqua. Galleria La Bussola. Cosenza. Italia. - Il libro dell’acqua. Pinacoteca de Jesi. Ancona. Italia. 2007 - Il libro dell’acqua. PAN (Palazzo delle Arti Napoli) Napoli. Italia. - Mémoire de le territoire (Instal·lació) i grans formats. Château d’Haute Serre. Cahors. France. 2006 - Il libro degli alberi.. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. - El llibre dels arbres. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - El llibre dels arbres II. Galeria Espai Cavallers 31-33. Lleida. Espana. - El llibre dels arbres II. Galeria Collage. Lleida. Espana. 2004 - Lo llibre dels núvols (Un llibre per la Jana) Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. 2003 - Un llibre per la Jana. Galeria Collage. Lleida. Espana. - Un llibre per la Jana. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. 2002 - Lo llibre dei giochi. Galleria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - Il libro dei giochi. Galleria Il Torchio. Milano. Italia. 2001 - Joanpere Massana. Galerie L´Arbre de Lune. Avignon. France. Selezione mostre collettive – Selection group show 2012 - AMB Accent de Lleida. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - Carta NON riciclabile. Costantini Art Gallery. Milano. Italia. 2011 - Materia all’ultimo incontro. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. - ON-OFF. Tardor de L'art. Galleria Paqui Delgado. Sant Sadurní d'Anoia. Barcelona. Espana. - Stop,...NON stop? Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. 2010 - Colletiva. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. 2009 - Colectiva de verano. Galerìa Vértice. Oviedo. Espana. - Dibuix: Mitjà d’expressiò artistica. Galeria Espai Cavallers 31-33. Lleida. Espana. - Colectiva artistas de la galeria. Galerìa Vértice. Oviedo. Espana. 2008 - Piazza d’Arte. Teatro dell’Arte. Milano. Italia. 2007 - Armi e bagagli. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. Milano. Italia. - Nuits composites. Château d’Haute Serre. Cahors. Lot. France. - Art i Vida. Museu Comarcal de l’Urgell. Tàrrega. Espana. - Impresions de Lleida. Galeria Espai 31-33. Lleida. Espana. 2006 - Un fotógraf i cinc pintors. Galeria Carme Espinet. Barcelona. - Col.lectiva d’estiu. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - Temps d’artistes. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. 2005 - Gli artisti di galleria nel nuovo spazio espositivo. Galleria Il Torchio-Costantini Arte Contemporanea. - Els artistes i els tallers. Fundació Pública Institut d´Estudis Ilerdencs. Lleida. Espana. - Fira Internacional d´Art. Girona. Espana. - De Miró a Clavé. Paraula i forma a l´art contemporani. Museu de Sant Cugat. Barcelona. Espana. - F.Galliani, G.Cuomo, Joanpere Massana. Duplex Art Gallery. Genova. Italia. - Col.lectiva d´Estiu. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - Mite, treball i art a la Venus de Gavà. Ajuntament de Gavà. Barcelona. Espana. 2004 - Mostra d´Arts Plàstiques de Tàrrega. Museu Comarcal dell´Urgell. Tàrrega. Espana. - Colectiva. Galleria La Bussola. Cosenza. Italia. - Els artistes i els tallers. Sala Gòtica. Institut d´Estudis Ilerdencs. Lleida. Espana. 2003 - Terra i Arbres. Universitat Autònoma de Barcelona.. Palau Sant Jordi de Barcelona, Hospitalet de Valls, Tàrrega, Manlleu, Teruel, Alcalá de Henares, etc. - Col.lectiva. Galeria Susany. Vic. Espana. - Homenatge a Josep Guinovart. Espai Guinovart d’Agramunt. Biblioteca Pública de Lleida. Espana. - Fons del Museu 1992-2003. Museu de Sant Pol de Mar. Barcelona. Espana. 2002 - Ocres. Galeria Susany. Vic. Barcelona. Espana. - Artistes de la galeria. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - Homenatge a Gaudí. Galeria Cal Talaveró. Verdú. Lleida. Espana. - Terra i arbres. Artistes per la terra. Palau Robert. Barcelona. Itinerant per Catalunya. Espana. - Artisti di Galleria. Galleria Il Torchio. Milano. Italia. - Col.lectiva. Galeria Susany. Vic. Espana. 2001 - Les couleurs de l´hiver . Galerie l´Arbre de Lune. Uzès. France. - 10 artistes pel 700 aniversari de la Universitat de Lleida. Itinerant per la Universitats de parla - Joves artistes flamencs i catalans junts a Brussel.les. Universitat de Brussel.les. Bèlgic. - Artistes de la galeria. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - AD HOC. 20è. Aniversari. Galeria Susany. Vic. Espana. - 10 artistes pel 700 aniversari de la Universitat de Lleida. Universitad Pompeu Fabra. Barcelona. - Museum. Parma in arte. Galleria Il Torchio. Parma. Italia. 2000 - XII BIENNAL Mostra d´Art Contemporani Català. Canals Galeria d´Art, Gen. de Catalunya, Diputació - Itinerant per Catalunya i Andorra fins el 2002. Espana. - Artistes de la Galeria. Galeria Carme Espinet. Barcelona. Espana. - Mostra d´Art Jove de la Noguera. Sala Lola Anglada. Lleida. Barcelona. Espana. Foundations, collections and Museum : Museu Comarcal de l’Urgell. Tàrrega. Espana. Museu Comarcal de Cervera. Espana. Museu Comarcal de la Noguera. Balaguer. Espana. Museu de Lleida. Comarcal i Diocesà. Espana. Museu de Sant Pol de Mar. Barcelona. Espana. Pinacoteca de Jesi. Ancona. Italia. Xarxa de Museus de Lleida. Espana. Institut d’ Estudis Ilerdencs. Diputació de Lleida. Espana. Institut Francès de Barcelona. Espana. Universitat Catalana d’ Estiu. Espana. Collezione Sanofi-Synthelabo S.p.A. Milano. Italia. Collezione Eurolinea S.r.l. Milano. Italia. Collezione Lofarma S.p.A. Milano. Italia. Collezione Alfa Wassermann. Bologna. Italia. Collezione Alfa Wassermann. Lisboa. Portogallo. Collezione Alfa Wassermann. Milano. Italia. Collezione Bama-Geve. Barcelona. Espana. Collezione Monestir de Santes Creus. Espana. Collezione Copaga. Lleida. Espana. Collezione Testimoni. Barcelona 2002 i 2004. Fundació “ la Caixa “. Espana. Collezione Fundació Agrupació Mútua. Barcelona. Espana. Collezione de la Generalitat de Catalunya. Barcelona. Espana. Collezione de la Generalitat de Catalunya. Direcció General de Joventut. Barcelona. Espana. Collezione del Col·legi d’ Arquitectes Tècnics i Aparelladors. Lleida. Espana. Collezione d’obra gràfica del Col·legi d’Arquitectes Tècnics i Aparelladors. Espana. Collezione Caixa de Manresa. Lleida. Espana. Collezione Ros Roca. Tàrrega. Espana. Collezione Perla de Segre. Ponts. Espana. Collezione Martínez+Franch. Barcelona. Espana. Collezione Gelonch-Viladegut. París. France. Collezione Uría Menendez. Barcelona. Madrid. Espana. Scheda della mostraArtista: Joanpere MassanaTitolo EL IMPERDIBLESede MUST GALLERY, via del Canvetto – Lugano Date 28 Inizio: 28/04/2015 Fine: 26/07/2015 Indirizzo: via del Canvetto – Lugano Spazio: Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6138968095918057297 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: Postscript: Correspondent works Introduzione: Una mostra a cura del collettivo caratteriale 7x8curators.Postscript: Correspondent Works documenta una serie in divenire di conversazioni a distanza tra artisti e curatori. La natura fluida di questo coinvolgimento rispecchia il modo in cui l’arte si muove, al di là di presupposti culturali e geografici, in un costante stato di reinterpretazione. Descrizione: Postscript: Correspondent Works Un epistolario tra artista e curatore 5 Maggio, 2015 h. 18 - 21 artQ13, Via Nicola Coviello,15 - 00165 Roma Il collettivo di curatori 7x8curators, in collaborazione con artQ13, ha il piacere di presentare la mostra evento: Postscript: Correspondent Works. Un epistolario tra artista e curatore che si terrà il 5 Maggio 2015 presso lo spazio di via Coviello. Postscript è un gesto di anticipazione, una conversazione come luogo di comprensione reciproca e condivisa. Un lavoro epistolare che rivela se stesso precariamente nel mezzo, nel suo essere collegamento tra individui affini. E’ lo spazio interstiziale tra le linee di una lettera, l’intervallo tra l’atto di spedire e quello di ricevere, la pausa, l’incomunicabilità, il non detto e il ridondante. Postscript: Correspondent Works documenta una serie in divenire di conversazioni a distanza tra artisti e curatori. La natura fluida di questo coinvolgimento rispecchia il modo in cui l’arte si muove, al di là di presupposti culturali e geografici, in un costante stato di reinterpretazione. Questa mostra intende servirsi della corrispondenza per tracciare lo slittamento di senso tra le parole dei destinatari, i luoghi e le pause create nello spazio tra l’incontro e la forma. Ogni curatore ha invitato un artista ad intraprendere una conversazione riguardante un luogo, che sia reale, immaginario o l’immagine di un ricordo. I curatori parteciperanno attivamente a questo scambio, offrendo le proprie riflessioni finali allo spettatore, come possibili lenti attraverso le quali conoscere il lavoro creativo. Iniziando con una cartolina (di formato standard, ma liberamente stampata, disegnata, dipinta o in ogni modo manipolata) l’artista condivide con il curatore una sua personale finestra. L’artista e il curatore iniziano una corrispondenza senza aver idea di dove li porterà. Il curatore è chiamato a lasciarsi trasportare, contemplando il gesto iniziale del suo interlocutore e rispondendo con le parole. Al di là di una nostalgica esplorazione della distanza, la mostra si propone di sperimentare come il tempo e lo spazio siano o meno ostacoli alla comunicazione e alla comprensione soprattutto oggi, in un presente dove la tecnologia permette di costruire ponti fisici e mentali per superare la distanza spaziale, e alcune connotazioni tradizionali del carteggio come l’attesa, le aspettative, il viaggio di una lettera, sono state compromesse dall’uso degli strumenti di comunicazione digitali. Tra gli artisti coinvolti: Miguel Barros (Canada),Thomas Mader (Germania); Maude Maris (Francia); Graeme Marrs (Canada); Kata Tranker (Ungheria), Alessandro Vizzini (Italia) About 7x8curators: Il collettivo 7x8 Kuratoren nasce dall’incontro di 7 curatori durante un viaggio di 8 settimane lungo il Danubio per immergersi nella scena artistica contemporanea di Vienna e Budapest. Oggi, a due anni di attività come collettivo internazionale, la ricerca curatoriale di 7x8 non è ristretta dai confini territoriali ma piuttosto costruita sul loro attraversamento. Tra i progetti principali del collettivo: Decay in occasione di ARTplacc, Ungheria (2014), 7x8 Curatorial Conversations in occasione di Art Market Budapest, Ungheria (2013), il blog 7x8 Curatorial Conversations, e le collaborazioni online con le piattaforme Works.io e Art:I:Curate. Il collettivo è formato da: Ashlee Conery (Londra, UK); Jordana Franklin (Toronto, Canada); Holeng (Singapore); Kimberly Kitada (New York, NY); Roberta Palma (Roma, Italia); Roland Ramos (New York, NY); and Ya’el Santopinto (Toronto, Canada). About artQ13: artQ13 è uno spazio per la ricerca e la sperimentazione artistica fondato da Carlo Caloro nel 2014.La missione di artQ13 è quella di presentare posizioni di artisti italiani e internazionali, attraverso la collaborazione di curatori, galleristi e di istituzioni pubbliche e private. artQ13 è una iniziativa indipendente non commerciale. ArtQ13 è uno spazio dove idee e progetti configurano la sua dimensione aperta: uno spazio pensato per essere costantemente in divenire e in trasformazione. Come un dispositivo, un laboratorio, una sala prova di idee e opere – che vede la propria identità ricostruita ogni volta dalle attività di chi lo abita. Inizio: 05/05/2015 Fine: 05/05/2015 Indirizzo: via Nicola Coviello 15, Roma Spazio: artQ13 Area geografica: Roma Email: comunicazione.artq13@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2# Titolo: Contemporary Visions Introduzione: Si chiama “Contemporary Visions” la mostra che dal 19 aprile al 30 maggio presso la Galleria San Marino a Palazzo Arzilli - Contrada Santa Croce, 32 Repubblica di San Marino - vedrà protagonisti tre grandi artisti contemporanei: Giancarlo Rampazzo (PAT), Alexander Kanevsky e Franca Antonello. Descrizione: Si chiama “Contemporary Visions” la mostra che dal 19 aprile al 30 maggio presso la Galleria San Marino a Palazzo Arzilli - Contrada Santa Croce, 32 Repubblica di San Marino - vedrà protagonisti tre grandi artisti contemporanei: Giancarlo Rampazzo (PAT), Alexander Kanevsky e Franca Antonello. L’esposizione, curata dal Prof. Gianmarco Puntelli, fonde tre stili che corrispondono ad altrettante “visioni contemporanee”, da qui il titolo “Contemporary Visions”: si parte dall’arte figurativa, letteraria, mitologica e fantastica di Kanevsky; artista affermato nel panorama internazionale, Kanevsky ha infatti esposto ad Atene, Berlino e in altre città europee e parteciperà a Expo 2015 con una personale. Si passa poi all’arte gioiosa, vitale, densa di lussureggianti cromie di Franca Antonello, artista padovana che nelle sue opere riproduce, come in una pellicola, la più rara e inaspettata morfologia terrestre e ultraterrena: paesaggi idealizzati, immaginarie inflorescenze, cattedrali e strade trasognate, gondole nel silenzio veneziano, boschi d'incanto e praterie primaverili. Il percorso espositivo continua fino ad approdare alle innovative sperimentazioni materiche di PAT, nome d’arte di Giancarlo Rampazzo, artista padovano che ha fatto dell’eclettismo il suo marchio di fabbrica. PAT vive la pittura come continua ricerca che si basa su una compenetrazione di esperienze, sulle quali s’innestano la sua cultura musicale e la sua attività di musicista, che l’ha visto protagonista di esperienze importanti, prima tra tutte la collaborazione con il noto cantante Toto Cotugno. L’arte di PAT, in tutte le sue declinazioni e varianti, appartiene al filone della Fusion Paint, che consiste nel costruire e assemblare vari materiali che vengono fusi. È proprio la colatura ad originare, modellare e dare forma all’opera, in seguito ritoccata con colori acrilici. La tela, come un’arena aperta, fisica e mentale, è lo spazio musicale dell’azione dell’artista: brulica di segni e intrecci che nel loro dinamismo o nella loro staticità suggeriscono una sensazione, personificano il ricordo o il sogno di un oggetto o di una situazione che non si può possedere ma solo evocare. In mostra si può seguire il percorso dell’artista a partire dagli esordi quando, a metà degli anni ‘90, realizza opere astratte, a collage e tecnica mista, d’impronta grafica e giocate su tonalità monocrome e chiaroscurali. Qualche anno più tardi, PAT determina il “volto definitivo” della sua arte, sviluppata creando volumi e forme con la stesura di materiali acrilici, poliesteri, siliconati, vetro e legno decorati successivamente con aerografo dando toni e sfumature uniche nel suo genere. Nuove sintesi tra volumi e forme danno vita ai primi cicli, come “Plastiche Emozioni” (2003). In questa prima fase si delinea quella che diverrà la cifra stilistica dell’arte di Rampazzo: il gesto della creazione è parte integrante dell’opera stessa che reca in sé le tracce della pulsione che l’ha generata. Il percorso espositivo testimonia anche la forte carica di innovazione che ha caratterizzato l’arte di Rampazzo negli ultimi tempi: un percorso unico nel suo genere che ha portato l’artista a nuove indagini ed elaborazioni. Esemplare in questo senso il filone "Lune parlanti", in cui ogni opera crea un dialogo costante tra la realtà e lo spazio surreale trasformando la materia in un corollario di colori e superfici planetari. In “Nuove sperimentazioni” i colori e le fusioni degli esordi si sono evoluti e si fondono con le resine che danno lucentezza ai materiali. La Fusion Paint si presta ad identificare, nelle sue composizioni globulari e circolari, immagini fantastiche come celesti galassie irraggiungibili, crateri lunari, mari tropicali, ma anche immagini più “terrestri” come le foglie d’autunno o alcune campanule che assorbono i colori della terra, dell’erba e della volta celeste in primavera. L’artista ama inoltre costruire forme a sé stanti, sculture con uno scheletro di plexiglass, decorate sempre tramite la tecnica della Fusion paint. Il titolo delle opere nasce generalmente a lavoro finito, l’inconscio lavora e la mente razionale dà un nome a ciò che l’emozione suggerisce. Inizio: 19/04/2015 Fine: 30/05/2015 Indirizzo: Contrada Santa Croce 32, Repubblica di San Marino Spazio: Galleria San Marino, Palazzo Arzilli Area geografica: Centro Email: kingpack52@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2# Titolo: naturaORDINEDISORDINE Introduzione: La mostra naturaORDINEDISORDINE presenta opere di tutti i media - video, fotografie, pittura. installazioni - di artisti internazionali che entrano in relazione con lo spazio circostante. opere di Krzysztof M.Bednarski Jacopo Benci Silvia Bordini Anne Demijttenaere Martin Figura Ines Fontenla Hans- Hermann Koopmann Carmine Leta Pietro Mari Mariagrazia Pontorno Elisa Resegotti Laura M.Romero Rivka Rinn Silvia Stucky Ticon3 Descrizione: Presentazione di Elisa Resegotti Esiste un ordine (naturale) delle cose? Volendo creare un giardino (naturale) d'artista la questione era ed è immanente ogni volta che attuo un intervento a livello paesaggistico, botanico o artistico. Per anni ho esitato ad introdurre opere nel giardino di Pianamola temendone l'intromissione innaturale. Ora, a cinque anni dall’inaugurazione del giardino con la mostra One Minute Tree©, osservando il fruttuoso e fecondo processo di interazione tra le opere e gli spazi, tra il loro messaggio e la percezione dei visitatori, non esito a cogliere e valorizzare l' incredibile energia che scaturisce dallo sforzo della natura e dell'uomo nell' ordinare e disordinare ogni elemento. Questa continua sfida rappresenta una fonte inesauribile di ispirazione e riflessione e crea infiniti momenti d'arte. La mostra naturaORDINEDISORDINE nasce con l'intento di cogliere e fissare alcuni significativi momenti del diagramma entropico natura/arte con la collaborazione di artisti che da anni esplorano queste tematiche. naturaORDINEDISORDINE presenta opere di tutti i media - video, fotografie, pittura, installazioni. Alcune opere già esistenti nel giardino sono rivisitate e "riordinate", altre invece, seppur nate altrove, entrano nel cuore del discorso, e altre opere inedite nascono per, e negli spazi de, Il Giardino di Pianamola. Il processo è felicemente inarrestabile. Inizio: 01/05/2015 Fine: 13/06/2015 Indirizzo: strada Pianamola,5 - Bassano Romano Spazio: Il Giardino di Pianamola Area geografica: Roma Email: info@pianamola.org Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: www.pianamola.org Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: Vincenzo Agnetti: opere da collezioni private Introduzione: Le opere esposte documentano lo straordinario percorso artistico del maggior esponente italiano dell’arte concettuale. Descrizione: Le opere esposte documentano lo straordinario percorso artistico del maggior esponente italiano dell’arte concettuale. Inizio: 19/11/2014 Fine: 15/01/2015 Indirizzo: Via Montebello, 30 - Milano Spazio: Matteo Lampertico - Arte Antica e Moderna Area geografica: Milano Email: anna.orsi@pressart.eu Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.474656 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: JAMIE REID, RAGGED KINGDOM Introduzione: JAMIE REID, RAGGED KINGDOM 12 settembre 2014-6 gennaio 2015 Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103 La Galleria civica di Modena inaugura venerdì 12 settembre 2014 alle 18.00 a Palazzo Santa Margherita la mostra "Jamie Reid. Ragged Kingdom", dedicata a Jamie Reid (1947), artista britannico legato al Situazionismo e ai movimenti anarchici, inventore della grafica dei Sex Pistols, per i quali dette vita a immagini radicalmente rivoluzionarie, divenute simbolo della prima ondata del punk inglese. Descrizione: JAMIE REID, RAGGED KINGDOM 12 settembre 2014-6 gennaio 2015 Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103 La Galleria civica di Modena inaugura venerdì 12 settembre 2014 alle 18.00 a Palazzo Santa Margherita la mostra "Jamie Reid. Ragged Kingdom", dedicata a Jamie Reid (1947), artista britannico legato al Situazionismo e ai movimenti anarchici, inventore della grafica dei Sex Pistols, per i quali dette vita a immagini radicalmente rivoluzionarie, divenute simbolo della prima ondata del punk inglese. Realizzata in collaborazione con la Isis Gallery di Brighton, con la partecipazione di ONO arte contemporanea, la mostra, sponsorizzata da Gruppo Hera, è inserita nel programma di eventi del festivalfilosofia, il cui tema, quest'anno, è stato individuato nel concetto di “gloria”. “Non esiste un solo modo di essere vicini ai nostri clienti – ha dichiarato Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Relazioni Esterne Gruppo Hera – accanto ai servizi che eroghiamo, infatti, c’è tutto un mondo di eventi e manifestazioni culturali che è importante promuovere e tutelare, perché rappresentano ingredienti essenziali della qualità della vita dei cittadini. Occuparci anche di questo è un obiettivo che cerchiamo di raggiungere tenendo insieme le tante realtà di eccellenza del nostro territorio. La Galleria Civica di Modena è una di queste”. Il lavoro di Reid, perfettamente in linea con il tema centrale del festival e allo stesso tempo sua antitesi, sovverte ogni gerarchia e ogni regola e spesso si esprime attraverso il ribaltamento dei piani, lo sberleffo sistematico, la smitizzazione. La regina d’Inghilterra con le svastiche sugli occhi, la Union Jack con le spille da balia e la scritta "Anarchy in the U.K." sono tra le più celebri icone di un periodo che vide la convivenza di profonde e radicali istanze di rinnovamento sociale con la “più grande truffa del Rock and Roll”. Disegni, dipinti, collage, fotografie per raccontare i migliori esiti del talento di un artista da sempre contrario al potere costituito, che ha aperto nuove strade nel mondo dell’immagine e della comunicazione. La sala principale di Palazzo Santa Margherita ospiterà la grande installazione che dà anche il titolo alla mostra ("Ragged Kingdom") composta da alcuni tepee indiani – figure di accoglienza, rifugio, protezione, dunque di pace e dialogo – dipinti dall’artista, all’interno dei quali ciascun visitatore troverà una pila di fogli stampati con cui potrà costruirsi il proprio personale “catalogo” della mostra. Al piano superiore invece circa sessanta disegni, dipinti, collage, grafiche, progetti, fotografie che raccontano in sintesi la carriera artistica di Reid a partire dagli esordi, durante i quali elabora lo stile e alcune immagini – si pensi agli autobus con destinazione "Nowhere" – che confluiranno poi nell'iconografia punk, per soffermarsi più approfonditamente sul periodo strettamente connesso con i Sex Pistols. Di questa intensa attività, durata dal 1976 al 1980, sono presenti in mostra una trentina di lavori, compreso un collage di quasi 8 metri di lunghezza ("Mural"), che ne rappresenta una vera e propria summa. Non manca una selezionata scelta di opere più recenti, nelle quali alle tematiche anarchiche e situazioniste si affiancano motivi legati a un universo magico e sciamanico molto caro all'artista espresso attraverso simboli cosmologici, druidici, esoterici Alla mostra si accompagna un progetto di crowdfunding, il sistema di finanziamento collettivo che mobilita persone e risorse a sostegno di un'idea. Per contribuire occorre collegarsi al sito www.com-unity.it, previa iscrizione gratuita. visual by Jamie Reid, © Jamie Reid courtesy Isis Gallery, UK Note biografiche Jamie Reid, nato a Croydon, nel Surrey, nel 1947, dopo aver frequentato l'Art College di Wimbledon e la Scuola d'Arte della sua città natale, nel 1966 progetta una copertina per la pubblicazione britannica "Heatwave". Nel 1970, insieme a Jeremy Brook e Nigel Edwards, lavora alla "Suburban Press", un organo di stampa radicale e neo-situazionista. Nel 1974 collabora al layout di "Leaving the 20th Century" di Christopher Gray. Nel 1975 Jamie si sposta sull'Isola di Lewis. Tra il 1976 e il 1980 Jamie lavora a tempo pieno con i Sex Pistols, sia alla produzione di opere d'arte che di materiale pubblicitario per una serie di singoli e di LP. Nel 1980 lavora al film "The Great Rock 'n' Roll Swindle" e produce opere d'arte per i nuovi protetti di Malcolm McLaren, i Bow Wow Wow. Jamie si trasferisce poi a Parigi dove lavora ad una rappresentazione teatrale inedita, "Chaos in Cancerland". Nel 1983 si trasferisce nel quartiere londinese di Brixton e tiene una mostra alla Brixton Art Gallery. Nel 1985 firma il manifesto del film "Letter to Brezhnev". Nel 1986 tiene una mostra alla Hamiltons Gallery, Mayfair, Londra. Tra il 1986 e il 1990 lavora per diversi studi grafici a Londra. Nel 1987, Faber and Faber pubblica "Up They Rise: The Incomplete Works of Jamie Reid", con un testo del giornalista musicale britannico Jon Savage. Jamie firma poi la copertina per il singolo "Revolution Baby". Nel 1989 viene pubblicato "Celtic Surveyor: More Incomplete Works of Jamie Reid". Jamie inizia poi a lavorare presso lo studio di registrazione Strongroom, East London, e dà vita alla produzione di murales, dipinti, logo e opere d'arte. Questo è un progetto particolarmente importante nella carriera dell'artista, al quale Jamie Reid ha lavorato per circa dieci anni. Uno Strongroom tepees sarà presente in mostra a Modena. Nel 1991 lavora al singolo "No Regrets" e dirige il video dello stesso singolo. Nel 1992 allestisce la mostra "Celtic Surveyor" alla Britannia Hall (Derry), mostra che ha poi aperto a Liverpool, a Manchester e a Berlino, e contemporaneamente firma la copertina per "Shamanarchy in the UK", una compilation dal collettivo londinese conosciuto come Evolution. Nel 1994 Jamie Reid ha donato copie di ''Peace Is Tough” (con immagine di John Wayne), e ''Corporate Slavery'', in favore di War Child. Nel 1995 lavora con Zion Train e partecipa alla prima "intervista interattiva" mondiale su CD-ROM.Nel 1996 dopo una visita alla Strongroom si forma il gruppo Sound System Afro-Celt. L'artista firma la copertina del loro primo album "Volume 1: Sound Magic". Fra il 1997 e il 1999 presenta la retrospettiva "Peace is Tough" a New York, Tokyo e in diverse città europee. Nel 1999 Sound System Afro-Celt pubblica il suo attesissimo secondo album "Volume Afro Celt Sound System 2", che incorpora ulteriori disegni a firma di Jamie Reid. Jamie espone poi alcuni dei suoi lavori presso il Workhaus, come parte della Biennale di Liverpool e sposa la sua musa, Maria. Nel 2000 decora la Magic Room del rock'n' roll Hotel Pelirocco di Brighton, nell'East Sussex. Nel 2001 "Peace Is Tough" apre al pubblico ad Arches, Glasgow e produce l'immagine "Maridala" per la campagna per la legalizzazione della Cannabis e opere per il terzo album di Afro Celt Sound System "Further In Time". Durante tutto questo periodo Jamie continua a produrre disegni, dipinti e foto utilizzati nei rituali sciamanici, festival ed eventi. E trova il tempo per produrre opere per una serie di altri artisti, tra cui Boy George di cui ha firmato la grafica dell'etichetta “More Protein”. Nel 2004 dà il suo contributo alla collettiva "Pax Britannica" allestita all'Aquarium Gallery di Londra: in mostra anche opere di Richard Hamilton, Anthony Caro e Ralph Steadman. Nel 2006 sempre all'Aquarium Gallery di Londra partecipa alla collettiva "Eightfold Year" che presenta 365 opere relative a tutte le tappe della vita: nascita, vita, declino e morte, sia dal punto di vista della vita umana che nella progressione delle stagioni. Nel 2007 nella stessa sede presenta "May Day May Day" una retrospettiva che ripercorre la sua carriera a partire dal 1968. Importanti collezioni private negli Stati Uniti e nel Regno Unito cominciano a ingressare pezzi e opere di Jamie Reid. È del 2008 la collaborazione con l'azienda di moda giapponese Comme des Garçons e le sue opere entrano nella collezione permanente della Tate Britain. Nel 2011 i teepees sono stati presentati per la prima volta come installazione nella mostra di Jamie Reid “Ragged Kingdom” alla Isis Gallery/Londonewcastle Depot a Londra nel 2011. Recentemente Jamie ha partecipato a mostre internazionali come Recontres Arles (2010) and Art IN the Streets at MoCA (2011). Ha collaborato con Shepard Fairey e ha realizzato importanti visuals per Free Pussy Riot e Occupy movements. mostra Jamie Reid. Ragged Kingdom sede Galleria Civica di Modena - Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena periodo 12 settembre 2014-6 gennaio 2015 organizzazione e produzione Galleria Civica di Modena Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il sostegno di Gruppo Hera in collaborazione con Isis Gallery di Brighton con la partecipazione di Ono Arte Contemporanea, Bologna inaugurazione venerdì 12 settembre ore 18.00 preview per la stampa mercoledì 10 settembre ore 11.30 orari mercoledì-venerdì 10.30-13.00 e 15.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.30-19.00. Lunedì e martedì chiuso. apertura straordinaria in occasione del festivalfilosofia venerdì 12 settembre apertura dalle 9.00 alle 23.00, sabato 13 dalle 9.00 all'1.00, domenica 14 dalle 9.00 alle 21.00 ingresso gratuito ufficio stampa Clp Relazioni Pubbliche, Milano, Anna Defrancesco, tel. + 39 02 36755700, anna.defrancesco@clponline.it immagini e comunicati scaricabili www.clponline.it ufficio stampa Galleria civica di Modena, Cristiana Minelli tel. +39 059 2032883, galcivmo@comune.modena.it immagini e comunicati scaricabili nell'area giornalisti del sito della galleria informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena tel. +39 059 2032911/2032940 - fax +39 059 2032932 www.galleriacivicadimodena.it Museo Associato AMACI Inizio: 09/12/2014 Fine: 01/06/2015 Indirizzo: Canalgrande 103, 41121 Modena Spazio: Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 40.86749 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: Workshop: L'artista oggi: una nuova professionalità 16° edizione Introduzione: Obiettivo del seminario: Consigli pratici agli artisti esordienti e non. Condotto da: Nicola Maggi, giornalista e storico dell'arte specializzato in mercato dell'arte, economia della cultura e collezionismo, fondatore del blog Collezione da Tiffany. Descrizione: Condotto da: Nicola Maggi, giornalista e storico dell'arte specializzato in mercato dell'arte, economia della cultura e collezionismo, fondatore del blog Collezione da Tiffany. Luca Rendina, collezionista, curatore di mostre ed esperto della comunicazione e marketing dell'agenzia Gandini & Rendina. Poiché molti artisti non hanno potuto partecipare al workshop di ottobre, a causa dei posti disponibili limitati, a richiesta, aperto a chi è interessato, si ripeterà il workshop a gennaio, sempre con le stesse modalità. Il workshop di Nicola Maggi e Luca Rendina, trasmetterà tutte le informazioni su come muoversi e promuoversi nel mercato dell'arte al fine, per l'artista, di sapersi districare fra mille proposte allettanti e operatori corretti. Crearsi un buon curriculum consente di risparmiare tempo, energie, denaro e soprattutto frustrazioni. Il sistema e il mercato dell'arte hanno subito notevoli cambiamenti. Si sono aggiunte nuove regolamentazioni riconosciute a livello nazionale ed europeo e l'avvento di Internet ha aggiunto una forte competizione soprattutto fra gli artisti giovani ed gli esordienti. Oggi è sempre più necessario che l'artista conosca bene il sistema e inizi la propria carriera professionale nel modo più serio e competente. I temi affrontati saranno: - il mondo dell'arte come sistema - com'è cambiato il mercato - l'arte in galleria - il marketing applicato all'arte: conoscere per agire - attivazione marketing mix: la distribuzione - attivazione marketing: la comunicazione - attivazione marketing mix: la vendita - presentarsi al mercato: gli strumenti lettera di presentazione, curriculum portfolio - arte, diritto e fisco - il diritto d'autore - il diritto di seguito - la normativa fiscale - i contratti degli artisti - i contratti per la creazione dell'opera Le iscrizioni si chiuderanno giovedì 22 gennaio al raggiungimento di un minimo di 10 partecipanti. Per info e iscrizioni inviare una mail a: exfabbricadellebambole@exfabbricadellebambole.com completa di telefono (o cellulare) per avere la conferma dell'iscrizione al workshop. Costo iscrizione 130€ a persona. Per informazioni: Tel/fax: 02.36.522.487 Cell: 377.19.02.076 Inizio: 25/01/2015 Fine: 25/01/2015 Indirizzo: Via G. Arimondi 1,Milano Spazio: Exfabbricadellebambole Area geografica: Milano Email: exfabbricadellebambole@exfabbricadellebambole.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.489419 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.exfabbricadellebambole.com/ Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: The Land of Nod Introduzione: The Land of Nod Threshold Art Gallery announces the opening of its new space with ‘The Land of Nod’, a solo exhibition by Delhi-based Israeli artist, Achia Anzi. Anzi’s new body of work explores the experience of migration and its impact on the perception of time and space. The new installations, sculptures, paintings and video art in the exhibition reflect Anzi’s personal journey into The Land of Nod … “And Cain went out from the presence of the LORD, and dwelt in the land of Nod, on the east of Eden.” (Genesis 4:16) Descrizione: The Land of Nod Threshold Art Gallery announces the opening of its new space with ‘The Land of Nod’, a solo exhibition by Delhi-based Israeli artist, Achia Anzi. Anzi’s new body of work explores the experience of migration and its impact on the perception of time and space. The new installations, sculptures, paintings and video art in the exhibition reflect Anzi’s personal journey into The Land of Nod … “And Cain went out from the presence of the LORD, and dwelt in the land of Nod, on the east of Eden.” (Genesis 4:16) The Land of Nod From breakfast on through all the day At home among my friends I stay, But every night I go abroad Afar into the land of Nod. All by myself I have to go, With none to tell me what to do — All alone beside the streams And up the mountain- sides of dreams. The strangest things are there for me, Both things to eat and things to see, And many frightening sights abroad Till morning in the land of Nod. Try as I like to find the way, I never can get back by day, Nor can remember plain and clear The curious music that I hear. - Robert Louis Stevenson Artist’s Note And when Cain, the tiller of the land, was cursed by the Lord after killing his brother Abel, he “went out of the presence of the Lord ” and lived a life of a fugitive. And Cain, now the landloper, settled in the Land of Nod, the mysterious land of wandering. Protected by his dubious mark (the mark of Cain), the eternal immigrant is swept into a twilight zone: the sleepy zone of dreams the in- between space of migration. Exhibition: 19th Jan to 24th Feb, ‘15 • Time: 11:00 am – 6:30 pm (Sunday by appointment ) Preview: 18th Jan, ‘15 at 11:00 am Inizio: 19/01/2015 Fine: 19/02/2015 Indirizzo: Gallery Threshold C-221, Sarvodya Enclave New Delhi- 110017 Spazio: Gallery Threshold Area geografica: Estero Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 28.536165 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: Sten Lex Matrici Distrutte Introduzione: Sten Lex sono tra i pionieri della tecnica dello stencil in Italia. Iniziano il loro lavoro nel 2001 per le strade di Roma e da allora la loro ricerca sullo stencil è in costante evoluzione. Hanno introdotto innovazioni come la “Hole School”, che applicava la tecnica della mezzatinta allo stencil e cambiava la percezione dall’astrazione alla figurazione a seconda la distanza dell’osservatore Descrizione: Sten Lex Matrici Distrutte opening Saturday February 7th, 7pm curated by Giuseppe Pizzuto critical essay by Samantha Longhi dates: from February 7 to March 28, 2015 public support: Municipio Roma 5 Wunderkammern is proud to present Matrici Distrutte, or “Destroyed Matrices”, the highly anticipated solo show by Sten Lex in Rome. Sten (Rome 1982) and Lex (Taranto, 1982) are among the most internationally recognized Italian street artists today. Included in countless publications, they participated in The Cans Festival in London in 2008, upon invitation by Banksy, and The Nuart Festival in Norway, one of most important street art events in the world. Their works have been shown in prestigious national and international institutions, included in precious private collections and have been held in institutions like the MADRE Museum in Naples, and permanently at the MACRO in Rome. Sten Lex are pioneers in stencil technique in Italy. They got their start in 2001 on the streets of Rome, and since then their work with stencils has been in constant evolution. They introduced innovations such as “Hole School”, which applied mezzotint technique to stencils and changed the perceived image from abstraction to figuration according to the distance of the observer. In 2010, Sten Lex began to utilize “Stencil Poster”, a technique invented by them: the artists paste a poster to the surface, cut out a part of the figure as with a stencil and then paint over the “matrix”, ultimately ripping off the paper to reveal the final image. For their exterior installations, the paper is removed organically by natural factors: the piece, therefore, is transformed by the passing of time, and it is revealed according to atmospheric rhythms. The show Matrici Distrutte (Destroyed Matrices) investigates the technique and artistic process of Sten Lex. For the artists, in fact, technique and process are of equal importance in the finished work, and are an essential part of it. A metaphor for life, in which the journey and the destination have the same importance. As the very title reveals, the matrices of the stencil are destroyed during the creative process. In their stencil posters, the scraps left hanging on the surface are a part of the destroyed matrix and communicate an aesthetic sense of transformation, of becoming. Using the destructive process as a part of the work, the artists surpass the limits imposed by stencils, a technique that, in its own right, limits the sign and sets boundaries. In a paradoxical way, the artists come to cancel the defining characteristic of the stencil itself: its reproducibility. Once the matrix is destroyed, in fact, the work becomes unique and can no longer be recreated. Life becomes unique and is no longer reproducible. The artist duo will present new works created specifically for their show at Wunderkammern. They include wood pieces, that either evoke those realized in the public space or that will be the foundation of new ideas for future works, and limited edition works on paper. Before the opening, the artists will produce several mural interventions in Rome. The critical essay for the show is written by Samantha Longhi (Graffiti Art magazine). Matrici Distrutte is part of Wunderkammern’s new artistic project Limitless, inaugurated with Spanish artist Sam3 and French artist L’Atlas. The project will then bring to the gallery artists Alexey Luka (Russia) and Jacopo Ceccarelli a.k.a. 2501 (Italy). Limitless explores the concept of limit in its possible shapes and manifestations, designating Art as the preferred means of overcoming barriers that we are subjected to on a daily basis, and of reflecting on limitless reality. Media partners: Exibart, Zero, Nufactory, almostCURATORS, Titolo. Technical partners: Eurostars Hotels, Eurograph, Oikos, La Santeria, L’Olivella, Casale del Giglio, Alfani, Trebotti. WUNDERKAMMERN via Gabrio Serbelloni 124, Rome website: www.wunderkammern.net email: wunderkammern@wunderkammern.net tel: +39 0645435662 free entry Opening hours: from Wednesday to Saturday from 5 to 8pm. For appointments call: +39 3498112973 ------------------------------------------------------------------------ Sten Lex Matrici Distrutte vernissage sabato 7 febbraio, ore 19 a cura di Giuseppe Pizzuto testo critico di Samantha Longhi date: dal 7 febbraio al 28 marzo 2015 patrocinio istituzionale: Municipio Roma 5 Wunderkammern è lieta di presentare Matrici Distrutte, l’attesa mostra personale di Sten Lex a Roma. Sten (Roma 1982) e Lex (Taranto, 1982) sono tra gli artisti italiani di Urban Art più riconosciuti a livello internazionale. Presenti su innumerevoli pubblicazioni, hanno partecipato al Cans Festival di Londra nel 2008, al quale furono invitati da Banksy, e al Nuart Festival in Norvegia, uno degli eventi di Street Art più importanti al mondo. Le loro opere sono state presentate in prestigiose gallerie internazionali, fanno parte di preziose collezioni private e si collocano in istituzioni come il Museo MADRE di Napoli, e in maniera permanente al MACRO di Roma. Sten Lex sono tra i pionieri della tecnica dello stencil in Italia. Iniziano il loro lavoro nel 2001 per le strade di Roma e da allora la loro ricerca sullo stencil è in costante evoluzione. Hanno introdotto innovazioni come la “Hole School”, che applicava la tecnica della mezzatinta allo stencil e cambiava la percezione dall’astrazione alla figurazione a seconda la distanza dell’osservatore. A partire dal 2010 Sten Lex hanno cominciato ad utilizzare lo “Stencil Poster”, una tecnica da loro inventata: gli artisti incollano un poster sulla superficie, ritagliano parti della figura come in uno stencil e poi dipingono sopra alla matrice, infine strappano la carta facendo emergere la figura finale. Nel caso di interventi in esterno, la carta è rimossa in modo naturale dagli agenti naturali; l’opera quindi si trasforma col passare del tempo, il suo svelarsi viene a dipendere dal ritmo atmosferico. La mostra Matrici Distrutte indaga la tecnica e il processo artistico di Sten Lex. Per gli artisti infatti tecnica e processo hanno la stessa importanza dell’opera finita, sono parte integrante di quest’ultima. Metafora della vita, in cui il percorso e l’obiettivo hanno la medesima importanza. Come lo stesso titolo rivela, le matrici dello stencil vengono distrutte durante il processo creativo. Nei loro stencil posters, i brandelli di carta che volano appesi alla superficie sono parte della matrice distrutta e comunicano un senso estetico di trasformazione, di divenire. Attraverso il processo distruttivo come parte dell’opera gli artisti superano i limiti imposti dallo stencil, una tecnica che di per sé limita il segno e pone dei confini. In maniera paradossale, gli artisti arrivano ad annullare la principale caratteristica dello stencil: la riproducibilità. Una volta distrutte le matrici infatti, l’opera diventa unica e non più riproducibile. La vita diviene unica e non riproducibile. Il duo di artisti presenterà nuove opere d’arte realizzate appositamente per la mostra a Wunderkammern. Si tratterà di lavori su legno, che evocano quelli realizzati nello spazio pubblico o che saranno alla base di nuove idee per interventi futuri, e di opere su carta in edizione limitata. Prima dell’inaugurazione, gli artisti realizzeranno diversi interventi murali a Roma. Il testo critico della mostra è curato da Samantha Longhi (Graffiti Art magazine). La mostra Matrici Distrutte fa parte del nuovo progetto artistico di Wunderkammern, Limitless, già iniziato con l’artista spagnolo Sam3 e l’artista francese L’Atlas. Il progetto proseguirà poi portando in galleria gli artisti Alexey Luka (Russia) e Jacopo Ceccarelli a.k.a. 2501 (Italia). Limitless esplora il concetto di limite nelle sue possibili forme e manifestazioni, designando l’Arte come il mezzo preferenziale per il superamento delle barriere a cui siamo quotidianamente sottoposti e per una riflessione sulla realtà illimitata. Media partners: Exibart, Zero, Nufactory, almostCURATORS, Titolo. Technical partners: Eurostars Hotels, Eurograph, Oikos, La Santeria, L’Olivella, Casale del Giglio, Alfani, Trebotti. WUNDERKAMMERN via Gabrio Serbelloni 124, Roma sito: www.wunderkammern.net email: wunderkammern@wunderkammern.net tel: +39 0645435662 ingresso libero orari di apertura: dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 20. Per appuntamento: +39 3498112973 Inizio: 07/02/2015 Fine: 28/03/2015 Indirizzo: via Gabrio Serbelloni 124, Roma Spazio: WUNDERKAMMERN Area geografica: Roma Email: : wunderkammern@wunderkammern.net Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.877277 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: “Metamorfosidimilano La città tra le architetture e la vita quotidiana negli anni 1959 > 1963” Introduzione: Il 4 Febbraio Milano fa un tuffo nel suo passato attraverso l'esposizione personale del fotografo Enrico Cattaneo, classe 1933, che presenta Metamorfosidimilano; una mostra sulle periferie milanese, l’archeologia Industriale e il racconto sociale tra la fine degli anni ’50 e i primi anni '60 con immagini vintage ed una serie di scatti più recenti. Un intenso viaggio in bianco e nero che il maestro ha percorso con la sua macchina fotografica analogica. Descrizione: Il Comune di Milano - Consiglio di Zona 6 organizza “Metamorfosidimilano La città tra le architetture e la vita quotidiana negli anni 1959 > 1963” Mostra fotografica di ENRICO CATTANEO a cura di Alessia Locatelli Vernice: 4.02.2015 dalle 18.30 dal 5 al 22 febbraio 2015 orari: Lun-ven 9-12/13-19 Sab-Dom 11-19 continuato Il 4 Febbraio Milano fa un tuffo nel suo passato attraverso l'esposizione personale del fotografo Enrico Cattaneo, classe 1933, che presenta Metamorfosidimilano; una mostra sulle periferie milanese, l’archeologia Industriale e il racconto sociale tra la fine degli anni ’50 e i primi anni '60 con immagini vintage ed una serie di scatti più recenti. Un intenso viaggio in bianco e nero che il maestro ha percorso con la sua macchina fotografica analogica. I quartieri periferici di Gratosolio, Isola e Quarto Oggiaro, le gru della “città che sale” ma anche i bambini che giocano nelle cave della Bovisa o gli scolari che si dirigono verso le lezioni con nuovi grembiuli inamidati, su strade ancora fangose, e le fabbriche, con i loro profili scuri sul cielo plumbeo. Una città che cambia registrata attraverso l’occhio di un maestro milanese della fotografia. Atmosfere che per il fotografo sono anche rappresentazioni di geografie interiori, espressioni visive di stati d’animo che egli cattura e riporta ai nostri occhi meravigliati. Un omaggio che presenterà nell'anno di Expo al mondo la Milano di una volta, attraverso la celebrazione di un grande fotografo e cittadino, Enrico Cattaneo. Ma anche l’opportunità per gli abitanti della città meneghina di ricollocare la mappatura di una Milano che fu, ricostruendone la memoria, anche emotiva. Uno sguardo al passato per un futuro in termini d’immagine della città, di supporto alla cultura del territorio e di offerta di ottimo livello per i cittadini dell’Area metropolitana e non solo. Breve Bio del fotografo : Enrico Cattaneo è nato a Milano nel 1933. Studia in una facoltà scientifica e si occupa di fotografia dal 1955, in quegli anni predilige il reportage e il racconto sociale. Dal 1963, si dedica quasi esclusivamente alla riproduzione di opere d'arte lavorando per pittori, scultori, architetti, gallerie ed editori d'arte contemporanea. Sue fotografie illustrano numerosissime monografie e cataloghi per artisti di tutto il mondo. Da sempre a tale attività di documentarista affianca un'intensa attività di ricerca estetica. Ha allestito circa settanta mostre personali e ha partecipato a importanti collettive in Italia e all'estero. Vive e lavora a Milano. Informazioni e Contatti “Metamorfosidimilano La città tra le architetture e la vita quotidiana negli anni 1959 > 1963” Mostra fotografica di Enrico Cattaneo a cura di Alessia Locatelli Ex-Fornace Alzaia Naviglio Pavese 16, Milano (MM Porta Genova) vernice il 4 Febbraio 2015 dalle 18.30 dal 5 al 22 Febbraio 2015 Orari: Lun-ven 9-12/13-19 Sab-Dom 11-19 continuato alessia_locatelli@hotmail.com Zona6-Milano 02 88458600 si ringrazia Architettura Rosellini & Partners ITaste Gadola Manutenzioni Piccolo Bacco dei Quaroni Inizio: 04/02/2015 Fine: 22/02/2015 Indirizzo: Alzaia Naviglio Pavese 16, Milano Spazio: Ex-Fornace Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.40565 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: ALLEGRO GIUSTO. WORKS FROM BSI ART Introduzione: I grandi artisti internazionali della BSI Art Collection in mostra a Roma fino al 20 giugno 2015: un’occasione per conoscere la collezione e scoprire la meravigliosa e affascinante sede dell’Istituto Svizzero a Villa Maraini. Descrizione: ALLEGRO GIUSTO. WORKS FROM BSI ART COLLECTION | ISTITUTO SVIZZERO DI ROMA | VILLA MARAINI | FINO AL 20 GIUGNO 2015 I grandi artisti internazionali della BSI Art Collection in mostra a Roma fino al 20 giugno 2015: un’occasione per conoscere la collezione e scoprire la meravigliosa e affascinante sede dell’Istituto Svizzero a Villa Maraini. Allegro giusto Works from BSI Art Collection Preparations for a new building Design Bosshard Vaquer Istituto Svizzero di Roma Fino al 20 giugno 2015 Le opere dei grandi artisti internazionali della BSI Art Collection arrivano per la prima volta a Roma, visibili al pubblico fino al 20 giugno 2015 nell’affascinante cornice di Villa Maraini, sede dell’Istituto Svizzero di Roma. L’occasione è data dall’avvio, nel 2016, di un importante intervento di ristrutturazione che trasformerà significativamente gli spazi dell’edificio su progetto dello studio d’architettura Bosshard Vaquer di Zurigo, vincitore di un concorso internazionale. In attesa di questo importante momento, con Allegro Giusto. Works from BSI Art Collection. Preparations for a new building gli stessi architetti – non nuovi a interventi che partono da contesti esistenti per ridefinirli e svilupparli, anche nell’ambito di commissioni pubbliche – ridisegnano gli spazi condivisi dell’Istituto Svizzero di Roma facendoli dialogare con una selezione di opere d’arte contemporanea della BSI Art Collection , attraverso un sistema di librerie che accolgono le opere medesime e parte della Biblioteca dell’Istituto. Non un semplice allestimento decorativo, bensì un esercizio di riconfigurazione e trasformazione della funzione di un luogo e dell’opera d’arte, dove le opere si trovano a dialogare con gli ambienti a partire dal loro vivere quotidiano. Allestire delle opere d’arte contemporanea in un edificio del primo Novecento, come Villa Maraini, vuol dire così aggiungere un’unità di misura , determinare differenze che dimostrano la natura mutevole e negoziabile dello spazio architettonico. Vuol dire ancora attivare il potenziale dell’arte e di una collezione, capace di indicare la via di trasformazione della villa non solo negli intenti ma nell’atmosfera, nelle energie, nel dialogo quotidiano che un’opera d’arte è sempre capace di produrre. Per questa ragione le opere dalla BSI Art Collection, nata nel 2000 con l’intento di connettere l’istituto finanziario all’universo dell’arte contemporanea, sono state scelte sia in base agli spazi dell’Istituto Svizzero, ma anche per rappresentare le due anime della collezione, in una comunicazione ininterrotta tra passato e presente, che riflette contestualmente gli intenti del nuovo allestimento di Villa Maraini. Da un lato sono presenti gli artisti storicamente associati a BSI come Armleder, Barry, Buren, Halley – che hanno lavorato site specific per alcune sedi della banca – o ancora Melotti, Paolini, Merz, Cragg, Boetti, Chamberlain, Carroll; dall’altra sono stati selezionati artisti giovani di fama internazionale come Vo, Kuri e Epaminonda, e artisti della cosiddetta post web generation come Price e Domanovic. Inizio: 15/01/2015 Fine: 20/06/2015 Indirizzo: Istituto Svizzero di Roma Spazio: Istituto Svizzero di Roma Area geografica: Roma Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.906657 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6104553871733973713 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: DANZE MACABRE. IL CINEMA GOTICO ITALIANO Introduzione: Dal 3 al 27 febbraio 2015 presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema, Fondazione Cineteca Italiana presenta DANZE MACABRE. IL CINEMA GOTICO ITALIANO, rassegna curata dalla Cineteca Nazionale di Roma che intende offrire una panoramica sul movimento cinematografico del gotico italiano, attraverso alcuni cult in pellicola in edizione restaurata. -Questa retrospettiva intende ricordare i più significativi maestri del gotico italiano, quali Antonio Margheriti, Massimo Pupillo, Camillo Mastrocinque, Herbert Wise e Gianni Vernuccio. e, nel centenario della nascita, omaggia Mario Bava, considerato il maestro del cinema horror italiano, con quattro dei suoi film, scelti tra il gotico e il successivo thriller all’italiana: 5 bambole per la luna d’agosto, Operazione paura, La maschera del demonio e La frusta e il corpo. Descrizione: MIC – MUSEO INTERATTIVO DEL CINEMA Viale Fulvio Testi 121, Milano DANZE MACABRE IL CINEMA GOTICO ITALIANO Dal 3 al 27 febbraio 2015 Dal 3 al 27 febbraio 2015 presso il MIC - Museo Interattivo del Cinema, Fondazione Cineteca Italiana presenta DANZE MACABRE. IL CINEMA GOTICO ITALIANO, una rassegna curata dalla Cineteca Nazionale di Roma che intende offrire una panoramica sul movimento cinematografico del gotico italiano, attraverso alcuni cult in pellicola in edizione restaurata. La stagione del gotico in Italia fu breve e racchiusa in neanche una decina di anni: Riccardo Freda e Mario Bava sono gli artefici della nascita di questo movimento, un crocevia di generi, come il peplum, lo spionistico e il western all’italiana che si mescolano al solito modello anglosassone (costituito questa volta dai film della Hammer) e alla capacità, tipicamente italica, di adattare storie e atmosfere alle esigenze produttive. Così l’Italia dei castelli e dei manieri si trasforma in un fantastico set, dove rispolverare antiche leggende di streghe e vampiri, l’immaginario infantile popolato di incubi e demoni. Questa retrospettiva intende offrire una panoramica sui film più significativi dei maestri del gotico, quali Antonio Margheriti, Massimo Pupillo, Camillo Mastrocinque, Herbert Wise e Gianni Vernuccio. In rassegna anche un lavoro giovanile di Corrado Farina, Il figlio di Dracula, dove l’intento è esplicitamente parodistico (dialoghi comici, recitazione amatoriale sopra le righe e con difetti di pronuncia), benché la fotografia abbia un taglio espressionista da vero e proprio film muto. Inoltre, con questa retrospettiva, la Cineteca Italiana vuole rendere omaggio, nel centenario della nascita, a Mario Bava, considerato il maestro del cinema horror italiano. Nonostante budget molto spesso limitati e tempi di riprese molto brevi, è riuscito a girare film divenuti dei cult, che hanno fondato generi cinematografici fino ad allora inediti. In programma quattro suoi film, scelti tra il gotico e il successivo thriller all’italiana: 5 bambole per la luna d’agosto, Operazione paura, La maschera del demonio e La frusta e il SCHEDE DEI FILM E CALENDARIO h 16.00 5 tombe per un medium (Massimo Pupillo, Italia, Stati Uniti, 1965, 89') Il notaio Kovacs riceve una lettera del dottor Jeronimus Hauff che lo prega di recarsi nella sua villa. Qui scopre che il dottore è in realtà morto un anno prima e che era un convinto occultista. Iniziano a verificarsi strane morti e a vedersi presenze misteriose. h 18.00 La cripta e l'incubo (Camillo Mastrocinque, Italia, Spagna, 1964, 85') Il Conte Ludwig Kanstein vive nel suo castello con l’amante Annette Valmont e la figliola Laura, teme che la giovinetta sia posseduta da una vecchia strega di famiglia. Chiama quindi uno studioso, per indagare negli h 17.00 Il castello dei morti vivi (Herbert Wise, Michael Reeves, Italia, 1963, 90’) Un piccolo gruppo di saltimbanchi riceve un invito dal conte Drago per tenere uno spettacolo nel suo castello. Durante la rappresentazione Bruno, uno degli attori, muore. In breve tempo si susseguono altre morti di natura misteriosa, finché gli ospiti scoprono il responsabile di quelle uccisioni. È il conte, che ha somministrato loro un farmaco di sua invenzione che provoca la morte e l'istantanea imbalsamazione. h 15.00 La lunga notte di Veronique (Gianni Vernuccio, Italia, 1966, 90') Ghost story che inizia nell’Italia del primo ‘900. Due giovani amanti, decidono di farla finita. Ma solo lei si suicida. Cinquant’anni dopo lei tornerà in forma di fantasma per vendicarsi sul nipote del suo fidanzato, l’innocente Giovanni Bernardi. h 17.00 5 bambole per la luna d’agosto (Mario Bava, Italia, 1969, 87’) Pochissime persone in un'isola deserta, e morti misteriose una dopo l'altra, in un'atmosfera ricca d'incubo che ricorda quella dei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. h 18.30 Il figlio di Dracula (Corrado Farina, Italia, 1960, 20’) Dracula e sua moglie mandano il figlio tra i viventi per compiere il suo tirocinio di vampiro, ma il ragazzo, troppo timido e bonaccione, li delude e ne viene disconosciuto. Operazione paura (Mario Bava, Italia, 1966, 85’) Un villaggio è colpito da una maledizione perché i suoi abitanti lasciarono morire dissanguata una bambina, che, riportata in azione dalla madre medium, si vuole vendicare. h 17.00 La maschera del demonio (Mario Bava, Italia, 1960, 88’) Una goccia di sangue fa rivivere una strega e, con essa, la maledizione da lei pronunciata contro chi l’aveva condannata a morte. «Era il primo film che facevo come regista, dovevo fare un passo molto serio perché se sbagliavo avevo chiuso, come regista e come operatore» (Bava). h 15.00 La frusta e il corpo (Mario Bava, Italia/Francia, 1963, 87’) In un tetro castello vive la famiglia Menliff: il vecchio conte, il figlio Cristiano con la giovane moglie Nevenka e la nipote Katia. Il ritorno a casa dell'altro figlio del conte, Kurt, a suo tempo diseredato per le sue scelleratezze, risveglia in Nevenka la passione di un tempo. h 15.00 Danza macabra (Antonio Margheriti, Francia, 1963, 90’) Un giornalista, per scommessa, accetta di trascorrere una intera notte in un castello maledetto. Presa l’avventura come un gioco, l’uomo dovrà ben presto ricredersi. h 15.00 5 bambole per la luna d’agosto (Mario Bava, Italia, 1969, 87’) Replica h 17.00 La maschera del demonio (Mario Bava, Italia, 1960, 88’) Replica h 15.00 Operazione paura (Mario Bava, Italia, 1966, 85’) Replica info@cinetecamilano.it www.cinetecamilano.it T 02 87242114 Cineteca Milano @cinetecamilano MODALITÀ D’INGRESSO ALLE PROIEZIONI Biglietto d’ingresso intero: € 5,50 Biglietto d’ingresso ridotto: € 4,00 Biglietto d’ingresso adulto + bambino: € 6,00 Cristiana Ferrari ufficiostampa@cinetecamilano.it – 0287242114 – M 3337357510 Inizio: 03/02/2015 Fine: 27/02/2015 Indirizzo: Viale Fulvio Testi 121, Milano Spazio: MIC - Museo Interattivo del Cinema, Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.513586 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6107501798963275921 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: TRAME DI GUERRA Introduzione: Trame di guerra - Intorno al Giorno della Memoria: due settimane di eventi a cavallo del Giorno della Memoria, per riflettere sui conflitti che non smettono mai di stupirci. Negativamente. Da martedì 27 gennaio 2015 i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia si aprono a conferenze, letture sceniche, proiezioni cinematografiche e performance artistiche. Filo conduttore è Trame di guerra, la mostra - allestita nella Sala mostre del Castello Visconteo e, visto il crescente interesse di pubblico e scuole, prorogata fino a domenica 15 febbraio 2015 - che si presenta come una riflessione sui generis sul primo conflitto mondiale, evitando qualsiasi intento celebrativo. Descrizione: TRAME DI GUERRA Intorno al Giorno della Memoria da martedì 27 gennaio 2015 Musei Civici del Castello Visconteo Viale XI Febbraio 35, Pavia Trame di guerra - Intorno al Giorno della Memoria: due settimane di eventi a cavallo del Giorno della Memoria, per riflettere sui conflitti che non smettono mai di stupirci. Negativamente. Da martedì 27 gennaio 2015 i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia si aprono a conferenze, letture sceniche, proiezioni cinematografiche e performance artistiche. Filo conduttore è Trame di guerra, la mostra - allestita nella Sala mostre del Castello Visconteo e, visto il crescente interesse di pubblico e scuole, prorogata fino a domenica 15 febbraio 2015 - che si presenta come una riflessione sui generis sul primo conflitto mondiale, evitando qualsiasi intento celebrativo. La guerra viene letta infatti non tanto dal punto di vista geopolitico o militare, quanto piuttosto da quello umano e sociale, delle ricadute sulla vita degli attori del conflitto, attivi (i soldati) o passivi (la popolazione): il trascorrere del tempo al fronte, il rapporto con la morte, le relazioni con le famiglie, la percezione dell'esperienza della guerra, il rientro nella vita civile. Una guerra osservata dal basso, con uno sguardo più vicino alla sensibilità di tutti. PROGRAMMA DEGLI EVENTI Il calendario si apre martedì 27 gennaio con Trame di guerra, dalla Prima all'ultima, l'ingresso gratuito alla mostra con apertura straordinaria pomeridiana fino alle ore 17, e alle ore 16.30 con Trame di guerra. Storie di cinema, la lettura e l'analisi dei film Orizzonti di gloria (di Stanley Kubrick) e Notte e nebbia (di Alain Resnais), a cura di Roberto Figazzolo. Si prosegue giovedì 29 gennaio, alle ore 11, con le conferenze di Storie nella Storia. La Grande Guerra ricostruita attraverso le memorie dei soldati, che sarà introdotta da Antonio Sacchi, Presidente dell'Associazione Il Tempo della Storia e vedrà la partecipazione di Stefano Benetti, Presidente dell'Associazione Musei per la Storia in Lombardia, con un intervento dal titolo Il progetto Giovani14 e il centenario della Grande Guerra in Lombardia, e Andrea Pozzetta, Dottorando in Storia Contemporanea, che parerà di Lettere, diari e cartoline dei giovani soldati pavesi. Venerdì 30 gennaio, alle ore 16.30, è ancora Trame di guerra. Storie di cinema, con la lettura e l'analisi del film No Man's Land (di Danis Tanović), a cura di Roberto Figazzolo. Il programma continua domenica 1 febbraio, alle ore 16.30, con le letture sceniche di Sepolti i nostri cuori, a cura di Bruno Cerutti, su testi di Michele Mari, Enzo Jannacci, Trilussa, Alessandro Baricco, Gabriele Vacis. Mentre sabato 7 febbraio è previsto un appuntamento speciale con Hanno memoria le querce. Uomini, esperienze e Memoria nella Resistenza, a cura del Museo della Resistenza Piacentina: un incontro con i partigiani protagonisti dell'opera di Massimiliano Gatti e Massimo Leonardi. A chiudere il calendario, domenica 15 febbraio, è il finissage della mostra Trame di guerra. Tutte le iniziative sono ad ingresso gratuito. Appuntamento presso la portineria dei Musei Civici del Castello Visconteo. DESCRIZIONE DELLA MOSTRA Trame di guerra, curata da Francesca Porreca (progettata a quattro mani con Gigliola De Martini, conservatore storico e responsabile del Museo del Risorgimento di Pavia, mancata nel mese di settembre, cui l'esposizione è dedicata) e organizzata dai Musei Civici del Comune di Pavia, utilizza il centenario della Grande Guerra come spunto per guardare al presente ripercorrendo la storia. Prende le mosse dai materiali relativi alla I Guerra Mondiale custoditi presso i Musei Civici di Pavia: si tratta di diari, lettere, cartoline, disegni, fotografie, ma anche piastrine, medaglie, fazzoletti, armi, uniformi, elmetti… documenti fino ad ora pressoché "invisibili" ma carichi di suggestione, in grado di raccontare le storie individuali senza le quali la grande Storia collettiva non avrebbe senso. Il materiale, affascinante ed eterogeneo, è stato poi sottoposto allo sguardo creativo dei giovani artisti coinvolti nel progetto, esercitando una forte suggestione e ispirando alcuni dei lavori in mostra. Marta Vezzoli si è concentrata in particolare sulle lettere di alcuni soldati al fronte, realizzando un'installazione in cui sembra di poter entrare materialmente nella memoria scritta dai protagonisti. Davide Bonaldo e Francesco Sala, con la loro installazione, hanno scelto di lavorare sui numerosissimi studenti dell'Università di Pavia che sono partiti per la guerra e non hanno fatto più ritorno. Davide Ferrari ha creato una sorta di scenografia in cui trovano posto messaggi e frammenti di diari e cartelle cliniche dei soldati: un modo per riflettere sugli effetti della guerra, sia fisici che psicologici, e sull'importanza anche terapeutica della scrittura. La riflessione sull'impatto devastante della guerra è anche al centro del lavoro fotografico di Jacopo Milanesi, che sceglie di raffigurare in modo crudo gli effetti del combattimento sul corpo dei soldati. Massimiliano Gattiutilizza l'immagine fotografica per affrontare il tema della memoria, legato però ad una originale riflessione sul paesaggio e sulle stratificazioni di oggetti e ricordi. Materia e memoria sono protagoniste anche del lavoro pittorico di Matteo Antonini, dalla carica fortemente simbolica. Il cortocircuito tra passato e presente, guerra e pace, invenzione e ricordo è ben rappresentato dalle straordinarie valigie di Rossella Roli, piccoli mondi che condensano tante storie diverse. Catalogo in mostra Orari: da martedì a domenica 10 - 17.30 Inizio: 27/01/2015 Fine: 15/02/2015 Indirizzo: Viale XI Febbraio 35, Pavia Spazio: Musei Civici del Castello Visconteo Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.188011 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: https://plus.google.com/u/1/photos/101955915531759079012/albums/6107503155357988769 Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: Ritratti di Poesia- nona edizione- 05 febbraio 2015 - Tempio di Adriano Introduzione: La rassegna, aperta gratuitamente al pubblico, è promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con InventaEventi, ed è a cura di Vincenzo Mascolo. Informazioni e programma su www.fondazioneroma.it www.inventaeventi.com Descrizione: Roma, 21 gennaio 2015 Ritratti di Poesia C’è bisogno di poesia e di super eroi… dal Poetry Slam alla Street Art A Roma, il 5 febbraio, presso il Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, si terrà la IX edizione della manifestazione «Ritratti di Poesia», promossa dalla Fondazione Roma Si svolgerà a Roma giovedì 5 febbraio, presso il Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, la nona edizione di «Ritratti di Poesia». La manifestazione, nata nel 2007 per volontà del Presidente della Fondazione Roma – il Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, che ne è l’ideatore –, da molti inverni segna una data da non perdere sul calendario per tutti coloro che amano il genere letterario poetico. «La rassegna Ritratti di Poesia – dichiara il Presidente Emanuele – ebbe inizio nove anni fa come un piccolo ‘salotto’ sul tema della poesia, nel convincimento che in Italia la poesia dovesse avere la medesima visibilità e fruibilità di altre forme artistiche, quali il cinema, il teatro, la musica e la danza. Abbiamo fatto molta strada da quella data, mossi dalla passione e dalla volontà di portare a Roma una iniziativa che potesse arricchire, in modo originale, l’offerta culturale della città e del Paese. Oggi la manifestazione rappresenta un punto di riferimento, a livello nazionale ed internazionale, per il genere poetico e vanta la partecipazione di poeti noti, italiani e stranieri, accanto al talento di voci esordienti. Sono orgoglioso – conclude Emanuele – del percorso che è stato fatto; la grande partecipazione popolare, che si rinnova sempre più ampia di anno in anno, è la conferma della bontà dell’iniziativa e ci dà l’entusiasmo per crescere ancora e rinnovarci». La manifestazione, che propone ogni anno un ampio parterre di esponenti di spicco della poesia italiana e internazionale, presenta quest’anno due novità assolute: una «incursione» nella street art con Mauro Pallotta, in arte Maupal – l’autore del famoso murale «super pope» – e un Poetry Slam, competizione di poesia orale e performativa in cui sono gli spettatori a decretare il vincitore. Nato negli Stati Uniti come arte di strada, il Poetry Slam si propone di riportare la poesia a una dimensione più estesa e popolare, riscoprendone la vocazione originaria. In Italia è stato introdotto dal poeta e performer Lello Voce, che sarà EmCee (Masters of Ceremonies) del Poetry Slam di Ritratti di poesia, tappa ufficiale del campionato nazionale L.I.P.S. Lega Italiana Poetry Slam, La rassegna, aperta gratuitamente al pubblico, è promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con InventaEventi, ed è a cura di Vincenzo Mascolo. Informazioni e programma su www.fondazioneroma.it Fondazione Roma-Arte-Musei Ufficio Stampa Paola Martellini T. 06 697645595 - Cell. 349 2874956 pmartellini@fondazioneromamuseo.it Segreteria Organizzativa InventaEventi progetti@inventaeventi.com 06 98188901 Inizio: 05/02/2015 Fine: 05/02/2015 Indirizzo: Piazza di Pietra, Roma Spazio: Tempio di Adriano Area geografica: Roma Email: progetti@inventaeventi.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.899956 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: http://www.inventaeventi.com Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: WITHIN LIGHT / INSIDE GLASS Un’intersezione tra arte e scienza Introduzione: La luce, il vetro e la loro interazione di carattere artistico e tecnico-scientifico sono il tema della mostra ideata e promossa da Vicarte, l’unità di ricerca “Vetro e Ceramica per le Arti” con sede presso la Facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università Nuova di Lisbona. L’iniziativa si tiene a Venezia nell’Anno Internazionale della Luce dall’8 febbraio al 19 aprile, in collaborazione con l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Descrizione: ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI Venezia, Palazzo Loredan Campo Santo Stefano MOSTRA WITHIN LIGHT / INSIDE GLASS Un’intersezione tra arte e scienza VERNICE STAMPA venerdì 6 febbraio, ore 14 - 17 sabato 7 febbraio, dalle ore 11 INAUGURAZIONE sabato 7 febbraio, ore 18 La luce, il vetro e la loro interazione di carattere artistico e tecnico-scientifico sono il tema della mostra ideata e promossa da Vicarte, l’unità di ricerca “Vetro e Ceramica per le Arti” con sede presso la Facoltà di Scienze e Tecnologia dell’Università Nuova di Lisbona. L’iniziativa si tiene a Venezia nell’Anno Internazionale della Luce dall’8 febbraio al 19 aprile, in collaborazione con l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Nelle sale dell’antica biblioteca di palazzo Loredan le curatrici della mostra, Rosa Barovier Mentasti e Francesca Giubilei, hanno invitato ad esporre 15 artisti internazionali che con il loro lavoro esplorano le reciproche influenze tra i due elementi da un punto di vista formale e concettuale. Usando il neon o la luce naturale, il vetro borosilicato per micro e macro sculture, le tecniche tradizionali di Murano o le nuove tecnologie, la fotografia, la pittura e il disegno, la luminescenza e la trasparenza, gli artisti Teresa Almeida, Mika Aoki, Enrico Tommaso de Paris, Armanda Duarte, Veronica Green, Alan Jaras, Anna-Lea Kopperi, Richard Meitner, Eric Michel, Doigo Navarro, Fernando Quintas, Silvano Rubino, Elisabeth Scherffig, Cesare Toffolo e Robert Wiley animeranno gli spazi della sede dell’Istituto Veneto con alcune delle più interessanti sperimentazioni incentrate sulla reciproca relazione tra i due elementi. Il progetto è coordinato da António Pires de Matos, Isabel Silveira Godinho e Andreia Ruivo di VICARTE. VICARTE (Lisbona) è l’unità di ricerca sul vetro e la ceramica applicata alle arti realizzata in partnership tra la Facoltà di Scienze Tecnologiche e quella di Belle Arti dell’Università di Lisbona. La ricerca presso VICARTE collega il presente con il passato, lo sviluppo di nuove possibilità per il vetro, la ceramica e l'arte contemporanea. Qui si approfondiscono le pratiche tradizionali di produzione e lavorazione del vetro, così come i nuovi approcci teorici e pratici per l’applicazione dello studio dei materiali alla produzione artistica. L’ISTITUTO VENETO DI SCIENZE LETTERE ED ARTI (Venezia) è un'Accademia che ha come finalità l'incremento, la diffusione e la tutela delle scienze, delle lettere e delle arti; promuove e realizza progetti di ricerca scientifica anche collaborando con altre Accademie, Università, Scuole di studi superiori e Centri di ricerca, a livello sia nazionale sia internazionale. In particolare con il progetto “Glass in Venice” promuove la conoscenza del vetro d’arte nell’antica tradizione di Murano, come anche nelle espressioni degli artisti contemporanei, che guardando a Murano, sperimentando forme e tecniche nuove. La mostra Within Light / Inside Glass. An intersection between art and science si inserisce all’interno della programmazione per 2015 Anno Internazionale della luce, un'iniziativa globale volta a rendere consapevoli i cittadini del mondo dell'importanza della luce e delle tecnologie ad essa collegate per il loro futuro. A latere della mostra è nata la collaborazione tra Axolight, una delle più dinamiche aziende italiane di illuminazione, Vicarte, e l'artista Richard Meitner. Arte e design si compenetrano in questo progetto speciale per il quale l’artista Meitner sviluppa una serie di prototipi per lampade che utilizzano sia la avanzate tecnologie illuminotecniche di Axolight sia l'esperienza e la ricerca di Vicarte nell’uso e lavorazione del vetro. La mostra presenterà i primi passi di questa collaborazione. INFO Titolo Within light / Inside glass. Un’intersezione tra arte e scienza Luogo Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti - Palazzo Loredan Campo Santo Stefano, San Marco 2945, Venezia Periodo 8 febbraio - 19 aprile 2015 Orario di apertura tutti i giorni 10.00 - 17.00 A cura di Rosa Barovier Mentasti, Francesca Giubilei Organizzazione António Pires de Matos, Isabel Silveira Godinho e Andreia Ruivo Visual design +fortuna / Paola Fortuna Ingresso libero Info Istituto Veneto +39 041 2407711 http://www.istitutoveneto.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/951 UFFICIO STAMPA Anna Zemella - Istituto Veneto +39 335 5426548 +39 0415208493 Inizio: 07/02/2015 Fine: 19/04/2015 Indirizzo: Campo Santo Stefano, San Marco 2945, Venezia Spazio: Area geografica: Nord Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.432784 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: TAMAS JOVANOVICS Introduzione: Dopo l’importante esposizione nel monumentale Temple space del Kiscelli Museum di Budapest, MAAB Gallery presenta la prima mostra personale a Milano dell’artista ungherese Tamas Jovanovics (1974). Descrizione: Negli spazi espositivi di via Nerino 3, il più recente ciclo di lavori di Jovanovics il cui leitmotiv si manifesta nell’indagine pittorica condotta sulle possibilità di interazione e reciproca influenza tra luce e colore. Al fine di trasformare il colore in luce, ottenendo da esso il suo valore più puro, la ricerca artistica di Jovanovics si origina dal nero, il colore che racchiude tutti gli altri. Le linee geometriche, realizzate a pastello e disposte sulla tavola, seguendo un ordine composto e calibrato, acquistano una luminosità a loro intrinseca che tuttavia si manifesta attraverso il dialogo misurato con il nero, ossia l’assenza di luce. L’essenzialità astratta delle opere di Tamas Jovanovics, ove il tecnicismo e l’individualismo lasciano spazio al segno primario e alla geometria piana, giunge così all’estasi metamorfica e intangibile del colore che si tramuta in luce. Inizio: 12/02/2015 Fine: 15/04/2015 Indirizzo: Via Nerino, 3, Milano Spazio: Maab Gallery . Michael Biasi Area geografica: Milano Email: segreteria@artemaab.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.461816 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: Alson Gallery presenta "Midas" di Joseph Pace Introduzione: Dopo il doppio successo tenutosi a Roma presso il Museo Boncompagni ed il Museo Crocetti, inaugura il 5 Febbraio 2015 alle ore 18:30 a Milano la nuova Mostra di Joseph Pace, presso la Alson Gallery in via S. Maurilio 11. Con le sue opere che scrutano il visitatore quasi parlassero sottovoce l’un l’altro ci trasportano in un mondo illusorio, fatto di dipinti, sculture, assemblaggi e grandi incisioni elaborate al computer. Ispirato da ciò che lo circonda quali la moda, la storia, la musica, l’elettronica e le arti decorative Joseph Pace utilizza tecniche diverse per completare le proprie opere, una ricerca che lo porta in giro per il mondo, dedito da sempre alle sperimentazioni sulle nuove possibilità comunicative dell'arte. Uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando parallelamente una ricerca nell'ambito dell'"archeologia industriale" applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme. L’arte e sperimentazione e come tale non ha limite, come i grandi maestri Joseph Pace non si limita parlandoci con una sola materia ma ci porta a riflettere se sia possibile sperimentare nuove forme visive sul confine tra umano e non umano, i limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria creando con le sue opere un percorso artistico e intellettuale attraverso cui, l’artista reinterpreta le nostre più profonde realtà psichiche. Descrizione: Dopo il doppio successo tenutosi a Roma presso il Museo Boncompagni ed il Museo Crocetti, inaugura il 5 Febbraio 2015 alle ore 18:30 a Milano la nuova Mostra di Joseph Pace, presso la Alson Gallery in via S. Maurilio 11. Con le sue opere che scrutano il visitatore quasi parlassero sottovoce l’un l’altro ci trasportano in un mondo illusorio, fatto di dipinti, sculture, assemblaggi e grandi incisioni elaborate al computer. Ispirato da ciò che lo circonda quali la moda, la storia, la musica, l’elettronica e le arti decorative Joseph Pace utilizza tecniche diverse per completare le proprie opere, una ricerca che lo porta in giro per il mondo, dedito da sempre alle sperimentazioni sulle nuove possibilità comunicative dell'arte. Uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime rtisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando parallelamente una ricerca nell'ambito dell'"archeologia industriale" applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme. L’arte e sperimentazione e come tale non ha limite, come i grandi maestri Joseph Pace non si limita parlandoci con una sola materia ma ci porta a riflettere se sia possibile sperimentare nuove forme visive sul confine tra umano e non umano, i limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria creando con le sue opere un percorso artistico e intellettuale attraverso cui, l’artista reinterpreta le nostre più profonde realtà psichiche. Pittore, scultore, incisore, è uno dei più importanti, influenti e eruditi artisti del momento. Le recenti sculture di gioielli della serie MIDAS, i dipinti come le grandi incisioni elaborate al computer, dal forte carico emotivo, trattano temi quali l’edonismo tragico, la precarietà e l’impermanenza della vita, delle cose e dei fenomeni. Il suo lavoro, è stato presentato recentemente al Museo Venanzo Crocetti di Roma a gennaio 2015, al Museo Boncompagni Ludovisi (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dicembre 2014 - gennaio 2015), al Museu Afro Brasil di São Paulo (giugno-novembre 2014), all’Ambasciata d’Italia a Brasilia (giugno-ottobre2013), al Museo Diocesano di Amalfi (giugno-luglio 2012), al CRC di São Paulo (marzo 2012), a Forte Sangallo di Nettuno (luglio 2011), al Teatro Municipal de Jaguariuna (maggio 2011), al CRC de São Paulo (maggio 2010), al Museu de Arte do Parlamento de São Paulo (luglio 2010). Dopo l’esposizione presso la Alson Gallery le sue opere saranno esposte per una personale dell’artista al Museo Afro Brasil di São Paulo, l’esposizione si terrà nei mesi di marzo, aprile e maggio in coincidenza con la fiera di arte contemporanea di São Paulo. Joseph Pace artista lombardo nasce nel 1959 a Morbegno in provincia di Sondrio, espone solo a fini culturali. Si forma in Africa nello Zaire, è laureato in sociologia alla Sapienza, si perfeziona in lingue e letteratura alla Sorbonne, ha un master e una specializzazione in psicoterapia. Autodidatta, espone dal 1980 eminentemente per fini culturali. Le sue opere fanno parte nel mondo di importanti collezioni pubbliche. Inizio: 05/02/2015 Fine: 01/03/2015 Indirizzo: Via San Maurilio 11, Milano Spazio: Alson Gallery Area geografica: Milano Email: alsongallery11@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.461817 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: A Milano arriva "Midas" di Joseph Pace Introduzione: Con le sue opere che scrutano il visitatore quasi parlassero sottovoce l’un l’altro ci trasportano in un mondo illusorio, fatto di dipinti, sculture, assemblaggi e grandi incisioni elaborate al computer. Ispirato da ciò che lo circonda quali la moda, la storia, la musica, l’elettronica e le arti decorative Joseph Pace utilizza tecniche diverse per completare le proprie opere, una ricerca che lo porta in giro per il mondo, dedito da sempre alle sperimentazioni sulle nuove possibilità comunicative dell'arte. Uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime rtisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando parallelamente una ricerca nell'ambito dell'"archeologia industriale" applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme. L’arte e sperimentazione e come tale non ha limite, come i grandi maestri Joseph Pace non si limita parlandoci con una sola materia ma ci porta a riflettere se sia possibile sperimentare nuove forme visive sul confine tra umano e non umano, i limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria creando con le sue opere un percorso artistico e intellettuale attraverso cui, l’artista reinterpreta le nostre più profonde realtà psichiche. Descrizione: Dopo il doppio successo tenutosi a Roma presso il Museo Boncompagni ed il Museo Crocetti, inaugura il 5 Febbraio 2015 alle ore 18:30 a Milano la nuova Mostra di Joseph Pace, presso la Alson Gallery in via S. Maurilio 11. Con le sue opere che scrutano il visitatore quasi parlassero sottovoce l’un l’altro ci trasportano in un mondo illusorio, fatto di dipinti, sculture, assemblaggi e grandi incisioni elaborate al computer. Ispirato da ciò che lo circonda quali la moda, la storia, la musica, l’elettronica e le arti decorative Joseph Pace utilizza tecniche diverse per completare le proprie opere, una ricerca che lo porta in giro per il mondo, dedito da sempre alle sperimentazioni sulle nuove possibilità comunicative dell'arte. Uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime rtisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando parallelamente una ricerca nell'ambito dell'"archeologia industriale" applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme. L’arte e sperimentazione e come tale non ha limite, come i grandi maestri Joseph Pace non si limita parlandoci con una sola materia ma ci porta a riflettere se sia possibile sperimentare nuove forme visive sul confine tra umano e non umano, i limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria creando con le sue opere un percorso artistico e intellettuale attraverso cui, l’artista reinterpreta le nostre più profonde realtà psichiche. Pittore, scultore, incisore, è uno dei più importanti, influenti e eruditi artisti del momento. Le recenti sculture di gioielli della serie MIDAS, i dipinti come le grandi incisioni elaborate al computer, dal forte carico emotivo, trattano temi quali l’edonismo tragico, la precarietà e l’impermanenza della vita, delle cose e dei fenomeni. Il suo lavoro, è stato presentato recentemente al Museo Venanzo Crocetti di Roma a gennaio 2015, al Museo Boncompagni Ludovisi (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dicembre 2014 - gennaio 2015), al Museu Afro Brasil di São Paulo (giugno-novembre 2014), all’Ambasciata d’Italia a Brasilia (giugno-ottobre2013), al Museo Diocesano di Amalfi (giugno-luglio 2012), al CRC di São Paulo (marzo 2012), a Forte Sangallo di Nettuno (luglio 2011), al Teatro Municipal de Jaguariuna (maggio 2011), al CRC de São Paulo (maggio 2010), al Museu de Arte do Parlamento de São Paulo (luglio 2010). Dopo l’esposizione presso la Alson Gallery le sue opere saranno esposte per una personale dell’artista al Museo Afro Brasil di São Paulo, l’esposizione si terrà nei mesi di marzo, aprile e maggio in coincidenza con la fiera di arte contemporanea di São Paulo. Joseph Pace artista lombardo nasce nel 1959 a Morbegno in provincia di Sondrio, espone solo a fini culturali. Si forma in Africa nello Zaire, è laureato in sociologia alla Sapienza, si perfeziona in lingue e letteratura alla Sorbonne, ha un master e una specializzazione in psicoterapia. Autodidatta, espone dal 1980 eminentemente per fini culturali. Le sue opere fanno parte nel mondo di importanti collezioni pubbliche. Inizio: 05/02/2015 Fine: 05/03/2015 Indirizzo: via San Maurilio 11, MILANO Spazio: Alson Gallery Area geografica: Milano Email: alsongallery11@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.461817 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2foto Titolo: "Midas" di Joseph Pace Introduzione: Ispirato da ciò che lo circonda quali la moda, la storia, la musica, l’elettronica e le arti decorative Joseph Pace utilizza tecniche diverse per completare le proprie opere, una ricerca che lo porta in giro per il mondo, dedito da sempre alle sperimentazioni sulle nuove possibilità comunicative dell'arte. Con le sue opere che scrutano il visitatore quasi parlassero sottovoce l’un l’altro ci trasportano in un mondo illusorio, fatto di dipinti, sculture, assemblaggi e grandi incisioni elaborate al computer. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime rtisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. Descrizione: A Milano arriva "Midas" di Joseph Pace Dopo il doppio successo tenutosi a Roma presso il Museo Boncompagni ed il Museo Crocetti, inaugura il 5 Febbraio 2015 alle ore 18:30 a Milano la nuova Mostra di Joseph Pace, presso la Alson Gallery in via S. Maurilio 11. Con le sue opere che scrutano il visitatore quasi parlassero sottovoce l’un l’altro ci trasportano in un mondo illusorio, fatto di dipinti, sculture, assemblaggi e grandi incisioni elaborate al computer. Ispirato da ciò che lo circonda quali la moda, la storia, la musica, l’elettronica e le arti decorative Joseph Pace utilizza tecniche diverse per completare le proprie opere, una ricerca che lo porta in giro per il mondo, dedito da sempre alle sperimentazioni sulle nuove possibilità comunicative dell'arte. Uno dei maggiori esponenti del filtranisme, la corrente filosofica e artistica neo esistenzialista che egli fonda a Parigi nella metà degli anni '80. Come è stato per l’esistenzialismo di Sartre e di Camus, anche il filtranisme si esprime rtisticamente attraverso l’opera di Joseph Pace. L'Eva Futura, come tutte le opere della serie MIDAS, è stata realizzata dall’artista con migliaia di pezzi di bigiotteria, per lo più vintage, che egli ricerca in ogni parte del mondo, realizzando parallelamente una ricerca nell'ambito dell'"archeologia industriale" applicata alla decorazione del corpo dei nostri tempi. Attraverso tecniche diverse, Pace mette insieme generazioni diverse di creativi e di utenti. Questo, secondo l’artista, è anche il compito del filtranisme. L’arte e sperimentazione e come tale non ha limite, come i grandi maestri Joseph Pace non si limita parlandoci con una sola materia ma ci porta a riflettere se sia possibile sperimentare nuove forme visive sul confine tra umano e non umano, i limiti delle macchine e anche dell'uomo, ma soprattutto promuove l'idea di una realtà essenzialmente illusoria creando con le sue opere un percorso artistico e intellettuale attraverso cui, l’artista reinterpreta le nostre più profonde realtà psichiche. Pittore, scultore, incisore, è uno dei più importanti, influenti e eruditi artisti del momento. Le recenti sculture di gioielli della serie MIDAS, i dipinti come le grandi incisioni elaborate al computer, dal forte carico emotivo, trattano temi quali l’edonismo tragico, la precarietà e l’impermanenza della vita, delle cose e dei fenomeni. Il suo lavoro, è stato presentato recentemente al Museo Venanzo Crocetti di Roma a gennaio 2015, al Museo Boncompagni Ludovisi (Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dicembre 2014 - gennaio 2015), al Museu Afro Brasil di São Paulo (giugno-novembre 2014), all’Ambasciata d’Italia a Brasilia (giugno-ottobre2013), al Museo Diocesano di Amalfi (giugno-luglio 2012), al CRC di São Paulo (marzo 2012), a Forte Sangallo di Nettuno (luglio 2011), al Teatro Municipal de Jaguariuna (maggio 2011), al CRC de São Paulo (maggio 2010), al Museu de Arte do Parlamento de São Paulo (luglio 2010). Dopo l’esposizione presso la Alson Gallery le sue opere saranno esposte per una personale dell’artista al Museo Afro Brasil di São Paulo, l’esposizione si terrà nei mesi di marzo, aprile e maggio in coincidenza con la fiera di arte contemporanea di São Paulo. Joseph Pace artista lombardo nasce nel 1959 a Morbegno in provincia di Sondrio, espone solo a fini culturali. Si forma in Africa nello Zaire, è laureato in sociologia alla Sapienza, si perfeziona in lingue e letteratura alla Sorbonne, ha un master e una specializzazione in psicoterapia. Autodidatta, espone dal 1980 eminentemente per fini culturali. Le sue opere fanno parte nel mondo di importanti collezioni pubbliche. Inizio: 05/02/2015 Fine: 01/03/2015 Indirizzo: Via San Maurilio 11, Milano Spazio: Alson Gallery Area geografica: Milano Email: alsongallery11@gmail.com Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.461817 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2foto Titolo: Exit - uscita d'emergenza Introduzione: La mostra intende veicolare il messaggio secondo cui la convivenza delle diversità, nell'arte come nella società, può rappresentare una via di uscita salvifica in un periodo in cui le differenze etniche e religiose portano spesso alla violenza e all'intolleranza. Descrizione: Saronno (VA) - Dal 14 febbraio al 14 marzo 2015 il Centro d'arte Malagnini (Via Giuseppe Verdi n. 20/22) ospiterà la collettiva "Exit - uscita d'emergenza" a cura di Michele Malagnini (inaugurazione sabato 14 febbraio, ore 17.00). La mostra riunisce una selezione di opere realizzate da artisti ospitati in permanenza nella galleria e da giovani emergenti, come Antonio Bencich, Dario Brevi, Domenico Gattuso, Emanuele Gregolin, Mattia Meris, Sabrina Romanò, Marco Lodola, Elena Merlino, Ciro P. Belvedere e Radoslaw Kwast. "Exit - uscita d'emergenza" propone un originale percorso espositivo incentrato sul multiculturalismo, sulla poliedricità degli stili e sulla varietà dei linguaggi pittorici e fotografici. La mostra intende veicolare il messaggio secondo cui la convivenza delle diversità, nell'arte come nella società, può rappresentare una via di uscita salvifica in un periodo in cui le differenze etniche e religiose portano spesso alla violenza e all'intolleranza. La mostra potrà essere visitata fino al 14 marzo, nei seguenti orari: da martedì a sabato dalle ore 16.00 alle 19.30. Gli altri giorni aprirà solo su appuntamento. Info e contatti Centro d'Arte Malagnini Via Verdi 20/22 – Saronno (VA) Tel. 3387654600 mail: centroartemalagnini@tiscali.it Inizio: 14/02/2015 Fine: 14/03/2015 Indirizzo: Via Giuseppe Verdi 20, Saronno Spazio: Centro d'arte Malagnini Area geografica: Nord Email: centroartemalagnini@tiscali.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.628565 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2§ Titolo: Elogio abisso Introduzione: Sicioldr è un pittore e illustratore italiano nato nel 1990 a Tarquinia. Che vive e lavora tra Tuscania e Perugia. Lavora principalmente con la pittura ad olio, matite e matite colorate. I suoi soggetti sono immagini surreali provenienti dall'inconscio che egli rappresenta con una miscela di tecniche contemporanee e tradizionali. Descrizione: Blu Gallery Sabato 18 Ottobre alle 18.00 inaugura la prima mostra personale dell'artista SICIOLDR "Elogio dell'abisso" Sicioldr è un pittore e illustratore italiano nato nel 1990 a Tarquinia. Che vive e lavora tra Tuscania e Perugia. Lavora principalmente con la pittura ad olio, matite e matite colorate. I suoi soggetti sono immagini surreali provenienti dall'inconscio che egli rappresenta con una miscela di tecniche contemporanee e tradizionali. Inizio: 18/10/2014 Fine: 10/01/2015 Indirizzo: Via Don Giovanni Minzoni 9 Bologna Spazio: Blu Gallery Area geografica: Nord Email: info@blugallery.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.502677 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2§ Titolo: Daido Moriyama Visioni del mondo Introduzione: Daido Moriyama Visioni del mondo Dopo la grande mostra dedicata a Edward Weston, il CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, nuovamente in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e la sua Fondazione Fotografia ospita la mostra “Visioni del mondo” dedicata a Daido Moriyama, fotografo on the road, spirito libero e viaggiatore solitario, tra i maggiori protagonisti della fotografia contemporanea giapponese. Descrizione: Daido Moriyama Visioni del mondo Dopo la grande mostra dedicata a Edward Weston, il CIAC Centro Italiano Arte Contemporanea di Foligno, nuovamente in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e la sua Fondazione Fotografia ospita la mostra “Visioni del mondo” dedicata a Daido Moriyama, fotografo on the road, spirito libero e viaggiatore solitario, tra i maggiori protagonisti della fotografia contemporanea giapponese. Curata da Filippo Maggia e Italo Tomassoni, la mostra raccoglie una selezione di oltre 120 fotografie realizzate dagli anni sessanta fino ad oggi, che ripercorrono l’intensa carriera dell’artista evidenziandone il personale approccio col mondo e offrendo al contempo una lucida visione sulle trasformazioni che hanno segnato la storia giapponese. È una ricerca quotidiana senza fine quella che spinge Moriyama a realizzare migliaia e migliaia di scatti, per anni, per una vita. Immagini dai bianchi e neri contrastati, spesso sfocate, graffiate, sovraesposte o sgranate, che tracciano i contorni di un’esistenza priva di legami con un luogo d’origine o di vincoli dettati dalle convenzioni sociali. Per Moriyama ogni singola cosa che si offre al suo sguardo è degna di essere fotografata: non è importante il soggetto, né chi sia l’autore, perché non c’è distinzione tra la realtà vissuta e la realtà nell’immagine– spesso fotografie di fotografie tratte da magazine, poster, pubblicità, televisione si mischiano a quelle scattate dal vivo. Ciò che conta è il frammento di esperienza, parziale e permanente, che la fotografia può trovare, quell’unica verità che esiste solo nel punto in cui il senso del tempo del fotografo e la natura frammentaria del mondo si incontrano. La mostra conduce nell’universo visivo dell’autore, evidenziandone il personale approccio col mondo e offrendo al contempo una visione estremamente lucida sulle trasformazioni che hanno segnato la recente storia giapponese. Parallelamente alla mostra, sarà inoltre allestita una selezione di opere video di artisti dell’Estremo Oriente dalla collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Sotto il titolo Asian Contemporary, sono presentate le opere di Tabaimo, Yasumasa Morimura, Miwa Yanagi, Kimsooja e Yang Fudong. Il catalogo della mostra edito da Skira contiene molte delle opere in mostra accompagnate da un’intervista a cura di Filippo Maggia, da un testo critico di Akira Hasegawa e da una biografia approfondita redatta da Francesca Lazzarini. Questa esposizione rappresenta dunque un’occasione per scoprire un maestro della fotografia, le cui immagini rivelano una cifra stilistica personalissima e di straordinaria modernità. Biografia Hiromichi (Daido) Moriyama nasce a Ikeda-cho, Osaka, nel 1938. A causa del lavoro del padre, impiegato per una società di assicurazioni, trascorre l’infanzia trasferendosi in diverse città del Giappone. Nel 1961 si stabilisce a Tokyo dove entra in contatto con i fotografi Shomei Tomatsu ed Eikoh Hosoe, del quale diventa assistente. Poco dopo inizia la carriera da freelance e nel 1967 vince il premio della Japan Photo-Critics Association come artista emergente. Nel 1968 pubblica il suo primo grande libro Japan: A Photo Theater, che include anche la precedente serie Pantomime. Questo lavoro si pone in assoluta rottura con tutto ciò che fino ad allora era stata la fotografia giapponese: immagini di attori o militari americani si mescolano a scene di vita quotidiana e a scorci urbani, senza alcun riferimento al contesto o alla struttura narrativa d’insieme. Ogni frammento è rimescolato in un flusso unico, caratterizzato da uno stile diretto e istintivo. In quegli anni Moriyama collabora con diverse testate, la più importante delle quali - benché uscita in tre soli numeri - è “Provoke”, rivista d’avanguardia destinata a influenzare radicalmente la fotografia giapponese degli anni a venire. Definita dal suo stesso sottotitolo “Provocative material for thinkers”, la rivista sostiene l’idea che, in un mondo in cui le parole hanno perso la loro forza, solo la fotografia può raccogliere frammenti della realtà e presentarli come materiale capace di provocare pensiero. Non importa la composizione estetica perché l’obiettivo non è fare una bella fotografia: ogni scatto ha valore, al pari di un altro, anche quelli sbagliati, fuori fuoco, sgranati, presi senza inquadrare o a occhi chiusi. Quello di “Provoke” per Moriyama è un periodo di sperimentazione e di riflessione sulla fotografia, sulla sua essenza e sul ruolo del fotografo. In accordo con altri, arriva a sostenere il principio dell’anonimato: il fotografo è un selezionatore, è il primo spettatore di un’immagine più che il suo creatore. Gli scatti dal vivo si mescolano quindi a riproduzioni di foto tratte da magazine, poster, pubblicità o televisione. Nel 1968 Moriyama legge On the road di Jack Kerouac. La cultura della Beat generation va ad aggiungersi al suo immaginario, già influenzato da artisti come Andy Warhol e William Klein. Nello stesso anno compie un viaggio senza meta lungo le strade del Giappone, a bordo di una vecchia Toyota malandata, poi in autostop, fotografando qualsiasi cosa si presenti lungo il cammino. I suoi scatti confluiranno nella serie A Hunter del 1972, dove appare per la prima volta l’immagine del cane randagio, destinata a divenire una sorta di autoritratto del fotografo. Il libro afferma definitivamente lo spirito erratico di Moriyama, il suo vagabondare libero da imposizioni o convenzioni sociali, la sua natura anarchica. Le posizioni fin qui elaborate vengono portate all’estremo con Farewell Photography, volume pubblicato nel 1972. La serie include immagini prive di qualsiasi traccia riconoscibile, scatti dalle inquadrature casuali, dalle esposizioni improbabili, fotografie graffiate, sporche, sgranate, fatte di ombre e di bagliori accecanti. Il libro segna un nuovo momento di passaggio: Moriyama cade in una crisi profonda da cui uscirà solo nei primi anni ottanta. Gli scatti realizzati all’inizio di questo periodo hanno come soggetto la natura e le zone rurali del Giappone tradizionale, in cui l’autore sembra cercare rifugio. Nel 1982, dopo un lungo periodo di assenza, Moriyama torna alla fotografia con il libro Light and Shadow. La città fa di nuovo da sfondo al libero girovagare del fotografo. Il suo sguardo è come sempre capace di conferire valore a dettagli apparentemente insignificanti ma le immagini sembrano evocare con una diversa intensità emotiva i chiaroscuri della vita, i suoi contrasti. Negli anni Novanta arriva il successo internazionale che lo porta ad esporre in diverse gallerie e musei di tutto il mondo, tra cui il MoMA di San Francisco, che nel 1999 gli dedica la grande retrospettiva Daido Moriyama: stray dog consacrandolo come uno dei grandi autori della fotografia contemporanea. Da allora Moriyama non ha mai smesso di fotografare. Continua a percorrere le strade del mondo e a filtrare attraverso il suo sguardo ogni esperienza vissuta, senza mai tradire il suo spirito libero e anarchico, sempre fedele alla sua natura di cane randagio. Tra i numerosi musei e istituzioni che hanno presentato il suo lavoro: San Francisco Museum of Modern Art (1999, 2009); Metropolitan Museum di New York; Fotomuseum di Winterthur (1999), White Cube, Londra (2002), Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi (2003), Kunsthaus di Graz; Museum of Contemporary Art di Vigo, Spagna (2005), Museum of Contemporary Art, Tokyo (2008), Tate Modern, Londra, Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles (2012). Tra le principali pubblicazioni: Japan: A Photo Theater, Muromachi Shobo (1968), The Japanese Box, Edition 7L/Steidl (2001), transit, eyesencia, (2002), Daido Moriyama Complete Works vol.1, Daiwa Radiator (2001), Memories of a Dog, Nazraeli Press; Daido Moriyama Complete Works Vol.2/Vol.3/Vol.4, Daiwa Radiator (2004), Moriyama/Shinjuku/Araki, Heibonsha; Buenos Aires, Kodansha press (2005), Farewell Photography, Power Shovel Books, Tokyo (2006), Kyoku/Erotica, Asahi Shimbun Publications inc.(2007); Hokkaido, Rat Hole Gallery (2008); Daido Moriyama. Visioni del mondo, Skira (2010). 22 novembre 2014 – 25 gennaio 2015 Info CIAC: Via del Campanile, 13 – Foligno (PG), tel. 0742 357035 – 3404040625 www.centroitalianoartecontemporanea.com Apertura e orari mostra: Venerdì 15.30-19.00, Sabato e Domenica 10.00-13.00 – 15.30-19.00 Inizio: 22/11/2014 Fine: 25/01/2015 Indirizzo: Via del Campanile, 13 – Foligno (PG) Spazio: CIAC Area geografica: Centro Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 42.952907 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 2§ Titolo: Servet Kocyigit | TRUTH SERUM Introduzione: Dal 27 novembre 2014 al 7 febbraio 2015, Officine dell’Immagine di Milano ospita la prima personale italiana di Servet Kocyigit (Kaman, 1971), uno degli autori più interessanti della scena contemporanea turca. Curata da Silvia Cirelli, la mostra dal titolo Truth Serum esplora il percorso artistico di questo poliedrico interprete, raccogliendo una selezione di opere, tra fotografie, installazioni e video, mai esposte in Italia. Descrizione: Officine dell’Immagine, Milano 27 novembre 2014 – 7 febbraio 2015 Servet Kocyigit | TRUTH SERUM a cura di Silvia Cirelli Inaugurazione: giovedì 27 novembre, ore 19 Dal 27 novembre 2014 al 7 febbraio 2015, Officine dell’Immagine di Milano ospita la prima personale italiana di Servet Kocyigit (Kaman, 1971), uno degli autori più interessanti della scena contemporanea turca. Curata da Silvia Cirelli, la mostra dal titolo Truth Serum esplora il percorso artistico di questo poliedrico interprete, raccogliendo una selezione di opere, tra fotografie, installazioni e video, mai esposte in Italia. L’attuale ricerca espressiva di Servet Kocyigit cattura la mappatura intima di un paese, la Turchia, che da diversi decenni vive in costante bilico fra Occidente e Oriente, fra stato laico e islamico, nell’incessante disputa fra desiderio di modernizzazione e salvaguardia della tradizione. Questa dialettica viene esplorata con grande originalità, traducendo le ambivalenze della propria nazione e soprattutto spostando l’attenzione verso una dimensione più collettiva, che evoca abilmente l’inaffidabilità della verità e la sua ingannevole alterazione. Questi tratti stilistici sono sicuramente stati influenzati dalla sua esperienza personale; non bisogna dimenticare, infatti, che la sua generazione è cresciuta dopo il golpe del 1980, quando la censura sempre più rigida obbligava le persone a credere in una verità indiscussa e soprattutto imposta. La precarietà della verità, come anche il suo confronto con il concetto di libertà, hanno un ruolo preponderante nella sua sintesi poetica. “È stato proprio attraverso l’arte - ha avuto modo di affermare lo stesso Kocyigit - che ho capito cosa fosse davvero la libertà”. La mostra milanese si apre con la serie Truth del 2011, tre fotografie di grande formato in cui l’artista gioca sul tema del potere, della fama e sull’ingannevole transitorietà delle cose. Un gruppo di agguerriti giornalisti e cameramen sembrano spiare senza sosta un indefinito personaggio famoso, di cui non si vede e conosce nulla e del quale s’ignora persino l’esistenza. È l’ambiguità quasi feroce della smania di uno scandalo che diventa più importante della notizia stessa. Si prosegue poi con Doc (2008), uno scatto realizzato sulle rive del Tigri, incentrato sul valore dell’acqua in alcune culture orientali e sulle sue connotazioni sociali e religiose, riprese qui con una connotazione sarcastica. Oltre alle fotografie Night Shift del 2012 e Mountain Zebra del 2008, l’esposizione presenta Sometimes (2005), un’installazione interamente cucita a mano che riporta la frase “Qualche volta controllo il frigorifero dieci volte per vedere se è davvero chiuso”. L’opera è dettata da un ironico paradosso di fondo: se da un lato l’atto compulsivo di controllare il frigorifero viene paragonato al metodico ricamo delle lettere - realizzate in lunghi mesi di lavoro -, dall’altro la banalità del messaggio vuole quasi sminuire il valore stesso dell’opera riducendola a semplice decorazione. Il percorso si chiude infine con gli inediti 99 years e Orbit (2014), un video e un’installazione presentati a Milano in esclusiva assoluta. In questo caso, Servet Kocyigit si sposta verso una riflessione di carattere mitologico, indagando sul mistero della creazione del mondo, sulla dimensione sospesa del tempo e soprattutto sull’interpretazione del dualismo uomo - donna e i rispettivi equilibri relazionali. Note biografiche Servet Kocyigit è nato a Kaman (Turchia) nel 1971, attualmente vive e lavora fra Amsterdam e Istanbul. Si è laureato nel 1997 alla Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam. Al suo attivo ha numerose mostre sia in importanti musei stranieri, come il MuCEM Museum di Marsiglia (2013), il HOK Henie Onstad Kunstsenter di Oslo (2012), l’ARTER Space For Art di Istanbul (2010), il Palais Des Beaux Arts De Lille, Francia (2009), lo Smart Project Space di Amsterdam (2008), l’Haifa Museum of Art, Israele (2007), l’Israel Museum di Gerusalemme (2006), il MuHKA-Media di Anwerpen (2005), il De Appel Center for Contemporary Art di Amsterdam (2001), o il Wilheim Lehmbruck Museum di Duisburg, Germania (2000), che partecipazioni a Festival e Biennali, come Lianzhou Foto Festival in Cina (2012), la Biennale Cuvée di Linz (2008), la Biennale di Sao Paulo (2006) e quella di Istanbul (2005). Milano, ottobre 2014 SERVET KOCYIGIT Truth Serum a cura di Silvia Cirelli Milano, Officine dell’Immagine (via Atto Vannucci 13) 27 novembre 2014 – 7 febbraio 2015 Ingresso libero Orari: martedì - venerdì 15.00 - 19.00; sabato 11.00 - 19.00; lunedì e giorni festivi su appuntamento. Catalogo in galleria info: tel. +39 02 91638758 - www.officinedellimmagine.com - info@officinedellimmagine.it Ufficio stampa Marta Paini CLP Relazioni Pubbliche Tel. +30 0236755700 marta.paini@clponline.it comunicato e immagini su www.clponline.it Immagini Servet Kocyigit , Truth (Corner), 2011 c-print, 120x180 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Truth (Corner), 2011 c-print, 120x180 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Truth (Tree), 2011 c-print, 120x180 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Truth (Tree), 2011 c-print, 120x180 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Night Shift, 2012 c-print, 120x180 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Night Shift, 2012 c-print, 120x180 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Mountain Zebra, 2008 c-print, 95x120 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Mountain Zebra, 2008 c-print, 95x120 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit, Doc, 2008 c-print, 120x120 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit, Doc, 2008 c-print, 120x120 cm, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Sometimes, 2005 Installazione, uncinetto fatto a mano, 11x590 cm, ed. di 4 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit , Sometimes, 2005 Installazione, uncinetto fatto a mano, 11x590 cm, ed. di 4 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit, 99 years, 2014 HD Single channel video, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Servet Kocyigit, 99 years, 2014 HD Single channel video, ed. di 5 Courtesy l’artista e Officine dell’Immagine, Milano Inizio: 27/11/2014 Fine: 07/02/2015 Indirizzo: Milano, Officine dell’Immagine (via Atto Vannucci 13) Spazio: Milano, Officine dell’Immagine Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: |
Numerazione: 2§ Titolo: Giovanna La Falce "Ut pictura poesis" Introduzione: L’attenzione verso la sinuosità insita nel corpo femminile è vincente e palpabile nelle opere di Giovanna La Falce. E’ sicuramente presente una ricerca diretta alla scultura, verso ciò che è statutario, maestoso e plastico ma allo stesso tempo morbido, flessuoso, sensuale. Descrizione: Giovanna La Falce "Ut pictura poesis" a cura di Massimiliano Bisazza, Galleria STATUTO13, Brera “Ut pictura poesis” -Mostra personale di Giovanna La Falce- a cura di Massimiliano Bisazza presso : Galleria d'Arte Contemporanea STATUTO13, in Via Statuto, 13 (corte interna) a Milano, Brera District. che sarà inaugurata il giorno 28 gennaio 2015 dalle h. 18,30 alle 21,00 e si concluderà il 10 febbraio mattina. Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato “Un quadro è come la poesia”. L’arte di Giovanna La Falce è sicuramente innovativa e si può affermare che questo nuovo progetto artistico è senza dubbio poetico. Gli antichi sostenevano che esiste un tipo di pittura che piace maggiormente se vista da vicino, e un'altra che piace solamente se guardata da lontano, o riosservata una seconda volta, o analizzata con un occhio critico, come avviene per la poesia. I quadri e le fotografie - la commistione di tecniche è un elemento portante che appalesa una moltitudine di contenuti e di intenti - di Giovanna La Falce sono poesia dunque, ci narrano storie di bellezza, di danza e movimento dove i corpi eterei, sono evidenziati riccamente nel chiaro scuro dei bianchi e dei neri o nelle tonalità di mezzo che sono portavoce delle ombre del tempo e dello scorrere degli attimi evidenziati dall’intensità di un’emozione. L’attenzione verso la sinuosità insita nel corpo femminile è vincente e palpabile nelle opere di Giovanna La Falce. E’ sicuramente presente una ricerca diretta alla scultura, verso ciò che è statutario, maestoso e plastico ma allo stesso tempo morbido, flessuoso, sensuale. Via Statuto, 13 20121 Milano (Italy) info@statuto13.it www.statuto 13.it Le architetture rappresentate nelle opere dell’artista La Falce sono principalmente di tre tipologie: due differenti templi indiani e il soffitto del Padiglione presso i Giardini della biennale di Venezia e l’intento concettuale è quello di unire l’antico al moderno, il sacro al profano. Le silhouettes danzano vorticosamente, si aprono al mondo o si chiudono nel proprio dolore, si librano all’interno di luoghi ameni, archeologie industriali, dove convergono angoli bui e spazi intrisi di luce che combattono tra loro. Un ritorno alle origini, così definisce i suoi lavori, l’artista che esprime la bellezza non fine a se stessa ma come filosofia di vita positiva, con un anelito di passione. Per informazioni: Cell. +39 347 2265227 info@statuto13.it www.statuto13.it www.facebook.com/statuto13 Inizio: 28/01/2015 Fine: 10/02/2015 Indirizzo: Via Statuto, 13 20121 Milano (Italy) Spazio: Statuto 13 Area geografica: Milano Email: tatuto 13 Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.476293 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Revello Maggio Castello Introduzione: Revello Maggio Castello 16-17-maggio 2015 uno degli eventi piu trend del momento che attira ogni anno migliaia di persone Giunto alla sua ottava edizione ormai conosciuto anche come “Mac Castel” rappresenta una succulenta miscela di arte storia, cultura e ricerca delle tradizioni... Evento molto marcato dal pretesto storico e linguistico il cui fulcro sono l’incontro della musica con la danza e il teatro di piazza interpretato con accentuata enfasi, che da otto anni và alla ricerca continua della qualità ma soprattutto di quella che difende l’identità storico culturale dei sui abitanti. Descrizione: Revello Maggio Castello 16-17-maggio 2015 uno degli eventi piu trend del momento che attira ogni anno migliaia di persone Giunto alla sua ottava edizione ormai conosciuto anche come “Mac Castel” rappresenta una succulenta miscela di arte storia, cultura e ricerca delle tradizioni... Evento molto marcato dal pretesto storico e linguistico il cui fulcro sono l’incontro della musica con la danza e il teatro di piazza interpretato con accentuata enfasi, che da otto anni và alla ricerca continua della qualità ma soprattutto di quella che difende l’identità storico culturale dei sui abitanti. Evento storico culturale in lingua piemontese della Valle Po appositamente preparato come un abito di misura per indossarlo sulla terra di origine utilizzando le sue affinità … che sono la sua posizione territoriale il contesto degli spazi , la sua corposa storia, utilizzando la lingua locale attuale. Da otto anni si propone quale appuntamento principale della Valle Po per offrire al pubblico l’impronta di uno stile rievocativo nella rievocazione, reso vitale dalla passione e dedizione dei revellesi che custodiscono attraverso una ricerca innovativa sempre nuovi scenari tematici a scopo didattico e una pianificazione sistematica dell’evento sperimentata nel corso di questi anni. L’evento è molto dinamico anche nella sua strutturazione sistematica , evento composto da una rievocazione storica attorno alla quale ruotano degli scenari. Il periodo storico rappresentato a differenza delle altre rievocazione sul territorio cambia ogni tre anni, questa scelta permette di far conoscere la storia locale fornendo argomenti e spunti nuovi per le ricerche scolastiche L’anno 2015 ripercorrerà con il terzo triduo rievocativo la seconda rappresentazione dell’assedio di Revello avvenuto il 23 febbraio 1548 quando il Re di Francia Enrico II approfittando del periodo di difficoltà del Marchesato di Saluzzo , ordina al luogotenente del Re di Francia in Piemonte il Principe di Melfi di impadronirsi di Revello, luogo dove dimorava da tempo il Marchese di Saluzzo Gabriele . Il governatore del castello Giovanni De Regges allertato, si rinchiude nel castello per difendere la fortezza , che viene subito cinta d’assedio dai francesi , il marchese Gabriele viene imprigionato e portato a Pinerolo. Dopo due mesi di assedio nell’Aprile del 1548 avvenne la svolta, ricorrendo al tradimento una notte con l’intesa del castellano Giovanni Maria Muratori alcuni suoi fidi s’intrufolano nel castello e all’alba durante la solita perlustrazione del De Regges alle vedette lo spingono dal bastione del castello facendolo precipitare e uccidendolo. Il primo di Settembre il Re di Francia Enrico II arriva a Revello accolto da musicanti alla porta dei Vacca sotto il baldacchino di raso rosso , dorato , guarnito di frange con fila d’oro e forgiato delle armi della città, il popolo di revello lo accolse festeggiante, arrivò al castello e pernottò. L’indomani prima di partire diede pieni poteri a Giovanni Caraccioli Principe di Melfi Maresciallo di Francia e Regio Luogotenente Inizio: 16/05/2015 Fine: 17/05/2015 Indirizzo: Revello.Cuneo Spazio: Revello Maggio Castello Area geografica: Nord Email: ass.arcia@libero.it Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 44.656792 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: L'ISOLA BELLA TOTALMENTE RESTAURATA. Introduzione: Per la prossima stagione turistica l’Isola Bella totalmente restaurata Al via il recupero dei manufatti nei giardini, delle Torri, della Voliera, dell’Atrio di Diana I Principi Borromeo hanno deciso di procedere all’integrale restauro dell’Isola Bella, punta di diamante dei loro Domini sul Lago Maggiore. Lo scorso anno è stato impiegato per completare il restauro delle facciate del Palazzo e dei grandi voltoni che sottostanno al Giardino dell’Isola. Descrizione: Per la prossima stagione turistica l’Isola Bella totalmente restaurata Al via il recupero dei manufatti nei giardini, delle Torri, della Voliera, dell’Atrio di Diana I Principi Borromeo hanno deciso di procedere all’integrale restauro dell’Isola Bella, punta di diamante dei loro Domini sul Lago Maggiore. Lo scorso anno è stato impiegato per completare il restauro delle facciate del Palazzo e dei grandi voltoni che sottostanno al Giardino dell’Isola. Nelle scorse settimane si è avviato il restauro delle celebri Grotte barocche che rendono unici i saloni a piano lago della dimora principesca: i primi interventi sono relativi ad alcuni arredi, proprio per lasciar accessibili ai visitatori gli ambienti sino alla chiusura stagionale (4 novembre 2013-21 marzo 2014). Ora sono stati decisi, e prenderanno presto il via, il restauro dei manufatti intorno e dentro il giardino: torri, muri, statue, balaustre. Insomma tutto quell’insieme di marmi, pietre e effigi che rende celebre nel mondo il Giardino dell’Isola. Gli interventi, naturalmente condotti e finanziati dalla Famiglia sotto il controllo delle Soprintendenze, dureranno tutto l’autunno e l’inverno e saranno conclusi per la riapertura dell’Isola alle visite, il 22 marzo 2014. E’ davvero enorme, e importate, la quantità e la qualità dei manufatti sottoposti a restauro. A partire dagli interventi, questi già avviati, sui colossali obelischi e sulle statue della Terrazza, distrutti, lesi o abbattuti dal fortunale di un anno fa. Sono interventi cospicui, resi più complessi dalla logistica: i giardini sono, in gran parte, creati artificialmente sopra a dei grandi grottoni innalzati sul lago e questo impedisce di utilizzare macchine pesanti necessarie per innalzare monoliti pesanti spesso diverse tonnellate. Stanno ora per prendere il via il completo restauro delle due grandi Torri che dominano la cinta muraria dell’Isola dal versante dei giardini. Si tratta della torre Noria e della Torre dei Venti. La prima, ottagonale era destinata ad ospitare le macchine azionate da cavalli che innalzavano sino ai giardini l’acqua del lago. Con le Torri saranno restaurati i rispettivi Cantoni di mattoni , pietre e marmi. Le maestranze prenderanno quindi in consegna il porticato orientale dell’Isola. Tra gli altri interventi in programma, il restauro della magnifica Voliera, capolavoro di marmi e ferri battuti, e l’Atrio di Diana, lo scenografico spazio architettonico che raccorda il Palazzo con il Giardino. Prende il nome dalla statua della divinità collocata al centro della elegante serliana, dietro il bacino di una fontana. La sommità di questa quinta architettonica è coronata da una balaustra sovrastata da grandi vasi di pietra. A desta scorre la Scala della Toppa, coperta da un pergolato sormontato e sostenuto da colonne di granito. Conduce in un locale a volta che immette in una lunga serra con dodici campate con nicchie e piccoli ambienti decorati a tufo. PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: Isola Bella e Isola Madre Tel. 0323 30556 info@isoleborromee.it www.borromeoturismo.it - facebook.com/IsoleBorromee Inizio: 06/01/2014 Fine: 21/03/2015 Indirizzo: Isola Bella e Isola Madre Spazio: Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.911076 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Castello Sforzesco Introduzione: Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia.[1] Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Porte Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia), e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Fra il Cinquecento e il Seicento era una delle principali cittadelle militari d'Europa; restaurato in stile storicista da Luca Beltrami tra il 1891 e il 1905, ora è sede di importanti istituzioni culturali e meta turistica. È uno dei più grandi castelli d'Europa.(Wikipedia) Descrizione: Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia.[1] Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Portae Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia), e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Fra il Cinquecento e il Seicento era una delle principali cittadelle militari d'Europa; ora è sede di importanti istituzioni culturali e meta turistica. Indice
Da Wikipedia Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Castello Sforzesco, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 41.89935 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Torre Branca Introduzione: La Torre Branca è una costruzione in acciaio situata all'interno del Parco Sempione a Milano. Con i suoi 108,60 metri è la settima struttura più alta della città dopo la Torre Cesar Pelli A (231 m), il Palazzo Lombardia (161 m), la Torre Diamante (140 m), il Pirellone (127 m), la Torre Breda (116 m) e la Torre Galfa (109 m) superando di pochissimo la sommità del Duomo, ma è il punto panoramico più elevato accessibile al pubblico del capoluogo meneghino. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Torre BrancaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45°28?24?N 9°10?22?E (Mappa) La Torre Branca è una costruzione in acciaio situata all'interno del Parco Sempione a Milano. Con i suoi 108,60 metri è la sesta struttura più alta della città dopo la Torre Cesar Pelli A (231 m), il Palazzo Lombardia (161 m), il Pirellone (127 m), la Torre Breda (116 m) e la Torre Galfa (109 m) superando di pochissimo la sommità del Duomo, ma è il punto panoramico più elevato accessibile al pubblico del capoluogo meneghino. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Torre Branca, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.470476 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Galleria Vittorio Emanuele Introduzione: La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto cruciforme e con un largo spazio ottagonale all'incrocio dei bracci che collega piazza Duomo e piazza della Scala e, tramite i due corti bracci perpendicolari all'asse principale, le due laterali via Silvio Pellico e via Ugo Foscolo. Fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, contrassegnato da grottesche, cariatidi, lunette e lesene, in una forma architettonica tipica della seconda metà dell'Ottocento milanese. Le statue che ne decorano la parte coperta sono dello scultore milanese Pietro Magni. Pesantemente danneggiata nei bombardamenti aerei inglesi dell'agosto del 1943, la Galleria venne ricostruita al termine della guerra. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Galleria Vittorio Emanuele IIDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45.465684°N 9.189892°E (Mappa)
Quadro di Domenico Induno raffigurante la cerimonia della posa della prima pietra della Galleria, il 7 marzo 1865, da parte del re Vittorio Emanuele II
L'ingresso della Galleria, da piazza della Scala in una fotografia di Icilio Calzolari di fine XIX secolo
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto (o galleria commerciale) che collega piazza della Scala e piazza Duomo tra loro e con due strade (via Silvio Pellico e via Ugo Foscolo) tramite due corti bracci perpendicolari all'asse principale. Fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese. Le statue che la decorano sono dello scultore milanese Pietro Magni. In Galleria hanno sede numerosi negozi di griffe e marchi prestigiosi, oltre che famosi caffè, ristoranti, un hotel di lusso e un fast food. È considerata, con Via Montenapoleone e Via della Spiga, una delle sedi dello shopping di lusso meneghino. Indice
Da Wikipedia Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Galleria Vittorio Emanuele, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46727 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Torre Velasca Introduzione: La Torre Velasca è un grattacielo di Milano, situato nella piazza omonima, a sud del Duomo. Il nome, derivato dal preesistente toponimo, è legato al governatore spagnolo Juan Fernández de Velasco, a cui fu dedicata la piazza nel Seicento. La Torre svetta nel panorama cittadino, del quale è divenuta uno dei simboli più noti. Per il suo interesse storico-artistico, nel 2011 la Soprintendenza per i Beni Culturali l'ha sottoposta a vincolo culturale. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Torre VelascaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45°27?35?N 9°11?26?E (Mappa)
La Torre Velasca è un grattacielo di Milano, situato nella piazza omonima, a sud del Duomo. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Torre Velasca, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465501 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Cavallo di Leonardo Introduzione: Il Cavallo di Leonardo è parte di un monumento equestre a Francesco Sforza, progettato da Leonardo da Vinci dal 1482 al 1493, per essere fuso in bronzo, del quale riuscì a portare a termine solo un modello in creta, perduto. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Cavallo di LeonardoDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45°28?51.17?N 9°7?46.70?E (Mappa) Il Cavallo di Leonardo è parte di un monumento equestre a Francesco Sforza, progettato da Leonardo da Vinci dal 1482 al 1493, per essere fuso in bronzo, del quale riuscì a portare a termine solo un modello in creta, perduto. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Cavallo di Leonardo, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.459845 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Cimitero Monumentale Introduzione: Il Cimitero Monumentale è il grande cimitero situato vicino al centro di Milano nella piazza omonima. Progettato dall'architetto Carlo Maciachini (1818-1899) secondo uno stile eclettico conciliando richiami bizantini, gotici con una prevalenza del gusto romanico scandita dalla partitura di pietre dal colore alterno quale motivo dominante di questo edificio ottocentesco. Avviato nel 1864 e aperto nel 1866, da allora è stato arricchito da molte sculture italiane sia di genere classico che contemporaneo, come templi greci, elaborati obelischi, e altri lavori originali come una versione ridotta della Colonna di Traiano. Per l'altissimo valore artistico delle sculture, edicole funebri e altre opere presenti al suo interno, viene considerato un vero e proprio "museo all'aperto"[1]. Al 1970 risale un ampliamento con intervento "mimetico" in forme neogotiche. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Cimitero Monumentale di MilanoDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45°29?09?N 9°10?45?E (Mappa)
Tomba di Alessandro Manzoni
Tomba di Arturo Toscanini
Il Cimitero Monumentale è il grande cimitero situato vicino al centro di Milano nella piazza omonima. Progettato dall'architetto Carlo Maciachini (1818-1899), avviato nel 1864 e aperto nel 1866, da allora è stato arricchito da molte sculture italiane sia di genere classico che contemporaneo, come templi greci, elaborati obelischi, e altri lavori originali come una versione ridotta della Colonna di Traiano. Per l'altissimo valore artistico delle sculture, edicole funebri e altre opere presenti al suo interno, viene considerato un vero e proprio "museo all'aperto"[1]. Al 1970 risale un ampliamento con intervento "mimetico" in forme neogotiche. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Cimitero Monumentale, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.480867 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Arco della pace Introduzione: La visione più poetica e simbolica dell'Arco della Pace è forse quella che si ottiene appoggiandosi alla balaustra che alle spalle del Castello Sforzesco, protegge dal terrapieno che si erge sopra il Parco Sempione. La distanza che separa, allineandoli i due punti di riferimento cittadini, racconta anche un po' la storia di Milano. Percorrendola, ci si allontana dai bastioni dell'antica tirannide spagnola, le cui vestigia furono abbattute nel 1801 con decreto napoleonico, ma per volontà popolare, e si entra col passo del tempo nell’ottocentesca contesa franco-austriaca, cui corrisponde, sul piano urbanistico, l'imperiale ricostruzione dell'unica isola verde della città. Descrizione: La visione più poetica e simbolica dell'Arco della Pace è forse quella che si ottiene appoggiandosi alla balaustra che alle spalle del Castello Sforzesco, protegge dal terrapieno che si erge sopra il Parco Sempione. La distanza che separa, allineandoli i due punti di riferimento cittadini, racconta anche un po' la storia di Milano. Percorrendola, ci si allontana dai bastioni dell'antica tirannide spagnola, le cui vestigia furono abbattute nel 1801 con decreto napoleonico, ma per volontà popolare, e si entra col passo del tempo nell’ottocentesca contesa franco-austriaca, cui corrisponde, sul piano urbanistico, l'imperiale ricostruzione dell'unica isola verde della città. Il giovane Napoleone Bonaparte chiese al Cagnola di riprogettare l’ingresso da Nord-Ovest, ed iniziarono così i lavori per la costruzione dell'Arco che, diversamente da quanto attestato nel romanzo Festa Mobile, non è affatto allineato ai parigini Archi di Trionfo del Carrousel e dell'Etoile. La disfatta di Waterloo, tuttavia, coincise con una battuta d'arresto nella elevazione del monumento, che riprese per mano austriaca nel 1826. Fu Francesco I d'Asburgo a dedicarlo a quella pace che aveva transitoriamente quietato le potenze europee, e i lavori passarono nelle mani di Londonio e Peverelli che li completarono nel 1838. La fortuna però decise per la Francia e che i francesi ne celebrassero il trionfo (forse da qui l'errore di Hemingway e l'associazione d'idee), quando ad attraversarlo furono, in uscita, le truppe di Radetztky dopo le Cinque Giornate e, in ingresso, Napoleone III e Vittorio Emanuele II, dopo la Battaglia di Magenta. L'arco che compone la Piazza Sempione insieme ai due laterali caselli daziari, è realizzato in marmo di Crevola, alto 25 metri e largo 24. Come in un libro per il popolo i bassorilievi e le statue allegoriche narrano la storia e la geografia dei voti e dei miti risorgimentali. La fastosa Sestiga in bronzo che si riconosce anche in lontananza è opera di Sangiorgio e raffigura sei cavalli che trainano un carro finemente decorato e condotto da Minerva. I lavori di restauro che iniziarono a metà degli anni Novanta lo hanno restituito ai milanesi solo nel 2010. Paola Teresa Grassi Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Arco della pace, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.487336 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Grattacielo Pirelli Introduzione: Il Grattacielo Pirelli o Palazzo Pirelli, chiamato comunemente Pirellone, è l'edificio di Milano dove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia. Si innalza all'angolo sud-ovest di piazza Duca d'Aosta, dove si trova anche la stazione Centrale. Ha detenuto il record di edificio più alto dell'Unione europea dal 1958 al 1966, anno di costruzione della South Tower di Bruxelles. Descrizione: Il Grattacielo Pirelli o Palazzo Pirelli, chiamato comunemente Pirellone, è l'edificio di Milano ove ha sede il Consiglio regionale della Lombardia. Si innalza all'angolo sud-ovest di piazza Duca d'Aosta, dove si trova anche la Stazione Centrale. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Grattacielo Pirelli, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.475693 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Idroscalo Introduzione: L'idroscalo di Milano è uno scalo per idrovolanti realizzato alla fine degli anni venti, situato nelle vicinanze dell'Aeroporto di Milano-Linate. Con il declino dell'idrovolante come mezzo di trasporto, l'ampio bacino acquatico è oggi un polo di attività ricreative e sportive, un utilizzo quest'ultimo che ha accompagnato l'idroscalo lungo tutta la sua storia, tanto che le prime gare di canottaggio furono tenute già nel 1934. Ha una estensione di 1,6 km2. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Idroscalo di MilanoDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'idroscalo di Milano è uno scalo per idrovolanti realizzato alla fine degli anni venti, situato nelle vicinanze dell'Aeroporto di Milano-Linate. Con il declino dell'idrovolante come mezzo di trasporto, l'ampio bacino acquatico è oggi un polo di attività ricreative e sportive, un utilizzo quest'ultimo che ha accompagnato l'idroscalo lungo tutta la sua storia, tanto che le prime gare di canottaggio furono tenute già nel 1934. Ha una estensione di 1,6 km2. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Idroscalo, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.484617 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Duomo Introduzione: Il duomo di Milano è una chiesa, monumento simbolo del capoluogo lombardo e uno dei simboli d'Italia, dedicato a Santa Maria Nascente, situato nell'omonima piazza nel centro della metropoli. Per superficie, è la quarta cattedrale d'Europa, dopo San Pietro in Vaticano, San Paolo a Londra e la cattedrale di Siviglia[1]. È la chiesa più importante dell'arcidiocesi di Milano ed è sede della parrocchia di Santa Tecla nel Duomo di Milano[2]. Descrizione: Il Duomo di Milano, monumento simbolo del capoluogo lombardo, è dedicato a Santa Maria Nascente ed è situato nell'omonima piazza nel centro della città. Per superficie, è la quarta chiesa d'Europa, dopo San Pietro in Vaticano, Saint Paul's a Londra e la cattedrale di Siviglia[1]. È la chiesa più importante dell'Arcidiocesi di Milano ed è sede della Parrocchia di Santa Tecla nel Duomo di Milano[2]. Con 11.700 m² di superficie e 440.000 m³ di volume è la chiesa più grande d'Italia e quella con la navata centrale più alta (45 m) e seconda per grandezza nella penisola italiana dopo la basilica di San Pietro nello stato del Vaticano. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Duomo, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.463559 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Arengario Introduzione: Fu costruito tra il 1936 e il 1956 su progetto degli architetti Portaluppi, Muzio, Magistretti e Griffini e decorato in facciata con bassorilievi di Arturo Martini. Vincitore del concorso del 1937, il progetto per l'Arengario concluse il processo di rinnovamento urbanistico del centro di Milano, impostato dall'architetto Giuseppe Mengoni che aveva impresso un carattere monumentale all'area attorno al Duomo. L'Arengario fu infatti costruito dopo la demolizione della Manica Lunga di Palazzo Reale concludendo l'intervento di realizzazione della nuova piazza Diaz. L'edificio è costituito da due corpi di fabbrica che si confrontano con l'arco della Galleria sull'altro lato di Piazza del Duomo. L'impianto plastico doveva ridare equilibrio alla piazza segnando il passaggio dall'antico al moderno. Le facciate originali sono rivestite di marmo di Candoglia, aperte al primo e secondo livello da una doppia serie di alte arcate a tutto sesto, mentre nella base si aprono portali rettangolari, con cornici a motivo vegetale di Arturo Martini. Descrizione: Il palazzo dell'Arengario è un edificio situato in Piazza del Duomo a Milano. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Arengario, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.464702 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Chiesa San Babila Introduzione: La basilica collegiata prepositurale di San Babila, conosciuta più semplicemente come San Babila, è un luogo di culto cattolico situato nell'omonima piazza a Milano, alla confluenza di corso Vittorio Emanuele II, corso Europa, corso Monforte e corso Venezia. Descrizione: La chiesa di San Babila
La chiesa sorse sul finire dell’XI secolo, forse sulle basi di un più antico luogo di culto, di cui oggi nulla rimane
Nel centro storico e commerciale di Milano sorge, all’angolo tra corso Monforte e corso Venezia, la chiesa di San Babila. Oggi immiserita tra i volumi degli edifici dell’omonima piazza, la basilica sembra essere stata la prima chiesa cristiana di Milano ed era considerata un tempo la più importante della città dopo il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio. Definita da alcuni come uno dei più deprecabili interventi di restauro di fine ‘800 a Milano, la chiesa ha subito numerosi interventi che ne hanno alterato completamente l’aspetto originario: non rimane praticamente nulla, né all'esterno, né all'interno, in quanto ciò che oggi si può vedere è opera dei pesanti ripristini, a cui furono sottoposte in diversa misura molte chiese di origine medievale della città nel XIX secolo. La chiesa sorse sul finire dell’XI secolo, forse sulle basi di un più antico luogo di culto, di cui oggi nulla rimane, fondato dall’arcivescovo Lorenzo nel V secolo con il titolo di «ad Concilia Sanctorum» in quanto vi sarebbero stati sepolti i primi cristiani milanesi. La chiesa venne ricostruita dopo il 1575 con il prolungamento di una campata nella parte anteriore dell’edificio, mentre tra il 598 e il 1610 fu portata a compimento la monumentale facciata, preceduta da pronao ad opera di Aurelio Trezzi. Il complesso, che fino al 1810 comprendeva anche il retrostante oratorio di San Romano, venne rifatto interamente a partire dal 1853 per cercare di recuperare l’originaria struttura della basilica medievale con integrazioni in stile, fino alla costruzione, avvenuta nel 1906, dell’attuale fronte neoromanica disegnata dall’architetto Paolo Cesa-Bianchi. La facciata è suddivisa in tre fasce in corrispondenza delle tre navate da semplici lesene. Negli elementi architettonici e nell'utilizzo di pietra chiara alternata a mattoni scuri, vuole richiamare le facciate in stile romanico lombardo dei secoli XI-XII. I tre portali sono arricchiti da lunette a tutto sesto musive; in quella del portale di mezzo, è raffigurato, su sfondo dorato, Cristo benedicente con il libro dei Vangeli. Mentre nelle parti laterali si aprono due oculi circolari, nella fascia centrale, in linea col portale, vi è una grande trifora sorretta da colonnette con capitelli scolpiti. Sopra di essa, tre finestre, di cui due a forma di monofora a tutto sesto, e una, quella centrale, a forma di croce greca. In prossimità dei cornicioni, la facciata della basilica è decorata da serie di archetti pensili. Il campanile, costruito nel 1820 in sostituzione di quello crollato nel XVI secolo, venne trasformato in forme neoromaniche con un tiburio ottagonale su base rettangolare. L’interno è a tre navate, ciascuna delle quali termina con un’abside, separate da pilastri e semicolonne con copertura a botte per quella centrale e a volta a crociera per le laterali. Le due cappelle laterali risalgono al tardo Rinascimento, ma sono decorate con immagini moderne di stile accademico, tra cui il dipinto di Ludovico Pogliaghi San Giuseppe con Gesù bambino e quello di Giuseppe Bertini con Sant'Antonio ai piedi del Crocifisso. Francesca Mariano Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Chiesa San Babila, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Fontana del Piermarini-Piazza Fontana Introduzione: Piazza Fontana è una piazza centrale di Milano, adiacente a piazza del Duomo e piazza Beccaria. Su di essa si affaccia l'edificio dell'arcivescovado della diocesi ambrosiana. Al centro vi è una artistica fontana di granito rosso e marmo di Carrara opera di Giuseppe Piermarini e di Giuseppe Franchi. Un lato della piazza è occupato dall'edificio in cui ha sede la Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove, il 12 dicembre 1969, fu perpetrata la strage di piazza Fontana. Descrizione: Piazza Fontana è una piazza centrale di Milano, adiacente a piazza del Duomo e piazza Beccaria. Su di essa si affaccia l'edificio dell'arcivescovado della diocesi ambrosiana. Al centro vi è una artistica fontana di granito rosso e marmo di Carrara opera di Giuseppe Piermarini e di Giuseppe Franchi. Un lato della piazza è occupato dall'edificio in cui ha sede la Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove, il 12 dicembre 1969, fu perpetrata la Strage di Piazza Fontana. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.466956 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Teatro alla Scala Introduzione: Il Teatro alla Scala di Milano (citato spesso semplicemente come la Scala) è uno dei teatri più famosi al mondo: da oltre duecento anni ospita artisti internazionalmente riconosciuti ed è stato committente di opere tuttora presenti nei cartelloni dei teatri lirici di tutto il mondo. È situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, oggi sede del Museo teatrale alla Scala. Il teatro prende nome dalla Chiesa di Santa Maria alla Scala, a sua volta così intitolata in onore della committente Regina della Scala.[2] Descrizione: Il Teatro alla Scala di Milano (citato spesso semplicemente come La Scala) è uno dei teatri più famosi al mondo: per oltre duecento anni ha ospitato i migliori artisti ed è stato committente di opere tutt'ora presentati nelle stagioni liriche di tutto il mondo. È situato nell'omonima piazza, affiancato dal Casino Ricordi, oggi sede del Museo teatrale alla Scala. Il teatro prende nome dalla Chiesa di Santa Maria alla Scala, così chiamata in onore della committente Regina della Scala,[1] edificio demolito alla fine del XVIII secolo per far posto al teatro (Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala), inaugurato il 3 agosto 1778 con l'opera L'Europa riconosciuta, composta per l'occasione da Antonio Salieri.[2] A partire dall'anno di fondazione è sede dell'omonimo Coro,[3] dell'Orchestra[4] e del Corpo di Ballo,[5] dal 1982 anche della Filarmonica.[6] Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Teatro alla Scala, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.466381 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Piazza Mercanti Introduzione: Piazza Mercanti è una piazza di Milano creata come centro della vita cittadina in epoca medioevale, successivamente trasformata in via Mercanti. Per piazza Mercanti si intende, nel linguaggio quotidiano, la piazza circoscritta dal palazzo della Ragione, la Casa dei Panigarola e la Loggia degli Osii. Descrizione: Piazza Mercanti è una piazza di Milano creata come centro della vita cittadina in epoca medioevale, successivamente trasformata in via Mercanti. Per piazza Mercanti si intende, nel linguaggio quotidiano, la piazza circoscritta dal palazzo della Ragione, la Casa dei Panigarola e la Loggia degli Osii. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Piazza Mercanti, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.464629 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Porta Ticinese Introduzione: Porta Ticinese (già porta Marengo in epoca napoleonica, chiamata anche dai milanesi porta Cicca) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei bastioni. Posta a sud della città, si apriva lungo la strada per Pavia. Caratterizzata oggi dalla presenza della porta neoclassica del Cagnola (1802-1814) e degli annessi caselli daziari, sorge al centro di piazza XXIV Maggio, allo sbocco di corso di Porta Ticinese. In passato porta Ticinese identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Ticinese. Descrizione: Porta Ticinese (già Porta Marengo in epoca napoleonica) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a sud della città, si apriva lungo la strada per Pavia. Caratterizzata oggi dalla presenza della porta neoclassica del Cagnola (1802-1814) e degli annessi caselli daziari, sorge al centro di piazza XXIV Maggio, allo sbocco di corso di Porta Ticinese. In passato Porta Ticinese identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Ticinese. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Ticinese, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.452507 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Porta Ticinese medievale Introduzione: La Porta Ticinese è una delle porte maggiori poste sul tracciato medievale delle Mura di Milano.[1] Conosciuta anche come Porta Cicca, dal momento che era l'unica delle porte cittadine ad avere una sola apertura, venne pesantemente rifatta nel 1861 da Camillo Boito, che ne aprì i due fornici laterali, conferendole il suo aspetto attuale. L'antica Porta Ticinese medioevale, assieme agli archi di Porta Nuova in via Manzoni, è l'unica sopravvivenza delle antiche mura milanesi dell'XI secolo[2]. Nelle immediate vicinanze della porta si trovano le Colonne di San Lorenzo e l'omonima basilica di San Lorenzo Maggiore. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Ticinese medievale, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.452507 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Basilica di Sant'Eustorgio Introduzione: La basilica fu fondata probabilmente nel secolo IV. Secondo la tradizione, il carro con cui Sant'Eustorgio trasportava le reliquie dei Re Magi da Costantinopoli si fermò inspiegabilmente: le ruote erano diventate pesanti come macigni e né buoi né cavalli riuscivano più a muoverle. Così Eustorgio dovette rinunciare all'idea di portare i resti dei Magi nella basilica di Santa Tecla e fece edificare una nuova basilica, fuori le mura cittadine, per ivi deporli. Descrizione: La basilica di Sant'Eustorgio è una chiesa di Milano che dà il nome alla piazza su cui prospetta.
StoriaFu fondata probabilmente nel IV secolo. La tradizione vuole che il carro che portava le sacre reliquie dei Re Magi si fermò inspiegabilmente: le ruote erano diventate pesanti come macigni, e buoi e cavalli non la vincevano. Così il vescovo Eustorgio dovette abbandonare l'idea di avere i tre santi corpi nella cattedrale e si dovette costruire la Basilica fuori dalle mura cittadine[1]. Col saccheggio di Federico Barbarossa le celebri e preziose reliquie furono trafugate e trasferite a Colonia in Germania. Solo nel 1906 alcune spoglie poterono fare ritorno nella basilica milanese, ora poste in una teca vicino al sarcofago dei tre Magi. [2]. Il campanile, in luogo della croce sommitale, è sormontato dalla stella a otto punte che li guidò fino a Betlemme, in loro memoria. Dal XIII secolo la chiesa divenne la principale sede dell'Ordine domenicano a Milano. Nel 1219 Domenico di Guzman
aveva inviato a Milano i primi due confratelli, e l'anno successivo i
domenicani si erano trasferiti nell'ospedale dei Pellegrini di
Sant'Eustorgio. La chiesa era loro definitivamente assegnata l'11 aprile 1227 con la conferma del Pontefice. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Basilica di Sant'Eustorgio, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.45396 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Basilica di San Lorenzo Maggiore Introduzione: La basilica di San Lorenzo Maggiore è un importante edificio di culto cattolico situato a Milano, all'interno della Cerchia dei Navigli, edificato in età romana e più volte rimaneggiato nel corso dei secoli. Situata in prossimità della porta Ticinese medievale, è una delle chiese più antiche di Milano. Descrizione: La basilica di San Lorenzo Maggiore è una delle più antiche chiese di Napoli. Si trova nel centro antico della città, presso piazza San Gaetano, ovvero nella zona in cui sorgeva l'agorà greca. Risale al XIII secolo e conserva l'interno gotico. Giovanni Boccaccio la defini "grazioso e bel tempio" e si dice che qui egli incontrò Fiammetta nel 1334, mentre nel 1346 Francesco Petrarca dimorò nel convento annesso. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Basilica di San Lorenzo Maggiore, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.458213 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Colonne di San Lorenzo Introduzione: Le colonne di San Lorenzo sono un'antica costruzione di epoca medioevale di Milano, costruite con materiali di epoca romana e situate di fronte alla basilica omonima in prossimità della porta Ticinese medievale. Esse rappresentano uno dei rari reperti superstiti della Milano imperiale. Descrizione: Le colonne di San Lorenzo sono un'antica costruzione di epoca romana di Milano; situate di fronte alla basilica omonima in prossimità della porta Ticinese medievale, rappresentano uno dei rari reperti superstiti della Milano imperiale.
Storia
Si tratta di sedici colonne in marmo con capitelli corinzi che sostengono la trabeazione che fu di un edificio romano risalente al III secolo, probabilmente delle grandi terme volute dall'imperatore Massimiano. Le colonne vennero trasportate nell'attuale locazione nel IV secolo a completare la nascente basilica di San Lorenzo. Appoggiati alla basilica vi sono altri corpi, tra cui notevole è la cappella di sant'Aquilino con mosaici di età romana. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Colonne di San Lorenzo, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.458214 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Naviglio Pavese Introduzione: Il Naviglio Pavese è un canale navigabile che unisce Milano a Pavia e fa parte del sistema dei navigli di Milano. È largo 10,8 m sul fondo e 11,8 al pelo dell'acqua. Come tutti gli altri navigli, univa la funzione irrigua (che svolge ancora oggi) a quella di via d'acqua. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Naviglio Pavese, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.450072 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Parco delle Basiliche Introduzione: Il Parco Papa Giovanni Paolo II, già Parco delle Basiliche, è un parco della città di Milano. È così chiamato perché collega la Basilica di San Lorenzo e la Basilica di Sant'Eustorgio. L'ampio corridoio verde è però attraversato dalla via Molino delle Armi (Cerchia dei Navigli) che, nel progetto originale, avrebbe dovuto essere trasformata in una sottovia. Descrizione: Il Parco delle Basiliche è un parco della città di Milano. È così chiamato perché collega la Basilica di San Lorenzo e la Basilica di Sant'Eustorgio. L'ampio corridoio verde è però attraversato dalla via Molino delle Armi (Cerchia dei Navigli) che, nel progetto originale, avrebbe dovuto essere trasformata in una sottovia.
Cenni storiciLa sua storia inizia con una variante di PRG del 1925 che prevedeva di riqualificare i terreni paludosi sul retro di San Lorenzo e abbattere alcuni edifici che circondavano la basilica stessa, creando l'attuale spazio tra essa e le omonime colonne romane, e la piazza Vetra sul suo retro: i lavori ebbero luogo nel 1934, contemporaneamente ad altri resi necessari dalla copertura della Cerchia dei Navigli. Il progetto dell'area verde invece risale al dopoguerra, e fu realizzato dagli architetti Bagatti Valsecchi e Grandi, come una passeggiata archeologica tra i due antichi templi, le colonne di San Lorenzo e i pochi ruderi dell'anfiteatro romano che si trovano sul lato sinistro di corso di Porta Ticinese. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Parco delle Basiliche, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.455779 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Naviglio Grande Introduzione: Il Naviglio Grande è un canale navigabile dell'Italia settentrionale, situato in Lombardia. Nasce prendendo acqua dal Ticino nei pressi di Tornavento, circa 23 chilometri a sud di Sesto Calende, in prossimità della località Castellana, e termina nella darsena di Porta Ticinese a Milano. Ha dislivello totale di 34 metri su una lunghezza di 49,9 km. Nel tronco da Tornavento ad Abbiategrasso ha una larghezza variabile dai 22 ai 50 metri, mentre da Abbiategrasso a Milano si restringe anche fino a 15 metri, riducendosi a 12 nel tratto terminale.
Il Naviglio Grande è un canale navigabile dell'Italia settentrionale, situato in Lombardia. Nasce prendendo acqua dal Ticino nei pressi di Tornavento, 23 chilometri a sud di Sesto Calende e finisce nella darsena di Porta Ticinese a Milano. Ha dislivello totale di 34 metri su una lunghezza di 49,9 km. Nel tronco da Tornavento ad Abbiategrasso ha una larghezza variabile dai 22 ai 50 metri, mentre da Abbiategrasso a Milano si restringe anche fino a 15 metri, riducendosi a 12 nel tratto terminale. Il dato storico sulla lunghezza va modificato perché, come vedremo, il Naviglio Grande ora inizia a Turbigo ed è lungo 43 chilometri. La portata a Turbigo è di 64 m³ al secondo in estate e di 35 in inverno,[2] ridotta a 12 all'ingresso in darsena,[3] a motivo delle 116 bocche irrigatorie che danno acqua ad un comprensorio di circa 50.000 ettari e ai 9 m³/secondo che cede al naviglio di Bereguardo. Descrizione: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Naviglio Grande è un canale navigabile dell'Italia settentrionale, situato in Lombardia. Nasce prendendo acqua dal Ticino nei pressi di Tornavento, 23 chilometri a sud di Sesto Calende e finisce nella darsena di Porta Ticinese a Milano. Ha dislivello totale di 34 metri su una lunghezza di 49,9 km. Nel tronco da Tornavento ad Abbiategrasso ha una larghezza variabile dai 22 ai 50 metri, mentre da Abbiategrasso a Milano si restringe anche fino a 15 metri, riducendosi a 12 nel tratto terminale. Il dato storico sulla lunghezza va modificato perché, come vedremo, il Naviglio Grande ora inizia a Turbigo ed è lungo 43 chilometri. La portata a Turbigo è di 64 m³ al secondo in estate e di 35 in inverno,[2] ridotta a 12 all'ingresso in darsena,[3] a motivo delle 116 bocche irrigatorie che danno acqua ad un comprensorio di circa 50.000 ettari e ai 9 m³/secondo che cede al naviglio di Bereguardo. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Naviglio Grande, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.45 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Piazza Duomo Introduzione: iazza del Duomo è la piazza principale di Milano, suo vero e proprio centro geometrico e commerciale da oltre sette secoli. È il centro vitale della metropoli, punto d'incontro dei milanesi per celebrare importanti eventi. La piazza ha una superficie di circa 17.000 metri quadrati e di forma rettangolare, con gli edifici disposti in funzione del Duomo che chiude la prospettiva di sfondo della piazza. Dominata dall'imponente fronte gotica del Duomo, e decorata al centro dal Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II, Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Piazza del Duomo (Milano)Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Piazza del Duomo è la piazza principale di Milano, suo vero e proprio centro geometrico e commerciale da oltre sette secoli. È il centro vitale della metropoli, punto d'incontro dei milanesi per celebrare importanti eventi. La piazza ha una superficie di circa 17.000 metri quadrati e di forma rettangolare, con gli edifici disposti in funzione del Duomo che chiude la prospettiva di sfondo della piazza. Dominata dall'imponente fronte gotica del Duomo, e decorata al centro dal Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II, la piazza è circondata da svariate architetture di periodi diversi: sorge di fronte alla mole del Duomo Palazzo Carminati, mentre ai lati maggiori della piazza si contrappongono simmetrici i Portici Meridionali e Settentrionali. In particolare questi ultimi danno accesso alla Galleria Vittorio Emanuele II. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Piazza Duomo, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.464702 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Palazzo Dugnani Introduzione: Il Palazzo Dugnani è uno storico palazzo di Milano risalente al XVII secolo e poi restaurato durante il secolo successivo in stile rococò. Il palazzo venne eretto a partire dal XVII secolo e fu inizialmente dimora patrizia della famiglia Cavalchini, seppure di modesta entità. I Cavalchini vi rimasero sino al 1730, quando le case vennero cedute alla famiglia Casati che si impegnarono nella realizzazione vera e propria del palazzo. I Casati rivendettero l'abitazione nel 1753 ai Dugnani Descrizione: Il Palazzo Dugnani è uno storico palazzo di Milano risalente al XVII secolo e poi restaurato durante il secolo successivo in stile rococò. Il palazzo fu inizialmente una dimora patrizia: prima degli Andreotti, poi del marchese Casati, venne infine comprato dai Dugnani, illustre famiglia che annoverava il Cardinale milanese Antonio[1], divenne poi di proprietà del Comune di Milano[2] nel 1846 per divenire la sede del Civico Museo di Storia Naturale, che fu successivamente trasferito in corso Venezia. Alle pareti tre grandi affreschi ovali ed un dipinto di Ferdinando Porta sulla volta[3]. Sul soffito del primo piano un grandioso dipinto del Tiepolo: figure mitologiche che ondeggiano in un cielo terso[2], altre opere della scuola veneta del Settecento nelle sale interne[4]. Palazzo Dugnani è formato da un portico al piano terra con tre campate da cui si accede ad una scalinata. Ospitò fino a pochi anni fa la Civica Scuola Femminile Alessandro Manzoni, oggi ospita il Museo del Cinema, i Laboratori delle Serre ed alcune mostre annuali. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Palazzo Dugnani, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.474511 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Palazzo Saporiti Introduzione: Palazzo Saporiti (o Palazzo Rocca-Saporiti) è un edificio storico in stile neoclassico situato nel centro di Milano, in corso Venezia n. 40. Il palazzo venne commissionato nel 1800 da Gaetano Belloni: un biscazziere arricchitosi grazie all'appalto per la gestione del gioco d'azzardo all'interno del ridotto del Teatro alla Scala. Egli tuttavia, sommerso di debiti a causa della proibizione del gioco d'azzardo una volta terminata la dominazione napoleonica, fu costretto a vendere la dimora ai marchesi Rocca-Saporiti di Genova. Descrizione: Palazzo Rocca Saporiti Un Il maestoso palazzo Rocca Saporiti, attualmente sede di Banca Galileo, fu costruito durante il periodo napoleonico, un’epoca in cui l’urbanistica di Milano venne completamente rivoluzionata. La vita della città dopo novant’anni di dominio austriaco, cambiò radicalmente il 16 maggio 1796 con l’entrata dell’esercito francese di Napoleone Bonaparte. Milano fu scelta come residenza del vicerè Eugenio de Beauharnais e della sua corte. Vennero così promossi lavori pubblici, come la costruzione di strade, la bonifica di territori e la realizzazione di canali. In questo contesto fu costruito Palazzo Rocca Saporiti che sorge nell’antica contrada di porta Orientale, corrispondente al tratto dell’attuale Corso Venezia. Dopo la soppressione degli ordini monastici, a cui apparteneva la zona, numerosi interventi, affidati a Giuseppe Piermarini e condotti tra il 1770 e il 1790, cambiarono la fisionomia del quartiere trasformandolo nel luogo ideale per la residenza dei ceti nobiliari e delle classi agiate milanesi. Il progetto del palazzo fu firmato da Innocenzo Giusti nel 1812, nonostante in realtà, i disegni siano stati realizzati da Giovanni Perego che, essendo soltanto scenografo alla Scala, non aveva i requisiti per poter presentare il progetto a suo nome. Il palazzo è caratterizzato da una facciata classicheggiante, con una sequenza di sei grandi colonne ioniche estese ai due piani superiori. Sopra l'attico a balaustra, che chiude superiormente la composizione, sono posizionate le statue, scolpite da Pompeo Marchesi e da Grazioso Rusca, che raffigurano personaggi mitologici: Mercurio, Venere, Giunone, Giove, Apollo, Diana, Bacco, Cerere e Giano. Al pianterreno si trovano alcuni locali che erano destinati ad abitazione degli impiegati di rango più elevato, i domestici invece risiedevano nel mezzanino tra il pianterreno e il primo piano. Generalmente al pianterreno trovavano posto anche le cucine, che, in questo modo, potevano essere facilmente approvvigionate d’acqua. Gli appartamenti da parata presentano una dimensione ridotta per una ricerca di maggior confort: infatti stanze più raccolte permettevano un riscaldamento più efficace. In questo periodo appaiono anche le prime sale da bagno, posizionate negli appartamenti da parata. Nel complesso il palazzo custodisce straordinarie decorazioni a stucco e soffitti dorati che lo rendono una vera e propria testimoninza del periodo di sviluppo che Milano visse durante l’epoca napoleonica.
Anna Guainazzi
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Palazzo Saporiti, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Giardini Pubblici Indro Montanelli Introduzione: I giardini pubblici Indro Montanelli sono un parco di Milano, situato nella zona di Porta Venezia. Sono stati intitolati al giornalista Indro Montanelli nel 2002. Fu il primo parco milanese espressamente destinato allo svago collettivo. Per oltre due secoli sono stati chiamati "giardini pubblici", "giardini di Porta Venezia" o semplicemente "i giardini", e l'uso è ancora invalso. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Giardini Pubblici Indro Montanelli, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45474 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Palazzo Reale Introduzione: Il Palazzo Reale di Milano, per molti secoli sede del governo della città di Milano, è oggi un importante centro culturale, sede di mostre ed esposizioni. Originariamente progettato con un sistema di due cortili, poi parzialmente demoliti per lasciare spazio al Duomo, il palazzo è situato alla destra della facciata del duomo in posizione opposta rispetto alla Galleria Vittorio Emanuele II. La facciata del palazzo, seguendo la linea dell'antico cortile, forma una rientranza rispetto a piazza del Duomo, chiamata piazzetta reale. Di particolare importanza è la Sala delle Cariatidi al piano nobile del palazzo, che occupa il luogo dell'antico teatro bruciato nel 1776 Descrizione: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45.463178°N 9.191136°E (Mappa)
Veduta della facciata del Palazzo Reale su Piazza del Duomo
Il Palazzo Reale di Milano, per molti secoli sede del governo della città di Milano, è oggi un importante centro culturale, sede di mostre ed esposizioni. Originariamente progettato con un sistema di due cortili, poi parzialmente demoliti per lasciare spazio al duomo, il palazzo è situato alla destra della facciata del duomo in posizione opposta rispetto alla Galleria Vittorio Emanuele II. La facciata del palazzo, seguendo la linea dell'antico cortile, forma una rientranza rispetto a piazza del duomo, chiamata piazzetta reale. Di particolare importanza è da ricordare la Sala delle Cariatidi al piano nobile del palazzo, che occupa il luogo dell'antico teatro bruciato nel 1776 ed è il solo ambiente sopravvissuto al pesante bombardamento del 1943, quando però perse gli interni neoclassici. Indice
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Palazzo Reale, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46313 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Porta Venezia Introduzione: Porta Venezia (già Porta Orientale fino al 1860, Porta Riconoscenza in epoca napoleonica) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a nord-est della città, si apriva lungo la strada per Gorgonzola. Caratterizzata oggi dalla presenza dei caselli neoclassici del Vantini (1827-1828), sorge al centro di piazza Oberdan, allo sbocco di corso Venezia. In passato Porta Orientale identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Orientale. Descrizione: Porta Venezia (già Porta Orientale fino al 1860, già Porta Riconoscenza in epoca napoleonica) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a nord-est della città, si apriva lungo la strada per Gorgonzola. Caratterizzata oggi dalla presenza dei caselli neoclassici del Vantini (1827-1828), sorge al centro di piazza Oberdan, allo sbocco di corso Venezia. In passato Porta Orientale identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Orientale. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Venezia, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.474408 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Museo Teatrale alla Scala Introduzione: Il Museo teatrale alla Scala è un'istituzione museale privata situata nel Casino Ricordi, nelle adiacenze del Teatro alla Scala. Conserva una ricca collezione di costumi, bozzetti scenografici, lettere di compositori, ritratti, autografi musicali e strumenti musicali antichi. Descrizione: Milano, Teatro alla Scala. Il Museo Teatrale alla Scala è un'istituzione museale privata situata all'interno del Teatro alla Scala. La sua biblioteca contiene più di 45.000 volumi. È stato fondato nel 1913. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Venezia, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.474408 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Torre Breda Introduzione: La torre Breda è un grattacielo che si trova a Milano, in piazza della Repubblica a poca distanza dalla stazione Centrale. Alta 117 metri per 30 piani, è il quinto grattacielo di Milano dopo la Torre Cesar Pelli A (231 metri), Palazzo Lombardia (161 metri per 39 piani), la Torre Diamante (140 m) e il Grattacielo Pirelli (127 metri per 31 piani). Fu costruito nel 1954 su progetto dell'architetto Luigi Mattioni, il quale creò diverse opere nel capoluogo lombardo. Gli otto piani del corpo basso sono dedicati esclusivamente agli uffici, mentre dal nono al ventinovesimo piano ci sono le abitazioni. Descrizione: La Torre Breda è un grattacielo che si trova a Milano, in piazza della Repubblica a poca distanza dalla Stazione Centrale. Alta 117 metri per 30 piani è il quinto grattacielo di Milano dopo la Torre Cesar Pelli A (231 metri), Palazzo Lombardia (161 metri per 39 piani), la Torre Diamante (140 m) e il Grattacielo Pirelli (127 metri per 31 piani). Fu costruito nel 1954 su progetto dell'architetto Luigi Mattioni, il quale creò diverse opere nel capoluogo lombardo e fu uno tra i più grandi architetti del dopoguerra. Gli otto piani del corpo basso sono dedicati esclusivamente agli uffici, dal nono al ventinovesimo piano, la torre ospita le abitazioni. Nel 2009 il grattacielo è stato protagonista di un profondo intervento esterno conservativo. Quando venne realizzato, era l'edificio più alto d'Italia con i suoi 30 piani, nonché il primo a superare l'altezza della Madonnina infrangendo il limite imposto da una legge risalente al fascismo. Altro primato che gli spetta è quello del primo caso di uso dei bagni a ventilazione condizionata, che Mattioni introdusse facendo abrogare la norma che li vietava, per le abitazioni, nel nostro paese. Diventò una pietra miliare dell'urbanizzazione italiana e milanese, simbolo di un rinnovo e di ripresa della città a pochi anni dalla fine dell'ultimo conflitto mondiale. Alla sua inaugurazione, era circondato da un'aura di "palazzo per ricchi" a causa delle incredibili dotazioni degli appartamenti, come la posta pneumatica collegata all'ufficio postale della torre, vasche da bagno in ghisa riscaldate con termostato per la temperatura dell'acqua, cucine "all'americana" con tritarifiuti. In realtà il grattacielo adottava già criteri di risparmio energetico, come l'aria condizionata autonoma in tutti gli appartamenti che sfrutta acqua prelevata a 14 gradi nel sottosuolo per il raffreddamento. L'edificio compare nel film Ragazze d'oggi di Luigi Zampa del 1955, in cui lo si vede ancora non terminato (mancano i serramenti). Alcune scene sono infatti ambientate nell'appartamento ovale al 29 piano, anche se in realtà è una ricostruzione e solo la panoramica su Milano fu girata effettivamente dal Grattacielo, sulla terrazza che oggi è occupata dalle numerose antenne. Entro pochi anni, assieme ai grattacieli già presenti in zona ed ai nuovi edifici in costruzione del progetto Porta Nuova, entrerà a far parte del primo cluster urbano con moderni grattacieli a Milano. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Torre Breda, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.484722 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Porta Vittoria-Piazza Cinque Giornate Introduzione: Piazza Cinque Giornate è una piazza della città di Milano, posta in corrispondenza della porta Vittoria (già porta Tosa). L'elemento che la caratterizza è il grande monumento alle Cinque Giornate di Milano, opera di Giuseppe Grandi, inaugurato il 18 marzo 1895. Laddove sorge ora la piazza in passato si trovava porta Tosa: nata come succursale di porta Venezia, acquisì maggiore importanza nel corso dei secoli, venendo rifatta nella prima metà del XIX secolo. Dopo le Cinque Giornate del 1848 e l'Unità d’Italia, la porta cambiò nome in Vittoria, proprio per ricordare la vittoria su Radetzky e gli austriaci. Descrizione: Porta Vittoria (Milano)Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45°27?44.25?N 9°12?25.64?E (Mappa)
Porta Vittoria (già porta Tosa fino al 1861) è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata all'interno dei bastioni come succursale della porta Venezia. Posta a est della città, si apriva lungo la strada per Limito. Demolito alla fine dell'Ottocento l'arco neoclassico, sopravvivono oggi solo i caselli daziari, posti ai lati dell'attuale piazza Cinque Giornate, allo sbocco di corso di Porta Vittoria. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Vittoria-Piazza Cinque Giornate, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.462455 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Porta Nuova Introduzione: Porta Nuova è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a nord della città, si apriva lungo la strada per Monza. Caratterizzata oggi dalla presenza dell'arco neoclassico dello Zanoia (1810-1813) e degli annessi caselli daziari, sorge al centro di piazzale Principessa Clotilde, allo sbocco di corso di Porta Nuova. In passato Porta Nuova identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Nuova. Descrizione: Porta Nuova è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a nord della città, si apriva lungo la strada per Monza. Caratterizzata oggi dalla presenza dell'arco neoclassico dello Zanoia (1810-1813) e degli annessi caselli daziari, sorge al centro di piazzale Principessa Clotilde, allo sbocco di corso di Porta Nuova. In passato Porta Nuova identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Nuova. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Nuova, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.47977 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Porta Garibaldi Introduzione: Porta Garibaldi (già Porta Comasina fino al 1860) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a nord della città, si apriva lungo la strada per Como. Caratterizzata oggi dalla presenza dell'arco neoclassico del Moraglia (1826-1828) e degli annessi caselli daziari (1834), sorge al centro di piazza XXV Aprile, allo sbocco di corso Garibaldi. In passato Porta Comasina identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Comasina. Descrizione: Porta Garibaldi (già Porta Comasina fino al 1860) è una delle sei porte principali di Milano, ricavata all'interno dei Bastioni. Posta a nord della città, si apriva lungo la strada per Como. Caratterizzata oggi dalla presenza dell'arco neoclassico del Moraglia (1826-1828) e degli annessi caselli daziari (1834), sorge al centro di piazza XXV Aprile, allo sbocco di corso Garibaldi. In passato Porta Comasina identificava inoltre uno dei sei sestieri storici in cui era divisa la città, il Sestiere di Porta Comasina. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Porta Garibaldi, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.480748 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Naviglio Martesana Introduzione: Naviglio della Martesana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Naviglio della Martesana Naviglio della Martesana La Martesana a Cernusco sul Naviglio Stato Italia Italia Regioni Lombardia Lombardia Lunghezza 38 km Portata media 27 m³/s[1] Nasce fiume Adda a Trezzo Sull’Adda Sfocia a Milano Mappa del fiume La diga che si intravede sulla sinistra è la "presa" del Naviglio « Si costruì un canale dal castel di Trezzo alla città, e denominossi della Martesana, contado che traversa. » (Cesare Cantù - Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, Milano 1857) Il Naviglio della Martesana (anche noto come Naviglio Piccolo), è uno dei navigli milanesi che collega Milano con il fiume Adda dal quale riceve le acque a Concesa poco a valle di Trezzo sull'Adda. Situato a sud del Canale Villoresi, il Naviglio della Martesana è un canale navigabile largo dai 9 ai 18 metri, profondo da uno a 3 metri e lungo 38,7 km (di cui alcuni coperti). Il dislivello tra l'incile e il Naviglio di San Marco, superata la Conca dell'Incoronata, era di 19 metri. Descrizione: « Si costruì un canale dal castel di Trezzo alla città, e denominossi della Martesana, contado che traversa. » (Cesare Cantù - Grande Illustrazione del Lombardo-Veneto, Milano 1857) Il Naviglio della Martesana (anche noto come Naviglio Piccolo), è uno dei navigli milanesi. È situato a sud del Canale Villoresi. La Martesana è un canale navigabile largo dai 9 ai 18 metri, profondo da uno a 3 metri e lungo 38,7 km (di cui alcuni interrati) che collega Milano con il fiume Adda dal quale riceve le acque a Concesa poco a valle di Trezzo sull'Adda. Ebbe il nome Martesana, per il contado che avrebbe attraversato, da Francesco Sforza nel 1457, ancor prima che iniziassero nel 1460 i lavori per costruirlo. Il dislivello tra l'incile e il Naviglio di San Marco, superata la conca dell'Incoronata, era di 19 metri.[2] L'appellativo piccolo gli deriva dal confronto con il precedente e ben più importante Naviglio Grande. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Naviglio Martesana, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.50649 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Caselli di Porta Volta Introduzione: Porta Volta è una delle cinque porte più recenti di Milano, ricavata nel 1880 all'interno dei Bastioni per consentire una più diretta comunicazione fra la città e il Cimitero monumentale, oltre che con la nuova strada per Como (l'attuale via Carlo Farini). Posta a nord della città, conserva i caselli daziari (1880), sorgendo al centro di piazzale Baiamonti, allo sbocco dei Bastioni di Porta Volta. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Caselli di Porta Volta, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.481845 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Stazione Centrale Introduzione: La stazione di Milano Centrale è la principale stazione ferroviaria del capoluogo lombardo, la seconda d'Italia per flusso di passeggeri[1] dopo Roma Termini e prima di Torino Porta Nuova, nonché una delle principali stazioni ferroviarie d'Europa. Fu inaugurata nel 1931 per sostituire la vecchia stazione centrale che sorgeva in piazza della Repubblica, divenuta insufficiente a causa dell'aumento del traffico ferroviario. Descrizione: La Bicocca degli Arcimboldi è un villino nobiliare costruito nella seconda metà del XV secolo come dimora di campagna della famiglia degli Arcimboldi. Situata un tempo in un'area totalmente rurale non distante da Milano, si trova oggi all'interno dell'omonimo quartiere, in un contesto ormai totalmente urbanizzato. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Stazione Centrale, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.485888 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Bicocca degli Arcimboldi Introduzione: La Bicocca degli Arcimboldi è un villino nobiliare costruito nella seconda metà del XV secolo come dimora di campagna della famiglia degli Arcimboldi. Situata un tempo in un'area totalmente rurale non distante da Milano, si trova oggi all'interno dell'omonimo quartiere, in un contesto ormai totalmente urbanizzato. Descrizione: La Bicocca degli Arcimboldi è un villino nobiliare costruito nella seconda metà del XV secolo come dimora di campagna della famiglia degli Arcimboldi. Situata un tempo in un'area totalmente rurale non distante da Milano, si trova oggi all'interno dell'omonimo quartiere, in un contesto ormai totalmente urbanizzato. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Bicocca degli Arcimboldi, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.517703 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Teatro degli Arcimboldi Introduzione: Il teatro degli Arcimboldi (noto anche come teatro della Bicocca degli Arcimboldi o con l'abbreviazione TAM) è un teatro di Milano, realizzato nel periodo 1997-2002 per iniziativa del comune di Milano e di Pirelli. È opera del noto architetto milanese Vittorio Gregotti. Il teatro trae il nome da una villa della famiglia Arcimboldi. Più propriamente, si tratta di un nuovo teatro degli Arcimboldi, perché un teatro Arcimboldi, diretto da Ettore Gian Ferrari, fu attivo a Milano già negli anni '20-'30. Descrizione: Il Teatro degli Arcimboldi (noto anche come Teatro della Bicocca degli Arcimboldi o con l'abbreviazione TAM) è un teatro di Milano, realizzato nel periodo 1997-2002 per iniziativa del Comune di Milano e di Pirelli. È opera del noto architetto milanese Vittorio Gregotti. Il teatro trae il nome da una villa della famiglia Arcimboldi. Più propriamente, si tratta di un Nuovo Teatro degli Arcimboldi, perché un Teatro Arcimboldi, diretto da Ettore Gian Ferrari, fu attivo a Milano già negli anni '20-'30. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Teatro degli Arcimboldi, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.514953 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Polo Fiera Milano (Rho) Introduzione: Fieramilano è la denominazione del polo extraurbano della Fiera di Milano inaugurato nell’autunno 2005. È situato in un’area al confine tra i comuni di Rho e Pero, prossimo all’autostrada A4 e all'A8, alla Tangenziale Ovest e alla ferrovia Milano-Torino. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Polo Fiera Milano (Rho), Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Rotonda della Besana Introduzione: La Rotonda della Besana (o "Rotonda di Via Besana") è un edificio tardobarocco di Milano. Deve il nome semplicemente alla via Enrico Besana dove è situato l'ingresso. La "Rotonda" è un complesso, nato con funzioni cimiteriali, che ha il suo centro nella ex chiesa, intitolata a San Michele, oggi sconsacrata e adibita a spazio espositivo. Tutto attorno, vi è un porticato a segmenti d'arco in mattone a vista che circonda un'area attualmente utilizzata come parco pubblico. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Rotonda della Besana, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.459766 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Università di Milano Bicocca Introduzione: L'Università degli Studi di Milano-Bicocca è l'ateneo pubblico milanese di più recente istituzione. Verso la metà degli anni ottanta, parallelamente alla necessità di riconvertire vaste aree del tessuto industriale urbano di Milano, cominciò ad emergere l'opportunità di trovare nuove aree in cui aprire un nuovo polo universitario, che permettesse di decongestionare il mega-ateneo di Milano, cresciuto a dismisura e proprio per questo in grave difficoltà a reggere una massa crescente di studenti (la legge 590 del 1982 stabiliva che gli atenei non dovessero avere più di 40.000 iscritti, e la Statale aveva superato i 90.000). Per questo, nel settembre 1993 una delibera della giunta del Comune di Milano individua l'area della Bicocca come sede per l'insediamento del nuovo polo dell'Università di Milano. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Università di Milano Bicocca, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.518384 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Mom Introduzione: Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Mom, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465422 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Stazione Lambrate Introduzione: La stazione di Milano Lambrate è una stazione ferroviaria di Milano ubicata lungo la linea di cintura. Si trova nella zona nord-orientale della città, e prende il nome dall'omonimo quartiere, fino al 1924 comune indipendente da Milano. Ha ereditato il nome dalla vecchia stazione di Lambrate, posta in località Ortica e chiusa nel 1931 in seguito alla riorganizzazione del nodo ferroviario milanese. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Torre Romana Introduzione: La torre di porta Romana è un grattacielo che si trova a Milano, in viale A. Filippetti, 25 con ingresso da Viale Sabotino, 19/2. L'edificio prende il nome dalla sua locazione vicino a Porta Romana lungo i Bastioni in piazzale Medaglie d'oro. La torre, alta 89 metri per 23 piani, fu costruita nel 1962-63. Il grattacielo è utilizzato per scopo residenziale privato. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Torre Romana, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465065 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Parco Formentano (Largo Marinai d'Italia) Introduzione: Il Parco Vittorio Formentano, noto anche come Parco di Largo Marinai d'Italia[1], è un parco milanese di 72.320 m2, situato tra corso XXII Marzo e viale Umbria, senza recinzione e quindi sempre accessibile. È dedicato alla memoria di Vittorio Formentano, fondatore nel 1927 dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Parco Formentano (Largo Marinai d'Italia), Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.458703 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Stadio Meazza-San Siro Introduzione: Lo stadio Giuseppe Meazza è uno stadio calcistico di Milano e il più capiente d'Italia, con 81.277 posti complessivi (di cui 80.018 distribuiti nei tre anelli), nonché uno degli impianti calcistici più famosi e prestigiosi del mondo, tanto da essere stato soprannominato la "Scala del Calcio".[1][2] L'impianto ospita gli incontri interni del Milan e dell'Inter. Fino al 1980 veniva chiamato stadio San Siro, dal nome del quartiere in cui sorge. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Stadio Meazza-San Siro, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.478124 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Parco Forlanini Introduzione: Il parco Forlanini è un parco milanese situato a ridosso del viale Forlanini, di fronte all'aeroporto di Linate dedicato al pioniere dell'aviazione Enrico Forlanini. Il parco venne inaugurato nel 1970 dopo tre anni di lavori che valorizzarono la struttura, secolare, del contado agricolo lombardo così come era stato organizzato secondo il Catasto Teresiano (1760). Il parco, solcato dal Lambro nella parte occidentale, è attraversato da una fitta rete di vialetti alberati, e a nord-est si trova il Laghetto Salesina, alimentato sia da acque di falda che piovane. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Parco Forlanini, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465011 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Parco Lambro Introduzione: Il Parco Lambro è uno dei più grandi della città di Milano. Per anni, coi suoi oltre novecentomila metri quadrati, è stato il maggiore in assoluto. Oggi il comune ne dichiara una superficie minore, tenendo conto di quanto perduto negli anni con la costruzione della tangenziale e l'ampliamento e la sistemazione del cimitero di Lambrate. Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Parco Lambro, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.494919 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Castello Sforzesco Introduzione: Descrizione: Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Castello Sforzesco, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.470476 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Provincia Di Milano - Palazzo Isimbardi Introduzione: Il palazzo Pozzobonelli-Isimbardi costituisce uno dei maggiori esempi di architettura civile di epoca rinascimentale a Milano giunti fino a noi. La sua costruzione fu iniziata alla fine del XV secolo, su committenza di Bergonzio Botta, alto dignitario alla corte di Ludovico il Moro. Il nome attuale del palazzo deriva dai successivi proprietari, la famiglia dei Pozzobonelli, marchesi di Arluno, fra le famiglie più influenti di Milano, imparentata con gli Isimbardi. A loro è dovuta la decorazione del cortile maggiore, che appunto presenta, agli angoli del cortile, gli stemmi dei Pozzobonelli, con l'aquila, e quelli Isimbardi, con tre stelle in diagonale Descrizione: Palazzo Isimbardi Fuori dalle mura di Milano sorse, in epoca sforzesca, quel primo nucleo residenziale destinato a divenire palazzo Isimbardi. Dobbiamo pensare ad una non vasta ma elegante abitazione di campagna, situata in quella zona fuori dalle mura che era considerata il giardino per eccellenza di Milano: il viridarium. La parte più antica del palazzo, quella prospiciente il giardino, presenta i caratteri propri dell'architettura rinascimentale. Nel 1552 la villa passò alla famiglia Taverna, una delle più cospicue del patriziato milanese. Durante la proprietà Taverna la costruzione assunse l'aspetto di un vero "palazzo", seppure con la funzione di villa, cioè di residenza adibita agli svaghi. Intorno al cortile quadrato, con un pozzo nel mezzo, venne costruito il loggiato; l'ala signorile, su due piani, guardava verso il giardino; sul fianco ovest sorgevano le scuderie mentre l'ala est era destinata alla servitù. Il carattere appartato, periferico del complesso giustifica il tenebroso episodio che si sarebbe consumato nel palazzo all'inizio del Seicento. Gian Paolo Osio, braccato dalla giustizia e accusato fra l'altro della sua relazione con Virginia de Leyva (la Monaca di Monza), chiese rifugio al Taverna col quale era in amicizia: il padrone di casa fece accompagnare lo sgradito ospite nella cantina dove, ricevuta una frettolosa assoluzione, l'Osio fu tramortito a bastonate e murato in una nicchia. Secondo la leggenda il fantasma dello sciagurato si aggira ancora per i sotterranei di palazzo Isimbardi. All'inizio del Settecento, negli anni in cui dal dominio spagnolo Milano passava a quello austriaco, anche la proprietà del palazzo subisce rapidi cambiamenti. Cospicui furono i rimaneggiamenti operati in pieno Settecento dai Lambertenghi, che acquistarono il palazzo nel 1731, soprattutto nella volumetria del palazzo e riguardo alla facciata sul borgo Monforte che, con l'aggiunta di due ali laterali a un solo piano, assume una linea di sviluppo orizzontale, secondo il gusto dell'epoca. Nel 1775 i marchesi Isimbardi acquistarono il palazzo che tuttora porta il loro nome. La famiglia, originaria del Pavese, aveva bisogno di un'abitazione di prestigio per inserirsi nel "bel mondo" della Milano di quel tempo. Gli interni, soprattutto, furono rimaneggiati e infine, per accreditare la stirpe presso il patriziato milanese, vengono commissionate ampie opere figurative celebranti le gesta degli antenati illustri. Caratterizzandosi per il culto delle scienze, gli Isimbardi fanno del loro palazzo un centro di studi e di raccolte scientifiche che hanno una vasta risonanza nelle cronache dell'epoca. Nell'Ottocento è la facciata verso il giardino a subire gli interventi più consistenti. Il giardino stesso si modella "all'inglese" dotandosi, secondo il gusto romantico, di luoghi nascosti, di una collinetta artificiale, di grotte, mentre il cortile d'onore subisce cambiamenti radicali che alterano la rigorosa essenzialità della struttura originaria. Nel 1918 il complesso fu ceduto dagli eredi dell'estinto ramo Isimbardi all'industriale legnanese Gian Franco Tosi: la borghesia subentra al patriziato, e per il palazzo ciò significa manomissioni che ne modificano l'aspetto di residenza nobiliare. Negli anni Trenta, la Provincia di Milano acquisisce l'immobile per farne la propria sede. All'architetto Ferdinando Reggiori fu affidato il compito di restituire al palazzo le caratteristiche originarie, attraverso il recupero e la valorizzazione degli elementi decorativi che ogni secolo aveva lasciato. L'opera più imponente fu affidata a Giovanni Muzio, il più prestigioso e fecondo architetto del Novecento milanese. Egli giustappose all'antica costruzione un nuovo edificio di coerente stile funzionalista, dotato degli elementi simbolici che un luogo del pubblico potere richiedeva, quali la torre, i portali colonnati, i pannelli scultorei. Il nuovo palazzo fu inaugurato il 24 ottobre 1942; circa mezz'ora dopo l'inaugurazione, su Milano si scatenò il primo bombardamento, che frantumò i vetri di tutte le finestre. I successivi bombardamenti del 1943 colpirono gravemente la parte nord-occidentale del palazzo. I nuovi lavori di ricostruzione e di restauro, durati dal 1950 al 1953, furono ancora una volta diretti dall'architetto Reggiori. La denominazione ottocentesca di "Palazzo Isimbardi" fu assunta in modo definitivo proprio negli anni Cinquanta. Agli occhi dei milanesi di oggi, la sede della Provincia di Milano è ormai indistintamente tanto la remota ed esclusiva villa suburbana delle origini quanto il moderno edificio dove si svolge l'attività istituzionale, in un tutt'uno che salda cinque secoli di storia civile. Associazione Castelli & Ville aperti in Lombardia Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Provincia Di Milano - Palazzo Isimbardi Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46743 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: S. Maurizio al Monastero Maggiore Introduzione: SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE. Una inaspettata meraviglia. Quante volte vi sarà capitato di passare in Corso Magenta e di osservare distrattamente una delle tante Chiese che arricchiscono Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore. Una facciata di grigia pietra di Ornavasso, come grigia appare la nostra città e come la nostra Milano “da bere”, nasconde all’interno una essenza meravigliosa. Si salgono pochi gradini ed entrati si rimane strabiliati dalla bellezza che si offre, prorompente, ai nostri occhi. Un bagliore di luci dorate e un’atmosfera dove l’anima si ricongiunge con se stessa. La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore è situata all’interno di quello che fu il più importante Monastero femminile dell’Ordine Benedettino. Descrizione: SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE. Una inaspettata meraviglia. Quante volte vi sarà capitato di passare in Corso Magenta e di osservare distrattamente una delle tante Chiese che arricchiscono Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore. Una facciata di grigia pietra di Ornavasso, come grigia appare la nostra città e come la nostra Milano “da bere”, nasconde all’interno una essenza meravigliosa. Si salgono pochi gradini ed entrati si rimane strabiliati dalla bellezza che si offre, prorompente, ai nostri occhi. Un bagliore di luci dorate e un’atmosfera dove l’anima si ricongiunge con se stessa. La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore è situata all’interno di quello che fu il più importante Monastero femminile dell’Ordine Benedettino. La Chiesa venne costruita a partire dal 1503 ad opera dell’architetto e scultore Gian Giacomo Dolcebuono. Venne comp letata 15 anni più tardi da Cristoforo Solari. E’ divisa in due parti: una pubblica e dedicata ai fedeli e una riservata unicamente alle monache del Monastero le quali non potevano oltrepassare la parete divisoria. Solo una volta, nel 1794, fu loro concesso di entrare nella zona pubblica per ammirare l’altare. Questa Chiesa è un gioiello di affreschi che lascia veramente senza fiato e ai quali lavorarono alcuni tra ipiù importanti artisti del 500 lombardo. All’interno la navata unica è coperta da volta e bipartita da un tramezzo che separa lo spazio delle monache, che assistevano alla messa da una grata, da quello dei fedeli. La navata è fiancheggiata da alcune piccole cappelle coperte da volte a botte sormontate da una loggia a serliana. L’attrazione maggiore della chiesa è il bellissimo ciclo di affreschi del XVI secolo che tappezza tutte le pareti e al quale il visitatore non può che dedicare estasiato tutta la sua attenzione. La spattacolare parete divisoria è decorata con affreschi di Bernardino Luini con immagini di Sant’Orsola e San Maurizio che affiancano una pala con l’Adorazione dei Magi di Antonio Campi. Nelle cappelle laterali dell’aula dei fedeli, gli affreschi sono di Aurelio Luini, figlio di Bernardino, insieme ai meno famosi fratelli. Nell’ala destra le più importanti sono la Cappella Besozzi e la Cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria con l’affresco della sua decollazione. Nell’ala sinistra si trovano invece la Cappella di San Giovanni Battista, decorata da Ottavio Semino e la Cappella della Deposizione. Sulla parete dalla parte dell’Aula delle Monache si trovano immagini di Santa Caterina, di Sant’Agata, delle Nozze di Cana, della Salita al Calvario, del Cristo in Croce e del Cristo morto. Nell’Aula delle Monache c’è un organo del 1554 opera di Giovan Giacomo Antegnati e i bellissimi affreschi del Presbiterio: sulla volta, sullo sfondo di un cielo stellato, immagini di Dio, gli Evangelisti e gruppi di Angeli. Nella parte finale è presente l’affresco Ecce Homo, particolarissimi i visi dei manigoldi che deridono il Cristo.Il loggiato superiore a serliane è decorato da tondi con immagini di Sante, opera di Giovanni Antonio Boltraffio o, più probabilmente dell’anonimo pittore noto come Pseudo-Boltraffio, con santi e martiri. Uscendo dalla chiesa ed entrando nell’edificio alla sua destra che ospita il Museo Archeologico, si possono ammirare il Chiostro del Monastero e nel giardino le due torri di epoca romana, inserite nelle antiche mura di Massimiano. Se vi capiterà nuovamente di passare in Corso Magenta, non potrete più osservare distrattamente la facciata grigia di questa Chiesa, entrate e riempitevi gli occhi di beltà. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: S. Maurizio al Monastero Maggiore Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465567 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: San Calimero Introduzione: LA CHIESA DI SAN CALIMERO A MILANO Dedicata ad uno dei primi Vescovi della città, la Chiesa di San Calimero ha origini antichissime: edificata nel V secolo, venne successivamente ricostruita in forme romaniche tra l'XI e il XII secolo, di cui oggi restano solo il fianco meridionale e la parte absidale. Nel corso del Seicento la chiesa subì l'ennesima ricostruzione ad opera di Francesco Maria Richini, cancellata più tardi dal discusso intervento di Angelo Colla (1882/84), che volle recuperare le forme romaniche. i. Stefano Pariani Descrizione: LA CHIESA DI SAN CALIMERO A MILANO Dedicata ad uno dei primi Vescovi della città, la Chiesa di San Calimero ha origini antichissime: edificata nel V secolo, venne successivamente ricostruita in forme romaniche tra l'XI e il XII secolo, di cui oggi restano solo il fianco meridionale e la parte absidale. Nel corso del Seicento la chiesa subì l'ennesima ricostruzione ad opera di Francesco Maria Richini, cancellata più tardi dal discusso intervento di Angelo Colla (1882/84), che volle recuperare le forme romaniche. Ciò che vediamo oggi è una facciata neoromanica a capanna e in mattoni scoperti, con tre grandi monofore e tre portali, quello centrale preceduto da un protiro. L'interno, sempre frutto del rifacimento ottocentesco, è a navata unica con cappelle laterali, sopra le quali sono poste aperture a trifora che conferiscono luce e leggerezza all'ambiente. Della decorazione medievale e del corredo pittorico dei secoli successivi resta davvero poco. Nella zona absidale troviamo un brano d'affresco di gusto tardogotico del XV secolo attribuito a Cristoforo Moretti, che raffigura la Madonna col Bambino e due Sante: la figura di Maria, seduta su di un trono ricoperto da un drappo rosso, pare ritagliata lungo i contorni del manto blu, mentre la Santa di destra risalta per il suo abito alla moda con cintura a vita alta e i capelli biondi intrecciati e raccolti. Nella terza cappella a destra è collocata la tela della Natività di Marco d'Oggiono del XVI secolo, che imposta il soggetto sullo sfondo di un brano paesaggistico di stampo leonardesco; è molto riuscito il gruppo in primo piano con due angeli che si prendono cura del Bambino e San Giuseppe che guarda con benevolenza la scena. Di scuola seicentesca lombarda è una drammatica ed essenziale Crocefissione attribuita al Cerano, posta nella prima cappella a destra: lo sfondo cupo e privo quasi di ogni elemento paesaggistico fa rivivere il dramma della morte, che pare impresso sul volto di Maria, quasi una maschera tragica impietrita dal dolore. Sempre del Seicento un San Francesco che riceve le stimmate di Francesco Paino. E' rimasta invece intatta al susseguirsi dei restauri la cripta della seconda metà del Cinquecento, che conserva i resti di San Calimero. Ricca di colonne ed archi a tutto sesto, deve la sua decorazione ai Fiammenghini, che dipinsero sulle volte tondi entro i quali sono raffigurati i Vescovi di Milano santificati. Stefano Pariani Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: San Calimero, via S.Calimero Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.456055 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Arco della pace Introduzione: La visione più poetica e simbolica dell'Arco della Pace è forse quella che si ottiene appoggiandosi alla balaustra che alle spalle del Castello Sforzesco, protegge dal terrapieno che si erge sopra il Parco Sempione. La distanza che separa, allineandoli i due punti di riferimento cittadini, racconta anche un po' la storia di Milano. Percorrendola, ci si allontana dai bastioni dell'antica tirannide spagnola, le cui vestigia furono abbattute nel 1801 con decreto napoleonico, ma per volontà popolare, e si entra col passo del tempo nell’ottocentesca contesa franco-austriaca, cui corrisponde, sul piano urbanistico, l'imperiale ricostruzione dell'unica isola verde della città. Paola Teresa Grassi Descrizione: La visione più poetica e simbolica dell'Arco della Pace è forse quella che si ottiene appoggiandosi alla balaustra che alle spalle del Castello Sforzesco, protegge dal terrapieno che si erge sopra il Parco Sempione. La distanza che separa, allineandoli i due punti di riferimento cittadini, racconta anche un po' la storia di Milano. Percorrendola, ci si allontana dai bastioni dell'antica tirannide spagnola, le cui vestigia furono abbattute nel 1801 con decreto napoleonico, ma per volontà popolare, e si entra col passo del tempo nell’ottocentesca contesa franco-austriaca, cui corrisponde, sul piano urbanistico, l'imperiale ricostruzione dell'unica isola verde della città. Il giovane Napoleone Bonaparte chiese al Cagnola di riprogettare l’ingresso da Nord-Ovest, ed iniziarono così i lavori per la costruzione dell'Arco che, diversamente da quanto attestato nel romanzo Festa Mobile, non è affatto allineato ai parigini Archi di Trionfo del Carrousel e dell'Etoile. La disfatta di Waterloo, tuttavia, coincise con una battuta d'arresto nella elevazione del monumento, che riprese per mano austriaca nel 1826. Fu Francesco I d'Asburgo a dedicarlo a quella pace che aveva transitoriamente quietato le potenze europee, e i lavori passarono nelle mani di Londonio e Peverelli che li completarono nel 1838. La fortuna però decise per la Francia e che i francesi ne celebrassero il trionfo (forse da qui l'errore di Hemingway e l'associazione d'idee), quando ad attraversarlo furono, in uscita, le truppe di Radetztky dopo le Cinque Giornate e, in ingresso, Napoleone III e Vittorio Emanuele II, dopo la Battaglia di Magenta. L'arco che compone la Piazza Sempione insieme ai due laterali caselli daziari, è realizzato in marmo di Crevola, alto 25 metri e largo 24. Come in un libro per il popolo i bassorilievi e le statue allegoriche narrano la storia e la geografia dei voti e dei miti risorgimentali. La fastosa Sestiga in bronzo che si riconosce anche in lontananza è opera di Sangiorgio e raffigura sei cavalli che trainano un carro finemente decorato e condotto da Minerva. I lavori di restauro che iniziarono a metà degli anni Novanta lo hanno restituito ai milanesi solo nel 2010. Paola Teresa Grassi Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Arco della pace, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.475693 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Provincia Di Milano - Palazzo Isimbardi Introduzione: Palazzo Isimbardi Fuori dalle mura di Milano sorse, in epoca sforzesca, quel primo nucleo residenziale destinato a divenire palazzo Isimbardi. Dobbiamo pensare ad una non vasta ma elegante abitazione di campagna, situata in quella zona fuori dalle mura che era considerata il giardino per eccellenza di Milano: il viridarium. La parte più antica del palazzo, quella prospiciente il giardino, presenta i caratteri propri dell'architettura rinascimentale. Nel 1552 la villa passò alla famiglia Taverna, una delle più cospicue del patriziato milanese. Descrizione: Palazzo Isimbardi Fuori dalle mura di Milano sorse, in epoca sforzesca, quel primo nucleo residenziale destinato a divenire palazzo Isimbardi. Dobbiamo pensare ad una non vasta ma elegante abitazione di campagna, situata in quella zona fuori dalle mura che era considerata il giardino per eccellenza di Milano: il viridarium. La parte più antica del palazzo, quella prospiciente il giardino, presenta i caratteri propri dell'architettura rinascimentale. Nel 1552 la villa passò alla famiglia Taverna, una delle più cospicue del patriziato milanese. Durante la proprietà Taverna la costruzione assunse l'aspetto di un vero "palazzo", seppure con la funzione di villa, cioè di residenza adibita agli svaghi. Intorno al cortile quadrato, con un pozzo nel mezzo, venne costruito il loggiato; l'ala signorile, su due piani, guardava verso il giardino; sul fianco ovest sorgevano le scuderie mentre l'ala est era destinata alla servitù. Il carattere appartato, periferico del complesso giustifica il tenebroso episodio che si sarebbe consumato nel palazzo all'inizio del Seicento. Gian Paolo Osio, braccato dalla giustizia e accusato fra l'altro della sua relazione con Virginia de Leyva (la Monaca di Monza), chiese rifugio al Taverna col quale era in amicizia: il padrone di casa fece accompagnare lo sgradito ospite nella cantina dove, ricevuta una frettolosa assoluzione, l'Osio fu tramortito a bastonate e murato in una nicchia. Secondo la leggenda il fantasma dello sciagurato si aggira ancora per i sotterranei di palazzo Isimbardi. All'inizio del Settecento, negli anni in cui dal dominio spagnolo Milano passava a quello austriaco, anche la proprietà del palazzo subisce rapidi cambiamenti. Cospicui furono i rimaneggiamenti operati in pieno Settecento dai Lambertenghi, che acquistarono il palazzo nel 1731, soprattutto nella volumetria del palazzo e riguardo alla facciata sul borgo Monforte che, con l'aggiunta di due ali laterali a un solo piano, assume una linea di sviluppo orizzontale, secondo il gusto dell'epoca. Nel 1775 i marchesi Isimbardi acquistarono il palazzo che tuttora porta il loro nome. La famiglia, originaria del Pavese, aveva bisogno di un'abitazione di prestigio per inserirsi nel "bel mondo" della Milano di quel tempo. Gli interni, soprattutto, furono rimaneggiati e infine, per accreditare la stirpe presso il patriziato milanese, vengono commissionate ampie opere figurative celebranti le gesta degli antenati illustri. Caratterizzandosi per il culto delle scienze, gli Isimbardi fanno del loro palazzo un centro di studi e di raccolte scientifiche che hanno una vasta risonanza nelle cronache dell'epoca. Nell'Ottocento è la facciata verso il giardino a subire gli interventi più consistenti. Il giardino stesso si modella "all'inglese" dotandosi, secondo il gusto romantico, di luoghi nascosti, di una collinetta artificiale, di grotte, mentre il cortile d'onore subisce cambiamenti radicali che alterano la rigorosa essenzialità della struttura originaria. Nel 1918 il complesso fu ceduto dagli eredi dell'estinto ramo Isimbardi all'industriale legnanese Gian Franco Tosi: la borghesia subentra al patriziato, e per il palazzo ciò significa manomissioni che ne modificano l'aspetto di residenza nobiliare. Negli anni Trenta, la Provincia di Milano acquisisce l'immobile per farne la propria sede. All'architetto Ferdinando Reggiori fu affidato il compito di restituire al palazzo le caratteristiche originarie, attraverso il recupero e la valorizzazione degli elementi decorativi che ogni secolo aveva lasciato. L'opera più imponente fu affidata a Giovanni Muzio, il più prestigioso e fecondo architetto del Novecento milanese. Egli giustappose all'antica costruzione un nuovo edificio di coerente stile funzionalista, dotato degli elementi simbolici che un luogo del pubblico potere richiedeva, quali la torre, i portali colonnati, i pannelli scultorei. Il nuovo palazzo fu inaugurato il 24 ottobre 1942; circa mezz'ora dopo l'inaugurazione, su Milano si scatenò il primo bombardamento, che frantumò i vetri di tutte le finestre. I successivi bombardamenti del 1943 colpirono gravemente la parte nord-occidentale del palazzo. I nuovi lavori di ricostruzione e di restauro, durati dal 1950 al 1953, furono ancora una volta diretti dall'architetto Reggiori. La denominazione ottocentesca di "Palazzo Isimbardi" fu assunta in modo definitivo proprio negli anni Cinquanta. Agli occhi dei milanesi di oggi, la sede della Provincia di Milano è ormai indistintamente tanto la remota ed esclusiva villa suburbana delle origini quanto il moderno edificio dove si svolge l'attività istituzionale, in un tutt'uno che salda cinque secoli di storia civile. Associazione Castelli & Ville aperti in Lombardia Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Provincia Di Milano - Palazzo Isimbardi Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.46743 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: San Calimero Introduzione: LA CHIESA DI SAN CALIMERO A MILANO Dedicata ad uno dei primi Vescovi della città, la Chiesa di San Calimero ha origini antichissime: edificata nel V secolo, venne successivamente ricostruita in forme romaniche tra l'XI e il XII secolo, di cui oggi restano solo il fianco meridionale e la parte absidale. Nel corso del Seicento la chiesa subì l'ennesima ricostruzione ad opera di Francesco Maria Richini, cancellata più tardi dal discusso intervento di Angelo Colla (1882/84), che volle recuperare le forme romaniche. Stefano Pariani Descrizione: LA CHIESA DI SAN CALIMERO A MILANO Dedicata ad uno dei primi Vescovi della città, la Chiesa di San Calimero ha origini antichissime: edificata nel V secolo, venne successivamente ricostruita in forme romaniche tra l'XI e il XII secolo, di cui oggi restano solo il fianco meridionale e la parte absidale. Nel corso del Seicento la chiesa subì l'ennesima ricostruzione ad opera di Francesco Maria Richini, cancellata più tardi dal discusso intervento di Angelo Colla (1882/84), che volle recuperare le forme romaniche. Ciò che vediamo oggi è una facciata neoromanica a capanna e in mattoni scoperti, con tre grandi monofore e tre portali, quello centrale preceduto da un protiro. L'interno, sempre frutto del rifacimento ottocentesco, è a navata unica con cappelle laterali, sopra le quali sono poste aperture a trifora che conferiscono luce e leggerezza all'ambiente. Della decorazione medievale e del corredo pittorico dei secoli successivi resta davvero poco. Nella zona absidale troviamo un brano d'affresco di gusto tardogotico del XV secolo attribuito a Cristoforo Moretti, che raffigura la Madonna col Bambino e due Sante: la figura di Maria, seduta su di un trono ricoperto da un drappo rosso, pare ritagliata lungo i contorni del manto blu, mentre la Santa di destra risalta per il suo abito alla moda con cintura a vita alta e i capelli biondi intrecciati e raccolti. Nella terza cappella a destra è collocata la tela della Natività di Marco d'Oggiono del XVI secolo, che imposta il soggetto sullo sfondo di un brano paesaggistico di stampo leonardesco; è molto riuscito il gruppo in primo piano con due angeli che si prendono cura del Bambino e San Giuseppe che guarda con benevolenza la scena. Di scuola seicentesca lombarda è una drammatica ed essenziale Crocefissione attribuita al Cerano, posta nella prima cappella a destra: lo sfondo cupo e privo quasi di ogni elemento paesaggistico fa rivivere il dramma della morte, che pare impresso sul volto di Maria, quasi una maschera tragica impietrita dal dolore. Sempre del Seicento un San Francesco che riceve le stimmate di Francesco Paino. E' rimasta invece intatta al susseguirsi dei restauri la cripta della seconda metà del Cinquecento, che conserva i resti di San Calimero. Ricca di colonne ed archi a tutto sesto, deve la sua decorazione ai Fiammenghini, che dipinsero sulle volte tondi entro i quali sono raffigurati i Vescovi di Milano santificati. Stefano Pariani Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Castello Sforzesco Introduzione: Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia.[1] Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Portae Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia), e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Fra il Cinquecento e il Seicento era una delle principali cittadelle militari d'Europa; ora è sede di importanti istituzioni culturali e meta turistica. Descrizione: Il Castello Sforzesco è uno dei principali simboli di Milano e della sua storia.[1] Fu costruito nel XV secolo da Francesco Sforza, divenuto da poco Duca di Milano, sui resti di una precedente fortificazione risalente al XIV secolo nota come Castrum Portae Jovis (Castello di porta Giovia o Zobia), e nei secoli ha subito notevoli trasformazioni. Fra il Cinquecento e il Seicento era una delle principali cittadelle militari d'Europa; ora è sede di importanti istituzioni culturali e meta turistica. Indice
Da Wikipedia Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Torre Branca Introduzione: Torre BrancaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera. Descrizione: Torre BrancaDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45°28?24?N 9°10?22?E (Mappa) La Torre Branca è una costruzione in acciaio situata all'interno del Parco Sempione a Milano. Con i suoi 108,60 metri è la sesta struttura più alta della città dopo la Torre Cesar Pelli A (231 m), il Palazzo Lombardia (161 m), il Pirellone (127 m), la Torre Breda (116 m) e la Torre Galfa (109 m) superando di pochissimo la sommità del Duomo, ma è il punto panoramico più elevato accessibile al pubblico del capoluogo meneghino. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Galleria Vittorio Emanuele Introduzione: Galleria Vittorio Emanuele IIDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45.465684°N 9.189892°E (Mappa)
Quadro di Domenico Induno raffigurante la cerimonia della posa della prima pietra della Galleria, il 7 marzo 1865, da parte del re Vittorio Emanuele II
L'ingresso della Galleria, da piazza della Scala in una fotografia di Icilio Calzolari di fine XIX secolo
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto (o galleria commerciale) che collega piazza della Scala e piazza Duomo tra loro e con due strade (via Silvio Pellico e via Ugo Foscolo) tramite due corti bracci perpendicolari all'asse principale. Fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese. Le statue che la decorano sono dello scultore milanese Pietro Magni. In Galleria hanno sede numerosi negozi di griffe e marchi prestigiosi, oltre che famosi caffè, ristoranti, un hotel di lusso e un fast food. È considerata, con Via Montenapoleone e Via della Spiga, una delle sedi dello shopping di lusso meneghino. Indice
Da Wikipedia Descrizione: Galleria Vittorio Emanuele IIDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45.465684°N 9.189892°E (Mappa)
Quadro di Domenico Induno raffigurante la cerimonia della posa della prima pietra della Galleria, il 7 marzo 1865, da parte del re Vittorio Emanuele II
L'ingresso della Galleria, da piazza della Scala in una fotografia di Icilio Calzolari di fine XIX secolo
La Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un passaggio coperto (o galleria commerciale) che collega piazza della Scala e piazza Duomo tra loro e con due strade (via Silvio Pellico e via Ugo Foscolo) tramite due corti bracci perpendicolari all'asse principale. Fu progettata dall'architetto Giuseppe Mengoni e realizzata a partire dal 1865 in uno stile eclettico, con grottesche, cariatidi, lunette e lesene, tipico della seconda metà dell'Ottocento milanese. Le statue che la decorano sono dello scultore milanese Pietro Magni. In Galleria hanno sede numerosi negozi di griffe e marchi prestigiosi, oltre che famosi caffè, ristoranti, un hotel di lusso e un fast food. È considerata, con Via Montenapoleone e Via della Spiga, una delle sedi dello shopping di lusso meneghino. Indice
Da Wikipedia Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: I Giardini della Guastalla Introduzione: Affacciati su via Francesco Scorza e a fianco dell’Ospedale Maggiore, i Giardini della Guastalla sono noti ai milanesi soprattutto come morbida distesa erbosa per i bivacchi dei più sfaccendati studenti dell’Università statale di Milano e per le pause pranzo en-plain-air di banchieri e impiegati. Non tutti sanno però che, nonostante la loro modesta superficie di soli 12.000 m2, questi giardini sono i più antichi della città di Milano. I Giardini della Guastalla prendono il nome dalla contessa Paola Ludovica Torelli della Guastalla che li commissionò a metà del Cinquecento nelle forme del tradizionale giardino all’italiana. Piccoli arbusti, curatissime aiuole, ameni vialetti e freschi rivoli d’acqua dovevano rendere il parco davvero gradevole. Descrizione: Una passeggiata nella storia Tra le attrazioni che i giardini offrono c’è la bellissima vasca pescheria seicentesca dalle forme barocche e il tempietto neoclassico del noto architetto Luigi Cagnola Affacciati su via Francesco Scorza e a fianco dell’Ospedale Maggiore, i Giardini della Guastalla sono noti ai milanesi soprattutto come morbida distesa erbosa per i bivacchi dei più sfaccendati studenti dell’Università statale di Milano e per le pause pranzo en-plain-air di banchieri e impiegati. Non tutti sanno però che, nonostante la loro modesta superficie di soli 12.000 m2 (tra l’altro a lungo minacciata dalla speculazione edilizia), questi giardini sono i più antichi della città di Milano. I Giardini della Guastalla prendono il nome dalla contessa Paola Ludovica Torelli della Guastalla che li commissionò a metà del Cinquecento nelle forme del tradizionale giardino all’italiana. Piccoli arbusti, curatissime aiuole, ameni vialetti e freschi rivoli d’acqua dovevano rendere il parco davvero gradevole. Ben presto i giardini ospitarono la fondazione benefica del Collegio della Guastalla, dedito all’educazione di fanciulle provenienti da famiglie nobili decadute, fino a quando nel 1937 il comune di Milano decise di trasferire a Monza il collegio e di acquisire il terreno per sottoporlo a una complessa opera di recupero e restauro per donarlo finalmente alla cittadinanza milanese. Dopo varie operazioni di valorizzazione, oggi i Giardini della Guastalla si presentano come un gradevolissimo spazio verde nel pieno centro cittadino dove sostare piacevolmente qualche ora per leggere un buon libro, fare jogging attraverso i percorsi predisposti oppure semplicemente rilassarsi sotto le verdi frasche. Tra le attrazioni che i giardini offrono c’è la bellissima vasca pescheria seicentesca dalle forme barocche e il tempietto neoclassico del noto architetto Luigi Cagnola. Per gli appassionati del verde è possibile inoltre seguire un interessante percorso botanico alla scoperta delle varie specie arboree presenti nei giardini. Un cartellino metallico per ogni pianta riporta il nome comune, quello botanico, una breve descrizione e la provenienza della specie. Per chi volesse approfondire è disponibile anche una guida botanica gratuita scaricabile in formato “pdf” dal sito del comune di Milano oppure ritirabile presso l’Associazione Amici della Guastalla. La prossima domenica perdetevi pure tra Liriodendron tulipifera, Cedrus atlantica e Liquidambar styraciflua! Francesca Gobbo Inizio: 25/12/2008 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Via Francesco Sforza, 25, 20122 Milano MI Spazio: I Giardini della Guastalla Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.460081 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: Il complesso monumentale di Galliano Introduzione: La chiesa s'innesta nel solco di passaggio dall'arte ottoniana a quella romanica, testimoniando del nuovo stile artistico tanto nell'architettura quanto nei suoi affreschi, tra i più significativi della pittura altomedievale dell'Italia settentrionale. Non molto lontano da Milano, nei pressi di Cantù, la chiesa di San Vincenzo a Galliano e l'adiacente Battistero di San Giovanni sorgono come silenziosi testimoni di un'epoca passata, quando fuori dalle città sorgevano le pievi per evangelizzare le campagne. Collocata sull'asse delle grandi vie di comunicazione tra la pianura padana e le regioni transalpine, la chiesa di Galliano s'innesta nel solco di passaggio dall'arte ottoniana a quella romanica, Descrizione: La chiesa s'innesta nel solco di passaggio dall'arte ottoniana a quella romanica, testimoniando del nuovo stile artistico tanto nell'architettura quanto nei suoi affreschi, tra i più significativi della pittura altomedievale dell'Italia settentrionale Non molto lontano da Milano, nei pressi di Cantù, la chiesa di San Vincenzo a Galliano e l'adiacente Battistero di San Giovanni sorgono come silenziosi testimoni di un'epoca passata, quando fuori dalle città sorgevano le pievi per evangelizzare le campagne. Collocata sull'asse delle grandi vie di comunicazione tra la pianura padana e le regioni transalpine, la chiesa di Galliano s'innesta nel solco di passaggio dall'arte ottoniana a quella romanica, testimoniando i primi frutti del nuovo stile artistico tanto nell'architettura quanto nei suoi affreschi, tra i più significativi della pittura altomedievale dell'Italia settentrionale. La storia di questa chiesa affonda le radici in epoca paleocristiana, quando viene edificata nel V secolo una prima basilica ad aula unica, dedicata a San Vincenzo di Saragozza. Secoli dopo l'arcivescovo di Milano Ariberto d'Intimiano promuove un programma di rinnovamento architettonico che porta nel 1007 alla consacrazione della nuova chiesa. Esternamente presenta una semplice facciata a salienti in pietre a vista, priva della navata destra, andata persa, con un piccolo portale e lunetta a sesto acuto; l'abside è contraddistinta da alti archi poggianti su lesene che scendono fino a terra, creando sottili giochi di luce e ombra. All'interno gli affreschi che decorano la navata e il catino absidale sono rispettivamente riconducibili per stile a due maestranze diverse: i più interessanti sono quelli dell'ampia abside dove campeggia un grande Cristo in mandorla, curiosamente abbigliato con pantaloni e calzari, ai cui lati i profeti Geremia ed Ezechiele sono resi con movimenti dinamici e con sottolineature più scure lungo le pieghe delle vesti, che seguono il moto del corpo e danno volumetria alle figure. La zona inferiore ospita un breve ciclo di Storie di San Vincenzo, tra cui il martirio e la sepoltura del Santo, di efficace vivacità narrativa. Accanto alla chiesa troviamo le sinuose forme del coevo Battistero di San Giovanni, costituito da un vano centrale quadrato con absidi semicircolari su ogni lato, da un tiburio ottagonale e da un ampio pronao. Con la sua sapiente sintesi tra influssi bizantini e nordici e la tradizione pittorica locale, d'impronta realista e di forte senso plastico, il ciclo di Galliano da lì a qualche decennio sarebbe stato d'impulso per gli affreschi di Civate, altra fondamentale tappa della pittura romanica lombarda. Stefano Pariani Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: S. Vincenzo a Galliano e Battistero di S. Giovanni Via S. Vincenzo Cantù CO Spazio: Il complesso monumentale di Galliano Area geografica: Lombardia Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.7414 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Basilica di Sant’Eustorgio Introduzione: Una Madonna con le corna fra i gioielli del Rinascimento lombardo Situata nella zona di Porta Ticinese, una delle più caratteristiche della città, la Basilica di Sant’Eustorgio per i milanesi è soprattutto la chiesa dei Re Magi, dove il giorno dell’Epifania sfila un corteo in costume con i tre sapienti, che si ripete ogni anno dal Medioevo. La basilica fu fonda ta nel IV secolo sull’area di una necropoli romana poi cristianizzata per volere del vescovo Eustorgio I che fece por- tare da Costantinopoli le reliquie dei Re Magi. Secondo la tradizione, esse furono portate in città da un carro, le cui ruote ad un certo punto divennero così pesanti che buoi e cavalli non riuscivano più ad andare avanti Descrizione: Una Madonna con le corna fra i gioielli del Rinascimento lombardo Situata nella zona di Porta Ticinese, una delle più carat- teristiche della città, la Basilica di Sant’Eustorgio per i milanesi è soprattutto la chiesa dei Re Magi, dove il giorno dell’Epifania sfila un corteo in costume con i tre sapienti, che si ripete ogni anno dal Medioevo. La basilica fu fonda- ta nel IV secolo sull’area di una necropoli romana poi cri- stianizzata per volere del vescovo Eustorgio I che fece por- tare da Costantinopoli le reliquie dei Re Magi. Secondo la tradizione, esse furono portate in città da un carro, le cui ruote ad un certo punto divennero così pesanti che buoi e cavalli non riuscivano più ad andare avanti; Eustorgio do vette allora abbandonare l’idea di portare i corpi nella catte- drale cittadina e, pensando ad un segno divino, costruì per essi una basilica fuori le mura. Molti anni dopo, nel 1162, all’epoca del saccheggio di Federico Barbarossa, le reliquie furono trafugate e trasferite a Colonia, in Germania, per poi essere parzialmente restituite a Milano solo nel 1906. L’ori- ginaria chiesa paleocristiana subì modifiche in epoca roma- Stefano Pariani nica con interventi rilevanti tra XII e XIII secolo. In quegli anni, attorno al1220, la chiesa fu affidata ai Domenicani e nel 1234 diventò sede dell’Ufficio d’Inquisizione di Lom- bardia fino alla metà del Cinquecento. I sospettati di eresia, magia e stregoneria vennero imprigionati, processati e tor- turati, probabilmente nei sotterranei della chiesa. A farne le spese furono soprattutto le donne accusate di stregoneria, alle quali non rese la vita facile un certo Beltramino da Cer- nuscullo, inquisitore di Sant’Eustorgio. Pare che il frate in- dividuasse le presunte streghe nelle donne che abitavano nel vicino quartiere del Verziere, luogo maleodorante e di estrema povertà: furono molti i roghi accesi per le malcapi- tate. Il più noto inquisitore della basilica fu Pietro da Vero- na, nominato nel 1251, noto per la sua lotta contro l’eresia: un anno più tardi fu assassinato in un agguato con un col- po alla testa proprio da alcuni eretici in un bosco nei pres- si di Barlassina. Il frate venne canonizzato e ricordato come San Pietro Martire. Sant’Eustorgio attirò così l’attenzione di nobili famiglie, come i Visconti che commissionarono opere ai maestri dell’epoca, tra queste il sepolcro di Pietro Torelli, realizzato con stile calligrafico da Jacopino da Tra- date (inizi XV sec.) ed il trittico del Bergognone raffigu- rante la Madonna col Bambino fra due santi (fine XV sec.). Sono tuttavia gli affreschi del Foppa nella Cappella Porti- nari l’intervento pittorico più noto in Sant’Eustorgio, gio- ielli del Rinascimento lombardo con scene che dialogano con l’architettura della cappella e definite da un uso sapien- te della luce, come l’Annunciazione e l’Assunzione. Tra gli epi- sodi della Vita di San Pietro Martire spicca una Madonna col Bambino, entrambi con le corna, a cui San Pietro si avvici- na con un’ostia consacrata. Si tratta del cosiddetto Miraco- lo della falsa Madonna, secondo cui San Pietro smascherò il diavolo apparso con le sembianze della Madonna in una chiesa ariana. Al di là dell’aneddoto agiografico, può darsi che Foppa abbia voluto rappresentare il tema del doppio, suggerendo che il male può nascondersi ovunque, anche dietro al bene, e che non vi è nulla di assolutamente buono o di assolutamente cattivo. Considerata la storia della basi- lica, fatta di luci e ombre, l’interpretazione appare quanto meno suggestiva. Inizio: 25/12/2005 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Piazza Sant'Eustorgio, 1 20123 Milano Spazio: Basilica di Sant’Eustorgio Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.45396 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: La chiesa di San Babila Introduzione: La chiesa sorse sul finire dell’XI secolo, forse sulle basi di un più antico luogo di culto, di cui oggi nulla rimane Nel centro storico e commerciale di Milano sorge, all’angolo tra corso Monforte e corso Venezia, la chiesa di San Babila. Oggi immiserita tra i volumi degli edifici dell’omonima piazza, la basilica sembra essere stata la prima chiesa cristiana di Milano ed era considerata un tempo la più importante della città dopo il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio. Definita da alcuni come uno dei più deprecabili interventi di restauro di fine ‘800 a Milano, la chiesa ha subito numerosi interventi che ne hanno alterato completamente l’aspetto originario: non rimane praticamente nulla, né all'esterno, né all'interno, in quanto ciò che oggi si può vedere è opera dei pesanti ripristini, a cui furono sottoposte in diversa misura molte chiese di origine medievale della città nel XIX secolo. Descrizione: La chiesa sorse sul finire dell’XI secolo, forse sulle basi di un più antico luogo di culto, di cui oggi nulla rimane Nel centro storico e commerciale di Milano sorge, all’angolo tra corso Monforte e corso Venezia, la chiesa di San Babila. Oggi immiserita tra i volumi degli edifici dell’omonima piazza, la basilica sembra essere stata la prima chiesa cristiana di Milano ed era considerata un tempo la più importante della città dopo il Duomo e la Basilica di Sant’Ambrogio. Definita da alcuni come uno dei più deprecabili interventi di restauro di fine ‘800 a Milano, la chiesa ha subito numerosi interventi che ne hanno alterato completamente l’aspetto originario: non rimane praticamente nulla, né all'esterno, né all'interno, in quanto ciò che oggi si può vedere è opera dei pesanti ripristini, a cui furono sottoposte in diversa misura molte chiese di origine medievale della città nel XIX secolo. La chiesa sorse sul finire dell’XI secolo, forse sulle basi di un più antico luogo di culto, di cui oggi nulla rimane, fondato dall’arcivescovo Lorenzo nel V secolo con il titolo di «ad Concilia Sanctorum» in quanto vi sarebbero stati sepolti i primi cristiani milanesi. La chiesa venne ricostruita dopo il 1575 con il prolungamento di una campata nella parte anteriore dell’edificio, mentre tra il 598 e il 1610 fu portata a compimento la monumentale facciata, preceduta da pronao ad opera di Aurelio Trezzi. Il complesso, che fino al 1810 comprendeva anche il retrostante oratorio di San Romano, venne rifatto interamente a partire dal 1853 per cercare di recuperare l’originaria struttura della basilica medievale con integrazioni in stile, fino alla costruzione, avvenuta nel 1906, dell’attuale fronte neoromanica disegnata dall’architetto Paolo Cesa-Bianchi. La facciata è suddivisa in tre fasce in corrispondenza delle tre navate da semplici lesene. Negli elementi architettonici e nell'utilizzo di pietra chiara alternata a mattoni scuri, vuole richiamare le facciate in stile romanico lombardo dei secoli XI-XII. I tre portali sono arricchiti da lunettea tutto sestomusive; in quella del portale di mezzo, è raffigurato, su sfondo dorato, Cristo benedicente con il libro dei Vangeli. Mentre nelle parti laterali si aprono due oculi circolari, nella fascia centrale, in linea col portale, vi è una grande trifora sorretta da colonnette con capitelli scolpiti. Sopra di essa, tre finestre, di cui due a forma di monofora a tutto sesto, e una, quella centrale, a forma di croce greca. In prossimità dei cornicioni, la facciata della basilica è decorata da serie di archetti pensili. Il campanile, costruito nel 1820 in sostituzione di quello crollato nel XVI secolo, venne trasformato in forme neoromaniche con un tiburio ottagonale su base rettangolare. L’interno è a tre navate, ciascuna delle quali termina con un’abside, separate da pilastri e semicolonne con copertura a botte per quella centrale e a volta a crociera per le laterali. Le due cappelle laterali risalgono al tardo Rinascimento, ma sono decorate con immagini moderne di stile accademico, tra cui il dipinto di Ludovico PogliaghiSan Giuseppe con Gesù bambino e quello di Giuseppe Bertini con Sant'Antonio ai piedi del Crocifisso. Francesca Mariano Inizio: 25/12/2002 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Chiesa di San Babila Corso Monforte, 1 20122 Milano Spazio: Chiesa di San Babila Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.466729 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Basilica di San Calimero Introduzione: Dedicata ad uno dei primi Vescovi della città, la Chiesa di San Calimero ha origini antichissime: edificata nel V secolo, venne successivamente ricostruita in forme romaniche tra l'XI e il XII secolo, di cui oggi restano solo il fianco meridionale e la parte absidale. Nel corso del Seicento la chiesa subì l'ennesima ricostruzione ad opera di Francesco Maria Richini, cancellata più tardi dal discusso intervento di Angelo Colla (1882/84), che volle recuperare le forme romaniche. Ciò che vediamo oggi è una facciata neoromanica a capanna e in mattoni scoperti, con tre grandi monofore e tre portali, quello centrale preceduto da un protiro. L'interno, sempre frutto del rifacimento ottocentesco, è a navata unica con cappelle laterali, sopra le quali sono poste aperture a trifora che conferiscono luce e leggerezza all'ambiente. Descrizione: Dedicata ad uno dei primi Vescovi della città, la Chiesa di San Calimero ha origini antichissime: edificata nel V secolo, venne successivamente ricostruita in forme romaniche tra l'XI e il XII secolo, di cui oggi restano solo il fianco meridionale e la parte absidale. Nel corso del Seicento la chiesa subì l'ennesima ricostruzione ad opera di Francesco Maria Richini, cancellata più tardi dal discusso intervento di Angelo Colla (1882/84), che volle recuperare le forme romaniche. Ciò che vediamo oggi è una facciata neoromanica a capanna e in mattoni scoperti, con tre grandi monofore e tre portali, quello centrale preceduto da un protiro. L'interno, sempre frutto del rifacimento ottocentesco, è a navata unica con cappelle laterali, sopra le quali sono poste aperture a trifora che conferiscono luce e leggerezza all'ambiente. Della decorazione medievale e del corredo pittorico dei secoli successivi resta davvero poco. Nella zona absidale troviamo un brano d'affresco di gusto tardogotico del XV secolo attribuito a Cristoforo Moretti, che raffigura la Madonna col Bambino e due Sante: la figura di Maria, seduta su di un trono ricoperto da un drappo rosso, pare ritagliata lungo i contorni del manto blu, mentre la Santa di destra risalta per il suo abito alla moda con cintura a vita alta e i capelli biondi intrecciati e raccolti. Nella terza cappella a destra è collocata la tela della Natività di Marco d'Oggiono del XVI secolo, che imposta il soggetto sullo sfondo di un brano paesaggistico di stampo leonardesco; è molto riuscito il gruppo in primo piano con due angeli che si prendono cura del Bambino e San Giuseppe che guarda con benevolenza la scena. Di scuola seicentesca lombarda è una drammatica ed essenziale Crocefissione attribuita al Cerano, posta nella prima cappella a destra: lo sfondo cupo e privo quasi di ogni elemento paesaggistico fa rivivere il dramma della morte, che pare impresso sul volto di Maria, quasi una maschera tragica impietrita dal dolore. Sempre del Seicento un San Francesco che riceve le stimmate di Francesco Paino. E' rimasta invece intatta al susseguirsi dei restauri la cripta della seconda metà del Cinquecento, che conserva i resti di San Calimero. Ricca di colonne ed archi a tutto sesto, deve la sua decorazione ai Fiammenghini, che dipinsero sulle volte tondi entro i quali sono raffigurati i Vescovi di Milano santificati. Stefano Pariani Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Basilica di San Calimero Via San Calimero 20122 Milano Spazio: Basilica di San Calimero Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.456579 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 3 Titolo: SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE Introduzione: Una inaspettata meraviglia. Quante volte vi sarà capitato di passare in Corso Magenta e di osservare distrattamente una delle tante Chiese che arricchiscono Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore. Una facciata di grigia pietra di Ornavasso, come grigia appare la nostra città e come la nostra Milano “da bere”, nasconde all’interno una essenza meravigliosa. Si salgono pochi gradini ed entrati si rimane strabiliati dalla bellezza che si offre, prorompente, ai nostri occhi. Un bagliore di luci dorate e un’atmosfera dove l’anima si ricongiunge con se stessa. La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore è situata all’interno di quello che fu il più importante Monastero femminile dell’Ordine Benedettino. La Chiesa venne costruita a partire dal 1503 ad opera dell’architetto e scultore Gian Giacomo Dolcebuono. Venne completata 15 anni più tardi da Cristoforo Solari. Descrizione: SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE. Una inaspettata meraviglia. Quante volte vi sarà capitato di passare in Corso Magenta e di osservare distrattamente una delle tante Chiese che arricchiscono Milano: San Maurizio al Monastero Maggiore. Una facciata di grigia pietra di Ornavasso, come grigia appare la nostra città e come la nostra Milano “da bere”, nasconde all’interno una essenza meravigliosa. Si salgono pochi gradini ed entrati si rimane strabiliati dalla bellezza che si offre, prorompente, ai nostri occhi. Un bagliore di luci dorate e un’atmosfera dove l’anima si ricongiunge con se stessa. La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore è situata all’interno di quello che fu il più importante Monastero femminile dell’Ordine Benedettino. La Chiesa venne costruita a partire dal 1503 ad opera dell’architetto e scultore Gian Giacomo Dolcebuono. Venne completata 15 anni più tardi da Cristoforo Solari. E’ divisa in due parti: una pubblica e dedicata ai fedeli e una riservata unicamente alle monache del Monastero le quali non potevano oltrepassare la parete divisoria. Solo una volta, nel 1794, fu loro concesso di entrare nella zona pubblica per ammirare l’altare. Questa Chiesa è un gioiello di affreschi che lascia veramente senza fiato e ai quali lavorarono alcuni tra ipiù importanti artisti del 500 lombardo. All’interno la navata unica è coperta da volta e bipartita da un tramezzo che separa lo spazio delle monache, che assistevano alla messa da una grata, da quello dei fedeli. La navata è fiancheggiata da alcune piccole cappelle coperte da volte a botte sormontate da una loggia a serliana. L’attrazione maggiore della chiesa è il bellissimo ciclo di affreschi del XVI secolo che tappezza tutte le pareti e al quale il visitatore non può che dedicare estasiato tutta la sua attenzione. La spattacolare parete divisoria è decorata con affreschi di Bernardino Luini con immagini di Sant’Orsola e San Maurizio che affiancano una pala con l’Adorazione dei Magi di Antonio Campi. Nelle cappelle laterali dell’aula dei fedeli, gli affreschi sono di Aurelio Luini, figlio di Bernardino, insieme ai meno famosi fratelli. Nell’ala destra le più importanti sono la Cappella Besozzi e la Cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria con l’affresco della sua decollazione. Nell’ala sinistra si trovano invece la Cappella di San Giovanni Battista, decorata da Ottavio Semino e la Cappella della Deposizione. Sulla parete dalla parte dell’Aula delle Monache si trovano immagini di Santa Caterina, di Sant’Agata, delle Nozze di Cana, della Salita al Calvario, del Cristo in Croce e del Cristo morto. Nell’Aula delle Monache c’è un organo del 1554 opera di Giovan Giacomo Antegnati e i bellissimi affreschi del Presbiterio: sulla volta, sullo sfondo di un cielo stellato, immagini di Dio, gli Evangelisti e gruppi di Angeli. Nella parte finale è presente l’affresco Ecce Homo, particolarissimi i visi dei manigoldi che deridono il Cristo.Il loggiato superiore a serliane è decorato da tondi con immagini di Sante, opera di Giovanni Antonio Boltraffio o, più probabilmente dell’anonimo pittore noto come Pseudo-Boltraffio, con santi e martiri. Uscendo dalla chiesa ed entrando nell’edificio alla sua destra che ospita il Museo Archeologico, si possono ammirare il Chiostro del Monastero e nel giardino le due torri di epoca romana, inserite nelle antiche mura di Massimiano. Se vi capiterà nuovamente di passare in Corso Magenta, non potrete più osservare distrattamente la facciata grigia di questa Chiesa, entrate e riempitevi gli occhi di beltà. Inizio: 25/12/2003 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: S. Maurizio al Monastero Maggiore Corso Magenta, 15 Milano Spazio: SAN MAURIZIO AL MONASTERO MAGGIORE Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.465567 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: |
Numerazione: 3 Titolo: Villa Clerici Introduzione: Le sale inferiori Un gioiello elegante e sobrio ricercatissima dai collezionisti. Con lui iniziò anche il recupero e il rispettoso restauro dell’intero complesso. L’edificio è stato re staurato nuovamente tra il 1995 e il 2002, grazie al contributo della Regione Lombardia. Elegante e sobria, Villa Clerici consta di un fabbricato centrale disposto su tre livelli (piano rialzato, piano nobile e cappuccina), introdotto da un atrio aperto a tre campate su colonne binate. Ai suoi lati, le ali contengono due cappelle, dedicate a Sant’Antonio e a Santa Teresa, ma soltanto quest’ultima è ancora in uso. Le sale inferiori conservano affreschi di fine Settecento con il Ratto di Ganimede e la Giustizia. Di particolare interesse è la Sala degli Specchi con decorazioni neoclassiche a grisaille vi cine alla scuola dell’Albertolli. Uno scalone monumentale con telamoni, simile a quel lo del cittadino palazzo Clerici, conduce al piano superiore dove il salone è abbellito da trompe l’oeil rappresentanti le Arti. Descrizione: Le sale inferiori Un gioiello elegante e sobrio ricercatissima dai collezionisti. Con lui ini ziò anche il recupero e il rispettoso restauro dell’intero complesso. L’edificio è stato re staurato nuovamente tra il 1995 e il 2002, grazie al contributo della Regione Lom bardia. Elegante e sobria, Villa Clerici consta di un fabbricato centrale disposto su tre livelli (piano rialzato, piano nobile e cappuccina), introdotto da un atrio aperto a tre campate su colonne binate. Ai suoi lati, le ali contengono due cappelle, dedicate a Sant’Antonio e a Santa Teresa, ma soltanto quest’ultima è ancora in uso. Le sale inferiori conservano affreschi di fine Settecento con il Ratto di Ganimede e la Giustizia. Di particolare interesse è la Sala degli Specchi con decorazioni neoclassiche a grisaille vi cine alla scuola dell’Albertolli. Uno scalone monumentale con telamoni, simile a quel lo del cittadino palazzo Clerici, conduce al piano superiore dove il salone è abbellito da trompe l’oeil rappresentanti le Arti. Gli antichi giardini andarono distrutti ne gli anni. L’aspetto attuale dei due parchi si deve al pittore Dandolo Bellini, che rein terpretò il giardino all’italiana, inserendovi le sculture originali e allegoriche in arena ria. Il parco posteriore, che era stato trasfor mato in area agricola, negli anni ‘60 e ‘70 fu riqualificato grazie alla costruzione di due scenografici teatri all’aperto, realizzati in parte con materiali risalenti ai secoli XVI XVIII e in parte provenienti dalle mace rie dei bombardamenti su Milano duran te la seconda guerra mondiale. Oggi i teatri sono utilizzati nella bella stagione per spet tacoli e concerti. Dal 1927, la struttura ospita la Casa di Re denzione Sociale, un istituto sorto con lo scopo di recuperare alla società gli adul ti dimessi dai luoghi di detenzione e poi, a partire dal dopoguerra, i minori in situa zione di disagio, attività svolta ancora oggi negli edifici costruiti appositamente ne gli anni Cinquanta a fianco della villa. Nel 1955 nelle sale restaurate è nata la Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei. Si tratta della prima realtà di questo genere in Ita lia e tra le prime a livello internazionale. Fu voluta dallo stesso Bellini, amico e collabo ratore di Giovanni Battista Montini, a quel tempo arcivescovo di Milano, in seguito eletto papa col nome di Paolo VI. Oggi è ancora possibile visitare la collezione per manente della Galleria, diretta dalla con servatrice Angela Bonomi Castelli, con opere di Achille Funi, Aldo Carpi, Alber to Sughi, Giacomo Manzù, Luciano Min guzzi, Silvio Consadori, Trento Longaretti e tanti altri. Nella sala Francesco Messina, l’associazione culturale il Clavicembalo Verde di Angelo e Giovanni Mantovani or ganizza concerti serali di musica classica. Il piano nobile della villa, invece, è dedicato a progetti di esposizioni temporanee. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Villa Clerici Via Giovanni Terruggia, 14 Milano Spazio: Villa Clerici Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.517814 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Chiese e dimore antiche simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 4 Titolo: Villa Reale Introduzione: Il Parco Papa Giovanni Paolo II, già Parco delle Basiliche, è un parco della città di Milano. È così chiamato perché collega la Basilica di San Lorenzo e la Basilica di Sant'Eustorgio. L'ampio corridoio verde è però attraversato dalla via Molino delle Armi (Cerchia dei Navigli) . Descrizione: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Coordinate: 45.472501°N 9.199719°E (Mappa) La Villa Reale di Milano (ora Villa Comunale), già Villa Belgioioso[1] o Villa Belgiojoso Bonaparte, è una villa costruita tra il 1790 ed il 1796 dall'architetto Leopoldo Pollack, su commissione del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso[2]. L'edificio rivolge la propria parte posteriore, ove vi è l'ingresso per la Galleria d'Arte Moderna di Milano, verso via Palestro affacciandosi così sui giardini Indro Montanelli in zona Porta Venezia. La facciata della villa è invece rivolta verso il giardino in stile inglese sempre progettato da Leopoldo Pollack. La Villa Reale di Milano rappresenta uno dei principali monumenti del neoclassicismo milanese. Tra le opere neoclassiche presenti nella Villa si segnalano quelle di Luigi Acquisti ed Antonio Canova. In questo luogo è stato girato il film Un povero ricco. IndiceInizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Villa Reale, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.472503 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Musei simbolo: |
Numerazione: 4 Titolo: Galleria d'arte Moderna Introduzione: La Galleria d'arte moderna (detta anche GAM) si trova nella Villa Reale, in via Palestro 16 a Milano; fa parte delle Civiche Raccolte d’arte del Comune di Milano. La Villa è uno dei capolavori del Neoclassicismo di Milano. È stata realizzata tra il 1790 e il 1796 come residenza del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso. Infatti, la villa è anche celebre come Villa Belgiojoso. È stata progettata con eleganza e funzionalità dall'architetto austriaco Leopoldo Pollack, collaboratore del massimo rappresentante del Neoclassicismo lombardo, Giuseppe Piermarini. Descrizione: La Galleria d'Arte Moderna (detta anche GAM) si trova nella Villa Reale, in via Palestro 16 a Milano; fa parte delle Civiche Raccolte d’arte del Comune di Milano. Il pregio delle opere esposte rende internazionalmente nota la Galleria d'Arte Moderna di Milano: nelle sue sale si possono ammirare capolavori di Francesco Hayez, Pompeo Marchesi, Andrea Appiani, Tranquillo Cremona, Giovanni Segantini, Federico Faruffini, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Antonio Canova, Daniele Ranzoni, Medardo Rosso, Gaetano Previati, protagonisti indiscussi della Storia dell’Arte milanese ed italiana. Capolavori che, grazie anche al collezionismo del Novecento e alle donazioni di alcune importanti famiglie (Treves, Ponti, Grassi, Vismara, per citarne alcune), hanno arricchito negli anni il patrimonio artistico della Galleria. Le sale della Villa ospitano, quindi, anche opere di Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Giovanni Boldini, Vincent Van Gogh, Edouard Manet, Paul Gauguin, Paul Cézanne, Pablo Picasso, Amedeo Modigliani, Umberto Boccioni, Giacomo Balla e altri esponenti del Novecento italiano. La Villa, realizzata tra il 1790 e il 1796 come residenza del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso, è uno dei capolavori del Neoclassicismo milanese. E' progettata con eleganza e funzionalità dall'architetto austriaco Leopoldo Pollack, collaboratore del massimo rappresentante del Neoclassicismo lombardo, Giuseppe Piermarini. Trasformata nel 1921 in sede delle raccolte milanesi d’Arte Moderna, Villa Reale offre ai propri visitatori una straordinaria esperienza di continuità fra “contenuto” e “contenitore”, ribadita nel dopoguerra dalla scelta di circoscrivere all’Ottocento la collezione esposta in Villa. Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Galleria d'arte Moderna, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.472455 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Musei simbolo: | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Numerazione: 4 Titolo: Museo Civico di Storia Naturale Introduzione: Il Museo civico di storia naturale di Milano è stato fondato nel 1838, ed è uno dei più importanti musei naturalistici d'Europa. Nel 2008 è stato visitato da 350 000 persone. Nel 1838 il Comune di Milano accolse la donazione del museo naturalistico privato del collezionista milanese Giuseppe De Cristoforis e del botanico di origine ungherese Giorgio Jan, costituito nel 1832 Descrizione: Il Museo Civico di Storia Naturale di Milano è stato fondato nel 1838, ed è uno dei più importanti musei naturalistici d'Europa. Nel 2008 è stato visitato da 350.000 persone.[1]
Inizio: 25/12/2007 Fine: 25/12/2031 Indirizzo: Museo Civico di Storia Naturale, Milano Spazio: Area geografica: Milano Email: Inserisci foto: Inserisci foto (2): Inserisci foto (3): 45.472772 Inserisci foto (4): Inserisci foto (5): Inserisci foto (6): Indirizzo (url) video o galleria fotografica: Campo disponibile 1: Campo 2: Campo 3: tipo: Musei simbolo: |